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Autore: Trivialpursuit    11/11/2014    2 recensioni
È facile lasciarsi ferire da chi ami. Una parola o un semplice gesto possono dilaniarti l'anima. Avevo deciso di vivere senza sentimenti, ma non mi ero mai accorto che quella che chiamavo vita non lo era. Vivevo una sorta di atarassia fino a quando non è arrivata lei, come un fiume in piena, entrando con dolce prepotenza nella mia vita fatta di nulla e sconvolgendola completamente. Mi ha cambiato la vita. Mi ha insegnato ad amare ed essere amato. E mi ha reso più forte perché mi ha dato qualcosa per la quale lottare veramente. Dirle che la amo è fottutamente minimizzante. Lei è il mio sole ed io sono Icaro, e non ho paura di essere scottato, se è lei a bruciarmi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore, Elena Gilbert/Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO 

CAPITOLO II

ODIARE, VOCE DEL VERBO AMARE

Bonnie da sempre si chiedeva quale professione potesse intraprendere da grande. Fin da piccola, quando le chiedevano che cosa volesse fare, lei rispondeva che era la principessa di papà e le principesse non lavoravano. Crescendo non si appassionò mai alla danza come quasi tutte le sue compagne o a qualche altro sport. Forse perché sin da bambina era stata molto scoordinata. Ma in compenso Sin da piccola aveva avuto un innato talento nel canto, ma  questo lo sapevano solo i suoi genitori, sua sorella Marie e Meredith ed Elena. Questo era dovuto al l'essere timida, insicura e a disagio di fronte a un pubblico. 
Così quando giunse il momento di decidere il suo futuro, Bonnie non ne aveva la più pallida idea. Intraprendere la carriera giuridica era qualcosa che escludeva a prescindere. Essendo troppo emotiva e ragionando solo con il cuore, infatti, non sarebbe riuscita a focalizzarsi bene sul problema in questione senza farsi influenzare.
 Adorava i bambini e i bambini adoravano lei. Aveva pensato di fare la maestra, ma insegnare non era mai stato il suo sogno. Non si vedeva a insegnare ed educare dei bambini. Così aveva pensato di intraprendere una carriera, che nessuno e dico nessuno si sarebbe aspettato da Bonnie. Medicina. Le sue amiche l'avevano presa per una pazza. (La piccola Bonnie, quella che sviene ogni due per tre vuole fare medicina) ma la strega era decisa e sapeva, o meglio sentiva, dentro di se che poteva farcela. Le sue amiche vista la sua determinazione incominciarono a vederla sotto una luce diversa. Una donna buona e coraggiosa era la loro Bonnie. E la immaginarono vestire alla perfezione le vesti di una dottoressa. Così la appoggiarono. E adesso la giovane strega si trovava ad intraprendere il suo primo giorno di lezioni. Era molto ansiosa, ma raggiante. Mai alle superiori era andata a scuola con una tale energia. Il suo professore era il Dr. Smith. Non aveva sentito parlare di lui e ciò le aveva fatto presumere che non fosse uno di cui si poteva parlare male. E neanche tanto bene. Si aspettava un normalissimo professore, che ancora non la conosceva e non aveva nessun motivo di odiarla. Così carica ed energica si svegliò presto, indossò un fresco vestitino e andò a fare colazione giù nella sala comune del suo dormitorio. Era da sola quando vide avvicinarsi Nathalie con un umore contrario al suo.
-"ehi Nathalie!" la chiamò allegra!
-"oh Bonnì, anche tu sveglia?" Disse ordinando dopo una grande tazza di caffè.
-"perché quell'aria preoccupata?"
-"oggi ho la mia prima lezione con Dr. Smith!" 
-" oh anche io!"
Quasi la francesina si strozzò
-"come fai ad essere così rilassata?!" Urlò -" il professor Smith è malefico! Solo pochi possono frequentare le sue lezioni e se gli fai antipatia sin da subito puoi scordarti di laurearti con lui!" 
-"ma dove hai sentito tutte queste cose?" Disse Bonnie iniziando a preoccuparsi.
-"nessuno parla di lui nel campus. Dicono che ha orecchie ovunque! Una volta ha bocciato Peter Nelson, un ragazzo brillante dicono, perché aveva detto qualcosa che non doveva dire. Oh trèsor, neanche lo si può sputtanare liberamente"
-"ma tu come hai fatto a saperlo?"
-"me l'ha detto un tipo..."
-"che tipo?"
-"un tipo...ma non è questo l'importante! Nous sommes tout foutus, Bonnì! Comprenez vous" Nathalie per quanto era agitata non si accorse di continuare a parlare in francese. E Bonnie non chiese di che cosa stesse parlando perché si poteva ben immaginare quali parole stessero uscendo dalla bocca carnosa della francesina dato il tono della voce e i gesti furiosi e agitati. 
La strega cominciò ad avere paura. Non era mai piaciuta a nessun professore. La vedevano come una ragazza svogliata e che prendeva poco seriamente la scuola. Ma i suoi professori non sapevano che non aveva avuto tempo per studiare perché era intenta a salvare il mondo. Mentre era immersa nei suoi pensieri, si scontrò nuovamente con Zander.
-"devi proprio darmi una testata ogni volta che ci incontriamo?"
-"sei tu che mi vieni addosso" controbatté la rossa.
-"ripresa dalla serata?" 
-"ieri sono stata praticamente tutta la giornata a letto ma si, adesso sto bene"
-"non ti facevo ubriacona!" La punzecchiò lui -"ehi Nathalie!" Salutò la mora da lontano ricevendo in cambio solo uno sguardo agitato.
-"scusala...è agitata per la sua prima lezione"
-"e invece la piccola Bonnie ubriacona è tranquilla"
-"non sono ubriacona!" Disse dandogli una leggera gomitata.
-"oh si invece. IO" e sottolineò l'ultima parola -"io mi ricordo tutta la serata"
***
La strega voleva dire lo stesso ma in realtà aveva un vuoto da metà serata in poi. Si ricordava che Zander era arrivato nel loro tavolo. Si era scoperto che apparteneva a lui il terzo letto nella stanza di Stefan e Matt. Tutti furono sorpresi nel vedere che già i due si conoscevano. Ricordava perfettamente le occhiate di apprezzamento di Elena e gli occhiolini rivolti a lei come a dire:"ottima scelta". Dopo chiacchiere varie iniziarono a giocare in un gioco proposto da Zander e Bonnie si ritrovò ad appoggiarlo. E Ben presto dopo pochi bicchierini si ritrovò più che brilla. E la Bonnie sobria non saprà mai che la Bonnie brilla si mise a flirtare spudoratamente con Zander solo per fare ingelosire il vampiro seduto accanto a lei. E ci era riuscita. Damon diventò una furia. Per tutto il resto della serata puntò gli occhi verso Bonnie e non li distolse per nessuna ragione. Quando Zander, brillo anche lui, convinse Bonnie ad accompagnarla in stanza, lui li seguì furtivamente e se non fosse stata per la costante presenza di suo fratello, li avrebbe soggiogati entrambi.
Avrebbe soggiogato Bonnie a dimenticarsi di Zander e quest'ultimo lo avrebbe soggiogato ad abbandonare il Dalcrest. Così si limitò a sorvegliarla ad una certa distanza. E non fece altro nei giorni successivi.
***
-"spero di non aver fatto o detto niente di ridicolo" disse la strega in imbarazzo.
-"niente di ridicolo..."
-"cosa ho fatto? Puoi dirmelo...so benissimo che non mi tengo niente quando sono sbronza..."
-"niente. È solo che il tipo strano...mm Damon ti guardava come se avesse voluto divorarti"
"Io e Damon...siamo beh...siamo in cattivi rapporti" 
"Non è questo. Ti guardava come se fossi una cosa sua. E poi aveva quello sguardo così duro e infuriato...credevo che da un momento all'altro mi avrebbe ammazzato" concluse scherzandoci su.
-"oh..."
-"già ma me lo sarò immaginato, no?"
-"si...si"
-"allora...con chi hai la prima lezione?"
-"biologia con il professor Smith"
-"oh BonBon ti è capitato il professore più bravo del College...stai tranquilla e andrà tutto bene" disse incoraggiandola.
-"non posso stare tranquilla. I professori non nutrono tanta simpatia per me..."
-"è impossibile non adorarti al primo sguardo. E mio zio è troppo intelligente per non farlo" disse facendole l'occhiolino.
-"aspetta...hai detto tuo zio?!"
-"si, ma abbassa la voce."
-"è così stronzo come dicono?" 
-"oh si, ma è anche un ottimo insegnante. Adesso vai e ci vediamo a pranzo, ok?" 
La rossa annuì guardando negli occhi Zander, il quale vedendola così preoccupata le diede un dolce bacio sulla tempia per poi dirigersi verso il lato opposto.
***
Damon non capiva perché rimaneva ancora insieme a quegli insulsi umani.  Per Elena si ripeteva come una tiritera, ma sapeva che lo tratteneva ben altro. Elena era l'ultimo motivo. Infondo sapeva che avrebbe sempre e comunque scelto Stefan. Non sarebbe mai riuscito a portarla via da lui. La amava si, ma le basi di questo amore nascevano dalla voglia di vincere contro suo fratello. Lei era il suo premio d'amore, e non voleva rinunciarvisi. 
I veri motivi per cui aveva deciso di seguirli il vampiro non li avrebbe mai ammessi. Uno era suo fratello Stefan. Per una volta voleva comportarsi da fratello maggiore e non voleva abbandonare ciò che rimaneva della sua unica famiglia. Portava del rancore e si, lo disprezzava, ma infondo voleva bene a suo fratello e non avrebbe mai permesso che qualcuno gli facesse del male (a parte lui ovvio). Il secondo motivo era Bonnie, la piccola strega che aveva deciso di disprezzare per la sua troppa e stupida bontà. Il suo dolce opposto. Era intollerabile per il vampiro non riuscire ad odiarla fino in fondo. Odiava i suoi occhi color cioccolato, grandi e ingenui e assurdamente provocatori. Odiava le sue carnose labbra e il suo dolce sorriso. Per non parlare di quella che per Damon era il suono più dolce, ovvero la sua risata. La odiava perché non riusciva a odiarla. Perché lo aveva amato tanto senza chiedere nulla, e perché adesso faceva finta di averlo dimenticato. È vero che era stato lui stesso a scatenare il comportamento di Bonnie. Ma pensava che lei non si sarebbe mai arresa. Che avrebbe saputo andare avanti sempre e comunque. E invece si era ritrovata ad odiarlo. E per questo la odiava. 
 
 
 
 
HOLA! Ho letto i vostri messaggi ed ho deciso che non potevo lasciare in tredici la storia! Quindi eccomi qua con questo capitolo. Spero vi piaccia!
Tanti baci sui vostri colli scrofolosi! Oh pardon! Scherzo...arrivederci o come dice Nathalie AU REVOIR! Ah ci saranno degli errori perché l'ho scritto su cellulare. Perdonatemi, please!
  
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