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Autore: Minako_86    20/10/2008    9 recensioni
Gabrielle ha ventidue anni ed è decisamente bassa per la sua età. Vive a Parigi ed ascolta solo musica classica. In che modo una ragazza così potrebbe entrare a far parte del magico universo della boyband per ragazzi più conosciuta d'America?
E se fosse il destino a "recapitarle" i fratelli Jonas a domicilio perchè lei possa aiutarli a tirar fuori la loro anima, quella vera?
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{Ok, scrivere questa fic non mi fa bene

{Ok, scrivere questa fic non mi fa bene. Sono due notti che mi sogno i Jonas. E me li sogno in casa mia, con mia madre che non vuole farli andare via, io che presto il caricabatterie del cellulare a Kev e mi spupazzo Joe seduto sul mio divano. La notte dopo, invece, mi abbraccio Kevin per benino. No, non mi fa bene!XD}

 

Alloooora, innanzitutto grazie a tutte coloro che mi tengono o tengono la storia fra i preferiti. Sono moltomoltomolto onorata di ciò!<3

 

Ringrazio anche tutte voi che avete commentato, siete fantastiche: fefy88, jollina la verde, beautiful_disaster, sbrodolina.<3 Sono felice che la mia Coco vi piaccia. E i miei Jonas e l'ambientazione... e tutto. Vi adoro!<3<3<3

 

In questo capitolo facciamo un bel salto temporale e già le cose si smuovono, penso che ne avrete da commentare!x3 Ma non voglio trattenervi oltre, si va.

 

 

 

 

- Capitolo 2° -

 

 

 

{ E quello che tu non le hai detto già risuona.
Nel suo futuro, perché non è tempo ancora... }
Già Ti Guarda Alice - Tiziano Ferro

 

 

 

 

Contrariamente a qualunque previsione, ad un mese esatto dal loro arrivo, a Coco già sembrava che i tre ragazzi avessero sempre abitato in quella casa. In maniera del tutto sorprendente, almeno per quanto si fosse aspettata lei, erano entrati in contatto l'una con gli altri con incredibile spontaneità. A poco a poco avevano smontato alle basi qualunque preconcetto o pregiudizio si fosse anche solo pallidamente presentato alle loro menti ed avevano stretto un legame di reciproco, profondo affetto. Mai stanca di ascoltarli, Gabrielle aveva scoperto cose che non si sarebbe mai nemmeno immaginata: le avevano parlato della grande famiglia Jonas, di quanto fosse fondamentale per loro e per quello che facevano, di Frankie, il quarto adorabile fratellino... E poi, naturalmente, la lunga, dolorosa storia della malattia di Nick.

 

Il suo piccolo Nick.

 

Avendo ben sei anni in più, Coco aveva sviluppato verso di lui un particolare istinto di protezione... E Nick, dal canto suo, aveva accettato ben volentieri le coccole e le dolci attenzioni che lei gli rivolgeva. Gabrielle era un po' la sorella maggiore che non aveva mai avuto. Avevano creato uno strano sistema di dipendenza reciproca che, alle volte, sfociava anche in una formidabile ed utilissima alleanza durante le discussioni con gli altri due fratelli.

 

Kevin e Joe, invece, ricoprivano perfettamente il ruolo dell'amico ideale. Entrambi. In modo decisamente diverso l'uno dall'altro, ma entrambi. Non avrebbe mai saputo nè voluto scegliere quale dei due preferiva.

 

Avvicinarsi a loro era stato spaventosamente facile, naturale.

 

Se le avessero spiegato prima quanto dannatamente più semplice fosse rapportarsi con un ragazzo, in termini di amicizia, piuttosto che con una ragazza, probabilmente avrebbe passato gli anni del liceo circondata da soli maschi.

 

Certo, forse non erano i compagni ideali per un pomeriggio di shopping, ma, per loro, in un rapporto serio non esistevano nè stupidi rancori, nè malevole frecciatine dietro le spalle. Era solo ed esclusivamente una questione di sincerità.

E questo le interessava molto di più. Le piaceva molto e la faceva sentire bene.

 

Saper scegliere una borsetta non era poi un gran pregio, al confronto.

 

 

***

 

 

Quel particolare venerdì, i tre Jonas, alle nove e mezza del mattino, ancora dormivano. Circostanza più unica che rara, dato che Debra, alias Mrs.Confetto, esigeva la loro presenza sul set del documentario con minimo un'ora di anticipo rispetto all'appuntamento fissato dal regista... cosa che implicava lo svegliarsi alle sei, praticamente tutte le mattine.

 

Ma non quel venerdì.

 

Grazie probabilmente a qualche mistica presenza superiore che aveva guardato giù, il montaggio della prima puntata del documentario si era protratto per qualche ora in più del previsto. Tanto da far slittare il montaggio dei nuovi set e di conseguenza le riprese, di un paio di giorni.

Ed ecco come i ragazzi si erano inaspettatamente ritrovati davanti ben quarantotto ore di totale libertà.

 

Circondata dal piacevolissimo silenzio della casa ancora addormentata, Gabrielle era totalmente immersa nella lettura di uno dei suoi libri preferiti. Era appena arrivata ad una scena clou, quella in cui Mr.Darcy dichiara per la prima volta il suo amore alla signorina Bennet, quando qualcosa di decisamente pesante piombò senza troppa grazia sul divano letto, accanto a lei. Joe Jonas, ancora mezzo addormentato, si era "morbidamente" lasciato cadere sulla mezza piazza di materasso che Coco, con la sua piccola corporatura, non riusciva ad occupare. Si infilò grugnendo sotto le coperte, mentre lei si faceva leggermente da parte per fargli più spazio.

 

- Buongiorno anche a te. - Ridacchiò, inarcando un sopracciglio. Poi si riaccomodò contro il cuscino e fece per riprendere a leggere da dove era stata interrotta. Doveva immaginarlo che sarebbe stato impossibile, con lui lì accanto... Una mano impertinente si posò sulla pagina aperta del libro, impedendole di vedere alcunchè. - Piantala. - Gli intimò, senza ottenere alcun risultato.

 

- Cos'è? - Domandò, piegando leggermente la copertina per sbirciare il titolo. - Deve essere veramente un gran bel romanzo, se, pur avendo il sottoscritto sdraiato nel tuo stesso letto, l'unica cosa che ti viene in mente di fare è leggere.  - Si appoggiò sul cuscino, così vicino a lei, che il suo respiro le scompigliava i lunghi capelli neri.

Coco chiuse il libro di scatto, alzando gli occhi al cielo.

 

- Joseph Jonas. - Esclamò. - Non sono certa che tu si ancora tanto assonnato, da indurmi a giustificare un'uscita di così pessimo gusto! - Incrociò le braccia, lasciando scivolare "Orgoglio e Pregiudizio" sotto il lenzuolo. - Ragazzino, io non sono certo il tipo che va in giro a sedurre uomini più giovani. - Joe fece per risponderle a tono, ma fu interrotto dall'arrivo di Nick che entrò in salotto, stiracchiando le braccia sopra la testa. Appena lo vide, Coco scattò in piedi e gli corse incontro.

 

- Piccolo! Auguri! - Sorrise, gettandogli le braccia al collo. Nick l'abbracciò, lanciando uno sguardo al calendario appeso al muro. Sedici settembre. Un'altro compleanno... Che per lui era, prima di tutto, un altro anno passato senza che nulla, o quasi, fosse cambiato. Non poteva non chiedersi quando, finalmente, avrebbe potuto festeggiare con una torta e senza alcun pensiero, come tutti gli altri.

Ma questo a lei non poteva e non voleva dirlo...

 

- Grazie... - Le posò un bacio sui capelli e, abbassando lo sguardo, si accorse di Joe che li stava guardando, ancora sdraiato sotto le coperte. - Cosa ci fa mio fratello nel tuo letto? - Domandò, allontanandosi da Gabrielle, senza lasciarla andare. - No, aspetta. - Continuò, reprimendo a fatica una risata. - Non sono sicuro di volerlo sapere...!

 

- Spiritoso! - Lo rimbeccò lei, spingendolo all'indietro. - Joe stava solo facendo ciò che gli riesce meglio. Rompermi le scatole. -

 

- La tua ironia non mi tocca, baby. - Rispose il diretto interessato, alzandosi e raggiungendoli. Poi agguantò Nick e gli scompigliò affettuosamente i capelli. - Auguri, fratellino. - Coco sorrise apertamente, nel vedere gli occhi di Joe riempirsi improvvisamente di dolcezza. 

 

- Sì,sì, va bene. Grazie, Jo. - Ridacchiò il Jonas più giovane, dando un affettuoso pugno sul braccio del fratello.

 

- Colazione? - Chiese la ragazza, aprendo la porta a vetri della cucina. - Tu, piccolo, siediti, oggi è la tua giornata e non dovrai fare nulla. - Spinse Nick verso il tavolo e lo fece accomodare sulla sedia più vicina. - Ti servo io. - Poi aprì un armadietto e cominciò ad armeggiare con le stoviglie, mentre Joe infilava una cialda nella macchinetta del caffè.

 

- Buongiorno! - Li raggiunse la voce squillante di Kevin, prima che quest'ultimo entrasse nella stanza. Si fermò a metà strada per schioccare un bacio sulla guancia a Coco, che stava riempiendo due grossi bicchieri con il succo d'arancia.

 

- Buongiorno, Kev. - Gli sorrise, mentre lui si avvicinava al fratello più piccolo.

 

- Buon compleanno, vecchietto! - Dopo averlo abbracciato, si sedette sulla sedia vicina alla sua.

 

- E a me niente? - Brontolò Joe, fingendo di essersi offeso.

 

- Posso abbracciarti, se vuoi. Mi auguro solo che tu non mi stia chiedendo di baciarti! - Sogghignò Kevin, alzando le mani in segno di resa.

 

- Ragazzi, certe cose fatele in privato, se è possibile... - Commentò Nick, accasciandosi sul tavolo, in preda ad un attacco convulso di risate. Gli altri due spalancarono contemporaneamente la bocca, in un'espressione di divertitissimo stupore, prima di scoppiare a ridere.          

 

{Eccoli là.}

 

Riflettè Gabrielle, sorridendo, mentre apparecchiava la tavola.

 

{I famosi Jonas Brothers...}

 

Che scherzavano e facevano discorsi sciocchi, come tutti i ragazzi della loro età. Era una cosa che la stupiva ogni volta, come quei tre rimanessero sempre e solo loro stessi, a prescindere da tutto e da tutti.

Della fulminea celebrità che si erano guadagnati nel giro di pochi mesi si liberavano appena scesi dal palco. Così come smettevano i panni delle "rockstar a tutti i costi".

Guardando la fotografia sul poster appeso in teatro, soltanto un mese e mezzo prima, avrebbe potuto giurare che fossero tre ragazzini montati qualunque... Senza sapere quanto profondamente stesse sbagliando.

 

E quanto incredibilmente sarebbe stata felice di quell'errore.

 

- Ho bisogno un aiuto per fare la spesa. - Esordì improvvisamente Coco, riemergendo dai suoi pensieri e sedendosi al tavolo in fianco a Kevin. Il biscotto al cioccolato che stringeva fra le labbra oscillava in maniera del tutto ridicola, ogni volta che apriva bocca. - Si cercano volontari, ad esclusione del festeggiato, ovviamente. - Lanciò un'occhiata divertita ai due Jonas più grandi.

 

- Non ne usciremmo vivi. - Si oppose Joe, scuotendo la testa. - Sai bene che non possiamo muovere un passo, senza essere accerchiati dalle fans. - Aggiunse, guardandola con l'espressione sorniona di uno che credeva di aver egregiamente schivato qualcosa di estremamente fastidioso. Coco lo fissò di rimando, intenzionata a smontarlo immediatamente.

 

- Per questo basteranno un cappello ed un paio di occhiali da sole. - Gli rispose, in tutta tranquillità. - A quest'ora le ragazzine dovrebbero essere tutte a scuola. Dubito che qualunque pensionato si metterebbe a strillare per aver incontrato Joe Jonas al supermercato. - Scrollò le spalle, con aria trionfante.

 

- Lascia perdere, Coco. - Ridacchiò l'altro interpellato, davanti ad uno sconsolatissimo Joe. Quest'ultimo sollevo la testa di scatto, guardandolo con aria abbastanza stupita. - Con questa zucca vuota è una battaglia persa in partenza. Ci vengo io con te. - Gabrielle, con un gran sorriso, si alzò e saltellò dietro Kevin, circondandogli le spalle con le braccia.

 

- Sei sempre un tesoro. - Si appoggiò a lui ed alzò di scatto lo sguardo verso il Jonas di mezzo. - Tu. Non credere di essertela cavata così. - Lo apostrofò. - Mi aiuterai dopo. - Joe non le rispose.

 

Si limitò a sbuffare, troppo impegnato ad osservare la mano del fratello maggiore che era salita immediatamente a stringere con dolcezza quella di lei.

 

 

***

 

 

- Come mai hai voluto darla vinta a Joe così in fretta? - Domandò Coco, mezz'ora più tardi, mentre Kevin la aiutava a scegliere la giusta qualità di farina.

 

- Così. - Rispose lui con noncuranza. Si sfilò la coppola di velluto che aveva in testa, facendosi un po' d'aria prima di appoggiarla sul seggiolino del carrello. Il mini-market era praticamente deserto e non c'era ragione alcuna per lasciarsi morire di caldo. Gli occhiali da sole sarebbero stati sufficienti a mascherarlo.

 

- Così. - Ripetè lei, scettica. - Così non mi convinci per niente, caro mio. - Gli prese il pacco di farina dalle mani e lo risistemò sullo scaffale. - Quella. - Continuò, indicandogli distrattamente una marca diversa.

 

- Ma sì. - Continuò Kevin, scrollando le spalle. - Hai visto come è fatto lui, no? Primadonna Joe ama fare i capricci, ogni tanto. -

 

- Questo lo so. Ma so anche che tu non lasci correre quasi mai. - Gli lanciò un'occhiata furtiva che lui schivò prontamente, fingendo di osservare la lista che aveva in mano.

 

- Abbiamo preso lo yogurt? - Provò a cambiare  discorso, ma lei rispose alla sua finta tentando di aggirarlo in un altro modo.

 

- Non dirmi che sei un fanatico della spesa, perchè non ci credo nemmeno se lo vedo. - Lo prese in giro, strappandogli un sorriso.

 

- Ma ti pare? - Esclamò, inarcando le sopracciglia. Coco si lasciò sfuggire una risatina.

 

- E allora, Kevin? - Domandò poi, tornando improvvisamente seria. - Perchè ti sei offerto immediatamente e non hai costretto Joe a scollarsi da quella sedia? - Senza aspettare la sua risposta, si voltò e spinse il carrello qualche passo più avanti. Poi si fermò per prendere qualcosa sull'ultimo scaffale, ma era decisamente troppo bassa per arrivarci. Senza il minimo preavviso, lui sollevò il braccio ed afferrò la confezione di biscotti che Coco stava puntando, intrappolandole la mano tra la sua e la plastica dell'involucro.

Era vicinissimo. Pur dandogli le spalle, Gabrielle sapeva che la distanza fra loro era millimetrica, tanto che non osava muoversi per paura di urtarlo. Rimase immobile, voltando solo la testa per riuscire a guardarlo. Incrociò i suoi occhi, incredibilmente seri, dietro le lenti scure.

 

- Diciamo che potrei aver avuto voglia di stare con te. - Pur avendo lui parlato relativamente piano, ad entrambi sembrò che le sue parole avessero tagliato il silenzio come un'affilatissima lama. - E di non cedere a Joe questa opportunità. - Detto questo, Kevin abbassò il braccio e, dopo che la mano di Coco fu scivolata via da sotto la sua, lasciò cadere i biscotti insieme al resto della spesa.

 

Nel tempo che lei impiegò per voltarsi completamente, era già sparito. Gabrielle fissò il corridoio vuoto, mentre la risposta che voleva dargli le moriva sulle labbra.

 

- Ma se stiamo insieme tutti e quattro, tutti i giorni...? - Bisbigliò, rivolta ormai solo a sè stessa.

 

Si guardò intorno, cercando di capire dove fosse finito. Mancava giusto che se la fosse presa... per qualcosa che lei ancora non riusciva a capire. Passò velocemente un paio di corsie, senza riuscire a vederlo da nessuna parte. Stava cominciando ad andare in panico, non poteva certo andarsene senza di lui e mollarlo lì da solo, quando qualcuno le picchiettò gentilmente sulla spalla.

Si girò di scatto e se lo trovò davanti, con il suo solito sorriso stampato in faccia.

 

- Dov'eri finito? - Sbottò, lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo. - Mi stavo già agitando. -

 

- Lo yogurt. - Rispose lui, in tutta tranquillità, porgendogliene due vasetti. - Prima non mi hai risposto, ho pensato che avrei fatto prima ad andare a prenderlo io. - Coco guardò alternativamente lui e i vasetti, per un paio di volte. Poi scoppiò a ridere. Ce ne sarebbe voluto di tempo, prima che riuscisse a comprendere davvero anche quei suoi piccoli momenti di "follia".

 

- Tu sei unico, Kevin, veramente. - Continuò, scuotendo leggermente la testa. Lui le sorrise, con fare un po' enigmatico.

 

- Lo so. - Si infilò la mano in tasca, mentre con l'altra le cingeva un fianco, e cominciò a camminarle accanto, in direzione delle casse.

 

 

***

 

 

Quando Coco e Kevin erano tornati a casa, Joe si era fatto trovare strategicamente addormentato sul divano del salotto. Con quell'espressione adorabile che sapeva benissimo essere il punto debole di Gabrielle. Lei era fermamente convinta che fosse tutto premeditato per farle sbollire la voglia di vendetta...

Joe sapeva benissimo che non avrebbe mai avuto il coraggio di svegliarlo, vedendogli quel sorriso angelico sul viso. Ecco come lei si era ritrovata ad armeggiare, da sola nella grande cucina vuota, per preparare la torta che aveva in mente per Nick.

 

Lanciò un'altra occhiata alla ricetta che si era appuntata e la confrontò con la lista pro-memoria che lo stesso Nick aveva attaccato al frigorifero, per controllare che tutti gli ingredienti andassero bene. Voleva fare una sorpresa al suo piccolino e tutto doveva essere perfetto. Aveva anche costretto Kevin a tenere il fratello chiuso nella loro camera, in modo che non si accorgesse di nulla. L'aveva letteralmente segregato, piazzando il maggiore davanti alla porta, come una guardia giurata.

 

Ridacchiò fra sè e sè, versando del latte nella ciotola di cacao amaro che aveva preparato in precedenza. Poi ci infilo un grosso cucchiaio di legno e prese a mescolare energicamente.

In quel momento Joe entrò sbadigliando in cucina.

 

- Oh, il bello addormentato! - Lo salutò, senza voltarsi. La ciotola che stringeva era enorme e, ad ogni girata di mestolo, oscillava paurosamente.

 

- Ehi. - Si passò una mano fra i capelli, avvicinandosi per sbirciare cosa stesse facendo. Allungò una mano ed intinse due dita nella pastella scura. - Mmmmh...  buono. - Mugugnò, leccandole. Lei scattò immediatamente.

 

- Fermo lì. - Esclamò, puntandogli contro il cucchiaio. - Credevo fossi venuto qui per aiutarmi, non per mangiarmi tutto l'impasto crudo.

 

- Scusa, scusa. - Sorrise, agitando le mani sporche di cacao. - Facciamo così... - Si avvicinò e, dopo averla fatta voltare di nuovo verso il piano di lavoro, si sistemò esattamente dietro di lei. Passò le braccia sotto le sue, poi afferrò il bordo della ciotola e il manico del mestolo, poggiando le mani su quelle di Coco. Lei si voltò leggermente per guardarlo, ottenendo in cambio un sorriso. - Ti aiuto. Mescoliamo insieme. - Le era perfino più vicino di quanto non fosse stato Kevin quella mattina. Lo sentiva, leggermente appoggiato contro la schiena.

 

- Ma che avete tutti oggi? C'era qualcosa nel caffè, a colazione? - Chiese, un po' imbarazzata e un po' divertita, mentre lui cominciava a mescolare.

 

- Tutti chi? - Ribattè Joe, avvicinandosi un pochino di più. Tanto che il suo respiro le solleticava la guancia.

 

- Mah, anche Kevin... - Abbassò lo sguardo, tornando per un attimo a rimuginare su quello che era successo al supermercato.

 

- Kevin? - Joe la riportò alla realtà, dando involontariamente uno strattone troppo forte al mestolo. La ciotola oscillò un po' più velocemente.

 

- Lasciamo perdere, va'. - Sorrise Coco, afferrandola al volo, prima che cadesse rovinosamente a terra. Anche se non poteva vederlo, Joe aveva, però, un'espressione ancora corrucciata. - Guardaaa... - Si lamentò improvvisamente  lei. - Mi hai sporcato tutte le mani! - Gli mostrò i palmi striati di scuro.

 

- Oh... - Finse di stupirsi. Allungò una mano verso destra e, senza farsi notare, la intinse nella crema di cacao. - Scusami! - Esclamò. Poi, con un movimento fulmineo, le passò le dita sulla guancia.

 

Quando lei si girò, con la bocca spalancata e due strisce gocciolanti di cioccolato sotto l'occhio destro, sul volto di lui era tornata a campeggiare la solita maschera da adorabile canaglia.

 

- Tu... sei... - Joe già stava ridendo. Ed era chiaramente in posizione da combattimento... Nel giro di due secondi, si scatenò la battaglia. All'ultimo sangue. Per pietà verso l'impasto, utilizzarono come arma la polvere di cacao.

 

Dopo un quarto d'ora ne erano entrambi coperti dalla testa ai piedi. E ridevano ancora a crepapelle, seduti l'una accanto all'altro sul pavimento di cotto, che aveva visto sicuramente giorni migliori.

 

- Dio mio. - Singhiozzò Coco, cercando di calmare l'eccesso di risate. - Guarda che disastro! E devo ancora finire il dolce... - Si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, lasciando una scia bianca sulla pelle del viso.

 

- Stavo pensando che, per il secondo round, potremmo provare con la farina... - Rispose Joe, ignorando completamente le sue parole. Per tutta risposta, Gabrielle gli diede un sonoro scappellotto sul braccio.

 

- Sparisci, Jonas, mi hai già fatto perdere abbastanza tempo. - Lo rimbrottò. - Ti abbuono anche l'aiuto che ti avevo chiesto. Però vai. - Lui sorrise e si alzò, aiutandola poi a fare altrettanto.

 

- D'accordo. - Prima di andare, si chinò leggermente verso di lei e le depositò un bacio leggero all'angolo della bocca.

 

Sapeva di buono.

 

E non era solo per il cacao.

 

{Ma che diavolo gli prende?}

 

Si domandò Coco, mentre la porta a vetri si richiudeva alle spalle di Joe.

 

 

***

 

 

Era tutto pronto. La torta, perfettamente dorata e guarnita spiccava al centro del tavolo apparecchiato. Gabrielle trotterellò allegra per il corridoio, fermandosi davanti alla porta della camera dei ragazzi.

 

- Puoi farlo uscire, Kev! - Urlò, per sovrastare il chiacchericcio che arrivava dall'interno. Le tre voci si tacitarono immediatamente e si senti qualcuno correre nella sua direzione.

 

- Finalmente! - Esclamò Nick, aprendo la porta. - Ma che hai combinato? - Domando poi, notando le macchie di cacao sulla pelle e i vestiti di lei.

 

- Lascia perdere! - Sorrise Coco. Non aveva voluto nemmeno aspettare di cambiarsi. Voleva assolutamente fargli vedere la sorpresa il prima possibile... Si sarebbe sistemata più tardi. - Vieni con me! - Lo prese per mano e lo trascinò verso la cucina, mentre gli altri due Jonas li seguivano.

 

- C'entra quell'idiota, vero? - Continuò, voltandosi indietro per lanciare un'occhiataccia a Joe, che invece era già perfettamente lindo e pulito.

 

- Ti ho detto di lasciar perdere. Dai, vieni! - Si fermò, per spingerlo oltre la porta a vetri. Nick si inchiodò sul posto, totalmente incredulo e piuttosto scioccato davanti allo splendido dolce che c'era sul tavolo. Si voltò, abbassando lo sguardo verso Gabrielle, che ancora lo teneva per mano.

 

- E'... - Cominciò, ma le parole gli morirono in gola prima che potesse formulare un pensiero coerente. Lei annui, sorridendogli dolcemente.

 

- E' per te. Ed è perfettamente "in regola". - Disegnò delle immaginarie virgolette nell'aria davanti a sè, con l'unica mano libera. - Sai cosa intendo. Goditela e, per una sera, non pensare... Buon compleanno, piccolo. - Sentiva le lacrime spingere per uscire allo scoperto. Nick le strinse la mano un po' più forte e deglutì, mentre gli occhi gli diventavano irrimediabilmente lucidi. Poi, senza dire nulla, la attirò a sè e la abbracciò con una forza di cui Coco non credeva fosse capace. - Ehi, sono un disastro... Ti sporcherai tutto. - La voce le usci leggermente soffocata. Lui non rispose, semplicemente la strinse un po' più forte.

 

- Grazie... Io... Grazie. - E a quel punto non riuscì a non piangere. Lo abbracciò, passandogli una mano tra i riccioli scuri, mentre lui nascondeva il viso contro la sua spalla.

 

Nel frattempo i due Jonas maggiori si dibattevano per uno stesso, identico dubbio.

Seguirono gli altri due nella cucina e si sedettero al tavolo, mentre Nick cominciava ad aprire i suoi regali e Gabrielle distribuiva le fette di torta.

 

{Forse...}

 

Cominciò a riflettere Joe, picchiettando la glassa con la punta del cucchiaino, mentre il suo sguardo correva dal fratello minore a Coco...

 

{E' ancora presto.}

 

Concluse Kevin, quasi contemporaneamente.

  
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