Prefazione:
Lo so molto bene. So perfettamente che cosa tutti si aspettano da un racconto che ha tutta l’apparenza di una fiaba. Ma non ci riesco;
non riesco ad usare un lieto fine, non perché non mi piacciano ma…quello che scrivo è per una buona parte basato sulle mie esperienze, e non ho mai vissuto un lieto fine degno di questo nome. E poi, siate sinceri, nella vita i lieto fine non ci sono quasi mai. Quello che resta di solito è un agrodolce sentimento, a volte molto agro, a volte molto dolce.
E soprattutto, nulla nella vita finisce davvero.
Semplicemente si evolve.
Su, non guardatemi con quello sguardo di disapprovazione…provate a leggere questa storia, e a capire quello che non si vede con gli occhi.
CAPITOLO I: “Vetri”
Ogni vetro nasconde una storia, in ogni vetro si riflettono le immagini del mondo.
Voi mi potreste contraddire dicendo che esistono anche tante altre cose che riflettono, oltre agli specchi, e io vi correggerei perché non sto parlando solo di specchi. Di specchi ne esistono a milioni, tutti uguali, tutti che riflettono nello stesso modo, ma i vetri….non ne trovi mai due che riflettano in modo uguale, neanche se cerchi per un’intera vita!
I vetri sbiadiscono, trasformano, sporcano le immagini, raccontano una vita sempre diversa, una realtà che sfuma le sue apparenze. I vetri raccontano ciò che riflettono, e le storie che raccontano, sono più interessanti di quello che uno è portato a credere. E’ proprio da un vetro che inizia la storia di Pue.