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Autore: 5_seconds_of_pizza    11/11/2014    0 recensioni
#Dal Secondo Capitolo
“Ash, mi sembra di essermi dimenticata di qualcosa” farfugliò Charlotte, stringendo la mano del fidanzato “Oddio, Scarlett!”
[...]
“Scarl, ma che ti è successo?” domandò la sua amica.
“Ricordami perché sono venuta qui” sbottò la castana.
“Perché mi ami?” azzardò la bionda con un falso sorriso innocente.
“Sono rimasta mezz'ora bloccata davanti alla toilette chimica; Sono andata al bar per chiedere se avevano un aspirina per il mio mal di testa infernale e trovo un bambino orribile che strillava a squarcia gola per il suo stupido gelato finito per terra; poi ho incontrato un venditore ambulante di palloncini che voleva rifilarmi un palloncino di Peppa Pig di merda, che mi ha seguito fino qui e...” non ebbe il tempo di terminare il suo monologo che il tizio in questione richiamò l'attenzione: “ Ehi bela sinorina, io palloncino vendere te!”
“Adesso ce ne dobbiamo andare! Altrimenti faccio un omicidio di massa, a partire da quel tizio e a finire con voi!”
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ad Ashton non piacevano le ragazze che parlavano troppo, ma quando lo faceva Charlotte la trovava adorabile perché parlava veloce e molte volte diceva cose senza senso.
“Cioè, oddio, l'ha baciato davanti a me! Come osa? Ha un cervello da gallina, non si deve permettere più!” continuò a lamentarsi, facendo roteare gli occhi al ragazzo, che però sorrideva divertito.
“Charl, Cassie è la fidanzata di Michael, è ovvio che lo baci. Smettila di essere gelosa, in fin dei conti da quando stanno insieme non ti ha mai dato l'occasione di non fidarti di lei” cercò di farla ragionare, ma ottenne solo un'occhiataccia.
“Che fai, la difendi?” disse, guardandolo male. Il riccio rise, facendola innervosire di più.
“Senti, biondo, non ridere, qui la cosa è seria. Farà soffrire mio fratello, è una cosa che mi sento dentro. E non voglio vederlo soffrire, ci tengo troppo a Michael” borbottò, bevendo la sua granita al limone.
“Lo so, ma in fondo soffrire fa parte della vita” le spiegò, prendendole la mano per farla camminare.
Le strade di Sydney al tramonto erano stupende, Ashton le aveva sempre trovate affascinanti.
La bionda non rispose, in fondo aveva ragione, comunque quella ragazza continuava a non piacergli. Decise di non pensarci più, in fondo stava uscendo con il suo ragazzo e avrebbero dovuto pensare ad altro. Si godette il panorama, da quando Ashton le aveva fatto notare la particolarità delle strade di Sydney non poteva non amarle anche lei.
Poi una piccola palla di pelo attirò la sua attenzione. Era un piccolo gattino ed era adorabile. Stava vicino a un bidone e miagolava, ma nessuno lo degnava di qualche attenzione. Aveva il pelo bianco, con qualche macchietta grigia e gli occhi verdi.
Tirò Ashton con sé, andando vicino a quella bestiolina indifesa. Lo raccolse e lo prese in braccio, era magro e tutto sporco.
“Ash, portiamolo a casa, ha bisogno di mangiare” disse Charlotte, facendolo vedere al suo ragazzo che sorrise.
“E anche di una doccia” scherzò il riccio, facendola ridere.
Si diressero verso l'auto, che per fortuna era poco distante da lì. Durante il viaggio il micietto non faceva altro che miagolare e Charlotte s'inteneriva al suono della sua voce acuta. Tartassava Ashton che stava guidando dicendo “Guardalo Ash, è bellissimo” o “Lo devo tenere, è troppo carino” o ancora “Piacerà anche a mamma, lei adora gli animali”.
Quando arrivarono a casa la biondina gli fece bere il latte che il gattino apprezzò.
“Ash, come facciamo a lavarlo? I gatti odiano l'acqua” constatò Charlotte, accarezzando il pelo sporco del gatto.
“Ti do una mano io, prendi il bagnoschiuma, così poi profumerà” rise Ashton, prendendo in mano il gatto e mettendolo nel lavandino della cucina.
Lavarlo fu un vero problema dato che non si stava mai fermo e aveva graffiato tutte le mani di Ashton, il quale cercava di non lamentarsi e far volare quella palla di pelo.
Charlotte lo prese in braccio e gli accarezzò la testolina e lui cominciò a fare le fusa. Lo asciugò bene così che non gocciolasse, poi lo appoggiò sul letto.
“Vieni qui, così ti disinfetto” sorrise quando vide Ashton sciacquarsi le mani, cercando di far andare via il sangue secco.
Andarono in bagno e Charlotte prese il disinfettante con un po' di ovatta e tamponò piano sui graffi.
“Ringrazia dio che non ho fatto volare quella palla di pelo” disse Ashton, facendo una smorfia di dolore. Charlotte ridacchiò.
“Ecco abbiamo finito” sorrise, buttando l'ovatta nel cestino. Ashton ricambiò il sorriso e poi la prese per i fianchi.
“La mia ragazza è una brava infermiera” disse, sfiorando con il naso la guancia di Charlotte “Però ho un'altra malattia, signorina, non è che può aiutarmi?”
“Dipende. Dimmi, qual è questa malattia” sorrise la biondina, godendosi le coccole del fidanzato.
“Si chiama “Dipendenza da Charlotte Clifford”, mi dicono che una cura non esista, ma lei sicuramente mi può aiutare” Ashton le baciò la guancia, poi si avvicinò alle labbra.
“Mm vedrò cosa posso fare” sussurrò Charlotte, annullando le distanze fra i due. Ashton la prese in braccio e la poggiò sul lavandino, continuando a baciare le sue labbra morbide.
“Charlotte, sono tornato, ho comprato la tinta blu. Mi dai una mano?” la voce di Michael dal piano di sotto li fece separare.
“Ti giuro che un giorno o l'altro raserò la testa di tuo fratello” mormorò Ashton, facendola ridere.
Prima di scendere, i due si assicurarono che il gattino stesse bene. Dormiva sul letto, completamente stravaccato.
“Mike, come mai hai comprato la tinta blu, non volevi farli biondi?” gli chiese Charlotte, prendendo la tinta e leggendo le istruzioni. Per tutte le volte che aveva tinto i suoi capelli aveva imparato che comprava sempre una marca diversa con diverse istruzioni.
“Ho cambiato idea” disse il ragazzo, sedendosi.
Per tingere i capelli di Michael ci misero una mezz'ora buona. Il neo-blu andò a lavarsi i capelli, lasciando Ashton e la sorella insieme.
“Charl, io devo andare, fammi sapere come sta il gatto poi” le diede un bacio e poi uscì di casa.
Charlotte sorrise, quanto amava quel ragazzo.


***
 
“CHARLOTTE, VIENI, ORA!” l'urlo di suo fratello la fece sobbalzare. Doveva essere scoppiata la terza guerra mondiale per farlo gridare così tanto. Corse nella stanza di Michael, trovandolo sulla soglia, rosso in volto. Gli mostrò i pantaloni che aveva in mano, i suoi preferiti. Erano bagnati.
“E' solo un po' d'acqua, Mike!” esclamò Charlotte, trattenendo un sorriso divertito.
“Oh Charlotte, magari fosse solo acqua. Questa è pipì. E non una piscia qualunque, ma del tuo gatto!” sbraitò il puffo, leggermente arrabbiato.
“Ah” Charlotte stava provando in tutte le maniere a non ridere, ma non ce la fece e scoppiò, facendo infuriare il fratello.
“Charlotte, non ridere, cazzo! Dovevo uscire con Cassie!” si lamentò, passandosi una mano tra i capelli.
“Tranquillo, se ne viene, devi solo lavarli. E magari invece di uscire con Faccia Di Pigna, li lavate insieme” alzò le spalle, capendo che il fratello era davvero arrabbiato.
“Aspetta, come hai chiamato Cassie?” domandò Michael, alzando un sopracciglio.
“Faccia Di Pigna” rispose Charlotte con nonchalance.
“Charl, ascolta, capisco che magari possa starti antipatica e che ti preoccupi per me, ma non credi sia il caso di finirla? Se magari la conoscessi davvero capiresti che non è una stronza” disse Michael, sorridendole appena. Era sempre così tranquillo e pacato con lei, non la insultava mai, adorava troppo sua sorella e la cosa era reciproca.
Charlotte alzò le sopracciglia.
“Okay, non è solo una stronza” si corresse il ragazzo dai capelli color cielo, facendola sorridere.
“Scusami Mike, lo so che a volte esagero, ma è più forte di me, è nella mia indole odiare qualunque ragazza ti si avvicini”
“Va bene, non dico di andarci d'accordo o di diventare migliore amiche” e qui Charlotte fece una smorfia di disgusto “Ma almeno non state sempre a litigare, siete importanti entrambe per me” le disse il fratello, baciandole la fronte.
“Non lo so Mike” sussurrò la bionda “Comunque, io ora esco, Scarlett mi starà aspettando adesso” lo salutò e si diresse verso la porta.
“Giustamente tu esci e io devo lavare i miei pantaloni pisciati!” esclamò Michael e Charlotte rise di gusto, per poi uscire di casa.
“Dannazione, non so nemmeno cosa devo usare per lavarli!” sbottò.
Suonò il campanello, Michael sbuffò e lanciò i pantaloni sul suo letto. Andò ad aprire e si ritrovò Cassie davanti scioccata e sull'orlo di una crisi isterica.
"Mike, ma sei ancora in pigiama?" sbraitò lei.
Lui cercò di giustificarsi invano, mentre lei lo inceneriva con lo sguardo e allora lui accennò ad un sorriso imbarazzato.
"Ok. Ho capito. Oggi non usciamo." sibilò la gotica.
Michael la fece accomodare e le mostrò l'indumento.
"Dammi una mano!" mormorò lui mettendo il broncio.
"Ma non so come si fa!" si lamentò Cassie. Quel pomeriggio aveva tanta voglia di uscire e per colpa di quella ragazzina dovevano rimanere a casa per lavare quei stupidi pantaloni che gli aveva regalato lei.
"Beh, cerchiamo su Internet" propose Michael e Cassie annuì.
Il ragazzo prese il suo telefono e trovò un sito dove spiegava per filo e per segno come avrebbero dovuto lavare i pantaloni. Fece ogni procedimento, stando attento a tutto.
Poi vide che c'erano altre robe da lavare e, con una sua solita alzata di spalle, mise tutto nella lavatrice e l'accese.
"Bene, nel frattempo che facciamo?” chiese Cassie, incrociando le braccia sotto il seno. Voleva uccidere qualcuno, il nervosismo l'era salito alle stelle.
“Dai calmati, non è colpa mia” disse Michael, grattandosi la nuca. La bruna sorrise, non poteva avercela con lui in fondo, non con il ragazzo dai capelli blu.
“Hai i popcorn? Li cucino io e ci vediamo un film” propose lei, andando in cucina.
“Sì, nel mobile che trovi a destra. Che film vediamo?” chiese il ragazzo, andando a prendere i suoi DVD.
“Ovviamente nulla di romantico e sdolcinato” rispose lei, iniziando a cucinare.
“Ho trovato dei DVD della tua serie preferita, American Horror Story, vediamo questi?” domandò, arrivando in cucina.
Cassie si voltò nel sentire quella frase “Mi sembra ovvio che io dica sì”
“Bene, è da tempo che Charlotte mi consiglia di vederla” sorrise, inserendo il DVD nel lettore multimediale.
“A Charlotte piace questa serie?” chiese la gotica, andando in cucina con i popcorn in mano e un sopracciglio alzato.
“Sì e molto anche. Perché?”
“Sai com'è, me la vedo come una ragazza da fiori e cioccolatini, non da sangue e demoni” rispose, sedendosi sul divano.
“Ti scongiuro di non anticiparmi niente, Charlotte lo fa sempre” l'avvisò Michael, facendo ridere Cassie.
Si videro tutto il telefilm, dalla prima alla terza stagione, senza non perdersi nemmeno un minuto. La bruna rideva ad ogni imprecazione del ragazzo che, spaventato, mandava a quel paese il regista per le scene troppo forti.
“Cassie, per favore, vai a vedere la lavatrice, dovrebbe essere pronta” le chiese Michael e la ragazza fece come detto.
Dopo minuti di silenzio il ragazzo cominciò a preoccuparsi.
“Beh? Che è successo Cassie?” esclamò lui per farsi sentire.
“Diciamo che hai fatto bene a non tenerti i capelli di verde” la risposta della sua fidanzata lo confuse.
“Che intendi dire?”
“I tuoi pantaloni sono di un celeste cielo stupendo”
E Michael poté giurare che in quel momento il suo cuore si fermò.


***


“Charl, hai sentito le voci che girano a scuola?” le chiese Scarlett, dall'altra parte del telefono.
“No, dimmi tutto”
“Dicono che chiuderanno la scuola per due settimane per il troppo caldo” affermò la mora, appoggiandosi sul davanzale della finestra.
“Oddio, magari, mi ci vorrebbe una bella vacanza!” esclamò, buttandosi sul letto.
“Sai, non sarebbe una brutta idea andare in vacanze in quelle due settimane” constatò Scarlett, disegnando sul vetro della finestra.
“Già. Ehi Scarl, mi ha contattato Luke, ha voglia di uscire, vuole andare in centro, andiamo? Anche io voglio uscire” le propose la bionda, controllando i messaggi.
“Sì, va bene. Come mai ti ha contatto Luke?” le chiese l'amica, sospettosa.
“Non so, di solito contatta Cassie per uscire” rispose Charlotte, aggrottando la fronte.
Se l'ipotesi della cotta di Luke prima era solo un dubbio, ora si avvicinava più ad essere una certezza. Scarlett sperava di sbagliarsi, sarebbe stato davvero un problema. Charlotte era fidanzata con Ashton e lui era suo cugino. Non sapeva cosa avrebbe dovuto fare, se avvertire Ashton o Charlotte, o far capire a Luke che avrebbe dovuto farsi da parte.
“Bene, io sono già pronta, prima ero andata con mamma a fare la spesa. Tu quanto ci metti per prepararti?” le domandò la biondina.
“Cinque minuti e sono da te, la doccia me la sono fatta prima, il tempo di vestirmi” disse, chiudendo la telefonata.
Optò per una maglia rossa con qualche scritta senza senso, sicuramente messa lì a caso, e un paio di leggins neri. Prese le Converse e iniziò a vestirsi.
Uscì da casa, senza neanche salutare i suoi genitori e s'incamminò verso casa Clifford. Suonò il campanello, aspettandosi Charlotte, invece si ritrovò suo fratello.
“Ehi Scarl!” la salutò Michael, facendola entrare. Era un vizio dei fratelli Clifford chiamarla “Scarl”, nomignolo che lei detestava.
Lei sorrise e chiese di Charlotte.
“E' di sopra, ti sta aspettando” sorrise lui e la mora ricambiò.
Salì le scale e trovò la stanza di Charlotte con la porta aperta, ma quando vide una testa bionda decise di fermarsi a guardare fino a quando non si fossero accorti di lei.
“Quindi è femmina” affermò Luke, accarezzando la testolina della gattina.
“Sì” sorrise Charlotte, prendendo il bicchiere di latte. Con la siringa diede da bere alla piccola.
“E come l'hai chiamata?” chiese il biondo. Accennò ad un sorriso quando la gattina afferrò con le zampine la siringa.
“Sinceramente non lo so, ce l'ho da una settimana e non ho ancora deciso il suo nome” rispose la biondina, pulendo il musetto della bestiolina.
“Che ne dici di Iris?” le propose, muovendo il nastro per farla giocare.
“Oddio, Iris è stupendo!” gli sorrise, mettendosi di fianco a lui. Erano sul letto di Charlotte e stavano giocando con Iris. Una cosa che spiccava in quella stanza era il sorriso di Luke, che era più che raro, notò Scarlett.
“Ciao Charl” disse, entrando nella stanza. Poi salutò Luke con un cenno della mano che il ragazzo ricambiò.
“Ehi Scarl! Okay, ora siamo tutti, possiamo uscire” affermò Charlotte, alzandosi dal letto e stiracchiandosi.
Prima di uscire di casa Charlotte disse al fratello di controllare Iris di tanto in tanto.
“Per fortuna abitiamo vicino al McDonald, non mi piacciono i pullman” disse la biondina, mentre camminavano verso il fast food.
“Ma chi?” chiese Scarlett e sul viso di Luke spuntò un sorrisino: conosceva quella battuta.
“Cosa?” Charlotte aggrottò la fronte.
“Ma chi te l'ha chiesto!” esclamò la mora, per poi ridere vedendo la faccia di Charlotte.
“Dì grazie che non ho mangiato e non ho le forze per picchiarti!” ribatté la ragazza.
“Cosa vorresti fare tu?” rise Luke, immaginandosi la scena.
“Caso mai sarei io a picchiare te” aggiunse Scarlett, trattenendo una risata quando vide la bocca di Charlotte spalancarsi.
“Luke! Dovresti difendermi!” esclamò la biondina, guardando divertita il ragazzo che rise.
“Taci, Luke vuole più bene a me” replicò Scarlett prendendo sottobraccio il biondo.
“Ehi, aspettatemi!” gridò Charlotte, correndo per raggiungere i due.
Continuarono a camminare e Scarlett stava bene attenta ad allontanare Luke da Charlotte. Quando arrivarono la bionda sentì il suo stomaco brontolare.
“Capisco che hai fame, ma era necessario?” chiese la mora, indicando lo stomaco dell'amica.
Quella rise e rispose “E' il mio corpo, non è colpa mia”
“Salve ragazzi, che ordinate?” chiese la cassiera.
“Allora, prendiamo tre happy meal, un'aranciata e due coca cole e una ciambella al cioccolato” disse Scarlett, mentre la donna annotava. Pagarono e poi andarono finalmente a mangiare.
“Ragazzi, io vado in bagno” affermò Charlotte, lasciando soli Scarlett e Luke. La mora si ritenne fortunata.
“Luke, io ora ti faccio una domanda, tu devi essere completamente sincero però” disse la ragazza. Il biondo annuì, bevendo la sua bibita.
“Ti piace Charlotte?” Luke, nel sentire quella domanda, quasi si strozzò con la coca cola.
“Ehi, ti ho chiesto se ti piace la mia migliore amica, non se potevo uccidere tua madre!” esclamò Scarlett alla sua reazione.
“Avrei preferito mi avessi chiesto la seconda cosa” borbottò Luke, pulendosi la bocca.
“Okay, ma adesso rispondimi” disse la mora, facendosi seria.
“E se io non volessi rispondere?” Luke la guardò con tono di sfida.
“Ascoltami, capisco che Charlotte con te sia dolce e sia bellissima, ma è fidanzata, con mio cugino per lo più!” gli spiegò la ragazza, notando che il ragazzo si stava innervosendo.
“Senti, non è colpa mia se mi sono preso una cotta per lei, va bene? Cosa vuoi capirne tu?” sbottò il biondo.
“Fidati, ti capisco. Anche a me piace un ragazzo che è già impegnato, ma...” il ragazzo non la fece finire.
“Sì, lo so che ti piace Michael” sussurrò, riprendendo a mangiare.
Scarlett si sentì cadere il mondo addosso. Non lo aveva detto a nessuno, neanche a Charlotte. Lo aveva tenuto per sé, come lo aveva saputo quel biondo da strapazzo?
“Co- come lo sai?” balbettò, evidentemente imbarazzata.
“E' evidente. Anche se difendi Cassie dagli insulti di Charlotte noto l'invidia nei tuoi occhi. Poi rifiuti le attenzioni di Calum. E ti cade sempre l'occhio sulle labbra di Michael” affermò Luke con nonchalance, come se stesse leggendo la lista della spesa.
“E quando avresti notato tutte queste cose?” domandò Scarlett, in preda ad una crisi isterica.
“Se sto zitto un motivo c'è. Mi piace guardare la gente, ogni gesto che fa, riesco a capire subito le cose, tutto qui. Non sono un mago, né un indovino” rispose Luke, finendo le patatine.
“Eccomi ragazzi” Charlotte arrivò con il suo solito sorriso.
“Bene, possiamo andare” disse Scarlett, alzandosi e dirigendosi verso la porta.
“Ehi, devo ancora mangiare la mia ciambella!” esclamò la bionda, senza avere una risposta dalla sua amica.
“Dai, la mangi strada facendo” disse Luke e la ragazza annuì. Prese la ciambella e insieme andarono verso l'uscita. Camminarono in silenzio e Charlotte notò il nervosismo di Scarlett.
“Luke, cosa hai detto a Scarlett? Perché è così nervosa?” domando la bionda, guardando il ragazzo.
“Io non le ho fatto niente, avrà le sue cose”


 
Ehilà.
Siamo tornate con un nuovo capitolo e un Michael con un nuovo colore dei capelli :)
Speriamo che questo capitolo vi piaccia e che ci lasciate un piccolo parere ;)
Vi lasciamo con una gif di quattro australiani.
Alla prossima :))

 
 
 
  
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