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Autore: FoxFire    27/10/2014    4 recensioni
Cinque ragazzi, tutti con una loro storia, e con la stessa voglia di ricominciare a vivere.
Faranno un percorso, dove incontreranno molti amici, ma altrettanti nemici.
Tante amicizie si distruggeranno ed altre si rafforzeranno.
Una storia di odio e amore, cazzotti e lacrime, tradimento e passione.
Ma con la premessa che... Sopra Le Nuvole, (c'è sempre) Il Sole.
- Dalla storia:
'' Cos'hai li? ''
'' Questo? '' dice lei indicando la macchia nera che si intravedeva dai pantaloni a vita bassa
'' E' solo un tatuaggio. '' continua spostando i pantaloni un po' più giù scoprendo la scritta.
'' Sopra le nuvole, il sole ... Figo, mi piace! ''
'' Ce l'ha anche Nichi, è tipo il mantra della nostra vita. ''
Mentre si guardavano negli occhi, lui le fece un sorriso di quelli che scioglierebbero anche il Polo Nord.
Appoggiò la testa sopra la pancia di lei e rimasero sdraiati a guardare il mare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tear
 

Fede’s Pov.
 
<< Harry, che stai facendo? >>
<< Voglio ballare con te, ti va? >>
<< Ma no! Siamo in un pub e qua ci sono Niall, Zayn, Nichi, Gre e i tuoi strani amici, e soprattutto Taylor! >>
<< Fa niente, saliamo in piedi sul tavolo e balliamo come al ballo scolastico >> disse Harry trascinandomi in piedi sul quel tavolo traballante
<< Harry ci guardano tutti! E poi magari non ci regge! >>
<< Non preoccuparti di questo, se cadrai sarai tra le mie braccia >> concluse Harry stringendomi forte a sé.
“'CAUSE BABY YOU'RE A FIIIREWOOORK
COME ON SHOW 'EM WHAAAT YOUR WOOORTH 
MAKE 'EM GO "OH…”
Non appena mi resi conto che era la sveglia, mi ripresi dal sonno e mi alzai seduta sul letto. Adoravo Katy Perry, ma forse a quell’ora non era il buongiorno più sperato. Era molto presto, precisamente le 6:45, ma mi ero fissata che quella mattina avrei dovuto studiare. Già, avrei dovuto, ma appena mi resi conto di essere finalmente lucida mi accorsi di avere un gran mal di testa. Che sogno strano avevo appena fatto, eppure così sentito e voluto. Al contrario, sentivo ancora lo sguardo bruciante di Harry della sera prima al pub, avevo realmente paura di prendere fuoco. Mi alzai dal letto, avevo voglia di fare qualcosa, più che altro ne sentivo la necessità perché stando ferma l’adrenalina prendeva il sopravvento trasformandosi in pensieri ed era quello di cui non avevo per niente bisogno. Nella serata precedente era stato tutto divertente: la pizza, il biliardo, la gentilezza di Zayn e poi sbam; arriva Harry Styles con accanto Taylor a rovinare tutto. Ricordo bene che appena arrivai a casa mi buttai sul letto lanciando i vestiti per la camera facendola diventare un vero e proprio casino. Presi la maglietta che avevo buttato a terra coi pantaloni e dopo averli piegati ordinatamente e appoggiati sulla sedia, tirai fuori il cambio dall’armadio ed andai in bagno a farmi una doccia.
Uscii e mi guardai allo specchio osservando il mio riflesso: non riesco a capire come Harry o Zayn possano anche solo… non so, boh.
I miei occhi non sono niente di speciale, certo sono scuri e anche molto, ma non ho né le fossette di Harry, né gli zigomi di Zayn, ma una faccia un po’ tondeggiante con le guance che arrossiscono facilmente. Sorrisi perché comunque ero felice, ciò che mi stava capitando era così assurdo per non poter sorridere. Dovevo mantenere la calma, non era successo ancora niente di preciso in realtà, quindi avrei aspettato e agito poi di conseguenza. Presi una maglia nera a maniche corte, gli abbinai un paio di jeans neri, un cardigan beige e degli stivali alti. Scesi nel soggiorno e vidi sul tavolo della cucina i miei occhiali da sole insieme alle mie collane pendenti, probabilmente una delle mie amiche li aveva presi in prestito. Indossai tutto e uscii di casa per poi guardare l’ora: erano le 7:00; da quando ero in Inghilterra mi stava venendo la fissa per le passeggiate mattutine, ma più che altro la mia era una ricerca di tranquillità per stare sola con i miei pensieri. Sono sempre stata una ragazza che non ama la folla ma preferisce stare sola, ho bisogno del mio spazio e di avere la possibilità di stare per conto mio.
Decisi di andare al solito bar e prendere un cappuccino da portare via e una volta uscita presi a gironzolare. Come era successo più volte, mi trovai davanti alla casetta: la luce era scarsa per colpa dell’orario, ma si riusciva comunque a vedere. Presi le chiavi e dopo due girate aprii la porta. Era completamente deserta ma non mi stupii, presi un libro tra quelli che si trovavano lì, tanto per curiosare. Appena lessi il titolo mi stupii: “Il grande Gatsby”. Sicuramente glielo avranno dato a scuola, dubito di vedere lui come un lettore accanito. Lo presi tra le mani, mi sdraiai su quell’enorme divano ed iniziai a leggere. Mi persi in quelle pagine fino a che le mie palpebre non diventarono pesanti ed il respiro rallentò. Sentii un leggero rumore e rabbrividii di freddo, sentivo il libro sotto le costole ma ero troppo stanca per muovermi e spostarlo. Proprio in quel momento in cui venni presa tra le braccia di Morfeo sentii qualcosa di morbido e caldo che veniva poggiato sopra di me.
 
***
 
Aprii gli occhi quando sentii una musichetta vicino a me, mi stiracchiai e sbadigliai.
Non avevo più il libro che mi faceva male, ma in compenso sentii la mia testa poggiata su qualcosa.
<< Cazzo >> sentii una voce roca imprecare e subito il suono si fermò.
Mi strofinai gli occhi e li aprii trovandomi Harry che cercava di spegnere il telefono.
<< Oh >> mi alzai e lui mi guardò con un’aria che sembrava un po’ triste.
Mi resi conto che mi aveva messo una coperta addosso e mi aveva fatto poggiare la testa sulle sue gambe. Gli sorrisi nel vedere quei gesti carini che aveva fatto per me.
<< Non volevo che ti svegliassi >> disse sfregandosi il collo imbarazzato
<< Tranquillo >> dissi sistemandomi i capelli con le mani.
<< Da quanto sei qua? >> chiesi sorridendo e continuando a sistemarmi i capelli con più frenesia. Lui rise e mi tolse le mani dai capelli sistemandoli lui stesso con le sue giganti.
<< Non molto >> rispose togliendo le mani dalla mia testa e scoppiando a ridere, gli feci una linguaccia e lo spinsi ridendo a mia volta.
<< Sei così pacifica quando dormi, poi torni insopportabile >>
Io alzai le sopracciglia contrariata e lui fece il labbruccio, mi misi a ridere. Era una situazione così assurda per me, io e lui a ridere come dei semplici amici. Si spostò i capelli dalla fronte e smise di ridere guardandomi complice.
<< Quel libro? >> domandai indicandolo, lui lo guardò e lo prese in mano aprendolo e sfogliandolo con una strana attenzione.
<< Non che io stia insinuando che Harry Styles legga libri >> continuai stuzzicandolo.
Lui spalancò gli occhi per un secondo, ma poi si riprese subito e mi guardò abbassando lo sguardo con uno strano sorrisetto:
<< È per scuola >>
<< Capito, io lo adoro, l’ho letto 4 volte >>
<< Cambiare libro no? >> sorrise e alzò lo sguardo
<< Allora segui il corso di letteratura di Fiz? >> continuò
<< Sì, è simpatico quel tipo, ha l’aria di un poeta distrutto >>
<< Sì, e gli piacciono le ragazzine… >> rispose con sguardo malizioso
<< Ma smettila >> lo spintonai
<< Sei solo invidioso >> aggiunsi dopo
<< E di cosa sentiamo?! >> disse appoggiando la schiena alla spalliera del divano, lasciandomi una visuale perfetta del suo corpo.
<< Perché… è un artista >>
<< Embè? Anche io lo sono. So cantare, suonare e ballare >>
<< La sicurezza fotte >> lo ripresi io guardandolo negli occhi, a quel punto si alzò e mi tese le mani.
Lo guardai contrariata dandogli uno schiaffetto sulle dita per farlo smettere.
<< Ti dimostro che sono il migliore >>
<< No, grazie >>
<< Zayn non ti ha insegnato ad usare il piano? Se può lui perché io no? Ti insegno a ballare i lenti >> appena pronunciò quella frase, la sua faccia fece comparire un’espressione arrabbiata alla quale non potetti sottrarmi, così afferrai la sua mano e mi alzai.
<< Allora, per prima cosa sei bassa >> disse accennando un sorriso
<< Iniziamo bene >> risposi alzando gli occhi al cielo, continuando
<< E comunque sono 1.65 >>
<< Non te la prendere, te l’ho detto per dirti la frase che non mi hai lasciato finire: togliti le scarpe e sali sui miei piedi come fanno i bambini con i loro papà >>.
Lo guardai male, era una cosa umiliante che non avrei mai fatto nemmeno sotto tortura.
<< Dai non fare la bambina >>
<< La bambina? Io? >>
<< Sì, tu >>
<< Idiota >>
<< Irritante >> fu alla fine della parola che mi prese per le gambe e mi tirò per terra, fortunatamente caddi sul divano. Quando mi ripresi dallo shock mi resi conto che quel deficiente mi aveva tolto le scarpe e le aveva messe sopra una mensola.
<< E questo cosa vorrebbe dire?! >> chiesi spazientita alzandomi in piedi sul divano
<< Vuol dire che se rivuoi indietro le scarpe devi fare quello che ti dico io >> sbuffai e scesi per terra
<< Alla prima occasione ti ucciderò, sappilo >>
Lui rise mentre mi diede la mano.
Nel momento in cui le nostre mani si unirono una scossa di adrenalina mi persuase, gli feci una smorfia e salii sulle sue scarpe. Gli arrivavo al livello del naso e se avessi guardato davanti a me, avrei visto le sue labbra a pochi millimetri. In quel momento il suo sguardo si fece intenso, i miei occhi erano dritti nei suoi e nessuno dei due aveva intenzione di rompere il contatto visivo. Sentii la sua mano fare pressione sulla mia schiena, portando il mio petto ancora più vicino al suo. Poco dopo iniziò a muoversi portando avanti la sua gamba destra e causando quindi l’indietreggiamento della mia sinistra e viceversa. Mi sentivo cadere, ma portai le braccia dietro al suo collo per reggermi meglio. Ero talmente concentrata che mi morsi il labbro inferiore senza neanche accorgermene e avevo iniziato a fissare i nostri piedi. Harry si fermò, il suo respiro con lui, poi riprese diventando più pesante. Alzai gli occhi e mi persi nelle sue iridi verdi tanto intense da far male. Ruppe il contatto visivo per portare lo sguardo sulle mie labbra, piano piano avvicinandosi. Eravamo così vicini che il suo respiro si mischiava al mio, il suo cuore batteva all’impazzata e il mio, al contrario, sembrava si fosse fermato e avesse smesso di battere. In quell’istante sentimmo l’inconfondibile suoneria del telefono di Harry. Inspirai l’aria, come fece lui, scesi dai suoi piedi e lo vidi avvicinarsi al divano per poi prendere il telefono.
A quel punto rispose:
<< Ciao… Lo so… Ma… Ok… Sì, ma… Va bene, arrivo… Ho detto arrivo cazzo Taylor!... Ok… Ciao >>
Si girò a guardarmi, con un groppo in gola gli dissi:
<< Va da lei, non farla aspettare >>.
Lui abbassò lo sguardo e fece un sospiro. Sentivo i miei occhi pizzicare. Si alzò dal divano dirigendosi verso la mensola, prese le mie scarpe e le lasciò cadere sul pavimento. Senza neanche girarsi indietro uscì dalla mia visuale. Mi sedetti su divano lasciando cadere la testa all’indietro e liberai l’unica lacrima che risiedeva solitaria nel miei occhi.
 
Guliy's Pov.
 
Ero sdraiata a pancia in su nel letto quando rumore familiare mi svegliò dalla mia tranquillità, stavo preparando un disegno per il corso avanzato di arte. Era troppo bello lì: avevano le tele grandi e ogni settimana, rispetto all'argomento, c'era un soggetto da ritrarre. Stranamente però la professoressa per quella lezione ci aveva lasciato carta bianca, potevamo fare ciò che più ci ispirava, da una foglia ad un puntino. Io però ero a zero idee perché non mi sentivo ispirata da niente e la mia testa non faceva altro che pensare a Liam, a cosa stesse facendo, a come si vestiva, a che cibi mangiava, e questo non aiutava per niente la mia situazione.
Mi alzai dal letto avvicinandomi al comodino dov'era riposto il telefono, Lo sbloccai e vidi un messaggio. Appena lessi il mittente le mani mi iniziarono a tremare e repressi l'istinto di urlare:
 
Da Liam: 
Hai qualcosa da fare stasera?
Xx Liam
 
Subito gli risposi:
No, perché?
Xx Giuly
 
Se Chiara avesse letto la mia risposta, mi avrebbe sicuramente dato una martellata in testa facendomi un lunghissimo discorso sul potere femminile e sul fatto che dovevo farmi apprezzare e soprattutto aspettare, ma al diavolo, quello è Liam Payne. La sua risposta non tardò ad arrivare:
 
Da Liam:
Adesso sei impegnata con me, tieniti pronta per le 19, ti porto fuori :)
Xx Liam
 
Erano già le 17 e dovevo ancora farmi la doccia e prepararmi, mi lanciai verso l'armadio cercando qualcosa da mettere e il compito d'arte andò a farsi fottere insieme alla mia calma. Mi buttai sotto la doccia lavandomi anche capelli, avevo l'agitazione a mille ma non sapevo neanche il perché, sentivo solo che non sarei riuscita ad arrivare a fine serata tutta intera. Insomma, fino ad allora non eravamo mai proprio usciti insieme ufficialmente, certo, i nostri momenti da soli li avevamo avuto, ma mai una vera e propria uscita. Chiusi gli occhi cercando di respirare a fondo passandomi le mani nei capelli bagnati e lasciando cadere il sapone nello scarico. Uscii, mi coprii con l'asciugamano e iniziai a spazzolarmi capelli, mentre con l'altra mano tenevo il phon. A quel punto tornai in camera, presi un paio di jeans classici, vidi poi una camicia a quadri rossi e neri, e aggiunsi delle All Star nere. Guardai il completo che avevo appoggiato sul letto e dopo averlo osservato meglio presi tutto e buttai in terra, al diavolo, era un’uscita con Liam Payne. Cercai qualcosa di elegante e anche provocante, decisi quindi di mettere una gonna nera corta in pelle con una cerniera in centro e ci abbinai una canottiera con scollo a cuore con dei bottoncini elegante al centro. Misi anche una giacchetta verde a maniche corte e fui subito pronta per andare da Chiara e chiederle di struccarmi in fretta:
<< Chiara Liam mi ha chiesto di uscire! >>
<< Ma è fantastico! Mi raccomando, usate il preservativo >>
<< Chiara, è solo un’uscita a cena… >>
<< Che può finire nella camera da letto >>
<< Magari un’altra volta, ora dato che è tardi truccami ti prego, voglio essere un po’ accattivante. Ma dici che poi è troppo? Ho già una canottiera un po’ scollata >>
<< Taci e fatti truccare, non ne capisci proprio niente di ragazzi! >> concluse la mia amica prendendo palette e pennelli. Dopo un trucco Smokey tendente al grigio ed un rossetto nude che mi rendeva le labbra ancora più carnose, ringraziai chiara e scesi in salotto, ormai era quasi ora. Fede entrò in casa, la salutai raggiante raccontandole la novità, ma fece un sorriso un po’ tirato prima di salire in camera senza pronunciare parola se non un:
<< Sono felice per te >>
Non ci diedi peso ed andai in cucina, tutti erano impegnati a cucinare così guardai l’orario: le 18.50.
<< Dove vorresti andare? >> disse Gio guardandomi come una mamma protettiva, io risi e gli diedi un bacio sulla guancia.
<< Esco con Liam >>
<< A casa presto >>
<< Ma Fede? Ho sentito la porta aprirsi >> ci interruppe Nichi guardando verso la mia direzione.
 << È salita in camera >>.
Pochi minuti dopo suonò il citofono, tirai un sospiro, salutai tutti ed uscii. Subito vidi un Liam bellissimo e sorridente. Il tempo non era dei migliori ma non faceva freddo, anche se avrei potuto essere un po’ più prudente e portarmi una giacca. Lo abbracciai e lui mi strinse a se; profumava di una fragranza leggera e delicata che adoravo, mi staccai dopo qualche istante e iniziammo a camminare.
<< Dove andiamo? >>
<< In centro >> rispose mentre mi aprì la portiera della macchina.
Lo guardai male, ma non gli chiesi più niente. Dopo neanche 10 minuti parcheggiò la macchina ed entrammo in un ristorante. Rimasi stupita dal locale, aveva tantissimi tavoli tutti separati l’uno dall’altro da un separé. I tavoli in questione erano circolari e a due posti, su ognuno era posta una candela che rendeva l’ambiente molto romantico. Un uomo pelato in giacca e cravatta si avvicinò a Liam, mi sentivo così estranea in quel posto. Ci accomodammo in un tavolo all’esterno; mi sedetti guardando il bel ragazzo davanti a me.
<< Me lo potevi dire, mi sarei vestita meglio >>
<< Stai scherzando? Per poco non mi veniva un infarto quando ti ho vista >> disse sorridendomi e puntando poi lo sguardo sul menù.
<< Non ho idea di cosa ci sia scritto, quindi prendo quello che prendi tu >> dissi poco dopo.
Detto questo misi un dito nella cera della candela iniziando a giocarci come una bambina, Liam rise ed io con lui.
<< Sei unica >>
A quelle parole non potei fare a meno di abbassare lo sguardo imbarazzata. Mangiammo una pietanza strana e mi stupii nel vedere che era molto buona. Per tutta la serata ridemmo molto e continuammo a fare i cretini, seppur il locale era molto silenzioso e sofisticato. Dopo numerosi riscontri sul fatto che Liam non volesse fare pagare a me la mia cena, ma al contrario si era ostinato sul dovermela offrire, uscimmo dal ristorante; mi prese per mano ed iniziammo a passeggiare.
<< Raccontami qualcosa in più su di te >> aprì il discorso mentre camminavamo per una piazza dalla quali si vedeva lo scorrere del Tamigi.
<< Cosa non sai ancora? >> risposi arrossendo, e non sapendo che altro aggiungere fermammo la conversazione. Arrivammo davanti al parlamento ed io rimasi stupita da quella bellezza architettonica, era a dir poco imponente. Vidi davanti ai cancelli dei signori con degli specie di gatti in testa e non riuscii a non scoppiare a ridere per quei buffi cappelli di pelo. Liam, non capendo, mi guardò male, così gli indicai i signori in tenuta rossa.
<< Hei! Sono un simbolo di Londra >> disse lui
<< Allora siete ridotti male se avere dei procioni in testa è simbolo di vanto >> a queste mie parole mi spinse leggermente unendosi poi alla mia risata. Ormai il sole era calato ed era una bella atmosfera quella che si era creata. Mi appoggiai al ponte ispirando la leggera brezza. Mi sentivo un po’ come Rose di “Titanic” ed alzai le braccia come nel film. Come se Liam mi avesse letto nella mente, sentii due mani grandi e forti appoggiarsi ai miei fianchi.
<< Speravo che tu lo facessi >> dissi timidamente
<< È da una vita che volevo farlo >> continuai.
<< Davvero? >> chiese
<< Sì, ma perché sei così distante? >> replicai io
Liam senza aspettare un secondo di troppo si avvicinò completamente a me e mi fu chiaro perché prima era rimasto lontano. Sentivo la sua presenza dietro di me, appoggiò senza vergogna il suo mento sulla mia spalla e mi trovai pregante di avere maggior contatto. Arrossii dei miei stessi pensieri, ma indietreggiai facendo pressione su di lui. Chiusi gli occhi e sentii Liam ridere; dovevo sembrare stupida in quel momento, ma non mi importava, sapevo che anche lui voleva lo stesso.
<< Adoro i tuoi occhiali, perché metti sempre le lenti? >> disse ad un certo punto voltandomi e sfiorando le mie guance.
<< Io li odio >> risposi sospirando, poi continuai:
<< Perché per anni mi hanno chiamata quattrocchi, i bambini non volevano giocare con me perché dicevano che ero brutta e se stavano troppo tempo con me avrebbero dovuto mettere gli occhiali pure loro, so che ora è una scemenza, ma la mia infanzia non è stata delle migliori. Ero sempre esclusa e senza amici, e… >> feci una risata che però assomigliava di più ad un grugnito.
<< E? >>
<< E successivamente si tramutò in un vero inferno. Sono stata bullizzata sia verbalmente che non, ma le volte in cui mi picchiarono fortunatamente furono molto poche >> Liam portò il mio viso di fronte al suo. Sentivo dentro di me una vecchia ferita riaprirsi, abbassai lo sguardo per non far vedere al bel ragazzo davanti a me la mia improvvisa tristezza. Una lacrima scese dal mio occhio destro superando il naso e scendendo in una traiettoria retta, bagnando tutti i millimetri di pelle che incontrava. Sentii due dita fare pressione sul mio mento, alzai lo sguardo incrociando il suo preoccupato, passò il pollice sul mio labbro inferiore prendendo l’ultima lacrima che mi era scappata. Gli sorrisi e lui ricambiò.
<< Ecco cosa aspettavo >> lo guardai non capendo ciò che intendeva dire.
<< Ti ricordi poco fa quando ti ho chiesto di raccontarmi un po’ di te? Cose che ancora non sapevo? >> lo guardai annuendo non continuando però a capire il senso di quelle parole.
<< Volevo che tu ti aprissi finalmente con me del tutto, prima di fare questo >>
Si avvicinò ancora di più al mio viso facendo sfiorare i nostri nasi. Sentivo il suo respiro caldo più vicino di quanto non lo fosse mai stato. Guardai le sue labbra piene e rosee, poi spostai o sguardo su per il suo viso e mi persi a guardare le sue ciglia. Infine chiusi gli occhi. Finalmente le nostre labbra si scontrarono, tanto per cambiare rischiai di cadere a quel contatto meraviglioso. Non aspettavo altro, era il mio desiderio da ormai parecchie settimane e finalmente si stava avverando. Stavo baciando per la prima volta un ragazzo, e non un ragazzo qualunque, ma il mio Liam, il mio amato, fantastico e tenero Liam. Spostò la mano dal mento alla guancia accarezzandomi in maniera dolce mentre continuava a baciarmi con passione. Il mio stomaco era un putiferio, avevo i nervi tesi e la voglia di vivermi quel momento a pieno. Le sue labbra morbide continuavano a premere sopra le mie, sentii una leggera pressione, così schiusi le labbra per permettere l’accesso alla sua lingua. Quel bacio durò per un’eternità, ma non avevo nessuna intenzione di staccarmi. Lui si separò per riprendere fiato, mi resi conto di essere rossissima, lui mi sorrise e si inginocchiò. Lo guardai male facendogli segno di alzarsi, un artista di strada che passava di lì con la chitarra in mano si fermò a guardare la scena sorridente. Liam si mise a ridere vedendo come muovevo le mani convulsamente per farlo alzare.
<< Vuoi essere la mia ragazza? >>
Io saltai letteralmente in aria a quella domanda facendo un passo indietro con entrambe le mani davanti alla bocca. Lui, spaventato, si alzò non sapendo come interpretare la mia reazione. D’impulso senza pensare a niente mi misi a correre saltandogli poi in braccio mentre cercavo di urlare il meno forte possibile, lui si sbilanciò appena stringendomi poi fortemente a sé quando era sicuro di rimanere in equilibrio, anche se temevo una sua caduta. Gli sorrisi e gli diedi un veloce bacio a stampo, poi un altro e un altro ancora. L’artista di strada esultò battendo le mani e facendo un fischio, lo guardammo sorridente mentre ci dedicò una canzone con un significato stupendo e perfetto per noi due: “I’m Yours”, se non sbaglio di Jason Mraz. Gli lanciai il fiore che avevo come spilla nei capelli e mi sorrise. Dal mio gesto divertito Liam pronunciò, per la seconda volta:
<< Sei unica >> baciandomi una volta per tutte per poi lanciare una moneta al ragazzo e portandomi di nuovo a casa.
 
Nichi’s Pov.

Che palle il lunedì mattina. Penso che tutte le persone al mondo lo odino: dopo due giorni liberi chi ha voglia di ricominciare la routine della settimana? Andai in bagno a fare una doccia lavando accuratamente anche i capelli, tornai in camera dopo aver passato il phon e scelsi i vestiti per andare a scuola: una maglietta blu con disegnato un tizio che mangiava fish and chips, dei leggings neri e una delle mie felpone; scelsi quella grigia. Vedendo le nuvole copiose che c’erano quella mattina, la mia voglia di vestirmi bene era andata a farsi fottere insieme a quella di andare a scuola. Anzi, quella non c’era praticamente mai.  Scesi e trovai, a mia sorpresa, la colazione pronta; ringraziai mentalmente gli altri: probabilmente erano usciti a far colazione fuori e non volevano svegliarmi. Tornai a prepararmi: lavai i denti, mi truccai, feci la cartella e mi incamminai verso l’uscita. Non appena aprii la porta di casa, sentii dei tuoni lontani, sarebbe sicuramente arrivato un temporale. Presi quindi un cappello, una giacca nera da mettere sopra la felpa e gli occhiali da sole che mi avrebbero protetto senza farmi colare il mascara in modo da sembrare un panda nel caso la pioggia arrivasse. Decisi di andare con una bicicletta che la scuola dava in dotazione: avevo una paura folle dei fulmini e con la bicicletta avrei fatto sicuramente più in fretta a tornare a casa.
 
***
 
Eravamo alla terza ora di lezione, una cosa insopportabile: avevo matematica, uno dei miei punti debole. In compenso la mattina era iniziata bene: colazione pronta al mio risveglio, in orario a scuola e lezione in banco con Niall. Già! Avevamo l’ora di matematica in comune e appena entrai in classe vidi il biondo all’ultimo banco fare segno di andargli in parte. Solitamente al suo fianco si sedeva Barbara, ma ora si era spostata nel banco avanti al nostro. Passai tutta a fissarlo come un’ebete, sperando che non se ne accorgesse, ma tanto anche se se ne fosse accorto tra noi si era creata una certa intimità che non mi avrebbe fatto sentire a disagio. Ripensavo a sabato sera, a quando quel Jack mi chiese il nome e lui mi prese tra le sue braccia protettive con fare geloso. Che carino. Il mio sguardo incantato si risvegliò quando la Prof. mise sul banco il mio test d’ingresso, ormai mi ero anche dimenticata di averlo fatto. Lo guardai un attimo e dopo aver visto il voto sbuffai scocciata alzando gli occhi al cielo.
F. Bene. “Mi faccio già riconoscere nella nuova scuola” pensai. Mi lasciai andare svogliata sullo schienale della sedia lasciando penzolare le mie braccia a terra con fare sconsolato.
<< Com’è andata? >> sussurrò una voce in parte a me
<< A+ con le lodi guarda, come vuoi che sia andata? Non vedi che sono incazzata? >> risposi d’impulso “ma sono cogliona?! SÌ” pensai subito dopo. Il poveretto mi guardava mortificato mordendosi il labbro inferiore, gesto che solitamente faceva quando era nervoso.
<< Scusami Niall, non farci caso quando rispondo così. Perdo la testa quando non riesco in una cosa, per esempio matematica >>
<< Tranquilla ti capisco, io ho preso F – (meno) >>  rispose ridendo
<< Capirai, io F >> risi a mia volta
<< Mi batti sempre in tutto, che palle! >>
<< Ma se hai vinto tu nella gara della pizza >>
<< Sì, ma solo in quello sono bravo >>
“No tesoro, non solo in quello. Vorrei ricordarti che coi tuoi baci mi stavi facendo quasi svenire”. Dovetti autocontrollarmi per riuscire a tenere nella mia mente quelle parole che stavano quasi per uscire dalla mia bocca.
<< Fidati, sei bravo in tanto altro! >> mi limitai a rispondere, con un sorriso sulle labbra.
<< Rebeccaaaa quanto hai preso tesoro? >> quasi urlò Barbara, la ex di Niall, la sua voce era fin troppo riconoscibile
<< C +, tu? >>
<< A - >> disse con un tono di vanto puntando subito dopo lo sguardo nel mio con aria che sembrava quasi di sfida.
<< Tranquilla, non si capisce che lo fai apposta, ma va, come dire >> sussurrai tra me e me ironica. Niall mi sentì, però non disse niente ed abbassò lo sguardo, alla fine era giusto così: si erano lasciati da poco, mica poteva dirle qualcosa, anche se mi sarebbe realmente piaciuto. Ormai la lezione era finita; prima di uscire dall’aula la professoressa disse che il pomeriggio ci sarebbe stato il recupero obbligatorio per tutti quelli che avevano preso un voto insufficiente. Bene, altre due ore insopportabili che portavano via il tempo dai miei allenamenti di danza, il corso accademico non era ancora iniziato, ma non volevo certo farmi trovare impreparata come in matematica. Perlomeno erano altre due ore passate con Niall e quello sarebbe stato moto positivo, Barbara prima di uscire mi guardò ancora male, sembrava che le avessi ucciso il gatto. Prima della fine delle lezioni mancavano ancora due ore di francese, che passarono davvero in fretta. Amavo il francese e me la cavavo abbastanza bene, il motivo non lo sapevo nemmeno io ma quella lingua mi affascinava come poche, cioè era dolce e delicata ma anche d’effetto. Suonò la campanella ed andai in mensa. Gli altri erano già seduti tutti insieme, l’unico che mancava era Harry il quale era seduto più in là in un tavolo con la compagnia presente con lui sabato sera, e accanto a lui non poteva mancare Taylor, ma Harry non sembrava tanto interessato alla discussione, anzi aveva lo sguardo fisso sul suo piatto quasi intatto. Appena mi vide mi salutò con la mano ed io risposi capendo che qualcosa non quadrava, ma gli avrei parlato dopo. Poggiai la cartella al tavolo della mia compagnia e senza neanche salutare andai a prendere da mangiare. Presi due piatti, come mio solito una porzione non mi bastava.
<< Signorina, il bis è dopo >> disse la signora grassottella che c’era a servire dietro al bancone della mensa
<< Il secondo piatto è per una mia amica che è in bagno, mi ha gentilmente chiesto di prenderne un po’ anche per lei per paura che quando sarebbe tornata avrebbe trovato già tutto finito >>
<< Ah ok, prendi pure >> rispose cortese
Potevano anche darmi l’oscar ora. Tornai sorridente con i miei due piatti di cotoletta e patatine fritte.
<< Non cambierai mai >> disse Zayn, probabilmente ricollegandosi all’episodio raccontato in pizzeria. Gli feci una linguaccia.
<< Perché? >> chiese Louis, era sempre il più ficcanaso di tutti
<< Sono tutti e due miei piatti >> risposi ovvia
Liam mi guardò malissimo, manco fossi un alieno.
<< Perché mi guardi così? >> chiesi ridendo
<< No niente. Solo che ora è confermato che sei perfetta per Niall, state solo attenti a non andare in bancarotta per spese troppo grandi di cibo >>
La mia faccia passò dal normale rosa pallido a viola! Non tanto per la quantità di cibo che mangiavo e mi faceva sembrare ridicola agli occhi degli altri, ma per la frase che aveva detto riferendosi al biondo. Lui, al contrario, sorrise senza neanche un minimo di imbarazzo guardando prima Liam e poi puntando i suoi pozzi blu nei miei color pece, cosa che mi rassicurò molto. Finimmo di mangiare, naturalmente i primi a finire fummo io e Niall, nonostante i due piatti a nostra disposizione, perché, anche lui, aveva avuto la mia identica idea di prendersi due porzioni.
Gli altri dovevano tornare a casa, io e il biondino decidemmo di rimanere direttamente a scuola per le lezioni di recupero. Mentre accompagnavamo gli altri al cancello, sentii da dietro uno spintone proveniente da una spallata:
<< Ops, scusami, come sono sbadata! >> disse la ragazza con tono sarcastico e con un ghigno soddisfatto
<< Non è ora di crescere, Barbara?! >> mi difese Louis sotto la risata di tutti soprattutto quella di Fede che gli diede pure un 5 per poi farmi un occhiolino al quale risi, al che se ne andò irritata senza rispondere. Dopo aver salutato tutti e dopo squallide battute di Louis del tipo “Non fatelo nei bagni perché non è igienico” oppure “Mi raccomando, se entra un professore proponetegli una cosa a tre almeno non vi sospende”, tornammo dentro l’edificio.
La lezione sarebbe iniziata dopo un’ora.
<< Che facciamo? >> chiesi
<< Giochiamo a Quiz duello >>
<< Nono, sono negata >>
<< Almeno ho una ragione per batterti in qualcosa >>
<< Non fare come Fede per piacere >> risposi ridendo
<< Dai inizio io >>
Finimmo la partita 8 a 5 per me.
<< Avevi detto che eri negata >> disse scocciato
<< Capita >> risposi ridendo.
Ci fu qualche attimo di silenzio, poi mi guardò negli occhi con un po’ di imbarazzo visibile sulle sue guance e mi chiese:
<< Cosa fai più tardi? >>
<< Sono in giardino ad allenarmi per danza. Vuoi venire? >>
<< Credo che tu abbia visto che non sono molto bravo in questo genere di cose >>
<< Intendevo dopo >>
<< Va bene dai, almeno ripassiamo matematica >> rispose ridendo come se avesse sentito chissà quale barzelletta. Nella seguente mezz’ora passammo il tempo a prendere in giro lo strano bidello che puliva i corridoi, sembravamo due dementi, ma non potevamo fare a meno di commentare i suoi movimenti buffi e quelle orrende scarpe da infermiere. Purtroppo suonò la campanella ed entrammo in aula. Quelle maledettissime equazioni parametriche di secondo grado non volevano entrarmi in testa, quanto odiavo la matematica, davvero.
<< Horan, alla lavagna >> ordinò la professoressa.
Ecco, il prossimo turno sarebbe toccato a me, stavo già andando in panico con le mie paranoie mentali sulla figura di merda che avrei fatto di lì a poco. Per fortuna, quando il biondino tornò al posto accanto al mio, il cellulare della professoressa squillò; quando finì di parlare era già ora di ritornare a casa. Ringraziai il signore e ci avviammo subito fuori dall’aula.
<< Ma dove stai andando? L’uscita è da quella parte >>
<< Niall so dove è l’uscita, non sono ancora così ritardata, sto andando nell’uscita del retro perché sono qua in bici >>
<< In bici? >>
<< Stava per venire un temporale e dato che ho paura dei fulmini l’ho presa per evitare di prendere l’acqua e tornare a casa il più veloce possibile >>
<< Paura dei fulmini? Ma non avevi 17 anni? >> mi perculò ridendo
<< Ridi ridi, guarda come piove, prenditi tutta l’acqua vediamo se ridi ancora! >> lo istigai allora a mia volta
<< Cazzo non ho l’ombrello! >> esclamò portandosi le mani alla fronte mentre osservava la pioggia scendere.
<< Non è cheeee >> iniziò a chiedere guardandomi
<< No! Vai da solo dato che mi prendevi in giro! >>
<< E chi ti protegge dai fulmini se mentre torni a casa ti colpiscono? >>
<< Sai che prendendomi in giro ancora non migliori la situazione, vero? >>
<< Ti offro una pizza >>
<< Andata! >> risposi subito, anche se non me la sarei mai fatta pagare da lui, però era una scusa per doverlo vedere e cenare con lui.  
Tornammo a casa con la bicicletta in due: lui la guidava da in piedi mentre io ero seduta sulla sella, fortunatamente il campus era davvero vicino. Arrivammo fuori da casa mia abbastanza bagnati; non potei fare a meno di ridere nel vedere quello stupido imitare la professoressa che lo sgridava quando aveva sbagliato il segno nell’equazione.
<< Fatti fare una foto, hai stile con quei capelli bagnati >> disse Niall prima di tornare a casa
<< Hai visto? >> risposi mettendomi in posa
<< A dopo biondo >> salutai dandogli un bacio sulla guancia
<< A dopo piccola >> ricambiò lui. Stringendomi anche in un abbraccio. Era da tanto che non usava quel soprannome e sentii il mio stomaco contorcersi, non solo per l’affermazione, ma anche per lo sguardo serio e profondo che l’aveva accompagnata. Misi un top nero e dei pantaloni della tuta da allenamento e spostai le poltrone del salotto per allenarmi lì dato che la pioggia non voleva smettere di scendere. Asciugai veloce i capelli e feci due trecce per stare comoda, poi presi la mia Nikon per fare foto istantanee per fare una foto al mio fisico. Le foto, che si stampavano subito, le mettevo in un quadernone ad anelli per tenere documentato tutti i miglioramenti e peggioramenti in modo da confrontarle di volta in volta e capire come allenarmi. Scattai la foto e mi misi in salotto. Feci un paio di esercizi di riscaldamento; avevo rubato lo stereo a Fede sperando che non sarebbe venuta a saperlo. Ero concentrata a tenere stabile il mio ponte quando dei capelli mi sfiorarono la schiena scoperta. Mi tirai subito in piedi.
<< Ma che cavolo stai facendo? >>
<< È divertente passare sotto i ponti, lo facevo sempre da piccolo con mio fratello >>
Io scoppiai a ridere seguita a ruota da lui.
<< Che ci fai già qua? >> chiesi
<< Mi annoiavo e volevo farti compagnia mentre ti allenavi >>
<< Mi allenerò un altro giorno, di solito devo farlo per minimo 2 ore >>
<< Se vuoi torno dopo >>
<< No! >> quasi urlai facendo una figuraccia
<< Da quando hai il piercing all’ombelico? >>
<< Circa 2 anni >>
<< Beh, sul tuo fisico sta molto bene, a proposito, hai un fisico pazzesco >>
<< Niall! >> lo ripresi, stavo morendo dalla vergogna
<< Che c’è? È la verita! >>
<< Grazie, ma cambiamo discorso che è meglio. Andiamo in camera mia, ti va? >> proposi
<< Va bene, scommetto che sarà un caos totale >>
<< Gne gne >> fu la mia risposta.
Salimmo le scale ma quel dispettoso mi fece uno sgambetto e io mi tenni al corrimano per non cadere e uccidermi, tutta rossa mi girai con uno sguardo furente e lui scoppiò a ridere.
<< Sei impossibile Horan >> gli risposi scuotendo la testa arrendendomi alla sua risata
<< Non fare la permalosa >>
<< E tu non fare il coglione >> replicai ridendo e rigirandomi di scatto con fare teatrale. Appena entrammo in camera mia sgranò gli occhi.
<< Cosa c’è ora? >>  
<< Sei proprio ossessionata eh?! >>
<< Aaah, intendi il lenzuolo del Milan? >>
<< Esatto >> scoppiò poi a ridere.
Mi avvicinai alla mensola per cercare il libro di matematica che avevo sistemato appena ero arrivata a casa. Si sedette sul letto e si guardò un po’ intorno, puntando infine lo sguardo sul comodino.
<< Belle foto, eri carina anche da piccola >>
<< Grazie >> risposi facendo una linguaccia
Presi il libro e mi avvicinai. Notai che teneva in mano una cornice d’argento con all’interno una vecchia fotografia.
<< Questi sono tuo padre e tua madre? >> chiese. Era una foto con due adulti e una piccola bambina. Appena la vidi abbassai lo sguardo cosa che Niall non fece a meno di notare. Mi sentivo una demente a reagire così per una stupida domanda come quella, ma non riuscii a dire niente nè tanto meno ad alzare lo sguardo sul bellissimo ragazzo che mi fissava non riuscendo a capire i pensieri che scorrevano nella mia mente. A quel punto non disse niente, capendo probabilmente che qualcosa non andava, allargò solo le sue braccia tirandomi a sè io appoggiai il viso al suo petto cercando di regolarizzare il mio respiro con la mano di Niall che mi strofinava nervosamente la schiena cercando di darmi conforto
<< Che succede? Non volevo Nichi, mi dispiace >> Ma non risposi. 
Come il mio solito in queste situazioni mi isolai dal mondo esterno, chiudendomi solo nei mostri dentro la mia mente. Il mio respiro si fece sempre più lento, sempre più debole, non vedevo niente se non dei grandi Déjà Vu, le mie manu tremavano seguite da tutto il corpo: di nuovo un fatsidioso attacco di panico. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, sapevo solo di avere un gran magone e non riuscii a trattere le lacrime, da lontano sentii solo: 
<< NICOLE? NICOLE TUTTO BENE? RISPONDIMI >> insieme a qualcuno che mi scuoteva le spalle, ma il mio sguardo era aperto e fisso sul vuoto.


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SPAZIO AUTRICE      
  
Ehi, eccomi ancora con questo capitolo sistemato!
Non ho niente in particolare da dire se non che la foto di Nichi che si allena ovviamente non è Bridgit Mendler, ma una sua non l'ho trovata!
Spero vi stia piacendo, finalmente Giuly e Liam si fidanzano, non sono carini?
A presto col prossimo capitolo che sistemerò in settimana, vi lascio al vecchio spazio autrice e alle foto che come sempre troverete in fondo a tutto, un abbraccio!
Nichi.

 
 
 
 
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SPAZIO AUTRICI                           
Ciao ragazze :)
Prima di commentare il capitolo mi scuso per aver postato così in ritardo, ma mi si era
rotto il computer ed era dal meccanico.
come seconda cosa voglio dirvi che adesso passerò a leggere le storie a cui avevo detto, nel caso non passassi mandatemi un messaggio che passerò.
Detto questo passiamo al capitolo.
Dunque il titolo, lacrima, è comune a tutti e tre i Pov.
Stiamo cercando di trovarne sempre uno che centri con tutti da ora in poi perchè ci sembra più carino.
Beh niente da dire, Harry preferisce Taylor a Fede un altra volta.
Giuly finalmente si fidanza con Liam Awww *-* Sono l'amore di coppia davvero.
Nichi passa un pò di tempo con Niall rivelando un piccolo dettaglio su quella foto...
Per capirlo meglio vi consiglio di rileggere almeno il primo capitolo, lo abbiamo ristruturato aggiungendo alcune parti.
Pure il secondo lo abbiamo migliorato!
Scusate ancora il ritardo, vi lasciamo alle immagini, ma prima:

abbiamo creato il Trailer della nostra storia: http://youtu.be/nTEubql5afk 


Posso consigliarti pure una storia di _SassyQueen_ : “Just A Little Bit Of Your Heart”
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2792922&i=1
 
Pure questa di AnVe_96 : “You managed to make me fall in love”
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2523412&i=1
 
E per finire un’altra di ToInfinityAndBeyond_ : “SORRIDI E SE NON RIESCI A TROVARE UNA RAGIONE, FALLO PER ME” (Non è sugli One Direction ma su degli Youtubers Inglesi famosi e su un gruppo, i Magcon, è bellissima!)
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2722722&i=1

Un bacio
- Nichi & Fede


 
 Fede domenica mattina
 Giuly domenica sera
 Nichi lunedì mattina
 Nichi che si allena
  
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