If you don't, you'll be dead.

«Debby, scatta qualche foto.» sussurrò Mello, passandomi la macchina fotografica.
«Ma è buio, non si vede niente! E poi non posso usare il flash, attirerei l'attenzione.»
Lui avvicinò il suo viso al mio. «Innanzitutto sarebbe meglio che tu chiudessi quella bocca» mormorò, seccato. «Sai che non possiamo stare qui. Il coprifuoco è passato da un pezzo e per di più questa è effrazione»
Avrei tanto voluto ricordargli che era stata sua, l'idea di venire lì per la seconda volta.
Presi in mano la macchina fotografica, pensando che tutto quello non avesse senso. 
Eravamo tornati sulla scena del crimine, esaminandola di nuovo, nel caso avessimo tralasciato qualche dettaglio.
Ma anche se fosse stato così, non l'avremmo di certo visto, ora che eravamo al buio totale!
In quel momento, Mello accese la torcia. 
Non sapevo nemmeno che l'avesse portata... Evidentemente, l'aveva accesa solo in quel momento perché, se l'avesse fatto prima, ci avrebbero visti uscire dalla Wammy's house.
Il fascio di luce saettò per la camera da letto sottosopra.
Per un solo istante illuminò qualcuno.
Al centro della stanza.
Bianco, pallido.
Mello tornò immediatamente ad illuminarlo.
Era il cadavere.
Lo stesso cadavere che avevo visto ore prima, quello stesso pomeriggio.
Eppure mi aveva spaventata a morte...
«Non dirmi che ti sei spaventata, mocciosa»
«Di sicuro non quanto ti sei spaventato tu, a quanto pare.» replicai, fingendo una tranquillità che non avevo. Sentivo uno strano presagio, ero certa che qualcosa non andasse. «Vediamo di spicciarci.»
Iniziai a fotografare ogni cosa che rientrasse in quel cono di luce diretto da Matt, sperando che quell'allegra escursione sulla scena del crimine durasse il meno possibile.
Più passava il tempo, e più la situazione m'infastidiva.
«Mello, siamo qui da secoli, voglio tornare alla Wammy's. Non otterremo niente indagando su un campo che abbiamo già controllato.»
«Siamo qui da solo venti minuti.»
«Venti minuti a fare cose totalmente inutili. Se proprio vuoi...»
Tock.
Mi bloccai.
Veniva dal piano di sotto.
Il cuore iniziò a martellare in petto, mentre automaticamente trattenni il fiato. 
«Andiamocene da qui.» sussurrò Mello con un sottilissimo filo di voce, molto lentamente.

Salimmo veloci per il corridoio della Wammy's House, i piedi scalzi pur di non far rumore, mentre la mente mi bombardava di domande, con un singolo denominatore comune: "Che accidenti era quel rumore?!".
Era troppo forte per non essere stato causato da qualcuno.
Sentii una mano appoggiarsi violentemente sulla mia bocca.
"Mello, che cazzo stai facendo?!"
Ma Mello era di fronte a me. E mi fissava, pietrificato.
No... fissava lui. L'uomo che mi aveva appena appoggiato la gelida canna di una pistola sul lato destro del collo.
Il biondo non azzardò un solo movimento: non sapevamo né chi fosse né quanto potesse essere pericoloso. Era meglio non rischiare.
«Facciamo un gioco. Ora ti spiegherò le regole. Ok?» mormorò l'uomo armato al mio orecchio, probabilmente senza smettere di tenere d'occhio Mello. «Se muovi un muscolo, sei morta. Se lui muove un muscolo, siete morti entrambi. Adesso, dimmi dov'è il top, e forse arriverete a domani mattina vivi.» ordinò, spostando la pistola sulla mia fronte e avvolgendomi un braccio attorno al collo, permettendole così di parlare.
Il top... Il top in cui c'erano presumibilmente le impronta dell'assassino che aveva impiccato quelle donne, incidendo sul loro corpo una stella di Davide.
Quindi... l'assassino era lui, tornato ad occultare le tracce.
«Rispondimi.» sibilò, premendo ancora di più il freddo pezzo di metallo sulla fronte.
«In analisi dalla scientifica. Domani lo avrai» aggiunsi, prima che potesse dire o fare altro. Il cuore batteva tanto forte che pareva voler uscire dal petto e scappare via, lasciandomi in quella pessima situazione.
«Che sia così. O voi due non sarete gli unici a sapere cosa si prova ad avere un pezzo di piombo nello stomaco.»
Questo significava che avrebbe ucciso anche altri alla Wammy's, oltre a noi... 
«Sappi che sono ovunque.»
Senza nemmeno rendermene conto, mi ritrovai in ginocchio sul morbido tappeto, a tossire: quel braccio mi aveva praticamente soffocata.
Mello mi aiutò veloce ad alzarmi.
Dell'uomo nessuna traccia... ma a giudicare dall'ultima frase sarebbe rimasto nei paraggi, ad osservarci.
«Stai bene?!»
«No... Quello ci ammazza, Mello! E non farà fuori solo noi...»
«Andiamo..»
Camminammo quasi rasenti al muro, svoltando l'angolo.
E vidi qualcuno di fronte a noi.
Probabilmente l'ultima persona che avrei voluto incontrare in quel momento... o forse la prima?
L mi sorrise.
Non l'aveva mai fatto...
Sembrava quasi sapere quello che era appena successo... eppure lui non era presente. Come avrebbe potuto, dunque?
Il suo sguardo chiedeva tacito "Beh? Che ti ha detto?" Parole che nemmeno gli si addicievano.  
E questo m'inquietava.
«Buonanotte, L» Dissi, salendo veloce le scale insieme a Mello, fingendo di non aver colto quello sguardo.
Avevo altro a cui pensare.
Avevo un enorme problema, da risolvere.



Hello, guys! Allora, come già detto nella intro, questa One-shot è ispirata alla Fanfiction di Shinigamigirl, "Wammy's House Story", che mi sta prendendo un sacco!!! :D
Per quanto riguarda chi sta seguendo la mia, di ff, "Another Name", scusate tantissimo se ancora non ho aggiornato, ma sono davvero in crisi!! Abbiate pietà :(

Detto questo vi saluto, anime!

Ciauzz!!