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Autore: Chiyume    12/11/2014    10 recensioni
Naruto scopre che si possono fare cose molto interessanti a un certo Uchiha con una bambolina vudù... Narusasunaru. Verso la fine della storia il rating salirà a rosso
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un biondino scosso e tremante fece lentamente ritorno al suo appartamento attraverso le strade di Konoha. In seguito non sarebbe riuscito a ricordare nè come fosse tornato indietro nè il momento in cui aveva girato la chiave nella toppa ed aveva rimesso piede in casa; ma una volta chiusa la porta alle sue spalle, tutte le barriere mentali che il suo cervello shockato aveva innalzato crollarono all'improvviso, e si fece largo il panico.

Riuscì ad emettere un suono molto simile a quello di un gatto che veniva strozzato prima che le memorie tornassero a sommergere la sua mente in un vortice impazzito.

Nella sua mente si susseguivano pezzi e frammenti delle conversazioni avute nelle ultime due settimane, in un turbinio di voci e sensazioni inespresse che improvvisamente acquistavano una nuova chiarezza, come se fossero state stampate su un foglio di carta.

Allora è una bionda?”

Non l'ho mai detto.”

No, non l'aveva mai detto, ma non l'aveva neanche negato! Almeno, non l'aveva mai fatto davvero! Era stato Naruto a fissarsi sull'idea che si trattasse di una ragazza. Come avrebbe potuto immaginare che Sasuke era... che non gli interessavano le ragazze?

E allora, quando hai intenzione di confessare questo tuo amore?”

Non lo farò.”

Finalmente capiva quello che Sasuke aveva voluto dire. Il motivo per cui si era così ostinato nel voler mantenere il segreto, nel non volergli dare alcuna informazione fino a quando....

Deglutì a vuoto.

Fino a quando non gli aveva detto che già sapeva.

A te…sta bene così?”

Certo. Perché dovrebbe importarmi?”

Oh Dio, ecco perché aveva cominciato a comportarsi in quel modo così strano durante la missione. E poi Naruto aveva cominciato a parlare di Sakura e...

Cos'è, non vuoi che parlo male della tua ragazza?”

Ma certo, era tutto chiaro. Sasuke si era ingelosito, su quel punto aveva avuto ragione, solo che non di Naruto, ma di Sakura! Aveva creduto che Naruto stesse corteggiando Sakura e...

La voce di Sasuke echeggiò nella sua testa, e anche se le parole erano state sussurrate adesso risuonavano con la forza di un tuono:

Tu non sai niente...”

Come aveva potuto essere così cieco?

Avevano trascorso così tanto tempo insieme, eppure non aveva mai notato assolutamente nulla!

Quando era cominciata questa cosa?!

Da quale momento esatto della sua vita Sasuke aveva cominciato a considerarlo qualcosa di più di un amico? Ma soprattutto come aveva potuto cominciare a considerarlo qualcosa di più di un amico? Erano migliori amici, per dirla tutta! I migliori amici non si innamorano l'uno dell'altro così, senza preavviso, giusto? E Naruto stesso, non aveva fatto nulla per incoraggiarlo, giusto?

….

Giusto?

Vediamo, c'era stato quell'incidente dell'inseguimento in giro per il mondo per riportarlo indietro, ma quella era una cosa che qualunque vero amico avrebbe fatto!

Poi avevano svolto parecchie missioni insieme, ma quello era dovuto al fatto che nessuno aveva il coraggio di stare in squadra con Sasuke, tanto per cominciare! Non aveva avuto molta scelta!

Hmmm.... Gli allenamenti? A meno che il bastardo non trovasse particolarmente eccitante un calcio in faccia, Naruto non vi trovava nulla di particolarmente incoraggiante.... E tuttavia, gli allenamenti implicavano una considerevole quantità di attività fisica, e... Sasuke era sempre stato piuttosto fissato col gesto di mettersi a cavalcioni su di lui ogni volta che vinceva un combattimento.

Quando improvvisamente gli si chiarì la simbologia del gesto, si sentì arrossire di dieci sfumature di rosso diverse.

“Maniaco figlio di puttana...!” strillò.

Lo sapeva che c'era una qualche ragione malsana dietro quell'abitudine!

Improvvisamente sentì di doversi sedere di nuovo e si lasciò cadere sul pavimento accanto al letto, senza neppure curarsi di provare a raggiungerlo.

Questo era... Questo era...!

Non riusciva a descrivere a parole la situazione in cui si trovava.

Una parte di lui capiva tutto perfettamente, un'altra cercava ancora di trovare una spiegazione per negare l'accaduto.

Sasuke era innamorato di lui.

Di lui!

Uzumaki Naruto!

Quando era successo?

E soprattutto, cosa avrebbe fatto Naruto al riguardo?

La sua prima reazione istintiva era stata “Niente” con la N maiuscola, ma poi, la parte di lui più ragionevole si era intromessa e lo aveva convinto che non era possibile far finta di niente e continuare a comportarsi come prima.

Non sarebbe riuscito più a guardare in faccia Sasuke se non avesse risolto la questione, e certo non aveva faticato tanto per riportare Sasuke indietro solo per poi ignorarlo per l'eternità!

Ma in che modo gli avrebbe dovuto dire che sapeva? Specialmente senza spiegargli come aveva saputo?!

Mettere insieme una storiella per ingannare Sakura era un conto, ingannare Sasuke un altro!

Se avesse provato a mentirgli, Sasuke gli sarebbe venuto addosso più veloce di un gatto che agguanti un topo... L'immagine mentale che gli evocò l'espressione ''venuto addosso'' in quel contesto lo fece arrossire di nuovo, e scosse risolutamente la testa. Maledetto Uchiha, come osava mettergli simili pensieri in testa?! Era decisamente, completamente tutta colpa del Teme!

Se non avesse fatto quella cosa stupida alle terme, prima di tutto Naruto non avrebbe cominciato ad avere quei sogni pornografici, e poi il suo dolce, vergine cervello non sarebbe stato corrotto da quelle stupide immagini!A quel pensiero si fece strada nella sua testa un altro ricordo, il cui semplice suono gli fece rizzare I peli sulla nuca:

Ti prego... Non fermarti...”

Sasuke stava sognando... E Naruto aveva... Naruto aveva...!

Na-ah!”

Naruto spalancò gli occhi e alzò di scatto la testa, un movimento così repentino che quasi sbatté la testa contro la sponda del letto.

“Oh cazzo!”

Sasuke stava sognando lui.

Quella volta! E Naruto lo aveva molestato mentre sognava!

Lo aveva incoraggiato! Sessualmente!

“Ohcazzocazzocazzocazzocazzo....!”

Infilò la mano in tasca, tirò fuori la bambolina voodoo e la lanciò dall'altra parte della stanza. La bambolina urtò contro l'armadio accanto alla porta e ricadde sul pavimento. Fortunatamente l'urto non avrebbe avuto ripercussioni sul vero Sasuke dal momento che Naruto non aveva avuto l'intenzione di fare nulla, ma in quel momento a Naruto non fregava comunque nulla dei dettagli del jutsu, impegnato com'era ad andare in panico per la piega che aveva preso la situazione.

“E' tutta colpa tua!” gridò puntando un dito accusatorio contro la bambolina. “Sei stato tu a cominciare tutto, stupido pezzo di cotone! Hai fatto diventare Sasuke gay!”

Naturalmente sapeva benissimo che l'ultima parte non poteva essere vera, ma in quel momento non riusciva a pensare a nulla di meglio da dire.

In ogni caso la bambolina non sembrò offendersi, dal momento che se ne restò ferma e quieta.

“Non riesco a crederci... non sta succedendo nulla... non sta succedendo nulla...”

Si rialzò e cominciò a fare avanti e indietro per la stanza; ogni tanto calpestava qualche lattina di ramen istantaneo che giaceva abbandonata sul pavimento, senza neppure degnarsi di riconoscerne la ormai spiaccicata esistenza. Era comprensibile che Sasuke non volesse ammetterlo con nessuno, anche Naruto aveva abbastanza buon senso per rendersene conto. Se qualcuno avesse saputo che il ragazzo più pericoloso di tutta Konoha si era infatuato di lui... Oh, nessuno dei due l'avrebbe passata liscia. Si, nessuno dei due perché era sicuro come la morte che Sasuke non sarebbe stato l'unico a ricevere frecciatine.

Cosa doveva fare?

E comunque quanto erano veri e profondi I sentimenti di Sasuke?

Magari lui pensava di essere innamorato di Naruto, ma in realtà era solo uno smarrimento momentaneo?

Magari la scorsa notte aveva battuto la testa e soffriva di amnesia, perciò...?

Di nuovo intervenne la parte più perspicace del suo cervello ad interrompere il flusso scoordinato di pensieri intimandogli di smetterla di essere tanto cieco.

Sasuke non soffriva di nessuna amnesia!

Lanciò di nuovo un'occhiataccia alla bambola, che continuava a starsene nel suo angolino sul pavimento con quell'aria tutta innocente. Poi si diresse a passo risoluto verso la porta e la sorpassò, nel frattempo continuando a rivolgerle uno sguardo severo.

“Spero tu ti renda comunque conto che è tutta colpa tua.”

 

--

--

Sasuke era nel panico totale. Non intendeva negare o sminuire la cosa – aveva decisamente un attacco di panico. Non riusciva a pensare in modo lucido, le persone e le strade che gli scorrevano accanto sembravano delle indistinte macchie colorate. Quando finalmente giunse al porto rassicurante della sua casa si affrettò a sprangare ogni singola porta e ad abbassare le persiane delle finestre.

Non riusciva a mentire! Questo semplicemente non era possibile!

Deve trattarsi di un qualche effetto collaterale della scorsa notte, qualcosa è andato storto con il jutsu con cui il tipo ha tentato di colpirmi!

Fece su e giù per la stanza, poi decise di provare ancora una volta la sua teoria: prese un profondo respiro per concentrarsi e poi pronunciò ad alta voce:

“Detesto I po-... fagioli di soya.”

Stringendo I pugni lungo I fianchi si concentrò sulla parola 'pomodori' nella sua testa, immaginandone il colore rosso brillante, il sapore fresco, ricordando quanto amasse quel dannato vegetale e poi riprovò.

“Detesto I pooo-fagioli di soya. Fanculo!”

Si bloccò fissando lo sguardo omicida sul pavimento ai suoi piedi.

Detesto I pomo-fagioli di soya!”

Vaffanculo!

“Detesto I pomo-fagioli di soya! Detesto I po-fagioli di soya!Detestoipomfagiolidisoyadetestoipofagiolidisoya. DETESTO. I. FAGIOLI. DI. SOYA!”

In preda alla frustrazione cominciò a battere il piede sul pavimento a tempo con le parole, troppo invelenito per rendersi conto che anche la prima sillaba della parola 'pomodori' era ormai scomparsa completamente dalla sua tirata. Ovviamente dirlo più velocemente non era d'aiuto, ma in un lampo di genio fermò la sua isterica cantilena e prese un altro respiro.

Adoro I fagio-pomodori.”

La tavola del tè si ritrovò improvvisamente ricollocata nel robusto muro di legno e poi sparsa in varie parti della stanza quando il piede di Sasuke si decise per un contatto ravvicinato.

“Figlio di puttana!”

Dopo aver ripreso a muoversi per la stanza avanti e indietro, imprecato sonoramente, usando parole che avrebbero fatto arrossire ero-sennin, cercò di ritrovare un minimo di compostezza.

L'aveva detto. Di certo senza volerlo, ma quello, ovviamente, non era di alcuna importanza.

E tra tutte le persone che c'erano, proprio a Sakura!

Mancava solo il dobe, e il livello massimo di imbarazzo sarebbe stato centrato.

Improvvisamente un altro pensiero gli fece stringere lo stomaco:

E se lei glielo avesse detto? Se lui avesse saputo quello che aveva detto?

Lei l'avrebbe fatto? All'inizio sembrava pensare che stesse scherzando, ma dopo la sua drammatica fuga era impossibile che lo credesse ancora.

Perché non se n'era andato come una persona normale?! Le entrate e uscite di scena drammatiche erano una specialità di Naruto, non sua!

Se quella stupida kunoichi avesse deciso di raccontare a Naruto quello che era accaduto sarebbe stato un disastro!Non poteva permetterlo, doveva evitarlo a qualsiasi costo!

Si diresse verso la porta a passo risoluto, il panico che riprendeva a crescere nel suo petto.

Prima di tutto doveva trovare il dobe: quella sarebbe stata la sua prima mossa, e poi da lì avrebbe pensato a come muoversi. Per fortuna aveva un'idea piuttosto precisa di dove cercarlo...

--

--

Naruto stava svoltando l'angolo di una scaffalatura quando scorse il moro entrare dalla porta della biblioteca. Per un istante gli venne l'istinto di correre a nascondersi, ma si rese immediatamente conto che non solo sarebbe sembrato incredibilmente stupido, ma che avrebbe anche sollevato il dubbio che stesse complottando qualcosa. Perciò, invece di alzare I tacchi e sparire nella sezione Scienze Sociali continuò coraggiosamente a dirigersi verso il banco di accettazione, nella muta speranza che I libri che portava fossero sufficienti a nasconderlo.

In realtà erano un pò troppo sufficienti, o magari era troppo concentrato a spiare quello che faceva Sasuke, perché ovviamente non si rendeva conto di dove stava andando... Andò dritto contro una sedia che qualcuno aveva dimenticato di mettere a posto, incespicandovi e causando un tonfo assordante che echeggiò per tutto l'edifico; finì con la faccia a terra, mentre I libri si dispersero sul pavimento ben lucidato come birilli atterrati da una palla di bowling.

Istintivamente restò a terra immobile, faccia a terra, aspettando lo scoppio di risa che era sicuro sarebbe venuto da tutti I presenti in sala, ma ciò che udì fu in qualche modo anche peggio.

“Hn. Usuratonkachi.”

Sollevò la testa e si ritrovò faccia a faccia con un paio di sandali, e si affrettò a rimettersi in piedi.

“Non so cosa stavi cercando di fare, ma qualcosa mi dice che hai fallito dobe.”

“Stà zitto, Sasuke.”

La replica venne spontanea, e desiderò di essere stato lui quello a tacere quando vide il ghigno di Sasuke sparire e il ragazzo chinarsi a raccogliere uno dei libri ai suoi piedi.

“Stai ancora facendo ricerche per l'esame, hm?” ma senza quel tono canzonatorio che aveva usato in altri momenti.

“Già... Eh, Sakura-chan dice che... voglio dire, devo ancora fare un sacco di cose. Considerando il tempo perso in missione...”

Oh, perchè ha tirato fuori la missione?! Non pensare alla missione! Lascia perdere la missione!

Sasuke diede una rapida occhiata al libro e poi lo restituì a Naruto, ma il biondo lo guardò esitante. L'ultima volta che l'aveva visto, Sasuke l'aveva fissato con lo sharingan attivato e gli aveva intimato di togliersi dalle scatole. A cosa era dovuta l'improvvisa gentilezza?

Poi ricordò che la rabbia non era stata indirizzata a lui, ma a Sakura. Non aveva avuto il tempo di rivedere tutti I dettagli nella mente, perciò era ancora piuttosto confuso. Doveva tenere a mente che Sasuke era inna-... che Sasuke teneva a lui in senso molto diverso rispetto agli altri.

“Oi, smettila di distrarti, dobe.” Sasuke gli colpì la testa in un modo non troppo gentile, riscuotendolo bruscamente dai suoi pensieri.

“Ridammelo!” Afferrò il libro dalle mani del moro, ignorandone il ghigno. Però, per essere innamorato Sasuke aveva un modo piuttosto strano di mostrare attrazione...

“Volevi dire qualcosa o sei venuto solo per il gusto di sfottermi?” brontolò chinandosi a raccogliere I libri rimasti.

“Si alla prima e no alla seconda.”

Naruto non poteva vedere la faccia di Sasuke, ma il silenzio improvviso che seguì la sua risposta fu un chiaro segnale del fatto che Sasuke non aveva avuto intenzione di rispondere alla domanda. Inspirando bruscamente Naruto ricordò che l'altro era ancora sotto l'effetto del jutsu della verità, e quando si raddrizzò vide che anche Sasuke sembrava essersene reso conto.

“Oh...” Disse incerto. Cazzo, adesso avrebbe dovuto fare delle altre domande, altrimenti sarebbe sembrato strano.

“Eh... cosa c'è?” Quasi imprecò ad alta voce quando vide il panico negli occhi di Sasuke, ma ormai non era possibile tornare indietro.

“Volevo dirti che se incontri Sakura e ti parla di qualche cosa che ho fatto o detto di strano, non è vero.”

A Naruto quasi cascò la mascella. Che diavolo?! Certo che era vero; Naruto l'aveva sentito con le sue orecchie!

Fissò l'altro, che improvvisamente sembrava molto più rilassato, e capì che la risposta aveva sorpreso lo stesso Sasuke.

Forse il jutsu si era esaurito da solo? No, doveva essere sciolto, c'era scritto chiaramente nel libro. Come era riuscito a...?

Aspetta un attimo...

Volevi dire qualcosa...?

Ma certo!

Sasuke era ancora sotto l'effetto del jutsu, aveva semplicemente risposto sinceramente alla domanda che Naruto gli aveva rivolto. Aveva detto quello che voleva dire, se poi era vero o meno non importava.

Ok. Poteva farcela.

Sbuffò e lanciò un'occhiata sorpresa a Sasuke:

“Credi che direbbe una cosa del genere?”

“Si.”

“Perché?”

Improvvisamente la mascella di Sasuke prese a contorcersi freneticamente, e Naruto avrebbe giurato che l'Uchiha stesse masticando le parole per impedire loro di lasciare la sua bocca.

Non servì a molto perché improvvisamente la sua bocca si spalancò e Naruto fu quasi spazzato via dall'incredibile velocità della risposta:

“perchèoggil'hoincontrataepotreiaverdettoofattocosecheingenerenonfaccioenonsosemihacredutoosepensachehoqualcosachenonvaeteneparleràperchèdiciamocheavevainuncertosensoachefareconte.”

Naruto sbatté le ciglia confuso. Non aveva problemi con le parlate veloci, ma neppure la sua mente era riuscita a captare tutte le parole della frase. Si sentì davvero dispiaciuto per Sasuke, che ora se ne stava immobile e sembrava sul punto di darsela a gambe levate, ma Naruto era costretto a fare altre domande per poter liquidare la cosa, altrimenti avrebbe dovuto girare intorno all'argomento per tutta la durata della conversazione.

“Vuoi dire...” ci pensò per qualche secondo. “... che Sakura potrebbe chiedermi se ho notato qualche tuo strano comportamento ultimamente?”

“Si!”

Sasuke divenne improvvisamente raggiante, e Naruto sospettò che l'altro stesse mentalmente ringraziando la sua buona stella per aver fatto porre a Naruto la questione in quei termini. Ora, giusto per chiarire: Naruto non desiderava affatto imbarazzare in alcun modo il suo migliore amico più di quanto avesse già (inconsapevolmente) fatto, ma per riuscirci doveva muoversi con prudenza. Non gli era passato per la testa che avrebbe potuto rimuovere il jutsu di verità dalla bambolina prima di recarsi in biblioteca, e ora non poteva farlo perché aveva lasciato la bambolina nel suo appartamento. Se avesse saputo che il bastardo si sarebbe mostrato in pubblico nonostante quanto successo in mattinata l'avrebbe rimosso subito!

E a complicare ulteriormente la questione c'era il fatto che Sasuke era lì, a parlare a Naruto di persona, cosa che in un certo senso metteva Naruto in una posizione non proprio ottimale, dal momento che – ad essere onesti – Naruto non era propriamente pronto a ricevere una dichiarazione di amore eterno da Sasuke, neanche se fosse stata spontanea.

Bene, ora diretto e deciso....

“Ok, allora se me lo chiede, cosa vuoi che risponda?”

“Dille che quello che è accaduto oggi non la riguarda. Ci penserò da solo.”

“Wow, mi sembri troppo duro.”

“E' quello lo scopo.”

Naruto sospirò e alzò gli occhi al soffitto. Naturalmente a Sasuke venivano naturali le risposte brusche.

“Va bene! Quando la incontrerò glielo dirò. Ora devo proprio andare, o mi decapiterà se non mi metto a studiare. Ci vediamo!”

Senza aspettare una risposta si diresse in tutta fretta verso il banco dei prestiti per farsi controllare I libri, notando con sollievo che Sasuke non lo stava seguendo.

Ragazzi, c'era andato vicino. Per fortuna a quanto pareva il jutsu dava a Sasuke la possibilità di manipolare entro certi limiti la risposta per tenere nascoste alcune cose, altrimenti Naruto non sarebbe mai riuscito a uscirne tutto intero. Era sicuro che Sasuke era stato sul punto di svenire quando aveva buttato fuori l'ultima parte della frase, e sbuffò forte.

Diciamocheavevainuncertosensoachefareconte

Oh, aveva di sicuro a che fare con lui....

Dopo aver ritirato I suoi libri si diresse verso l'uscita per tornare a casa, attraverso le stradine e I vicoletti che aveva usato al mattino. Non voleva rischiare di incontrare Sakura, non ancora, perché si sarebbe ritrovato nella stessa situazione da cui si era appena tirato fuori. Non era ancora pronto ad affrontare I sentimenti di Sasuke, e di certo non voleva ritrovarsi una Sakura presa nel mezzo come una specie di intermediario.

Aveva bisogno di riflettere; aveva bisogno di decidere cosa fare...

--

Appena Naruto ebbe lasciato la biblioteca Sasuke riprese la sua ricerca. Era immensamente sollevato dal modo in cui si era risolta la conversazione con Naruto, ma in quel momento non aveva tempo da perdere. Adesso la situazione era diventata estremamente seria, e non poteva permettersi di perdere altro tempo. Se fosse riuscito a scoprire che tipo di jutsu il losco figuro aveva usato su di lui, allora probabilmente sarebbe riuscito a capire cosa era andato male e come rimediare. Così avrebbe potuto successivamente affrontare il responsabile senza preoccuparsi di questo piccolo effetto collaterale ammazza-bugie.

La pila di libri che Naruto aveva ammassato sembrò presto un'inezia paragonata alla montagna di rotoli, libri e volumi che Sasuke appoggiò sulla tavola e cominciò a leggere. Lesse di jutsu d'attacco, jutsu di distruzione, jutsu per leggere la mente, lesse persino di jutsu medici, ma non trovò nulla. Così evidente era la sua frustrazione, che persino le le persone attorno a lui decisero che sarebbe stato meglio lasciare la sala di lettura e continuare il loro lavoro da qualche altra parte.

Fuori, la dimensione delle ombre sul terreno diminuiva man mano che il sole raggiungeva il suo picco; poi, questo si allontanò verso l''orizzonte e quelle ripresero a crescere, ma Sasuke non aveva ancora trovato nulla di utile. Un quarto d'ora prima della chiusura si diresse verso il carrello del banco di accettazione nell'ultimo, disperato tentativo di trovare qualcosa.

Il carrello conteneva I libri che erano stati restituiti da poco alla biblioteca dopo essere stati presi in prestito. C'erano libri di cucina, di storia, tascabili, romanzi, saggi, atlanti e altre tipologie che Sasuke riusciva a stento a immaginare, figuriamoci catalogare. Diede un'occhiata al caos che aveva di fronte e si accigliò. Non aveva assolutamente intenzione di rovistare in quel guazzabuglio.

“Se sta cercando qualcosa forse posso aiutarla.”

Guardò al lato, dove la bibliotecaria era appena comparsa da una porta dietro la scrivania.

“Cerca qualcosa in particolare?” chiese rivolgendogli un sorriso cortese.

“Un jutsu.” rispose secco.

Nonostante il tono di voce seccato il sorriso non diminuì. Anzi, si allargò come se le fosse stato rivolto un complimento.

“Oh, allora forse vorrebbe dare un'occhiata a questo? Ci è stato restituito oggi, perciò non è stato ancora rimesso sullo scaffale.”

La ragazza si diresse verso il bancone e, da quel che Sasuke riuscì a vedere, allungò la mano, afferrò uno dei libri, si voltò verso di lui e glielo porse.

“Erano secoli che nessuno lo prendeva. E' stato nella sezione più lontana della biblioteca per anni. Le tecniche si sono sviluppate parecchio da quando fu scritto, quindi forse queste saranno un pò datate. Ma credo che ci sia ancora qualcosa di originale, comunque.”

Sasuke prese il libro e diede un'occhiata alla copertina.

Era nera e rilegata in cuoio, con grandi kanji dorai stampati sulla superficie.

Jutsu dal mondo

La aprì e diede una scorsa all'indice: il suo cuore quasi si fermò quando gli occhi si posarono sulle parole 'Shinjitsu no jutsu' scritte nell'angolo in basso a destra della pagina. Aprì velocemente il libro sul numero di pagina segnalato e cominciò a leggere, il battito che aumentava ad ogni parola.

 

-

Shinjitsu no jutsu

Il jutsu viene usato principalmente per gli interrogatori. E' un modo incruento e non violento di ottenere le informazioni desiderate. L'obiettivo non sarà cosciente di essere sotto il suo effetto fino a quando non gli/le verrà rivolta una domanda diretta. In quel caso il'obiettivo sarà costretto ad esprimere il primo vero pensiero pensato che apparirà nella sua mente e che risponda alla domanda rivoltagli/le.

Nota bene che questo implica anche che l'obiettivo sarà in grado di tenere per sé pezzi e frammenti della verità a seconda della specificità della domanda.

Per esempio: se gli/le venisse chiesto dove ha dormito la sera precedente, l'obiettivo potrebbe rispondere 'in un letto', qualora egli/ella abbia effettivamente dormito nel suddetto, piuttosto che rivelare un luogo specifico. Il jutsu considererà corretta la risposta e quindi non necessaria un'ulteriore specificazione. Ciò può causare un prolungamento del processo inquisitorio: è pertanto consigliabile tenere bene a mente le domande che vengono fatte e in che ordine.

Inoltre nota bene che se l'obiettivo non conosce la risposta alla domanda il jutsu gli/le consente di stare in silenzio o in alternativa esprimere la sua ignoranza circa l'informazione richiesta nel modo che gli/le è solito. Infine ricorda che il jutsu non si esaurisce spontaneamente con il tempo – deve essere sciolto dal suo fautore.

 

Sasuke fissò la pagina. L'aveva trovato. Era lui, doveva essere lui.

Tuttavia, il processo non sembrava corrispondere a quello che aveva provato la sera precedente, né si parlava di effetti simili a quelli che aveva sperimentato.

Il soggetto non sarà cosciente di essere sotto il suo effetto fino a quando non gli verrà rivolta una domanda diretta.

Non diceva nulla di sensazioni tipo il sentirsi come schiacciati quando il jutsu veniva lanciato, il che significava che gli era stato fatto anche qualcos'altro. Continuò a sfogliare le pagine dall'inizio, soffermandosi su quei jutsu che sembravano concepiti per essere usati su un'altra persona.

Alla fine I suoi occhi si posarono su una grande figura che si trovava all'incirca a metà del libro, sovrastata da audaci lettere che sembravano orgogliosamente prefigurare la serietà dell'argomento.

“Voodoo no jutsu...”

Cominciò a leggere, e più leggeva più gli occhi gli si spalancavano, finché non sbatté con forza il libro sul tavolo con un bang che fece trasalire la bibliotecaria dietro il bancone.

“Quando è stato preso questo libro?” Chiese con voce un po tremante. La bibliotecaria lo guardò con un'espressione confusa.

“Uh... mancavano circa cinque giorni alla scadenza del prestito, perciò suppongo... due settimane, più o meno?”

“Da chi?”

“Sono spiacente ma non sono autorizzata a...”

Sasuke fece un passo per avvicinarsi al bancone e si chinò in modo da trovarsi faccia a faccia con la ragazza, il cui sorriso era ora svanito. Occhi di un rosso acceso la guardavano, e anche se la voce di Sasuke era poco più di un sussurro bastò a catturare tutta la sua attenzione.

“Da. Chi?”

 

--

--

 

Naruto cercava di concentrarsi sul testo del rotolo aperto di fronte a lui sul letto, ma non riusciva ad afferrare una parola. Ma perché quando bisognava spiegare qualcosa per iscritto gli autori ricorrevano alle parole più astruse che riuscivano a trovare?

Sakura l'avrebbe ucciso se non avesse memorizzato il testo entro la mattinata, ma in quel momento non aveva particolarmente voglia di studiare. Fuori si stava già facendo buio, e lui non aveva ancora deciso cosa fare di Sasuke, se quella era l'espressione giusta da usare.

Aveva pensato di lasciar perdere tutto e far finta di nulla, ma aveva anche capito subito che alla lunga non avrebbe funzionato. Sasuke era il suo migliore amico, e non era giusto ignorare la situazione. Sarebbe stato come mentirgli, e Naruto si rifiutava di farlo riguardo una cosa tanto importante.

Sospirò frustrato e dopo aver spinto da parte il rotolo si lasciò cadere sul letto ricominciando a fissare stancamente il soffitto.

Ancora non riusciva ad abituarsi interamente all'idea. Sasuke era sempre stato di una rara arroganza e supponenza nei suoi confronti; da quando si conoscevano gli aveva rivolto si e no qualche complimento. Com'era possibile che una persona potesse comportarsi in modo così freddo e distaccato con la persona che amava? Capiva il non voler confessare, ma non avrebbe potuto perlomeno cambiare atteggiamento? Sospirò e rotolò sullo stomaco, la testa poggiata sulle braccia e le sopracciglia aggrottate come se stesse meditando sull'equazione più difficile del mondo.

Lui e Sasuke insieme? Come una coppia? Era troppo strano. Anche se Naruto avesse avuto quel genere di orientamento, sarebbe comunque stato un disastro. Bastava guardarli!

Stavano sempre a litigare, avevano opinioni opposte praticamente su tutto, non amavano le stesse cose e non avrebbero mai avuto una vita sessuale soddisfacente perché... beh, diciamo che alcune parti del corpo non dovevano essere usate per più di una sola funzione.

“E poi, molto probabilmente finiremmo per litigare per decidere chi deve stare sopra...” mormorò nell'incavo del braccio.

Il suo cervello sovreccitato cominciò immediatamente a bombardarlo con le immagini che un simile evento avrebbe probabilmente prodotto se si fosse realizzato. Gemette stancamente e cominciò a tastare le coperte finché non ebbe trovato un cuscino che in cui affondò la testa, ma il ricordo della voce di Sasuke era già riuscito a farsi largo tra I suoi pensieri, causandogli una stretta allo stomaco stranamente piacevole.

'Ti prego... non fermarti... Na-ah!'

“No, no, no, no! Neanche tra un milione di anni!” Dichiarò ad alta voce alla stanza. “ Non ho quelle tendenze, perciò è inutile pensarci!”

Però fai lo stesso sogni erotici su di lui, mi sembra una bella contraddizione.

È ridicolo!Non è la stessa cosa!

Oh, andiamo, quanti ne hai fatti da quando siete tornati dalla missione? Due? Tre? Forse anche di più, perché alcuni sogni vengono dimenticati, non è forse così?

Quei sogni non avevano assolutamente nulla a che vedere con il resto! Erano provocati! Sasuke-teme aveva cominciato a fare cose strane alle terme e...

Si, forse il primo sogno, e magari anche quelli successivi. Ma che mi dici di quelli precedenti hm? Quelli che fai ormai da quanto, quattro mesi?

Ormoni! Semplici ormoni! E inoltre non poteva decidere cosa sognare, perciò questo non provava nulla!

Come no! Da quanto tempo aveva smesso di chiedere a Sakura di uscire con lui? Da quanto aveva smesso di guardarla diversamente? Lei come tutte le altre ragazze?

Scemenze! Io le guardo! Forse ultimamente non tanto, ma sono stato molto impegnato...

a guardare Sasuke.

No! Non a guardare Sasuke! Non ho guardato Sasuke in nessun modo men che appropriato!

Ah no? E allora come mai riesci a ricordare ogni suo minimo dettaglio senza il minimo sforzo?

Siamo stati compagni di squadra fin da piccoli! Ho sotto il naso la sua faccia da schiaffi praticamente da una vita, come potrei non ricordare I suoi dettagli?

Che c'è?

Non quel genere di dettagli...

Ne ho abbastanza, non ci voglio pensare più. Sono etero, etero come Casanova, e nessun subconscio dei miei stivali mi farà cambiare idea!

Sicuro, se lo dici tu....

Infilò la testa sotto il cuscino e gemette forte. Perché a lui?

Si rimise a sedere e fece per riprendere in mano il rotolo, ma fu interrotto da un forte rumore di nocche contro la sua porta.

Diede un'occhiata alla sveglia.

Le 19:12.

Scese dal letto e si diresse verso l'ingresso, domandandosi chi potesse essere. Socchiuse la porta per guardare fuori e sentì il cuore perdere un battito quando capì di chi si trattava. A proposito di pessimo tempismo.

Sasuke non alzò lo sguardo quando la porta si aprì, l'espressione nascosta dalle ciocche nere, ma Naruto non ci fece caso. Sfoderò un sorrisone e si grattò il retro della testa, tentando di mostrarsi sorpreso di vederlo.

“Oh, ciao Sasuke. Cosa sei-...?”

“Dov'è?”

Naruto sbatté le ciglia, confuso. La voce del moro era bassa, e non sembrava promettere nulla di buono.

“Dov'è cosa?” chiese, ma nello stesso momento gli occhi gli si posarono sull'oggetto che Sasuke reggeva al fianco. Un oggetto di cuoio nero... con kanji dorati...

Uh-oh...

Bruscamente spostò di nuovo lo sguardo su Sasuke, che ora lo guardava con occhi rossi e ardenti come braci.

“Sa-Sasuke... Io- io posso spiegare...”

Sasuke non gli rispose. Invece mosse un passo verso di lui e prima che Naruto potesse pensare al fatto che magari non era il caso di far entrare Sasuke nel suo appartamento, il moro era già dentro.

Naruto indietreggiò, quando tutto a un tratto si vide arrivare un pugno in faccia diretto non a colpirlo ma ad afferrarlo, e per una volta il caos del suo appartamento si rivelò provvidenziale, perché incespicò nel tappetino dell'ingresso e così riuscì ad evitare di farsi prendere.

“Ehi! Sasuke! A-aspetta un attimo!”

Di nuovo, Sasuke si mosse verso di lui e qualcosa, nel suo lento incedere, lo terrorizzò. Sasuke voleva prendersi tutto il tempo. Per le spiegazioni Naruto avrebbe avuto tutto il tempo che voleva dopo... Se per allora fosse stato ancora in grado di parlare.

“Dove. È?” chiese ancora Sasuke, e in un istante di innaturale nitidezza Naruto vide che l'Uchiha affondava le dita nella copertina del libro con tanta forza che il cuoio attorno ad esse era deformato.

Poi vide gli occhi di Sasuke fissarsi all'improvviso su qualcosa che si trovava accanto al suo gomito, e quando anche lui si voltò, scorse la bambolina Vudù che giaceva nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata quella mattina ai piedi dell'armadio. Con la coda dell'occhio vide Sasuke quasi tuffarsi verso la bambolina, ma reagì immediatamente e la afferrò per primo, immobilizzandone efficacemente braccia e corpo.

Sasuke si ritrovò istantaneamente con le braccia schiacciate con forza contro I suoi fianchi, e poiché era nel bel mezzo di un movimento si ritrovò sbilanciato e crollò al suolo accanto a Naruto con un sonoro sbuffo.

Il biondo si affrettò ad allontanarsi il più possibile dal furioso Uchiha e poi intrappolò anche le gambe della bambolina, in modo da impedire a Sasuke di rialzarsi e seguirlo. Ristette per alcuni istanti per fare mente locale su ciò che era appena accaduto, poi fissò Sasuke impegnato a tentare in tutti I modi di rimettersi in piedi senza successo. Aveva gli occhi che lanciavano fiamme e I denti serrati: Naruto era certo che se si fosse azzardato ad allentare anche solo di un poco la sua presa sarebbe stato un uomo morto. Sasuke sembrava essere della stessa opinione, con l'unica differenza che era un pò più desideroso dell'altro che questo accadesse.

“Dammi quel coso!” ringhiò, lanciando un'occhiataccia alla bambolina tra le mani di Naruto.

“Così ti liberi, mi hai preso per uno stupido?” Naruto si raggomitolò, strisciando ancora un pò all'indietro. Anche così impedito e costretto a contorcersi sul pavimento come un gigantesco verme Sasuke era decisamente spaventoso!

“Non ti ho preso per uno stupido, ti ho preso per uno stronzo e -argh!” Sasuke emise un ringhio furioso quando il jutsu della verità lo costrinse a rispondere. “Dammi quel coso!”

“Assolutamente no!” Inconsciamente Naruto allontanò ancora di più bambolina dalla figura che si dibatteva sul pavimento, non pensando realmente al fatto che Sasuke non avrebbe potuto raggiungerla in ogni caso.

“Poi-poi tu... tu non capisci!”

Sasuke si bloccò per qualche secondo, e lo sguardo che lanciò a Naruto avrebbe fatto collassare un'intera montagna.

“Io non capisco?” ruggì. “Io non capisco?! Tu... Tu...!”

Naruto capì che la conversazione stava prendendo la stessa piega di una palla di neve lanciata lungo il pendio di una montagna. Sasuke era troppo incazzato anche solo per riuscire a parlare chiaramente, e a Naruto pareva quasi di sentire la bambolina contrarsi tra le sue mani quando Sasuke riprese a lottare contro le sue catene invisibili.

“Sasuke, fermati! Io-... comincerò a farti delle domande se non ti fermi subito!”Mostrò la bambolina di fronte a lui come se stesse puntando una pistola.

“Sasuke, non costringermi! Lo faccio, ti giuro che lo faccio!”

Nonostante gli avvertimenti, Sasuke non sembrava minimamente disposto a prendere in considerazione la minaccia, e una sensazione di panico si impadronì di Naruto.

Cosa doveva chiedere?!

“Io...Co...Ca- canti sotto la doccia?!”

“Si.”

Il suono della sua voce rese Sasuke improvvisamente consapevole della situazione di considerevole svantaggio in cui si trovava, e immediatamente il moro smise di muoversi. Naruto invece sbatté le ciglia stupefatto e abbassò la bambola.

“Davvero?”

“Si.” La parola fuoriuscì in un sibilo dai denti stretti di Sasuke, le cui guance avevano assunto una lieve coloritura rossa dovuta alla rabbia o all'imbarazzo o a entrambi.

Il suo sguardo furioso tornò su Naruto, il quale a sua volta arrossì mortificato.

“Oh, beh, lo faccio anch'io, perciò non ha importanza... Voglio dire...”

Deglutì a vuoto e abbassò completamente la bambola, facendo attenzione a non mollare la presa e fece un profondo sospiro. Oh, Dio, da dove doveva cominciare...

“Sasuke, so che le circostanze sono contro di me, ma ti prego, ascoltami.”

“Dammi una sola ragione per cui dovrei farlo!”

“Perché... perché siamo amici.”

Sasuke non smorzò la furia dello sguardo, ma lo diresse sul pavimento accanto a lui distogliendolo dal viso di Naruto e sbuffò.

“Da quanto ne so in genere gli amici non fanno quello che hai fatto tu.”

Naruto sentì un lancinante senso di colpa nel petto al tono accusatorio dell'amico, e abbassò a sua volta gli occhi verso il pavimento.

“Lo so... ma io... Tu ti comportavi così da stronzo e volevo solo... Non volevo arrivare a questo punto.”

“Quale punto?”

Naruto si irrigidì, cosa che Sasuke non tardò a notare.

“Naruto...” chiese ancora, alzando leggermente il tono. “Quale punto?”

Il fatto che Sasuke avesse usato il suo vero nome fu sufficiente per far abbandonare a Naruto ogni proposito di menzogna. Si era tradito, grande...

“Io...” deglutì forte e si accorse di non riuscire a staccare gli occhi dal pavimento. Non riusciva a guardare Sasuke. Provava troppa vergogna.

“Durante la nostra missione... quella della collana... Diciamo che... ero giunto alla conclusione che... che tu fossi innamorato... di Sakura.”

Si arrischiò a lanciare un'occhiata veloce a Sasuke e si accorse che Sasuke lo guardava come se avesse appena parlato in qualche lingua sconosciuta, la mascella all'altezza del pavimento e le sopracciglia sollevate in un'espressione di scetticismo. Poi, un paio di secondi dopo che l'ultima sillaba ebbe abbandonato le labbra del biondo, le sinapsi del cervello momentaneamente annebbiato dell'Uchiha tornarono a connettere, e il ragazzo quasi si strozzò con il suo stesso respiro.

“Tu pensavi cosa?!”

“Io- io volevo solo...”

“Sei completamente impazzito?!”

“Ehi, tu non eri granché d'aiuto!” Naruto si difese risentito. “Ma io ero convinto che tu fossi innamorato di lei e che non volessi confessarlo perché ti spaventava l'idea di perdere la sua amicizia.. Perciò io... ho pensato di aiutarti.”

“E suppongo che l'idea di chiedere non ti sia minimamente passata per l'anticamera del cervello?”

“Co- Io.. beh... suppongo di no... Ma volevo solo aiutarti, e visto che tu non ti decidevi ho pensato che avrei potuto...”

Si fermò, consapevole del fatto che quello che stava per dire aveva un tono davvero sgradevole, ma Sasuke fini la frase per lui.

“Hai pensato che avresti potuto costringermi.” scandì freddamente, e di nuovo la colpa gli trafisse il petto come un coltello affilato.

“Beh, se la vuoi mettere così...” mormorò, e sentì Sasuke sbuffare di nuovo.

“La metto così perché è esattamente quello che hai fatto!”

“Ma non doveva andare così! Se avessi saputo che non la ami non avrei mai...!”

Si morse quasi la lingua quando vide gli occhi di Sasuke spalancarsi e si diede mentalmente dell'idiota.

“E come, di grazia, hai scoperto che non la amo?”

La voce di Sasuke era bassa, ogni sillaba stirata come se avesse avuto paura di porgere la domanda, e fu in quel momento esatto che Naruto ebbe piena consapevolezza dei guai che aveva provocato. Quella era proprio la domanda a cui non avrebbe voluto rispondere, ma ormai la confessione era cominciata, quindi...

“Io... ti ho sentito.” sussurrò, ma nel silenzio della stanza la frase risuonò altrettanto chiara che se l'avesse urlata. Sasuke impallidì.

“Stamattina... ho sentito quello che hai detto a Sakura... che tu sei...”

“Non osare dirlo!”
“... innamorato di me.” concluse, ignorando le proteste strozzate del moro.

Un pesante silenzio calò sulla stanza. Naruto non aveva più la forza neppure di alzare lo sguardo dalla bambolina che stringeva tra le mani. Ecco, l'aveva detto. Ora Sasuke sapeva che lui sapeva, e non si poteva tornare indietro.

“Lo so che probabilmente questo non è il modo in cui avevi pensato di rivelarlo, ma... Sasuke, io...”

Finalmente riuscì ad alzare la testa abbastanza da guardare il moro, ma lo sguardo di Sasuke era rivolto altrove. Giaceva immobile, lungo disteso sul pavimento col viso rivolto verso il tappeto, e da quello che Naruto poteva scorgere, fissava lo spazio vuoto di fronte a lui.

“Sasuke?”

“Credevo di essere impazzito...”

Naruto ammiccò, ma Sasuke sembrava parlare tra se e se, più che a Naruto.

“Credevo di star perdendo la testa... percepivo cose che non c'erano... facevo cose senza averne la minima intenzione... dicevo cose che non direi mai...”

Parlava lentamente, come soppesando ogni parola prima di parlare, mentre gli occhi restavano incollati allo spazio vuoto. Poi, improvvisamente, si rivolsero a Naruto, non più d'un rosso acceso, ma mutati in due profonde pozze di acqua nera e gelata.

“ E invece eri sempre tu.” sibilò.” Tu hai invaso la mia privacy e mi hai ridicolizzato davanti a tutto il villaggio. Mi hai spiato e costretto a confessare I miei pensieri più segreti all'ultima persona che avrei voluto ne venisse a conoscenza. Non ci sono scusanti per quello che hai fatto. Mi hai completamente violato!”

Naruto non riusciva a replicare. Era tutto vero. Ne era consapevole. “Volevo solo aiutarti....”

mormorò piano, ma non sapeva se Sasuke l'avesse sentito. Continuava a guardarlo con quegli occhi, e ora che tutto quello che c'era da svelare era stato svelato, Naruto non riusciva a raccapezzarsi di come si fosse giunti a quel punto. Tutti quei pensieri che nelle ultime due settimane gli erano sembrati così ragionevoli e giusti, improvvisamente non valevano neppure lo sporco sotto la suola delle sue scarpe. No, la verità era che lui non valeva niente.

Quello che aveva fatto non aveva nessuna scusante, assolutamente nessuna...

Prese un respiro tremante, rimosse una delle mani che tenevano bloccata la bambolina e poggiò un polpastrello contro la bocca di questa.

“Rilascia...” mormorò, e le sue dita sussultarono impercettibilmente. Quindi abbassò lentamente la bambolina, poggiandola sul pavimento accanto a lui e così liberando finalmente Sasuke dalla stretta d'acciaio in cui l'aveva imprigionato.

Sasuke non si mosse subito: restò immobile per un po', continuando a fissare Naruto con lo stesso sguardo glaciale.

Quando infine cominciò a muoversi, lo fece così lentamente che a Naruto sembrò essere passata un'eternità prima che il moro gli si avvicinasse e sollevasse la bambolina voodoo dal pavimento. La rigirò tra le mani, studiandola da ogni angolatura, con il disgusto che gli brillava negli occhi; quindi afferrò con decisione la cordicina che Naruto aveva usato a mò di grezza cintura e la tirò via dalla bambola. Aprì la piccola cerniera e rovesciò sulla sua mano il contenuto, tirando fuori la pietruzza bianca del suo giardino con una ciocca di capelli neri.

“Una pietra.” disse con disprezzo.

Aveva riletto più volte le istruzioni del jutsu, ma non riusciva a capire a cosa potesse servire una pietruzza. Avrebbero dovuto esserci tre elementi per attivare correttamente la tecnica; i capelli erano uno di essi, ma non riusciva a capire invece quale simboleggiasse la pietra .

Si mise con gesto plateale in tasca pietruzza e capelli e poi riprese a studiare la bambola. Naruto vide la sua espressione indurirsi quando posò gli occhi sul piccolo ventaglio di carta che era ancora attaccato alla bambola.

“Sei entrato in casa mia.” Disse a voce bassa senza guardare il biondo ai suoi piedi.

“Te l'avrei restituito...”

Sasuke strappò via il ventaglietto dalla bambola e lo guardò, soffermandosi per qualche istante sul piccolo messaggio scritto su di esso prima di gettarlo a terra e calpestarlo.

“Spazzatura.” sibilò malevolo. “Non significa niente per me.”

Come per enfatizzare le sue parole schiacciò il delicato oggetto di carta con il calcagno prima di gettare di nuovo a terra la bambola.

“Il resto puoi tenerlo.” disse freddo prima di voltarsi e dirigersi verso la porta. Naruto lanciò un'occhiata alla bambolina ma non si mosse per prenderla. Solo quando Sasuke fu a un passo dall'uscio riuscì finalmente a racimolare il coraggio necessario per parlare.

“Sasuke.”

Sasuke si fermò senza voltarsi.

“Ti capisco se non vuoi rispondere, e non devi farlo per forza, ma... c'è una cosa che devo sapere.”

Nessuna risposta o segnale venne dal moro, perciò Naruto l'interpretò come un incoraggiamento a continuare. Cercò di mantenere lo sguardo sulla schiena di Sasuke, ma la freddezza che irradiava dall'Uchiha lo rendeva impossibile, perciò si rassegno a guardare il pavimento.

Per quanto avrebbe voluto evitare la questione, non si potevano cancellare le cose che erano state dette e fatte, e lui aveva bisogno di un'altra conferma per essere sicuro, direttamente dalla bocca di Sasuke...

“Sasuke... Sei davvero... innamorato di me?”

Cadde il silenzio. Profondo e pulsante come la temporanea fissità che precede il primo fulmine di una tempesta, poi Sasuke si voltò lentamente e lo guardò.

“Lo ero.”

E se ne andò, lasciando Naruto con la bambolina voodoo ora spoglia e silenziosa al suo fianco, che lo guardava con due accusatori occhi di marmo. 

   
 
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