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Autore: Evannick    02/11/2014    5 recensioni
Gioca con i ricci, il braccio intorno al suo collo. « Tutto okay? »
Harry annuisce, fa un mezzo sorriso. « Un po' d'ansia. » La musica del gruppo che li precede è ancora alta. Zayn ripete gli assoli sottovoce. Liam e Niall stanno cercando di distrarsi.
« Louis? » gli stringe più forte la mano, gli tira un angolo della maglia.
« Harry, tranquillo. Andrà bene. » sorride, ma vorrebbe poterlo realmente aiutare a calmarsi.
« No, in realtà io...Mi chiedevo se- » si interrompe mordendosi il labbro, impacciato.
« Haz, puoi chiedermi tutto. » ascolta l'ultimo ritornello della canzone iniziare.
« Com'è? » sbatte le palpebre velocemente, ruota gli occhi due volte e torna fissare il vuoto. Louis fissa le iridi verde bottiglia, lucide come il vetro, ma vuoti. « M-mi descrivi...tutto? »
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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« You're so tiny! » Zayn lo dice arricciando il naso e pizzicandogli un fianco, Louis si ritrae infastidito. 

« Smettila, non sei tanto più grande di me. » alza un sopracciglio, Niall torna dall'angolo cucina con una tazza di nachos. « A dir la verità, lo è. »  ne prende uno, lo mastica in modo troppo rumoroso. « Di almeno cinque centimetri, in altezza sono parecchi. » batte il cinque a Zayn con la mano libera, si siede sul divano accanto a lui. 

« Non si nota così tanto... » si morde il labbro e abbassa lo sguardo, sente le guance scaldarsi. Liam aggrotta la fronte, cerca gli occhi del biondo per ammonirlo con i suoi. Vocal Rest, il cartello adesivo che ha sulla maglia lo dice chiaramente, e non può dire nulla per difendere Louis. 

« Come fai con Harry? Lui è tipo... due volte te? » 

« Anche tre! » 

Louis ha le orecchie bollenti, ma finge indifferenza mentre apre il frigo e si prende una bibita. Fa in tempo ad alzare la linguetta e bagnarsi una falange con la fuoriuscita di schiuma che Zayn gliela strappa di mano e la alza sopra la sua testa. « Vedi? » lo prende in giro mentre Louis alza un braccio per riprendersi la lattina, lasciando perdere quasi subito. 
« Vaffanculo! » abbassa la testa violentemente e digrigna i denti.  Sente le unghie nei palmi delle mani, le lacrime pizzicargli gli occhi. 

Tap tap. Louis riconosce il suono e il suo cuore inizia a correre più veloce. Tap tap tap. Non vuole che Harry lo senta così, non può nemmeno sperare di nascondergli le lacrime. 

« Owh, tiny-Lou! » Zayn gli pizzica la guancia e gli tende la lattina come se fosse un bambino, lo guarda con un finto broncio senza poterlo guardare in faccia, senza rendersi conto delle lacrime. Harry è arrivato in silenzio nella cucina, ha la fronte aggrottata e non capisce cosa stia succedendo. E quando Louis lo urta con rabbia senza volerlo, correndo fuori dalla stanza con un singhiozzo strozzato, è ancora più confuso. 

« Louis? Cosa succede? Che è successo?! » La voce prende vigore ed è sempre più ansiosa mentre il silenzio dei ragazzi diventa sempre più colpevole. « Che gli avete fatto? »  

Niall guarda Zayn e deglutisce rumorosamente, entrambi vedono la rabbia di Harry aumentare. « Haz, stavamo scherzando e- » 
« NON MI SEMBRAVA DIVERTITO! COSA AVETE IN TESTA? » e non spende altre parole, si gira e a grandi passi si avvia nella direzione di Louis. Il bastone lo anticipa velocemente ad ogni falcata, frenetico e ansioso. Il corridoio è stretto e corto, ci vogliono solo dieci passi per percorrerlo. Sente il respiro spezzato del più grande vicino, Louis è nel suo letto. 

« Lou? » lo mormora cauto, tende l'orecchio e si abbassa cercando a tentoni il materasso incassato nella parete del corridoio. 

« Va' via » e la voce roca e insicura spezza il cuore del riccio.  Si siede accanto al corpo rannicchiato di Louis, gli accarezza un fianco. « Lou, no. » Per una volta è grato di non poterlo vedere, di non poter vedere i suoi occhi arrossati e umidi e gonfi. 

« C'è bisogno di ricordarmelo? Lo so che sono basso, lo so! » piange con rabbia e la voce non raggiunge l'urlo, ma sfuma e si strozza in diversi moomenti. « Sono basso, ho il culo grosso e la voce da checca, grazie tante! Non lo sapevo! » continua e Harry sente la rabbia ribollirgli dentro. Louis, il suo Louis, sta piangendo per colpa di quegli idioti. 

Harry vuole bene ai ragazzi, vuole bene a tutti loro ma non permetterebbe a nessuno di trattarlo in quel modo, anche se per scherzo. 

« Lou, non dirlo nemmeno per scherzo! »  cerca la sua mano fra le coperte e reprime la rabbia. « Sei bellissimo, Lou. Bellissimo. » si stende lentamente abbandonando il bastone per terra, scivolando in modo attento accanto al corpo minuto dell'altro e avvolgendolo. « Sono degli idioti, non ascoltarli. » gli lascia un bacio sulla nuca, lo sente sbuffare.

« Ma hanno ragione, Harry! Sono patetico, in confronto a voi sono niente e- »

« Smettila. »  sente il cuore incrinarsi mentre comprende quanto ferito sia Louis, quanto creda alle parole degli altri e a quanto quei pensieri abbiano ristagnato per tempo nella sua testa castana. « Sei davvero b- » 

« Non dirlo, okay? Non dirlo! » e lo urla così forte che entrambi possono immaginare le teste chine di Liam, Zayn e Niall. « Non puoi nemmeno vedermi, come fai a dirlo? Non sono bello, non sono perfetto e non-» a metà frase, il petto del riccio ha avuto un tremito e l'ossigeno è sprofondato pesantemente nei polmoni. Louis l'ha sentito contro la schiena, seguito da altri piccoli sobbalzi. « Harold, non vol- »
« No, hai perfettamente ragione. Non posso vederti, non posso rassicurarti e nemmeno proteggerti. Scusami. » 

C'è qualcosa di terribilmente sbagliato nelle sue parole e nelle sue braccia che si allontanano dal corpo dell'altro. Si è alzato con un'agilità che non gli si addice, cercando il bastone sul pavimento ed è uscito dall'abitacolo. Louis sente la porta del bagno sbattere con rabbia.

Nel piccolo salotto i ragazzi sono tutti in silenzio, Niall e Zayn con il senso di colpa sullo stomaco e Liam con l'espressione apprensiva. Guarda verso il bagno, dove Harry è sparito chiudendosi la porta alle spalle con una foga che non gli è propria, con la violenza che non mostra mai. E da dentro l'abitacolo si sente tirar su col naso e qualche singhiozzo strozzato, qualche parola strascicata male e stretta fra i denti. 

« Forse dovrem- » Zayn si morde il labbro, guarda implorante Liam in cerca di un consiglio. Niall ha le guance rosse, il broncio appena accennato e un nodo stretto in gola. 

E Louis nel letto tiene gli occhi aperti, le orecchie tese al pianto del migliore amico. Dovrebbe alzarsi e andarsi a scusare, vorrebbe davvero farlo. Ma questa volta l'ha fatta grossa, non riesce nemmeno a capire perché l'abbia detto e non ha il coraggio di andare da lui. 
Non finché uno schianto allarmante arriva dal bagno e il resto dei compagni si ritrova difronte alla porta del bagno senza bussare.

Allora Louis salta fuori dal letto e le sue nocche sono le prime a scontrarsi contro la porta. « Harry? Hazza stai bene? » ma la risposta è solo un pianto più forte e un tonfo ovattato, un ruggito rabbioso seguito da un singhiozzo profondo ed il cuore del più grande si frantuma.
Gli occhi di Liam sono gli unici a rispondere al silenzioso appello di aiuto. « 'should go check. » glielo mima con il labbiale ed un sorriso teso. E Louis spera davvero che sia la cosa giusta mentre apre la porta. 

Il porta spazzolini di ceramica è per terra, in frantumi. Può sentire il cuore sprofondargli nello stomaco e rompersi come la ceramica. Harry è in un angolo accanto al lavandino, rannicchiato e con la testa fra le ginocchia. Tutto il suo corpo è compresso in quel poco spazio e ha smesso di tremare solo quando la porta si è aperta. 

« Harry » Louis ha la nausea, vorrebbe picchiarsi per averlo ferito in questo modo. Fa un passo avanti, alle sue spalle gli altri sbirciano deglutendo il nervosismo. « Ti prego, sc- » 

« Vai via. P-per favore. » Perché no, Louis non deve vederlo così. Non l'ha mai visto così e non deve succedere ora. Vorrebbe scappare o potersi nascondere fra le finte fughe del pavimento in linoleum, tiene gli occhi chiusi. 

Se solo ti avessi incontrato prima, potrei sapere di che colore hai gli occhi. Potrei immaginare come siano cambiati i tuoi lineamenti, o ricordare come sorridevi. Se lo ripete in testa in modo martellante. Perché non è sempre stato così, ricorda a malapena il volto di sua madre e lo studio del medico.

Ricorda le lacrime di tutta la famiglia, nonostante i sorrisi goffi e falsi che cercavano di rassicurarlo che No, Hazza, non siamo tristi. 

Maculopatia Congenita. Conosce i singoli dettagli della sua condizione e nemmeno il colore degli occhi della persona che ama. 
« Andrà peggiorando. » Ma nessuno si aspettava così presto. Ricorda il primo paio di occhiali che non ha scelto, quelli da sole per proteggergli gli occhi, quelli scelti da Anne perché Ti stanno bene, tesoro.
Ricorda il bastone, la fatica che ha fatto per abituarsi a sentire anziché vedere. Ricorda le voci delle maestre spiegare ai suoi compagni perché i suoi libri erano diversi. Ricorda tutto dal primo momento, ma non conosce il sorriso di Louis. 

La mano piccola che gli sfiora i capelli lo riporta alla realtà del momento. « Harold, alzati okay? Ti prego, mi dispiace. » tiene la voce bassa, l'intimità del tono spinge Liam e gli altri ad allontanarsi e a tornare nell'altra stanza. 

La massa di ricci si solleva appena, i due pozzi verdi sono circondati dal rosso del pianto. « Perché ti dispiace? Hai ragione, hanno tutti ragione. » 

Ma Louis gli ha già preso le mani e cerca di farlo alzare e di giudarlo verso il letto senza mandarlo a sbattere da qualche parte.

Harry con le guance umide e le labbra rosse non è qualcosa a cui è abituato. Nessuno è abituato a vedere Harry piangere in quel modo né tantomeno a confrontarsi con la sua rabbia. Rabbia che sta sfumando via ad ogni passo. Il silenzio si appesantisce man mano che si avvicinano al letto,  quando si siede sul bordo del materasso incupisce le spalle. 

« Mi perdonerai? » Non può vederlo, ma Harry sa che Louis si sta mordendo il labbro. 

Non può vederlo.

Scuote la testa, il fantasma di un sorriso sulle labbra. « Non ce l'ho con te.  » 
  
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