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Autore: Kirara_Kiwisa    06/11/2014    3 recensioni
Terzo volume della serie originale Victoria's Memories.
"Le mie ali erano rosse e piene di sangue, i miei vestiti avevano subito la stessa sorte ma non mi importava [...] Quando superai la collina e vidi ciò che anche Kilmor doveva aver visto, compresi la sua perdita di parole. Il dolore al petto fu lancinante e mi sentii sconfitta. Non ero arrivata in tempo. Non ero riuscita a proteggerlo. [...] Nolan era steso a terra, con lo sguardo rivolto al cielo"
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Victoria's Memories'
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Sospirai, innanzi alla consapevolezza di non poterle sfuggire.
Lasciai le sbarre di ferro, rassegnata, volgendomi verso di lei.
- Avvicinati Victoria-
Invitò mia sorella.
La sua voce mi provocò brivido.
Obbedii, avanzando di qualche passo verso la mano che mi stava porgendo.
Desiderava che mi allontanassi dalle guardie, perché non ascoltassero.
Compresi che Blanche non era ancora pronta a scoprire il velo sulla sua natura. Aveva costruito qualcosa fra i demoni, un ruolo, una maschera che al momento doveva mantenere sul volto.
- Perché sei viva?-
Domandai. Non riuscendo a pensare a nient’altro.
- Come sei sopravvissuta al drago?-
- Drago? Quale drago?-
Disorientata, alzai lo sguardo verso di lei.
Incrociai i suoi occhi e sussultai.
Erano azzurri. Azzurri e non d’oro.
Erano cambiati, lei era cambiata. Si era trasformata in qualcosa di diverso.
- Non ho mai affrontato un Drago Nero del Nord-
Riprese Blanche, sorridendo.
- Ho solo fatto credere al Concilio che mi avesse divorato-
La fissai imbambolata, non riuscendo a riflettere. Tutto quel tempo trascorso nell’illusione che fosse morta, uccisa in quella folle missione per le Streghe. Non aveva fatto ritorno, innanzi al covo furono ritrovate le sue vesti stracciate e i componenti della sua squadra sventrati. Tutti morti, compresa Blanche Van Liard. Questo venne dichiarato, pubblicamente.
Col tempo, iniziai a crederci anch’io.
- Torniamo dentro-
Consigliò in tono gentile, facendomi rinsavire.
- Prima sei scappata in un modo molto scortese-
Provai una fitta allo stomaco.
Se tornavo dentro con lei non sapevo cosa sarebbe successo.
Temetti che desiderasse far assistere Nolan alla mia morte e non riuscii ad avanzare.
- Ti prego-
Mormorai.
- Ti prego, fallo qui-
Non volevo che lui vedesse.
Blanche sorrise.
- Soffri di problemi alla memoria, Victoria?-
Ragionai un istante sulla risposta.
- No-
Ammisi.
- Allora perché perdi tempo nel pregarmi? Ha mai funzionato?-
Scossi il capo.
- Andiamo dunque-
Incitò, pretendendo che riprendessi a camminare.  
Il mio corpo, terrorizzato, non fu in grado di eseguire.
- Non voglio…-
Bofonchiai.
- Che coraggiosa-
Si complimentò.
- Sei cresciuta. Sei diventata più impavida nei miei confronti. Non preoccuparti, a questo rimedieremo-
- Non voglio…che tu lo faccia davanti a lui-
Scongiurai, con le lacrime agli occhi.
- Smetti di piagnucolare, non intendo porre fine alla tua vita oggi. Muoviti-
Feci un passo, uno solo.  
- Fallo adesso-
Richiesi asciugandomi il volto, non fidandomi della sua promessa.
- Uccidimi ora. Perché non mi muoverò oltre-
Blanche respinse la mia richiesta.
- Ho aspettato tanto-
Spiegò, sorridendo.
- Mi sei mancata moltissimo. Non potrei mai farlo immediatamente-
Era peggio di ogni aspettativa.
Davvero non voleva uccidermi, nemmeno davanti a Nolan. Prima desiderava piegarmi, di nuovo.
- Non farmi perdere tempo-
Sbottò.
Iniziava a spazientirsi.
- Non vuoi che succeda qualcosa al Principe Nolan per la tua insolenza, vero?-
Sobbalzai.
Distruggeva sempre tutto ciò che mi era più caro, nel peggiore dei modi.
Lo avrebbe distrutto uguale ma forse, se era una buona giornata, sarebbe stato indolore.
Feci allora come mi venne comandato.
- Brava, torniamo indietro-
Provai una sensazione di freddo e gelo nelle ossa.
Il Viverna si mosse, seguendomi come la mia ombra.
- Quello cos’è?-
Domandò Blanche.
Mi arrestai di colpo, fissando la creatura verde dietro di me.
- Un…Viverna-
Spiegai, con la voce tremolante.
- Non lo voglio nel mio castello-
Eruppe.
Percepii un dolore all’interno delle viscere. Sapevo già dove voleva arrivare.
- Non ti è permesso possedere un famiglio-
Chiarì.
Alzai lo sguardo sino ai suoi occhi, certa di quello che stava per dire.  
- Adesso dovrai ucciderlo-
Ordinò.
Il cuore mi si strinse.
Di nuovo.
Mi costringeva ad uccidere ciò a cui tenevo, di nuovo.
- Velocemente, per cortesia. Sono molto impegnata oggi-
Mi volsi verso Kilmor, fissandolo negli occhi.
Il Viverna contraccambiò lo sguardo, osservandomi con sicurezza e fermezza.
Si avvicinò a me ulteriormente, affiancandomi.
Allargò le ali, mostrandosi più grande di quel che fosse, come quando veniva minacciato da un predatore. In posizione di attacco, verso Blanche.
- Simpatico-
Bofonchiò la donna.
- Quella rana con le ali ha più carattere di te-
Alzai nuovamente lo sguardo, fissandola cercando di tenere la testa alta.
- Non voglio farlo-
Non le fece piacere, essere contestata.
- Non credere di avere scelta-
Ricordò.
- Questi ultimi tuoi anni di vita sono stati un regalo da parte mia-
Espose.
- Una cortesia che potrebbe terminare oggi-
Poteva farlo, uccidermi anche se aveva appena affermato che non lo avrebbe fatto.
Blanche era contraddittoria ed imprevedibile. Cambiava idea in un istante.
Se decideva di risparmiarmi era solo perché aveva appena ideato un modo più contorno per annientarmi.
- Hai fatto in tempo ad affezionarti al Principe di questo regno. Desideri davvero vederlo morire per mano mia? Potrei farlo se insisti. E’ in vita solo perché mi diverte-
La scrutai con attenzione in volto.
Nonostante conoscessi bene la complessità della sua logica, quella minaccia non aveva senso.
Si trattava di una menzogna.
Lei non voleva tenerlo in vita, da qualche settimana stava cercando di ucciderlo senza successo.
Ero stata io a salvarlo. Blanche voleva sbarazzarsi di Nolan e ci aveva provato tramite Abrahel, senza ancora farlo di persona. Perché? Perché non lo aveva già ucciso se davvero voleva la sua testa?
- Tu non puoi…-
Replicai.
- Tu non puoi ucciderlo o lo avresti già fatto-
Ecco quegli occhi. Quella rabbia, quel furore che volentieri avevo sepolto nei miei ricordi.
Si avvicinò a me ed io, prontamente, feci un passo indietro verso le guardie. Blanche le fissò, bloccandosi. Poi tornò su di me, sorridendo.
Odiavo quando sorrideva. Quello era il sorriso del Diavolo.
- Non mi piace quando pensi-
Affermò.
- Tu devi ubbidire. Non pensare. Ora uccidi quel rettile-
- No-
Resistetti, questo la fece arrabbiare ulteriormente.
- Come desideri. Dovrò farlo io allora-
Ci venne incontro, dirigendosi sul Viverna.
Scattai, agendo d’istinto. Mi posi innanzi a Kilmor, parandolo con la mia figura. Fissai Blanche dritta negli occhi come mai avevo fatto, affrontandola.
- Non me lo toglierai-
Sbottai.
- Non ucciderete anche lui-
Poi ricordai.
- E’ colpa tua-
Lei mi fissò, non capendo.
Mi posi una mano sul ventre.
- Sei stata tu a dire ad Abrahel dove fossi. Tu sei la causa…-
Strinsi forte la maglietta che portavo, all’altezza della pancia che era stata sventrata.
- Hella era su quella nave per colpa tua. Tu lo hai ucciso-
- Ma di cosa parli?-
- Nemmeno lo sai-
Sussurrai, sorridendo istericamente.
- Per una volta, nemmeno sai cosa mi hai fatto-
- Mi stai stancando-
Informò.
- Non abbiamo mai parlato così tanto. Almeno, non senza che tu sia a terra supplicandomi di smettere-
Si portò le mani alle tempie.
- Sai cosa ti dico? Vattene-
Fece un cenno ai soldati. Essi risposero a Sua Altezza Serenissima, aprendo i cancelli.
- Vai, se proprio ci tieni. Tanto ti trovo, non puoi sfuggirmi-
Aveva cambiato idea, di nuovo.
Aveva escogitato qualcos’altro, di nuovo.
Ne approfittai, afferrando il Viverna per un’ala, imponendoli di seguirmi.
- Ah, Victoria-
Mi volsi.
- Non preoccuparti per Nolan. E’ in buone mani-
Rabbrividii, dopodiché oltrepassai i cancelli del castello e il marchio smise di brillare.
 
Piansi, per tutto il cammino. Dirigendomi verso il centro abitato più vicino, singhiozzavo a tal punto da non vedere la strada. Kilmor mi seguiva ballonzolando, come a suo solito.
Era tornata.
Il mio incubo, tornava a perseguitarmi.
La cosa peggiore era aver assaggiato la libertà per poi perderla.
Avrebbe distrutto tutto il mio mondo, per punirmi.
Mi aveva concesso un po’ di vantaggio ma solamente per prolungare il mio tormento.
Non riuscivo neanche a pensare, faceva troppo male. Troppa confusione.
Odiavo Nolan e allo stesso tempo lo compativo. Mi aveva messo sulla strada di Blanche ma desideravo anche salvarlo da lei.
Abrahel aveva ragione.
Nolan era un burattino nelle mani di una donna che mi odiava.
Aveva tessuto le fila della nostra storia da sempre. Adesso però qualcosa stava andando storto e lei aveva deciso di eliminarci. Al momento non desiderava farlo apertamente, questo la rallentava.
Desiderava ancora mantenere il suo status nobiliare acquisito, che avrebbe sicuramente perso se coinvolta in un regicidio. Mi bloccai. Avevo già visto qualcosa di simile, sulla Gold. Alla fine Lucyndra era impazzita e aveva deciso di mostrarsi al fratello, pur di eliminarci tutti.
Scossi le spalle, riprendendo a camminare. Blanche non poteva impazzire più di quanto già non fosse.
Mi bloccai di nuovo. Però se i fatti la mettevano in condizione tale di ucciderlo senza essere scoperta, lo avrebbe fatto.
Mi volsi verso il castello. Dovevo tornare indietro.
No, non potevo tornare indietro. Dovevo scappare da Blanche, non andarle in contro.
Tornai a percorrere la strada per la città.
In fondo Nolan si era messo in quel guaio da solo.
Mi arrestai. No, non era colpa sua.
Conoscevo Blanche. Avrebbe convinto Dio stesso della sua bontà e innocenza, anche se l’avesse vista sporca di sangue sopra un mucchio di cadaveri sventrati.
Continuai a camminare verso la cittadina, asciugandomi gli occhi.
Provai a ricordare tutto ciò che Nolan mi aveva detto su di lei. Era in famiglia da tempo, scelta da Medardo, il fidanzamento era combinato. Da anni, era certa che sposando Nolan sarebbe entrata nella linea di successione al trono. Era solamente terza, prima di lei vi erano Medardo e Abrahel.
Mi bloccai.
Medardo era già fidanzato con Lilith e, non essendo né un demone né una vera principessa, non era stata promessa al secondo figlio legittimo del Re, il Principe Abrahel Lancaster. Era stata concessa solamente al figliastro, il bastardo della sovrana, Nolan.
Lei però agognava il trono.
“Sarebbe stata un’ottima Regina dei Demoni”, aveva detto Nolan.
Vivere di rendita come nobile non le bastava. Lei voleva il potere, governare, elevarsi sopra gli altri.
Per ottenere la corona, Nolan doveva salire in cima alla lista.
Sussultai, rabbrividendo.
Blanche aveva dato inizio alla guerra civile per il trono del Regno dei Demoni.
Aveva fatto in modo che Abrahel uccidesse il fratello maggiore, tentando poi di far ottenere a Nolan il titolo. Ma qualcosa era andato storto, Nolan aveva smesso di obbedire e alla fine aveva rotto il fidanzamento. Non sarebbe diventata regina, legalmente tramite lui.
A questo punto, rimaneva solamente un Principe da poter circuire: Abrahel.
Nolan sarebbe morto. Se avevo ragione, lei lo avrebbe ucciso e non per la mia insolenza.
Mi fermai. Ma perché non affiancarsi subito ad Abrahel? Dopo la morte del padre, poteva avvicinarsi indisturbata al secondo sulla linea di successione e rompere la promessa con il mezzo demone. Perché provocare una guerra?
Compresi che Abrahel doveva averla rifiutata, almeno inizialmente. Un fautore come lui della razza pura, aveva abborrato l’idea di affiancare un sangue misto.
Lei aveva bisogno di lui ma il Principe, al contrario, non aveva bisogno di lei. Blanche aveva creato le condizioni adatte a rendersi necessaria e indispensabile per entrambi. Alla fine qualcuno il trono lo avrebbe conquistato e lei sarebbe stata lì, pronta a goderne i frutti.
 
Non tornai indietro.
Giunsi sino al centro abitato. Mi sentivo confusa, ripensavo a tutti quegli anni passati nell’ignoranza che lei fosse viva.
Finalmente tranquilla, sentendomi al sicuro e in pace. Una menzogna.
Il suo funerale, l’elogio del Concilio alla sua memoria. Tutto falso.
Blanche era viva e giocava a fare la Principessa dei Demoni.
Sospirai. Degno di lei.
Comparvero nuovamente delle lacrime.
Tutto perdeva senso innanzi al suo ritorno. Il Concilio, gli Angeli, Isaac che ancora si trovava da qualche parte deciso ad eliminarmi. Persino Abrahel ed Hella, non erano niente paragonati alla primogenita Van Liard e, Nolan, si trovava proprio con lei.
Era al suo fianco fin dal principio. Era stata la sua promessa sposa, la sua fidanzata.
La donna dai capelli neri che intravedevo in sogno, a causa del marchio che ci legava. Sempre vicino al suo trono, a consigliarlo, a guidarlo, a condizionarlo.
Io lo avevo incontrato solamente perché lei aveva voluto così.
Tentai di asciugare le lacrime, sempre più copiose.
Dall’inizio mi ero chiesta come Nolan avesse saputo di me, un sangue misto nascosto nelle campagne fra gli uomini. Qualcuno gli aveva detto dove trovarmi, a cosa potevo servire e spiegato nel dettaglio i miei poteri. Abrahel mi aveva avvertito ed io lo avevo ignorato. Digrignai i denti dalla rabbia, il cuore si strinse. Mi sentii senza speranza.
Fissai le strade che stavo percorrendo, chiedendomi dove stessi andando. Non avevo più niente, neanche un posto dove nascondermi. Mi bloccai, in mezzo alla folla, osservando i palazzi scuri che si stagliavano sopra di me. Non vi erano alberi in città, né fiori. Come al solito, ovunque dominava il colore nero. Le carrozze, le vesti degli abitanti, le case e i negozi. Mi ricordava la capitale che avevo visitato il giorno della Parata, quella in cui avevo intravisto Nolan per caso.
Ripensai a quei momenti.
Allora, Blanche non era stata invitata sulla carrozza con i Principi. Strano.
Dopo la morte di Medardo qualcosa doveva essere cambiato per lei all’interno della famiglia reale.
Forse, senza riflettere troppo sulle conseguenze, Blanche aveva eliminato il suo maggior sostenitore a corte. Invece di salire alla seconda posizione per la corona, qualcuno doveva averla messa da parte. Un altro fautore della razza pura, il Re.
Blanche non era stata invitata alla parata perché non ben voluta dal Re dei Demoni.
Fortuna per lei che poco dopo Nolan aveva deciso di eliminarlo in battaglia, con l’aiuto di un uomo. Uno stregone fra le file nemiche che era stato manipolato dal mezzo demone, fino a sconfiggere il patrigno di Nolan, così da assumersene il merito o la colpa, a seconda delle parti.
Un caso. Fortuna. Strategie. Chissà.
Dopo la caduta del Re, iniziò ufficialmente la battaglia per il trono e Blanche riottenne il posto a corte. Stavo combattendo contro l’intera storia del regno demoniaco. Mia sorella ne aveva gestito le sorti negli ultimi anni. Come sempre, capivo di non poter assolutamente competere.
Ma in fondo lei era così: grandiosa. Lo era sempre stata, in tutto ciò che faceva. 
Sospirai, sedendomi a terra.
Dovevo smettere di elogiarla.
Kilmor si sedette di fianco a me, composto. Lo fissai in silenzio, accarezzandolo in mezzo alla folla della città. Il ritmo sembrava frenetico, nessuno stava facendo caso a noi. Correvano, facevano acquisti e accennavano ad un qualche evento. Una festa. Si stavano preparando a qualcosa, una celebrazione. Il Principe era rientrato al castello.
Roteai gli occhi.
Loro festeggiavano, io dovevo trovare un modo per salvarlo.
Improvvisamente udii un suono familiare, mi volsi e vidi il mio Viverna. Mi chiamava, dolcemente.
La creatura aprì la bocca e allungò la lingua rosea verso di me. La pose sulla mia guancia e solo allora mi resi conto che stavo ancora piangendo. Si prodigò per assumere le gocce salate che sgorgavano dai miei occhi ed io presi a ridere. Fra i singhiozzi e le risate, udii la voce di un uomo.  
Asciugandomi il volto, scorsi una divisa nera. Un demone alto, con un distintivo mi guardava perplesso sotto la luce di un lampione. Si erano accese le luci, stava calando il sole.  
- State bene ragazza?-
- Sì, sto benissimo-
Sbottai, tentando di ricompormi.
- Non mi pare-
Mi alzai, continuando ad affermare che non ci fosse nessun problema.
- Allora perché avete un Viverna accanto?-
Raggelai.
- Io quello lo definirei assolutamente un problema-
Continuò l’uomo.
- Seguitemi prego-
Mi scansai, indietreggiando.
Fissai negli occhi il demone, afferrando Kilmor prontamente per scappare.
- Ferma!-
La guardia cittadina suonò un fischietto, chiamando rinforzi.
Corsi forte, per seminare anche quel problema. Mi fermai solo raggiunta la periferia, sicura di essere sola. Esausta, mollai il Viverna a terra, stufa di doverlo sempre trascinare.
- Devi imparare a volare-
Lo ammonii, col fiatone.
- E’ importante…che impari a volare-
La lucertola mi fissò con i suoi occhietti, fresco e riposato.
In un mondo ideale, doveva essere lui a trasportare me.
- Va beh…-
Tentai di non pensarci, avvicinandomi ad una fontana poco distante. Sotto la luce dei lampioni, scorsi l’acqua limpida e mi bagnai la fronte. Ancora mi faceva male la testa, dopo la caduta nel cunicolo. Quel ricordo mi provocò un dolore maggiore ma non a causa del bernoccolo.
Alzai lo sguardo, dovevo smettere di piangere.
Fissai le statue della fontana, per distrarmi. La circondavano completamente, sembrava un monumento ai caduti della guerra contro le streghe. Erano stati ricreate le sembianze dei quattro generali più forti che presero parte alla precedente guerra.
Oltre i busti, le stelle luminose.  
Le fissai, sentendomi persa. Mi mancava El.
Sospirai forte. Non sapevo cosa avrei fatto, il mondo mi stava crollando addosso.
Osservavo l’acqua limpida e il mio riflesso, contemplando il volto arrossato e gli occhi gonfi, quando dietro di me comparve un’altra figura.
Urlai, voltandomi immediatamente. Kilmor prese a stridere con la sua vocina, aprendo le ali.
Era comparsa all’improvviso, come un demone.
- Blanche!-
Mi alzai di scatto, girando attorno alla grande fontana per allontanarmi da lei.
- Victoria, spero che tu ti sia calmata-
Sbottò, incrociando le braccia.
- Il tuo atteggiamento nel castello è stato molto irritante-
Non risposi, nonostante avessi voluto dirle tante cose. Mi mancava il coraggio.
- Stai tremando. Hai paura della tua punizione?-
In effetti, in quel momento mi sentivo morire.
- Fai bene-
Affermò, sorridendo.
- La tua disobbedienza mi ha infastidito. Enormemente-
Mi arrestai, percependo un fremito allo stomaco e una sensazione di nausea. La fissai, nei suoi nuovi occhi azzurri. Li scrutai intensamente, leggendone dentro tutta la soddisfazione per le sue azioni.
- Cosa hai fatto?-
Domandai.
Il suo sorriso, quella sua smorfia maligna, mi uccise.
- Dimmi cosa hai fatto-
Mi lanciò un oggetto.
Lo afferrai al volo, squadrandolo nella penombra. Una fiaschetta per liquore.
La fiaschetta di Barbas.
Mi sedetti sul bordo in marmo della fontana.
- Sei stata sulla Gold-
Compresi.
- Ho fatto bene a lasciarti in vita. Sai perché?-
Si sedette accanto a me. Fianco a fianco, accompagnate dal suono dell’acqua.
- Non solo perché così posso darti un’utilità-
Continuò.
- E sfruttare i tuoi poteri fino ad ucciderti per ottenere la corona. Ma anche perché…-
- Ho costruito nuove cose che tu puoi distruggere-
Conclusi.
Blanche annuì, sistemandosi i lunghi capelli neri.
- Quando me ne sono andata, ormai non avevo più niente da toglierti. Il gioco era finito-
- E’ morto?-
Chiesi.
- Elehandro è morto? Lo hai ucciso?-
Scosse le spalle.
- Il vampiro? E chi lo sa. Non ho controllato-
La fiaschetta cadde a terra. L’anima mi si infranse in corpo, lasciandomi con una domanda.
- Come ci riesci?-
Domandai.
- Come fai a spostarti tanto velocemente?-
- Ah, sono un demone. Un demone potente. Non te l’ho detto?-
Svelò, indicando gli occhi azzurri.
- Non è possibile-
Obiettai.  
- Un sangue misto angelico non può diventare un demone-
Blanche sorrise.
- In questo il Principe Medardo era molto bravo-
Non compresi cosa volesse dire, così continuò a spiegare. Accontentandomi.
- Prima di morire, Medardo Lancaster aveva trascorso molto tempo a studiare un modo per trasformare un sangue misto in una creatura socialmente accettabile-
- Per Nolan-
Mormorai.
- Voleva trasformare Nolan…-
Blanche annuì.
- La mise appunto su di me. Ho rinnegato il mio sangue. Sai, per fidanzarmi con il Principino dovevo essere un demone a tutti gli effetti-
La fissai nei suoi strani e bizzarri occhi turchesi. Non era più per metà angelo, era libera.
- Perché…perché dopo di te…non…-
- Nolan? Perché è sempre un sangue misto? Beh, era solo un ragazzino ma scelse di rifiutare l’offerta. Non voleva perdere i suoi poteri o meglio io, non volevo che perdesse i suoi poteri-
- E tu…hai perso…?-
- I poteri di un sangue misto? Sì, quelli sono andati ma ne ho acquistati di nuovi. E poi non ho mai dovuto ricorrere a quelli con te, no? Possiamo divertirci come una volta, come se niente sia cambiato-
Già, niente era cambiato. Continuava a togliermi tutto, anche quando non sapevo che era lei a farlo. La notte in cui Abrahel aveva attaccato, in cui Hella mi aveva uccisa. Era colpa sua. Hella. Improvvisamente mi venne in mente qualcosa.
- Come hai potuto…?-
Iniziai.
- Come hai potuto rinunciare ai tuoi poteri?-
Blanche sorrise.
- Vuoi che risponda davvero?-
No, non era necessario.
Lei poteva scartare qualcosa solamente in favore di qualcosa ancor più grande. Il suo potere, il suo fantastico e terribile potere. Non poteva averlo ceduto solo per una corona.
- Tu sei stata all’Inferno-
Blanche sollevò le braccia, complimentandosi.
- A questo serve un fidanzato-porta degli Inferi, no?-
Pronunciò, schernendomi.
- Passeggiate infinite fra la lava!-
- Tu hai evitato il terrore-
Compresi.
Grandiosa. Tornavo a ripeterlo.
Ciò a cui anch’io avevo ambito. Perdere il terrore nei confronti dell’oltretomba, dovuto al sangue angelico. Potermi muovere liberamente in quel contesto, senza cadere a terra schiacciata dalla paura. Nolan voleva gli Inferi perché anche Blanche li desiderava. La corona dei demoni era solo un inizio.
- Cosa te ne fai dell’Inferno?-
Domandai, non capendo.
- Ehi, perché mai rifiutare qualcosa che puoi avere facilmente-
Facilmente. La conquista degli Inferi. Ed io che mi sbalordivo per un colpo di stato.
- E cosa farai, una volta ottenuti?-
- Tutto quello che voglio-
Eccola, la creatura più pericolosa e affascinante che i Cieli e la Terra assieme avevano creato.
Un angelo alla conquista delle fiamme.
Avrei voluto vederlo, sarei voluta rimanere ad assistere ma già sapevo che lei non me lo avrebbe permesso. Servivo solo a spalancarle le porte delle vittoria, ad afferrarla ci avrebbe pensato da sola.
- Adesso cosa succede?-
Domandai, inerme.
- Facciamo la bella famigliola felice al castello. Per un po’-
- E dopo?-
- Dopo tu uccidi Nolan-
Strinsi i pugni, socchiusi gli occhi. Peggio di quel che credevo. Ecco cosa aveva in serbo per me.
- E se mi rifiuto?-
- Uccido la tua rana-
Affermò, puntando lo sguardo a Kilmor.
- E poi comunque ti costringo ad assassinare il Principe-
- Come farai a scendere negli Inferi…se lui muore?-
Blanche mi fissò, sorpresa.
- Non lo sai? I regnanti demoniaci possono attraversare il confine dell’oltretomba-
Tacqui, cercando di ricordare. Una volta, da bambina, avevo trovato questo argomento accennato in un libro. Un volume sui Demoni che si trovava in casa, in camera di Blanche.
Dopo la sua scomparsa, l’intera libreria era divenuta di mia proprietà. Eppure quel libro non lo avevo mai più ritrovato, sparì con lei.
- Fa parte di una concessione che raramente usano. Venne assegnata alla creazione della nostra dimensione, in caso il Re mortale venisse convocato da chi dipende davvero-
Si stava riferendo a Lucifero.
- Tu vuoi la corona dei Demoni…per ottenere quella dei Diavoli-
Blanche sorrise.
- Non accetto di essere una regina sottomessa, neanche a Satana. Se devo regnare, devo farlo come si deve. Otterrò tutto, proprio io che invece tutto mi fu negato alla nascita-
- Anche tu vuoi vendicarti degli Angeli e del Concilio-
Si rivoltò contro di me, mettendomi le mani al collo, soffocandomi.
- Non insultarmi Victoria. Non costringermi a cambiare di nuovo i piani, ad ucciderti!-
Kilmor si avvicinò a noi, stridendo, allargando le ali, non sapendo come aiutarmi.
- Tu vivrai ancora. Ucciderai Nolan per me-
Urlò strattonandomi.
- Farai in modo che altri mi serviranno, si inginocchieranno a me dopo che lui sarà stato ucciso per mano tua. Vorranno vendetta e mi accompagneranno negli Inferi fino a che non avrò dato ad Abrahel anche i territori di Nolan. Fino a che insieme, non avremo legalmente la corona-
Mi lasciò ed io iniziai a tossire. Il Viverna mi venne accanto, gracchiando peggio di un corvo. Lo ignorai un istante, fissando la figura di Blanche se si allontanava. Le mani. Si era scottata le mani. Aveva perso i poteri di sangue misto, adesso il mio tocco la feriva.
- Lilith-
Bofonchiai, riprendendo a respirare.
- Tu vuoi servirti di Lilith. E’ un arcidiavolo, può entrare e uscire dagli Inferi-
- Sarà utile, per un po’. Peccato che non tolleri affatto Abrahel, non ci sarà posto per lei nel nostro regno. Il Principe non mi darà la corona, senza che io abbia prima sconfitto tutti i suoi nemici-
- E quanto vivrà Abrahel…-
Tentai di chiedere, in preda alla tosse.
- Dopo che ti avrà incoronata?-
- Non vivrà. La sua utilità sarà terminata-  
A quel punto Blanche si stiracchiò le spalle e la schiena, annoiata.
- Se qui abbiamo finito, possiamo tornare? Ho garantito che ti avrei riportata sana e salva-
Scoppiò a ridere, fissandomi mentre ero intenta a massaggiarmi la gola.
- O quasi-
Fissai Kilmor, poi mi alzai.
La seguii. Senza un piano di riserva, senza tentare di trovare una soluzione.
Non c’erano più vie d’uscita, nessuno che potesse aiutarmi. Non era rimasto niente verso cui scappare. C’era solo lei.
 
 
  
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