You're my end and my beginning
« Cause
all of me
Loves
all of you
Love
your curves and all your edges
All
your perfect imperfections
Give
your all to me
I'll
give my all to you. »
Tredicesimo
capitolo:
Quel
lunedì mattina si era svegliato con una sensazione di
bagnato contro la
guancia, che l’aveva fatto borbottare e sbuffare, muovendo un
braccio per
scacciare il ragazzino e trovandosi invece con il suo corpo
completamente addosso,
mentre riprendeva con i baci lungo il proprio collo e “Bisogna alzarsi, dormiglione”.
-
Lasciami in pace, Zayn.- mugugnò in risposta, rigirandosi
nel letto e
avvolgendo un braccio attorno alla sua vita, per poi grugnire con voce
roca per
il sonno: - Il lunedì è il mio giorno libero,
Aileen la porta Harry e io voglio
dormire. Quindi sta’ zitto.. e fermo.- ed aggiungere
quell’ultima parola nel
sentirlo ridere e strofinarsi appena contro la propria gamba.
Sorrise
con soddisfazione, quando quello lo ascoltò e
fermò ogni mossa o parola, e
premette i polpastrelli contro la pelle del suo fianco, sentendolo
ridacchiare
e cercare di sgusciare dalla presa, arrendendosi dopo qualche minuto e
rannicchiandosi contro di lui, sussurrando contro il proprio orecchio:
- Hai
deciso di tenermi con te? Non vuoi nemmeno farmi andare a scuola?-
-
Che?- mugugnò con gli occhi socchiusi, sollevando solamente
una palpebra e
intravedendo il sorriso di Zayn, che se ne stava con il mento poggiato
sul
proprio pettorale. Spinse il capo contro i cuscini, allentando la
stretta per
farlo liberare, e borbottò: - Vai, libero di andartene a
scuola. Basta che mi
lasci dormire.-
Strizzò
gli occhi, per riprendere il sonno, e cercò con tutte le
forze d’ignorare
quello che era rotolato sul proprio corpo e se ne stava sdraiato sopra
di lui,
il suo addome che premeva contro l’erezione mattutina e le
sue labbra a
lasciargli una scia di baci. Era complicato ignorarlo, nonostante
avesse
persino riportato alla memoria una delle filastrocche che Aileen era
stata
costretta ad imparare a memoria per le festività, ma si
stava seriamente
impegnando a trattenere le voglie e il desiderio del momento; fino a
quando si
strofinò sopra di lui e si lasciò sfuggire un
gemito rauco, portò le mani a
stringergli i fianchi e sibilò: - Non dovevi andare a scuola
tu?-
Lo
osservò mentre scuoteva il capo, il sorriso divertito a dare
una sfumatura di
presa in giro a tutto quello, e premette con forza i polpastrelli
contro la
pelle dei suoi fianchi, chiudendo gli occhi al suo strofinare
l’addome contro i
propri boxer e fargli intendere più che bene del membro duro
nei suoi. Aveva il
tessuto umido, per via dei suoi continui movimenti che facevano
rilasciare al
proprio membro sempre più liquido preseminale, e teneva il
capo contro i
cuscini, lasciandolo libero di passare la lingua contro il proprio
collo,
mentre con le mani cercava di bloccarlo ed impedirgli ulteriori danni;
come il
raggiungere l’orgasmo senza essere toccato, per colpa di quel
sogno fin troppo
spinto che aveva avuto dopo l’incubo.
Inclinò
il viso, quando lo sentì risalire e concentrarsi sulla pelle
dietro l’orecchio,
appoggiando un palmo contro la sua pelle ed obbligandosi a non inarcare
la
schiena per avere maggior frizione, concentrandosi sulle parole del
ragazzino e
sul suo bisbigliare: - Te l’avevo detto, io e Louis siamo
stati sospesi.- E con
tutti quei gesti, quel leccare e mordere, come poteva pretendere di
aver l’attenzione?
Era da fin troppo tempo che qualcuno non si dedicava a lui in quel modo
- Harry ci aveva provato tante volte ed era
stato sempre respinto - e, ora che non si era opposto al
primo contatto,
non riusciva a trovare un motivo per cui Zayn dovesse smettere di
toccarlo o
baciarlo. Era piacevole sentire la sua risatina - quella
che molto spesso l’aveva fatto irritare - contro
l’orecchio,
le sue labbra che si arricciavano in un sorriso e quei suoi gesti
dall’aria
molto spesso inesperta.
- Ci
hanno trovato a fumare nei bagni, il preside non l’ha presa
molto bene.-
continuò a spiegare Zayn, non poteva pretendere il castano
lo stesse ad
ascoltare.. non mentre stringeva i denti sul lobo
dell’orecchio, spostava una
mano per premerla tra le gambe e il membro duro. - Sospesi fino
all’anno nuovo,
non è una figata? Vuol dire che le mie vacanze saranno molto
più lunghe delle
tue.- continuò, scoppiando a ridere contro le proprie
labbra, contro cui passò
la lingua e “Quando ti deciderai a
succhiarmelo?” che lo lasciò a
boccheggiare con le guance in fiamme.
- So
che lavori bene di bocca.- riprese a parlare quello, ignorando il
maggiore e il
suo farfugliare senza senso. - Te lo si legge in faccia che sei bravo a
succhiare, con questa labbra poi..- E gli accarezzò il viso,
premendo poi il
pollice contro il labbro inferiore e “Sono
una tortura” sussurrato con gli occhi liquidi e uno
strano grugnito nella
voce. Liam era riuscito a calmarsi - se
non si contava quel breve momento in cui aveva desiderato passare la
lingua sul
pollice del ragazzo - e stava per dire qualcosa, tra il
chiedergli di
fermarsi e il proporre la colazione, quando si dimenticò
tutto nel trovarsi la
sua bocca contro, i suoi denti ad incidere sulle labbra e quel bacio
disperato
che gli aveva provocato una scarica intensa di piacere lungo tutto il
corpo. Si
mise a sedere con uno scatto, non riuscendo a bloccare il gemito rauco
per quei
movimenti frenetici e disperati, tenendolo sulle proprie gambe e
sporgendosi
per non allontanarsi mai troppo da lui e da quel bacio. Si lasciarono
sfuggire
entrambi un’imprecazione - un
“Dio” sibilato
tra i denti - e ignorò
qualsiasi cosa stesse pensando in quel momento - la
mente gli sembrava vuota - per far sdraiare il ragazzino sul
materasso, coprirlo con il proprio corpo e riprendere a baciarlo con
tutto il
desiderio che sentiva scorrere sotto pelle.
Non
sapeva cos’era scattato esattamente in lui, sentiva solamente
con ogni fibra
del proprio corpo di volere Zayn, di volerne sempre di più e
di non riuscire a
trattenersi oltre. Era incredibile come si fosse sforzato, in tutti
quegli
anni, di tenere ogni singola persona lontano, di sedare ogni sentimento
o
passione e di crearsi quel muro attorno, per poi vederlo crollare di
fronte ad
un ragazzino di diciassette anni, alla sua sfrontatezza e al suo essere
così
semplice, al suo riuscire a farlo sentire in qualche modo speciale dopo
fin
troppo tempo.
Strofinò
le labbra contro il suo zigomo, sentendolo mugugnare di pantaloni e
preservativi, e risalì con le dita lungo il suo petto,
sfiorandogli la pelle
dell’addome e percependo ogni muscolo contrarsi al proprio
tocco, per poi
roteare gli occhi al suo borbottare: - Non giocare.- e replicare con un
semplice “Sono serio, mai stato
più serio
in vita mia”. Sentì i suoi occhi
nocciola studiarlo con intensità, mentre
lui stringeva le dita sull’elastico dei boxer e glieli
abbassava lentamente,
sussurrando: - Per questo oggi non useremo i tuoi preservativi da
quattro
soldi.- e ridacchiando alla sua serie d’insulti e “Mi fai desiderare le cose e poi ti tiri indietro”,
scuotendo il
capo e bisbigliando contro la sua bocca: - Posso sempre aiutarti con il
tuo
problema lì sotto, non avevi accennato al volere le mie
labbra?-
Si
sarebbe volentieri messo a ridere per quel suo spalancare gli occhi - a momenti gli uscivano dalle orbite - e
assumere un’espressione ridicola quanto sorpresa, ma era
troppo concentrato nel
cercare di non farsi prendere dal nervosismo, di non far notare troppo
il
tremolio delle proprie mani e di tenere la mente ben lontana da quel
che aveva
tutte le intenzioni di fare.
Doveva
solo smetterla di pensare, chiudere fuori tutto per qualche minuto e
dedicarsi
al membro del ragazzo, senza guardare alle future conseguenze ma a
quello che voleva fare, che desiderava fare. E non era mai stato
così difficile, perché il fatto
che stesse per succhiarlo ad un ragazzino non era semplice da scacciare
dalla mente. C’era una parte dentro di lui ad essere timorosa
e l’altra a
desiderare - quasi disperatamente -
di avvolgere la bocca attorno al suo membro e sentirlo, sentire il suo
sapore e
i suoi gemiti, essere la causa del suo piacere. Era impossibile
nascondere
quanto lo desiderasse in quel momento, nonostante stesse quasi cercando
di
fermarsi, e tutto questo lo portò a grugnire al “Non sei obbligato a farlo”,
sussurrato dal moretto con un filo di
voce. Fu quando sollevò per un secondo lo sguardo su di lui
- i suoi occhi enormi e inchiodati al proprio
viso - che scosse la testa, sporgendosi verso il suo corpo e
premendo le
labbra contro il suo fianco, contro uno dei tanti tatuaggi che gli
macchiavano
la pelle.
- Io voglio farlo.- si decise a confessare,
un tono di voce tra il serio ed il grugnito, schiudendo le labbra per
passare
la lingua a tracciare il contorno di quel tatuaggio. - Solo che..-
bisbigliò
con una sfumatura rossastra sulle guance, deglutendo e confessando
velocemente:
- È da tanto che non faccio queste cose, non ho
più avuto nessun tipo di
contatto o.. e nemmeno del sesso occasionale, quindi non lo prendo in
bocca da
anni e io..-
- Hai
paura di fare una brutta figura?- sentì intromettersi il
ragazzino, strizzando
per un secondo gli occhi prima di sollevarli su di lui e stringersi
nelle
spalle, ascoltandolo continuare con: - Oppure hai paura non ti piaccia
il mio?-
che lo fece arrossire maggiormente e distogliere velocemente lo
sguardo. Aveva
poi fissato di sfuggita il suo membro, mordicchiandosi il labbro
inferiore con
fare nervoso, portato una mano a stringersi alla base e pompato per
qualche
secondo con un’espressione concentrata, strofinando il
pollice contro la cappella
e portandoselo alle labbra. Inarcò un sopracciglio al suo
grugnito, perdendo
l’equilibrio, quando avvolse le gambe attorno ai propri
fianchi, e puntò un
braccio sul materasso, cercando di non gravargli addosso mentre quello
ripeteva
“Fallo di nuovo”
e lo lasciava sempre
più confuso, facendogli assumere mille e più
sfumature di rosso nel momento in
cui strinse i denti sul proprio polpastrello.
Lo
osservò in silenzio, mentre passava la lingua sul pollice, e
gli sfiorò gli
zigomi con le dita libere, perdendosi per qualche secondo sulle sue
ciglia, su
come si posavano sulle sue guance e “Non
sei obbligato, qualsiasi cosa andrà bene”,
che lo fece mugolare tra i denti
un “Ma io voglio, Zayn” quasi disperato.
Ignorò il suo
sorrisino soddisfatto, appoggiando i palmi accanto ai suoi fianchi, e
si chinò
per premere un bacio al centro dello stomaco del moretto, percependo i
suoi
muscoli irrigidirsi, il suo trattenere il fiato e le sue dita a
sfiorargli le
ciocche di capelli, per poi prendere coraggio e spostarsi sempre
più giù,
tenendo le labbra contro la sua pelle calda e lasciandogli
più di un bacio
mentre lo sentiva mugolare e trattenersi per chiedergli di
più.
-
Però se dovessi..- stava per ribadire la mancanza
d’allenamento, quando Zayn lo
interruppe con un “Non
succederà, sarai
bravissimo. Lee, per favore” a denti stretti ed
occhi fissi nei propri, e
mosse il capo in un cenno, avvolgendo la mano alla base e riprendendo a
muoverla lungo l’asta, mentre osservava le reazioni del suo
corpo e prendeva
allo stesso tempo coraggio per ridurre le distanze tra la propria bocca
e la
sua pelle. Seguì la vena in risalto con la lingua, risalendo
fino ad avvolgere
la cappella tra le labbra, alternando il semplice leccare al succhiare,
concentrandosi sulle sue reazioni, sui suoi mugolii e sulle sue dita
tra i
capelli per poterlo soddisfare e offrirgli piacere.
Chiuse
gli occhi, quando lo sentì fino in fondo alla gola,
ricacciando il conato di
vomito e lasciando che fosse il ragazzino a guidarlo, la schiena che
inarcava, il
labbro stretto tra i denti e le dita artigliate alle proprie ciocche.
Per poi
staccarsi dal suo membro ad uno strattone dell’altro,
passando l’avambraccio
sulla bocca per ripulirla dalla saliva e dal liquido preseminale, e
puntò gli
occhi nei suoi, sapendo di non aver bisogno di parole per chiedergli se
avesse
fatto qualcosa di sbagliato; Zayn riusciva a capirlo e stava scuotendo
lentamente il capo per rispondergli, mentre rilasciava tanti piccoli
respiri e
muoveva le dita tra le sue ciocche.
Aggrottò
la fronte, quando iniziò a borbottare qualcosa
d’indefinito, riuscendo ad
afferrare vagamente il concetto del non voler raggiungere
l’orgasmo così
presto, del non sapere cosa gli piacesse o se fosse a favore
dell’ingoio, cosa
che lo portò a tossire ed arrossire violentemente, per poi
fissare una porzione
della sua pelle - quel cuore inchiostrato
era più interessante dei suoi occhi nocciola - e
prendere coraggio,
sporgendosi verso di lui e premendo le labbra contro le sue, i loro
respiri
sincronizzati e le loro fronti a contatto.
-
Lascia che sia io a dirti tutto.- bisbigliò contro la sua
bocca, seguendo il
contorno con la lingua, e percepì il suo cenno del capo, i
suoi polpastrelli
tra le ciocche e a spingere contro la pelle della spalla. - Tu non
pensare a nulla,
se non dovesse piacermi.. ci penseremo dopo, ora rilassati.- aggiunse
con un
tono di voce sottile e vagamente dolce, cercando di non pensare al
fatto che il
sesso orale, che era solito praticare con i suoi ex, andasse ben
lontano da
quel che stava facendo con lui. Non gli era mai piaciuto più
di tanto, avere in
bocca dello sperma, ed aveva ingoiato solamente una volta, con il suo
primo
ragazzo e per errore, ricordando perfettamente il momento imbarazzante
successivo in cui aveva arricciato le labbra in una serie di smorfie,
facendo
intendere perfettamente di non amare il sapore di quello che
l’aveva lasciato
dopo due giorni, con una scusa banale sul non voler avere una relazione.
Però
Zayn aveva un’espressione così tenera, mentre lo
fissava con una traccia di
evidente preoccupazione, che non sarebbe riuscito a negargli nulla;
c’era
persino una parte di lui, più o meno grande, che voleva
provare quella pratica
e vedere se con gli anni fosse cambiato qualcosa nelle proprie
preferenze.
Prese quindi un respiro, ignorando i “Possiamo
anche fermarci qui, se vuoi” o “Non
ti sforzerei a fare nulla”, si chinò
nuovamente sul suo membro, restando
seduto sui talloni e accovacciato tra le sue gambe aperte, e si
aiutò con la
mano per toccare la pelle che non riusciva ad avvolgere tra le labbra.
Premette
le dita di una mano contro la sua coscia, sentendo la pelle tremare al
proprio
tocco, e cercò di sorridere attorno al suo membro, quando
riuscì a prenderlo
completamente, ricevendo un gemito rauco come approvazione.
E, nonostante le rare - e spiacevoli
- esperienze precedenti, ci stava prendendo gusto a muovere la mano e
il viso
per poter sentirlo fin contro le tonsille, concentrandosi per succhiare
solamente la cappella e calandosi nuovamente ad uno strattone
più forte del
ragazzino, che comunicava solo con quei gesti e con dei gemiti.
Teneva
una mano avvolta attorno al suo membro, mentre si dedicava alla punta
con la
lingua, saggiando con cautela il liquido dal sapore sempre
più forte, e restò
completamente spiazzato quando raggiunse l’orgasmo senza
avvertirlo, lui doveva
essere così preso dall’alternare leccate e
risucchi da non accorgersi del
proprio nome sulle labbra di Zayn, deglutendo il poco sperma che gli
riempiva
la bocca, mentre si puliva con l’avambraccio quello che gli
sporcava il viso e
colava lungo il proprio mento.
Prese
fin troppo tempo prima di sollevare lo sguardo, scontrandosi con gli
occhi seri
del moretto e quel nervosismo nel suo viso, evidente nel modo in cui si
torturava il labbro inferiore, e si sporse per premere un bacio contro
il suo
addome, cercando di nascondersi alla sua occhiata scrutatrice, per
risalire
lentamente fino alle sue labbra, arricciando il naso nel sentire come
quel
sapore non andasse via dalla propria bocca.
Pensò
seriamente Zayn fosse in grado di leggergli nella mente, o forse era
lui a non
riuscire a coprire nulla, quando gli chiese: - Non ti piace?- con un
tono di
voce che nascondeva tutti i sensi di colpa e le varie paranoie,
facendogli
inclinare il viso e rispondere con un semplice: - Troppo viscido.-,
lasciandosi
sfuggire una smorfia e aggiungendo subito dopo: - Forse devo solo farci
l’abitudine, non lo facevo spesso.. anzi quasi mai.-
Lanciò
un’occhiata veloce al ragazzo, premendo il viso contro
l’incavo del suo collo, e
restò in silenzio mentre quello sembrava diviso tra
l’essere imbarazzato o lo
scoppiare a ridergli in faccia, preferendo passare a lasciargli tanti
piccoli
baci lungo la mandibola per non concentrarsi fin troppo su di lui e sul
suo “La prossima volta ti sposterai
prima”. E
no, non sarebbe riuscito a tenere i pensieri lontani da quella prossima volta. Perché
voleva
seriamente intrattenersi nuovamente in quel modo con lui? Voleva
sentire ancora
i suoi gemiti e le sue dita tra i capelli? Lo voleva davvero o era solo
un
desiderio del momento? Sapeva che c’era dell’altro,
non poteva negarlo per
molto, e sentiva di non riuscire più ad alzarlo quel muro,
non con lui, non con
Zayn. La sua voce, “Hai deciso di
tenermi
con te?” di poco prima, risuonava nella testa e non
sembrava dargli tregua.
Sì, lo voleva. Voleva quel ragazzino odioso, quel ragazzino
con la giacca di
pelle e il ghigno perenne sulle labbra. Lo voleva accanto, con il suo
corpo
stretto a lui e la sua sola presenza che sembrava scacciare tutti quei
fantasmi
del passato.
Si
mordicchiò il labbro inferiore, prendendo coraggio, e
sussurrò contro il suo
orecchio: - Ma dietro potresti essere più buono.-, mentre
gli sfiorava l'addome
con le dita e lo sentiva irrigidirsi, trattenere il fiato e “Liam!”. Si staccò da
lui, solamente per
godere della vista delle sue guance rosse e dell'imbarazzo evidente sul
suo
viso e sulle sue espressioni, per arricciare le labbra in un ghigno e
insistere: - Potremmo provare in doccia, non ti piacerebbe?- e vederlo
sempre
più imbarazzato e sorpreso.
-
Vuoi venire con me, Malik?- bisbigliò in un soffio,
percependo il leggero
tremore che aveva attraversato il suo corpo, gli rivolse un sorriso
soddisfatto
e si alzò dal letto, guardandolo un’ultima volta
prima di lasciarselo alle spalle.
Stava regolando la temperatura dell’acqua, quando
sentì i suoi passi
raggiungerlo e “Son qui solo per
farmi
una doccia”, che lo lasciò con
un’espressione mista tra la confusione e il
divertimento, facendogli cenno di avvicinarsi e avvolgendo subito dopo
un
braccio attorno alla sua vita, percependo il suo cercare di opporre
resistenza
e mantenere un’espressione dura in viso. Fu costretto ad
incidere con forza i
denti sul labbro inferiore, non volendo scoppiare a ridere al suo
“Perché non sono passivo”,
ed annuì con
un breve cenno, ridacchiando alla sua occhiata severa e “Non starò sotto io”.
Mosse
lentamente una mano lungo la sua schiena, lasciandola scivolare fino al
suo
sedere, e si sporse con il viso per mordicchiargli il lobo, sussurrando
con un
tono basso e roco: - Non puoi sapere se faremo mai sesso, quindi non
puoi
prevedere nemmeno le posizioni.-
La
risposta di Zayn fu solamente un mugolio, sicuramente provocato dalla
presa
sulle sue natiche, ed un grugnito, per le parole di Liam e per
quell’intendere
di non potersi definire completamente attivo; cosa che gli fece
meritare un
pizzicotto contro il fianco e “Sarai
tu a supplicare me di scopare te”.
- Son
più che certo di avere una buona resistenza.-
ribadì il maggiore, guardandolo
con un sorriso e un’aria di superiorità, per poi
spostare entrambe le mani ad
avvolgere il suo fondoschiena e trattenerlo contro il proprio corpo,
insistendo
con: - E fino a qualche minuto fa eri nel mio letto a supplicarmi di
usare i
tuoi preservativi.-
- Era
un..- stava rispondendo il moro, mantenendo un’espressione
fiera sul viso in
fiamme, e si bloccò con un gemito sommesso a quel muovere le
mani in un
massaggio, cercando di allontanarsi mentre farfugliava: -.. un breve
momento..
una cosa che non si ripeterà mai più.-, facendolo
scoppiare a ridere e premere
il naso contro il suo collo, respirando il suo odore e passando la
lingua
contro la sua pelle bagnata dal getto della doccia.
Ignorò
i suoi borbottii successivi, strofinando il medio tra le sue natiche, e
li
sentì trasformarsi velocemente in mugolii e gemiti,
sollevando il viso per
poter premere le labbra contro la sua tempia, risalendo tra i suoi
capelli
bagnati e bisbigliando: - Non sei molto bravo a dire le bugie.-,
ottenendo in
risposta un “Non sono bugie”
sibilato
a denti stretti.
-
Però ti stai eccitando all’idea di stare sotto di
me.- insistette con un tono
che non nascondeva il compiacimento, soprattutto a quel suo non
riuscire ad
allontanarsi dal proprio corpo, e respirò contro il suo
orecchio, sussurrando:
- Ti piace pensare a come potrei tenerti fermo, a come potrei dominarti
e usare
tutti questi muscoli per..-
Fu
però costretto a bloccarsi, quando il moretto
cercò di riprendere il controllo
e premette una gamba tra le proprie, facendolo boccheggiare per qualche
secondo
e allentare la presa attorno al suo sedere, allungando il collo nel
momento in
cui percepì le sue labbra a saggiargli la pelle. Il
“Non sarà così
semplice, Payne” lo percepì come un
suono in
lontananza, fin troppo preso da quella lingua e da quello strofinarsi
contro il
proprio membro duro. Riuscì a riprendersi al “Starai sotto tu”, spostando
entrambi i palmi sui suoi fianchi e
allontanandolo dal proprio corpo, quel che bastava per averlo lontano
ma
abbastanza vicino da percepire il suo calore. Si mordicchiò
il labbro
inferiore, studiandolo in silenzio prima di far la mossa successiva - gli sembrava di star giocando una strana
partita con lui - e premette i polpastrelli contro la sua
pelle,
strofinando la punta del naso in ghirigori e affermando con un filo di
voce: -
Ma tu sei più piccolo, non ti piacerebbe avere qualcuno che
si prenda cura di
te?-
-
No.- replicò in modo secco quello, spostando una gamba per
poter strofinare i
loro polpacci assieme. - So badare a me stesso, non ho bisogno
dell’aiuto di
nessuno.- ripeté nuovamente, usando quasi le stesse parole
di settimane prima e
di quando se l’era trovato alla porta con il sopracciglio e
il labbro spaccati.
Non
rispose immediatamente, preferendo guadagnare tempo e trovare le giuste
parole
- un’improvvisa paura di vederlo
andare
via a causa di frasi sbagliate -, per poi socchiudere gli
occhi e spostare
un palmo sulla sua guancia, tenendo le loro labbra ad una distanza
quasi
inesistente mentre sussurrava: - Però è questo
che vuoi da me, non è forse
così?-
Non
gli diede il tempo di rispondere, non volendo allontanarlo per colpa
del suo
orgoglio, e aggiunse: - Sei venuto da me quando ti hanno picchiato,
quando ti
sei ubriacato e hai sempre cercato me. Da quando ci conosciamo hai
sempre suonato
al mio campanello, quand’avevi bisogno di qualcosa. Ed
è come se cercassi
protezione in me, o almeno è quello che penso.
Perché in fondo sai che io,
nonostante possa dirtene di ogni tipo, non riuscirò mai ad
allontanarti.-
Scosse
il capo al “Liam”,
bisbigliato dal
ragazzino con le guance rossicce, e vi strofinò contro il
pollice, mormorando:
- Lasciami finire prima che decida di non parlare più.- e
prendendo un grosso
respiro, continuando con: - E mi piace, mi piace il fatto che vieni da
me e che
sai di poter trovare rifugio in me e tra le mie braccia. Mi fai
impazzire, mi
fai incazzare con i tuoi atteggiamenti e certe volte ho desiderato non
fossi
mai entrato nella mia vita. Però, allo stesso tempo, mi
piace il tuo modo di
tenermi testa, il tuo aver sempre la battutina pronta e
l’andare contro le
regole, contro quel che ti dico. E mi piaci, non solo dal punto di
vista
fisico.. e ti voglio, ti desidero e so che finirà malissimo,
che ci starò male
e soffriremo entrambi, ma non m’importa di quello che
potrebbe succedere perché
con te sto bene, mi.. mi fai sentire vivo e non ho mai desiderato
così tanto la
compagnia di una persona alla solitudine.-
Tenne
gli occhi chiusi a quella confessione, percependo i loro battiti
accelerati ed
in sincrono, sollevò una sola palpebra, aggrottando la
fronte e le labbra in
una smorfia, nel sentire il proprio nome sussurrato con un filo di
voce, e
mugugnò: - Mi sono esposto troppo.-, vedendolo annuire con
un sorrisino e “Hai parlato
decisamente troppo”. Cercò
di non ripensare a quanto appena rivelato, deglutendo in modo nervoso
al suo
abbraccio, e fissò di fronte a sé nel percepire
il contatto delle sue labbra
contro il collo, facendosi poi attento ai farfugli di Zayn - “Mi piace stare sotto di te” e
“Non mi dispiacerebbe la tua lingua
dentro”
- e al suo improvviso borbottare: - Ora ci dimentichiamo di queste
confessioni
e..-
- Ma
io non voglio dimenticare.- si fece coraggio per dire quella
semplicissima
frase, lasciando che si staccasse da lui, dopo aver bofonchiato
qualcos’altro -
un insieme di “Ma io sì”
e “Davvero?” -,
e lo studiasse in silenzio
con i suoi occhi nocciola, mentre lui annuiva lentamente al suo
“Vuoi che ricordi?”
e al “Tutto quanto di quel che mi
hai detto?”.
Gli diede un leggero colpo contro la spalla, quando
borbottò: - Io ricorderò
quel che mi hai detto e tu dimenticherai quel che ti ho confessato.-,
roteando
gli occhi al suo insistere sul non dover più pensare
all’ammissione sulla
passività e su quel che ne conseguiva.
-
Facciamo che non affronteremo questo argomento.- propose in un moto di
sicurezza, vedendolo studiarlo con indecisione e ricercare
l’anello debole di
quella catena. - Ma entrambi sapremo quel che l’altro ha
detto.- concluse
infine, porgendogli la mano e scoppiando a ridere alla sua espressione
indecisa, stringendo le dita attorno al suo polso per poterlo attirare
nuovamente tra le proprie braccia.
-
Oppure possiamo fare un gioco semplice.- riprese in un bisbiglio,
sentendolo
farsi attento e guardarlo dal basso con le dita a premere contro il
proprio
petto. - Se dovessi dirti di voltarti?- gli chiese con le mani strette
alle sue
per non farlo allontanare, strofinando la guancia coperta da uno strato
di
barba contro la sua e ridacchiando al suo borbottare e “Fottiti”.
- Non
vorresti provare quel che è in grado di fare la mia lingua?-
lo provocò con un
ghigno ad arricciargli le labbra, scoppiando a ridere quando
iniziò a ripetere
una serie di insulti e ad assumere un colore sempre più
acceso.
Lasciò
che si liberasse da lui, mettesse spazi tra i loro corpi e si
posizionasse poi
sotto il getto d'acqua, sollevando il viso e chiudendo gli occhi per il
getto
contro il viso, mettendosi perfino a canticchiare per non mostrare
l'imbarazzo
al maggiore. Quello che lo lasciò senza parole fu il suo "Dobbiamo muoverci, o consumeremo troppa
acqua", decidendo di non fare ulteriori domande e lavarsi
accanto ed
assieme a lui. Non era riuscito a trattenere la mano dallo stringersi
attorno
al proprio membro - il corpo del
ragazzino bagnato gli faceva uno strano effetto - e a
muoverla poi con fare
lento, restando con la schiena poggiata contro le piastrelle e gli
occhi fissi
su di lui; aveva incrociato il suo sguardo, quando si era lasciato
sfuggire un
gemito rauco, e aveva rafforzato la stretta nel sentire il proprio
membro
pulsare in risposta. E, quando Zayn si era liberato dello shampoo sui
capelli,
aveva tenuto sotto controllo quel suo avvicinarsi, sfiorargli l'addome
con le
dita e poi sporgersi per passare la lingua sul collo e sul pomo
d'Adamo,
portando infine la mano a stringersi assieme alla propria, prendendolo
di
sfuggita e facendogli spingere il bacino per avere più
contatto tra loro.
-
Devo confessare che ultimamente penso troppo spesso a come sarebbe
sentirti
dentro, sentire questo tra le gambe.- Non riuscì a bloccare
il colpo di tosse
improvviso, il farfuglio e il gemito rauco a quelle parole, per poi
appoggiare
una mano sulla sua spalla e lasciare tutto il resto in secondo piano,
preferendo
concentrarsi sul piacere che sentiva scorrere nelle vene.
Gli
bastò un movimento del suo polso, un altro sussurro e la sua
lingua per
raggiungere l'orgasmo, appoggiare il capo contro le piastrelle e
prendere dei
respiri per calmare il battito del cuore. Sentiva il sorrisino del
più piccolo
contro la pelle, le sue dita a premere contro ogni muscolo e non era
mai stato
così bene, così libero.
Si
erano poi trasferiti in salotto - dopo
essersi asciugati, vestiti e baciati più di una volta
-, sdraiandosi sul
divano e continuando a scambiarsi piccoli baci, in ogni punto
facilmente
raggiungibile con i loro visi così vicini. Zayn stava
sdraiato sotto di lui,
nessun accenno a spostarsi o chiedergli di cambiare posizioni, mentre
Liam
continuava a sporgersi con il capo per poter baciargli dolcemente la
pelle.
- E
il tuo primo ragazzo?- gli aveva detto all'improvviso, bloccando i suoi
bisbigli sull'imbarazzo dello scoprire di provare attrazione verso i
maschi. -
Parlami del tuo primo bacio, della tua prima volta.. voglio sapere
tutto.-
insistette quello sotto di lui, allungando un braccio per passare le
dita tra i
suoi capelli.
Liam
si mordicchiò il labbro inferiore, lasciando che i loro
occhi si studiassero, e
sussurrò: - Era un mio compagno della classe di matematica,
ci trovavamo spesso
per i progetti scolastici e giravano voci fosse gay. Ha confermato
tutto lui,
quando mi è saltato addosso per baciarmi. E abbiamo deciso
di tenerlo nascosto,
ai miei non avevo detto ancora nulla..-
- E
poi com'è finita?- s'interessò il ragazzino,
tirandogli le ciocche per non
lasciarlo perdere tra i ricordi, e mugolò un semplice: - Non
gli piaceva
aspettare e per uno come me non ne valeva la pena.-
- Non
ho mai capito cosa intendesse con quelle parole. Uno come me.-
ripeté sovrappensiero,
sentendo il grugnito di Zayn e "Io
ti avrei aspettato sempre", puntando gli occhi nei suoi e
sporgendosi
per baciarlo.
-
Quindi, dopo quella batosta, è ovvio che prendi coraggio..
per non perdere
anche il secondo ragazzo, che ti sembrava più serio.-
riprese il discorso con
le dita di una mano ad accarezzargli la guancia. - E, con giri di
parole
assurde, spieghi ai tuoi genitori di essere interessato al tuo stesso
sesso.
Loro non la prendono bene, ti cacciano di casa e sei costretto a
lavorare ogni
sera in un bar puzzolente, per poter mettere da parte i soldi per
l'affitto e
la futura università. Mi son buttato completamente sui libri
e ho preso la
borsa di studi.-
- E i
tuoi genitori?- gli domandò con la curiosità
evidente nella voce, obbligandolo
a bisbigliare: - Mi mandavano qualcosa ogni mese, diciamo che era Paul
ad
obbligarli. Poi lui si è ammalato e per loro esisteva solo
lui, quindi penso
sia normale che non mi abbiano avvisato nemmeno della sua morte. L'ho
scoperto
da Lyn.. da Kaylyn. E dopo qualche mese lei ha scoperto di essere
incinta, i
suoi l'hanno cacciata e io l'ho accolta.-
Aggrottò
la fronte, quando lo sentì chiedere con indecisione: - Non
è strano? Crescere
una figlia non tua.-, e annuì lentamente, rispondendo: - I
primi mesi era
difficile, dopo la morte di Lyn. Avrei voluto darla in affido ad una
famiglia,
avrebbe avuto di più, molto di più.
Però l'ho promesso a lei, quindi..- e
stringendosi poi nelle spalle quando non riuscì a continuare.
La
domanda successiva di Zayn, quel "Eri
innamorato di lei", lo lasciò con un'espressione
perplessa in viso,
appoggiando poi la guancia contro il suo petto per mugugnare un forzato
"No". Lasciò passare
qualche minuto,
prima di riprendere il discorso e: - Era complicato. Perché
siamo cresciuti
assieme, eravamo sempre noi due ed è ovvio che, passando gli
anni, inizi a
provare una sorta di ammirazione per lei, poi ti prendi la tua prima
cotta e ti
sembra di aver trovato l'amore della tua vita. Ma lei si innamora di
tuo
fratello e voi due non state assieme, vi siete solo scambiati uno di
quei
bacetti veloci, quindi non puoi trattenerla, non puoi impedirle di
uscire con
quella persona che gli piace tanto. Nonostante tu ci stia male,
perché avevi già
fatto tutti quei progetti tipici della prima cotta. Ero felice per
loro, ma
molto spesso avrei voluto essere al suo posto. Soprattutto
perché poi è
cambiato tutto, era da lui che andava e che cercava nel momento del
bisogno. Un
giorno le ho detto tutto, da ubriaco marcio, e lei mi ha risposto di
aver fatto
l'amore con lui e che tra noi non avrebbe mai funzionato,
perché mi voleva un
bene infinito ed era come se fossimo una sola persona, come se fossi
una parte
di lei e.. non so, ha iniziato a dire tutte quelle stronzate.
È complicato da
spiegare, ma ho capito di non essere innamorato di lei.-
Stava
per continuare quel discorso, cercando di spiegare meglio quel
concetto, quando
sentì suonare al campanello, mettendosi seduto e puntando lo
sguardo sul
ragazzino che scuoteva il viso, rispondendo ad una domanda nei propri
occhi.
- Son
ancora le undici della mattina.- borbottò con una smorfia,
non volendo saperne
di allontanarsi da quel corpo caldo, per poi sbuffare ai successivi
trilli,
alzarsi dal divano e raggiungere la porta d'ingresso, sistemandosi i
pantaloni
della tuta e la maglia. Quando aprì e si trovò
sull'uscio Harry ed Aileen,
restò con un'espressione confusa in viso, lasciandoli
passare e vedendo gli
occhi del riccio guizzare alle proprie spalle e ridurli poi a due
fessure.
-
Leen è stata male, non sapevo se dovessi portarla a scuola o
a te. Abbiamo
fatto una votazione e.. ma ora me ne vado.- lo sentì
spiegare con un tono
piatto di voce, appoggiando una mano sulla sua spalla per chiedergli in
un
sussurro: - Stai bene?- a cui rispose con un cenno del capo, "No.. Sì, certo che sto bene! Ci
sentiamo, Lì"
e un bacio all'angolo delle labbra.
Restò
immobile sulla soglia, vedendolo saltellare sulle scale e canticchiare,
per poi
risvegliarsi allo schiarirsi la voce di Zayn, voltandosi e trovandolo
con la
bambina in braccio e gli occhi ridotti a due fessure.
- Ti
ha baciato.- E non era una domanda, ma un'affermazione sibilata a denti
stretti. Non si mosse, quando Zayn si avvicinò - "Ora devo andare, principessa", aveva
detto con dolcezza alla
piccola -, e inarcò un sopracciglio allo spintone contro la
propria spalla.
-
Zayn.- grugnì con una smorfia, stringendo il suo braccio e
facendo un verso
sorpreso nel trovarsi le sue labbra contro e i suoi denti su quello
inferiore.
Annuì, le guance avevano assunto un colorito rossastro, al
suo "Devo andare a risolvere una questione e a
lavoro. Ma ci vediamo domani, no?"
-
Porta anche Louis, magari ho ancora voglia di rovinarmi la vita.-
bisbigliò,
ricevendo un occhiolino in risposta e restando ad osservare quello che
si
allontanava velocemente. Quando chiuse la porta, sentì la
vocina di Aileen e
"Vuoi più bene ad Haz o Zay?",
decidendo di non risponderle e prenderla in braccio per poterla mettere
a
letto.
Ma la
sentì insistere per tutto il percorso, tirandogli persino le
ciocche di capelli
e agitando le gambe. Le lasciò poi un bacio sulla fronte,
sbuffando al suo
ripetere la domanda e stringere le ditina sulla maglia, trattenendolo
in quella
morsa debole.
-
Quando una persona è grande, ha tante
responsabilità e non sempre è così
semplice scegliere. Perché ogni tua azione ha una
conseguenza e a volte è
davvero grave quel che potrebbe succedere. Quindi non puoi
semplicemente far
quel che ti piace, devi essere ragionevole e..- si bloccò al
suo sbuffo e
"Siete complicati voi grandi, non
voglio crescere", scoppiando a ridere e accarezzandole i
capelli
marroni, sentendola insistere e "Ma
a te piace più Zay, si vede".
- E a
me sembra che qualcuno debba riposare.- sussurrò per
chiudere il discorso,
premendo l'indice contro il suo nasino e rimboccandole le coperte,
bisbigliando: - Ora riposati, poi ci guardiamo tutti i cartoni che
vuoi.-
Angolo
Shine:
Non
ce l’ho fatta proprio a pubblicare prima, ho avuto una
settimana fitta - fitta
(più vari momenti in cui la voglia di scrivere era al
minimo). Comunque, son
tornata col nuovo capitolo ed è tutto Ziam e p0rn (anche il
fluff sta
lentamente tornando). Quindi direi che mi son fatta perdonare per il
ritardo,
yup.
Settimana
scorsa non son riuscita ad aggiornare perché ho preferito
concentrarmi su
questa
one-shot, quindi se ancora non gli avete dato
un’occhiata e siete
interessati.
A
venerdì prossimo!