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Autore: Fujiko_Matsui97    03/11/2014    7 recensioni
“This is Halloween, this is Halloween
Pumpkins scream in the dead of night
This is Halloween, everybody make a scene
Trick or treat 'till the neighbors gonna die of fright
It's our town, everybody scream
In this town of Halloween!”
“Mattestain! Sto cercando di concentrarmi!”
“Scusa, era per creare l'atmosfera...”
_________________________________
Sono in ritardo, lo so ^^'' ma spero che leggerete e apprezzerete lo stesso il mio tributo ad una delle feste più originali dell'anno, Halloween! Attendo impaziente pareri :)
Genere: Comico, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Near
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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[HalloweenTown]

 

Un tuono scosse l'insidiosa aria gelida, alimentando il fruscio dei rami.

Erano sibili che seccavano la gola, che ferivano le orecchie più di un urlo agghiacciante;

nella sospirata cantilena che si avvertiva nell'aria, una bimba era coperta da un mantello e saltellava nella via illuminata solo da un fioco lampione per poi scomparire, nel nulla.

Nel silenzio.

E tu, piccola mia, hai mai assaporato il suono del silenzio?

Foglie nere si stagliavano fino al cielo senza stelle, e hai mai assaporato l'arte di urlare fino a sentire la gola in fiamme?

La luna salutava beffarda, pallida e scarna, testimone in quella notte del più peccaminoso degli omicidi.

Due fari vitrei emersero nel buio della notte, capillari che insidiosi si rincorrevano nell'iride senza fondo, passi felpati che schiacciavano il suolo senza pietà; lenti, precisi, un ringhio che minaccioso frustava l'aria; era finita, nulla avrebbe potuto fermarlo, ci sarebbero state lacrime, grida e sangue dilatato di innocenti, ma doveva farlo: ormai era diventato un bisogno.

Lucente sotto un cielo senza stelle e che sembrava beffarsi degli uomini tutti, giunse a destinazione, un fremito nel pensare alle conseguenze di quel gesto così affrettato, nel cuore l'adrenalina che pompava forte per l'eccitazione della temerarietà, una risata bassa e roca che si faceva spazio nel gelo autunnale mentre alzava un ultimo sguardo verso quella finestra, l'edera scura e venosa radicata nella pietra consumata.

Avvertiva il proprio corpo a contatto con quell'ambiente così macabro, quella cantilena fissa nelle membra mentre sentiva l'erba umida addosso, la tensione divenire insopportabile, un brivido gelido lungo la spina dorsale e i denti appuntiti digrignati e...

Plooop.

-Aaah! Finalmente..!- sussurrò sollevato il lupo mannaro dagli occhi pece, sospirando allegro mentre, rivolto un ultimo sguardo alla sua opera d'arte che giaceva nel prato ben curato come una meravigliosa parentesi scura, svelto si allontanava: appena in tempo perchè il vetro della casa si spalancasse con un frastuono invidiabile, rivelando il terrore puro, il vero spirito di Halloween in un nero mantello che osservò il regalo del vecchio rivale giacere scomposto nel suo giardino, deturpando i suoi lineamenti perfetti in un ghigno furioso, tempestoso, che squarciò il silenzio della notte:

-WOLFLIEEEET!!!!!-

 

 

 

 

Lìghtcula vagava inquieto per le oscure stanze, illuminate da candelabri che rivelavano tendaggi rosso sangue e neri. Sua madre quando era in vita aveva sempre disprezzato quell'arredamento, trovandolo estremamente irrispettoso per chi non tifava Milan, ma il ragazzo aveva sempre fatto orecchie da mercante: a lui il viola non piaceva, lo trovava estremamente femminile, e poi erano quelli i colori adatti alla dimora di un vampiro che si rispettasse!

Pieno di orgoglio e di ira, il suo castello medioevale diroccato aveva di certo subito la sua influenza: la pietra antica e buia, le edere secche e rampicanti attorno alle poche e piccole finestre in legno consumato.

Lì passava tutto il giorno, non potendo uscire che di notte a cercare qualche preda, ed aveva imparato presto, aiutato dalla sua ossessione per l'igiene e l'ordine, ad armarsi ogni mattina di grembiule e, nel buio più totale, lucidare fino a far risplendere ogni superficie.

Certo, spesso a causa della penombra era andato a sbattere da qualche parte procurandosi non pochi lividi, tuttavia nulla poteva compensare la gioia di vedere gli ospiti soddisfatti nel trovare finalmente disinfettante e sapone liquido reperibile ovunque.

Si sa, infatti, che gli Abitanti del Terrore (così erano definiti in quel villaggio oscuro) non brillavano per buone maniere ed igiene personale, e spesso quando Lìghtcula aveva a che fare con i suoi ospiti, invece che disgustarsi per un occhio penzolante o denti così neri da far invidia al petrolio, rabbrividiva e quasi sveniva di fronte ad un pasto divorato senza masticare correttamente o al non uso dei tovaglioli di stoffa, con i quali egli si puliva ad intervalli regolari.

Tipi così non avevano più avuto, ovviamente, il permesso né l'onore di entrare in casa sua!

Aveva passato tutta la sua esistenza di 250 anni vampireschi a rassettare, ordinare, lavare qualunque cosa gli capitasse fra le mani e stando continuamente a dieta (mangiava solo prede secche e con poco sangue per non schizzarsi sul bavero del colletto) per ottenere cosa?, pensava ora con rabbia crescente al pensiero di lui.

Wolfliet.

Suo eterno rivale fin da piccoli, quando conquistava l'affetto e la stima di tutti con il suo morbido pelo da lupo mannaro, lo trattava con distacco e in modo sempre arguto, scatenando in Lìghtcula una pressione costante nel timore di essere sempre tenuto sotto controllo, peggio di quando abitava con i suoi e suo padre gli nascondeva le patatine: “La carne e il sangue hanno proteine, sono più sani!” lo ammonivano.

Nonostante la loro sfida continua, la situazione tra loro era sempre proceduta tranquillamente, e né lui né Wolfliet avevano iniziato ad assumere comportamenti infantili.

Fino a quel momento almeno.

Perchè, circa una settimana prima, Wolfliet aveva dato il via ad un'offesa che Lìghtcula non avrebbe perdonato né dimenticato: aveva riempito il giardino, il suo preziosissimo e curatissimo giardino, di bisogni nemmeno troppo piccoli. Uccidendo per soffocamento le sue adorate mandragole, per giunta!

Ora avrebbe anche dovuto tornare nella casa di Harry Potter a rubarne altre!

Quando gli aveva inviato poi una lettera di scuse con la firma della sua zampa, poi, giustificandosi spiegandogli che non era sua intenzione offenderlo ma solo “liberarsi dal peso che lo opprimeva da tempo” e che “non era riuscito ad aspettare perchè aveva avuto un attacco di dolori addominali” e infine che “per scusarsi gli avrebbe mandato a casa una squadra di disinfestazione dei territori” il volto di Lìghtcula era ormai diventato bordeaux dalla furia: non solo aveva osato iscenare una scusa così palesemente falsa, ma voleva anche inviare degli sconosciuti a toccare i suoi preziosissimi fili d'erba?!

Non glielo avrebbe permesso.

Le sue meningi si erano spremute notte e giorno per trovare una soluzione, e la sua mente aveva partorito un'idea a dir poco geniale: invitare Wolfliet con la scusa di averlo perdonato a cenare nella sua casa, per poi mettere del veleno nella ciotola dell'acqua e farlo fuori!

La notte di Halloween sarebbe stata la cornice perfetta per il suo piano folle, con la sua atmosfera gotica a fare da sfondo all'amaro destino di Wolfliet, le urla degli abitanti tutti a coprire la sua risata psicopatica nella notte!

Quando le prime tenebre iniziarono a fare capolino, finalmente, nel cielo di quel 31 Ottobre, Lìghtcula ebbe la certezza che era arrivato il momento: aprì le palpebre dopo quel pisolino così rilassante (non poteva mica farsi trovare da Wolfliet con accenni di occhiaie!) e si stiracchiò, indossando il suo nero mantello, canticchiando allegro:

 

È arrivata l'or

è arrivata l'or

delle tue feci mai più l'odor;

è arrivata l'or,

è arrivata l'or,

caro Wolfliet, finalmente ti farò fuor!

 

 

-Buongiorno, Lìghtcula. Piuttosto allegro oggi, eh?- lo salutò beffardo il suo pipistrello da compagnia, BatRyuk, ignorando palesemente il fatto che ormai fosse il crepuscolo.

-Puoi dirlo forte, Batman.- ghignò il vampiro, fiero del suo ingegno, facendo sbuffare seccato l'animale che continuava a sbattere le ali fin troppo grandi per un normale pipistrello: -Ti ho già detto che mi chiamo BatRyuk! Ormai abito da con te da 240 anni, non pensi sia ora di ricordartelo una buona volta?!-

-Magari domani...- l'altro lasciò cadere il discorso con un segno annoiato della mano, lasciando il povero animale maledire il giorno in cui aveva incontrato quell'idiota e allontanarsi con imprecazioni varie.

Lìghtcula, estraneo a tutto ciò, scolò la sua quantità di sangue al caffè giornaliera e, dopo essersi per bene preparato ed inamidato, si avvicinò allo specchio sopra il camino per ammirare la sua bellezza suprema.

Sorrise di fronte al suo riflesso, si mise un po' in posa... prima di sbiancare all'improvviso.

Gli occhi sgranati e gli spasmi su tutto il corpo, si avvicinò un po' di più ad osservare il viso, prima che un urlo ancora più agghiacciante di quello di una settimana prima svegliasse i vicini.

-AAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!-

 

 

 

 

Non troppo lontano, la strega più nota ed esperta di HalloweenTown aveva finalmente consegnato l'ultimo unguento maledetto, liberandosi dell'ultimo, disgustoso cliente.

Imprecò, era già in ritardo per il party in suo onore, e quel ranocchio le aveva solo fatto perdere tempo! Con uno schiocco di dita stava già per chiudere la pesante serranda e finalmente andare a prepararsi, quando con sua grande sorpresa una testa pallida emerse da sotto il ferro, teso verso di lei con disperazione: -FERMA! Maga Amellia, tu devi aiutarmi!-

Il viso sotto il caschetto biondo assunse un'aria furiosa, osservando quella figura avvolta dal pesante mantello entrare, delle bende a coprire il suo naso: -Oh, grandioso, ci mancava giusto Lìghtcula come cliente stanotte! Dimmi, vampiro vanitoso, perchè dovrei aiutarti!-

-Solo tu sei in grado, ed io ho bisogno di un incantesimo che annulli presto questa maledizione!-

Il vampiro aveva ignorato il tono presuntuoso che la strega aveva assunto per una volta: già era poco probabile che Amellia lo aiutasse, se avesse anche iniziato un litigio, con tutto l'orgoglio che quella maga con la mania della bellezza aveva, risolvere il suo problema sarebbe stato impossibile a priori!

Amellia, cercando di non gongolare troppo per la disperazione che quel vampiro trasudava nel considerarla l'unica in grado di aiutarlo, gli diresse un sorrisetto carico di rancore: -Col cavolo che ti aiuterò, fannullone che non sei altro! Stasera ho una festa, e poi ti sei dimenticato del banchetto dei Morti di qualche annetto fa? C'era il concorso de “la bella più spaventosa” e tu non hai votato per me.- aggiunse, piccata, e Lìghtcula le sorrise invocando perdono: -Ma tu hai vinto comunque, ricordi? Nessuno metterebbe in dubbio la tua bellezza assolutamente divina!-

Amellia lo osservò interessata ma mantenendo un offeso distacco, passeggiando pensierosa e lasciando ondeggiare i biondi capelli e mettendo in mostra il trucco nero, in pandan con il suo corpetto e pantaloni in pelle, mentre il vampiro continuava ad elogiarla senza sosta.

Dopo mezz'ora finalmente la strega cedette con la sua gentile concessione: -E va bene, va bene... ti aiuterò, anche se non posso assicurarti che non trasformerò il tuo pipistrello in una disgustosa farfallina nei prossimi giorni.-

Il vampiro gioì sollevato: -Allora, di cosa si tratta? Non ho tempo da perdere, io!-

-Una cosa terribile, Amellia... se solo sapessi!-

-Ma io non lo so, genio di Hogwarts, altrimenti non te lo starei chiedendo, no?!- ribattè la ragazza, piuttosto irritata, sbattendo le ciglia da sopra gli occhi cerulei: -Oggi devo ricevere Wolfliet, sto organizzando questa cena da prima che Jim Morrison scoprisse che ogni suo dente andava per i fatti suoi: era tutto perfetto, il pollo, le bevande, la casa, il veleno...-

-Oh, tu sì che sai come rendere attivo un ospite...- commentò colpita la strega, lasciandolo continuare tuttavia col suo discorso, in cui alla fine si indicò le bende sul naso: -...Insomma, mi alzo questa mattina, ops, volevo dire sera, e andando davanti allo specchio ho realizzato un fatto orribile!-

-Uffa, basta con questa 'scoperta orribile' fammi vedere di cosa si tratta! Sto davvero perdendo la pazienza, e va a finire che invece di una farfallina trasformerò il tuo pipistrello in un lombrico più viscido dei piedi di Smigol dopo che ha attraversato le paludi di Mordor!!!-

-Ooh, non penso tu voglia DAVVERO vederlo!... penzola!- la informò preoccupato il vampiro e la strega, mossa da uno scatto di furia, balzò in avanti e strappò le bende con le unghie laccate di nero, rivelando il fattaccio.

Amellia sbiancò, boccheggiò, sudò freddo e indietreggiò, inciampando nei suoi libri di magia e cadendo all'indietro con il sedere sul pavimento... e anche allora continuava ad indietreggiare come se avesse appena visto i Nightcore cantare in live.

...Insomma, non ne fu minimamente colpita.

Davanti a lei si ergeva il mostro, coprendola con la sua immensa ombra molleggiante:

-Ehm... Amellia..?-

-È... è...- faticava a respirare, allontanandosi di più da Lìghtcula nel vano tentativo di rialzarsi e, mentre cercava di trovare un aggettivo che potesse descrivere in modo esatto quella cosa, assunse un'aria disgustata: -...abominevorripiribrezzaventoso! Sbaglio o è più grosso delle labbra di Nina Moric?!-

-Allora, cosa farai per aiutarmi?- chiese sconsolato il povero vampiro, mentre la strega scuoteva il capo categorica: -Oh, no, no mio caro! Io non posso proprio fare nulla per te! Questo è talmente abominevole che nemmeno la Vichy, l'Oreal e la mia magia messe assieme possono fare nulla! L'unico che riuscirebbe a fare qualcosa è Chuck Norris!-

-Spiacente, signorina, ma questo è troppo persino per me!- Chuck Norris, seduto sul calderone al centro della sala, osservava pensieroso la scena carezzandosi il pugno nella barba del mento.

-E tu quando diamine saresti entrato in casa mia?!- Amellia si voltò, sconcertata e furibonda, verso il texano, che si congedò all'istante: -Mentre eri sotto la doccia. È stata una visione molto istruttiva... ora vado: sono in ritardo per il mio provino per Mercenari IV! Ciao, baby!-

Una volta scomparsa anche la sua nuvola di fumo, Lìghtcula cercò di catturare di nuovo l'attenzione della strega: -Come sarebbe a dire che non puoi farci nulla? Vuoi dirmi che devo rimanere con questo enorme brufolo per sempre?!-

-Bhe, ho finito i campioncini gratuiti della profumeria, perciò... si, mi dispiace.- sintetizzò Amellia, osservando delusa i tubetti vuoti delle creme: -Però... aspetta: forse qualcuno che può fare qualcosa c'è!-

Il volto di Lìghtcula si illuminò felice mentre, con uno scatto fulmineo, si aggrappava implorante alle gambe di Amellia, arrotolandosi come una piovra su uno scoglio: -Oh si, ti prego!!! Farò di tutto per risolvere il mio problema entro stasera!-

La strega, che fino a due secondi prima era intenta a puntare il mitra sulla faccia del vampiro per farlo staccare, ridimensionò la sua espressione disgustata, fermandosi dai suoi gesti convulsi per scalciarlo via: -Tutto, hai detto..?- calcò con uno strano sorrisino.

-Si, tutto, TUTTO!-

-Bhe...- con un calcio lo spedì nell'iperuranio, e Lìghtcula rotolò fino alla porta in posizione fetale: -Si dà il caso che conosca uno scienziato che fa al caso tuo e potrei andare da lui dato che fa entrare solo i conoscenti, ma solo ad una condizione!-

-Quale?- un Lìghtcula impolverato fino al midollo fece capolino da dentro macerie varie mentre Amellia fissava piscopatica le sue bambole voodoo con la N ricamata sopra appese alla parete come bersaglio delle freccette (e a volte spade medievali) e si voltò con un sorriso che andava da un orecchio all'altro: -Tu dovrai portarmi Near della Foresta Nera!-

-Uaah! Si, dai, mi piace, amo quella torta!- gioì il vampiro, saltellando e battendo le manine;

-Razza di idiota! Quella ce l'ho già!- lo percosse Amellia, che non sapeva se essere più schifata o disperata mentre indicava alle sue spalle Willy Wonka che, schiavizzato, cucinava quel dolce senza sosta né stipendio: -Voglio che porti qui nel mio antro Near, ovvero Nate Sheeper!-

-Oh!- ragionò finalmente l'altro: -Intendi dire la rarissima pecora della Foresta Nera?-

-Finalmente ci sei arrivato! Ho bisogno del suo sangue per creare finalmente l'infuso dell'eterna giovinezza: così sarò bella e alla moda per sempre come lo sono ora! Mi manca solo il suo sangue come ingrediente, ho già tutto: clavicole di squalo, tromba di salice piangente, spazzola di puzzola, labello di Marylin Manson...-

-D'accordo, d'accordo...- la interruppe Lìghtcula, che iniziava ad avere mal di testa: -Andrò nella foresta e ti porterò quella maledetta pecora: tanto che vuoi che sia portare qui un animale tanto docile! Te la porterò in fretta e concluderemo quest'affare, tu intanto vai dal tuo amico, ok?- si congedò e Amellia, dopo aver frustato un altro paio di volte Willy e Dora l'Esploratrice che le stirava i vestiti, si sedette sulla scopa a carburante Diesel e volò fino alla Palude dei Draghi.

 

 

 

 

Il sotterraneo verdognolo conferiva un aspetto artificioso a tutto l'ambiente che, pregno dell'odore di metallo e plastica fusa, si articolava in vari computer e macchinari dall'ignota origine.

Quando il domestico in smoking fece il suo ingresso, il ragazzo dai cepelli spettinati e rossi non si scompose più di tanto, anche se erano circa 56478 anni che non riceveva visite.

-Mattestain, c'è un ospite che desidera parlarti.-

-Non ora, Alfred.- rispose il rosso, ipnotizzato dal lettino davanti a sé mentre con una mano guantata girava l'enorme vite conficcata nel cranio: -Sto cercando di creare il mio Pikachu grandezza naturale.-

-Eh, no, scienziato pazzo dei miei stivali in Prada Swarovski! Ci ho messo mezz'ora ad arrivare qui a causa del traffico e adesso tu ascolterai la mia richiesta!-

Il rosso si voltò, stupito, riconoscendo la figura della sua vecchia conoscenza da dietro le lenti arancioni dei suoi goggles: -Bhe, hai i capelli gialli, come Pikachu vai bene uguale...- sussurrò, soddisfatto.

-Come hai detto?-

-Eh? Niente...- concluse lui con un sorriso angelico, prima di cambiare discorso: -Sono felice di vederti, Amellia. Traffico, hai detto? Ma non avevi la tua scopa stregata?-

-Appunto.- sbuffò stizzita la bionda, osservando spaventata il domestico accanto a lei che continuava a trangugiare marmellata con le mani: -Hanno chiuso la pista aerea fino alle 22:00. Maledetta Alitalia...-

-È da un po' che non ti vedo, e a quanto pare non conosci il mio nuovo domestico. Lui è Alfred Birthday.- sorrise Mattestain, avendo notato la precedente preoccupazione dell'ospite.

-Piacere, signorina.- il tipo dai capelli scuri e spinosi come il pelo di un riccio allungò cordiale una mano grondante di marmellata di fragole, e Amellia declinò gentilmente schifata l'offerta.

-Matt, mi devi aiutare: mi serve assolutamente un rimedio per togliere un enorme brufolo di un cliente in poche ore.-

-Wow... brutta faccenda.- commentò l'altro sollevando perplesso le sopracciglia; di fatto, si grattò la nuca pensieroso per qualche secondo prima di avere l'illuminazione: -Però forse qualcosa che posso fare ci sta: un paio di tenaglie!-

-Tenaglie, hai detto?- si stupì la strega, seguendo l'altro giù per gli scalini, fino al box degli attrezzi di lavoro che iniziò a svaligiare: -Si! Costruiremo delle tenaglie di dimensioni godzillioniche con le quali estrarremo il... ehm... quel bubbone. Farà un po' male, ma funzionerà sicuro.-

-Va bene, va bene.- cercò di chiudere quel discorso Amellia. Un po' di schifo era normale, dato che aveva cenato da poco: -Adesso mettiamoci al lavoro, il tempo corre.-

Mattestain lavorò per un paio d'ore, armeggiando con strani oggetti e avvicinandosi sempre di più alla fine della costruzione. La strega, paziente, leggeva gossip su facebook dondolandosi su uno degli scalini: -Finito!- informò soddisfatto e Amellia, che era giunta alla notizia clue secondo cui il Dottor Richtofen aveva appena sposato i suoi Nazi-zombies, staccò di malavoglia gli occhi dallo schermo: -Era ora, Matt! Bravo, ora possiamo anche andare.-

In quell'istante il temporale che stava scuotendo il cielo decise di riversarsi sul laboratorio di Mattestain che, dopo aver mostrato alcuni attrezzi fumare, si ridusse in corto circuito.

-Che succede?- esclamò allarmata la strega ma, per fortuna, dopo qualche istante tutto si illuminò di nuovo, perfetto e funzionante, rivelando la mano guantata del rosso sul suo sedere.

La bionda si voltò sconvolta e con lentezza studiata verso il suo volto impassibile: -...Matt?!-

-Ehm, scusa, è stato istintivo.- bofonchiò lui, prima di recuperare la sua precedente posizione: -Per un attimo ho temuto che mi si fosse crashato World of Warcraft- sussurrò scioccato lo scienziato, toccandosi il cuore palpitante prima di recarsi ad afferrare l'arnese appena costruito, un po' fumante: -Ma vedo che è tutto apposto. Andiamo a cercare il tuo cliente?-

 

 

 

 

Lìghtcula aveva male ai piedi.

Aveva camminato ormai per chilometri, ma quella foresta sembrava divenire più scura ogni volta che svoltava per un sentiero: rabbrividì per il freddo e si maledisse per aver comprato il mantello in filo di scozia e non in cashemire. Salì per l'ennesima viuzza, ma proprio mentre stava per arrendersi dal trovare la piccola pecorella inciampò su una radice stregata e cadde a faccia a terra.

Rialzata a fatica quest'ultima, scorse una figura pallida a quattro zampe osservarlo atona:

-Nate Sheeper!- esclamò, sollevato dall'averlo trovato ma, nell'istante in cui l'aveva nominato, la pecorella si girò e scappò.

-Ma...ma... ehi! Aspetta, ferma!- corse il vampiro, temendo che fosse inghiottita dal buio della foresta senza speranza di trovarla; il piccolo e candido animale correva a sua volta, fuggendo da quello che considerava senza giri di parole uno psicopatico e un disturbatore della quiete pubblica: dove erano gli zombie poliziotti quando servivano?, pensò seccato.

Improvvisamente, mentre correva atono, un sorriso cinico illuminò il suo volto morbido: se quel vampiro non se ne sarebbe andato da solo, Near sapeva come farlo scappare.

Lo condusse fino ad una buia grotta, dove entrò senza problemi. Lìghtcula, un po' scettico, vi si fermò a pochi metri, osservando l'interno buio e grottesco (dopotutto era una grotta.):

-Lìghtcula! Che ci fai qui? E la cena con Wolfliet?- lo chiamò BatRyuk, apparso all'improvviso e quasi facendolo spaventare: -Non ora, Batman.- rispose temerario il vampiro -Ho una missione da portare a termine! Near sarà mio!-

Detto questo entrò nella grotta, sotto lo sguardo scioccato del grande pipistrello: -Non sapevo avessi certe perversioni, Light... ma fa un po' come vuoi!- lo seguì.

L'interno era umidiccio e freddo, con rari e smeraldi fasci di luce a far risplendere rocce calcaree: pochi metri e Nate Sheeper era lì, intento a far partire un trenino meccanico.

Non sapevo che le pecorelle fossero frequentatrici di negozi di giocattoli” ammise fra sé e sé, prima di dare voce ai suoi pensieri: -Andiamo, Nate, sono in ritardo per una cena e ho bisogno di portarti alla strega Amellia... vieni da paparino, su...- sogghignò invitante e l'animale, voltatosi per un attimo a guardarlo con sufficienza, spinse il minuscolo trenino meccanico che, sbuffando un poco, iniziò a camminare in avanti.

Fu solo quando il trenino iniziò a crescere e a aumentare la velocità vertiginosamente, fino a raggiungere come altezza il soffitto della grotta che Lìghtcula, urlando come un ossesso, si dovette aggrappare alla fredda pietra per evitare di essere investito.

-Che figo...- commentò BatRyuk sghignazzando e il vampiro, vedendo che sbuffando il treno era uscito dall grotta si staccò, ansimante dal terrore: -Per tutte le sante mummie!- esclamò, incontrando gli occhi atoni di Near: -Quella pecorella mi ha fregato, non posso permetterlo!-

Minaccioso le si avvicinò: -Ora basta, vengo a prenderti!-

Near, con uno sbadiglio annoiato, rivolse le zampe sui suoi lego: immediatamente cominciarono ad aumentare di volume e grandezza fino a raggiungere dimensioni umane.

La malvagia Unikitty guidava quell'esercito.

-Tranquillo, Light, se necessario ti proteggerò con le mie enormi ali.- annuì sottovoce BatRyuk, leggermente inquietato da quell'animale.

-Oh, andiamo!- commentò Lìghtcula, ridendo divertito: -Speri davvero di battermi con delle costruzioni?!-

La gattina, offesa nella sua persona, indicò con la zampetta il vampiro: -PRENDETELO!-

Vitruvius, gli occhi di luce bianca, gli si lanciò addosso seguito poi da tutti gli altri, strappandogli con forza le bende sul naso.

-Batman! BATMAN! Avevi detto che mi avresti protetto con le tue ali, ora salvami!-

-Mmh, si, forse dovrei aiutarti.- commentò svogliatamente Ryuk, che ora sedeva accanto a Near che gli offriva delle succose mele: -Ma non ce la faccio, è troppo divertente! E poi mi chiamo BatRyuk!-

Con un ringhio e poi delle urla acute degne di Mika in concerto, Lìghtcula alzò le mani in segno di resa e corse fuori dalla grotta.

 

 

 

 

Frattanto la strega Amellia, seguita da un arrancante Mattestain sotto il peso della tenaglia versione magnum, era ormai arrivata alla faglia che delimitava l'ingresso della Foresta Nera (quella erbosa, non di cioccolata): si erano dapprima recati alla dimora del vampiro ma, comprendendo che esso non doveva essere tornato ancora, avevano deciso di andare a cercarlo.

Amellia stava dando di matto: voleva subito la sua ricompensa, non poteva sprecare più un attimo della sua madornale bellezza!

-Sei sicura... anf... che il vampiro si trovi qui?- domandò esausto lo scienziato, trovando a stento la forza di girarsi la vite che fuoriusciva dalla testa: -Sarà meglio per lui!- commentò sprezzante la strega, il fumo che le usciva dalle orecchie per la rabbia.

-Scusate, sapete come si arriva di qua alla dimora di Lìghtcula?- vennero interrotti da una voce davanti a loro: un lupo dal colore pallido e da profondi e confusi occhi neri: -Sono in ritardo per la cena a cui mi ha invitato perchè ho perso tempo a grattarmi la zampa, e adesso non so proprio come arrivarci... non vorrei essermi perso.-

-Non sarà mica..?- sussurrò il rosso alla strega, che annuì convinta: -Si, deve essere Wolfliet. Guarda, devi girare a destra e...-

-AAAAAAAHHHHHHH!- l'indicazione venne smorzata da un potente urlo in lontananza che fece voltare tutti e tre confusi, prima di vedere apparire dal buio Lìghtcula, che con le braccia all'aria e le ali ai piedi, andava loro incontro a velocità crescente.

Bloccatosi appena in tempo in una nuvola di polvere, afferrò il colletto del camice di Mattestain con le orbite degli occhi da fuori, disperato: -Aiutatemi! Un esercito di Lego mi insegue!!!-

-Uhm, tu devi essere il mio cliente, eh?- commentò perplesso lo scienziato, chiedendosi come mai i folli assassini psicopatici capitassero tutti a lui: -Abbiamo trovato una soluzione, basta che tu ti sottoponga all'azione di queste tenaglie e...- si sforzò di non vomitare di fronte al bubbone del vampiro, che arretrò sconvolto alla vista di quel gigante arnese: -EEEHH?! Io dovrei essere toccato da quel coso? Non ci penso nemmeno, non importa, rimarrò così! E tu che ci fai qui, brutto cagnaccio!- abbaiò in direzione di Wolfliet, che sorrise cordiale: -Oh, ciao Lìghtcula. Meno male, allora non sono l'unico in ritardo... ti sei dato alla febbre del sabato sera, eh?-

In quell'istante, Alfred Birthday, mosso da uno spasmo muscolare di cui soffriva fin da quando era un embrione, lanciò la marmellata raccolta in una mano in faccia al vampiro.

Essa divenne fluorescente e, sotto gli occhi perplessi di tutti, scomparve assieme al brufolo.

-Oh?- si toccò il naso il vampiro: -Evvai! Ce l'ho fatta! Ora nulla potrà fermare il mio piano! MUHAHAHAHA!!!- rise convulsamente nella notte, ignorando la tenaglia che, accanto a Mattestain, fu attraversata da una strana luce e, dopo essersi stiracchiata a dovere, iniziò a zompettare e a dirigersi minacciosamente verso di lui: -Che storia è mai questa?! Ehi... e-ehi! Il brufolo è sparito! Pussa via! Mi hai sentito, brutta ferraglia?! SPARISCIII!-

Di nuovo corse a perdifiato in una nuvola di polvere e fumo, tornando urlante e inseguito nella foresta.
-Ora capisco...- riflettè il rosso, battendo il pugno su un palmo: -Il blackout di poco fa deve avere animato i miei esperimenti!-

-EHI! Torna qui brutto vampiro, voglio la mia ricompensa!- urlò brutale Amellia, e Mattestain pensò che fosse il momento di iniziare il discorso che si era preparato negli ultimi 347 anni.

-A questo proposito, Amellia...- si grattò la nuca, imbarazzato: -Io penso che dovremmo lavorare insieme e conoscerci meglio, non pensi? Insomma, tu mi piaci molto e...-

Osservò in attesa la ragazza aprire la bocca per rispondergli quando, in un angolo lontano, essa scorse Nate Sheeper che la osservava con i suoi grandi occhi bui.

Subito ghignò attraversata negli occhi cerulei da una folle luce, prima di scattare verso di lui con le mani tese, facendolo fuggire perplesso: -Eccolo là! Near! NEAR?! Vieni qui, piccolo brutto..!!!-

Mattestain sospirò afflitto, e Wolfliet si grattò la nuca pensieroso: -E adesso chi mi offre la cena? Io sto morendo di fame!-

-Potresti venire da me, se ti va...- Mattestain scrollò cordiale le spalle: -Così magari puoi anche dirmi cosa ho sbagliato con Amellia...- sbuffò seccato, facendo sorridere il lupo mannaro:

-Wow, grazie! Verrò con piacere! Allora, secondo me dovevi essere più diretto, amico... sai come in quelle telenovelas in cui il tipo bacia all'improvviso la ragazza dei suoi sogni? Le femmine amano i fighi della situazione, mi capisci?-

Camminavano sottobraccio (in realtà sotto il braccio e una zampa) dirigendosi verso il più popolato villaggio del terrore.

-Mmh, si, forse hai ragione...-

-Ehi, Mattestain, posso farti una domanda?-

Al suo assenso, il lupo sorrise a trentadue denti affilati, una luce gioiosa nelle iridi:

-Dì un po', tu ce l'hai un giardino?-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice

 

Questo è il risultato dei peperoni a cena! Mamma lo dice sempre che devo evitare... u.u

Spero tanto che tanta scemità riesca a farvi sorridere, e che vorrete comunicarmelo tramite una recensione piccina picciò :3

Un ringraziamento grandissimo e speciale ad AlexSickness e alla sua madornale pazienza!

L'esame mi aspetta >-< ,

 

 

 

 

-FM.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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