The Warrior and the Rookie

Capitolo 2 – Broken

“It's only love, it's only pain,

it's only fear            

that runs through my veins”

Human – Civil Twilight

... Con profonda meraviglia vide Tonks che veniva verso di lui come se passeggiasse abitualmente in quel corridoio.

“Che cosa ci fai qui?”...

“Sono venuta per vedere Silente” rispose Tonks.

Aveva un aspetto terribile; più magra del solito, i capelli color topo flosci.

“Il suo ufficio non è qui” osservò Harry “è dall'altra parte del castello, dietro il gargoyle...”

“Lo so. Ma non c'è. Evidentemente è partito di nuovo.”

“Davvero?” domandò Harry, posando con cautela a terra il piede ammaccato. “Ehi... tu non sai dove va, immagino”.

“No” replicò Tonks.

“Perché lo volevi vedere?”

“Niente di particolare”. Tonks cincischiò la veste della manica con aria assente. “Pensavo solo che forse lui sa che cosa sta succedendo... Ho sentito certe voci... gente ferita...”

“Sì, era sui giornali” rispose Harry. “Quel bambino che ha tentato di uccidere i suoi...”

“Il Profeta spesso resta indietro” lo interruppe Tonks, con l'aria di non starlo a sentire. “Non hai ricevuto lettere da qualcuno dell'Ordine ultimamente?”

“Nessuno dell'Ordine mi scrive più” ribatté Harry. “Non da quando Sirius...”

Si accorse che gli occhi di Tonks si riempivano di lacrime.

“Scusa” borbottò, impacciato. “Voglio dire... manca anche a me...”

“Che cosa?” chiese lei in tono distratto. “Be'... ci vediamo, Harry”.

Si voltò di scatto e si avviò lungo il corridoio.

“Harry Potter e il Principe Mezzosangue”

(pagg. 425 - 426)

Fu Alastor a trovarla, tra le vecchie mura polverose della Stamberga Strillante, raggomitolata accanto a quello che molti pleniluni prima era stato un tavolo, il corpo scosso da taciti singulti. Il vecchio Auror non aveva mai visto Ninfadora piangere, la ragazza aveva sempre affrontato ogni difficoltà, per quanto apparentemente insormontabile, serrando i denti, senza mai lamentarsi, senza mai cedere al dolore.

“Un Auror dev'essere impassibile, non deve tradire alcuna emozione, come se indossasse costantemente una maschera- le aveva insegnato lui stesso qualche anno prima – non puoi permettere al nemico di capire ciò che provi realmente, paura, rabbia, dolore... Lo sfrutterebbe a suo vantaggio.”

E lei, alzando gli occhi al cielo, aveva accennato qualcosa riguardo alla sconfinata paranoia del maestro, ma in realtà aveva assorbito ogni parola, facendone tesoro, e mettendola in pratica fin dalla prima missione.

Ma quello era stato anni prima. La ragazza goffa e irriverente, con i capelli color arcobaleno, sempre pronta a vedere il lato positivo di ogni cosa, era ormai un ricordo lontano.

Spezzata. Consumata dall'amore e dalla paura fino a trasformarsi in una sorta di involucro vuoto. Privata dei suoi poteri, imprigionata in una forma così innaturalmente spenta e triste che chiunque stentava a riconoscervi la vecchia Ninfadora Tonks.

E quella vista spezzava il cuore dell'ex Auror.

Le si avvicinò piano, maledicendo ad ogni passo la gamba di legno che lo faceva incespicare nelle assi tarlate del pavimento, e le posò delicatamente una mano sulla spalla. Tonks alzò il capo di scatto, gli occhi rossi e gonfi, solcati da profonde occhiaie.

“Remus...” fu tutto ciò che la giovane riuscì a sussurrare.

“E' da me. Sta bene. Scosso, ovviamente, e un po' ammaccato, qualche graffio e livido, ma nulla di serio.”

“Io... Avevo sentito... Il piccolo Montgomery... Si mormorava ci fosse un altro morto... Ho pensato che... Sono andata da Silente per chiedergli se ne sapeva qualcosa, ma non era ad Hogwarts, ed ero così preoccupata, e...” scoppiò nuovamente in singhiozzi, aggrappandosi disperata al mentore. Moody cercò goffamente di consolarla con leggere pacche sulla schiena: la dolcezza non era certo il suo forte, e si sentiva parecchio a disagio, non avvezzo ad un contatto fisico che non implicasse l'arresto di un qualche mago oscuro. Ma anche la fibra più burbera del suo essere fu infine costretta a cedere di fronte a tanta disperazione, e si ritrovò ad accarezzare teneramente i capelli color topo della sua protetta.

“Oh, Malocchio, sono una stupida!”

“Nessuno ha detto questo, Tonks, e nessuno lo pensa. E' naturale che fossi preoccupata. E' dannatamente difficile avere informazioni attendibili al giorno d'oggi. E in effetti c'è stato un morto. Uno del.. branco. Lupin dice che ha tentato di assumere il comando dell'imboscata ai Montgomery. Greyback a quanto non l'ha presa molto bene.”

“Ma Remus come...”

“Si è tirato indietro. Ha del fegato, il ragazzo. Ha detto che non voleva avere nulla a che fare con l'agguato, ed è stato questo a procurargli le ammaccature. Greyback era abbastanza indispettito, ma per ora si è limitato ad un avvertimento.”

Tonks fu scossa da un brivido, e fissò il mentore con occhi sgranati per il terrore.

“Tranquilla, sta bene. Sul serio. Abbastanza da tormentarsi pensando di non aver fatto abbastanza, di non essere riuscito a impedire a Greyback di arrivare al bambino. Il ragazzo sa essere piuttosto testardo, quando vuole.”

“Non dirlo a me...” mormorò la giovane di rimando.

L'ex Auror le scoccò un 'occhiata piena di compassione.

“Da quanto tempo non fai una dormita decente, ragazza? Hai un'aria terribile!”

“Ti ringrazio, questo sì che mi fa sentire meglio! E' che non riesco a dormire molto da quando... ultimamente.”

“E Kingsley mi riferisce che fai turni impossibili, e quando saresti teoricamente libera lavori per l'Ordine.”

“Ma bene, a quanto pare sono diventata l'argomento di gossip preferito dai membri dell'Ordine... Risparmiami la paternale, Malocchio, anche tu facevi lo stesso durante la Prima Guerra, se non sbaglio. Devo in qualche modo rendermi utile, no? Senza i miei poteri... non servo a molto... Cerco solo di dare il mio contributo come posso...” aggiunse con un fil di voce.

“Non servi a molto? Non essere sciocca, Ninfadora Tonks, la tua abilità come Auror non si limita ai tuoi poteri di metamorfomagus! E se ti ammazzi di lavoro non sei poi di grande aiuto, non trovi?”

“E' solo che... Quando lavoro sono concentrata esclusivamente su ciò che faccio. E' l'unico momento in cui non penso a nulla... E pensare... Fa male, Malocchio.”

Alzò nuovamente il viso, gli occhi stanchi scintillanti di lacrime.

“Guardami: so benissimo che non sono più la stessa di prima, è come se... E' come se stessi svanendo giorno per giorno. E la cosa peggiore è che pur rendendomene conto non riesco ad impedirlo. Io ci provo, davvero! Ma non posso fare a meno di tormentarmi... Ogni mattina quando mi alzo il mio primo pensiero è -Ti prego, ti scongiuro, fa' che Remus sia vivo e stia bene!- e la sera mi ritrovo a letto a fissare il soffitto, senza la minima idea se le mie preghiere siano state esaudite. Non ce la faccio, Malocchio!

Da quando è partito per questa missione sono riuscita ad incontrarlo solo poche volte, ma in realtà cerco di evitarlo perché finiremmo col discutere ancora una volta sulle miriadi di ragionevoli motivi per cui noi non possiamo stare insieme – sbuffò e sorrise sarcastica – inoltre non voglio che mi veda in questo stato, conoscendolo si preoccuperebbe inutilmente, come se non avesse già abbastanza preoccupazioni per conto suo...”

Il vecchio Auror notò che la giovane non riusciva mai ad essere arrabbiata con Lupin a lungo: alla rabbia subentrava ben presto la tenerezza. Tonks conosceva Remus così bene da capirne i contorti ragionamenti dietro ogni decisione, per quanto triviale, e i modi cavallereschi e iperprotettivi, che molto spesso la facevano infuriare, sotto sotto la riempivano di orgoglio, perché erano la prova tangibile di quanto lui realmente tenesse a lei e alla sua incolumità.

“Ma l'ultima volta che l'ho visto... Era così glaciale, distante... C'era qualcosa di terribilmente ferale in lui, mi ha spaventato. Sta cambiando, si sta convincendo di essere come Greyback... Questa missione lo sta uccidendo! Come fa Silente a non accorgersene? O la missione è così importante per lui da rendere Remus una pedina sacrificabile?”

“Via, via, Tonks, non ti sembra di esagerare? In guerra missioni così complesse sono all'ordine del giorno, e Silente sa bene quello che fa: se ha affidato a Lupin questa missione è perché si fida ciecamente di lui e sa che è in grado di portarla a termine.”

“Non ne sono così sicura, Malocchio - replicò lei scettica - Ciò che Silente sa è che Remus farebbe qualunque cosa per lui, pieno com'è di gratitudine nei suoi confronti. Mi sento orribile a diffidare della nostra guida, ma più ci penso più mi sembra che abbia sfruttato l'adorazione che Remus nutre nei suoi confronti. Questa non è una normale missione di spionaggio, è un suicidio!”

Moody cercò di trovare un'argomentazione con cui ribattere, ma le parole della ragazza avevano in qualche modo insinuato in lui il tarlo del dubbio: in effetti era una missione parecchio rischiosa, anche considerando la gravità del conflitto con Voldemort. Si limitò a scrollare le spalle, come per chiudere l'argomento, e mugugnò:

“Beh, non voglio vederti... in questo stato. Mi dispiace... E io... non sono abituato a questo genere di... situazioni. Non so cosa fare. E mi sento inutile.”

Tonks sgranò gli occhi, sorpresa.

“Malocchio, non devi fare nulla! Sei un guerriero, per Merlino, non mi aspetto certo che da un momento all'altro diventi un consulente per questioni di cuori infranti!”

Abbozzò un sorriso.

“Il pensiero peraltro mi turba parecchio” aggiunse con un brivido.

“Ah, l'ingratitudine dei giovani...” grugnì lui, fingendosi offeso. “Ecco la Ninfadora Tonks che conosco. E' ancora lì da qualche parte, vedrai che prima o poi rispunterà... Ma non voglio più vedere questo pessimismo, intesi? Non arrenderti. Le guerre, dopotutto, non durano in eterno.”

Detto questo si alzò, imprecando contro le vecchie giunture doloranti.

“Ora vado, ho un licantropo autolesionista a cui badare a casa. Devo forse trasformarlo in un furetto?”

Tonks non poté trattenere un risolino.

“No, non credo sia il caso... Per ora.”

“Se lo dici tu... Sicura di non voler venire?”

La giovane annuì.

“Penso si senta già abbastanza sotto pressione così, è meglio che si riprenda. Digli solo... che la mia opinione non è cambiata minimamente. E che continuerò ad aspettarlo.”

Moody alzò gli occhi al cielo prima di biascicare il suo sofferto assenso, e fece per andarsene.

“Ah... Malocchio? Grazie.”

Scuotendo il capo il vecchio Auror scomparve nel buio del tunnel sotto il Platano Picchiatore prima che Tonks realizzasse la sua laconica risposta:

“Quando vuoi.”

Author's corner:

Eccomi col secondo capitolo! Chiedo scusa se vi ho fatti attendere, ma ho avuto qualche disguido con la connessione intenet e non sono riuscita a postare prima...

Ad ogni modo, direi che qui c'è un cambiamento piuttosto marcato dell'atmosfera della fic, ma d'altronde questo capitolo è ambientato nel Principe Mezzosangue, e non poteva essere altrimenti. Oh, la citazione all'inizio del capitolo è da una canzone semplicemente stupenda (e altrettanto malinconica, ma che ci volete fare, sono fatta così... :D), vi consiglio vivamente di ascoltarla! Sperando nuovamente che la storia vi sia gradita, ringrazio:

- 0207pantera, maggie89, ron84 e TonkseLupinxs, che hanno inserito la storia tra i preferiti.

- Trick e FunnyPink, che con le loro recensione hanno riempito di orgoglio il mio ego artistico (in particolare Trick: hai provocato in me una piacevole sensazione di sfarfallio nello stomaco, non sai quanto sia importante per me il tuo giudizio, dal momento che da tempo ormai immemore io venero le tue fic... Grazie!!!).

- Tutti i silenziosi lettori... Beh, grazie di cuore anche a voi!