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Autore: Frafra9    03/11/2014    2 recensioni
Prologo
Dopo la "cordiale" visita dei Volturi a Forks e la scoperta che Renesmee non è l'unico ibrido tra i vampiri, ne è passato di tempo.
Renesmee è cresciuta e con lei è cresciuta anche l'amicizia verso Jacob, il suo Jacob, fratello/miglior amico e forse anche qualcosa altro che Nessie, deve e cerca di capire cosa prova veramente per il “suo” Jacob. Il ragazzo che le è vicino da quando è nata.
Jacob, dal parte sua, sa di amarla. ma sa che ciò che prova per lei non è, solamente, frutto dell'imprinting. Ma è bensì amore perché l’ha vista nascere e la vede crescere giorno per giorno.
Lei ricambierà questo amore o è solo amicizia?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Sono giorni che la mia famiglia, Jacob e il resto della riserva si comportano in un modo diverso dal solito. I turni di ronda da entrambe le parti. Ripetuti cambi di argomento in mia presenza. Non posso andare da sola a casa dei nonni e questo significa niente posto segreto. Jacob se lo vedo è sempre in forma di lui e non mi diverto poi tanto se lui non è umano.
< Jacob, potresti per favore, tornare umano?  > chiedo al grande lupo rossiccio, seduto davanti a me. Fa non con la testa.
< So che sta succedendo qualcosa e non vuoi dirmelo è così? > gli domando e fa si con la testa.
 
Come pensavo... qualcosa sta succedendo. Ed io lo scoprirò. Proviamo con l’organizzazione del mio compleanno, manca poco d’altronde.
 
< Riguarda il mio compleanno? > domando e anche qui fa no con la testa.
 
Non è il mio compleanno...  sarà forse...
 
< Jacob per caso è il vampiro dell’altro giorno? > gli domando e qualcosa mi dice che ho indovinato e, infatti, mi fa sì con la testa, ma appena si accorge della gaffa, scuote velocemente la testa per dire di no. 
 
Troppo tardi lupo. Ho già capito.
 
< Nessie, entra che devi finire i compiti e Jacob è di ronda > mi chiama papà, in piedi davanti alla porta di casa nostra. Saluto Jacob e sbuffando me ne torno in camera mia a studiare.
 
Seduta alla scrivania apro il diario e la prima cosa che guardo è il biglietto di compleanno di Bree Raven, una ragazza di scuola che ci avrò scambiato qualche parola nulla di più. Ha invitato mezza scuola al “Blue Sky” di Port Angeles. Io non posso andarci perché né la mia famiglia né Jacob mi possono accompagnare. Sbuffando sfoglio le pagine del diario per vedere quali e quanti compiti da svolgere devo fare, ma non ne ho per il giorno dopo. Così lo chiudo e con il foglio dei vari corsi extra scolastici, tra le mani, mi sdraio sul letto.
 
-Musica;
-Nuoto;
-ragazza pompon;
-Disegno;
-Recitazione;
-Letteratura;
-Giornalismo;
 
Nuoto e ragazza pompon, le scarto subito. Mi sono informata e oltre agli allenamenti ci sono le competizioni, le gare ed io se qualcuno mi sfida non dico mai no e divento competitiva anche troppo.
Giornalismo, via anche questo. Non mi piace fare la pettegola.
Via anche disegno, quello è un hobby e tale deve restare.
A musica, non hanno un pianoforte quindi niente. Imparare a suonare altri strumenti, non mi va.
Restano soltanto recitazione e letteratura che valuterò nei prossimi giorni, tanto non c’è fretta.
 
La mamma mi chiama che è pronta la mia cena. Anche stasera papà è di ronda e, infatti, a tavola ci sediamo solamente mamma ed io. A mangiare sono solo io, mamma mi tiene compagnia. Parliamo un po’ di tutto, tranne che di quello che sta accadendo in questi giorni. Come tutti in famiglia, sanno mentirmi cosa che non sopporto. Jacob per quanto anche lui cerca di mentirmi, alla fine non ci riesce.
Finito di mangiare, me ne torno in camera mia. Preparo lo zaino e i vestiti puliti per la mattina dopo e poi mi metto il pigiama, tv accesa su un film drammatico, e sotto le coperte con Jaco accanto a me.
 
È il giorno del mio sesto compleanno, sorrido al solo pensiero che manca un anno alla mia maturità ibrida e poi sarò una ragazza come tutte e non sarò più considerata una bambina dalla mia famiglia. Con il permesso dei miei, posso entrare a scuola più tardi. Inutile dire che per questo motivo, me la prendo comoda e, infatti, con molta calma e lentezza da far concorrenza a una tartaruga, mi alzo dal letto, mi lavo e vesto e vado in cucina a fare colazione.
 
mi dicono in coro i miei genitori, non appena metto il piede sulla soglia della cucina.
< Grazie > dico e mi siedo a tavola. Sul tavolo, non trovo la mia solita tazza di latte e cereali ma trovo un bicchiere di succo d’arancia, un piatto di uova e bacon, pancake con succo d’acero e del pane tostato con accanto ad un barattolo di nutella.
< Ho cucinato tutta la notte per preparati questa colazione > dice mamma scherzando. Rido e mangio tutto.
< Dai ci aspetta Carlisle per la tua visita e poi a scuola. Ti accompagniamo noi > dice papà, abbracciando mamma.
< Ok. La macchina la parcheggi fuori dal cancello > dico guardando seria a mio padre e lui scoppia a ridere.
< Parcheggerò fuori > dice papà.
 
A casa dai nonni, ricevo gli auguri da parte di tutta la famiglia e poi salgo con nonno Carlisle nel suo studio.
Il nonno comincia la sua visita.
Salgo sulla bilancia e segna il mio peso.
< Bene > dice e m’indica il muro
 Prende il metro vediamo la mia altezza e anche qui segna sul suo taccuino, come fa a ogni mia visita di controllo.
< Bene... dall’ultima volta, sei cresciuta soltanto due cm e mezzo. Questo significa che tra un anno non sarai alta due metri > mi dice sorridendo mentre cerca nella sua borsa da lavoro lo stetoscopio. Ricambio il sorriso.
 
Io altra quanto Jacob? Non riesco a immaginarmi. Bleah!
 
Poggia il freddo dischetto sulla mia schiena nuda e sente in silenzio il battito del mio cuore, veloce come un uccello in gabbia. Non segna nulla sul suo quaderno, annuisce soltanto mentre prende l’apparecchio per la pressione.
< E’ un po’ alta, ma per te è normalissimo > dice e segna.
Prende poi la luce che ogni medico ha e l’odioso bastoncino di legno e si siede davanti a me, mi fa aprire la bocca e tirar fuori la lingua.
< Tutto apposto > dice mentre sposta la lucina davanti agli occhi e la muove a destra, a sinistra, in alto, in basso. Poi passa la luce alle orecchie.
< Perfetto! > - dice spengendo la lucina e alzandosi in piedi – < Ultimamente, hai sofferto di mal di testa o senso di stanchezza. Mal di denti? Le gengive ti hanno dato fastidio? Lo sai che hai una quantità minima di veleno, nel tuo corpo e che non riesce a uscire > mi dice mentre ripone nella sua borsa, i suoi strumenti da lavoro.
< Niente di tutto ciò, a parte il solito raffreddore che passa in pochi giorni > rispondo facendo segno di no con la testa. Il raffreddore, è l’unica malattia che posso prendere e che tempo di due giorni la mia metà vampira manda via. È il veleno.
< Renesmee, stai benissimo. La tua crescita veloce sta per giungere al termine ed è da qualche mese che inizia a rallentare, ma questo lo hai notato anche tu > mi dice mentre mi fa segno di sedermi sulla sedia accanto alla scrivania - < In questi mesi ho parlato molto con Nahuel circa la vostra natura e alle differenze che pur essendo uguali, avete >
< Di carattere sicuramente siete diversi e anche molto.  Huilen mi ha raccontato di sua sorella Pire, la mamma di Nahuel. Era una donna sola e fragile non solo fisicamente, ma anche di carattere > mi dice nonno.
< Nonno ogni essere umano paragonato a un vampiro è fragile > gli dico interrompendo il suo discorso.
< Beh sì questo è vero... basta pensare a come nel corso del tempo, alcune credenze sono scomparse. Pire era sola aveva solo sua sorella ed erano fuggite dal villaggio. Tua madre non è mai stata sola, e pur essendo fragile nella sua natura umana, era forte e tenace, riusciva a tener testa a tuo padre, cosa molto difficile > afferma il nonno.
< Sì ma non capisco cosa c’entra con Nahuel e me > dico confusa. Sento la porta aprirsi e mi giro per vedere chi è. Sono mamma e papà che entrano e si mettono vicino a me.
< Posso fare una teoria. Tu a differenza di Nahuel, non esterni il veleno perché il gene che predomina in te è quello umano, di tua madre. Mentre in Nahuel.  Predomina il padre > finisce di dire il nonno.
< Carlisle, pensi che equivalga la legge del più forte? > chiede mamma.
< E’ soltanto una mia supposizione, non abbiamo dati certi, nessun libro parla di questo. Solo teorie si possono fare > le risponde nonno.
< Stiamo facendo tardi. Tu, Renesmee hai scuola e Carlisle, deve andare a lavoro > dice papà.
 
Arrivati davanti scuola, papà come promesso parcheggia la macchina fuori dal cancello. Li saluto velocemente e scendo dalla macchina, che due secondi dopo me li ritrovo al mio fianco.
 
“ Papà 
< Ho promesso che avrei parcheggiato fuori la scuola, non quella di accompagnarti dentro > mi risponde papà sorridendo e mettendomi un braccio sulle spalle.
< Il professore di biologia voleva vederci, tranquilla > mi dice mamma.
< Ok professore o meno, io vi salutò qui > - dico a entrambi - < I miei amici mi stanno aspettando. Ci vediamo dopo > li saluto e corro verso l’edificio numero tre, dove ho storia.
Saluto i miei amici brevemente dandoci, appuntamento a mensa, per poi dividerci per seguire ognuno la propria lezione. Lilly ed io abbiamo storia.
< Nessie, hai il libro di storia? Io me lo sono dimenticato a casa > Lilian davanti agli armadietti.
< Sì, ce l’ho io tranquilla. Com’è andata poi, la festa? > chiedo.
< Divertente. Peccato che non sei venuta, ti saresti divertita e poi c’erano dei ragazzi. >- sorride sistemando alcuni libri nel suo armadietto - < Ti sarebbero piaciuti >
< Mi spiace non esserci stata ma avevo un impegno. Parenti a cena > dico facendo spallucce e nel frattempo camminiamo verso l’aula di storia.
< Quel ragazzo carino, che ti è venuto a prendere l’altro giorno. Alto, moro, capelli lunghi, pelle olivastra e che tu, hai cacciato a malo modo? > mi chiede.  Ha descritto Nahuel.
< E’ tornato a casa sua. Ha passato l’estate qui e ora è tornato a casa > - dico - < E credimi, è stato meglio così >
 
Direi anche molto meglio.
 
< Da come si comportava, si vedeva che tiene a te > mi dice mentre ci sediamo al nostro banco.
< Lily, Nahuel è mio cugino più grande. Potrà anche tenere a me, ma è troppo possessivo, geloso ed io questo non lo sopporto. Che se vogliamo dirla tutta, nemmeno mi conosce. L’ho conosciuto, tre mesi fa quando è venuto qua a trovare i suoi zii ovvero i miei genitori adottivi >
L’insegnante di storia è entrata, un veloce saluto con appello alla classe, e la lezione inizia. Mentre spiega sulla Rivoluzione Americana, la mia mente vola al discorso di questa mattina con nonno.
 
Secondo nonno, tra Nahuel e me vale la legge del gene più forte. Io tendo a somigliare agli esseri umani perché tra mamma e papà, la più forte è mamma. Mentre Nahuel tende a essere vampiro per via del padre. E Jacob? Anche lui è un ibrido e in qual modo simile a me.
 
Il suono della campanella mi riporta alla realtà. Con Lilly andiamo a mensa, ci aspetta il resto del gruppo. Ovviamente Vin e Matt sono seduti al tavolo, Jenna e Suzie invece sono in fila al bancone.
< Lilly dammi la borsa che vado a posarla al tavolo e raggiungi le ragazze > le dico mentre le prendo la borsa dal braccio. Annuisce e va verso il bancone mentre io al tavolo poso le borse e la raggiungo.
Come al solito non so decidermi su cosa prendere e mi lascio consigliare dalle ragazze.
A tavola parliamo un po’ di tutto, anche se l’argomento del giorno è la festa di Bree e del suo essersi sentita male.
 
Chiederò a nonno.
 
Vedo Suzie e Jen prendere i vassoi, mi alzo per togliere il mio, ma mi fermano.
< Tu stai ferma qui > mi dicono in coro e vanno via. Guardo Lilly e mi sorride facendo spallucce. I ragazzi sorridono e basta.
< Happy Birthday to you > iniziano a cantare i miei amici non appena un piccolo dolce con sopra una candela si avvicina al tavolo.
< Grazie ragazzi > - dico sorridendo e anche emozionata per il pensiero. Sono i primi amici che ho e nemmeno ci conosciamo da molto - < Non sapevo che sapevate di oggi >
< Ho i miei informatori > mi dice Suzie.
< Adesso soffia ed esprimi un desiderio > mi ordina Jen.
Esprimo il desiderio.
 
Jacob ricambi il mio amore per lui.
 
Soffio a occhi chiusi.
 
< Come festeggerai oggi? Programmi? > chiede Vin mentre mangiamo la piccola torta che mi hanno fatto.
< A casa, con la mia famiglia. Nulla di che... > rispondo tranquilla.
 
 Le feste mi piacciono e le ho sempre festeggiate, ma sta succedendo qualcosa di strano in casa che ovviamente, nessuno vuole dirmi. Una festa a sorpresa non è perché conoscendo la zia Alice... mezza Forks, se non tutta, ne era già informato. Per non parlare di zio Emmett che non sa tenersi un segreto quando è di quelli belli. E Jacob?  Lui mi ha già detto di no.
Finiamo di mangiare la torta, buttiamo i piatti e le posate di carta nel suo contenitore e poi nuovamente a lezione. Due ore di trigonometria e poi a casa.
 
Ad aspettarmi fuori da scuola ci sono zia Rose e mamma. Avrei voluto che a prendermi fosse Jacob, mi manca terribilmente.
 
Quasi quasi chiedo a mamma se mi accompagna alla riserva...
 
< Com’è andata oggi? > mi chiede la zia.
< Benissimo. Niente interrogazioni > rispondo sorridendo.
< I tuoi amici ti hanno festeggiato > - mi dice mamma e si affretta ad aggiungere - < L’ha letto nella mente di una delle tue amiche >
< Sì e sono stati molto carini > rispondo salendo in auto. Alla fine rinuncio a chiedermi di accompagnarmi alla riserva, anche perché dovrei spiegare il motivo del voler andare da Jacob che magari, starà lavorando.
 
Sono in camera mia a studiare, ma non riesco a concentrarmi come dovrei, troppi pensieri. Guardo la tv, ma nemmeno quello mi distrae da una strana sensazione che ho da giorni. Ho bisogno di uscire e di andare nel “mio Regno”, ma non posso uscire.
 
Nessie pensa...
 
Chiamo papà con la mente
 
“Papà?”
 
Non sento risposta e quindi non è ancora tornato a casa.
 
Bene. Via libera.
 
Vado in salotto, dove mamma sta leggendo un libro, ma è una vampira e per quanto possa far piano, lei mi sente.
 
< Tesoro dove vai? > mi chiede mamma, alzando gli occhi dal suo libro preferito.
< In giardino ad ascoltare l’mp3 > rispondo sorridendo, mostro l’mp3 e apro la porta.
Sto un po’ in giardino fingendo di togliere delle erbacce da terra e non appena mamma non guarda verso di me, corro via verso il mio regno.
 
Mentre cammino per il bosco, tutto è silenzioso, nemmeno un uccellino vola, e la cosa m’indispettisce e mi fa anche paura. C’è troppo silenzio.
 
Sono una Cullen e non devo aver paura di niente.
 
Mi dico da sola per farmi coraggio. Prendo un bel respiro e mi concentro chiudendo gli occhi, come se dovessi andare a caccia. Libero i miei sensi e niente non sento nemmeno un battito d’ali di qualche insetto. Alle narici mi arriva un odore nuovo che non è di nessuno che conosco e, infatti, sono di due vampiri.
 
< Ciao bellezza.  Cosa ci fai qui tutta sola? > mi dice un vampiro dai capelli lunghi neri, con indosso dei jeans e una maglietta bucata. Si avvicina piano, io indietreggio - < Il bosco è pieno di mostri  >
< Mi spiace, ma non credo siano affari che la riguardano > dico in modo educato e dando del lei. La gentilezza e il rispetto verso chi non si conosce sono la prima regola.
Mi giro dando loro le spalle e calcolo velocemente se sono più vicina al confine o a casa, ma purtroppo entrambi i posti mi sono lontani. Resto, comunque pronta a correre, anche se serve a ben poco poiché loro sono più veloci di me.
< Ha un buon odore > dice la vampira dietro di me.
< Non sono la merenda di nessuno! > dico seria, fredda. Girandomi verso di lei e guardandola in faccia. Cerco di mostrarmi coraggiosa, sono una Cullen, mi ripeto. La verità è che me la sto facendo addosso!
 
Ho paura! Papà, Jacob, dove siete! Papà, se mi senti, corri qui!
 
< Oh si che sarai il nostro spuntino > dicono i due vampiri, venendo verso me, mentre io faccio dei passi indietro.  A un tratto sento ringhiare. Sono Leah e Seth.
 
Leah si mette davanti al vampiro che cammina verso di me. Seth, invece, con una testata scansa via la vampira vicina a me spingendola via di qualche metro, poi s’inchina segno di salire sulla sua schiena. Senza pensarci su due volte, salgo sulla schiena di Seth che inizia a correre.  La vampira si rialza e ci segue con la coda dell’occhio vedo arrivare Jacob, ringhia e si para davanti alla vampira, lasciando modo a Seth di correre via. La vampira, attacca Jacob gridando che io ero il suo pasto e cominciano a lottare.
 
Arriviamo a casa, davanti a me c’è tutta la famiglia.  Seth guaisce.
< Carlisle > dice papà guardando nonno che annuisce.
< Emmett, Jasper venite anche voi > nonno rivolto agli zii che annuiscono.
< Seth portaci lì > - dice papà poi mi guarda - < Con te, facciamo i conti dopo > e vanno via.
E il mio senso di colpa aumenta sempre di più.
 
Entro in casa e corro nella stanza del pianoforte. Mi siedo sul divano, stringo le ginocchia al petto dondolandomi nervosa, ho paura, mi sento tremendamente in colpa.
< Tesoro, eravamo in pensiero per te. Stai bene? > mi domanda mamma porgendomi una tazza con della tisana, preparata da nonna.
< Jacob sta bene vero? > domando guardando mamma. La nonna e le zie arrivano in quel momento e si siedono accanto a me abbracciandomi.  Nessuna risponde, anzi cambiano discorso che nemmeno sto sentendo.
 
Non m’interessano i vostri discorsi sul tempo, di cosa si dice in città, o della moda autunno inverno di quest’anno. Io voglio sapere di come sta Jacob!
 
< Bevi la tisana, ti farà bene > dice mamma porgendomi ancora quella tazza fumante.
< Non la voglio! > - dico infastidita e scanso la mano di mamma che da tazza a nonna e fa per abbracciarmi. La fermo. Non voglio essere toccata - < Sto bene, non mi hanno fatto niente Leah, Seth e Jacob sono arrivati subito.  Jacob sta bene vero? > domando ancora, ma nessuna risponde.
 
Non posso stare senza di lui.
Fa che stia bene.
Devo dirgli che lo AMO e che lui è il MIO Jacob.
È solo mio e di nessun’altra!
Non posso stare senza di lui. Non posso.
 
Me ne vado in giardino e mi siedo sugli scalini guardando il bosco davanti a me, con la speranza che Jacob arriva sorridendo, mi prende tra le sue forti braccia e mi dice di star bene.
 
< Non essere triste > - mi dice zia Alice - < Vedrai che nessuno si è fatto male, e tra poco staranno tutti qui > Si siede sugli scalini accanto a me e sorride. Ricambio il sorriso, ma non sono sicura che tutti stiano bene. Ho come un presentimento.
< E’ difficile non esserlo, quando un amico potrebbe essersi fatto male a causa tua > le dico asciugandomi gli occhi.
< Nessuno si è fatto male, fidati. Anche se non riesco a vedere i lupi, sono sicura che stanno tutti bene > mi dice sorridendo.
 
Se non c’era nessun “problema”, perché Seth avrebbe guaito e nonno è corso subito? Ok, l’avviso di papà me lo sono meritato e la sfuriata che mi farà dopo ci sta. Ho disubbidito.
 
< Carlisle e Edward, sono a La Push.  >dice zio Emmett, arrivando insieme allo zio Jasper.
< Si è fatto male qualcuno? Jacob è ferito? > - chiedo mentre sento invadermi di un senso di tranquillità segno che lo zio Jazz, sta usando il suo potere - < Zio per favore, potresti... >
< Ti sentivo agitata cosi, ho pensato... scusa Nessie > mi dice abbozzando un sorriso e smette di usare il suo potere.
< Oh ragazzi, siete qui. Ha telefonato Edward dicendo che stavate rientrando. Come sta? > dice nonna, venendo in giardino. Guardo mamma.
< Come sta chi? > chiedo. Riecco il potere di zio Jazz lo guardo e faccio no con la testa in segno di “non mi serve” ma lui, non smette.
< Jacob. Un vampiro, l’ha preso e l’ha solo stritolato un po’ > - dice zio Emm, abbozza un sorriso - < Ma tranquilla, è solo un po’ ammaccato. Sta bene e con lui c’è Carlisle >
< E’ colpa mia. Voglio andare da lui > dico. Faccio per muovermi ma mamma mi ferma per un braccio.
< Non adesso. Domani, ci andremo. Adesso saremo solo d’impiccio > - mi dice accendo un sorriso - < Ci sono nonno e papà a prendersi cura di lui, vedrai che starà meglio > mi abbraccia.
 
In effetti, sì adesso sarei solo d’intralcio...
 
Per alleggerire un po’ la tensione, zia Rose propone a tutti di entrare in casa.
< Tesoro, Jacob è forte. Vedrai che domani sarà in gran forma, come sempre > mi sorride zia Rose.
< Che ne dite se scartiamo i regali? > dice zia Alice sorridendo mentre mi mostra il tavolo con i miei regali di compleanno. Tutti sorridono e cercano di tirarmi su il morale, senza riuscirci. Mi sento uno schifo.
 
< Non ho voglia di festeggiare niente! > dico con rabbia e corro a chiudermi nell’ex stanza di papà.
 
Possibile che non capiscono che non voglio fare niente? Voglio soltanto stare da sola.
 
Dal cassetto della scrivania prendo dei fogli e una matita, disegno Jacob sia umano sia lupo.
 
Lo voglio qui.
 
Disegno noi, io e lui.
 
Così dobbiamo essere. E lo saremo...
 
Piango, senza accorgermene le mie guancie sono rigate da lacrime silenziose... le asciugo con il dorso della mano ma continuano a uscire, è una lotta tra la mia mano che cerca di asciugarle e le lacrime che non vogliono saperne di fermarsi.
Lancio via matita e fogli. Mi stendo a pancia su sul letto, fisso il soffitto e rivedo il pomeriggio nel bosco.
 
I due vampiri che si avvicinano a me.
Leah e Seth ringhiare e venire verso di noi.
Leah che attacca il vampiro.
Seth che spinge via la vampira più vicina a me.
Io che salgo su Seth pronto a scappare.
Jacob che si mette tra noi e la vampira
Jacob che lotta con lei.
 
 < Cosa diavolo ti è passato per la testa, eh? Ti era stato detto di non uscire da casa, e tu hai dovuto fare di testa tua > chiede papà, entrando nella stanza. Mi guarda severo si avvicina al letto.
< Ero stanca di stare in casa e volevo fare una passeggiata, da sola > dico mettendomi a sedere.
< Hai fatto stare in pensiero tutti. Il non sapere dove eri ha mandato tua madre nel panico e a me, ancora peggio, non riuscire a leggere i tuoi pensieri. Non farlo mai più > mi dice papà. Per la prima volta, credo, nella sua voce oltre alla rabbia ho sentito preoccupazione.
 
“Scusa papà. Non credevo di farvi star male. Volevo solo raggiungere il confine da sola e poi una volta arrivata là, avrei telefonato a mamma.”
 
Gli dico mentalmente mentre lo abbraccio e ricambia l’abbraccio.
 
< Ho sbagliato anch’io, dovevo portarti a La Push. Tu però non farlo più > mi dice dandomi un bacio sulla testa.
< Perché non mi avete detto di questi vampiri? Avrei capito e sarei stata attenta... > dico.
< Era per proteggerti e non farti preoccupare. Hai appena cominciato la scuola, ti stai facendo nuovi amici e pensare ad altre cose non ci è sembrato giusto > risponde papà.
< E sul non dirmi niente anche Jacob era d’accordo, immagino > gli dico.
< Sì, era d’accordo anche lui. E domani, dopo scuola tua madre, ti accompagnerà da lui > - mi risponde mettendomi su braccio sulle spalle - < E adesso, a scartare i tuoi regali. E’ arrivato anche Charlie >
 
Scendiamo in salone e vado ad abbracciare nonno Charlie, è venuto da solo perché Sue, è rimasta a La Push a dare una mano a Rachel e a Billy, con Jacob. Sue è infermiera.
Il nonno sa che Jacob si è ferito tuffandosi dalla scogliera. Così gli ha detto Billy per telefono.
 
Un’altra cosa non poteva inventarsi Billy proprio la scogliera doveva dire...
Va beh... scartiamo i regali.
 
Il primo regalo che scarto è quello dei miei genitori, un cellulare nuovo.
dico mentre li abbraccio e sorrido. Lo sanno bene che volevo un cellulare nuovo.
Il secondo regalo è dei nonni Carlisle ed Esme, una busta contenente dei soldi.
< Grazie! > dico li abbraccio e sorrido.
Da nonno Charlie, ricevo dei soldi e un orsacchiotto “poliziotto”.
< Grazie! >  dico e lo abbraccio e sorrido.
Gli zii Emmett e Rose mi regalano una trousse completa di tutti i tipi di trucchi. Sul viso di papà spunta una smorfia, non è molto contento del regalo.
< Grazie e la userò con moderazione > dico abbracciando e sorridendo anche a loro.
Ultimo regalo da scartare è quello degli zii Alice e Jasper. Una gonna color pesca con una maglietta giallina e per completare una borsa dello stesso colore della maglia, da usare anche per la scuola.
 < Grazie! > dico anche a loro abbracciandoli e sorridendo.
 
Nonna Esme ha cucinato tante cose buone ed io, non ho molta fame. Devo però fingere di avere fame, almeno per nonno Charlie. E’ venuto per il mio compleanno. L’unico.
 
Stasera doveva esserci anche Jacob.
 
Guardo la tavola abbozzando un sorriso, mentre zia Alice scatta qualche foto.
 
Per colpa mia.
 
Finita la cena e nonno Charlie va via, guardo in faccia otto vampiri e la rabbia, la delusione e il senso di colpa messi da parte per qualche ora, si fanno risentire.
< La prossima volta, vorrei sapere le cose e non restare all’oscuro di tutto. Non sono una bambina, cavolo! > dico arrabbiata.
< Lo sappiamo piccola e vedrai non accadrà più. Se succede qualcosa, te lo diremo > mi assicura zia Rose.
 < E vorrei ben vedere se la prossima volta non sarà così > le rispondo male.
< Renesmee! > mi sgrida papà.
< Certo ed è giusto che tu sappia cosa succede, solo così puoi avere protezione > - dice nonno Carlisle. Poi guarda mio padre - < Renesmee, per quanto piccola, non è più una bambina. Anche Jacob, era d’accordo nel dirle cosa stava succedendo >
< Jacob sapeva tutto? > domando a nonno Carlisle.
< Sì sapeva, ma non ti arrabbiare con lui > mi risponde.
 
 Jacob domani mi sentirà.
 
“Bip-bip”
 
Sul cellulare mi arriva un messaggio. Leggo il mittente, Jacob. Sorrido e apro la bustina virtuale:
                                                            
 Tanti Auguri Principessa!
 
Gli rispondo:
 
 Grazie! :)
 
Si è fatto tardi. Con il sorriso sulle labbra per il messaggio e ancora tanti sensi di colpa al cuore me ne vado a dormire.
 
Domani lo vedrò e ci parlerò.
 
Stringo Jaco al mio petto e mi addormento.
 
*Nota Autore* Nessie, ha capito che c’è qualcosa di strano nell’aria, ma nessuno le vuole dire niente, nemmeno Jacob. Tutto questo per proteggerla da un qualcosa che nemmeno lei sa di essere in pericolo. Che poi a dirla tutta, quei vampiri erano solo di passaggio, un po’ come James, Victoria e Laurent.
Vi chiedo scusa, per aver fatto del male a Jacob per la seconda volta (la prima è stata la Meyer in Eclipse) ma, mi serviva per due motivi. Il primo motivo, l’ho detto sopra ovvero nessuno ha detto niente a Nessie. Il secondo motivo, mi serve come “gancio” (mi sa tanto di Raffaella Carrà.) per il capitolo successivo, Anche “ammaccato”, come ha detto Emmett, Jacob le fa gli auguri di compleanno. Non poteva non farli.
Se il capitolo vi è piaciuto, fatemelo sapere. In che modo? Lasciando una recensione.
Frafra
   
 
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