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Autore: Lala_tan    15/11/2014    0 recensioni
La storia parla di Lucia, una lamia (donna immortale dotata di poteri magici)con un brutto passato alle spalle e di Adam, un licantropo che trova in lei la compagna che cercava da tempo.
Lucia dovrà imparare a fidarsi nuovamente delle persone e a provare sentimenti e Adam dovrà aiutarla a lasciarsi il passato alle spalle, mostrandole il futuro luminoso e felice che potrebbe avere insieme a lui.
Riuscirà il giovane licantropo a sciogliere il cuore,ormai da tempo ghiacciato della lamia?
Riusciranno i nostri protagonisti ad avere il loro "per sempre felici e contenti" o la loro storia finirà in tragedia?
Beh, leggete per scoprirlo
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Capitolo 18

Adam POV:

//La mia compagna è di nuovo al sicuro, tra le mie braccia e tra le mura della nostra casa che ora è protetta da un potente incantesimo che terrà lontani i visitatori indesiderati e tutte le possibili minacce//, pensai e mi sembrò che il mio cuore riprendesse a battere e l'aria a riempire i miei polmoni dopo quei sette lunghi giorni.

Lucia dormiva profondamente, accoccolata tra le mie braccia, aveva un'espressione tranquilla e rilassata e le sue ferite erano completamente guarite.

Le accarezzai distrattamente i capelli e il viso, baciandoli di tanto in tanto. e aspettando che si svegliasse.

C'erano un sacco di domande che mi frullavano nella testa e avrei voluto farle, ma prima dovevo assicurarmi che stesse bene, che si lavasse e mettesse del cibo nello stomaco,

//Un bel po' di cibo//, pensai guardando il suo viso, leggermente più magro di quanto ricordassi e accarezzai con un dito una delle sue orecchie appuntite che si mosse lievemente a quel contatto.

Mentre Lucia dormiva era successa una cosa molto strana, la sua figura aveva tremolato leggermente, diventando indistinta, come un'immagine dalle linee confuse e il suo aspetto aveva iniziato a cambiare.

Il sortilegio che fino a quel momento aveva nascosto il suo vero aspetto agli occhi degli altri era svanito, mostrando la vera Lucia in tutta la sua magnificenza e io avevo controllato ogni centimetro del suo corpo per accertarmi della sua guarigione e per controllarne i cambiamenti.

Aveva notato che i canini superiori e quelli inferiori erano diventati un po' più lunghi e appuntiti, le unghie si erano allungate, diventando ricurve come artigli, alla base della sua colonna vertebrale; all'altezza dei reni era comparsa una coda con la punta a forma di freccia, simile a quella di alcune specie di demoni e sul suo viso e corpo erano comparsi dei segni, simili a tatuaggi che la facevano sembrare ancora di più una tigre.

Per quanto amassi l'aspetto umano della mia compagna, non c'era paragone con le sue vere sembianze, ancora più rare e particolari e che io trovavo a dir poco sensuali e bellissime.

Quella era la mia vera compagna e d'ora in poi non avrebbe mai più dovuto nascondere le sue vere fattezze, non davanti a me almeno.

Dopo qualche altro minuto sentì Lucia stiracchiarsi tra le mie braccia e lamentarsi leggermente, sbadigliando.

Si staccò da me, stiracchiandosi come una gatta e passandosi una mano tra i capelli spettinati e ancora sporchi di sangue.

"Buongiorno", sussurrai.

Lucia si girò verso di me. "Buongiorno a te", biascicò e le sue labbra si piegarono nel sorriso più bello e naturale che le avessi mai visto fare.

Il respiro mi restò bloccato in gola, i suoi occhi avevano lo stesso colore di sempre, ma la pupilla era allungata e appuntita come quella dei gatti.

//Se prima credevo che il suo vero aspetto fosse sexy, ora penso che sia semplicemente irresistibile//.

"Ho bisogno di una bella doccia e di un bagno caldo. Sono tutta sporca e puzzo. Bleah, che schifo", borbottò guardandosi con disgusto e storcendo il naso.

"Ti va di unirti a me? Il nostro ultimo bagno insieme non è andato proprio come avevo sperato", mi chiese con un sospiro.

......

Lucia era nuovamente seduta sulle mie gambe ed eravamo immersi nell'acqua calda e profumata della vasca.

Avevo aspettato fino a quel momento, ma non potevo aspettare oltre e questo mi sembrava il momento giusto di porre le mie domande.

"Ci sono un sacco di cose che vorrei mi dicessi, un sacco di domande a cui vorrei che dessi risposta", sussurrai accarezzandole la guancia.

Lei mi guarda negli occhi per un lungo momento.

"Cosa vuoi sapere?", le sue parole uscirono in un soffio appena udibile.

"Tutto", le risposi.

"Non so da dove iniziare", sospirò ma so che non stava cercando di scappare, non questa volta.

"Perchè non dall'inizio, di tutto", le suggerì.

Appoggiò la testa conto il mio petto e, dopo un lungo sospiro iniziò a raccontare.

Mi raccontò dell'assassinio di suo padre quando aveva solo quattro anni e di come sua madre, da allora fosse cambiata completamente, diventando una donna fredda, distaccata e menefreghista.

"Non le importava più di niente e nessuno, nemmeno di me, era troppo presa dal suo dolore e dal suo odio per prestare attenzione a tutto il resto. L'amore l'aveva rovinata, l'assenza dell'uomo che amava l'aveva cambiata completamente, rendendola l'ombra della donna felice e meravigliosa che era stata una volta. Aveva sempre lo sguardo perso nel vuoto e la voce acida e piena di disprezzo.

Mia madre morì lo stesso giorno in cui morì mio padre, quella donna era solo un mostro con le sue sembianze per questo, quando si tolse la vita qualche anno dopo non riuscì a sentirmi triste, anzi mi setii....libera, sì libera dalla sua presenza opprimente, libera dalla sua voce aspra e dei suoi pensieri e parole negative.

Senza di lei stavo meglio, avevo imparato a cavarmela da sola e, anche se ero molto giovane non avevo più bisogno di lei così continuai a vivere la mia vita.

Mi sono fatta un nome e una reputazione nel Lore, ho partecipato a molte battaglie, ho ucciso molte persone, mi sono fatta molti nemici e il padre di Fedelmid era tra di loro. Mi catturò e torturò per molti mesi, ma, alla fine riuscì a scappare a vendicarmi di lui, suo figlio era presente quando lo uccisi, ma me ne accorsi troppo tardi, era solo un bambino perciò decisi di risparmiargli la vita.

Non pensavo che avrebbe cercato di vendicarsi, non dopo tutti questi secoli almeno".

Continuammo a parlare a lungo di lei e di me, delle nostre vite, di quello che ci piaceva e di quello che odiavamo, di ciò che avevamo fatto e di ciò che avremmo voluto fare.

"Perchè il tuo aspetto è cambiato?", chiesi aggrottando le sopracciglia.

"Ormai mi sembrava stupido mantenere attivo l'incantesimo, so che posso fidarmi di te", ridacchiò lei.

"Lucia", sussurrai prendendole il mento tra le dita.

"Si, Adam?", mormorò alzando un sopracciglio con aria interrogativa.

"Non sei riuscita a terminare la frese, l'ultima volta...".

"Già", si limitò a sussurrare lei.

"E...?", le chiesi con impazienza.

"E cosa?", chiese con aria confusa.

"La tua risposta...Aspetta un attimo lo stai facendo apposta? Ti stai prendendo gioco di me!", sbottai lanciandole un'occhiataccia.

"Che cosa? Chi? Io? Prendermi gioco di te? Ma cosa te lo fa pensare!", disse con sarcasmo prima di guardarmi in faccia e scoppiare in una sonora quanto melodica risata.

"Ah si. Te lo tolgo io quel sorrisetto divertito dalla faccia", dissi, ma non riuscì ad impedire che un sorriso prendesse forma anche sulle mie labbra.

Feci per afferrarla per la vita, ma lei fu più veloce, strinse le braccia intorno al mio collo e premette le sue labbra contro le mie in un bacio appassionato.

"Ho sempre pensato che fosse stato l'amore a rendere mia madre patetica e miserabile, ho sempre creduto che le avesse rovinato la vita e per questo lo ho sempre evitato, l'amore e qualunque altro sentimento che potesse farmi soffrire o rendermi come lei, ma ora capisco di essermi sempre sbagliata. Durante la mia prigionia ho avuto tempo di pensare e ho capito che non è stato l'amore a renderla così, ma la sua mancanza assieme alla debolezza di mia madre.

Ho sempre cercato di non diventare come lei e non mi sono accorta che era proprio quello che mi stava succedendo, otto giorni fa non ero poi così sicura della risposta che ti avrei dato, ma ora lo so e non cambierò idea. Si, Adam, voglio restare con te e passare il resto della mia vita immortale al tuo fianco, come tua compagna", le sue ultime parole uscirono dalle sue labbra in un sussurro, ma la sua voce era decisa e gli occhi che mi osservavano pieni di sicurezza e fiducia.

Le nostre labbra si toccarono nuovamente, dapprima con tenerezza e felicità, sostituendo le parole che non riuscivo a trovare e poi con più desiderio e voracità, dopo tutti quei giorni di lontananza.

Nel giro di pochi minuti ci ritrovammo sul letto, ancora gocciolanti d'acqua e più felici che mai. Ci perdemmo l'uno nell'altro, desiderando che quel momento duri per sempre e, forse sarà proprio così che andrà perchè ora avevamo l'eternità per stare insieme e amarci.

Facemmo l'amore a lungo, prima più velocemente, in modo passionale e bisognoso, poi lentamente, con tenerezza e calma e con la consapevolezza che nulla potrà mai separarci.

Affondai i denti nel suo collo, mordendola , marchiandola per sempre come mia compagna e rendendo il nostro legame eterno e indissolubile.

Ci guardammo con intesa, sorridendoci prima di addormentarci l'uno tra le braccia dell'altro e sognare il nostro futuro insieme.

  
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