Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: AmyJay    11/11/2014    0 recensioni
L'Uomo nella Luna lascia accadere molte cose. Come abbia potuto permettere che Pitch arrivasse ad Arendelle è un mistero che in molti cercano ancora di comprendere
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non c’era solo Pitch all’ascolto quella notte. Un ragazzino orfano, e la sua renna, si erano ritrovati a seguire la scia di Elsa. Il ragazzino si chiava Kristoff, e la sua amica renna Svenn. Ed ora entrambi, Pitch ed i sue amici, da lati opposti dello spiazzo, osservavano la scena. Il re si fece avanti, quando un tozzo troll di pietra prese la parola:-Maestà…-. Qui cercò la mano di Elsa, che gliela porse con timore. –E’ nata con i poteri, o è un maleficio?-. –Ci è nata, e si intensificano- rispose il re. Pitch si rabbuiò. “Maleficio? Perché mai dovrebbe essere un maleficio?” si chiese con una punta di odio. Intanto il troll, avvicinatosi alla regina che teneva in braccio Anna, disse:-E’ una fortuna che non sia il cuore. Con il cuore non si  ragiona, ma…con la testa si può provare-. –Fate ciò che dovete- supplicò il re, stringendo a se Elsa. –Il mio consiglio è di rimuovere tutta la magia, perfino il ricordo della magia-. Elsa si fece triste, e forse per questo il troll aggiunse:-Ma non vi crucciate…lascerò il divertimento…-. La magia del troll fece il suo dovere, e quest’ultimo sospirò:-Se la caverà..-. Elsa a quel punto si fece avanti, mormorando:-Ma lei non ricorderà più che ho i poteri…- guardando poi verso la piccola Anna addormentata. –E’ per il suo bene- la interruppe suo padre. Quindi il troll prese per mano la bambina e con aria paterna le disse:-Ascoltami bene, Elsa…il tuo potere crescerà con te…-. Dalle mani del troll scurirono puntini luminosi che, nell’aria di fronte a loro, creò una visione di Elsa, adulta. –In esso c’è bellezza…- mormorò il troll. La visione assunse toni rossastri, però, mentre lui aggiungeva:-…ma anche orrore-. Elsa si spaventò, ed il troll fece una piccola pausa, aggiungendo:-Dovrai imparare a controllarlo. La paura sarà tua nemica-. La visione mostrò loro il destino di Elsa, se fosse stata sopraffatta dalla paura: distrutta dal suo stesso potere. Pitch ghignò, mentre Elsa si rannicchiò contro suo padre. –No, noi la proteggeremo. Imparerà a controllarlo, ne sono certo- disse il re con tono preoccupato, ma convinto. Il troll voleva dire ancora qualcosa, ma il re lo interruppe:-Fino ad allora chiuderemo le porte, ridurremo i domestici, ridurremo il suo contatto con le persone…Inclusa Anna- e guardò sua figlia ancora addormentata. Si inchinò, in ringraziamento al troll, poi lui e la regina, con le due figlie, risalirono sui loro cavalli e ripartirono al galoppo. –Maestà, aspettate…-mormorò il troll preoccupato. –Non intendevo…- e sospirò, scuotendo il capo. –Tu non intendevi, vecchio troll puzzolente- mormorò Pitch. –Ma è la cosa migliore perché il mio piano abbia forma…-. E ridendo malignamente, tornò all’inseguimento della famiglia reale. Kristoff e Svenn vennero presentati ai troll. Lui e Granpapà si scambiarono uno sguardo preoccupato: lo avevano visto. Pitch era arrivato ad Arendelle, e si poteva solo sperare che i Guardiani proteggessero la primogenita. Elsa venne confinata nella stanza che da ora in avanti sarebbe stata solo sua, mentre Anna avrebbe temporaneamente dormito con il re e la regina, e piangeva la sua sorte. Seduta sul letto della sorella, ne accarezzava la coperta ed il cuscino. Si sentiva un mostro, era molto triste ed affranta. Non si accorse subito dell’ombra nera che le si era avvicinata, timidamente, e le accarezzò un braccio. –Io ti capisco…-le sussurrò l’ombra, ed Elsa reagì spaventandosi  e tentando di colpirla con il proprio potere. Pitch lo sviò senza fatica, andando a creare una piccola scultura di ghiaccio nero. Quindi sorrise alla bambina, alzandosi dal letto e ponendosi accanto alla scultura:-Vedi? Nulla si sposa meglio con il ghiaccio…dell’oscurità-. Elsa si stringeva ancora le mani al petto, e guardava terrorizzata Pitch Black. –Co…co..cosa vuoi da me?- mormorò spaventata, con la voce rotta dal pianto. Pitch allungò lentamente le mani verso di lei:-Non temermi, sono qui per aiutarti-. –Chi sei?-rispose lei, ancora spaventata ed indietreggiando verso il muro. Lui sorrise, cercando di essere il più amichevole possibile, e rispose:-Sono la tua paura, Elsa- e fece anche un inchino, ovviamente canzonatorio. –E non voglio esserti nemico- aggiunse, tirandosi su ed avvicinandosi al letto su cui tornò a sedersi. –Io credo che abbiamo una possibilità, se lavoriamo assieme- aggiunse, cercando di prendere una delle mani della bambina. Lei gliela lasciò prendere, con gli occhi azzurri ancora colmi di lacrime. Pitch annuì, e lei si asciugò gli occhi con la mano libera. –Mi…mi puoi aiutare a domare il mio potere?- chiese lei, ingenuamente. –Ma certo, sono qui apposta!- esclamò lui con entusiasmo, allargando il finto sorriso. Elsa sorrise di rimando, e poi guardò la scultura di ghiaccio da loro creata. Nel complesso, era davvero molto bella: le sfumature azzurrine del ghiaccio davvero si sposavano bene con l’oscurità del potere di quella strana creatura. Tornò a guardarlo, e con aria leggermente più allegra, si presentò:-Io mi chiamo Elsa-. Lui annuì, e rispose:-Io mi chiamo Pitch-.
   
 
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