Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: YamaTheShepherd    20/10/2014    1 recensioni
[OT7]
E' un sabato come un altro e come qualsiasi studente, Kim Seokjin, è a scuola. Con la piccola differenza che Seokjin è parecchio più grande di tutti i suoi compagni di classe.
A lui non dispiace andare a scuola, forse è per questo che ha scelto di perdere e ripetere tanti anni; forse è per stare con il suoi cari amici, che ha scelto di farsi bocciare per più volte consecutivamente; forse è semplicemente perché non è abbastanza intelligente da farsi promuovere, perché per quanto gli piaccia andare a scuola a lui non importa assolutamente nulla di seguire le lezioni o studiare a casa. Si limita infatti a rimanere seduto al suo banco, con la testa tra le nuvole. Ad un primo sguardo potrebbe quasi sembrare attento, concentrato nell'ascolto della lezione, ed effettivamente ha anche l'aspetto di uno studente modello, ma per la testa ha tutt'altro.
Lo sa bene quello che da anni è il suo compagno di banco: Kim Namjoon [...]
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice:
E come ogni lunedì, rieccoci con il nostro appuntamento fisso, oggi per fortuna non me ne sono ricordata all'ultimo, non sono proprio un caso perso.
Per oggi non ho altro da dire, se non che siamo a metà della storia e va tutto bene... Stranamente bene.
Vabbè, buona lettura.
- Yama


Capitolo 3: AFFAIR

  

Non è sabato, questa volta, ma Yoongi sta comunque aspettando fuori dalla scuola uno dei suoi "amici". Più precisamente aspetta Jeon Jungkook. Gli ha promesso che lo aiuterà con degli argomenti che non riesce a capire, visto che a breve avrà dei test da fare e vuole prepararsi al meglio, gli ha detto, e Yoongi non ha rifiutato la proposta, tanto a lui di studiare le su cose non ne ha voglia, e non ha neanche voglia di passare il pomeriggio da solo, quindi accetta volentieri. Così aspetta, calciando i sassolini sul marciapiede, osservando le macchine che passano, ascoltando le chiacchiere che arrivano dalla classe che in quel momento ha l'ora di educazione fisica nei campetti della scuola, fino al suono della campanella. A quel punto si riavvicina al cancello, finché non individua il più piccolo del gruppo e lo saluta agitando la mano, cercando di farsi notare - dalla sua bassa statura - in mezzo a quella mandria di ragazzini vestiti tutti uguali che si riversa sul marciapiede, finalmente libera.
Nella sua mente il piano era chiaro e ben delineato in ogni punto: prendere Jungkook a scuola; tornare a casa con l'autobus; rilassarsi un po' guardando la televisione; aiutarlo con quello che non capiva; offrirgli qualcosa da mangiare e/o da bere; rilassarsi ancora; riaccompagnarlo a casa. Più semplice di così si muore. Nella sua fantasia quella sarebbe stata una tranquilla giornata passata in "coppia", senza fare niente di particolare, senza rompiscatole in giro; una di quelle giornate che difficilmente possono andare storte, eppure c'era già qualcosa che non andava. Qualcosa che non capiva. Finora aveva fatto tutto bene, Jungkook era arrivato, si erano salutati, avevano percorso quel breve tratto di strada fino alla fermata degli autobus, avevano parlottato, Taehyung era scoppiato a ridere come al solito, facendo girare chiunque fosse presente in strada... Tutto normale insomma... Tutto...
Taehyung.
Taehyung si era unito a loro davanti al cancello della scuola. Aveva visto Yoongi appena uscito e poiché era strano trovarlo li durante la settimana, si era avvicinato notando che con lui c'era anche Jungkook. Li aveva salutati, poi li aveva informati dell'assenza di Hoseok e tra una chiacchiera e l'altra gli aveva chiesto se poteva unirsi a loro. Lasso di tempo in cui Yoongi aveva letteralmente spento il cervello. Non che gli dispiacesse la presenza di Taehyung - anche se era certo avrebbe disturbato lo studio di Jungkook tutto il pomeriggio - solo che la sorpresa nel vederlo fu talmente tanta che smise di parlare finché il più piccolo non ebbe bisogno del suo insegnante privato. E mentre quei due si concentravano su qualcosa di molto semplice per uno e per niente scontata per l'altro, Taehyung se ne stava sdraiato sul divano, guardava cartoni animati alla televisione, partecipando attivamente alle avventure dei protagonisti, urlando, lanciando cuscini, scivolando a terra e poi tornando carponi sopra al sofà. Ogni tanto chattava con Hoseok e gli mandava messaggi vocali urlando cose incomprensibili, e dall'altra parte il suo amico faceva lo stesso. Eppure la cosa sembrava non turbare gli altri due, che con il tempo avevano sviluppato un'abilità particolare che li aiutava ad escludere, dal loro raggio visivo e uditivo, i soggetti molesti.
Quando ebbero finito, come da programma, Yoongi offrì qualcosa non solo a Jungkook, ma anche a Taehyung, che si fecero dare un po' del loro amato succo alla pesca e qualche biscottino, e seduti tutti insieme intorno al tavolo della cucina, consumarono la piccola merenda. Lì rimasero ancora un po' a chiacchierare - cioè a sentire Taehyung urlare - di cose a caso e spesso senza senso, finché non suonarono al campanello e Yoongi andò ad aprire. Fu questione di pochi istanti, Yoongi sfrecciò nella sua camera e poi tornò nuovamente dai suoi amici, che curiosi gli chiesero chi fosse.
«Nessuno in particolare... Un tizio. Uno hyung all'università mi ha chiesto di procurargli un po' di "roba" da questo tizio, è uno dei migliori in giro da queste parti. Ci prendo una bella percentuale.»
Yoongi non si era mai fatto grossi problemi a dire come stavano le cose, neanche per quanto riguardava quel tipo di cose e a Jungkook quel lato del più grande piaceva molto. Curioso cominciò a riempirlo di domande su come funzionassero quei circoli e ad ogni risposta di Yoongi, i suoi occhi si facevano sempre più brillanti e grandi, si avvicinava a lui, parlava a voce più alta; era decisamente eccitato. Peccato che pochi minuti dopo sua madre lo chiamò dicendo che era nei paraggi e non doveva farsi riaccompagnare a casa, così la raggiunse lasciando solo Yoongi e Taehyung, che infastidito da quei discorsi aveva lasciato la stanza ed era tornato a sedersi sul divano, questa volta composto e in silenzio, segno che c'era qualcosa che non andava.
«Fai uso di droghe?»
Yoongi rimane colpito da quella domanda, tanto quando dall'atteggiamento serio che Taehyung aveva assunto - senza contare che lo considera infinitamente sexy, e se lo immagina con un frustino in mano e pantaloni di pelle super-aderenti, e... Sarebbe meglio che Yoongi la smettesse con questi pensieri prima di farsi beccare dall'altro.
«Ogni tanto... Ad un tiro non dico di no.»
Taehyung si alza, prende le sue cose, gli urla di smetterla e se ne va, sbattendo la porta porta tanto forte da cancellare ogni traccia di pensiero impuro dalla testa di Yoongi, che si lascia cadere sul divano con lo sguardo perso. Per la prima volta in vita sua ha davvero voglia di smetterla di essere così, gli è bastato vedere quel lato dell'amico che non conosceva e che lo aveva decisamente scosso.
Passa del tempo senza che Yoongi si muova, ancora pensa a Taehyung che si alza e se ne va urlandogli contro, poi i suoi pensieri vengono interrotti dal campanello che suona. Cosa sono tutte queste visite? Che giornata strana.
Alla porta c'è Namjoon; deve sfogarsi, dice.
«Hyung, io non ce la faccio più, non riesco proprio a trovarlo un gruppo di teppisti da comandare.»
Yoongi ride, pensa a quanto sia ridicola questa fissazione che ha, pensa al fatto che se Namjoon lo conoscesse un pochino meglio saprebbe che lui è come quelli che lui considera "teppisti", pensa a Taehyung... 
«Vai a perlustrare qualche vicoletto, come al solito, prima o poi troverai qualcuno.»
E chiude la porta, limitandosi a salutarlo con un brevissimo cenno della mano.
Le giornate non vanno sempre come previsto.
   
 
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