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Autore: Winchester_Morgenstern    11/11/2014    0 recensioni
Perché la perfezione esiste soltanto nei piccoli gesti imperfetti di ogni giorno che fanno rendere conto di quanto la vita sia imperfettamente perfetta.
The Infernal Devices | What if | Slash | WillxJem |
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: William Herondale
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Diverse percezioni di perfezione


A Marty, perché senza di lei questa storia non avrebbe potuto esistere.
 
 

È strano, lo sa. È sbagliato, lo sa. È "mostruoso", lo sa. 
È perfetto. Lo sa. Lo sa eccome. Purtroppo non tutti capiscono la perfezione, pensava.
Will capiva dov'era il problema, cercava di ignorarlo ma non ci riusciva. Se si fosse trattato solo di lui, comunque, sarebbe stato tutto a posto. Peccato che il giudizio in questo caso sarebbe toccato agli altri. Non che fosse un fan delle opinioni altrui (1), certo, cosa poteva mai importargli degli sguardi della gente?!
Ma il Conclave… oh, il Conclave non l'avrebbe accettato mai. Li avrebbero banditi per sempre. Forse anche peggio. 
Non erano solo due ragazzi, ma erano due parabatai. Nessun parabatai poteva essere quel che loro volevano essere quel che già erano senza rendersene conto.
Sentiva le dita agili e flessuose di Jem accarezzargli dolcemente i capelli in una tortura dolce e amara al tempo stesso, a ricordargli quel sentimento così forte eppure così… così… spaventoso.
Il cielo scuro venne squarciato ancora una volta in due da un lampo accecante.
Istintivamente Jem si strinse di più a lui, spostando la mano dai suoi capelli ai suoi fianchi, veloce e agile come un gatto. Come uno Shadowhunter.
Uno, due, tre, quattro, cinque. 
Tuono.
Lontano cinque miglia.
Era paradossale che James avesse paura dei lampi e che fosse stato Will a cercarlo. Perché lo sapeva, eccome se lo sapeva. Quella sera Jem aveva avuto una crisi, e poco dopo era arrivata la tempesta, non era abbastanza in forze per alzarsi dal suo letto, figurarsi per alzarsi e andarsi ad infilare in camera del parabatai e poi nel suo letto.
Così, senza che nemmeno il pensiero venisse formulato dalla sua testa, il corpo dell'Herondale si era mosso automaticamente e aveva raggiunto la camera dell'altro, come consuetudine. Abitudine.
Tanta gente, pensava Jem, non prestava attenzione al quotidiano, era una cosa scontata, per loro. Ma quando sapevi che ti restavano… quanto? Pochi anni di vita ad esser fortunati, certo, prestavi sempre una particolare attenzione a tutto ciò che c'era di normale in quella parvenza di vita.
Era da tempo immemore ormai che Will ripeteva sempre gli stessi gesti. Lo abbracciava, lo viziava, insisteva per procurargli la droga, amava passare le dita tutti i giorni fra i suoi capelli argentei che sembravano setole di una spazzola, tanto erano morbidi e lisci, e adorava ricoprirlo di baci, la notte, quando tutto taceva e tutti dormivano, quando nessuno poteva vederli e giudicarli.
Jem, a differenza di Will, pensava al giudizio della gente. Non ne era ossessionato, ma come tutti ci faceva caso.
Era incominciato tutto circa due anni prima quando, appena quattordicenni, poco dopo la cerimonia di legame parabatai, avevano iniziato a darsi piccoli e casti baci. Talmente veloci da sembrare impalpabili, leggeri come il battito d'ali da una farfalla, eppure così veri, così reali.
Il tutto era andato man mano avanti. I baci leggiadri erano diventati disperati, affamati, passionali, entrambi sentivano il tempo che scivolava via dalle loro mani, erano entrambi avvinghiati l'uno all'altro in una tempesta che sembrava non finire mai.
Dai baci inebrianti e rubati di nascosto dagli occhi di tutti erano poi passati a stringersi forte, contro un muro, sul tappeto, sul letto, a mormorarsi parole dolci - Jem -, a dimostrare il proprio amore con piccoli gesti quotidiani - Will -, a spingersi sempre più avanti senza mai arrivare al punto.
Non osavano mai arrivare a quel punto.
Sarebbe stato tutto troppo maledettamente reale, troppo devastante per metterlo davvero da parte.
Eppure loro insieme erano perfetti, lo pensavano entrambi, peccato che gli altri avessero un'altra percezione della perfezione.
La gente diceva "È perfetto!" per qualunque sciocchezza, un abito o un giardino o un quadro o chissà che altro, ma la verità era che la perfezione si trovava nei piccoli gesti, nell'amore che legava due persone e che veniva dimostrato ogni giorni con piccole attenzioni.
Ma nessuno avrebbe mai potuto capirlo.
Il mondo intero, le persone, la vita, il tempo, le convenzioni, le tradizioni, tutto era contro di loro.
Ma sia Will che Jem sapevano una cosa: erano Nephilim, erano nati per combattere, e l'avrebbero fatto anche quella volta. Avrebbero combattuto per loro, però. Perché dopotutto il Conclave, i Cacciatori, l'Istituto, perfino la realtà e la vita che si esauriva lentamente e anche il tempo che scorreva inesorabile non valevano nulla, confrontati con loro.
Non valeva la pena di avere nulla di tutto questo, se l'uno non aveva l'altro.
Sarebbero rimasti in mezzo alla tempesta, insieme. Niente poteva distruggerli. 
… Niente tranne la morte.
Ma cos'era la morte se non perfezione? 
La perfezione di due anime insieme, ovunque, che avevano vinto anche la fine di tutte le cose. 



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(1) = Citazione "Two Broke Girls", serie TV :)
 
A.A:
Okay, va bene, non so da dove è uscita fuori 'sta schifezza.
Precisiamolo, è la mia prima Heronstairs, e non so proprio cosa ne sia venuto fuori.
Inizialmente non doveva essere così, uhm, angst, ma non riesco a non esserlo se penso a loro.
Può essere sia vista come un prequel de L'angelo che come una What if in cui Tessa non arriverà mai e ci saranno solo gli Heronstairs che lottano contro il mondo ;).
Jem e Will hanno sedici anni e voglia di vivere una vita che sanno, per uno di loro sarà troppo corta e troppo ingiusta :(
Nonostante mi fossi ripromessa riscrivere una drabble, è uscita fuori una piccola OS. Perché? Be', perché non sono assolutamente capace di scrivere cose corte, cavolo, e non ho capito come mai!
Okay, ora la smetto con i miei scleri e vi lascio in pace! ^.^
A presto,
-D.
   
 
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