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Autore: Anmami    09/11/2014    2 recensioni
-Non ho mai detto di volere il principe azzurro! Non chiedo un uomo in calzamaglia, non pretendo il cavallo bianco. Voglio solo aspettare l'uomo giusto. Mia madre ha avuto la sua prima volta a venticinque anni con mio padre, l'unico uomo della sua vita. Fino a che non avrò trovato l'amore, quella persona che mi completerà per sempre, non voglio lasciarmi andare sotto quel punto di vista. Cosa c'è di sbagliato in questo? Per me è una cosa importante, perché non lo capite?-
-Filly lasciarsi andare ogni tanto, mollare un po' la presa non fa male. Riflettici, buonanotte.- disse salutandomi con un colpetto leggero sulla spalla destra.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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LA PERFEZIONE A PORTATA DI MANO

Eccola lì. La mia sorellina. La osservavo ogni sera dalla finestra quando rientrava a casa dopo l'ennesimo appuntamento con il ragazzo di turno. Quella situazione stava diventando ingestibile, i nostri genitori si sarebbero vergognati di lei se fossero stati ancora con noi.
Passava da un uomo all'altro con un velocità imbarazzante ed a nulla erano serviti i miei mille discorsi.
-Alysa Margherite Walder la vuoi piantare di farti vedere in giro con tutti questi ragazzi? Non stai facendo una bella figura, lo sai? E a dire il vero non la stai facendo fare anche a me.-
-Senti Felicity, se tu non sei in grado di vivere la vita a pieno non è detto che debba comportarmi così anch'io. Vuoi capire una buona volta che non sono come te? Non tutte aspettiamo il principe azzurro come fai tu. Quanti ragazzi hai avuto nella tua vita? Te lo dico io: zero! Non sai quanto sia bello ed appagante vedere l'effetto che una bella donna può fare su un uomo, non sai quanto sia bello sentirsi desiderata!-
-Per sentirti desiderata devi scoparti tutti quelli che ti capitano a tiro?- le chiesi senza riflettere troppo su quello che stavo dicendo.
-Senti non venire a farmi la predica e non osare darmi della poco di buono! Tu continua pure a rimanere una ventiquattrenne verginella e frustrata se ti fa piacere, io ho diciotto anni e mi godo la vita!- urlò salendo le scale e si chiuse in camera sua.
Ad un certo punto la porta di casa si aprì ed una voce mi distolse dal pensiero di quella brutta discussione.
-Filly sei in casa?-
-Sono in cucina Sky! Vieni pure.-
Stefan Kevin Yan Mitchel era il nostro vicino di casa da sempre e ormai faceva parte della nostra famiglia. 
La sera era solito passare da noi per un saluto e spesso ci fermavamo in cucina per una tazza di tè.
Sapeva tutto di me, per lui non avevo segreti.
-Mi dici che diavolo è successo? Ho sentito le urla dal cortile.-
-Che è successo? Lo vuoi davvero sapere? Quella stupida ragazzina non fa altro che andare in giro a sbattersi chiunque le capiti di fronte e non si rende conto della pessima reputazione che si sta creando. Non so più che fare.-
-Filly forse il suo comportamento è sbagliato, ma sei proprio sicura che il tuo non lo sia altrettanto?-
-Che cosa vuoi insinuare?- domandai seccata.
-Non voglio insinuare un bel niente, sto solo dicendo che lei esagera da un lato e tu dall'altro.-
-Cosa c'è di esagerato nel mio comportamento?-
-Senti ci conosciamo da una vita, penso di poter essere schietto con te. Credo che dovresti abbandonare la tua idea di trovare il principe azzurro, vivi nelle favole da troppo tempo, se solo provassi ad essere sincera con te stessa mi daresti ragione.-
-Non ho mai detto di volere il principe azzurro! Non chiedo un uomo in calzamaglia, non pretendo il cavallo bianco. Voglio solo aspettare l'uomo giusto. Mia madre ha avuto la sua prima volta a venticinque anni con mio padre, l'unico uomo della sua vita. Fino a che non avrò trovato l'amore, quella persona che mi completerà per sempre, non voglio lasciarmi andare sotto quel punto di vista. Cosa c'è di sbagliato in questo? Per me è una cosa importante, perché non lo capite?-
-Filly lasciarsi andare ogni tanto, mollare un po' la presa non fa male. Riflettici, buonanotte.- disse salutandomi con un colpetto leggero sulla spalla destra.
Se ne andò lasciandomi da sola seduta in cucina davanti alla mia tazza di tè che ormai si era raffreddato, a riflettere sulle sue parole.
Non riuscii a dormire molto quella notte, il pensiero di mia sorella ed il discorso con Sky mi avevano profondamente turbata.
La mattina seguente mi alzai presto come al solito e, dopo essermi accertata che Alysa non arrivasse in ritardo a scuola, mi avviai nella mia piccola libreria per bambini. Non si facevano grandi affari, ma guadagnavo il necessario per vivere e non avrei mai rinunciato a quel posto per  niente al mondo. Era il sogno dei miei genitori, avevano messo lì tutto il loro impegno e le loro energie e quando morirono decisi che avrei continuato al loro posto, speravo nell'aiuto di mia sorella, ma invano.
La giornata sembrava procedere come al solito quando ad un certo punto Alysa entrò in negozio di corsa. 
-Voglio fare una festa per il mio compleanno!- disse con la sua solita aria strafottente.
-Oh ciao anche a te, com'è andata la scuola?- facendo finta di non averla ascoltata.
-Mi hai sentita? Voglio fare una festa per il mio compleanno, quindi vedi di comportarti da sorella per una volta e non da mamma. Diciotto anni non si compiono tutti i giorni.-
-Dove avresti intenzione di farla questa festa?- chiesi continuando a sistemare lo scaffale dei fumetti.
-Nel seminterrato di mamma. Diceva sempre che per i miei diciotto anni avremmo organizzato lì una grande festa con tutti i miei amici.- rispose e il suo sguardo sembrò rabbuiarsi.
-Va bene, puoi farla ma ad una condizione.-
-Quale condizione?- domandò lei titubante.
-Verremmo anche Sky ed io.-
-Ma dai, non puoi farmi questo, tu rovinerai tutto.- si lamentò mia sorella.
-Prendere o lasciare.- conclusi io.
-Eh va bene. Ma ti prego, almeno per una volta, cerca di essere un po' più... come posso dire... elastica!-
Contenta di aver ottenuto il permesso si mise a fare mille discorsi su decorazioni e buffet, ma io smisi di ascoltarla praticamente da subito, il mio pensiero era rivolto altrove. Come avrei fatto a dirlo a Sky?
Infatti quella sera tutti i miei timori trovarono conferma.
-Non pensarci nemmeno! Non vengo a fare da balia ad una banda di ragazzini.-
-Dai Sky! Ti prego! Sai che sei il mio migliore amico, migliorissimo e amichissimo!-
-Filly sono il tuo unico amico, ricordatelo.- puntualizzò lui.
-Allora verrai?- chiesi facendo gli occhioni da cucciolo.
-L'espressione da cagnolino bisognoso d'amore con me non funziona, lo sai! Comunque ok, verrò. Ad una condizione però.-
-Dimmi! Farò tutto quello che vorrai.-
-Bene, la sera della festa ti divertirai, ti lascerai andare e la smetterai con queste tue manie da casalinga disperata. Hai ventiquattro anni e per una sera ti dovrai comportare da ragazza, non da insopportabile matrona! Accetti o non ne sei capace?- mi sfidò.
-Certo che ne sono capace, non sottovalutare il mio potere! Vedrai ti stupirò.- dissi sicura di me.
Dopo due settimane di preparativi la sera della festa arrivò.
Intorno alle venti un'orda di ragazzini arrapati si presentò davanti alla mia porta ed io mi sforzai di accoglierli con un sorriso ed un atteggiamento meno ostile possibile.
Fortunatamente avevo Sky vicino e sapevo che avrei potuto contare su di lui nel caso le cose si fossero complicate.
La festa era nel vivo, musica, cibo, risate e alcol; alla fine avevo ceduto anche su quest'ultimo punto.
Le cose procedettero bene e intorno alle due di notte anche l'ultimo invitato se ne andò via.
Aly mi abbracciò forte ringraziandomi per la bella serata e se ne andò a dormire soddisfatta come non la vedevo da un sacco di tempo.
Mi sedetti sulle scale e mi guardai intorno osservando il seminterrato immerso nel caos e sconsolata mi alzai per iniziare a sistemare quel disastro.
Ad un certo punto qualcuno fece ripartire la musica.
Mi voltai e c'era Sky che con la camicia fuori dai pantaloni ed una aspetto trasandato, tipico da fine serata, mi stava invitando a ballare.
-Dai, vieni balliamo ancora un po'! Ora i ragazzini sono andati via!- disse ballando intorno a me scuotendo il sedere.
-Smettila, devo mettere in ordine questo disastro!-
-Avevamo fatto un patto! Stasera ragazza, non matrona! Ti ricordi? Un patto è un patto mia cara!-
-Eh va bene! Solo un ballo! Poi però mi aiuti a riordinare intesi?-
-Agli ordini capo Filly!- disse portandosi una mano alla fronte come un saluto militare.
Quello che doveva essere solo un ballo si trasformarono in due, poi in tre, poi in un paio di cocktail e poi in altri due e altri due... .


Mi svegliai e tentai di aprire gli occhi ma li richiusi subito a causa del fastidio procuratomi da un raggio di sole che filtrava dalla mia finestra.
Provai a mettermi a sedere ma una fortissima fitta alla testa mi colpì e mi lasciai cadere su letto a braccia aperte.
-Ahi!- si lamentò qualcuno alla mia sinistra.
Mi voltai e mi accorsi che non ero da sola nel mio letto. Accanto a me c'era Sky e l'avevo appena svegliato colpendolo con un pugno.
Mi alzai in piedi di scatto e lo osservai. Lui si stiracchiò e ci fissammo.
Lo vidi distogliere lo sguardo con fare imbarazzato e solo in quel momento, girandomi verso lo specchio, mi resi conto di essere nuda.
Mi avvolsi velocemente nel lenzuolo e mi chiusi nella mia cabina armadio.
Cosa avevo fatto? Come era potuta succedere una cosa del genere? Ora era tutto rovinato. Niente aveva più senso per me.
-Filly, ti prego esci. Parliamo. Per favore, non puoi stare lì dentro tutto il giorno, ma se è questa la tua intenzione io starò qui fuori ad aspettarti.-
Le sue parole mi ricordarono che nell'altra stanza c'era Sky, mi fidavo di lui e questo mi fece sperare che in realtà non fosse successo nulla di quello che temevo. Mi infilai un paio di pantaloncini ed una maglietta ed uscii timidamente dall'armadio, trovandolo lì seduto ai piedi del letto con addosso i boxer. Restammo a fissarsi per un po' e poi fu lui a rompere il silenzio.
-Dobbiamo parlare. Tu ricordi cos'è successo?- mi chiese con tono incerto.
-No, mi ricordo solo che abbiamo ballato e bevuto, forse troppo a quanto pare, poi il nulla. Tu?-
-Idem, cazzo che sbronza!- disse ridendo.
-Sky seriamente, noi abbiamo... cioè... si... hai capito no?- arrossendo vistosamente.
-Beh, ci siamo svegliati nudi nel letto, non ricordo, però all'apparenza direi di si.-
-Oh no... ti scongiuro, dimmi che non è vero!- dissi iniziando a piangere.
-Filly ti prego non piangere. Non è successo nulla di grave. Sono io, Sky! Fosse successo con uno di quei ragazzini stupidi della festa sarebbe stato di sicuro peggio!- cercò di sdrammatizzare lui.
-Vuoi fare il serio? Per me è una cosa terribile! Lo sai come la penso! Come facciamo a scoprire la verità?-
-Ehm un modo ci sarebbe, le lenzuola. Se tu eri vergine...- 
-Si, ho capito, non ci resta che guardare.- lo interruppi io bruscamente.
Mi avvicinai al letto, scostai le coperte ed eccolo lì il mio peggior incubo. Quella piccola macchiolina rossa sulla stoffa candida era la prova: quella notte avevo perso la mia verginità con Sky.
Con rabbia tolsi le lenzuola macchiate dal letto e le gettai sul pavimento iniziando a piangere.
-Ssh Filly va tutto bene.- cercò di rassicurarmi lui abbracciandomi e accarezzandomi la schiena.
Io mi divincolai immediatamente dal suo abbraccio e con rabbia urlai:
-Va tutto bene? Non va niente bene! Tu mi hai rovinato la vita! Come hai potuto farmi questo eh? Sapevi quanto fosse importante per me, sapevi quanto io ci tenessi! Sei un verme, mi hai fatta ubriacare apposta vero? Tu magari non eri nemmeno ubriaco ed hai approfittato di me- 
Dicendo questo mi voltai verso di lui e gli tirai uno schiaffo.
Lui appoggiò la mano sulla guancia dove lo avevo appena colpito e, dopo aver raccolto i suoi vestiti, se ne andò sbattendo la porta.
Mi affacciai alla finestra e lo guardai andare via ed entrare in casa sua imprecando.
Osservai un secondo la mia camera.
Il letto disfatto, le lenzuola appallottolate sul pavimento, i miei vestiti della sera prima sparsi per tutta la stanza. 
Mi misi a sedere per terra ed iniziai a piangere singhiozzando rumorosamente.
In quel momento mi ritrovai con un braccio a cingermi le spalle e voltandomi vidi il volto di mia sorella, mi tuffai tra le sue braccia e continuai a piangere.
Quando mi fui calmata mi chiese spiegazioni.
-Tesoro mi spieghi che è successo? Mi consideri una prostituta, ma sono pur sempre la tua sorellina, puoi parlare con me.-
-Aly non puoi capire...-
-Beh tu provaci, razza di zuccona! Prova a spiegarmi, ti ascolterò senza dire nulla, promesso.-
-Ieri sera quando se ne sono andati via tutti, io e Sky siamo rimasti di sotto. Abbiamo ballato e bevuto, troppo a quanto pare e stamattina ci siamo svegliati nudi nel mio letto. Ecco.-
-Tutto qui? Cos'è che ti ha ridotto in questo stato? Oddio ti ha picchiata! Io lo uccido!-
-Ma no, che dici? Niente di tutto questo.-
-E allora? Dov'è il problema?- chiese lei dubbiosa.
-Aly tu conosci la storia di mamma e papà vero? Si incontrarono a ventiquattro anni e si sposarono un anno dopo. Papà fu l'unico uomo della mamma, lei perse la sua verginità con lui, è una cosa importante! Lei aspettò di aver trovato l'uomo giusto per donarsi completamente e così fu un momento speciale e memorabile. Anch'io volevo che fosse così. Anch'io volevo donarmi al mio grande amore. Avevo deciso di aspettare l'uomo perfetto per me proprio come mamma fece con papà. Ecco perché sono sconvolta, ora è tutto rovinato per colpa sua.-
-Perché colpa sua? Ti ha presa con la forza? Devo ucciderlo per davvero allora!-
-Ma no, cioè non credo. Eravamo ubriachi e non me lo ricordo. Anche lui dice di non ricordarsi nulla.-
-E perché tu non gli credi?- mi domandò lei.
-Come fai a sapere che non gli credo? Beh comunque hai ragione. Non gli credo!- risposi seccata.
-Così questa mattina avete litigato. Io ho sentito solo l'ultima parte della conversazione e poi il "CIAFF" del tuo schiaffo e la porta sbattere e poi l'ho visto, dalla finestra di camera mia, entrare in casa sua sconvolto. Non pensi di aver esagerato?-
-Esagerato? Lui si è approfittato della situazione, ero ubriaca e vulnerabile e lui non si è curato minimamente della mia volontà! Sapeva quanto fosse importante per me. Mi ha ferita.- pronunciai queste parole ricominciando a piangere.
-Anche lui era ubriaco, lo conosci, non pensi che si sentirà malissimo?- disse Aly prima di darmi un bacio sulla fronte e portare le mie lenzuola nella lavanderia.
Passai quella domenica a piangere ed a mangiare cioccolata con mia sorella.
Non passavamo una giornata insieme da quando i nostri genitori ci avevano lasciate, quattro anni prima. 
Quella sera non mi andava proprio di dormire nella mia stanza allora andai in camera di Aly e lei si spostò facendomi spazio sotto le coperte. 
Al mio risveglio trovai un biglietto sul comodino:
"Sono andata a scuola, ho chiamato Miranda e le ho detto che oggi avrebbe dovuto aprire lei la libreria. Perciò hai la giornata libera. Riposati capito? Baci Aly.  
P.s. russi tantissimo!"
Guardai l'orologio e mi accorsi che erano le dieci del mattino. Mi rigirai un po' tra le lenzuola ed infine mi alzai.
Dopo aver fatto colazione decisi di dedicarmi alle faccende domestiche. Pulii a fondo tutta casa e poi mi ricordai di dover ancora riordinare il seminterrato dopo la festa.
Scesi le scale, ma con mia sorpresa tutto era in ordine e pulito. Pensai subito a mia sorella e decisi che le avrei preparato una cena speciale per ringraziarla.
La sera quando tornò a casa, stranamente accompagnata dalla sua amica e non dal ragazzo di turno, mi chiese il perché di quella cena speciale ed io le dissi che era per ringraziarla per l'ottimo lavoro che aveva fatto nel ripulire il seminterrato.
-Ma non sono stata io! Io sono stata fuori tutto il giorno e ieri sono stata con te a mangiare cioccolata e parlare, non ho riordinato io.- disse lei con un'espressione smarrita.
-Come sarebbe? Se io non sono stata e tu neanche allora chi...?- mi domandai.
-Non ti viene proprio in mente nessuno?- disse Aly prendendo una mela e, ringraziandomi per la cena, salì le scale dirigendosi in camera sua.
Possibile che Sky fosse entrato di nascosto per riordinare?
Sistemai la cucina, lavai i piatti e uscii a portare fuori la spazzatura e appena misi un piede fuori di casa lo vidi. Non mi ero mai resa conto del fatto che fosse un bel ragazzo, per me era solo Sky, il mio vicino e compagno di chiacchiere, niente di più. Eppure vedendolo  con quei jeans un po' sdruciti, la canotta aderente che gli delineava il fisico con sopra quella camicia aperta, mi dovetti ricredere, era un bel ragazzo, lo era eccome. Arrossii a quel pensiero e lo vidi camminare nella mia direzione.
Si fermò a pochi passi dal bidone dell'immondizia vicino a me e iniziò ad fissarsi le scarpe. Dopo un po' prese un respiro profondo e accennò un timido: -Ciao.-
-Ciao. Grazie per aver sistemato il seminterrato. Però ora scusami, ma devo rientrare.- dissi frettolosamente.
-Ferma lì! Non fare un passo o ti faccio un placcaggio degno di un giocatore di football!-
-Come scusa? Dopo quello che mi hai fatto non puoi pretendere che io stia qui ad ascoltarti, non hai nessun diritto di parlare con me!-
-Quello che ti ho fatto? Senti ora tu stai zitta e parlo io! Ieri mi sono preso uno schiaffo senza dire nulla perché eri sconvolta ed in un certo senso posso capirti, ma ora mi lasci parlare cazzo! L'unica mia colpa è quella di essere un pessimo bevitore e di non reggere l'alcol, ci siamo ubriacati e sottolineo CI e siamo andati a letto insieme e sottolineo INSIEME! Non ero da solo con un calzino in quella stanza, ero con te, l'abbiamo voluto entrambe, mi conosci e neanche da ubriaco ti avrei mai costretta a fare qualcosa contro la tua volontà. Ieri avrei soltanto voluto abbracciarti e starti vicino perché sapevo quanto saresti stata male ed invece mi sono preso degli insulti ed un ceffone.-
-Ma io..- cercai di intervenire.
-Niente ma io! Non ho finito. Pensi che io non mi sia sentito una merda? Non sono il tipo che va a letto con una donna ed il mattino dopo scappa. Sarei rimasto con te, ci saremmo alzati dal letto, ci saremmo imbottiti di aspirina per il post sbornia, avremmo magari fatto colazione insieme, ma non ti avrei lasciata da sola, ripeto sapevo quanto fosse importante per te. Ma tu come al solito ti sei sentita superiore, hai deciso che dare la colpa a me ti avrebbe alleggerito la coscienza ed hai cercato di farmi passare per un mostro approfittatore e questo non mi sta bene. Non tutti gli uomini sono uguali, non tutti gli uomini si scopano una donna e poi spariscono. Io non sarei sparito, ma tu sei troppo accecata dalla ricerca dell'uomo perfetto per accorgertene. Scusami, ma sono io a dovermene andare ora che ho detto quello che dovevo.-
Non mi lasciò diritto di replica. Rimasi lì vicino a quel bidone dell'immondizia con una frase in testa: Io non sarei sparito, ma tu sei troppo accecata dalla ricerca dell'uomo perfetto per accorgertene.
Cosa voleva dire? Che l'uomo giusto era lui? Era una contorta dichiarazione d'amore quella?
Lo vidi entrare in casa sbattendo la porta e mi voltai dirigendomi verso il mio portico.
Mi sedetti sul dondolo e dopo poco mia sorella mi raggiunse.
-Ehi... scusa, ho sentito tutto dalla finestra. Come stai?-
-Aly io non penso che tu sia una prostituta.-
-Oh beh ci hai messo solo due giorni a dirmelo. Dai entriamo, inizia a far freddo.-
-Pensi che io abbia sbagliato con lui?- chiesi più a me che a lei fermandomi sulle scale mentre stavo salendo in camera mia.
-Si, ma non l'hai fatto di proposito, sei fatta così. Molto spesso sali in cattedra pensando di essere migliore di tutti, ma noi ti amiamo anche così, solo che qualche volta dovresti metterti al pari degli altri. Sai è dura aver sempre paura di deluderti, io lo so.-
-Dovreste odiarmi invece! Faccio schifo! Soffrite tutti quanti a causa mia, sono una verginella frustrata come hai detto tu, anzi sono una verginella frustrata che non è più vergine ma non si ricorda nemmeno se le è piaciuta la sua prima volta.- dissi mettendomi a sedere su uno scalino. Aly si accomodò vicino a me e disse:
-Oh cosa darei per non ricordarmi la mia prima volta! E' stata una cosa tremenda. Dolore, scomodità e fretta. Almeno tu l'hai fatto in un letto e, fattelo dire, con un gran bel pezzo di ragazzo. Io l'ho fatto in macchina con un ragazzino pieno di brufoli che mi baciava, leccandomi, come se la mia faccia fosse un cono gelato.- con una smorfia di disgusto.
Io scoppiai a ridere e poi la abbracciai stretta come non avevo mai fatto prima.
Salimmo in camera e come la sera precedente ci mettemmo nel suo letto, spegnemmo la luce, ma io continuai comunque a tenere lo sguardo rivolto al soffitto.
-Aly dici che dovrei scusarmi con lui?- interrompendo il silenzio.
-Sì, dovresti. E dovresti anche cercare di portartelo a letto di nuovo!- disse con la voce impastata tipica del dormiveglia.
-Dai, fai la seria!- la rimproverai.
-Ma sono seria! Sorellona è un gran figo! E fai attenzione perché sicuramente anche altre se ne saranno accorte. Io sono tua sorella e quindi sono innocua, ma le altre no, te lo soffieranno da sotto il naso e tu starai qui ad aspettare ancora l'uomo perfetto. Ora però lasciami dormire per l'amor del cielo.-
-Ok! So quello che devo fare!- affermai alzandomi di scatto dal letto ed accendendo la luce.
-Non puoi aspettare domani mattina?- sbottò Aly.
-No! E' importante- le urlai dopo essermi infilata nella sua cabina armadio.
-Ma mi vuoi spiegare che diavolo stai cercando?- disse lei affacciandosi alla porta del suo guardaroba.
-La tua calzamaglia azzurra! Quella specie di tutina da palestra che usavi l'anno scorso quando ti era venuta la fissa dell'aerobica, ce l'hai ancora?-
-Sì, ultimo cassetto a destra, ora posso tornare a dormire? No, un momento... a che cavolo ti serve la mia calzamaglia?-
-Dopo ti spiego! Ora aiutami a cercare Mr Fluffy!-
-Che devi farci con il povero piccolo Mr Fluffy?-
-Niente di grave, dimmi solo dov'è, mi serve, non userei il mio adorato cavallino bianco se non fosse importante!-
-E' qui, tieni. Te lo avevo rubato un giorno che avevamo litigato.- rispose Aly porgendomi il pupazzo.
Presi la tutina e uscii di casa con il piccolo cavallino bianco sotto lo sguardo allibito di mia sorella che mi osservava affacciata alla finestra del sua camera.
Attraversai il nostro cortile con passo svelto e fiero, oltrepassai il cancello di casa sua e mi avvicinai alla sua porta d'ingresso. Bussai energicamente fino a che non vidi la luce del salone accendersi e lui venne alla porta ad aprirmi.
-Filly che cavolo ci fai qui a mezzanotte? E' successo qualcosa? Stai male?-
-Si, sto molto male. Ma non è questo il punto.-
-Filly non possiamo parlarne in un altro momento, è tardi e domani dobbiamo andare a lavoro tutti e due, perciò se non ti spiace.-
-Non provare a chiudermi la porta in faccia, o almeno prima fai lo sforzo di ascoltare ciò che ho da dirti. Ok?-
-Va bene, ma fa in fretta, abbiamo parlato abbastanza mi sembra.-
-Allora... beh... ecco guarda.- dissi porgendogli il cavallino e la calzamaglia.
-Grazie, ma cosa sono? Regali per me? Perché mi stai regalando Mr Fluffy? E soprattutto perché questa specie di tutina di questo colore orrendo?-
-Non ti sto regalando un bel niente! Sono qui per farti vedere che... oh mamma com'è difficile.-
-E' una cosa lunga? Vorrei rientrare.- mi domandò porgendomi le mie cose.
Presi un respiro profondo, mi calmai e ricominciai a parlare.
-Vedi? La calzamaglia ce l'ho già...-
-... ed anche il cavallo bianco- si infilò nel mio discorso completando la mia frase.
-Ti ricordi ciò che avevo detto?- chiesi emozionata.
-Sì, ma non ti distrarre, continua.-
-Ok... allora... la calzamaglia ce l'ho, il cavallo bianco anche, ora mi manca il principe.-
-E perché lo vieni a dire a me?-
-Sai tu sei un gran figo!-
-Oh beh... grazie.- rispose lui imbarazzato e sorpreso.
-No aspetta non volevo dire che sei un gran figo, anche se lo sei, però... oh cavolo sono una frana!-
-Filly respira, ti ascolto, abbiamo tempo, ormai mi hai svegliato.- disse sorridendo divertito dal mio impaccio.
-Allora dicevo che tu sei molto attraente...-
-E tanti saluti al "tu sei un gran figo"!- mi interruppe.
-Ti prego non interrompermi. Dicevo... sei molto attraente e penso che tante ragazze se ne saranno accorte e non ci metterai molto ad incontrare una donna che ti farà girare la testa, ti fidanzerai, ti sposerai, farai dei bellissimi bambini ed io invece starò qui ad osservarti dalla mia finestra o seduta sul mio dondolo nel portico, aspettando l'uomo perfetto che non arriverà mai perché sono stata troppo stupida e accecata da non rendermi conto che l'uomo giusto per me viveva nella casa di fronte.-
-Oh stai parlando del signor Martins? E' un brav'uomo mi dicono, ottima scelta.- mi prese in giro.
-No, sto parlando del signor Mitchel, che ne dici di lui?- chiesi avvicinandomi e appoggiando una mano sul suo petto ad altezza del cuore.
-Oh beh, anche lui è una brava persona e poi sai una cosa? Mi ha confessato di essere innamorato di te dall'età di dieci anni, perciò provaci, secondo me ci sta!- 
Detto questo mi prese tra le sue braccia e mi baciò. 
Ci staccammo quando sentimmo il tifo da stadio di Aly che aveva assistito alla scena ed ora ci guardava dalla sua finestra battendo le mani e sorridendo.
Sky mi invitò ad entrare e continuammo a baciarci, attraversando tutta la sua casa ed arrivando in camera. Ad un certo punto si fermò a guardarmi e mi chiese se volessi qualcosa da bere.
Lo incenerii con lo sguardo e dissi:
-No, questa volta voglio essere lucida, domani mattina voglio svegliarmi accanto a te e ricordarmi ogni singolo secondo di questa notte, la prima volta di una ragazza è importante, te l'hanno mai detto?-
-Si, ho un'amica noiosissima che non fa che ripeterlo.- baciandomi il collo.
-Beh è una donna molto intelligente e saggia, io non la lascerei scappare.-
-Sa che lei è una chiacchierona signorina Walder? Qui io sto cercando di fare l'amore con la mia ragazza e lei mi sta distraendo.- 
Mi spinse sul letto e si adagiò su di me impedendomi di parlare con un bacio appassionato. 
Restai in silenzio fino al mattino seguente.
  
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