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Autore: breath    05/11/2014    3 recensioni
°Seguito di Ride°
E' facile buttarsi a capofitto nel vortice della vita di cinque rockstar, farsi trascinare dalla corrente dell'alcool, delle droghe, del sesso e della musica dimenticandosi di piantare le proprie radici su un terreno solido.
Per Bonnie, l'aver conosciuto Slash e i Guns N' Roses equivaleva al muoversi a ritmo di musica su un palcoscenico illuminato da un milione di luci scintillanti. Ma se le luci si spengono e la musica cambia, quel palcoscenico manterrà il suo splendore? Bonnie dovrà camminare al buio in cerca del suo interruttore, senza sapere se la mano che sta stringendo la guiderà o la spingerà lontano facendola cadere.
"Bite the hand that feeds
Tap the vein that bleeds
Down on my bended knees
I break the back of love for you."
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sweeter than Heaven, hotter than Hell'
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"One more shot across the bow
 One more bullet through the heart
 You've got me bleeding on the ground
 I got you wounded in the dark
 Why do we always, take this way too far?

 Surrender tonight there's time save tomorrow
 Mama don't you let me down
 This broken alliance
 Leaves me so hollow
 And wondering how

 Did the bed that we made
 Become our battleground?

 Well the damage has been done
 I know you hurt so don't pretend
 Where we're used to making love
 Now we're making war instead
 Before it's too late
 Lay your arms down let me in."


|Slash ft. Myles Kennedy and the Conspirators - Battleground|


Bonnie chiuse gli occhi appoggiandosi con un fianco alla macchinetta del caffè che in quel momento stava producendo un fastidioso ronzio che sembrava perforare le sue orecchie ed acuire maggiormente il suo mal di testa. 
Prese il bicchiere di caffè e si avviò stancamente verso la sala di aspetto illuminata da accecanti luci al neon che le fecero socchiudere infastidita gli occhi. Si sedette su una scomoda sedia imbottita che l'aveva accolta in quelle ore di esasperante attesa e si maledì per l'ennesima volta per il fatto di non avere con sé il portafoglio. Avrebbe potuto comprarsi un libro per ingannare l'attesa o un pacchetto di sigarette ma era senza soldi e gli spiccioli che aveva miracolosamente trovato in una tasca dei jeans erano bastati solo per quel caffè a dir poco vomitevole. Ne prese un sorso con una smorfia di fastidio e vide in quel momento Cheryl uscire da una stanza. Si alzò e andò rapidamente da lei.
- Come sta?-
- Si è svegliato per un paio di minuti ma poi si è addormentato di nuovo. Gli hanno fasciato i polsi e hanno detto che si rimetterà presto, i tagli non erano profondi ed erano orizzontali.- rispose la ragazza stancamente asciugandosi con l'indice una lacrima che si era appena liberata dall'angolo del suo occhio. 
Bonnie la abbracciò e le diede il suo caffè.
- Non ho abbastanza soldi per comprarne un altro. Non è molto buono ma è meglio di niente.- si scusò. 
- Non importa. Grazie di essere qui e grazie di avermi avvisata. Se non fossi passata tu a casa non so... non so come sarebbe finita.- 
La sua voce si spezzò e ricominciò a piangere mentre la mora la abbracciava di nuovo. 
- Vedrai che starà bene, era sconvolto ma adesso si rimetterà. Tu devi essere forte, per lui.-
- Lo so che devo essere forte ma sono così stanca! Io non so più cosa fare, come fargli capire che non deve buttarsi via in questo modo, che non ha bisogno della droga per essere felice!- 
Bonnie le accarezzò le schiena tentando di calmarla e le passò un fazzoletto. 
Avrebbe voluto piangere anche lei, almeno si sarebbe sfogata e poi si sarebbe sentita meglio. Ma i suoi occhi rimanevano rigorosamente asciutti e il suo corpo era come preda di un incantesimo che le dava l'impressione di essere sott'acqua: tutti i rumori parevano distanti e le immagini che i suoi occhi le restituivano apparivano irreali; l'unica cosa che il suo corpo percepiva con assordante intensità era quel mal di testa che sembrava stesse per spaccarle il cranio in tanti pezzettini. 
Davanti ai suoi occhi scorrevano a ripetizione le immagini di quelle ultime ore: il corpo di Steven per terra, il sangue rosso che macchiava il pavimento, l'arrivo dell'ambulanza e poi quello di Cheryl, il viaggio fino all'ospedale, quella dannata sala di attesa. 
La ragazza seduta vicino a lei intanto si era calmata ed ora si asciugava gli occhi in silenzio guardando nel vuoto.
- Io... forse dovrei chiamare Slash, dirgli quello che è successo...- mormorò sovrappensiero Bonnie. Cheryl si limitò ad annuire.
- Ehm... hai per caso degli spicci? Sono senza soldi.- 
Prese le monete che la ragazza le allungò distratta e si avviò verso il telefono pubblico componendo il numero di casa.
- Pronto?- 
La familiare voce di Slash fu sorprendentemente lenitiva per le sue orecchie. 
In quel momento non le importava più di tanto  del fatto che era ancora arrabbiata con lui e che erano giorni che non si parlavano decentemente, aveva bisogno di lui e tutto il resto non importava.
- Sono io, sono all'ospedale... Steve ha provato a suicidarsi e io... puoi venire?- 
Sentì la sua voce incrinarsi e chiuse gli occhi mordendosi un labbro.
- Quale ospedale?- chiese la voce dall'altra parte dopo un attimo di esitazione. 

Bonnie stava distrattamente sfogliando una rivista quando Slash fece il suo ingresso. 
Il ragazzo si guardò per un paio di secondi intorno poi la vide e i suoi occhi non la mollarono un secondo fino a quando non si sedette accanto a lei. 
La ragazza si buttò tra le sue braccia ed inspirò il suo familiare odore sentendosi più tranquilla. 
Slash la strinse per un breve momento a lui prima di allontanarsi e guardarla serio.
- Cosa è successo?- 
La mora gli raccontò brevemente i fatti accaduti studiando ogni sua reazione. Lo vide irrigidirsi e stringere i denti ma non dire niente fino a quando lei non finì di raccontare. 
- Quindi si rimetterà, non è stato nulla di serio?-
- Sì, si rimetterà ma non direi che non è stato nulla di serio! Voleva uccidersi! Non mi sembra una cosa di poco conto!- esclamò Bonnie guadagnandosi l'occhiataccia di un'infermiera che passava di lì e che le intimò di abbassare la voce. 
Slash sospirò e si appoggiò contro lo schienale della sedia.
- Ne stai facendo una tragedia. Ok, è sconvolto perché è stato cacciato ma non penso che volesse farsi del male sul serio, avrebbe preso una pistola o qualcosa del genere altrimenti.-
- Come fai a sminuire una cosa del genere? E soprattutto come diavolo avete fatto a cacciarlo?- chiese la ragazza cercando di ignorare il crescente mal di testa.
- Non la sto sminuendo, la sto guardando per quella che è veramente, al contrario di te. E l'abbiamo cacciato perché non ha rispettato gli accordi, quando si è presentato alle prove era fatto come una merda, non saremmo andati da nessuna parte con un batterista che non riesce a tenere delle fottute bacchette in mano e lui non ha intenzione di darsi una calmata, non avevamo scelta.- replicò lui guardandola severo.
- C'è sempre una scelta e cacciarlo non mi sembra quella migliore. Potevate fare un miliardo di altre cose per evitare questa cosa, potevate provarci di più ma avete scelto di abbandonarlo a se stesso!- disse Bonnie alzando di nuovo la voce, minimamente intimidita dal modo in cui il riccio la stava guardando.
- Cosa cazzo stai dicendo? L'abbiamo abbandonato? Ok, Axl e Izzy a momenti non volevano neanche vederlo in foto ma io gli ho fatto da balia per mesi cercando di farlo ragionare, di dirgli di smetterla e Duff lo stesso. Abbiamo provato a parlare con i suoi spacciatori, a fregargli la roba ma è stato tutto inutile e mi sono rotto il cazzo di stargli dietro, non è un bambino e non capisco perché dovrei farmi un culo così per farlo smettere quando lui non ne ha la minima intenzione. Che faccia quel che cazzo gli pare non mi interessa più!- disse lui alzando a sua volta la voce.
- Ragazzi, se dovete discutere andate fuori, qui siamo in un ospedale.-  
Una guardia li interruppe guardandoli severo. 
Slash lo guardò a sua volta con sfida ma poi si alzò mormorando qualcosa sull'avere bisogno di una sigaretta e uscì fuori subito seguito da Bonnie che, non appena varcarono le porte dell'edificio, lo aggredì nuovamente. 
Anche se non pensava effettivamente tutto quello che diceva era troppo arrabbiata per quella situazione e vedeva in Slash il colpevole di tutto, forse perché semplicemente era più semplice scaricare su di lui la sua frustrazione e la paura che quella notte, che il corpo privo di sensi di Steven avevano provocato in lei.
- Tu ti stai lamentando del suo comportamento da tossico? Come ti permetti di giudicarlo quando anche tu eri messo esattamente come lui e non avevi la minima intenzione di smettere? Mi hai fatto passare l'inferno ma io non ti ho mica lasciato perdere come hai appena fatto tu! Non fare quello bravo e senza alcuna colpa quando sei nella sua stessa merda!-
- Ah, eccoci di nuovo qui! Ci risiamo. Ti piace tanto rivangare il fatto che sia stato un tossico vero?-
- Lo sei ancora...- mormorò Bonnie incrociando le braccia. 
Lo vide fermarsi basito e le sembrò di vedere chiaramente come la furia cresceva in lui rischiando di farlo scoppiare, di fargli perdere quella calma che sembrava accompagnarlo sempre.
- Vaffanculo! Cazzo, non è vero, lo sai che ne sono uscito e non perché mi sei stata attaccata al culo ma perché volevo io! E Steven non ne uscirà finché non vorrà farlo!-
- Non ne sei uscito per niente, non crederti tanto migliore di lui solo perché non ti fai più di eroina, la coca non è tanto migliore quindi sì, Slash, sei un tossico e negarlo non ti farà smettere di esserlo né ti renderà diverso da Steven. L'unica cosa che vi rende diversi è il fatto che tu non sei stato cacciato dai Guns quando c'eri dentro con l'eroina mentre lui sì!- gli urlò a un centimetro da viso perdendo l'ultima briciola di razionalità che le era rimasta in corpo, dicendo quelle parole e sapendo che in questo modo lo avrebbe ferito. Ma in quel momento voleva ferirlo, voleva farlo stare male come stava male lei, come stava male Steven in quel letto di ospedale. 
Avrebbe continuato a sfogarsi su di lui ma il suo mal di testa si fece improvvisamente più acuto. Un fischio assordante le perforò le orecchie e i suoi occhi osservarono il viso di Slash distorto dalla rabbia senza riuscire a metterlo a fuoco. Vedeva le sue labbra muoversi ma non sentiva niente di quello che diceva, il suo campo visivo si colorò di tante macchioline gialle. 
Si premette le mani sulle tempie e chiuse gli occhi provando a dire qualcosa prima di perdere conoscenza.

Si risvegliò su un letto di ospedale e si guardò intorno confusa prima di ricordarsi cosa era successo. 
Slash era su una sedia accanto a lei con la testa abbandonata nel vuoto oltre lo schienale e gli occhi chiusi.
- Cosa è successo?- chiese lei con voce impastata. 
Slash si riscosse e la osservò un po' prima di risponderle con un tono strano, formale.
- Sei svenuta. Il dottore ha detto che hai avuto un abbassamento di pressione.-
- Oh, io non mi sentivo molto bene...- rispose Bonnie in imbarazzo, ora memore della loro discussione, di ogni parola cattiva che gli aveva rivolto. 
Certo, Slash e gli altri avevano sbagliato a cacciare Steven ma poteva anche capire le loro ragioni. Steven non sembrava intenzionato o comunque non sembrava riuscire a trovare la forza di volontà necessaria per smettere ed effettivamente non potevano fare molto per aiutarlo se lui non si impegnava in prima persona per farlo, soprattutto se dovevano iniziare a incidere trenta canzoni. 
Rimaneva convinta del fatto che avrebbero potuto fare ancora qualcosa prima di cacciarlo ma ora capiva che non era stato giusto prendersela così con Slash quando sicuramente neanche per lui doveva essere stato così facile fare una cosa del genere. Aveva incolpato lui e gli altri di tutto perché era più facile trovare qualcuno a cui dare la colpa invece di ammettere che la colpa era di tutti, la colpa era della droga, dei soldi, dell'ego e dell'orgoglio, e questi ultimi erano nemici ai quali non poteva urlare addosso. Slash invece era umano, materiale, era di fronte a lei e poteva urlare addosso a lui, poteva scaricare la sua rabbia su di lui dicendogli anche cose che non pensava. Era consapevole del fatto che la droga non era sparita dalla sua vita, forse non lo avrebbe mai fatto, ma non pensava che il riccio e Steven fossero nella stessa situazione e soprattutto non pensava che Slash fosse ancora nella fase del classico tossico che si sveglia e si fa di qualcosa prima ancora di mettere i piedi fuori dal letto, al massimo era alcolizzato, ma tossico no, non più, il suo atteggiamento nei confronti della droga era cambiato, magari impercettibilmente, ma era cambiato e lei, chiamandolo in quel modo, non solo aveva sminuito i passi avanti che aveva fatto, ma aveva anche fatto finta di non essersi accorta di quel cambiamento. 
Lo aveva attaccato usando un argomento che rappresentava ancora un nervo scoperto per loro e in quel momento se ne pentiva.
- Ti porto a casa- mormorò lui alzandosi senza dire altro e uscendo dalla stanza. 
Dopo poco tornò accompagnato da un dottore che le fece una breve visita dicendole che era tutto nella norma ma consigliandole di riposarsi per quel giorno. 

In breve entrambi furono nella macchina nera del riccio che questo guidava con aggressività nel traffico mentre Bonnie rimaneva in silenzio. 
Vedeva che era arrabbiato con lei e anche lei lo era con lui ma era anche dispiaciuta per avergli detto certe cose, per aver ritirato fuori vecchie questioni, per avergli dato del tossico. 
Si sentì ancora peggio quando lui all'improvviso si mise a frugare in una tasca della giacca e dopo poco le allungò un sacchetto di orsetti gommosi.
- Mi hanno detto che devi assumere zuccheri, per la pressione...- spiegò al suo sguardo interrogativo lanciandole una breve occhiata e poi tornando a guardare davanti a sé. 
La ragazza aprì il sacchetto e cominciò a mangiare in silenzio cercando di ignorare quell'atmosfera tesa e il mutismo del ragazzo accanto a lei. L'unica interazione fra i due avvenne quando Bonnie allungò il sacchetto verso Slash e lui prese alcuni orsetti senza però degnarla di uno sguardo. 
Quando arrivarono a casa Slash si diresse subito in cucina alla ricerca di un alcolico e Bonnie andò in bagno facendo partire l'acqua per riempire la vasca: aveva bisogno di un bagno almeno per cercare di rilassarsi. Lasciò la porta socchiusa e iniziò a togliersi i vestiti stancamente mentre sentiva Slash armeggiare in cucina con bottiglie varie. Si immerse completamente nell'acqua trattenendo il respiro e chiudendo gli occhi, lasciando che una spessa coperta di schiuma bianca la nascondesse dal mondo e mascherasse il fatto che sembrava che ultimamente la sua vita fosse stata travolta da un uragano e che lei ormai non avesse più alcun controllo su di essa. 
Quando i suoi polmoni le ricordarono che aveva bisogno di ossigeno riemerse ed aprì gli occhi appoggiando le braccia ai lati della vasca e guardando pensierosa la pacifica dormiveglia dei rettili che si trovavano nella grande teca in vetro che Slash aveva fatto costruire in bagno. La loro pelle squamosa sembrava risplendere sotto la luce artificiale, in netto contrasto con i colori scuri di quella stanza che creavano un'atmosfera pesante e soffocante, o forse era solo il suo animo a sentirsi pesante e stanco, stanco di lottare quella battaglia persa con la droga che aveva rapito una delle persone più vicine a lei, stanco di litigare con la persona che amava, impaurito e tremante perché la loro famiglia era diventata una pallida ombra di quello che era stata e lei non sapeva come fare per impedire che sbiadisse del tutto. 

Un movimento ai lati del suo campo visivo attirò la sua attenzione e la distrasse dalle sue riflessioni; girò di poco la testa e vide la figura di Slash ferma sulla soglia della porta. 
Si guardarono in silenzio negli occhi poi Bonnie decise di prendere parola.
- Possiamo parlare?-
- Vuoi continuare quello che avevi iniziato?-
- No, voglio chiarire questa cosa, con calma.- 
Il ragazzo la studiò in silenzio poi si avvicinò a lei sedendosi sul coperchio del water in attesa che lei continuasse.
- Ho sbagliato ad aggredirti così, ero arrabbiata e me la sono presa con te, non pensavo tutto quello che ti ho detto. Non penso che tu sia messo male come Steven, anche se ti fai ancora di coca...- 
Gli occhi neri di Slash la guardarono con diffidenza, non sapendo come prendere quella sua improvvisa remissività.
- Mi faccio solo qualche striscia ogni tanto, quando ci siamo conosciuti ero messo peggio- mormorò infine in risposta guardando il suo bicchiere.
- Lo so, davvero! Non mi fa piacere ma non ti sto condannando, è ok, posso accettarlo. E sono fiera di te, per il fatto che tu sia stato abbastanza forte da lasciarti l'eroina alle spalle- ammise in imbarazzo. 
In quel momento, dopo gli ultimi avvenimenti, capiva alla perfezione quanto Slash fosse stato vicino al punto di non ritorno, quello in cui l'eroina prende il sopravvento su tutto: la musica, la famiglia, gli amici. Aveva già iniziato a percorrere quella strada ma poi era ritornato sui suoi passi e lei aveva compreso meglio quanta fatica gli fosse costato quel gesto solo dopo aver osservato Steven provarci e fallire miseramente molteplici volte. 
Alla fine, al di là di quali fossero state le sue motivazioni, era riuscito ad uscirne e, anche se non aveva smesso con tutto, non era la stessa cosa, la coca non gli faceva lo stesso effetto dello speedball, che lo aveva  trasformato in un'altra persona.
- Neanche io avrei dovuto aggredirti così...- mormorò lui sfuggendo ancora il suo sguardo.
- Ma mi manda fuori di testa questo tuo prendere sempre le parti di Steve!-
- Lo faccio perché è un mio amico ed è molto fragile in questo periodo, non capisco come tu non possa rendertene conto!- 
Slash sospirò pesantemente e le lanciò un'occhiata in tralice.
- Me ne rendo conto Bonnie ma tutti abbiamo i nostri casini e dobbiamo cercare di risolverli da soli, io l'ho fatto, Izzy l'ha fatto e anche Duff e Axl. Nessuno di noi ha chiesto l'aiuto degli altri.-
- Ma Steve aveva bisogno di sapere che voi eravate lì per lui. Forse questo l'avrebbe aiutato...- 
Si fermò e sospirò anche lei, erano alle solite: lei e Slash vedevano la questione da due poli opposti e non c'era modo di incontrarsi a metà.
- Oppure no, non lo so ad essere sincera ma sono sicura in ogni caso che lui avesse bisogno di voi.-
- C'è qualcosa tra voi?- 
Quella domanda le giunse tanto inaspettata che si voltò di scatto verso Slash, che la fissava in attesa della sua reazione, spalancando gli occhi sorpresa.
- Cosa? Ma sei impazzito?-
- Certe volte non so più cosa pensare...- ammise lui appoggiando il bicchiere ormai vuoto sul bordo del lavandino ed evitando i suoi occhi. 
- Ho mai fatto qualcosa che ti ha dato motivo di dubitare di me?-
- Ultimamente sei sempre così preoccupata per lui, così attenta a come sta e altre cazzate... e non è che stiamo facendo molto sesso...- 
Bonnie lo fissò incredula poi non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere sotto lo sguardo stupefatto di Slash.
- Ti sembra una cosa divertente?- le chiese poi offeso, alzandosi e facendo per andarsene ma la ragazza gli afferrò un braccio per fermarlo e glielo tirò per intimargli di sedersi sul bordo della vasca. 
Visto che lui non accennava a muoversi e, ferito nell'orgoglio per quella sua confessione così difficile da fare e che era stata presa alla leggera, continuava a guardare ostinatamente da un'altra parte. la ragazza si alzò in piedi lasciando che la schiuma scivolasse veloce sul suo corpo e a quel punto ottenne la sua attenzione. 
Gli mise le mani ai lati del viso e lo forzò a guardarla.
- Non ti sto prendendo per il culo ma la cosa mi sembra così assurda che mi fa solo ridere. Ti voglio ricordare che ti amo e non ho mai voluto nessuno che non fossi tu. Sono preoccupata per Steven perché non sta bene e questo è quanto, non c'è nient'altro. Ok?- Slash a fatica annuì e Bonnie si avvicinò a lui per baciarlo dolcemente, intenerita da quelle sue insicurezze, per poi sentire le sue mani stringerle i fianchi e scendere più giù fino ai suoi glutei.
- Per quanto riguarda l'altra questione, ti devo ricordare che negli ultimi giorni tornavi a casa troppo ubriaco per riuscire a concludere qualcosa?-
- Ehi, io non sono mai troppo ubriaco per queste cose, eri tu che dormivi ogni volta che tornavo a casa e non volevo disturbarti- disse lui punto sul vivo.
- Facciamo che io ero stanca e tu ubriaco- replicò Bonnie divertita, socchiudendo gli occhi al tocco delle sue mani su di lei, tocco che le sembrava di non sentire da un'eternità.
- Beh adesso non sono ubriaco, più o meno.-
- E io sono sufficientemente sveglia, penso.- 
Lo sguardo di Slash si accese e tornò vivo come non lo era da giorni. Le mise un braccio sotto le ginocchia prendendola in braccio e portandola quasi di corsa in camera tra le sue risate divertite. 
In quel momento Steven e i Guns erano lontani, entrambi sentivano la necessità di ritrovarsi come avevano sempre fatto, nel punto in cui tutto era iniziato, il punto a metà strada in cui si incontravano.

Erano stesi sul letto in silenzio, entrambi sfiniti ma non ancora pronti ad abbandonarsi al sonno. Mentre Slash la cullava Bonnie stava ritornando con il pensiero a quell'ospedale in cui Steven era in quel momento e al suo dolore. Certo, era stata via solo alcune ore e comunque, almeno dal punto di vista fisico, il biondo si sarebbe rimesso presto ma le sembrava di averlo abbandonato. Forse avrebbe dovuto chiamarlo o tornare in ospedale, se solo non avesse avuto così tanto sonno.
- Steve starà bene vedrai, supererà anche questa- disse Slash intuendo la direzione dei suoi pensieri.
- Non c'era altro modo di fare questa cosa? Non si poteva evitare di cacciarlo?-
- No. Non in questo momento. L'abbiamo avvisato e lui ha firmato l'accordo, un accordo legale, ma non lo ha rispettato e non potevamo fare altro a quel punto.- 
Bonnie sospirò e si strinse maggiormente a lui. Non era convinta delle parole di Slash ma capiva che in quel momento i sentimenti del riccio nei confronti del batterista erano totalmente diversi rispetto ai suoi e che avrebbe dovuto accettarli, rispettarli. 
Prima di chiudere finalmente le palpebre e abbandonarsi al sonno si ritrovò a sperare che questo non li allontanasse di più l'uno dall'altra, che non generasse altre fratture nel loro rapporto perché sentiva di non avere più le forze per cercare di rimettere di nuovo insieme i pezzi.


Buon pomeriggio piovoso di Novembre. 
Come vedete Slash e Bonnie si sono in qualche modo di nuovo avvicinati, si sono dovuti urlare addosso un paio di brutte cose ma almeno si sono scaricati un po'. Nel caso in cui vi fosse venuto il dubbio, Bonnie non è svenuta per qualche misterioso motivo, è stato un semplice calo di pressione che io le ho imposto per evitare che lei e Slash si dicessero cose ancora più brutte che non si sarebbero perdonati mai e che li avrebbero fatti lasciare. Lo so, evito sempre di arrivarli a quel punto famoso in ogni modo possibile ma solo perché non era scritto nella mia testolina bacata che una cosa del genere succedesse perciò l'unico ruolo dello svenimento è quello di far prendere un respiro ad entrambi prima dell'irreparabile. 
Per il discorso tossico/non tossico, chiamatemi ingenua, ma penso che Slash in quel periodo non possa più definirsi un tossico, nel senso che io identifico i tossici come quelli che sono legati a doppio filo con la droga, che ne fanno uso perché non possono farne a meno e per altri motivi più profondi e di carattere psicologico. Ora, Slash faceva ancora uso di coca ma se non ricordo male, non era più ai livelli dei mesi prima, si faceva qualche striscia più per svago che altro, penso piuttosto che fosse molto più invischiato con l'alcool. Magari mi sto sbagliando io, qui ognuno ha la sua opinione e questa è la mia, non penso che nessuno sappia la verità se non Slash e pochi intimi e penso che io cambierei idea solo se Slash in persona mi venisse a dire che sto dicendo delle gran cazzate, comunque spero di non essere troppo lontana dalla verità. Però comunque, in ogni caso, non penso si possa paragonare la dipendenza di Slash a quella di Steven e metterle allo stesso livello.
Inizialmente la canzone destinata a questo capitolo era Back And Forth Again (se leggete il testo penso che troverete alcune corrispondenze) degli Slash's Snakepit ma poi, dopo che ho comprato World On Fire e ho ascoltato Battleground ho pensato che fosse troppo perfetta per questa storia per non inserirla da qualche parte, sarebbe stato uno spreco.
Per il resto non penso ci sia altro da chiarire, spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci vedremo al prossimo... non manca molto alla fine eh ;)

Breath

  
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