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Autore: _Wonderwall_    07/11/2014    2 recensioni
Lysander Scamander, oramai arrivato al suo ottavo anno ad Hogwarts, poteva affermare che aveva tutto e che, molto probabilmente, era la persona più felice in quel dannatissimo castello.
Lorcan Scamander era tutto quello che non voleva essere.
Ted Lupin era soddisfatto della sua vita.
Alice Paciock era diversa. Era totalmente diversa da suo padre sia per aspetto fisico che per carattere e sua madre le aveva conferito giusto qualche tratto del viso.
James Sirius Potter era stanco. Era stanco ed aveva cominciato a stancarsi alla tenera età di quattordici anni.
Axel Lovegood era strano. Era tutto ciò che ci si potesse aspettare da qualcuno appartenente a quella famiglia.
Louis Weasley era normale.
***
Una generazione che ha avuto tutto senza dover fare nulla, figlia di eroi, ma normale, dannatamente umana.
E se si trovasse davanti ad un pericolo peggiore del precedente? Una generazione senza eroi sarà in grado di vincere o perlomeno sopravvivere?
“Ognuno di noi è un eroe”
“Gli eroi non esistono”
“Vedi, Lily, in una guerra non ci sono né vincitori né vinti, solo morti e sopravvissuti”
“Vivere senza di te è come morire”
(Nella mia storia gli anni passati ad Hogwarts non sono più sette, ma nove)
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Alice, Paciock, Alice, Paciock, Jr, James, Sirius, Potter, Lorcan, Scamandro, Louis, Weasley, Lysander, Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 2

 

 

Lysander Scamander poteva affermare con orgoglio di appartenere alla meravigliosa e gloriosa casata Grifondoro e, ancora meglio, di essere il cercatore di quest’ultima, nominato per tre anni di fila cercatore migliore della scuola.

Lysander Scamander, oramai arrivato al suo ottavo anno ad Hogwarts, poteva affermare che aveva tutto e che, molto probabilmente, era la persona più felice in quel dannatissimo castello. Era circondato da un gruppo di amici che lo adoravano quasi come fosse un Dio in terra, i suoi voti in tutte le materie erano più che rispettabili, la sua camera da prefetto era ciò che ogni ragazzo adolescente potesse desiderare, aveva file di ragazze che avrebbero fatto carte false per uscire con lui ed il suo futuro da giocatore di Quidditch era praticamente assicurato. Sarebbe stato ricco e famoso senza dover fare niente di particolarmente faticoso in cambio. Solamente il gioco che, contrariamente all’opinione di tutto il castello, odiava con tutto se stesso.

Perché sì, Lysander Scamander odiava il Quidditch con tutto se stesso, non che non fosse un ragazzo sportivo, anzi, ma proprio non riusciva a capire quello sport per cui aveva poi scoperto avere un talento naturale.

Poteva dire poi, con un sospiro di sollievo, di essere scampato alla vena di pazzia che apparteneva alla sua famiglia che, a quanto pareva, aveva saltato un’intera generazione, potendo considerare anche Lorcan normale.

Beh sì, forse Lorcan era l’unica pecca nella vita perfetta di Lysander Scamander. Suo fratello gemello e suo migliore amico prima del primo anno ad Hogwarts dopo il quale, essendo stati smistati in case diverse e soprattutto storicamente rivali, erano diventati quasi nemici per la pelle.

Ma Lysander voleva bene a Lorcan e nonostante tutto non lo avrebbe mai abbandonato, né tantomeno tradito.

Lysander conosceva il suo segreto, ma, lo giurava su Godric Grifondoro, era ben custodito.

 

 

Lorcan Scamander era tutto quello che non voleva essere. Tanto per cominciare era stato smistato a Serpeverde quasi senza aver poggiato il cappello sulla testa, se poi a questo ci si aggiunge una famiglia con tutte le rotelle fuori posto, un fratello gemello perfetto, l’incapacità di riuscita in tutte le materie scolastiche tranne che in pozioni e un talento innaturale per trovarsi in situazione scomode beh ecco che si otteneva la vita di Lorcan.

Un diciottenne con complessi di inferiorità e innamorato del suo migliore amico. Lorcan lo aveva scoperto quasi tre anni prima di essere gay e l’avrebbe anche accettato, sebbene non con poche difficoltà, ma l’essere innamorato perso di Albus Severus Potter era decisamente troppo.

E così si limitava ad ignorare. Ignorare tutto, i suoi sentimenti, la sua famiglia, suo fratello. La sua vita. Loran Scamander viveva per inerzia. Si lasciava trasportare dagli eventi senza nemmeno provare a cambiare il corso delle cose e prendere in mano la sua vita.

Sarebbe stato troppo difficile, troppo faticoso, troppo doloroso.

Non per niente era finito a Serpeverde. Era un vigliacco e ne era perfettamente consapevole, ma non faceva niente per cambiare le cose.

E a Lorcan andava bene così almeno fino a quando, quell’estate stessa, Lysander lo aveva scoperto. Solo a ripensarci le sue guance, e tutta la sua faccia, prendeva quel colorito rosso peperone che davvero molto raramente si manifestava sul suo viso.

Beh, era stato a dir poco imbarazzante. Lysander era entrato in camera da letto proprio mentre il gemello serpeverde dava sfogo ai suoi istinti e alle sue frustrazioni con un ragazzo appena conosciuto. Ubriaco fradicio e nudo come un verme non era stato in grado di fare altro se non mettersi a piangere davanti agli occhi sconvolti di suo fratello.

Lysander non l’aveva preso in giro o insultato. L’aveva guardato, abbracciato e gli aveva sussurrato all’orecchio di stare tranquillo.

Non l’aveva detto a nessuno e Lorcan sapeva che mai l’avrebbe fatto perché, nonostante tutto, nonostante le incomprensioni e i litigi, Lysander era suo fratello e gli voleva bene.

 

 

 

Ted Lupin era soddisfatto della sua vita. A soli ventidue anni era diventato un auror e quello stesso anno avrebbe iniziato ad insegnare ad Hogwarts Difesa Contro Le Arti Oscure invece di concludere il praticantato e lavorare poi al reparto auror del ministero.

Ma quello era proprio ciò che aveva voluto da quando aveva messo piede nella scuola di magia e stregoneria. Sarebbe voluto diventare insegnante per trasmettere ai ragazzi, che non erano poi tanto più giovani di lui, l’amore per la magia e anche per l’insegnamento.

Poi avrebbe finalmente avuto una camera ed un ufficio dignitoso. Infatti Ted, che aveva passato la sua infanzia nella casa dei Potter, una volta compiuti i diciassette anni e quindi diventato maggiorenne, aveva lasciato la confortabile villetta per trasferirsi in un puzzolente e minuscolo appartamento diviso con altri due ragazzi che, come lui, andavano alla ricerca della propria autonomia.   

Non fraintendete, Ted era immensamente grato ai Potter e considerava Ginny ed Harry come genitori ed allo stesso modo trattava James, Albus e Lily come fratelli minori, ma, Harry lo aveva sempre detto, lui era uno spirito libero ed indipendente. A quanto pare non erano solo i capelli l’eredità lasciatagli da sua madre. Perché, anche se ad una prima occhiata, Teddy poteva sembrare tutto suo padre, il carattere era molto più simile a quello di Ninfadora Tonks che a quello di Remus Lupin.

Non aveva mai avuto una ragazza fissa così come non aveva mai avuto un piano stabilito fino a quando quell’anno, mentre vagava per le strade di Diagon Alley dopo una serata con gli amici, si era imbattuto in una disperata, bagnata e solitaria Rose Weasley che, dopo aver rifiutato il suo aiuto per mezz’ora buona, si era finalmente arresa ed aveva accettato di andare a casa sua per cambiarsi i vestiti e magari godersi una buona camomilla.

E da allora Rose Weasley era diventata la sua variabile e la sua costante. Era fastidiosamente organizzata e ordinata, ma aveva il potere di ridurre in brandelli i piani che lei stessa aveva progettato con tanta minuziosità. Con Rose tutto era una sorpresa, tutto era nuovo e finalmente Ted si era reso conto di potersi legare sentimentalmente a qualcuno.

Rose era la sua eccezione.

 

 

Alice Paciock era diversa. Era totalmente diversa da suo padre sia per aspetto fisico che per carattere e sua madre le aveva conferito giusto qualche tratto del viso. Infatti, nata da due genitori grifondoro, uno dei quali era stato, nonostante tutto, uno degli eroi della seconda guerra magica, Alice era finita a Serpeverde.

Ma non se ne era stupita più di tanto così come non lo avevano fatto i suoi genitori, a differenza dell’intera popolazione del mondo magico e soprattutto di quella della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. La ragazza che tutti si aspettavano di trovare aveva due versioni: o una grifondoro coraggiosa o una tassorosso timida e poco loquace.

Neanche a dirlo, Alice non rispecchiava nessuna delle due. Non sapeva se il cappello parlante avesse mai sbagliato, ma era assolutamente sicura che con lei avesse preso la decisione giusta.

Era una strega brillante, ambiziosa che ambiva alla gloria e che raramente si fermava davanti a qualcosa o a qualcuno. Il suo motto era ‘se non ti fa comodo allora evitalo’.

Semplicemente passava sopra a tutto ciò che non le andava a genio. Ovviamente anche lei aveva le sue eccezioni.

Nonostante fosse come un pesce fuor d’acqua in quella famiglia non avrebbe mai voluto farli soffrire, non consapevolmente comunque. Così ogni volta che faceva qualcosa di sbagliato che deludeva i suoi genitori, ma soprattutto suo padre, Alice soffriva. Soffriva così tanto da doversi allontanare da tutto e da tutti purché gli altri non se ne accorgessero.

Non piangeva, non le piaceva piangere, aveva fatto una promessa a se stessa all’età di soli sei anni. Urlava. Alice preferiva sfogarsi alla maniera babbana.

Prendeva la sua scopa e volava a velocità inaudita verso quella che oramai era diventata la sua palestra personale. Palestra forse era un tantino esagerato, tutto quello che potevi trovare in quel buco di appartamento vicino al lago nero era una sacco da box e dei pesi con cui potesse allenarsi.

E così ogni volta che Alice soffriva trasformava il dolore in rabbia e prendeva a pugni quel sacco fino a farsi sanguinare le nocche. E tirava calci fino a quando non le si gonfiavano i polpacci.

Quella era l’unica costante della vita di Alice Paciock, l’unica cosa che riusciva a farla sentire meglio.

 

 

 

James Sirius Potter era stanco. Era stanco senza aver davvero fatto niente ed aveva cominciato a stancarsi alla tenera  età di quattordici anni.

Un giorno aveva aperto gli occhi e aveva deciso di cambiare, perché quello non era più lui, ma solo una copia sbiadita di suo padre.

Un ottimo cercatore, un talento naturale per la difesa contro le arti oscure e naturalmente per mettersi nei guai, due amici con cui affrontava la scuola e la vita e un’espressione da pesce lesso sempre stampata in viso come se in tutto quello che  accadesse lui fosse solo la vittima e che non avesse il potere di cambiare gli eventi.

Ma almeno suo padre, il grande Harry Potter, il bambino sopravvissuto, aveva avuto la possibilità di dimostrare il proprio valore.

E così James rimpiangeva la guerra. Perché lui voleva essere acclamato, voleva essere un eroe e voleva che tutti quanti lo sapessero. Ma ogni volta che quel pensiero passava nella sua mente si dava dell’idiota e si sentiva in colpa perché una guerra avrebbe potuto distruggere tutto. La sua famiglia, i suoi amici, la sua casa, la sua vita.

Non avrebbe sopportato di perdere Lily. Certo, perdere Albus o i suoi genitori sarebbe stato straziante, ma la sua piccola sorellina era tutto ciò che davvero gli interessava e a lei dedicava tutto l’amore che possedeva che, ormai si era convinto, non era poi molto.

Lily Luna Potter con la sua vivacità e la sua forza era l’unica persona che riusciva a farlo essere se stesso.

Quel giorno, a quattordici anni, era diventato una persona che nemmeno conosceva. Scontroso, scorbutico, menefreghista e totalmente incurante delle regole. Ma almeno con Lily riusciva ad essere il ragazzo solare, intraprendente, gioviale, audace, coraggioso, testardo ed ironico che veramente era.

Non la copia sbiadita di suo padre ne tantomeno quel ragazzo sconosciuto che si ostinava ad interpretare. Semplicemente James Sirius Potter. Semplicemente se stesso.

Lily era la sua costante. Beh, Lily e il suo adorato ‘Fight Club’.

James infatti, pur ignorando Alice Paciock e la sua esistenza e avendole parlato una volta o due durante gli incontri di suo padre con la famiglia Paciock, era più simile a lei di quanto si aspettasse. Entrambi si sfogavano con la violenza.

James aveva cominciato a combattere quando aveva sedici anni. Un piccolo gruppetto di ragazzi ad Hogwarts aveva avuto la brillante idea di riunirsi nella Foresta Proibita ogni domenica e prendersi a pugni fino a quando l’altro non si arrendeva.

James era bravo. Vinceva sempre e quello sembrava conferirgli la gloria di sui aveva bisogno. Anche se doveva sopportare qualche occhio nero.

 

 

Axel Lovegood era strano. Era tutto ciò che ci si potesse aspettare da qualcuno appartenente a quella famiglia. Pur non essendo sua madre la Lovegood più pazza si poteva dire che Axel fosse tutto sua zia.

Era la copia di Luna Lovegood al femminile, non tanto per l’aspetto fisico, avendo ripreso dalla parte materna solo gli enormi occhi celesti che lo rendevano ancora più strano, quanto per una questione caratteriale.

Axel non si arrabbiava mai, tutto ciò che diceva era quantomeno strano e la maggior parte delle volte difficile da credere, era decisamente scaramantico e di un’intelligenza quasi spaventosa. Non per niente era stato smistato a corvonero. E non per caso era diventato il migliore amico di sua cugina Shailene, entrando nel gruppetto più strano e stravagante di Hogwarts insieme a Lily Potter e Hugo Weasley.

I due grifondoro era decisamente pazzi almeno quanto Axel e Lene, ma in un modo più sregolato.

Non c’era un giorno in cui non finissero nei guai per una lezione saltata o per uno stupido scherzo. I degni discendenti di George e Fred Weasley, così ormai li definiva tutto il castello. E per proprietà transitiva anche Shailene e Axel erano così chiamati.

Al corvonero tutto questo andava bene. Quando era con i suoi amici poteva essere se stesso e dare sfogo alla sua natura stravagante senza essere giudicato.

Per quel che ne sapeva le uniche teste libere da gorgosprizzi in tutta Hogwarts erano quelle dei tre pazzi con cui passava le sue giornate.

 

 

 

Louis Weasley era normale. Era tutto ciò che si immagina quando si pensava ad un ragazzo ordinario e perfettamente nella media. E come tutte le persone ordinarie odiava la monotonia della sua vita che era tutto tranne che eccezionale.

Se poi si aggiungeva il fatto di essere membro della famiglia Weasley quel ragazzo deludeva tutte le aspettative che le persone potevano farsi su di lui. Poco importava che un ottavo del suo sangue fosse di veela e niente poteva la sua straordinaria bellezza contro la mediocrità del suo carattere.

O per lo meno era quello che pensava Louis quando guardava i suoi cugini. Tutti loro avevano qualcosa di speciale, anche James, nonostante provasse ad allontanare tutto e tutti da lui, suscitava più interesse di lui.

Louis non aveva l’intelligenza di sua sorella Victoire, oramai uscita da quel manicomio che tutti si ostinavano a chiamare scuola, e non possedeva nemmeno la caparbietà e l’astuzia di Dominique a cui, nonostante i colori argento verde della sua divisa, o probabilmente proprio grazie a quelli, bastava uno sguardo o un sorriso per far cadere tutti ai suoi piedi.

Louis era gentile, disponibile e leale, certo, come d’altronde ogni tassorosso che si rispetti. Ma quello era tutto. Era riuscito ad entrare nella squadra di quidditch probabilmente solo per mancanza di un cercatore più capace e, forse, aiutato dal suo cognome.

Ok, non era tanto male come cercatore, ma non era neanche un talento. Nella media.

Louis Weasley era fastidiosamente nella media.



Angolo Autrice
ecco qui il seondo capitolo che arriva prima del previsto, ma era pronto e non mi piace lasciare le storie con un solo capitolo :)
Qui incontriamo per la prima volta i personaggi della descrizione, come ho già detto non sono gi unici e gli altri verranno presentati con il proseguire dei capitoli! Non ho niente di importante da dire quindi mi limito a ringraziare chi ha letto , chi segue\ricorda\preferisce la storia e soprattutto le due ragazze che hanno recensito!
Voglio anche specificare che, come ho scritto nella desrizione a permanenza ad Hogwarts si è estesa di due anni, decisione presa dalla preside dopo la seconda guerra magica per preparare al meglio gli studenti in un'eventuale futura battaglia!
Spero che il capitolo piaccia, anche se è solo una mera presentazione! Vi prego di recensire anche se non è di vostro gradimento, così da poter migiorare! Grazie per aver letto :)

  
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