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Autore: Kasumi22    02/11/2014    7 recensioni
Vi siete mai chiesti che cosa sia quella figura che si muove nell'ombra quando dormite?
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Questa è la mia prima storia horror che pubblico, spero vi possa piacere.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I am the one hiding under your bed



Premetto che avevo già pubblicato questa storia ma l'ho poi cancellata. Perché vi chiederete voi? Perché sono stupida Perché volevo semplicemente modificarla, ma per sbaglio l'ho eliminata. Spero comunque che vi piaccia :3



Ed è qui.

Anche oggi.

Proprio come ieri, come domenica, come la settimana scorsa, come due anni fa, come...come sempre.

È qui con me e mi osserva, mi sfiora, sento che mi desidera. Mi sussurra cose che non voglio ripetere, che non potrei ripetere, nella lingua che usavano gli uomini prima della scoperta del fuoco.

 

Wi ka chaa hea, continua a ripetere.

 

Frasi orribili che mi invocano immagini che nessuna persona potrebbe immaginare; esseri immondi con occhi che al minimo sguardo potrebbero farti perdere tutta la lucidità mentale. Occhi gialli che vedono tutto, anche quelle paure proprie del tuo essere animale, paure ancestrali che non credi di avere.

 

(Wi ka chaa hea)

 

E lo sento di nuovo ai piedi del letto. Non lo vedo ma c'è, sento il suo respiro nauseabondo che mi solletica i piedi. La pelle si accappona. Le pupille si dilatano. Il mio corpo si irrigidisce.

Sento il disagio, il panico che cresce. Inizia dallo stomaco e si propaga ovunque, come fosse una macchia di petrolio.

È ancora lì, vicino alla sponda del letto. Non salirà, non si arrischierebbe, ma ogni notte diventa sempre più audace.

 

(Wi ka chaa hea)

 

Quando ero ancora bambina lo sentivo nascosto nell'armadio, poi si spostò sotto alla scrivania, poi alla sedia e infine sotto al letto.

So che verrà il giorno in cui deciderà di essersi divertito abbastanza con me e mi inghiottirà.  E allora precipiterò dentro di lui, nella follia e nel Limbo e lui sarà sempre lì a torturarmi, nel Buio, nascosto, creatura, belva, orco e ombra.

La stanza mi pare sempre più buia, riesce a inspessire l'oscurità. L'aria sembra marcire, rapprendere con il suo arrivo.

Scosta le coperte, mi tocca la gamba. Non ha dita, né artigli né tentacoli. Sento solo che mi sta toccando. Non lo sto immaginando.

Forse è questa la notte dove metterà la parola fine a questa tortura. Forse no.

 

(Wi ka chaa hea)

 

Ritrae il braccio che non è un braccio, non esiste una parola per definirlo. Si sposta.

Si avvicina ancora; sì, oggi è più intrepido del solito. È ancora di fianco al mio letto, all'altezza delle mie anche. L'aria diventa irrespirabile, è marcia. Tutto di lui è marcio.

Vorrei gridare, gridargli di mangiarmi, di divorarmi, squartarmi, sbudellarmi. Tutto purché la smetta. Le corde vocali sono come congelate e le mascelle così contratte che rischio di spezzarmi qualche dente. Il labbro inferiore sanguina ora copiosamente, gli incisivi conficcati. Sento i miei occhi così strabuzzati che temo possano uscire dalle due orbite.

(Wi ka chaa hea)

 

Le molle del letto cigolano, sento un peso che si appoggia sul mio stomaco. E' sopra di me.

 

(Wi ka chaa hea)

 

Serro gli occhi.

Non voglio guardarlo. Dio, ti prego non voglio. Non fatemelo fare.

 

(Wi ka chaa hea)

 

Si muove, la sua faccia è vicina alla mia, desidera che io lo veda, che lo affronti una volta per tutte. Devo guardare il mostro sotto il letto che mi ha tormentato da che io ne abbia memoria.

 

(Wi ka chaa hea)

 

E allora, lì impietrita sul mio letto, la pelle accapponata, le pupille dilatate e il corpo irrigidito, apro gli occhi e Lo vedo.

 

(Wi ka chaa hea)

 

La mia mente precipita nel caos, quel briciolo di lucidità che mi rimaneva viene cancellato via con una scossa violenta.

E Lui affonda i suoi denti, che non sono denti, non esiste una parola per definirli, in me e io allora grido.

 

(Wi ka chaa hea)

 

Urlo e rido. I miei capelli ritti e il mio corpo che si muove convulsamente, come preso da un attacco epilettico.

Rido e questa risata riecheggia nelle mie orecchie e continua, continua, continua.

E continuerà in eterno perché ora sono dentro di lui, nella follia e nel Limbo e lui è sempre lì a torturarmi, nel Buio, nascosto, creatura, belva, orco e ombra.


 

  
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