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Autore: heliodor    14/11/2014    1 recensioni
Capitan Freedom ― il Capo ― è il supereroe. Liberty Boy ― il Ragazzo Fantastico ― è la sua fedele spalla.
Insieme lottano contro i supercriminali che minacciano la pace nel mondo, in particolare Mantra, il loro arcinemico.
Nella battaglia finale il Capo e Mantra restano intrappolati in una dimensione parallela mentre Liberty Boy perde i suoi poteri.
Anni dopo, il Capo ritorna trasformato nella mente e nello spirito.
Liberty Boy è costretto a indossare di nuovo la maschera, perché adesso è Capitan Freedom il supercattivo...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dietro di loro risuona l'eco attutita degli spari, di grida e di stivali che battono sul pavimento.
Steve corre a perdifiato lungo il corridoio semibuio. ― Da che parte? ― domanda a un incrocio.
― A destra ― urla Lucy. ― No sinistra, a sinistra.
Steve imbocca la direzione indicata. Il corridoio esegue una leggera curva e poi procede in discesa. ― Dove stiamo andando?
― Agli hangar. Ci serve un mezzo per raggiungere la superficie. A meno che tu non sappia arrivarci da solo.
― Non posso respirare sott'acqua. E la pressione ti ucciderebbe.
― Giusto.
Steve si ferma davanti a un portello a chiusura stagna.
― Mettimi giù ― dice Lucy. La donna corre al pannello a fianco della porta e batte un codice sul tastierino numerico. Una spia rossa lampeggia. ― È bloccato. Non riconosce il codice. Forse riesco a bypassarlo se...
Steve afferra il portello e lo strappa via dai cardini. Quindi lo deposita vicino alla paratia.
― Niente in contrario se ti chiamo quando rimango chiusa fuori di casa?
― Solo nei weekend.
I due superano di corsa il portello.
***
L'hangar è un ambiente di forma squadrata, grande abbastanza da accogliere una singolo veicolo a forma di goccia situato nel mezzo.
Lucy si arrampica sulla scaletta al fianco del veicolo e si infila in una minuscola entrata a forma di oblò, sistemandosi davanti a una cloche simile a quella di un elicottero.
Steve si accomoda accanto a lei.
La donna spinge alcuni bottoni sulla console, un motore emette un sibilo sommesso e il mezzo comincia a vibrare. ― Il serbatoio è pieno a metà, ma dovrebbe bastare.
― Per andare dove?
― In un luogo sicuro.
― Come questa base?
― Più sicuro. Spero.
La parete di fronte al mezzo scivola di lato e l'acqua inizia a penetrare nell'hangar, riempiendolo.
La console emette un segnale disturbato. ― Lucy. ― La voce metallica di Jones risuona nella cabina del veicolo. ― Non fare sciocchezze.
La donna allunga una mano verso la console, esita.
― Tracceremo la vostra rotta agente Miller. ― Stavolta la voce è quella di Braun.  ― Prima ancora di lasciare lo spazio aereo di Baytown tutte le forze dell'aviazione vi saranno addosso.
― Torna indietro, Lucy ― dice Jones. ― E dimenticheremo ciò che hai fatto.
Lucy spinge un bottone.
L'acqua invade l'hangar e ingoia il veicolo a forma di goccia. Due turbine poste sul retro si accendono. Lucy afferra la cloche e la spinge in avanti con delicatezza. Il mezzo si sposta verso l'uscita, lascia l'hangar e si getta in mare aperto.
Steve schiaccia il viso contro il finestrino. Sotto di loro scorrono la cupola e altre costruzioni più piccole collegate a essa tramite dei condotti di metallo. ― Vi siete dati parecchio da fare qui sotto.
― Sono vent'anni che il governo ha creato questa installazione.
― Ecco dove vanno a finire le nostre tasse.
In lontananza si intravede una sagoma di forma umanoide che giace adagiata tra il fondo del mare e un gruppo di rocce.
― È il megacyborg ― esclama Steve.
― Noi lo chiamiamo il Leviatano.
― Suona meglio del nome che gli ho dato io.
― Neanche il tuo è da buttare. ― Il mezzo risale verso la superficie. Arrivato a pelo dell'acqua, Lucy spinge una leva. Due ali si dispiegano ai lati del mezzo che si libra in volo per qualche metro sopra le onde, per poi iniziare a salire con più decisione.
― Può volare? ― domanda Steve.
Lucy sorride. ― Bello, vero? Il nome in codice è Beta-Settantadue, ma noi lo chiamiamo Levicottero.
― Ne vorrei uno anche io. Dove si compra?
― È un prototipo. Niente produzione in serie, non ancora, almeno. E ha anche la modalità stealth. ― La donna spinge un bottone. ― Reya, mi ricevi?
― Forte e chiaro, tesoro ― risponde una voce femminile dall'altra parte del collegamento.
― Ho bisogno di scomparire dai radar e dai satelliti per qualche ora.
― Posso darti sei ore, non di più.
― Basteranno.
― Lui è con te?
― È qui al mio fianco.
― Non vedo l'ora di conoscerlo di persona.
Lucy ricambia con un ghigno l'espressione stupita di Steve. ― È una tua grande ammiratrice.
***
Il levicottero sorvola una distesa di campi coltivati intervallati a intervalli regolari da fattorie e fienili. Lucy tiene gli occhi puntati sull'HUD del velivolo. ― Secondo te perché si è comportato in quel modo?
Steve guarda fuori, lo sguardo perso nel vuoto. ― Non lo so.
― Ti ha ignorato. Era come se non ti riconoscesse.
― Forse era confuso. Insomma, chissà dov'è stato per tutto questo tempo.
― Tu lo conosci meglio di chiunque altro.
― Non è come credi. Lui è stato sempre un tipo piuttosto riservato. Teneva molto alla sua privacy.
― Quindi il vostro era solo un rapporto professionale?
Steve si passa le mani sul viso. ― Era più una guida, per me. Quando mi ha trovato io ero una specie di sbandato. Non sapevo dove andare né cosa fare nella vita. Lui mi diede fiducia e...
― Siamo arrivati ― dice Lucy guardando in basso.
Il levicottero esegue una discesa rapida verso un gruppo di casupole e hangar a ridosso di un bosco.
― Dove siamo?
― Da qualche parte ― risponde Lucy, le mani strette sulla cloche.
Il levicottero si infila in uno degli hangar e si posa su di una piattaforma rialzata di forma rotonda.
Due uomini in uniforme grigia e una ragazza con il camice bianco e i capelli color rame sono in attesa ai margini della piattaforma.
Steve e Lucy saltano fuori dal levicottero.
― Lucy ― dice uno degli uomini avvicinandosi. Ha gli occhi a mandorla e il viso ovale è incorniciato da una zazzera di capelli neri e arruffati.
― Lui è Jimmy, il nostro tiratore scelto ― risponde lei indicandolo a Steve.
L'altro uomo, alto e muscoloso, ha la pelle color dell'ebano e un vistoso tatuaggio a forma di spirale sul collo.
― Kalvin ― dice Lucy indicandolo. ― Esperto in esplosivi.
La ragazza dai capelli rossi mostra un ampio sorriso mentre arriccia il naso coperto di lentiggini.
Lucy la indica con un gesto vago. ― Reya. Esperta in comunicazioni.
― Ciao.
― Salve a tutti ― dice Steve imbarazzato.
― Quindi lui è... ― dice Kalvin con un mezzo ghigno.
Lucy annuisce. ― Vieni ― dice a Steve. ― Ti mostro la base e il resto della squadra.
― Che cosa fate esattamente qui dentro?
Lucy sorride. ― Ci prepariamo al vostro ritorno. E quello di Mantra.

 
  
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