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Autore: ellyb1611    31/10/2014    4 recensioni
Denise è una ragazza come tante, brillante, simpatica e ... innamorata della persona sbagliata.
Catapultata in un progetto insieme ad un collega che non sopporta, imparerà quanto i dettagli facciano la differenza.
Anche in amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 1.

Venerdì

Le urla della mia coinquilina mi svegliano di soprassalto.

Mi alzo dal letto lentamente, conosco già il motivo di quel frastuono.

 Di certo se la starà prendendo con Cheope, la mia gattina, che come ogni mattina le sale sulle ginocchia mentre “la principessina” sta facendo colazione.

Apro la porta della mia camera da letto e mi dirigo verso la cucina, mi accuccio a terra chiamando Cheope che risponde allegramente trotterellando verso di me.

-          Ti ha sgridato ancora quella cattivona? – dico parlando in “mammese” al mio gatto

-          Se la smettesse di saltarmi addosso tutte le mattine! - afferma acida mentre sorseggia la sua tazza di tea

-          Le sarai simpatica Mavi, anche se non ne capisco il motivo! – affermo riponendo a terra Cheope che si dilegua in salotto

-          Forse se tutte le notti non fossi obbligata a stare sveglia, potrei pure essere simpatica alla mattina! – mi schernisce

Le sorrido e mi siedo accanto a lei sullo sgabello.

-          Tutto bene Denny? – chiede poi accorgendosi del mio silenzio

Annuisco.

-          Denny! – dice appoggiando una mano sulla mia – So di non essere una grande ascoltatrice, ma se vuoi parlare, posso fare uno sforzo!

La guardo nei suoi occhi azzurri.

-           Magari un giorno di questi ti racconterò tutto! – rispondo. Non ho voglia di annoiare nessuno con le mie disperazioni da amante repressa

-          Ok! – afferma alzandosi dallo sgabello – Ho lezione alle 9.00, quindi meglio se vado a prepararmi! - conclude sparendo dietro la porta della sua camera

Maria Vittoria, Mavi come si fa chiamare, è la mia coinquilina da circa un anno.

Dopo la laurea non ho lasciato il mio appartamento da studente come le altre ragazze che vivevano insieme a me, ma sono restata qui.

 Certo non è una reggia è il classico appartamento da studente universitario come tanti se ne trovano in giro, ma è stata la mia prima casa, quella che mi ha permesso di lasciare il nido dei miei e di diventare indipendente.

Avevo quasi deciso di non condividerlo con nessuno fino a quando Mavi si è presentata alla mia porta.

Tutti i miei tentativi di farle cambiare idea non erano serviti a nulla. Lei voleva una stanza in questo appartamento e non c’era verso di smuoverla. E così avevamo iniziato questa convivenza forzata.

Mavi è completamente l’opposto di quello che sono io. Sia caratterialmente che fisicamente ma nonostante ciò siamo riuscite a sopportarci a vicenda e a trovarci qualche volta simpatiche.

Mentre finisco la mia tazza di latte con cereali, la vedo uscire dalla sua alcova.

Indossa un vestito bianco con manica tre-quarti, sormontato da una cintura nera che mette in risalto il suo perfetto girovita e un paio di sandali con tacco vertiginoso che riprendono i colori dell’outfit.

-          Non dovevi andare a lezione? – chiedo stupita dal suo abbigliamento

-          Sì perché? – ribatte

-          No niente, è solo che io andavo a lezione decisamente più … comoda!

Lei mi osserva dalla testa ai piedi, poi con tono altezzoso non si lascia scappare l’occasione per mortificare i miei gusti in fatto di abbigliamento

-           Denise, se invece dei soliti jeans provassi ad essere un po’ più femminile forse, il tuo Gabriele, non se ne tornerebbe a casa ogni notte! - annuncia con tono rassegnato, poi rientra in camera sua e dopo qualche istante se ne esce con dei vestiti in mano – Puoi tenerli, tanto a me non piacciono più! A stasera! - conclude uscendo di casa

-          È sempre un piacere parlare con te Mavi! – urlo sapendo che tanto non sta ascoltando.

Sistemo la tazza nel lavello ed inizio a prepararmi per il lavoro.

Di fronte all’armadio mi rendo conto che Mavi ha ragione.

A parte una gran quantità di jeans e di capi sportivi, non ho altro!

Sbuffo! Forse questo weekend mi dedicherò ad un po’ di shopping, ma ora devo affrettarmi o arriverò in ritardo per la riunione di stamattina.

Ieri prima di uscire dall’ufficio, una mail ci avvisava di un’importante riunione per l’indomani, senza specificarne l’ordine del giorno. Neppure Gabriele ha voluto parlamene e ora non mi restava che aspettare pazientemente.

Infilo i miei denim, camicia e ballerine blu.

Sospiro guardandomi riflessa nello specchio. Odio ammettere che Mavi ha ragione.

Do un’occhiata ai capi lasciati dalla mia coinquilina fashionista e mi convinco ad indossarli. Non riesco a credere quanto essi facciano la differenza.

Mi osservo per l’ennesima volta allo specchio.

Una gonna a tubo nera lunga appena sotto al ginocchio e una camicia a mezze maniche grigioperla e per concludere il tutto un paio di scarpe con un tacco  talmente vertiginoso che solo a guardarle prego di arrivare a sera senza slogarmi una caviglia o peggio.

Esco di casa, dopo aver salutato Cheope e mi dirigo verso l’ufficio.

In poco meno di mezz’ora arrivo davanti all’enorme edificio a vetri dove ha sede il nostro studio. Giulia, la receptionist, mi saluta con un caloroso sorriso che ricambio prima di sparire dentro l’ascensore. Arrivata al mio piano cerco con lo sguardo i miei due colleghi e come da routine li trovo di fronte alla macchinetta del caffè.

-          Buongiorno ragazzi!

-          Ciao Denny! – ricambiano

-          Pronta per la riunione? – chiede Deborah – Non ho chiuso occhio pensando a cosa dovessero comunicarci di tanto importante.

-          Chi se ne frega della riunione! – annuncia Luca guardandomi dall’alto al basso – hai sbagliato armadio questa mattina tesoro? – chiede divertito

-          Spiritoso! No Mavi ha solo scartato qualche abito dal suo armadio!

-          E brava la nostra piccola! – annuncia, poi avvicinandosi al mio orecchio sussurra – Sei sicura che questa mise non sia per fare colpo su qualcuno?

-          Magari su di te! – affermo guardandolo dritto negli occhi

-          Se divento etero sarai la prima a saperlo! – dice lasciandomi un bacio sulla guancia

-          Qualcuno vuole spiegarmi cosa succede? – s’intromette Deborah guardandoci confusa

Deborah è, insieme a Luca, una delle mie più care amiche. Nonostante viva in un mondo tutto suo, è uno dei migliori architetti paesaggisti che questo studio può vantare.  

Le sorridiamo ed insieme ci avviciniamo alla sala riunioni.

Poco prima di entrare vedo Gabriele osservarmi con un sorriso malizioso dipinto sulle labbra. Sento le mie guance surriscaldarsi e devo compiere un grandissimo sforzo di autocontrollo per frenare  il mio impulso di corrergli incontro e baciarlo

Ci accomodiamo attorno al tavolo, alcuni  dei miei colleghi sono già arrivati altri ci raggiungeranno a breve. Sento il mio telefono vibrare. La notifica di un messaggio.

Gabriele:  Sei splendida oggi, non vedo l’ora che sia questa sera ed averti tutta per me Desy!

Sorrido, avvampando nuovamente.

La voce severa di Luca mi riporta con i piedi per terra.

-          Desy? Gli permetti di chiamarti Desy? Tu odi quel nomignolo! –

Non sta scherzando, me ne accorgo oltre che dal suo tono, anche dall’espressione del suo viso.

Gli stringo la mano e gli sorrido teneramente. Lui alza gli occhi al cielo ed inizia a giocherellare con la penna posata sul tavolo.

So quanto tiene a me e so anche quanto non sopporti Gabriele per il semplice fatto che mi fa soffrire, ma alla fine rispetta me e le mie scelte, anche senza condividerle.

Siamo ormai tutti seduti o quasi, l’ultimo a fare il suo ingresso prima dell’Architetto e dei suoi associati e ovviamente del mio Gabriele, è Nicholas De Santi.

Nicholas è una delle poche persone che proprio non riesco a sopportare nella mia vita.

 Arrivato poco più di un anno fa, si è subito distinto per le sue qualità progettuali ma non altrettanto per quelle sociali. Nonostante noi avessimo creato un bel gruppetto che si ritrovava anche dopo le lunghe giornate di lavoro, lui non si è mai degnato di onorarci con la sua presenza. Mai una volta che abbia deciso di fermarsi con noi per una birra e per quattro chiacchiere. Non credo neppure che abbia una vita al di fuori  dello studio.

Nicholas prende posto di fronte a me e mi saluta con un cenno del capo, non sia mai che utilizzare la voce gli procuri qualche serio danno, penso sarcastica.

Il brusio ininterrotto che si è creato nella sala, si arresta nell’esatto istante in cui l’Architetto Prati prende la parola.

-          Innanzitutto volevo ringraziare tutti voi che con così breve preavviso siete arrivati puntuali a questa riunione indetta all’ultimo minuto. Come avrete notato in questo ultimo periodo  tutti noi siamo rimasti a lungo assenti, abbiamo avuto molti colloqui con un importante cliente che dopo settimane di trattative ha scelto di appoggiarsi al nostro studio per realizzare un progetto molto ambizioso!  -  si sofferma  posando lo sguardo su ognuno di noi prima di continuare il suo discorso – Il sig. Duprè è un famosissimo musicista francese, che ha deciso di costruire una scuola di musica nella città che gli ha dato i natali. Non ho la pretesa di illustrarvi ciò che Monsieur Duprè ha in testa, pertanto gli ho chiesto di farlo al posto mio. Ci collegheremo in videoconferenza con lui tra qualche minuto.

Sono curiosa di scoprire quale idea ha da proporci questo fantomatico musicista. Indosso le cuffiette che mi permetteranno di comprendere  le parole del nostro committente, noto che anche gli altri colleghi si portano l’apparecchio sulle orecchie, tutti tranne Nicholas. Ti pareva che non conoscesse alla perfezione anche il francese.

No, decisamente non mi sta simpatico!

Distolgo lo sguardo da lui, che invece continua ad osservarmi  provocando in me una sorta di turbamento,  e lo rivolgo al maxischermo che già ospita Monsieur Duprè.

L’immagine che ci viene proposta è più  quella di un nonnino che racconta le fiabe ai nipotini,  che quella di un musicista imprenditore che ha tenuto col fiato sospeso i migliori architetti di Bologna.

-          Signori e Signore – attacca – grazie per l’attenzione che mi dedicherete per i prossimi cinque minuti.  Come ha già avuto occasione di anticiparvi M. Prati, la mia idea è quella di poter offrire ai giovani di tutto il mondo, un luogo dove poter apprendere la bellezza della musica che per tanti anni mi ha accompagnato. La scelta del luogo è per me importantissima, mai avrei potuto cogliere la sua intensità in un posto differente da quello dove sono cresciuto. Per questo motivo, d’accordo con i vostri responsabili, abbiamo deciso di proporvi una gara.

Alcune voci si alzano più del dovuto facendo intervenire uno degli associati a ristabilire l’ordine.

-          So che l’idea della competizione potrebbe non piacere a tutti, ma quello che cerco e che spero voi sarete in grado di realizzare,  è quell’armonia che ho trovato dentro di me e  l’unico modo per farlo è dividervi in piccoli gruppi ed ospitarvi nel mio paese dove, spero, capirete il senso delle mie parole. Chi ci riuscirà si aggiudicherà la realizzazione della scuola e, se lo vorrà, verrà impegnato in altri progetti futuri che ho in mente di realizzare nei prossimi anni. M. Prati vi illustrerà i dettagli,noi, invece, ci ritroveremo tra un mese nella mia casa in Costa Azzurra, dove valuterò le vostre proposte e decreterò il vincitore. Grazie a tutti e buon lavoro! –

Nessuno sembra aver parole per commentare. Di certo l’idea è originale.

Creare un luogo reale partendo dalle sensazioni di un musicista visionario. Non so gli altri, ma la sfida mi piace!

Gabriele, prende la parola al posto del padre ed io non posso fare a meno di pendere dalle sue labbra, Luca di fianco a me mi passa un biglietto

attenta a non sbavare troppo sul tavolo o tutti si accorgeranno che te lo porti a letto”

“dove siamo a scuola?”

“forse, ma tu smettila di sbavare davvero! Mr. Asocialità ti sta osservando”

All’improvviso alzo lo sguardo e vedo ancora Nicholas intento a guardarmi, cosa gli è preso, ha intenzione di innervosirmi?

-          Signorina Ferrari! – sento Gabriele richiamare la mia attenzione

-          Sì! – rispondo con la consapevolezza di essere stata scoperta a non prestare attenzione alla lezione

-          Se la cosa non le interessa, può anche rinunciare fin da ora! – mi guarda severo

-          Mi scusi, non accadrà più! – lo guardo dritto negli occhi. Va bene far finta di avere un rapporto puramente professionale, ma non merito comunque di essere trattata così

-          Dicevo, abbiamo scelto di dividervi  in due gruppi ciascuno di quattro persone e composti ognuno da un architetto di specializzazione differente. Il primo gruppo sarà composto da Mari, Gamberini, Lolli e Monti, il secondo gruppo da Ferrari, Barbieri, Mantovani e De Santi. Domenica mattina alle 8.00 in punto partirete alla volta della Provenza che per il prossimo mese diventerà la vostra casa. L’Architetto Gaspari ed io saremo già sul posto ad attendervi. Per oggi potete anche congedarvi e tornare alle vostre abitazioni a preparare i bagagli. Ci vediamo domenica.

Un mese insieme a Gabriele e lontano da suo padre e da Sabrina, questa è l’unica cosa a cui riesco a pensare.

-          Hai deciso di restare qui? – dice una voce vicino, facendomi trasalire.

Sollevo lo sguardo e mi ritrovo davanti Nicholas, indaffarato a sistemare gli appunti nella sua cartellina. Se non fosse così scorbutico e serioso sarebbe persino carino, noto guardandolo attentamente nel suo bel completo grigio scuro.

-          Allora? – ripete – Dobbiamo già partire con un elemento in meno? –

-          Perché sei sempre così acido? – chiedo. Lui alza lo sguardo fermando i suoi occhi nei miei. Sì, sarebbe davvero carino!

-          Ci vediamo domenica Denise! – dice abbandonando la stanza

Inspiro. Un mese, dovrò resistere solo un mese! Ripeto tra me e me alzandomi finalmente dalla sedia e uscendo dalla sala.

Vedo Gabriele parlare con altri colleghi e con la coda dell’occhio cercarmi. Gli passo accanto senza degnarlo di uno sguardo, pochi istanti dopo lo sento correre e chiamarmi.

-          Signorina Ferrari? Ho bisogno di parlale ha un attimo?

-          Certo! – rispondo dirigendomi verso la porta del suo ufficio.

Entriamo, Gabriele si toglie la giacca e poi inizia a parlare

-          Desy, sei splendida oggi!

-          Sì questo me lo hai già detto! – rispondo secca

-          Ehi piccola, non sarai arrabbiata perché ti ho ripreso vero? – chiede sorridendomi.

-          No, però non farlo mai più! – affermo ricambiando il sorriso.

-          Ti volevo parlare perché stasera non potremo vederci!

-          Ma Gabriele, è più di un mese che organizziamo questa uscita, è una data importante ricordi?

-          Certo piccola, come potrei dimenticarmene, ma stasera dovremo definire il programma per il prossimo mese e poi …

-          E poi? – chiedo, certa di non voler sentire la risposta

-          E poi devo uscire con Sabrina. Sai per un mese non la vedrò mentre con te…

-          Ok! Tanto il prossimo mese sarai solo per me vero? – chiedo stizzita – A domenica Gabriele! – concludo uscendo dall’ufficio senza aspettare una sua risposta.

Non capisco perché me la prendo tanto, davvero credevo che questa sera sarebbe stata differente dalle altre? Dopotutto non ho il diritto di avere una data ufficiale con lui, non sono certo la sua fidanzata, sono la sua amante. Niente di più.

Raggiungo Deborah e Luca alla nostra postazione. Stasera non me ne starò in casa a deprimermi davanti ad un programma scadente in Tv divorando nutella. Stasera voglio divertirmi.

-          Ragazzi stasera?

-          Non è la tua grande serata insieme a Mr. Seimiasolodinotte? – chiede Luca sorpreso

-          Appuntamento saltato! –

-          Ma…- continua

-          Appuntamento saltato! – ripeto scandendo bene le parole

-          Ok!  Stasera tutte a casa mia! Ho appena rifornito il mobile bar!

-          Ti adoro! – annuncio baciando il mio amico

-          Cosa dobbiamo festeggiare? – chiede Deborah che come al solito ci ha appena raggiunti mentalmente

-          I futuri vincitori! – annuncio entusiasta

-          Ehi allora dobbiamo chiamare anche Nicholas? Anche lui fa parte della squadra! – dice Deb

-          Ehi Nic! – urlo appena lo vedo passare vicino a noi.

 Lui si volta verso di me e mi osserva aspettando di capire il perché di tanta eccitazione nel chiamarlo. Mi avvicino a lui e sono inspiegabilmente nervosa.

-          Senti, stasera Deborah  ed io ci troviamo da Luca per una serata tra amici, ci chiedevamo se volessi unirti a noi!

-          Ok! – risponde

-          Beh se non ti va, non fa niente! Ma era l’occasione buona per conoscerci un po’ meglio visto che per il prossimo mese …

-          Denise …- m’interrompe – ho detto che va bene! – dice sorridendo. È la prima volta che lo vedo sorridere – alle 21.00? – chiede infine

Annuisco.

-           Bene, a stasera! – si congeda

Raggiungo i miei amici che attendono di conoscere la risposta.

-          Ha detto di sì! – comunico senza ancora credere a ciò che le mie orecchie hanno appena sentito

-          L’avevo detto io che vestita così avresti attirato qualcuno! – mi punzecchia Luca

-          Scemo! – asserisco dandogli un colpetto sulla spalla.

Mi sento già più sollevata. L’arrabbiatura con Gabriele domani sarà già svanita, ma stasera ho bisogno di non pensare a lui. Ho bisogno di passare alcune ore in compagnia di persone piacevoli come Luca e Deb e perché no, alla sorpresa  della giornata, Nicholas.

 

Eccomi qui con il primo capitolo!

Capitolo di introduzione,ch e ha permesso di presentare tutti i protagonisti di questa storia!

Gabriele ancora una volta si è sottomesso al volere del padre, chissà se passando un mese lontano da lui tirerà fuori … gli attributi!

Nicholas sarà davvero una sorpresa o si rivelerà uno spaccone?

Non anticipo altro. Ringrazio tutte le persone che hanno speso un po’ del proprio tempo per leggere la mia nuova storia e deciderla di seguirla  o aggiungerla alle preferite e soprattutto grazie a chi mi ha lasciato un commento per me importantissimo. Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate! A presto E.

 

 

  
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