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Autore: MM_White    15/11/2014    4 recensioni
Il Liceo non è poi tanto diverso dagli Hunger Games!
"- Io non sapevo neanche che ti fossi candidata a reginetta. Non lo sapevo e all'improvviso alzo lo sguardo e ti vedo sugli schermi dei corridoi. Si sono fermati tutti, lo sai? Si sono fermati tutti per guardare te. Per guardarti mentre volteggiavi e sorridevi. E mi sei sembrata meravigliosa. Non ti avevo mai visto indossare un abito.
Arrossisco, abbassando lo sguardo per l'imbarazzo.
- Ero stupefatto, non credevo ti avrei mai vista su quegli schermi. E sorridevo, sorridevo con una mano sulla bocca per non farmi vedere dai compagni. Sorridevo perchè ero fiero della mia Katniss.
Mia. Ha usato il termine mia. Il mondo ha cominciato a rigirarmi attorno proprio ora che si era fermato.
- E poi intervistano Peeta. [...] É un bravo ragazzo, davvero. Potrei quasi stimarlo se non fosse per il fatto che si è dichiarato a te, e in quel modo tra l'altro!
- Ma non era una vera dichiaraz...
- Volevo invitarti al ballo! - Urla allora Gale. - Volevo invitarti al ballo, Katniss.
Stringo le mani in due pugni. Due pugni serrati così forte che sento le unghie ferirmi la carne."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Faccia di Volpe, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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La sveglia suona prima del solito, questa mattina. Mi alzo, mi avvicino allo specchio.
- É arrivato, Finch. Il giorno del ballo. - Sussurro all'immagine riflessa. La pelle un pò meno luminosa del solito, accenni di occhiaie, i capelli scompigliati dalla notte insonne appena trascorsa.

- Sei pronta? - Chiedo a me stessa, muovendo lentamente il capo. - Sì, certo che lo sono.
Ovvio che lo sono.
- Sono pronta.

 

 

Capitolo 10

 

I baci sono piccoli disastri

 

 

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Tre giorni prima

 

Gli alunni sono tutti in uno stato di febbricitazione. Non tanto per le ultime lezioni che si apprestano a seguire per quest'anno (o per sempre se stanno per diplomarsi e non hanno intenzione di iscriversi al college) quanto per il ballo, previsto sabato, ovvero fra tre giorni. Per i ragazzi del terzo anno, tra l'altro, questo sarà il primo ballo in cui possono partecipare con i seniors.
Io non posso far a meno di camminare per i corridoi con un sorriso a trentadue denti. Sono ottimista. Ottimista per l'hanno che è passato, per la sicura vincita di Peeta e Katniss, per la sorte del mio Club. Ammetto di essere un pò agitata e di non aver chiuso occhio per tutta la notte. Ma ho scoperto che questo stato d'ansia, che credo di non aver mai provato in tutta la mia vita, mi permette di pensare meglio. Sento il cervello funzionare a pieno regime, gli ingranaggi ruotare senza difficoltà nei complicati meccanismi della mente. Osservo, analizzo, vengo a capo del problema. Sono tornata ad essere Finch. Sono tornata ad esserlo perchè sento di essere di nuovo pronta. Pronta ad affrontare le difficoltà e le situazioni intricate senza farmi condizionare dai sentimenti o dal cuore. Durante questa lenta e dettagliata analisi, ho capito finalmente che il periodo in cui mi sentivo insicura a causa di Peeta è stato solo una piccola, seppur devastante, défaillance. Tutto qui.

Entro nell'aula di discpline artistiche a lezione già cominciata e biascico uno straffottente – 'giorno – tra gli sguardi divertiti dei compagni.
Il professor Cinna accenna un sorriso.
- Si è svegliata con un diavolo per capello, signorina Emerson?
- Al contrario professore. - Mi dirigo verso il mio banco. Prima di sedermi guardo Cinna da sopra una spalla. - Anzi, sa cosa dice il diavolo quando la mattina scendo dal letto?
- Non ne ho idea.
- Oddio no! É già sveglia!
I compagni ridono mentre Cinna mi guarda piegando il capo.
- Bene, adesso che si è esibita nello sketch giornaliero posso continuare con la lezione?
- Perchè? É l'ultimo giorno di scuola! - Protesto.
- Ma non l'ultimo anno. Quindi, dicevo, per gli impressionisti...
- Io mi rifiuto! - Dico incrociando le braccia al petto.
Cinna mi rivolge di nuovo lo sguardo mentre tra gli alunni si solleva un mormorio e risa soffocate.
- Un'altra parola... - Mi ammonisce puntandomi il gessetto contro. - Un'altra parola, signorina Emerson, e dovrò prendere seri provvedimenti!
Assottiglio lo sguardo. Nell'aula cala il silenzio assoluto. Sollevo un soppracciglio e, con aria di sfida, mi infilo le cuffie nelle orecchie e accendo il mio iPod. Il professore rimane ad osservarmi per un pò ma non protesta, infatti ripende in mano il libro e continua con la lezione.
Io non lo ascolto perchè nella mia mente adesso ci sono solo le voci e le note dei Linkin Park. A cinque minuti dalla fine della lezione, incomincio a canticchiare Blame di Calvin Harris, spiegando alla classe che non possono dare la colpa a me, perchè la colpa è nella notte. E mentre i compagni ridacchiano e io urlo un «Don't blame it on me», Cinna chiude con un tonfo il pesante libro di arte e attraverso le note della musica lo sento annunciare: - Va bene, ragazzi, per quest'anno basta così! Potete uscire tutti ad eccezione della signorina Emerson.
Vedo i miei coetanei alzarsi euforici. Qualcuno mi lancia qualche occhiata divertita che io ricambio con un sorriso straffottente e un saluto della mano. Quando in aula non ci siamo che io e Cinna, spengo l'iPod e lo rimetto in cartella. Lui intanto mi si avvicina, prende una sedia, la gira e ci si siede a cavalcioni, con le braccia sullo schienale.
- Ti avevo detto di farti mettere in punizione ma potevi almeno seguire la lezione.
- Sei di una noia mortale quando spieghi, Cinna! - Dico divertita.
- Oh bhè ma gli argomenti sono interessanti. E poi i quadri impressionisti, così liberi, così fluenti, così...
- Oh, Cinna – lo interrompo bruscamente, - se avessi voluto sentirti parlare di arte non avrei alzato il volume del mio iPod al massimo, poco fa.
- Ma che hai contro l'arte? - Mi chiede lui con un sorriso per niente offeso.
- Niente, assolutamente. É solo lontano anni luce da come vedo io il mondo.
- Per te gli artisti sono troppo idealisti e scriteriati?
- Esattamente. - Rispondo schietta.
- Bhè ma loro non fanno altro che rappresentare la realtà così come la vedono. E se la realtà fosse fatta solo di numeri allora sarebbero diventati matematici.
- Vero. - Ammetto amaramente. - Ma ciò non toglie che una buona parte della realtà è effettivamente composta da numeri ed equazioni e...
- E sentimenti, - continua Cinna. - E pensieri astratti e cose che non riusciamo neanche a vedere figuriamoci se si potrebbero studiare e calcolare!
- Veniamo al dunque? - Chiedo solo per cambiare argomento, dato che non riesco a confutare la mia tesi senza che Cinna abbia già pronta la sua opinione contrastante.
- Vorrei invitarti al ballo, Finch. - Dice tutto d'un fiato. Mi guarda fisso negli occhi e forse legge sul mio volto un'espressione perplessa perchè continua. - Non è opportuno lo so, ma non sarebbe una cosa ufficiale, bhè ecco...
Ha un attimo di imbarazzo e abbassa lo sguardo ma non smette di parlare.
- Capisco se mi dirai di no. Perchè siamo diversi. Siamo così diversi da essere uno la negazione dell'altro. E so benissimo che siamo distanti, lo siamo sempre stati. Io ero il ragazzino con la testa fra le nuvole e tu la bambina che voleva capire sempre tutto. Se io coglievo un fiore per ammirarne la bellezza e mi mortificavo quando si appassiva, tu non solo lo strappavi dal prato, ma lo scomponevi in tanti piccoli pezzi per scoprire come era fatto e quando a Natale ti regalarono quel microscopio. Oddio! Qualsiasi cosa ti capitava sottomano doveva passare per forza da quei vetrini. E quando mi cadde una lente a contatto, ti ricordi?
Rido. - Sì, pensavi di averla persa e invece poi la ritrovasti sotto il microscopio e io, innocentemente, spiegai che pensavo fosse...
- Un residuo inorganico di qualche entità extraterrestre, sì. - Continua Cinna sorridendo. - Avevi sette anni e già utilizzavi termini come «residuo inorganico». Ma non è questo il punto, non erano solo i diversi modi di pensare a dividerci e non lo era nemmeno la differenza d'età. Non sarebbe un problema neanche adesso, se io... Se io non fossi il tuo professore... Ma io non sono soltanto il tuo professore giusto? E tu per me non sei solo un'alunna. No, non lo sei mai stata perchè tu sei la mia chimera e adesso vorrei ragionare razionalmente proprio come fai tu ma proprio non ci riesco, non ci riesco a...
- Cinna... - Sussurro accarezzandogli un braccio. - Cinna cosa...
- Io ti amo. - Confessa allora con impeto, rivolgendomi uno sguardo carico di emozione ma anche d paura. - Ecco l'ho detto. Ti amo, Finch. E volevo tornare in America per dirtelo, non ho pensato ad altro per tutto il tempo, ma avevo comunque bisogno di un lavoro e così ho avuto l'occasione di coprire il posto vacante del vecchio professore d'arte ma non avrei mai immaginato che tu studiassi qui e...
- Cinna calmati. - Lo rassicuro. - Calmati, non hai fatto nè detto nulla di male.
Forse il mio incoraggiamento non basta perchè lui abbassa lo sguardo con aria delusa. Quanto sembra piccolo e indifeso adesso, quest uomo che un tempo, neanche poi tanto lontano, era un ragazzino forte e carismatico. Ha ragione. Siamo diversi e, dopo questa confessione impetuosa, la differenza appare ancora più evidente. Lui instintivo, passionale. Io razionale, distaccata. Io non sarei mai partita verso l'Europa per inseguire i miei sogni e lui non avrebbe mai calcolato e pianificato per anni un piano di vendetta contro i più popolari della scuola. Io non sarei mai tornata a casa, non mi sarei mai innamorata di un ragazzo così diverso da me e, soprattutto, non gli avrei mai confessato il mio amore con tanta veemenza e semplicità. Ma qualcosa ci avvicina ugualmente. Qualcosa di inspiegabile ed invisibile. Qualcosa che, come direbbe Cinna non riusciamo neanche a vedere figuriamoci se si potrebbe studiare e calcolare. E allora dovrei rispondergli, dirgli qualcosa. Ma cosa? Pensa Finch. I secondi passano nel silenzio mentre mi prende le mani. Sarebbe scortese adesso prendere carta e penna e incominciare a ragionare. Abbozzare su un foglio da raccoglitore la Teoria triangolare dell'amore di Sternerg, valutando parametri ed eventi volti a giustificare il nostro grado di intimità, passione ed impegno. Peeta non sbagliava quando, prendendomi in giro, mi immaginava a stilare liste con i pro e i contro di ogni decisione, a compilare test valutativi e disegnare diagrammi. Oddio, quanto odio il disordine! Pensa, Finch. Cosa dovresti fare? Dovrei rifugiarmi nel mio buon senso, nella ragione, nell'esperienza. Dovrei, certo! O forse dovrei solo imparare qualcosa dall'uomo che mi sta di fronte. Lasciarmi andare e seguire i miei impulsi, ma non ce la faccio se Cinna continua a guardarmi con questi suoi occhi grandi e profondi e così chiudo i miei. Perfetto. Al buio riesco a sentire meglio i miei pensieri e il rumore delle tende mosse dalla brezza e il chiacchericcio dei pochi studenti che si aggirano ancora tra i corridoi e il respiro affannato di Cinna e le sue dita che mi accarezzano la mano e il suo corpo che spinge la sedia e si solleva e le sue labbra sulle mie. Sento un brivido scorrermi lungo la schiena. Mi sta baciando. Ci stiamo baciando. Non ho il coraggio di aprire gli occhi. Non ce l'ho neanche quando si stacca da me per appoggiarmi un bacio sulla fronte. E ho il viso tra le mani. Non posso guardarlo mentre si allontana ed esce da quella porta. Non posso tornare alla realtà. Non posso, adesso che ho capito quanto sia meraviglioso lasciarsi andare per dar vita ai sogni.

 

Sera del ballo

 

Non ho ballato con Cinna. Abbiamo chiaccherato, riso, bevuto insieme ma non abbiamo ballato. Lui si comportava come se non mi avesse mai baciata nè invitata, anche se non ufficialmente, al ballo di fine anno. E io ho mantenuto il suo gioco. A metà serata sembrava fosse sparito. Ho chiesto di lui in giro, nella maniera più discreta possibile, ma nessuno sembrava lo avesse visto uscire dalla palestra allestita con addobbi e decorazioni. Il tema del ballo di quest'anno sono i baci. Non ho ben capito che senso abbiano voluto dargli gli organizzatori ma l'effetto finale non è male. Le pareti sono state decorate con cartoncini rossi ritagliati a forma di bacio e gli stessi cartoncini, ma in scala ridotta, sono stati consegnati ai partecipanti all'inizio della serata. C'era chi lo aveva appuntato al bavero, chi all'altezza della spalla, alcune ragazze lo avevano inserito tra i capelli a mò di ferretto. Immancabili le gag del gruppo dei più buffoni che iniziarono ad attaccarsi il cartoncino a forma di bacio sulle labbra, sulle parti intime o sul sedere delle ragazze più serie e impettite delle ultime classi. Ho visto Friedrich «nazzinerd» appuntare il cartoncino rosso vicino alla bretellina dell'elegante vestito di Abigail «abbymorbo». Non mi ero mai accorta che fra i due ci fosse del tenero. Giunti quasi alla fine della serata, noto invece che «sgorbio», «pignatolada» e «gagagay» sono rimasti seduti in un angolo della palestra mentre il DJ continua a suonare nonostante i ballerini risultino un pò stanchi. Sui tavoli regna il caos, tra stuzzichini sparsi, dolci a metà e macchie arancioni di un punch «ufficialmente» analcolico. Da quando è iniziata la festa fino ad ora, qualche ragazza ha subìto un brusco cambiamento di altezza, alcune camicie non appaiono più bianche e immacolate e il numero dei partecipanti è palesemente diminuito. Si saranno appartati in qualche angolo buio della scuola, in cerca di pace ed intimità, ma sembra che ci siano proprio tutti quando, con aria concitata, il DJ annuncia al microfono:
- Il conteggio dei voti sta giungendo al termine! Siete pronti per incoronare il re e la reginetta di questa sera? Ma prima... - Dice sfumando il ritmo. E così, magicamente, una canzone pop diventa un ballo lento. - Diamo spazio agli innamorati e rendiamo onore al tema di questa sera... I baci!

Le coppie incominciano ad ondeggiare in pista mentre riempio un bicchiere con la vodka diluita abilmente nel punch. Con un’ubriacatura si perdono circa 100.000 neuroni, tanti quanti quelli di una giornata di vita e io, per non perdere i miei preziosi neuroni, non ho mai neanche provato cosa vuol dire essere «brilla». Non posso permettere al mio cervello di distrarsi. Quando malcapitatamente accade, insorge sempre qualche problema. Come il bacio di Cinna nell'aula di discipline artistiche. Perchè il bacio di Cinna è un problema. Un piccolo diasastro che finirà per farmi perdere la testa. Quindi resto ferma vicino al tavolo del catering, con il bicchiere in mano e lo sguardo verso la pista da ballo. All'inizio pensavo che i docenti avrebbero scoperto subito il trucchetto del punch «analcolico», ma dopo il secondo bicchiere, perfino la professoressa Trinket sembra essere più docile del solito. E poi ho il sospetto che centrino qualcosa il coach Abernathy e la professoressa Mason. Mi sembra di essere circondata da zombie. Vagano tutti in cerca di un pò di divertimento e di riposo nello stesso tempo. Euforici, scoordinati, senza freni inibitori.
Anche Katniss mi sembra strana. Sta ballando con Peeta. Sorride, gli accarezza la nuca. Sta forse flirtando con lui? Che razza di gioco sta giocando? Inconsciamente mi porto il bicchiere alle labbra e mando giù il contenuto tutto d'un sorso. La musica lenta continua, loro ondeggiano, io bevo altro punch, Peeta sembra al settimo cielo, le sussurra qualcosa in un orecchio, lei solleva la testa scoppiando a ridere, è brilla, io finisco tutto il punch contenuto nella scodella, l'addetto del catering la riempie di nuovo, io gli chiedo di riempire anche il mio bicchiere, Katniss inizia a sbattere le ciglia, lui le accarezza la treccia, io bevo, lei sorride, lui la bacia e prima ancora che la musica termini, sono ubriacata fradicia.

 

Mi trascino fuori dalla palestra. Il mondo gira verticosamente e non riesco a capire se per camminare devo portare in avanti la gamba sinistra o la destra. Magari tutte e due. Ci provo ma finisco quasi per cascare con il fondoschiena per terra. «Okei,» penso fermandomi un attimo e appoggiando una spalla al muro. «Pensa». Ma riesco solo a scoppiare in una fragorosa risata.
- Pensa di pensare! - Dico fra le risa. - Pensa, Finch!
Non riesco proprio a frenare la risata, mentre la schiena sobbalza, le risa diventano singhiozzi e i sorrisi lacrime.
- Finch!
Qualcuno mi sta chiamando. Mi guardo intorno ma mi gira la testa e sono costretta a tenerla dritta. Nel corridoio il silenzio viene interrotto saltuariamente quando qualcuno apre le porte della palestra. Allora si sente la musica provenire dalle casse del DJ ma io la sento sempre ovattata, distante. Forse mi sono allontanata molto dalla festa ma non mi ricordo per quanto tempo ho camminato per i corridoi.
- Finch, che succede? - Sento dire di nuovo, riconoscendone la voce.
- Cinna... - Sussurro sollevando il capo. - Cinna io, io...
- Quanto hai bevuto? - Mi chiede premuroso, accarezzandomi i capelli. - Ti donano sciolti, sai?
Senza neanche pensarci gli avvolgo il collo con le braccia nude. L'abito turchese che indosso è senza maniche nè spalline. Cinna per un primo momento sembra sconcertato, poi mi abbraccia forte. L'ultima volta che ci abbracciammo lui non era che un ragazzino. Adesso mi sorprende quanto siano diventati grandi le sue braccia e di come possa tranquillizzarmi la sua vicinanza e il calore del suo corpo. Tra le lacrime, le parole mi escono di bocca senza freni.
- Oh, Cinna. L'ho letteralmente spinta fra le sue braccia. Lui la ama, l'ha dichiarato davanti a tutta la scuola. Io l'ho sempre saputo ma facevo finta di niente. Gli sono stata sempre accanto, amandolo in silenzio per quattro anni. E poi... E poi ho pensato che il mio progetto annuale per il club doveva essere qualcosa di grandioso e sapevo che per farcela avevo bisogno dell'aiuto di Katniss. Lei è così bella e forte e coraggiosa e io sapevo che Peeta l'ammirava. Ho pensato tutto nei minimi dettagli. Le elezioni, l'intervista, il ballo. Sarebbero stati molto vicini e più Katniss si avvicina a Peeta, più Peeta si allontanava da me.
- Sei la solita stupida. - Mi dice Cinna, interrompendomi. - Perchè lo hai fatto?
- Perchè volevo che Katniss fregasse la corona a quegli sbruffoni pieni di sè!
- Sei davvero sicura che sia solo per questo?
Si stacca da me e mi passa una mano calda sulla guancia. L'alcol non ha atrofizzato i miei pensieri. Tutt'altro. Li ha amplificati. Vedo tutto nitidamente adesso così rispondo: - No, l'ho fatto anche perchè volevo che Peeta fosse felice. Felice per davvero.
- E adesso ti sembra che lo sia?
- Adesso è l'uomo più felice del mondo.
- No, non lo è.
Guardo Cinna con aria interrogativa. Lui si avvicina a me e mi bacia. O sono stata io a sollevarmi sulle punte per raggiungere le sue labbra? É tutto così confuso ma allo stesso tempo così chiaro. E ciò che i miei occhi non volevano vedere, le mie labbra adesso l'hanno reso evidente. Perchè le mie labbra parlano, parlano, parlano ma hanno sempre cercato un altro paio di labbra che frenassero l'impetuoso torrente di parole.
- Per quanto possa ritenerti furba e scaltra come una volpe... - Sussurra Cinna scostando la bocca per annusarmi i capelli, - continuo a sostenere che sul piano sentimentale tu non ci sai proprio fare...
Io lo stringo più forte.
- In amore sono un disastro, vero? - Chiedo alzando il capo per guardarlo negli occhi.
- Sei irrecuperabile - Mi risponde con un sorriso dolce per poi appoggiare il mento sul mio capo. - Come si fa a non accorgersi che sono io, l'uomo più felice del mondo?
La porta della palestra si apre e nei corridoi aleggiano ovattate le note di un altro lento.
- Balliamo? - Mi chiede porgendomi la mano. Iniziamo ad oscillare per i corridoi, con la musica che si sente solo se viene aperta la porta della palestra e quando ad un certo punto la musica si abbassa e il DJ dice: «E il re e la reginetta di quest'anno soonooo...» io sollevo lo sguardo e guardo Cinna con un sorriso.

 

 

 

 

Davvero, davvero, davvero tanto tempo è passato dall'ultimo aggiornamento e chiedo perdono a chi sta seguendo assiduamente la fiction. Il problema è che sono nell'occhio di un ciclone fatto di esami, lezioni e turni di lavoro! Quindi, anche se sono ingiustificabile, vi chiedo di comprendere un pò il motivo delle mie lunghe assenze!

Un altro motivo che mi ha spinto a ritardare l'aggiornamento è stato l'aver riscritto l'incipit di questo capitolo ben tre volte! Ispirazione zero per settimane e poi puf! Il capitolo lo scrivo e concludo in un pomeriggio solo! Ed è anche un pò più lungo degli altri. Vi è piaciuto? * v *

Ma parliamo del capitolo:

In questo capitolo Finch si lascia finalmente andare! Sia laudato l'alcol e i suoi effetti sui freni inibitori! Quindi al diavolo i ragionamenti logici e la teoria triangolare di Sternberg per dar spazio invece alle lacrime, ai baci rubati e alle parole dette con impeto. Voglio chiarire il punto Cinna: non so se sono riuscita a raccontare al meglio la relazione che c'è tra lui e Finch. In pratica Cinna è sempre stato attratto da lei ma non è mai riuscito a confessarglielo a causa della differenza d'età. Partito per l'Europa dopo il diploma, ritorna in America solo per rivederla e per non nascondere più i suoi sentimenti. Ovviamente non si sarebbe mai aspettato di ritrovare al suo ritorno una Finch innamorata di Peeta nè che il loro rapporto, dopo quattro anni di lontananza, si sarebbe raffreddato tanto. Ma perchè è successo? Voglio dire: perchè dopo solo quattro anni si trattano quasi da estranei? Bhè, Cinna lascia Finch che era una ragazzina delle medie con le trecce e al suo ritorno si ritrova davanti una bellissima donna e la stessa cosa vale per Finch. (Vi ricordate l'imbarazzante incontro nel capitolo «Cinna ed io siamo solo cugini»?) E poi Cinna si è ritrovato ad insegnare nella sua scuola... Okei, ma tutto sembra stia andando per il meglio dato che Finch ha capito finalmente che lo ama. Come vi sembra questa coppia? ^o^

Katniss invece, anche se compare solo a fine capitolo, è più incoerente che mai: le piace Gale ma accetta di andare al ballo accompagnata da Peeta (anche se sotto minaccia, chiariamolo!). Bacia Gale e questo bacio dovrebbe farle capire che lo ama ma si ritrova subito dopo a sciogliersi e ad intenerirsi davanti a un paio di focaccine calde e un bigliettino di Peeta. Allora forse prova qualcosa anche per Peeta ma non riesce ad ammetterlo neanche a se stessa. Ma sempre sia laudato l'alcol così eccola che al ballo si struscia e si contorce tra le braccia di Peeta fino a concedergli perfino un bacio!

Il capitolo termina con Finch e Cinna che ballano nei corridoi con la musica a tratti e ascoltano il DJ annunciare i vincitori del titolo a re e reginetta. Cosa accadrà ancora?

 

Alla prossima!

emmEmme

   
 
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