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Autore: Ossimoro Vivente    16/11/2014    1 recensioni
"-Ma io so che un giorno tu uscirai dal tuo bozzolo. Non importa il tempo che ci impiegherai, so che non è così facile uscirne, ma ce la farai. Diventerai forte. Tutti usiamo questa scusa del “non saper come comportarsi”, ma poi arrivano momenti nella vita in cui sorpassi quella linea e combatti tutte le tue debolezze. Tutti hanno la paura, è vero, ma anche il coraggio: bisogna solo impegnarsi nel cercarlo e scovarlo. Io credo in te, Crona. Quando tu lo avrai trovato riuscirai a credere in te stessa.-"
Anche voi avete sempre pensato che Crona sia una cavolo di femmina piatta, vero?! (certo che sì!!) Beh, ecco una CroxKid basata su 8 simmetrici (o quasi) capitoli che descrivono i loro momenti e il modo in cui si sono conosciuti questi due personaggi che, a mio parere, stanno meravigliosamente insieme.
Spero tanto di avervi interessato.
Buona Lettura!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crona, Death the Kid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5:SORRISI
Kid era seduto sulla panchina vicino al campetto. Guardava la ragazza dal sangue nero a cui giusto prima aveva insegnato a curarne la fuoriuscita dal naso, come un padre con la sua bambina.
Com’era carina quando cercava di imparare il basket nonostante si sia presa una brutta botta solo poco prima. Non si era arresa: dimostrava questo, anche se lei stessa non se ne rendeva nemmeno conto. Era carina anche quando faceva la modesta. Crona guardava Soul insegnarle come tenere la palla, con quell’ adorabile espressione tra l’insicurezza e la confusione, con quei suoi teneri gesti impacciati, a scatti improvvisi, come se li facesse senza pensarci, per poi bloccarsi per darsi delle precauzioni sulle probabili conseguenze.
L’asimmetrico piegò leggermente i due angoli della bocca badando bene che non lo vedesse nessuno. Non resistette dal farle un sorriso sincero.
-E se facessimo una festa?-
 
Perché?
Passarono i giorni. E tutti continuavano a mostrarle un carattere amichevole e sincero.
Perché?
Maka le faceva visita ogni giorno, aprendo quel portone di metallo per farla uscire dalla sua oscurità più profonda.
Perché…
Appena stava con gli amici di Maka sentiva come un calore al cuore a lei estraneo.
Perché si sentiva così…bene? Dov’era il tranello? Doveva esserci da qualche parte. Insomma aveva ostacolato quei ragazzi, e probabilmente non fosse stato per lei il Kishin non sarebbe resuscitato. Dovevano pur vendicarsi in qualche modo.
Nulla.
Ma soprattutto: perché avevano organizzato una festa nel bel mezzo della follia di Asura?
La violetta volgeva la testa assorta verso la finestra aperta ad assaporare la brezza della sera, mentre tutti si abbuffavano o chiacchieravano allegramente.
-Sempre in disparte eh?-
Crona sapeva chi era, così si rigirò lentamente verso Kid con un viso più triste del solito. L’asimmetrico alzò un sopracciglio appena lo vide.
-Che hai?-
La ragazza tentò di distogliere lo sguardo.
-Nulla…-
Ma lui non si diede per vinta e inclinò la testa insieme alla schiena per intravedere ancora la sua espressione. Questo indusse Crona ad auto rendersi ancora più impacciata. Le sue guance stavano fumando.
Diamine, sei pericolosamente vicino…!
-Non sei felice della festa che ho organizzato per tirarti su il morale?-
E fu così che la violetta, colta sul fatto, incontrò il suo sguardo. Lui aveva un’espressione curiosa che la guardava di traverso.
-Tsubaki! Portami subito un altro piatto!- gridò la solita voce squillante di Black Star, che distrasse i due mentre portava solennemente in aria il piatto pulito e splendente. La povera Tsubaki si armò di pazienza come faceva sempre e gliene portò un altro.
Appena sentì uno sbuffo al suo fianco, Crona si rigirò verso Kid che guardava i due scuotendo la testa con sufficienza.
-Scusami tanto, non è un’atmosfera molto accogliente…-
La ragazza ritornò a guardare in basso.
-Beh, non posso dire di sentirmi a disagio, anche se non so ancora come com…-
-Crona-
Diavolo!
Non riusciva mai a trattenersi dal dire quella odiosa frase che ormai usava come scusa per ogni cosa. Lui se n’era accorto. Lei lo sapeva. Era inutile nascondersi dietro a quella scusa.
Il suo pensiero venne interrotto da una mano grande che le riscaldò la spalla. Lei rabbrividì ancora una volta, come ogni suo contatto fisico, ma poi quel calore venne infuso, così rilassò la schiena subito dopo.
-Credimi, non c’è fretta. Pian piano imparerai a integrarti nel gruppo. E’ una cosa che viene naturale, non c’è un modo con cui comportarsi per cose come queste.-
Le si inumidirono gli occhi a quella frase. Era maledettamente vero, e lei non se n’era mai accorta.
Ma rimase ancora più sbalordita al guardare quelle guance deformarsi per via di un sorriso che non aveva mai visto in vita sua. Quegli occhi dal colore fuori dalla norma, quel profilo del viso così ben deciso. Le rivolgeva quello sguardo felice con una naturalezza composta fuori dal comune.
Ma perché fai di tutto per farmi impazzire?
Era la prima volta che lo vedeva sorridere e si sentì confortata come non mai.
Un momento: lui sorride, di solito?
In realtà aveva sempre pensato che non si dilettasse molto nel sorriso, come lei d’altronde, anche se per altre ragioni. Provò una profonda ammirazione verso di lui. Per lei fu come aver ricevuto un regalo prezioso.
Kid…sorride.
Così, come una furia, Black Star prese i due per le spalle, facendo spaventare soprattutto la povera Crona ancora non abituata alla sua vivacità.
-Ma che fate lì impalati? Coraggio, rendiamo questa festa più movimentata!- sembrava un ubriaco.
Quando l’azzurro si ritrovò a terra con la consueta testa fumante, Maka gli urlava le solite precauzioni da adottare con Crona.
-Ma che dici?? Io non tratto male nessuno!- obiettò Black Star infastidito mentre si alzava. Poi prese la violetta per le spalle.
-Fidati, Crona. Se qualcuno osa toccarti o farti qualunque tipo di dispetto non esitare chiamami a gran voce-
Lei lo guardò ancora un po’ intimorita cercando di capire ciò che voleva dire. L’azzurro la guardò negli occhi    con sicurezza e con il solito sorriso a tremila denti.
-Gli farò rimpiangere di essere nato-
Crona spalancò gli occhi stringendosi ancor più nelle spalle. Così la domanda che si chiedeva ormai da tempo venne fuori a voce spontaneamente.
-Perché siete tutti… così gentili con me…?-
I ragazzi si guardarono sorridendo. Ci pensò Maka a rispondere a dovere.
-Perché siamo tuoi amici, Crona-
-A-amici…?-
-Esatto- subentrò Kid. La ragazza non aveva un’ idea nitida dell’essere amici. Come al solito, l’asimmetrico se ne accorse.
- Sai, noi ti vogliamo bene, e faremo di tutto per renderti felice, perché l’affetto porta sempre a questo-
-Ma… io vi ho fatto del male, vi ho ostacolati, e ho fatto a Soul…-
Tutti si girarono verso di lui, che si strinse istintivamente la giacca nel punto della lunga cicatrice cha aveva al torace. L’albino sbuffò sorridendo lasciando intravedere di poco i suoi denti appuntiti.
-Tutti sappiamo che non è stata colpa tua. Eri immersa nella follia di Medusa, era ovvio che non potevi controllarti. E poi non è fico pensare alle battaglie passate-
Girandosi intorno, la violetta vide tanti volti sorridenti e sereni che credevano in lei.
Poi Kid. Lui continuava a sorridere.
Crona sentiva quel calore al petto farsi sempre più intenso, lo sentiva espandersi in tutto il corpo.
I ragazzi cambiarono improvvisamente espressione. Rimasero basiti.
-Crona…!-
La sua felicità venne esternata allo stesso modo di Kid, solo molto più dolce e commuovente. Con quegli zigomi posti così in alto da socchiudere gli occhi. Fu contagioso per lei.
Se sorride anche lui, perché non io?
-Grazie di tutto, ragazzi-
 
Sapeva che tutta la felicità che aveva provato fino a poco tempo fa sarebbe finita con la velocità di una bolla di sapone che scoppia.
Un’ombra.
Il suono secco di piedi nudi che si posavano con eleganza sul freddo pavimento di pietra.
Un assordante sibilo di serpenti.
   
 
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