La distanza di una fetta di pane e marmellata
-------------------------------------------
Da
circa mezz’ora Hermione si rigirava nel letto irrequieta. Ogni
tanto, a causa di un movimento brusco, qualche molla arrugginita
cigolava con un rumore sinistro e, ogni volta che succedeva, uno sbuffo
infastidito ma del tutto inconsapevole rivelava la presenza di Ginny
che dormiva nel letto accanto al suo. Hermione sollevò
leggermente il capo dal soffice cuscino e si volse verso l’amica.
O meglio, fissò il suo sguardo, reso cieco dalle tenebre della
stanza, nella direzione dove era sicura si trovasse Ginny. In
realtà non la vedeva affatto, ma questo non era poi così
importante dato che non aveva nessuna intenzione di svegliarla solo
perché lei, dopo gli avvenimenti di quella sera, non riusciva a
prendere sonno. Era stata proprio Hermione infatti a proporre ad Harry
e a Ron - prima di sgattaiolare fuori dalla loro camera - di
andare a dormire, visto che l’indomani sarebbe stato un giorno
molto importante per tutti loro. Eppure era proprio lei che non
riusciva ad addormentarsi.
Hermione
stava per girarsi nuovamente verso il muro quando sentì un
rumore attutito provenire dalla cucina. Si immobilizzò
all’istante e, per un attimo, trattenne il respiro. Poi si
ricordò di quello che aveva detto Ron e si rilassò.
Probabilmente si trattava solo di Charlie che, sceso di sotto, tentava
di farsi ricrescere i capelli che la signora Weasley lo aveva costretto
a tagliarsi quello stesso pomeriggio. Riprese a respirare normalmente
ma, prima che riuscisse a girarsi completamente, un secondo rumore la
raggiunse. Questa volta Hermione rimase per un momento perplessa.
Possibile che farsi ricrescere i capelli richiedesse tutto quel
baccano? Doveva ammettere che quei rumori non erano forti quanto il
rombo di un tuono durante un temporale estivo ma, nel silenzio
assonnato della Tana, Hermione riusciva a coglierli distintamente.
Qualcosa le si contorse nello stomaco. E se in realtà non si
fosse trattato di Charlie? E se fosse entrato qualcuno? In men che non
si dica Hermione prese una decisione. Recuperò la propria
bacchetta dal comodino, sussurrò un Lumus a mezza voce e uscì in fretta dalla stanza prima che Ginny si svegliasse per via della luce.
Con
cautela e tenendo la bacchetta sollevata davanti a sé quel tanto
che sarebbe bastato a non farla ruzzolare giù dalle scale,
Hermione raggiunse la cucina. Prima di varcarne la soglia un Nox bisbigliato
spense la flebile luce che le aveva fatto da guida fino al piano terra
ma, contrariamente a quanto aveva immaginato, rimase sorpresa nel
constatare che, nonostante l'ora tarda, riuscisse comunque a scorgere
abbastanza distintamente le ombre del mobilio nella stanza. Era
decisamente meno scuro che in camera di Ginny e, forse, c’era
davvero Charlie che, alla luce della bacchetta, stava trafficando con i
suoi capelli.
Hermione attese un attimo con la bacchetta levata, pronta a difendersi nel caso non si fosse trattato di Charlie ma di un intruso. Poi, con un movimento lesto, entrò in cucina.
Per un attimo temette che le sue peggiori paure si fossero concretizzate. C’era effettivamente qualcuno
che stava trafficando con qualcosa al bancone, proprio dalla parte
opposta a dove si trovava lei. Quando i suoi occhi si abituarono alla
scarsa luminosità del luogo, riuscì a scorgere un ciuffo
ribelle di capelli rossi. Si rilassò all'improvviso mentre un
sospiro di sollievo le sfuggì dalle labbra.
Proprio in quel momento, la figura sconosciuta decise di girarsi e così la vide.
“Hermione,
accidenti! Che ci fai qui?” Una voce familiare, poco più
alta di un sussurro, leggermente incrinata dalla sorpresa, la
apostrofò facendola sobbalzare.
“Fred! E tu che stai facendo?”
Hermione
aveva riconosciuto il gemello che ora la fissava guardandola con il suo
classico sorriso a metà tra il canzonatorio e
l’irriverente.
“Sei tu che mi hai quasi fatto prendere un colpo perciò sei tu a dovermi rispondere per prima. E poi, per tua informazione, sono George.”
“Certo, come no! E io sono Fleur.”
Fred non riuscì a trattenere una risatina di fronte all’uscita sarcastica della ragazza.
“Beh,
addirittura Fleur mi sembra un po’ eccessivo, non ti pare?”
scherzò divertito mentre, presa la bacchetta in mano, gliela
puntava in viso come se volesse vederla meglio. “Ne hai ancora di
strada da fare prima di assomigliare alla mia futura cognata.”
“Ehi!”
protestò. “Abbassa la bacchetta! Mi vuoi forse accecare? E
poi grazie per l’incoraggiamento” aggiunse alludendo
all’ultima frase del ragazzo. Hermione incrociò le braccia
indispettita ma Fred non si fece intimorire e continuò
imperterrito.
“Prego.
Ma tu abbassa il tono di voce. Non vogliamo di certo rischiare di
svegliare mia madre il giorno prima del matrimonio. Sarebbe capace di
ucciderci se ci trovasse ancora svegli a quest’ora!”
Hermione
sbuffò ma gli rispose con voce più bassa. “Io
starei già dormendo se tu non avessi fatto tutto questo rumore
per fare chissà cosa, Fred.”
“Lasciami
indovinare, Hermione. Sai per certo che sono Fred per via delle
orecchie, giusto? Ora che George ne ha una sola, addio scherzi”
si lamentò più con sé stesso che con la ragazza.
“Oh, andiamo, Fred! È da un po’ che vi so riconoscere.”
“Dici davvero?” il ragazzo sembrò realmente sorpreso.
Hermione
scosse la testa. “Dai, lasciamo stare. Mi vuoi dire ora che cosa
stai facendo? Pensavo fosse entrato qualcuno!”
Fred
ghignò appena, ma non le diede risposta. Appoggiò la
bacchetta ancora accesa sul tavolo e le diede le spalle riprendendo da
dove era stato interrotto.
Hermione
gli si avvicinò: non le andava di essere ignorata dopo che
l’aveva fatta svegliare con i suoi rumori molesti. In
realtà non l’aveva propriamente svegliata, ma questi erano
solo dettagli.
“Fred, sto parlando con te.”
“Lo
so, Hermione. Ci siamo solo tu e io in cucina. Vuoi una fetta di pane
tostato con marmellata?” Fred si era girato improvvisamente verso
di lei e per poco la fetta di pane che teneva in mano non finì
addosso alla maglietta del pigiama di Hermione. La ragazza infatti, per
poter spiare cosa stava facendo, si era avvicinata un po’ troppo
alla schiena di Fred. Ora che lui si era voltato, però, si
ritrovavano un po’ più vicini del necessario: a dividerli
c'era solo quella fetta di pane e marmellata.
“Hermione,
lo so di essere terribilmente affascinante, ma smettila di fissarmi a
quel modo altrimenti Ron potrebbe pensare chissà cosa quando
domani ti inviterò a ballare con me.”
Hermione
rimase letteralmente a bocca aperta mentre Fred, ancora vicino a lei
tanto che i loro occhi si specchiavano gli uni negli altri, non la
smetteva di ghignare soddisfatto.
“Io
non ti sto fissando, Fred!” rispose Hermione distogliendo lo
sguardo dagli occhi di Fred e concentrandosi sulla fetta di pane e
marmellata che lui teneva ancora in mano.
“Certo, come no! Ma tranquilla, Miss Prefetto, non dirò nulla a Ron.”
Hermione trovò il coraggio di ritornare a fissarlo, questa volta con aria di sfida.
“E cosa non dovresti dire esattamente a Ron? Avanti, spiegami.”
“Beh,
mi pare ovvio. Non gli basteranno complimenti smielati e atteggiamenti
gentili nei tuoi confronti per far breccia nel tuo cuore, ora che tu
hai già perso la testa per qualcun altro.”
Hermione
questa volta non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere
ma Fred le tappò subito la bocca con la mano libera.
“Sssssh. Ma sei pazza! Vuoi proprio svegliare tutti allora.”
Hermione scosse il capo e gli fece capire che non avrebbe più riso. Fred la liberò dalla propria stretta.
“Sei
tu il pazzo, Weasley. Stai raccontando solo un mucchio di idiozie. Io
non ho perso la testa per nessuno, siamo intesi?”
“Hermione, Hermione… non lo sai che non si dicono le bugie? Non te l’ha insegnato la Umbridge?”
Hermione
lo guardò disgustata. “Quest’ultima cosa
potevi davvero risparmiartela. Era veramente pessima!”
“Touché. Si dice così, giusto?” Fred la guardò con aria complice.
“Mi pareva di averti detto prima che se tu eri George, io avrei potuto essere Fleur. Ma siccome tu non sei George e io non sono Fleur, parlami in inglese così ci capiamo.”
“Ti
confiderò un segreto. In certi casi, per capirsi, non serve
parlare” e con quell’ultima frase enigmatica, prima che
Hermione riuscisse a coglierne il significato, Fred annullò la
distanza che c’era fra loro. Dopo aver appoggiato sul bancone
della cucina quell’unica fetta di pane e marmellata che aveva
preparato, posò deciso le sue labbra su quelle di Hermione.
A
quel contatto la ragazza si irrigidì e sentì le guance
ardere come mai prima d’allora. Ci mise alcuni secondi a
realizzare quello che stava succedendo.
Fred la stava baciando, in mezzo alla cucina della Tana, all’una di notte.
All’una di notte, in mezzo alla cucina della Tana, Fred la stava baciando… Fred la stava…
Hermione ritrovò quel tanto di lucidità che bastò per spingerlo via.
“Ma
cosa ti è saltato in mente?” questa volta dovette davvero
trattenersi dal non urlare altrimenti avrebbe sicuramente fatto crollare la
Tana e il giorno dopo non ci sarebbe stato un matrimonio bensì
un funerale. Sì, il funerale di Fred Weasley che ora se ne stava
di fronte a lei con una faccia da schiaffi talmente impertinente che
Hermione dovette trattenersi dallo Schiantarlo sul colpo. Fu un bene
per Fred che, nel contatto inaspettato fra i due, Hermione avesse
lasciato cadere la propria bacchetta.
“Ti
ho dimostrato che per certe cose ci si capisce benissimo anche senza
parlare” spiegò soddisfatto il ragazzo riprendendo in mano
la fetta di pane e marmellata. Era chiaro che Fred si stesse
divertendo, e anche tanto, a giudicare dal suo atteggiamento sfrontato
e disinvolto. Sempre continuando a fissare dritto negli occhi Hermione,
diede un morso alla croccante fetta di pane.
“Tu
mi hai solo dimostrato di essere un idiota! Cosa ti è saltato in
mente di… di…” Hermione non riusciva nemmeno a
pronunciare quella parola. Già aveva faticato a pensarla,
figurarsi poi dirla ad alta voce di fronte al ragazzo per il quale si
era presa una cotta!
Ferma, ferma, ferma! Per
tutti i dannatissimi Schiopodi Sparacoda di Hagrid! Che cosa accidenti
aveva appena pensato? Da quando lei, Hermione Granger, ammetteva di
avere una cotta per Fred Weasley, fratello di uno dei suoi due migliori amici? No, c’era decisamente qualcosa che non andava.
“Di
baciarti? Suvvia, Hermione. Sei grande ora. Hai quasi 18 anni, non
pensavo avessi ancora paura di ammettere i tuoi sentimenti nei miei
confronti. Cosa c’è? Hai forse paura che io non possa
ricambiare? Oppure hai paura della reazione che potrebbe avere
Ron?”
“Io non ho paura di queste cose! Ci sono cose più importanti per le quali dovremmo avere paura.”
Un
lampo di infinita tristezza e consapevolezza attraversò lo
sguardo di Hermione. Fred se ne accorse. Sapeva esattamente a cosa si
stava riferendo la ragazza. Sapeva che, dopo il matrimonio di Bill e
Fleur dell’indomani, Hermione sarebbe partita con Ron e Harry per
portare a termine una certa missione che Silente aveva affidato loro
prima di morire. E sapeva che quella missione, se fosse andata a buon
fine, li avrebbe portati dritti dritti tra le braccia di Voldemort. Il
che non era di certo una consolazione.
Fred
le rispose con un tono stranamente serio, la fetta di pane e marmellata
ancora stretta in mano. “Lo so perfettamente a cosa ti riferisci.
Lo so che in tempi come questi ci sono motivi davvero seri per avere
paura di qualcosa. Ma so anche che hai paura di amare, Hermione. Lo
leggo nei tuoi occhi. Hai paura di amare perché hai paura di
perdere le persone a te care. Ron si è lasciato sfuggire quello
che hai fatto ai tuoi genitori per salvarli e tenerli lontani da te.
Hai cancellato il tuo ricordo dalle loro menti. Wendell e Monica
Wilkins sono liberi di andarsene in Australia ora, giusto?”
Hermione
era rimasta basita. Erano poche le volte che aveva sentito Fred parlare
in tono così serio e di cose così importanti. Non che non
ne fosse capace, certo, ma con lei non aveva mai affrontato un discorso
del genere e, quel che era peggio, era che stava dicendo delle cose
assolutamente vere.
Fred interpretò il silenzio di Hermione come un consenso a continuare.
“Ma
ci sono casi in cui è necessario rischiare, capisci cosa
intendo? Tu, mio fratello ed Harry partirete. Rischierete giorno dopo
giorno pur di portare a termine la vostra missione, qualunque essa sia.
Ecco, io ho fatto la stessa cosa poco fa. Ho rischiato. Mi sono messo
in gioco con quel bacio. Capisci, Hermione? Capisci cosa ho voluto
dimostrarti? È stato il mio modo per dirti che non devi
più aver paura di amare qualcuno. Hai rinunciato ai tuoi
genitori ma, finita questa guerra, non sarai sola. Harry tornerà
da Ginny, lo so e tu, sei vorrai, potrai tornare alla Tana ed io
sarò qui per te.”
Fred si era ancora pericolosamente e nuovamente avvicinato a lei.
“Sempre
che tu non preferisca prendere questa fetta di pane e marmellata e
condividerla con Ron invece che con me. In tal caso, giuro che mi
farò da parte” il classico sorriso sghembo era ricomparso
sul volto di Fred mentre le diceva queste ultime parole, riportando
l’atmosfera a un calma più naturale.
Il
cuore di Hermione di fronte a quel sorriso perse un battito. Fred le
aveva praticamente fatto una dichiarazione in piena regola o si stava
sbagliando? Le aveva appena detto che ci sarebbe stato per lei e, di
certo, quel bacio che le aveva dato - per quanto casto, inatteso e per
niente lungo fosse stato - le confermava che lei per lui, non era
esattamente come una sorella minore o una semplice amica. Era qualcosa
di più.
A
quel pensiero un altro battito venne a mancare. Se fosse andata avanti
così sarebbe morta prima del matrimonio dell’indomani e
non a causa di Voldemort ma a causa di Fred Weasely! Sicuramente, il
genere di morte per mano di Fred sarebbe stato di gran lunga
migliore rispetto a quello per mano di Voldemort. Ma lei non voleva
morire! Non era pronta! Non ancora per lo meno. Di certo non ora che,
nella sua mente, si stava facendo strada una nuova consapevolezza.
Cioè che quello che provava da più di anno a quella parte
per Fred, non era più solo stima e ammirazione per la sua
intraprendenza imprenditoriale, ma anche affetto; tanto, troppo affetto
che era sfociato in…
Per Merlino!
Non
poteva crederci! Non poteva essere vero. Non poteva davvero essersi
innamorata ora che doveva mettere a repentaglio la sua vita per salvare
il mondo magico. Non poteva permettere che il suo amore per qualcuno
mettesse in pericolo quel qualcuno stesso. Aveva rinunciato ai suoi
genitori ed ora non poteva assolutamente lasciare che Fred entrasse
così nella sua vita e rischiasse la propria solo perché
lei si era scoperta finalmente non solo innamorata di lui ma, a quanto
pareva, anche ricambiata. Semplicemente non poteva.
“Fred, io…” una lacrima solitaria le rigò il volto.
Ma
ancora una volta fu Fred ad annullare la distanza fra loro e questa
volta la fetta di pane e marmellata finì a terra, dimenticata.
Fred la baciò come non aveva mai baciato nessuna ragazza prima
d’allora e sentì che stava facendo la cosa giusta quando
Hermione ricambiò il bacio.
Era
sbagliato. Lo sentiva con ogni fibra del suo corpo, Hermione. Sentiva
che ricambiare quel bacio l’avrebbe costretta ad accettare quella
nuova situazione che avrebbe dovuto portarsi appresso in quella guerra.
Ma non poteva farne a meno. La bocca di Fred era così calda,
invitante e… sapeva di marmellata alla ciliegia, la sua preferita.
Era qualcosa di squisito che le scaldava il cuore e l’anima. Il
cervello di Hermione d’un tratto riprese a funzionare.
Un momento! Da quando Fred mangiava la marmellata alla ciliegia? Lui odiava la marmellata alla ciliegia!
E,
come poco prima, fu ancora Hermione a concludere il bacio, anche se
questa volta non lo spinse via e gli permise di tenerla ancora fra le
sue braccia.
“Fred, da quando mangi la marmellata alla ciliegia?”
Il
ragazzo inarcò un sopracciglio. “No, Hermione, fammi
capire bene. Dopo tutto quello che ti ho detto, dopo tutto quello che
ti ho confessato, l’unica cosa che ti viene in mente dopo che ti
ho baciata di nuovo -nel giro di pochi minuti è… rullo di
tamburi… da quando mangio la marmellata alla ciliegia?”
Hermione
arrossì. Si rese conto della stupidità della sua domanda
e per un attimo se ne vergognò. Ma Fred decise che, in fin dei
conti, non gli importava più di nulla ormai. Hermione aveva
ricambiato il suo bacio e per questo era valsa la pena anche di
mangiare quella maledetta marmellata alla ciliegia che lui odiava ma
che sapeva che lei amava così tanto.
Fred guardò le rosse guance di Hermione e sorridendole complice la baciò ancora, ancora e ancora.
Aveva
capito, Hermione. Fred era da un po’ che pianificava quella
serata: i rumori in cucina, la fioca luce che sprigionava ancora la sua
bacchetta abbandonata sul tavolo ed infine quella fetta di pane tostato
e marmellata alla ciliegia che ora giaceva ai loro piedi, dimenticata.
Di
certo non sarebbe più stata mangiata, ma Hermione, ormai, di una
cosa era del tutto certa: avrebbe combattuto quella guerra e poi, un
giorno, sarebbe ritornata alla Tana e avrebbe finalmente condiviso
quella benedetta fetta di pane e marmellata con lui, con Fred Weasley,
perché era questo che il suo cuore desiderava.
Angolo Mirty_92:
‘Seeera a tutti quanti! Ritornata (per il piacere di qualcuno e per il dispiacere di altri)!
Comunque ecco a voi una nuova e -ehm ehm- “fantasiosa” OS su una coppia che per me è ormai una fissa: una classica Fremione.
Se siete arrivati fin qui vuol dire che avete letto la fic (almeno è ciò che presumo!).
Alcuni chiarimenti: l’ho immaginata alla fine del settimo
capitolo di Harry Potter e i Doni della Morte. La considero a
metà tra il dolce/romantico e il riflessivo. Da un lato la
tematica dell'amore e dall’altra il sentore di una guerra ormai
imminente. Spero vi sia piaciuta.
Ringrazio tutti quanti leggeranno fin da ora.
Alla prossima,
Mirty