Secondo giorno:
Frigga si strinse di più nella sua pelliccia, pestando il pavimento con i piedi calzati da dei pesanti stivali, adatti al clima estremo. Accanto a lei Thor, strepitante come al solito.
A differenza della paziente madre, infatti, il Tonante camminava avanti e indietro, nervoso, ispirando ed espirando pesantemente, facendo uscire condensa come se fosse stato una vaporiera.
Odiava pensare che, a qualche corridoio di distanza, Loki stesse cercando di salvare Byleistr dalla morte. Attenzione: non desiderava la dipartita del Re di Jotunheim, assolutamente. Ma non voleva che Loki si sforzasse tanto. Il biondone non sapeva fino a che punto avrebbe potuto spingersi senza fare del male al loro bambino. E non voleva scoprirlo ‘sperimentando’, per così dire. Perciò aspettava notizie del fratello del compagno lì, in compagnia di sua madre, probabilmente l’unica ragione per cui non era già piombato nelle stanze di Byleistr mandando al tappeto tutte le guardie.
Ma stavano aspettando notizie da ore, ormai.
Non ce la faceva più.
Alla fine (come era prevedibile), il Principe di Asaheim sbuffò ancora, avviandosi verso le stanze private del Re di Jotunheim. E siccome la più grande paura di certi guerrieri biondi e grossi non è il proprio nemico ma la propria madre, aspettò che Frigga si addormentasse su un seggio messo lì apposta per lei. Che coraggio principesco, davvero.
Scoprì che non vi erano guardie a sorvegliare le stanze reali.
Lo trovò strano, ma pensò fosse un vantaggio, almeno per lui.
Quatto quatto, camminando in punta di piedi e risultando stranamente silenzioso, si avvicinò alla porta che lo avrebbe condotto da Loki. Mise la mano sul pomello, e quindi aprì.
Le cose però non andarono come si aspettava.
Subito sentì un’imprecazione, seguita da un’energia magica che lo mandò a sbattere con gran dolore sulla parete. Cadde a terra, gemendo dolorante. Aveva sbattuto la testa. Ahi.
In realtà non era stato un colpo così forte, visti i canoni del Mutilatore.
Ma andate voi a spiegare a Thor una cosa simile.
Helblindi, seduto sulla scrivania, appoggiò il gomito su di essa, coprendosi gli occhi con una mano. – Qualcuno lo uccida.. -, mormorò. In effetti Thor gli aveva fatto prendere un bello spavento, visto quanto era nervoso. Aveva delle pesanti occhiaie a contornargli gli occhi, e si vedeva che non era al massimo delle sue capacità. Doveva essere stato uno sforzo persino mandare Thor a terra.
Loki lo guardò malissimo, e il biondo si sentì piccolo piccolo.