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Autore: DaisyBuch    27/10/2014    1 recensioni
Alessandra è la classica figlia di papà, è la più brava della classe, è molto viziata e cresciuta con "sani principi".
Ma quando comincia il liceo qualcosa in lei cambia, tira un vento diverso e capisce che non sempre ciò che ha sempre pensato è giusto. Alessandra dovrà maturare e passare attraverso delusioni per realizzare che ciò che davvero conta per lei è un ideale molto diverso da quello con cui è cresciuta.
Genere: Commedia, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Threesome
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Ed eccomi qui, seduta in prima fila, al buio del teatro in mezzo ad altre centinaia di persone tra adulti e ragazzi. Mio padre sta facendo il discorso di inizio anno, lui è il preside del liceo che frequenterò questi futuri cinque anni e dice sempre un paio di parole per incoraggiare gli studenti e rassicurare i genitori: questa è una scuola pulita, al passo con i tempi, offre molti vantaggi educativi e di svago come attività extracurricolari, studenti ottimi. Sono molto fiera di mio padre e di come abbia sempre amministrato questa scuola, non ho mai sentito qualcuno lamentarsi, anzi, sempre qualcuno che ringraziava o che faceva un passa parola per la sicurezza del luogo. Niente droga. Niente bullismo. Niente di niente.
Io sono in prima fila perché voglio supportarlo e perché sono orgogliosa di lui, che è da sempre un modello per me, inoltre ieri sera l’ho aiutato a ripetere il discorso e adesso lo so a memoria, tanto che ripeto sottovoce le sue stesse parole con lo stesso tono. E tra pochi secondi, dopo l’applauso del pubblico, comincerà a leggere l’elenco degli alunni delle classi che si formeranno, ed io sarò la prima in assoluto.
-4° Ginnasio, sezione A, Alberizzi Alessandra.- pronunciò, ed io salii fiera accanto a lui.

Il mio primo giorno di scuola è stato esaltante, forse proprio perché io volevo che lo fosse. Io e la mia migliore amica Camilla siamo sedute al banco centrale davanti alla professoressa, che mi ha gentilmente presentata come “la figlia del Preside”. Mio padre si è assicurato che quest’anno mi capitassero le professoresse migliori, le più competenti ..e così è stato, mentre i compagni di classe lasciano decisamente a desiderare, alcuni puzzano, altri si vestono in modo da attirare l’attenzione ed altri ancora non sanno formulare nemmeno una frase in Italiano. Ad ogni modo io e Camilla ci siamo fatte un giro per il secondo piano e ci siamo fatte un’idea delle professoresse da impressionare e dei compagni da evitare. Le prime settimane di Settembre passarono in un lampo, era tutta un’emozione per aver cominciato il Liceo, aver cominciato a fare materie difficili come Latino o Greco, conoscere altre persone e così via. Solo una professoressa mi stette particolarmente antipatica fin da subito, quella di Storia che al compito mi dette un semplice sette e mezzo. Io non ero affatto da sette e mezzo, e quando andai a protestare lei mi disse che era il voto che mi meritavo e che non me lo avrebbe alzato solo perché ero la figlia del preside.
-Te l’ho detto papà, quella lì non mi convince.- affermai mentre apparecchiavo la tavola quella sera stessa.
-Castagna?- ripetè con alcuni documenti in mano, senza prestare molta attenzione.
-Si, così mi abbasserà tutta la media!- continuai con un sermone per tutta la cena, alla fine convinsi mio padre a parlarci e ne fui veramente felice, ma allora non capivo quanto stavo sbagliando.

I primi di Ottobre cominciarono i problemi. Faceva freddo e quella mattina ero particolarmente alterata con mio padre perché mi aveva fatto ritardare, così sbattei con forza la portiera della macchina e mi affrettai ad entrare dal portone, quando una mano gelida mi afferrò il braccio bloccandomi.
-Ciao! Sono Gloria, piacere.- disse sorridendo una ragazza alta e bionda con gli occhi azzurri ed il piercing ad anello al naso. Io mi distaccai gentilmente sorridendole.
-Ciao, scusami sono in ritardo e..- lei non mi lasciò nemmeno finire la frase che mi mollò un volantino in mano con su scritto “lotta per la scuola pubblica, domani corteo studentesco”. Io lessi allibita e glielo riconsegnai.
-Non lo voglio.- lo rifiutai con faccia disgustata.  Mio padre si era sempre lamentato di queste stupide iniziative e mi aveva sempre detto di diffidare da questi ragazzi, che sicuramente fuori dalla sua scuola si drogavano. Per lui erano un branco di delinquenti che pensavano di poter cambiare il mondo solamente occupando senza diritti un suolo pubblico, e si era sempre rivolto a loro con termini dispregiativi.
-E perché?- la ragazza sembrava cordialmente scocciata.
-Sono in ritardo.- provò a giustificarsi.
-Non dirmi cazzate, dì che sei contro e basta.- Io sobbalzai al suono di quella parola, non perché non fossi abituata a sentirla, ma tanta schiettezza mi era nuova.
-Bene, non sono d’accordo.- affermai guardandola male.
-Perché?- chiese sorridendo con le braccia conserte. Mi avrebbe tenuto lì fino a che non avessi preso quel dannato volantino, quindi tanto valeva prenderlo ed andarsene per avere ancora qualche chance di arrivare in tempo. Presi con forza il volantino strappandoglielo dalle mani.
-Almeno sai di cosa parla?- mi sgridò. Allora tutta la mia gentilezza scomparve, parlai con le stesse parole di mio padre perché era tutto ciò che sapevo a riguardo e perché credevo fermamente in ciò che lui diceva.
-Un branco di stupidi che fanno atti vandalici, ecco cos’è. Ciao e grazie.- dissi salendo le scale sempre con il volantino in mano.
-Almeno leggilo, fatti una cultura.- queste sue parole mi sarebbero rimbombate in testa per tutto il liceo. Io odiavo qulle parole, mi facevano sentire stupida, e per me non c’era niente di peggio. Per quelle cinque ore mi lamentai continuamente dell’insolenza di quella ragazza con Camilla, tanto che più volte le professoresse mi ripresero chiedendomi cosa mi fosse successo quel giorno. Non lo sapevo, ma lei già si stava insinuando dentro i miei pensieri, così mentre ribollivo di rabbia decisi che l’avrei accontentata, mi “sarei fatta una cultura” per ribattere contro le sue stupidità, allora lessi il volantino. E quello fu il primo passo verso un cambiamento, leggere qualcosa di nuovo ed ascoltare opinioni diverse dalle mie:

Corteo dell’11 Ottobre, gli studenti scendono in piazza per ribadire i propri diritti in una giornata in cui il nostro governo sembra essersi dimenticato di loro e di ciò che gli spetta, come la sicurezza e uno spazio sociale più ampio per chi ne fa parte ma soprattutto una maggiore possibilità di parola, contestiamo tutti insieme la privatizzazione delle scuole!
E diciamo stop agli abusi ed ai tagli alla scuola pubblica.


 
   
 
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