Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: LateNight_01    09/11/2014    3 recensioni
Un anno dopo gli eventi di 'Here I stand' scopriremo le sorelle molto diverse da come l'avevamo lasciate.
Le loro vite procedono tranquille accanto alle persone che amano, fino a quando una scoperta improvvisa porterà la famiglia a fare scelte che non avrebbe mai dovuto fare.
E non sempre si può tornare indietro.
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Seguito di 'Here I Stand', leggibile anche separatamente. Lasciate una recensione ;-)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Here I stand'
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"We don't have control
of our thoughts"
-tumblr





Quando perdiamo qualcuno che si ama, proviamo qualcosa di talmente forte che supera mille volte la tristezza. E' una sensazione strana, che potrebbe essere lontanamente collegata al dolore, ma è molto più intensa di quest'ultimo.
All'inizio c'è solo paura, poi dalla paura si passa alla sofferenza, alla rabbia, allo smarrimento e infine -se si è fortunati- ci si rassegna, anche se quel peso ti rimarrà per sempre dentro. E spesso ci si sente in colpa, anche se di colpa non ne abbiamo: siamo convinti che in qualche modo potevamo evitarlo, potevamo deviare il corso degli eventi, in modo da poter salvare la persona che abbiamo perso per sempre.
Comunque vada resta per sempre la cicatrice, che brucia ogni volta che la si sfiora anche a distanza di anni.
Nel primo periodo dopo la perdita si tende ad isolarsi, ogni parola, immagine, suono, canzone porta il suo nome ed è come se in qualche modo ti stessi abituando a separarti definitivamente dalla causa delle tue continue lacrime.
Il cosiddetto "primo periodo" può durare una settimana, come può prolungarsi per anche un anno. Ma non è questo la fase più difficile, anche se lo si può pensare.
La vita si trasforma in una vera battaglia quando sopraggiunge la certezza, la consapevolezza che quella persona non è più con te e non tornerà mai.
 Quando le lacrime versate sono troppe e non riescono più ad uscire, e allora il dolore comincia ad accomularsi piano piano dentro di te, fino a quando diventa impossibile da sopportare ulteriormente e si scoppia per la prima cosa che capita.
Quando cominci ad avere paura che tutto quello che stai passando non verrà mai superato, ed inizi a desiderare la tua stessa morte, in modo da non poter provare più alcun tipo di sentimento.
Il vuoto lasciato da colui che se n'è andato sembra incolmabile e ti logora dentro ogni minuto che passa.
In questo arco di tempo la tua esitenza comincia a essere paragonabile ad una corsa ad ostacoli, e tu non puoi mai sapere se riuscirai ad arrivare sano e salvo al traguardo oppure crollerai prima, schiacciato da cose troppo grandi da poterle tenere sulle spalle.





Nello stesso momento in cui Elsa aveva visto sua sorella esalare l'ultimo respiro, si era sentita letteralmente crollare il mondo addosso, e ora era inginocchiata accanto a lei, sorreggendole ancora la testa. Il viso di Anna era sbiancato, le sue guance rosee ora erano di un pallore mortale, ma sulle labbra era dipinto una specie di sorriso. Aveva un'espressione serena, come per dire "Ce l'abbiamo fatta", come per ricordare alla sorella che non tutto il male viene per nuocere.
Ma la regina non sembrava essere della stessa opinione.
Era scoppiata in una serie di singhiozzi convulsi che sembravano inarrestabili, chinata sul corpo privo di vita della rossa, noncurante del sangue che le andava a macchiare il vestito e incapace di rassegnarsi al fatto che anche la vita stessa deve avere una fine, anche se prematuramente.
 Kayla cercava di avvicinarsi a lei per consolarla: nonostante la bambina fosse ancora terrorizzata e triste, cercava di non darlo a vedere per il bene della madre.
-Mamma...- provò la piccola muovendo alcuni passi verso di lei. Non ottenne nessuna risposta, e questo fece crescere ancora di più il dolore che provava interiormente.
Per poi provare un improvviso odio verso se stessa: perchè era stata tanto stupida da rimanere immobile senza fare nulla per proteggere Anna ed Elsa? Sicuramente se le avesse aiutate al momento giusto, adesso non si sarebbe creata questa situazione.
Ma cosa fare ora?
Ogni suo pensiero fu bloccato dalla sensazione di freddo che sentì lungo tutto il corpo e che le fece istintivamente portare gli occhi in direzione della platinata.
L'erba su cui era seduta quest'ultima si stava congelando, e nell'aria intorno a loro iniziavano a prendere forma dei candidi fiocchi di neve, roteando nell'aria sempre più rapidamente ed intensamente.
-Mamma, non lo fare!- Kayla si avvicinò ancora un po' all'altra, sperando di essere ascoltata almeno questa volta.
-Ho ucciso mia sorella- bisbigliò la bionda, mentre i suoi occhi di ghiaccio e lucidi di lacrime si rivolgevano in quelli della figlia. Non accennò minimamente a fermare la tempesta che stava scatenando, e nuova neve si unì alla precedente, cadendo con sempre più furia.
-Tu non hai...-
-Si che l'ho fatto, Anna è morta, per colpa mia!- la voce della più grande si alzò, era carica di rabbia e dolore, e non la si poteva biasimare. Non c'è niente di peggio dell'essere protagonisti di una delle scene più brutte che si possano immaginare, di vivere per la seconda volta  la morte di tua sorella.
-Non è colpa tua!- cercò di sovrastarla la figlia, ma con scarsi risultati.
 Adesso la tempesta era diventata talmente forte da avvolgere -come una mano bianca e silenziosa- tutta l'isola, e gran parte del mare che la circondava...





Ma c'erano due uomini, uno ad Arendelle e l'altro poco lontano da lì, che avevano notato la tempesta che si propagava sempre più rapidamente e che sembrava nascere da una piccola isoletta perduta in mezzo al mare.
Ed entrambi lo sapevano: la causa scatenante non poteva che essere la regina Elsa.
Questa certezza fece crescere ancora di più in loro la preoccupazione; avevano avuto -anni prima- la conferma che se dei fiocchi di neve nascevano dal nulla, c'era qualcosa che non andava. Ma cosa?
Hans non aveva perso tempo a scendere dalla nave intrappolata nel ghiaccio e a raggiungere  più in fretta possibile l'isola.
 
Mentre Kristoff, proprio come tempo addietro, non ci pensò due volte a precipitarsi all'esterno correndo verso le rive del fiordo. E proprio come tempo prima, sperò con tutto se stesso che non c'entrasse sua moglie, anche se dentro di sè aveva la tremenda certezza che le fosse successo qualcosa. E fu proprio lui il primo a mettere piede su quel pezzo di erba perso nel mare, per poi osservare sconcertato la scena che gli si parava davanti.
Il turbine di neve bianca rendeva difficoltoso vedere qualsiasi cosa, e Kristoff si mise una mano sopra gli occhi per proteggerli, avvicinandosi con fatica e sperando che quello che credeva  di vedere non corrispondesse alla realtà...magari era solo frutto della sua immaginazione...
Una donna inginocchiata per terra, di spalle, curva su un'altra figura accasciata al suolo e con l'abito tinto di sangue.
"Ti prego, fa che non sia Anna, fa che non sia..."
Qualcosa di caldo gli cinse i fianchi, facendolo sobbalzare. Kayla lo stava stringendo, con le lacrime che le bagnavano gli occhi verdi, spaventata e smarrita.
-Zio...non mi vuole ascoltare, lei non....-
il resto delle parole della bambina furono coperte dal sibilio del vento impetuoso, e il biondino non potè fare alto che accarezzare la testa della piccola, sperando di calmarla
-Adesso ci penso io, stai tranquilla- fece lui, spostando nuovamente gli occhi sulle due sagome a pochissimi metri da loro, e non rendendosi nemmeno conto che la sua voce era ridotta ad un sussurro impercettibile. Si staccò dolcemente dalla nipote, per poi raggiungere la regina e vedere confermati tutti i suoi brutti sospetti.
Il suo sguardo cadde sul corpo di Anna, quasi irriconoscibile a causa della grossa ferita che le attraversava il petto, e per un breve attimo ebbe la sensazione di cadere nel vuoto.
La platinata non tardò ad accorgersi del montanaro, ma non disse nè fece nulla che non fosse piangere e alimentare la tempesta con altra neve a altro vento.
Lui si piegò sulla moglie, incapace persino di versare una lacrima, solo fissando la cognata, con un interrogativo che gli si leggeva chiaro negli occhi castani:
"Anna è morta?"
Come risposta gli bastò il silenzio da parte dell'altra e il sangue che macchiò le sue mani quando cercò di sollevare la principessa, e in quell'istante capì che se l'avesse riportata a casa quando doveva, adesso sarebbe stata ancora viva e accanto a lui....





Elsa non capì le parole della figlia la prima volta, ma le  bastarono per voltarsi verso di lei.
-Mamma, hai capito cosa ho detto?- Kayla le posò una mano sulla spalla. Non aveva più un'aria spaventata, i suoi occhi brillavano come succedeva sempre quando aveva un'idea. La regina, nonostante il dolore, cercò di prestare attenzione a quello che aveva da dire la figlia.
Fu proprio questa sua scelta a salvare la sorella.
-So come riportare in vita la zia!- esclamò la piccola, abbozzando un sorriso. Quel sorriso le costò fatica, ma lo fece solo per rassicurare la madre.
Il cuore della regina si fermò per pochi attimi, per poi riprendere a galoppare nel petto. Non si accorse nemmeno di quando la tempesta si placò all'improvviso, con grande sollievo di Kayla. Voleva chiedere alla bambina se non scherzava, se veramente c'era una minima possibilità.
-Puoi...?- sussurrò lei, asciugandosi le lacrime e rivolgendole uno sguardo speranzoso.
-Possiamo- le sorrise la piccola, abbracciandola.
Quell'abbraccio servì alla platinata più di quanto si possa credere: le diede la forza di reagire e di sperare. Sapeva che sua figlia non l'avrebbe delusa, credeva in lei.
La bimba si staccò dalla madre per rivolgere la sua attenzione al corpo della rossa. Sperava con tutta se stessa che avrebbe funzionato, non poteva permettersi di sbagliare proprio ora, ora che c'era in ballo la vita stessa di sua zia e la felicità della sua famiglia.
Persino Kristoff -che sembrava essere caduto in uno stato di chock- seguì ogni minimo movimento di Kayla, dopo aver udito le sue parole. Di certo non poteva sapere cosa lei avesse in mente, ma Elsa lo aveva capito.
 E questo bastava.
La bambina fece correre delicatamente la sua manina sul corpetto del vestito di Anna, come per valutare le condizioni della ferita. Poi guardò la madre
-Sei pronta?- chiese, ricevendo un cenno affermativo come risposta.
Fermò la sua mano sul petto della principessa, e fu subito imitata da Elsa. Entrambe raccolsero tutte le loro forze per compiere l'atto più importante della loro vita, e temettero per un secondo il fallimento -ma ora era troppo tardi per tornare indietro- quindi dovettero farsi coraggio.
Erano pronte a fare la loro magia...





Elsa e Kayla sprigionarono i loro elementi opposti nel corpo della rossa attraverso le loro mani.
 La principessa sussultò leggermente, e fu subito avvolta da un'aura luminosa che andava dall'azzurro chiaro del ghiaccio al rosso intenso delle fiamme. Il corpo fino a quel momento immobile iniziò a tremare, mentre un nuovo sentimento si faceva strada nei cuori delle ragazze.
Era un misto fra stupore, speranza e paura.
Era arrivata la parte difficile: ora che avevano introdotto la magia, dovevano fare in modo che quest'ultima guarisse la ferita e poi uscisse. Qui ogni minimo errore poteva segnare la fine di una vita, e non potevano assolutamente permettersi di sbagliare.
Quando madre e figlia posarono di nuovo le loro mani su Anna, sentirono dentro di lei un'energia soprannaturale, che pulsava e spingeva per uscire all'esterno. Elsa provò a tirare verso di lei il suo elemento, ma venne come respinta da una forza più grande.
-Kayla, non ce la possiamo fare! Da sole non siamo abbastanza!-
-Ce la dobbiamo fare, mamma...metticela tutta, ti prego, fallo per Anna!-
Entrambe riprovarono, e per un breve attimo il corpo si illuminò di luce magica. Era veramente possibile farcela?
-Tiramo fuori la magia, insieme!- disse la piccola
-Uno- iniziò la platinata, raccogliendo nuovamente tutte le sue energie
-Due- continuò, più fiduciosa
-Via!-
Kayla ed Elsa unirono le loro forze, e insieme riuscirono ad estrarre il potere dal corpo che lo teneva intrappolato. La magia avvolse prima la ferita, poi il petto, le braccia, le gambe, la testa, fino a propagarsi dappertutto, e la luce che emanò diventò quasi accecante.
I tre si ritrassero di qualche passo, e osservarono meravigliati la scena.
Quando la luce si affievolì fino a scomparire, videro una ragazza dai capelli rossi sdraiata per terra.
Era tutto esattamente come prima.
La regina fece fatica a crederci, davvero tutto quello non era servito a nulla?
Nascose la faccia tra le mani, cercando invano di trattenere nuove lacrime, mentre Kayla la abbracciò sconsolata. Solo Kristoff, fino a quel momento immobile, notò qualcosa che invece sfuggì all'attenzione delle altre due. Assomigliava ad un colpo di tosse.
Si lanciò vicino ad Anna, la squadrò e i suoi occhi si fermarono su un punto del suo corpo. Non perse tempo a chiamare le altree due.
-Elsa! Kayla! Venite a vedere!-
Quando Elsa raggiunse il montanaro, sul suo volto si dipinse prima un'espressione di stupore, poi un sorriso.
La ferita era scomparsa, lasciando come unico segno un po' di rosso sul vestito.
Anna tossì leggermente, per poi fare un respiro e aprire gli occhi, quasi spaventata.
Kristoff, Kayla e la regina sperarono che non fosse tutto un sogno, ma evidentemente non lo era.
-Cosa...?- provò la rossa, mettendosi seduta. Le sue guance avevano ripreso il loro colore naturale, e i suoi occhi brillavano di vita.
La sorella non le diede il tempo di dire nulla, e la strinse in un abbraccio che riassumeva tutti i suoi sentimenti.
Quando, all'improvviso, qualcuno fece la sua comparsa alle spalle del gruppetto...





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Note dell' Autrice:  D'accordo, lo so, sono imperdonabile!
Per due settimane buone non mi sono fatta sentire sul fandom, ma vi assicuro che ho avuto un saccod di problemi e mi  è stato impossibile. Scusate, davvero.
Spero comunque di essermi fatta perdonare :)
Anna è viva! Sìììììììììììììììììììììììììì!
Ok, la smetto XD
Come vi è sembrato il capitolo? Avete trovato qualche errore? Come sempre vi invito a lasciare una recensione, e vi ringrazio del sostegno che mi date voi recensori e tutti quelli che mi seguono.
Ah, ho scritto ascoltando questa canzone (sono andata un po' in fissa ultimamente) che trovate qui.
Spero di avervi messo un po' di curiosità con l'ultima frase del capitolo... non vi preoccupate, non è risorto Gabriel! :')
Vi abbraccio forte
                                                 LateNight_01
   
 
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