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Autore: Arrow of the Mockingjay    07/11/2014    2 recensioni
l'origine della canzone l'albero degli impiccati cantata da Katniss...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Avete mai pensato alla storia che c’è dietro la canzone che canta Katniss nel Canto della Rivolta, L’albero degli impiccati? Beh, io si e questo è quello che ne è venuto fuori… buona lettura!!!
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Lulu arrivò in cima alla collina e si appoggiò al tronco del vecchio albero per riprendere le forze dopo aver camminato a lungo per arrivare lì.
Lei e Jonathan, suo caro amico, si incontravano una volta a settimana a mezzanotte sotto quell’albero ormai da anni, da quando le loro famiglie avevano litigato e avevano proibito loro di incontrarsi. Nessuno passava mai di lì perché si diceva che quella collina era maledetta e a mezzanotte avevano anche l’oscurità a loro favore.
Lulu si abbasso il cappuccio sulle spalle e si guardò intorno: perché Jonathan non era ancora arrivato? Di solito era sempre lui ad arrivare prima… Dopo qualche minuto la ragazza scorse una figura alta e snella avvicinarsi: era sicuramente Jonathan, Lulu lo avrebbe riconosciuto ovunque. Il ragazzo la raggiunse e i due riabbracciarono. –finalmente sei arrivato, credevo ti fosse successo qualcosa! Che ci avessero scoperti e che non ti avessero lasciato uscire…- Jonathan le prese le mani tra le sue –Tranquilla. Va tutto bene mi ero solo appisolato.- le disse in tono rassicurante. I due ragazzi si sedettero ai piedi dell’albero e cominciarono a chiacchierare.
-Lulu? La conosci la storia di questo posto?- la ragazza lo guardò perplessa –ho sentito dire che una volta qui ci impiccavano la gente…- Lulu sospirò e si sdraiò sull’erba fresca -Ma sai perché dicono che è maledetto?- lei scosse la testa –Allora te lo racconto- Jonathan si stese accanto all’amica con le mani incrociate dietro la nuca e cominciò il suo racconto:

-Tanto tempo fa –lo so che è banale come inizio ma non so come altro cominciare- in paese c’era una coppia di ladruncoli, un ragazzo e una ragazza che si amavano. Non davano molto fastidio perché rubavano solo in altri paesi e così nessuno dava loro fastidio.
Un giorno mentre preparavano la cena sentirono bussare alla loro porta; la ragazza andò ad aprire e tre guardie entrarono in casa spingendola di lato, andarono in cucina e picchiarono e afferrarono per le braccia il ragazzo che cercò di divincolarsi ma le guardie erano troppo forti e lui era di corporatura molto esile; la ragazza cercò di aiutarlo ma la terza guardia la trattenne, lei chiese perché stessero portando via il suo amore e le guardie le dissero che lui aveva ucciso tre persone. Le guardie lo portarono via lasciando la ragazza sola in lacrime.
Nei giorni seguenti la ragazza provò ad andare a far visita al ragazzo nelle prigioni ma non la lasciarono entrare. Lei non uscì più di casa, non mangiò e non parlò più con nessuno fino a quando, sette giorni dopo l’arresto il podestà comunicò che il colpevole degli omicidi sarebbe stato giustiziato al calar del sole, a quella notizia le si stinse ancora di più il cuore, non poteva immaginare la sua vita senza di lui.
Quando vide che le guardie fecero uscire il ragazzo dalle prigioni lei si precipitò in strada tra lo stupore degli abitanti che non la vedevano ormai da giorni. Aveva gli occhi segnati e rossi per il pianto. Corse verso il corteo chiamando il ragazzo che aveva il viso tumefatto e altri lividi che si vedevano attraverso gli squarci che aveva nella camicia che un tempo era stata bianca, nella confusione, riuscì ad avvicinarsi abbastanza per riuscire a scambiare un bacio con l’amore della sua vita, le guardie la spinsero via me lei non voleva lasciarlo da solo, le guardie le ripeterono di andarsene ma lei non cedette, ricevette calci e manrovesci ma non aveva intenzione di andarsene. Due guardie arrestarono anche lei ma il ragazzo fece in modo che riuscisse a scappare e la implorò di andarsene, lei lo fece e seguì il corteo a distanza.
Arrivati in cima alla collina una guardia lesse su una pergamena l’accusa contro il giovane cioè di avere ucciso tre persone nella notte dell’ultima luna piena. Quando la ragazza sentì che gli omicidi erano stati commessi quella notte ebbe la certezza che non era stato lui ad uccidere quegli uomini perchè quella notte erano andati insieme al lago. Incrociò gli occhi del ragazzo che sembrava sorpreso quanto lei. Le gridò di correre dal podestà e dirgli quello che sapeva. A causa di ciò ricevette un pugno nello stomaco e si accasciò a terra sputando sangue. La ragazza si mise a correre, la casa del podestà non era molto distante. Corse attraverso un tratto di bosco con i rami che le graffiavano la faccia e le strappavano la gonna. Arrivò alla casa e bussò furiosamente alla porta finchè il podestà la aprì e sgranò gli occhi nel vederla, lei gli disse che la notte degli omicidi lei e il ragazzo erano insieme ma lui non le credette. La ragazza insistette, con le lacrime che le rigavano le guance fino a quando sentì la folla esultare dalla cima della collina: ormai era troppo tardi.
La ragazza si voltò ed emise un grido strozzato, alle sue spalle la porta della casa sbattè lasciandola sola. Arrivò all’albero degli impiccati quando ormai c’era solo più poca gente che la guardava storto e bisbigliava insulti o la indicava agli agli altri. Lei rimase ferma, immobile con i capelli scompigliati e il vestito strappato, qualcuno le sputò anche addosso incolpandola di assurdità. Quando anche l’ultima persona se ne andò era ormai buio. Le ginocchia della ragazza cedettero e cadde in ginocchio, pianse, urlò e maledisse il villaggio e quest’albero, disse che anche dopo la sua morte non avrebbe dato pace agli abitanti del villaggio. Pianse a lungo. Quando ormai non aveva più lacrime da piangere alzò lo sguardo sul ragazzo si sentiva in colpa era colpa sua se lui era morto, non era riuscita a convincere il podestà della sua innocenza, era colpa sua e solo sua. Vide ai piedi del morto una corda, la raccolse e la intrecciò come faceva da bambina con gli teli delle margherite, ci fece un cappio. Si arrampicò sull’albero e legò la corda allo stesso ramo a cui era appeso il corpo del ragazzo, si mise il cappio attorno al collo, prese la mano ormai fredda del suo amato e si impiccò con lui.
Da allora, si dice, che a chi si avvicina all’albero spirito della ragazza che vuole proteggere il suo amato gli fa accadere cose brutte…-

Lulu e Jonathan si stavano fissando, lei con le lacrime agli occhi. -È una storia tristissima…- disse con un filo di voce. Il ragazzo la abbracciò. –Dobbiamo fare conoscere a tutti questa storia- disse Lulu dopo essersi ripresa. –Tutti, anche in futuro dovranno conoscere la storia di questi due inna morati… Con una canzone per esempio…- continuò decisa. –Ho qui un pezzo di carta e una matita, tieni.- Passarono dei minuti, Lulu concentrata a scrivere le strofe e Jonathan la guardava dolcemente. –Ecco.- disse Lulu alzandosi in piedi. –Fammi vedere- disse Jonathan tendendo una mano per prendere il foglio ma Lulu si ritrasse –Aspetta, prometti che tramanderemo questa canzone ai nostri figli e diremo loro di fare lo stesso?- chiese Lulu all’amico che annuì.-Questa è per voi due- disse guardando le stelle. -
Verrai, verrai
All’albero verrai
Cui hanno appeso un uomo che tre ne uccise, o pare?
Strani eventi qui si son verificati
E nessuno mai verrebbe a curiosare
Se a mezzanotte ci incontrassimo
All’albero degli impiccati…

-La voce di Lulu era soave e leggera come una piuma-

Verrai, verrai
All’albero verrai
Là dove il morto implorò l’amor suo di scappare?
Strani eventi qui si son verificati
E nessuno mai verrebbe a curiosare
Se a mezzanotte ci incontrassimo
All’albero degli impiccati.

Verrai, verrai
All’albero verrai
Ove ti dissi “corri, se ci vuoi liberare”?
 Strani eventi qui si son verificati
E nessuno mai verrebbe a curiosare
Se a mezzanotte ci incontrassimo
All’albero degli impiccati.

-Jonathan la guardava teneramente e stupefatto, non credeva che la timida amica avesse una così bella voce…-

Verrai, verrai
All’albero verrai
Di corda una collana, insieme a dondolare?
Strani eventi qui si son verificati
E nessuno mai verrebbe a curiosare
Se a mezzanotte ci incontrassimo
All’albero degli impiccati.

 

   
 
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