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Autore: Esperanza97    31/10/2014    1 recensioni
Elena Gilbert si è appena diplomata alla High School. Ha una vita apparentemente perfetta: un fidanzato che la ama, due amiche che si sacrificherebbero per lei, un fratello senza problemi e una giovane zia come tutrice. La verità è che non c’è niente di perfetto: il fidanzato vuole portarla via da Mystic Falls, bloccando i suoi sogni; una sua amica nasconde un terribile segreto, il fratello si porta a letto mezza città e la zia è fin troppo giovane per tutelare due adolescenti rimasti senza genitori, come loro. A tutto ciò si unisce una stupida festa sullo yacht della famiglia del ragazzo e un evento al di fuori del “naturale”, che la porterà a dubitare su tutto ciò che la circonda, anche sulle persone che ama di più.
Dal primo capitolo:
«Ma quante cose ti hanno tenuto nascoste?» Mi rispose con un’altra domanda, che servii solo a sconvolgermi.
Mi irrigidii. «Perché dici questo?»
Accennò un sorriso amaro. «Mi chiedo perché tu stia facendo tutte queste domande a me, e non a loro.»
[…]
«Non è strano che non ci siano animali? Voglio dire, siamo nel bel mezzo della natura.»
«No, Elena, siamo nel bel mezzo del nulla. È diverso.»
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Shipwrecked
Prologue
 
Le luci stroboscopiche illuminavano l’intero ponte, come non era mai successo. Decine di persone affollavano la parte posteriore della barca, dove era stato sistemato uno stereo che emanava la musica con un volume fin troppo alto per i miei timpani. Ai lati, ragazzi si divertivano, parlavano e bevevano alcolici serviti da vari camerieri che si muovevano con facilità in mezzo a loro. Nella parte anteriore della nave, c’erano vari divani, occupati da coppiette che parlavano e si scambiavano effusioni. E, infine, c’ero io, che non mi ero mai sentita così a disagio, in quel luogo. Una mano sorreggeva un bicchiere contenente della vodka e un’altra il cellulare. Continuavo a chiamare il mio ragazzo, che era sparito dopo avermi portato l’alcolico.
Non sopportavo più i tacchi, erano passate le due e il conducente non si decideva a tornare al porto. Il caldo era insopportabile.
Mi tolsi il giubbino di pelle nera, rimanendo con il vestitino nero che mi arrivava neanche a metà coscia.
Provai a chiamare di nuovo il mio ragazzo, ma partì la segreteria.
Lasciai il bicchiere di vodka su un tavolo e scesi giù nell’enorme cabina. Il salone era arredato con mobili e divani moderni, anche questi occupati da alcune coppie. Mi chiesi quante persone potesse contenere lo yacht e quante ne eravamo noi. Di sicuro il doppio!
«Elena!» Mi voltai e vidi scendere Klaus, un amico della famiglia del mio ragazzo.
«Ehi, Klaus.» Si avvicinò e vidi che alcune goccioline bagnavano il suo viso. «Piove?» Domandai ridendo.
Lo sguardo di Klaus era serio. «Si. Ed è stranissimo, considerato il periodo. D’un tratto il cielo si è annuvolato e sopra si sta scatenando il putiferio.»
Sospirai. Dove diamine era Stefan?, pensai.
«Ti aiuto io.»
Salimmo sul ponte e Klaus aveva perfettamente ragione. Quelli totalmente ubriachi ballavano sotto la pioggia, altri continuavano a stare nella vasca idromassaggio, cantando canzoni. Quelli con la mente ancora lucida, correvano a destra e manca, per trovare un riparo.
«Elena mi spieghi dov’è il tuo ragazzo? Lo yacht è il suo, anzi della sua famiglia!» Mi guardavo attorno, disperata. Non sapevo cosa fare.
«Andiamo dal conducente, diciamogli di tornare al porto, prima che si scateni una tempesta.»
Scendemmo nuovamente nella cabina e ci dirigemmo nella sala macchinari.
Mentre stavamo camminando Klaus mi chiese: «Ti ha già chiesto di sposarlo?»
Lo guardai. Come faceva a saperlo?
«Si» dissi sconfitta.
«E?» Continuò.
«E nulla, Klaus. Non gli ho risposto. Mi sono diplomata quest’anno, voglio andare al college, laurearmi in medicina, ma lui…» Sospirai. Il rapporto tra me e Stefan non era più lo stesso. Avevamo desideri diversi, ambizioni diverse.
«Capisco» disse soltanto. Non poteva capire. Tra lui e Caroline le cose andavano a meraviglia. Lui capiva i desideri di Caroline e l’appoggiava. Stefan no, voleva che ci sposassimo e ci trasferissimo da un’altra parte. Nell’ultimo periodo era diventato più insistente. Voleva a tutti i costi andarsene da Mystic Falls. E io no. Avevo Jeremy, mia zia Jenna, Bonnie, Caroline, Matt, Tyler, tutti gli amici con cui avevo vissuto per diciotto anni. Volevo andare alla Withmore, a pochi chilometri da casa; stare in stanza con le mie due migliori amiche. Lui voleva andare in Italia.
Scossi la testa. Avevo un altro problema da risolvere.
Aprimmo la porta della sala macchinari e immediatamente arretrai. Portai una mano alla bocca, sconvolta, mentre Klaus si avvicinava al corpo senza vita del conducente.
«C-co-cosa è successo?» Domandai spaventata.
Il volto di Klaus era troppo serio.
«Qualcuno lo ha ucciso.»
Deglutii e mi avvicinai a Klaus. Sul collo del conducente c’era un morso e tantissimo sangue.
Quasi urlai e arretrai contro il muro.
«Non può essere vero. Chi può aver fatto una cosa del genere? Rispondimi, Klaus!» Gli occhi del mio amico continuavano ad essere seri. Stava per rispondere, ma un rumore fortissimo, come uno schianto, colpì l’attenzione di entrambi.
Ritornammo, correndo, nella cabina principale, ora invasa da tutti gli invitati.
Portai entrambe le mani nei capelli.
«Stefan!» Urlai. La gente continuava a parlare della tempesta improvvisa.
Mi voltai e non trovai nemmeno Klaus.
Scansai le persone e risalii sul ponte completamente allagato. Tolsi i tacchi e immersi i piedi nell’acqua piovana. Il cielo era coperto da nubi scurissime e in lontananza si vedevano vari fulmini. Non riuscivo a vedere la città, il conducente era morto.
Improvvisamente venni lanciata contro il parapetto della barca. Stavo scivolando, ma una mano mi resse e mi riportò sul ponte. Alzai lo sguardo per ringraziare il mio salvatore, ma era già scomparso.
Mi rialzai con molta fatica. Il mio corpo era bagnato, sentivo un dolore alla tempia. Posai una mano sul punto dolorante e vidi del sangue. Come mi ero ferita?
All’improvviso tutto si fermò, la pioggia, il mare agitato… tutto si calmò.
Alcune persone iniziarono ad uscire dalla cabina, fra queste vidi Bonnie che mi venne incontro.
Mi strinse tra le sue braccia. «Ti stavamo cercando tutti, Elena!» Il suo tono era preoccupato.
«Stavo cercando Stefan. Non riesco a trovarlo.» Ero preoccupata quanto lei.
Vidi alcune persone raggrupparsi e cercare un modo per tornare al porto.
«Stefan era con Caroline» disse, con semplicità, Bonnie.
La guardai interrogativa.
«Care ha litigato con Klaus e voleva un consiglio su come agire. Sai che quei due sono diventati buoni amici!» Bonnie sorrise, mentre io rimasi seria.
«Stavo con Klaus quando è successo tutto ciò. Non mi ha detto nulla riguardo la sua discussione con Caroline.» Risposi.
Io e Bonnie ci guardammo per qualche secondo.
«Elena!» Qualcuno mi chiamò.
Mi voltai e vidi Stefan correre verso di me.
«Stefan!»
Mi prese tra le sue braccia, sollevandomi dal pavimento e baciandomi.
Dopo qualche secondo mi lasciò andare.
«Ti ho cercato dappertutto!» Lo rimproverai.
Lui portò una mano tra i capelli.
«Ero con Caroline, ha discusso con Klaus.» Si scusò.
Guardai alle sue spalle e vidi Caroline che si stringeva le braccia al petto e Klaus che l’abbracciava. Caroline non ricambiava l’abbraccio.
Rimasi a fissarli per un po’, vedendo nel viso della mia amica il suo disagio. Mi chiesi il motivo.
Portai di nuovo lo sguardo su Stefan, che stava osservando la ferita alla mia tempia.
«Cosa ti è successo?» Mi chiese.
«Ero venuta a cercarti sul ponte, sono scivolata, stavo cadendo in mare, ma qualcuno mi ha salvato.» Risposi.
Non disse nulla, si limitò a stringermi nuovamente. Il suo corpo era teso come una corda di violino.
«Stefan? Stai bene?» Domandai.
Lui aumentò la presa delle sue braccia attorno al mio corpo.
Avvertii una strana sensazione, ma non riuscii a dire nulla poiché un fulmine colpì la barca.
Venimmo sballottati da un’altra parte mentre il legno cominciava a spezzarsi e il mare ad agitarsi Alcune persone iniziarono a lanciarsi in mare, altre ancora a tentare di chiamare aiuto.
Ma dov’era l’equipaggio?!
Fui costretta a lasciare Stefan per reggermi al parapetto. Il pavimento era troppo scivoloso. Le luci si spensero all’improvviso e un urlo fece raggelare tutti.
La nave si spaccò, e quella scena mi ricordò molto il film Titanic.
La pioggia cominciò a scendere impetuosa e a tutto ciò si unì un vento pazzesco.
«Stefan!» Urlai. Lo vidi che si reggeva anche lui al parapetto e stringeva una Caroline in lacrime.
Vidi Bonnie mollare la presa e cadere in mare.
«Bonnie!» L’urlo che emanai fu fortissimo. Lacrime calde cominciarono a scendere dal mio viso, mescolandosi alle gocce di pioggia.
Un lampo cadde a pochi centimetri da me, e fui costretta ad arretrare, ma per farlo dovetti lasciare le mani dal parapetto.
Caddi a terra, colpendo la testa.
Mi sentivo stordita, qualcuno mi stava chiamando.
Qualcuno mi tirava giù, verso il basso, ma non volevo andarci.
Mi ressi al pavimento, ma era troppo scivoloso.
Alla fine mi arresi e caddi nell’acqua gelida.
Quello fu una sorpresa. Com’era possibile che con un caldo del genere, l’acqua fosse ghiacciata?
I polmoni si riempirono d’acqua e mi tolsero il respiro, la testa si appesantì prima di diventare leggera, le palpebre iniziarono a chiudersi e mi arresi: mi lasciai avvolgere da quella nube oscura che mi portò sempre di più in fondo al mare.

 
 
Note autrice:
Salve a tutti,
per chi non mi conoscesse sono Esperanza, ho già scritto una long in questo fandom e sto scrivendo un’originale con la mia amica Claudieren_: Angst vor der Angst.
Questa storia mi frullava nella mente già da un po’, ma solo ora ho avuto l’occasione di buttare giù qualcosa.
“Shipwrecked”, per chi non conoscesse l’inglese (cosa poco probabile), sta per “naufragati”, e dal titolo penso si capisca l’ambientazione della storia. Non siamo a Mystic Falls, ma la città di origine dei nostri personaggi è questa.
È una Delena, quindi vedrete prestissimo Damon.
È un’AU, ma alcuni dei personaggi manterranno le loro caratteristiche sovrannaturali.
Come avvertimento vi è il mistero, perché molte cose all’inizio non saranno chiare, ma poi tutto avrà un senso. Vi consiglio solo di tenere bene a mente il prologo.
Un’ultima cosa e poi mi eclisso: chi mi conosce sa come aggiorno. Per terminare la mia precedente storia ci sono voluti due anni. Non farò la stessa cosa con questa, perché le idee sono ben chiare, ma non vi prometto un aggiornamento settimanale. Man mano, vi farò sapere quando aggiornerò.
Beh, spero che la storia vi piaccia!
Aspetto vostri commenti. Critiche sempre ben accette.
Al prossimo capitolo,
Esperanza♥

 
  
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