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Autore: B_Regal    27/10/2014    4 recensioni
[SPOILER] L'idea di questa mini fan fiction - saranno solo due capitoli, in realtà è una One Shot divisa in due - nasce da uno spoiler trapelato in questi giorni che ha a che fare con Emma e che non è nemmeno stato confermato. L'idea però ormai ce l'avevo in testa e ho deciso di svilupparla lo stesso.
Dal testo: E fu forse quel momento di frastornamento che spinse Emma ad essere ancora una volta sincera “E’ solo che con te.. è strano.. con te mi sento come se la cattiva tra le due fossi io!”
Regina quasi rise, ma stavolta mostrandosi davvero incuriosita da quelle parole “tu?”

(Ho messo l'indicazione FemSlash ma non ci sono riferimenti espliciti alla coppia, il rapporto che ho descritto tra le due lascia spazio a entrambe le interpretazioni, Swanqueen o Saviorqueen. Per me sono semplicemente Emma e Regina.)
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Lo spoiler in questione è questo.
Pare che Gold cercherà di imprigionare Emma nel cappello dello stregone.

Non so se via vero, e se pure fosse, dubito che accadrà nelle modalità che ho descritto.
Ma l’idea mi è venuta proprio a mò di “ispirazione”, nel senso che ho letto lo spoiler e un minuto dopo la storia prendeva forma nella mia mente.
Ho pensato molto se scriverla o meno, alla fine mi sono detta che ci poteva stare.
 
La mia OTP è la OutlawQueen, ma adoro così tanto Regina da shipparla con chiunque.
Mi piace Emma, e mi piace il rapporto che ha con Regina. Sono due personaggi bellissimi e quindi ogni volta che interagiscono ne viene inevitabilmente fuori qualcosa di bellissimo.
I trascorsi che hanno le rendono una coppia senza dubbio interessante.
Hanno un figlio in comune, lo amano entrambe e questo gioca a loro favore.
E  le fan fiction Swanqueen che leggo qui non aiutano.
Insomma, gira e rigira alla fine mi sento un po’ Swanqueen.
Per adesso le vedo come due possibili amiche, quindi ecco diciamo che adesso che è nata questa nuova ship – la chiamano SaviorQueen, mi ritengo decisamente dentro.
Vabbeh, l’ho già detto. Emma e Regina.
Basta fare questi due nomi e chi deve capire capirà!
 
Non mi dilungo. Dico giusto che l’ho divisa perché era lunghetta e la seconda parte non mi convince, voglio rivedermela!
 
Buona lettura.. e abbiate pietà!
E’ stato più difficile del previsto scrivere di loro due!
 
 
 
 
I cittadini di Storybrooke alla fine si erano riuniti nel locale di Granny, quello che ormai sembrava esser diventato una sorta di quartier generale, il posto dove riunirsi per commentare i problemi e i pericoli che, puntuali, incombevano su di loro con una regolarità quasi allarmante.
Gli ultimi eventi avevano scatenato una buona dose di panico, come comprensibile.  Che spuntassero periodicamente nuovi cattivi era diventato quasi normale, ma a rincuorare c’era almeno la certezza che quelli vecchi fossero ormai dalla loro parte, in difesa della città e dei cittadini. Certezza che era appena crollata, nel momento esatto in cui avevano assistito al ritorno  - o forse non era mai andato via? – del Signore Oscuro.
Emma si era ritrovata in pieno assalto, quello dei genitori e degli amici che continuavano a domandarle come si sentisse, ma soprattutto quello dei cittadini che in piena crisi di panico si chiedevano cosa ne sarebbe stato di loro adesso che il Signor Gold sembrava deciso a riprendere le redini della città, come era stato un tempo.
Lei non aveva voglia di rispondere. Non sapeva cosa dire,  non sapeva nemmeno cosa pensare, quell’aggressione aveva preso di sorpresa persino e lei e sarebbe finita male, davvero male, se non fosse stato per quell’ intervento inaspettato.
Se non fosse stato per Regina.
Le aveva impedito di essere risucchiata da quel cappello diabolico e per farlo aveva usato tutta la magia di cui era capace. E l’aveva persa.  Gold era stato chiaro, non appena Regina si era interposta tra loro due l’uomo l’aveva avvertita di quanto grosso stesse rischiando, ma lei non ci aveva creduto, o forse non le era importato. E alla fine il capello le aveva rubato i poteri.
Ed Emma poteva giurare che, per quanto avesse cercato di ostentare la solita sicurezza, non l’aveva mai vista così spaventata. Forse, solo quando avevano creduto di aver perso Henry.
La cercò con lo sguardo nel locale affollato e non fu difficile individuarla. Era seduta al suo solito sgabello, da sola, la schiena ricurva su una tazza fumante di tè che non aveva ancora toccato.
Approfittò del pianto del piccolo Neal per sgusciare via dallo sguardo protettivo di Mary Margaret e quando fu vicina alla bruna, spostò con il dorso della mano la tazza di tè abbandonata sostituendola con la cioccolata calda che si era portata dal suo tavolo.
“Prova con questa, risolleva l’umore!”  Esclamò, poggiando i gomiti sul bancone per potersi sporgere a guardare in faccia la donna.
Regina le rivolse uno sguardo spento, solo un attimo, prima di tornare a guardare dritto davanti a lei “Dubito che faccia effetto, in questo caso!”
“Ok, allora prendilo come un gesto per.. sdebitarmi. Non che per questo basti, lo so, ma puoi considerarlo un anticipo!” Provò ad accennare un sorriso, ma fu la prima a rendersi conto di quanto male le fosse riuscito.
“Miss Swan mi hai già ringraziato a sufficienza, se vuoi fare qualcosa per sdebitarti lasciami in pace!”
Emma non fece una piega, era così abituata a quell’atteggiamento da non farci più nemmeno caso “Non mi piace vederti così, soprattutto se so che è colpa mia!”
Regina alzò gli occhi al cielo “Proprio stavolta non hai fatto niente, mettiti pure l’anima in pace. E ora vattene!”
“Senti posso immaginare come ti senti, anche a me hanno portato via i poteri e..”
“Per favore, Swan..” Rispose stizzita la bruna “Non è per niente la stessa cosa!”
Emma annuì, ne era consapevole ma almeno era riuscita a ottenere una risposta non completamente apatica “Certo, lo so. Io li avevo scoperti da poco mentre tu li hai da una vita e..”
Regina scosse la testa “Lo vedi che non capisci? Non c’entra niente il tempo!”
“No?”
“Senti, lascia perdere!” Provò ad alzarsi ma Emma le bloccò un polso costringendola a restare al suo posto.
“Perché? Fammi capire, ti prego. Sto cercando di aiutarti, dammi almeno una possibilità!”
Regina incrociò le braccia al petto girando il busto verso di lei “Perché dovrei?”
“Dovresti saperlo!” Emma sostenne il suo sguardo, fiera e decisa “Perchè le famiglie servono a questo!”
Il sindaco sembrò soppesare quelle parole, si guardò intorno come ad assicurarsi che nessuno stesse seguendo quella conversazione e lasciò andare un sospiro liberatorio, rassegnandosi all’insistenza della bionda “Tu sei la salvatrice, e lo sei da prima che scoprissi i tuoi poteri. Tu nella tua vita te la sei sempre cavata con le tue forze, non hai bisogno della magia. Io..” Sbuffò ed Emma si rese conto di quanto la donna stesse combattendo contro se stessa per cercare di confidarsi, di abbattere quei muri che si era costruita attorno. Per un momento, per un solo momento, non sembrò neanche più lei “Tutto quello che ho fatto, buono o cattivo che fosse, l’ho fatto con la magia. Gold aveva ragione, senza i miei poteri non valgo nulla!” Esclamò allontanando la tazza con un gesto di stizza.
La sincerità di quelle parole, un ammissione del genere da parte di Regina, la destabilizzò un attimo e non fu sicura di essere abbastanza convincente quando rispose “Questo non è affatto vero.  Non dovresti buttarti giù in questo modo e soprattutto non dovresti farti condizionare da quell’ uomo! Lui..”
“Ma tu che ne sai, eh?” La aggredì fin troppo bruscamente l’altra, probabilmente nel tentativo di recuperare la solita freddezza dopo quel breve istante di fragilità che si era concessa “Tu non mi conosci! Non sai com’ero prima!”
Emma si morse il labbro, non sapendo bene come comportarsi. Era abituata ad affrontare l’arroganza di Regina. Sapeva gestire le sue accuse, le sue battute sarcastiche, la sua rabbia. Ma a una Regina demoralizzata e sconfitta non sapeva veramente come approcciare.
Alla fine pensò che la cosa più giusta fosse parlarle sinceramente “So che eri in trappola esattamente come lo sarebbe stato chiunque altro nella tua situazione. So che non potevi difenderti da tua madre, che non hai potuto salvare l’uomo che amavi..”
Regina annuì “Esatto, ero senza possibilità. Esattamente come sono adesso!”
“No, adesso è diverso..”
“Ah si? E che ci sarebbe di diverso, scusa?”
“C’è Henry, ci sono io, e i miei genitori, e tutti i nostri amici!” Si appoggiò di più al bancone cercando di sporgersi verso di lei  “Se solo riuscissi a fidarti anche di qualcun altro oltre che di te stessa non ti sentiresti così.. persa.  Gold ti conosce e sapeva che avresti reagito così. Non lo capisci? Sta cercando di demolirti psicologicamente per renderti inoffensiva.  Esattamente come ha cercato di fare con me infilandomi in quel dannatissimo cappello.  Ma noi non faremo il suo gioco, combatteremo e ci riprenderemo i tuoi poteri. Io mi riprenderò i tuoi poteri, è chiaro?”
“Non fare promesse che non puoi mantenere!”
“Non le faccio mai!”
Regina non rispose, limitandosi ad abbassare gli occhi sulle mani pur di non dover guardare Emma. Aveva ascoltato quelle parole con attenzione e per un attimo si era sentita rianimare da una nuova speranza.  Probabilmente Emma aveva ragione su Gold, e forse tutto quello che doveva fare era veramente non lasciarsi condizionare, come le aveva detto lei. E magari fidarsi, anche.
 Ma a dirsi era molto più semplice che a farsi, senza i suoi poteri si sentiva vuota, e inutile. La verità è che lei era i suoi i poteri, la magia l’aveva nutrita quando non le era rimasto nulla fino a diventare una parte imprescindibile di lei. Senza, Regina Mills non era più Regina Mills, era solo un guscio vuoto, una proiezione di quella che era sempre stata. Perdendo la magia aveva perso le sue possibilità, il suo modo di imporsi e il suo modo di difendersi, avevo perso la sua identità.
“Mamma!” Il suono del campanello all’ingresso attirò l’attenzione di buona parte dei clienti e anticipò l’arrivo di Henry che corse dritto ad abbracciare Regina “Mamma, hai salvato Emma!”
Regina non rispose limitandosi a godersi il calore di quell’abbraccio, che sapeva essere la sua unica possibilità di sentirsi un po’ meglio.  Perché poi perdere la magia non le aveva tolto la cosa più bella, quella di essere madre.
“Mi dispiace per la tua magia!” Esclamò il ragazzino quando sciolsero la stretta, lo sguardo un po’ rammaricato.
“Stavo giusto dicendo a tua madre che me la riprenderò!” Esclamò Emma, che fino a quel momento era rimasta in silenzio per dare modo ai due di prendersi il loro spazio.
Henry annuì “Lo so. E comunque non importa se ha messo i tuoi poteri lì dentro, la cosa importante è che non c’abbia imprigionato te, o lei!” e indicò Emma con un cenno della testa “Non voglio perdervi!”
Regina sorrise accarezzando il viso del figlio e lo abbracciò di nuovo, mentre Emma gli scompigliava i capelli con fare affettuoso “E non ci perderai, lo sai che le tue mamme hanno la pelle dura!”
La voce di Leroy che poco più in là incitava gli altri nani a prendere delle misure per difendersi da quella che sembrava una nuova minaccia attirò l’attenzione di tutti e tre ed Henry si allontanò un po’ dalle due donne per ascoltare quello che David e Mary Margaret stavano dicendo per placare gli animi.
Regina non aveva voglia di discutere di strategie e piani d’attacco, quindi si alzò recuperando borsa e cappotto e facendo un cenno ad Emma “Io torno a casa mia, sono un po’ stanca e vorrei riposare!”
“Sei sicura?” Emma trasalì “Potresti venire da noi, magari una bella cena è quello che ci vuole per distrarsi, se ti va..”
“Una cena con i tuoi genitori? Senza offesa Emma ma ci manca solo questo oggi!”
La bionda non riuscì a nascondere un piccolo sorriso divertito, sentendosi persino un po’ in colpa nei confronti dei genitori “Beh forse.. forse non hai tutti i torti..”
Stranamente, anche Regina sorrise.  Se c’era una cosa per cui Emma non l’aveva mai giudicata – e ne avrebbe avuto tutte le ragioni – era per l’antipatia per nulla celata che mostrava nei confronti di David e Mary Margaret. Spostò lo sguardo sul figlio che stava ancora seguendo il dibattito al tavolo di fronte “Magari per stasera Henry resta con te!”
“Perché?” Il ragazzo si girò subito verso di lei, allarmato. Da due settimane era tornato a stare nella sua vecchia casa e non capiva il motivo di quel cambiamento improvviso “Non hai voglia di stare con me?”
“Ma no, sei pazzo? E’ solo che preferisco che tu stia con lei, sarai più al sicuro!”
Henry aggrottò le sopracciglia. preoccupato “Pensi che Gold voglia farti del male?”
“No, Henry. Stai tranquillo, penso semplicemente che in caso di bisogno Emma possa proteggerti meglio di come possa fare io in questo momento. Ci vediamo domani, ok?”
Emma avrebbe voluto obiettare, dirle che mai in questo momento era lei ad aver più bisogno di Henry. Ma capiva le motivazioni di Regina, al suo posto anche lei avrebbe reagito nello stesso modo, mettendo al primo posto la sicurezza di suo figlio e se c’era una cosa su cui lei non aveva mai dubitato riguardo Regina, era il senso di protezione che aveva nei confronti di Henry, sopratutto dopo che era stata disposta a dare la sua vita per lui.  Sapeva di non avere nessuna possibilità di discussione con lei su quell’ aspetto così non disse nulla e la lasciò andare, limitandosi a guardarla sconsolata mentre lasciava il locale in silenzio.
 
 
 
“E quindi credi che lei non abbia idea di come riprendersi i poteri?”
Emma scosse la testa mentre assieme a Henry posizionava i piatti di ceramica sulla tavola apparecchiata “Da come era giù di morale, credo proprio di no.  Del resto ogni volta che ha risolto una situazione, l’ha sempre fatto usando la magia. Adesso che le manca quella probabilmente non sa neanche dove partire..”
“Però forse potresti aiutarla tu, tu ce l’hai ancora la magia!” propose Henry.
“Beh si, potrei, ma sai che sono una schiappa ad usarla..”
“E poi non mi sembra il caso che tu ti mezza in mezzo, Emma, quel capello stava per risucchiarti e mi piacerebbe che tu gli stessi lontana!” Esclamò Mary Margaret, continuando ad armeggiare dietro la cucina.
“Appunto, stava per risucchiarmi e non ci è riuscito grazie a Regina, se c’è un modo per sdebitarmi lo farò, glielo devo!”
“Forse dovreste solo cercare di guardare la cosa da un altro punto di vista!” Si intromise David, scendendo le scale con Neal tra le braccia.
“In che senso?”
L’uomo cercò di spiegarsi “So che adesso non è facile ritrovarsi da un momento all’altro senza la magia, ma con il tempo potrebbe rivelarsi persino una fortuna per lei!”
Emma strabuzzò gli occhi “che stai dicendo?”
“Pensaci, tesoro. Quanti guai ha portato la magia? E non parlo solo di noi, è stata una maledizione per Regina stessa. Tua madre non fa che raccontare di che bella persona fosse prima che imparasse ad usarla, è stato dopo che è cambiato tutto. La maledizione che ci ha tenuti separati, e tutto quello che è venuto dopo, è sempre stata colpa della magia. Ricordi che persino Henry ha cercato di distruggerla, al pozzo?”
“In effetti tuo padre non ha torto, Emma..” Aggiunse Mary Margaret “Magari adesso è difficile da capire per lei, ma potrebbe abituarsi alla cosa e rendersi conto che è stato meglio cosi!”
“Ma vi sentite quando parlate?” Emma posò i piatti che teneva ancora in mano sul bancone della cucina e allargò le braccia “Io non ho parole. Quindi secondo il vostro ragionamento dovremmo pure ringraziarlo Gold, perché ha fatto un favore a tutti quanti, Regina compresa, no? Questo è assurdo!”
“Non stiamo dicendo questo Emma, è solo..”
“E’ solo che il vostro ragionamento è davvero egoistico, sul serio. La magia avrà anche portato un sacco di problemi e lo capisco, ma questo non significa che qualcuno avesse il diritto di portargliela via in questo modo. E poi non dovreste essere proprio voi a dire certe cose, quando la sua magia vi ha fatto comodo in più di un occasione. Non è stato forse grazie a lei se siamo tornati sani e salvi da Neverland?”
Mary Margaret annuì, spegnendo il fuoco sotto la pentola “Certo, e nessuno di noi sta negando i vantaggi che ne abbiamo tratto, ma..”
“Si, invece. Avete appena detto che è stato un bene che abbia perso i poteri, e questa è una cosa orribile da dire se solo vi foste preoccupati di sapere come si sente lei adesso. Tu come ti sentiresti se ti portassero via David?”
“Che c’entra, non è la stessa cosa!”
“Invece si, perché hai sempre detto che senza David ti sentiresti persa ed è come si sente lei ora. E lo so che non è un buon paragone, ma questo rende la cosa ancora più triste visto che lei ha bisogno della magia per sentirsi forte. E questo anche per colpa mia visto che le ho anche fatto perdere Robin Hood!”
David alzò gli occhi al cielo “Lo sapevo che saremmo finiti a questo, per l’ennesima volta. Devi smetterla di sentirti in colpa per aver salvato una vita Emma!”
“Non mi sento in colpa, ma nemmeno me ne lavo le mani come state facendo voi adesso!”
“Non ce ne stiamo lavando le mani!”
“No? Ma se tutto quello che vi interessa è che io sia fuori da quel cappello!”
“Beh scusaci tanto se sei nostra figlia e siamo felici che tu sia ancora  qui con noi! Davvero ci stai accusando di questo Emma?”
“No, non è questo! Dico solo che potreste mostrarsi un po’ più comprensivi con Regina!”
“Più comprensivi? L’abbiamo perdonata per tutto quello che ha fatto, le abbiamo salvato la vita l’anno scorso, che altro dovremmo fare?”
“Magari dimostrare che non l’avete fatto solo per avere la coscienza pulita?!”
“Va bene, potreste smetterla di discutere adesso? La cena è quasi pronta!” Esclamò Mary Margaret cercando di placare gli animi di padre e figlia.
“Si, tranquilla. Anzi, sai che facciamo adesso ragazzino?” Emma spostò lo sguardo su Henry, che in quella discussione era rimasto in silenzio, ascoltando con attenzione entrambe le parti “preparati, andiamo a cena da tua madre!”
Il ragazzo rimase con un bicchiere a mezz’ aria “Adesso?”
“Si, avvisala con un sms e dille che non sentiremo ragioni. E prima che me lo chiediate..” Aggiunse rivolgendosi ai genitori “Non sono arrabbiata con voi e non sto scappando. Penso solo che abbia bisogno di stare un po’ con Henry!”
Mary Margaret si limitò ad annuire mentre guardava sua figlia e suo nipote infilarsi le giacche e uscire di casa.
  
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