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Autore: malpensandoti    16/11/2014    12 recensioni
Nel mettere in moto, Natalia sorride tra sé e sé e si chiede quanto potrebbe essere mortale l'infarto di sua madre se scoprisse che si sta portando a letto un ventiduenne milionario.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La conclusione lo stesso giorno dell'inizio, è un record! Ma nella mia testa è una oneshot, e le oneshot iniziano e finiscono in un unico pezzo, in questo caso un'unica giornata.
Spero che la seconda parte vi piaccia, e spero di leggervi in molte, perché sono molto preoccupata del risultato e ansiosa di sapere cosa ne pensate!
Vi mando un bacione e grazie a chiunque leggerà!
Caterina



 




(2/2)


 
So c'mon honey, blow yourself to pieces
C'mon honey, give yourself completely
And do it all although you can't believe it



 


 
Non sa come siano passati dal discutere del processo in tribunale di domani al baciarsi sul divano nero. Sa solo che riesce a sentire le mani aperte di Harry sotto la seta della sua camicetta, che a furia di tracciare sentieri dispersivi si sono scaldate contro la sua colonna vertebrale. Sa che lui alterna momenti di baci leggeri e sorrisi denti contro labbra a momenti in cui lei riesce a sentire la sua lingua contro il palato tanto da farle il solletico e mozzarle il respiro.
Sa che in questo momento la bambina è solo lei, seduta sulle sue ginocchia toniche, con la gonna rialzata sulle cosce per via della posizione.
Ed è strano, perché basta solo chiudere gli occhi per togliere la differenza d'età e restare spogli, uguali.
Natalia si stacca quanto basta per fissargli le pupille dilatate e sentirsi contro il respiro accelerato.
“Sei proprio felice di vedermi” lo prende in giro, e per rimarcare il concetto muove appena il bacino contro i jeans neri di lui.
Lo sente deglutire spasmodicamente mentre le mani sulla sua schiena le stringono la pelle.
“Sei assolutamente la più stronza” le risponde, riprendendo a baciarla.
 
 
 
 
~
 
 


Vincono la causa, ovviamente.
Josha Wright, David Patel e Clyde Khan Junior e qualsiasi altro paparazzo presente sulla faccia della Terra non può, per ordine della Corte Suprema Inglese, avvicinarsi alla casa – qualsiasi casa – del cantante oltre i 50 metri di distanza. Niente più pedinamenti in auto o in macchina o in bicicletta o su qualsiasi altro mezzo pubblico e privato.
L'ufficio legale di Natalia guadagna il 3% dei clienti in più, grazie al caso 876, e lei in particolare ha un aumento del 14% sul suo stipendio base.
Harry la bacia nella macchina a vetri oscurati, quando sono già in moto, e “Grazie” bisbiglia.
Non potrebbe andare meglio di così.
E infatti non va.
 
 

 
~
 
 
 
Domenica mattina suona il campanello e Lennon inizia ad abbaiare forte prima verso la vetrata del balcone e poi in direzione della porta d'ingresso.
Natalia lo zittisce con uno sguardo di rimprovero e quello china il muso e smette di scodinzolare. Lei allora sorride, orgogliosa, e gli lascia una carezza sulla schiena mentre risponde al citofono e apre la porta, cercando di non svegliare Thomas e Barbara che al piano di sopra ancora dormono.
È Gemma Styles.
Entra nell'appartamento portando i capelli – oggi rosa pesca – lasciati sciolti sul petto, vestita con una gonna lunga fino ai piedi e una giacca di denim chiaro, con la tracolla piccola e di pelle e gli occhiali da sole sul volto abbronzato.
“Gemma-” tenta Natalia, chiudendo la porta, ma l'amica la blocca con un movimento secco della mano e sospira.
“Che intenzioni hai?”
“Che vuoi dire?”
“Con Harry, dannazione! - Gemma fa un verso esasperato – Non farmi fare la parte della sorella protettiva, tu sai quanto io odi le smancerie”
Natalia ride e non capisce se sia sollievo o nervosismo quello che le fa incrociare le braccia al petto e camminare appena per il salotto.
“Mi dispiace non avertelo detto...”
“Scontata”
“Ti giuro che lo avrei fatto”
“Bugiarda”
“È una cosa da niente”
“Fifona”
Sospira e le sue spalle si incurvano, arrendevole. Gemma la conosce troppo bene.
“Cosa ti aspetti che ti dica?” chiede allora.
Anche Gemma incrocia le braccia sul petto e sposta il peso del suo corpo sullo stivaletto destro.
“Voglio che tu mi assicuri che non lo farai soffrire – risponde, sincera – È tutto quello che ti chiedo. È quello che pretendo
“Non te lo posso assicurare e questo tu lo sai” ribatte Natalia, pacata.
“Puoi almeno provarci! - Gemma batte un piede sul pavimento, si porta gli occhiali sopra la testa per un confronto più diretto – Sono così stanca di vederlo circondato da gente che lo vuole per il nome e non per quello che è disposto a dare. Tu non...non hai idea di quanto sia difficile restare in allerta, in attesa di sentirlo rompersi in mille pezzi per essere abbastanza veloce da raccoglierli tutti mentre cerchi di aggiustarlo. È...dura, Natalia. E so che tu per prima ne hai passate tante, forse troppe, e so che non è facile. Per questo mi fido di te, per questo ti sto implorando di farlo stare bene. Come amica, come sorella e come persona”
Le si riempiono gli occhi di lacrime che lei cerca di ricacciare dentro per non sentirsi troppo esposta. I brividi che sente sulle braccia sono un incentivo a stringersi tra le spalle con più forza, perché sono parole importanti che in questo momento non riesce a non sa come interpretare. E non se la sente di prendersi questa responsabilità, perché non era una cosa nei piani, perché quando ha provato a parlarne con Harry, è stato lui il primo a lasciare da parte le parole troppo pesanti, i vocaboli di una coppia che sta insieme effettivamente.
E loro insieme non ci stanno, ma si baciano tanto e si toccano abbastanza e ridono e scherzano come due ragazzini di trentaquattro anni e ventidue.
“Proprio perché sai che non è facile non dovresti chiedermi una cosa del genere” dice quindi, la voce appena incrinata.
Il labbro inferiore di Gemma trema appena mentre le si mozza il respiro e indurisce lo sguardo.
“E allora – sibila – è inutile convincere te stessa del tuo strabiliante cambiamento, perché la verità è che hai anche più paura di prima, e finché non affronterai quello che implicano le relazioni importanti, io e te non abbiamo altro da dirci”
E se tenerle strette è qualcosa che esige forza e fatica, perdere le persone è questione di attimi e cadenze vocali diverse.
Nel silenzio del suo salotto adesso vuoto, mentre Lennon morde per l'ennesima volta il bordo del tappeto, Natalia riesce a sentire quella stessa vocina che le dice che è solo colpa sua se poi alla fine se ne vanno tutti.
 
 
 
A Westfield, quel pomeriggio, Natalia si ritrova fuori i camerini di Topshop ad aspettare che Barbara abbia finito di provare tutto quell'ammasso di roba.
Thomas è seduto sulle scale del negozio che portano al piano di sopra, la faccia tra i palmi delle mani e l'espressione annoiata, nonostante il ragazzo biondo che fa da commesso ogni volta che ne ha l'opportunità va da lui e lo intrattiene con qualche battuta e domanda, scompigliandogli la chioma ondulata.
Natalia invece cerca di non dare a vedere la sua impazienza, perché è un'ora abbondante che sono in quel negozio e non hanno ancora visto il resto, ma sa che comunque Barbara ha bisogno dei suoi tempi ed è ugualmente contenta per averla convinta a uscire tutti insieme.
“Vanno bene, tesoro?” domanda dopo qualche minuto.
“Un attimo!” si sente subito da dietro le tendine, seguito a ruota da: “Non chiamarmi 'tesoro'”
La donna sorride e sospira, facendo un passo indietro. Si guarda intorno e controlla il telefono nella sua borsa bianca.
C'è un messaggio da parte di Harry Styles, inviato dieci minuti prima.
Mi dispiace per Gemma, non le ho chiesto io di parlarti. Tende a diventare un po' troppo protettiva quando si tratta di me. Spero che questo non ostacoli nulla.”
E quanto coraggio a dirgli che a ostacolare qualcosa è solo lei.
Non non preoccupare. Buona giornata.”
Barbara esce dal camerino l'attimo successivo, i capelli sul volto abbassato e le ciglia biondissime che incorniciano due occhi appena arrossati e lucidi, come se avesse pianto o si fosse trattenuta dal farlo.
Dice: “Andiamo via” e appoggia il mucchio di vestiti sul tavolo nero dopo lo specchio, accanto alla commessa coi capelli rosa che sta sistemando gli abiti e che sorride loro come se avesse capito il problema.
Natalia segue la figlia con un cipiglio confuso, poi fa cenno a Thomas ed escono dal negozio. Il bambino afferra la mano salda della donna e questa sospira e cammina verso Barbara, che ha già imboccato la strada per le scale mobili.
“Non c'era niente che ti piacesse?” domanda, apprensiva.
La ragazzina sbuffa e non risponde, si stringe nelle spalle e incrocia le braccia al petto, dandole le spalle e mettendosi su un gradino nero.
Thomas osserva la sorella maggiore con lo sguardo ferito, quasi a cercare di dividere il dolore in due e prendersene un pezzo per farla stare meglio, anche se non funziona.
Natalia invece sospira perché proprio non capisce, riprende in mano il telefono e legge l'ultimo messaggio arrivato.
Sarebbe una giornata ancora migliore se ci fossi tu.”
Potrebbe o potrebbe non pensare la stessa cosa.
 

 
~
 


 
La settimana successiva è quella maledetta settimana che capita una volta al mese. Robert, per ordine del giudice, può vedere i propri figli a week-end alterni, ogni lunedì e mercoledì e poi un'intera settimana che loro trascorrono a casa del padre, che capita una volta al mese.
Normalmente, Natalia odia quei sette giorni perché è sempre difficile stare lontana da Thomas e Barbara per così tanto tempo, ma stavolta è diverso.
Il suo umore è tutto fuorché buono, quindi sarà solo un sollievo non attaccarlo ai suoi figli, specie a Thomas, che è assolutamente il più empatico.
Si rende conto, però, che la solitudine non fa altro che aumentare i pensieri negativi, e la sua voglia di piangere per qualsiasi cosa.
Invita Harry a cena quel lunedì stesso, e nega a se stessa che le sia mancato.
Indossa un paio di jeans chiari, delle scarpe basse e una camicetta rosa. Ha cercato di pulire una casa già pulita, e ha ordinato cibo cinese perché odia la carne.
Harry è in ritardo di dieci minuti, e quando entra nell'appartamento inciampa sullo zerbino, chiede scusa due volte e poi la bacia.
Natalia si chiede se si abituerà mai al suo tocco e alla sua voce, se mai ci sarà il tempo necessario per farlo.
“Buonasera – Harry si toglie il cappotto lungo fino alle cosce, lo appoggia all'attaccapanni e le sorride dentro al maglione indaco – le prove sono durate più del necessario”
“Non ti preoccupare – lei incrocia le braccia al petto e si sistema meglio i capelli dietro alle orecchie. È in imbarazzo e non sa perché – Spero che il cibo cinese ti piaccia”
Lui inarca le sopracciglia stupito e la segue verso il soggiorno, dove lei ha apparecchiato sul tavolo di vetro.
“Niente ricetta super segreta o cose del genere? - Harry la guarda con gli occhi che scintillano – Sono stupito”
E dal tono della sua voce, lo è davvero.
Natalia prende posto davanti a lui e si stringe nelle spalle, versandosi una generosa quantità di vino francese. Risponde: “Non sono una cuoca provetta, non è mai stata la mia passione. In realtà dovrei iniziare a sperimentarmi anche col cibo, magari riuscirei a far mangiare mia figlia”
Lui si alza le maniche fino ai gomiti tatuati, le fa un sorriso che la rassicura e “Vuoi che le parli io?” domanda.
“Come, scusa?”
“Ho una certa attitudine nel parlare con le adolescenti” spiega, scrollando le spalle larghe.
La guarda mordersi un labbro e tentennare appena, allora sbuffa e “Avanti, - esclama esasperato – So cosa vuoi dire”
Natalia scoppia a ridere e il buco allo stomaco sembra improvvisamente lasciarla respirare come si deve. Appoggia un gomito sul tavolo anche se è da maleducati e lo fissa negli occhi.
“Hai smesso di essere un adolescente da quanto? Tre settimane?” dice, e nonostante tutto lo fa sorridere.
“Non sei simpatica” la riprende, scuotendo la testa.
Non sarà simpatica, ma insieme stanno bene. Passano la cena a raccontarsi cose di poco conto, frammenti di vita interessanti e di quelle volte in cui l'altro avrebbe dovuto esserci perché meritavano davvero.
Natalia lo ascolta e si ritrova a pensare che Harry semplicemente avrebbe dovuto esserci sempre, perché il modo in cui la fa sentire diventa più forte a ogni parola. E quell'incertezza, l'inesperienza, la goffaggine di cui si era liberata anni fa convinta di non averne più bisogno, adesso paiono tutte cose fondamentali. Ed è bello sentirsi in bilico e sicuri di niente, almeno per un po'.
Non parlano di cose importanti, sviano discorsi che potrebbero essere fraintesi e lei ne approfitta per conoscere anche la parte di lui che conosce l'intero mondo.
Scopre che Harry Styles è un chiacchierone, contrariamente a quello che ci si potrebbe immaginare. Parla lentamente, e il più delle volte conclude le frasi con gesti delle mani piuttosto che con le sillabe che proprio non gli vengono. Ti guarda negli occhi a ogni parola, che sia sua o tua poco importa. A sedici anni i suoi compagni di band gli hanno detto di presentarsi alle selezioni di X-Factor quasi a scommetterci su, lui però la cosa l'ha presa seriamente e “Quindi – dice, come se fosse la cosa più normale del mondo – Eccomi qui”
Nel suo di mondo, di cose normali ce ne sono poche, ma per uno che fa questo mestiere da sei anni, tocca vedere il lato positivo e togliere ciò che è negativo, concentrandosi sul fatto che questi sono in assoluto i momenti migliori della vita.
I suoi tre posti preferiti sono l'Inghilterra, l'Africa e la Finlandia. Ci è stato da solo nell'ultimo posto, e quando Natalia si premura a chiedergli come mai, lui sorride e risponde che gli andava così.
Giura – e lo ripete tre volte – di non aver mai toccato una sigaretta, ma quando lei inarca le sopracciglia e inclina la testa da un lato, lui sbuffa una risata e “Ho detto sigarette – tende a specificare – L'erba ce la procura la guardia del corpo di Louis, Alberto. E so che può sembrare un controsenso, ma se ci pensi è più sicuro. Noi sappiamo di prendere solo cose naturali e loro di conseguenza stanno più, uhm, tranquilli”
Non ne fa un uso elevato, comunque, perché preferisce di gran lunga l'alcool. Quando le racconta che uno dei suoi momenti migliori mai vissuti è stato l'incontro e poi il featuring con Robbie Williams a X-Factor, Natalia spalanca gli occhi e per poco non si mette a piangere.
“Quell'uomo era la mia vita! - esclama e Harry ride – Io andavo completamente fuori di testa per i Take That, e quando si sono sciolti non ho mangiato per tre giorni. Sono andata a un loro concerto quando avevo dodici anni, e penso di avere ancora il biglietto in qualche libro”
Il ragazzo la guarda col piatto vuoto e gli occhi appena arrossati per via del vino, mentre fuori inizia a piovere. “Adesso capisci?”
Lei si tampona le labbra con il fazzoletto, smorza la situazione dicendogli di essere davvero sfacciato a ritenersi al pari coi Take That, e Harry ride socchiudendo gli occhi.
In realtà Natalia sa che una vita del genere, il non avere una casa fissa per un anno intero, l'attenzione minuziosa alle persone di cui ti vuoi circondare e tutto il resto, è qualcosa che lei non saprebbe mai gestire.
“Siamo una grande famiglia – spiega Harry, allargando appena le gambe sotto il tavolo – Io e gli altri, dico. In ogni famiglia qualcuno discute, si litiga e si fa pace. Quando torniamo a casa, possono passare settimane intere senza vedersi, ma va bene così. Hai bisogno dei tuoi spazi e di acquistare quel briciolo di monotonia di vita che serve per non farti impazzire ulteriormente”
La metà dei flirt che si leggono sul suo conto, sono frutto di pubblicità promozionale e articoli infondati, Harry ne parla con tranquillità, sorseggiando il vino, dicendo che dopo sei anni ti ci fai l'abitudine e finché c'è gente che ti segue per quello che fai e non per chi ti fai, va bene anche così.
Sparecchiano senza smettere di toccarsi, ci hanno preso gusto e lui ne approfitta per pizzicarle i fianchi e per baciarle il collo.
Si fanno le undici e i piatti sono dentro al lavabo, Natalia mette su il caffè e si volta a guardarlo negli occhi. Harry sorride appoggiato allo stipite della cucina.
“Quindi che facciamo?” le domanda, incrociando le braccia al petto.
Lei spegne il fornello quando l'odore di caffè diventa troppo intenso. Arriccia le labbra, ci pensa su e poi gli risponde. “Facciamo l'amore?”
Gli compaiono le fossette, gli occhi si fanno più vivi per le aspettative, Harry annuisce come un bambino e “Facciamo l'amore” conferma.
 
 
Le voci che dentro la sua testa le ripetono che non è ancora abbastanza si seccano a furia di baci dati a bocca aperta, come vento gelido che colpisce le foglie e tutto il resto.
Harry fa zittire tutto, mentre quello che c'è intorno a loro prende a girare vorticosamente.
 
 
 
~


 
 
Passano l'intera settimana insieme. Si svegliano nudi e stretti, con le gambe che si sfiorano. Fanno colazione insieme se Harry riesce ad alzarsi e poi si augurano una buona giornata baciandosi contro la porta d'ingresso. Lui ha dei servizi fotografici, tre interviste e un appuntamento con l'etichetta, la decisione del tour e la riunione stampa per annunciare le date. Natalia deve far divorziare due coppie e denunciare un uomo per molestie sessuali sul luogo di lavoro, prende caffè su caffè e arrossisce quando Greg le lancia un'occhiata e “Sai ancora di sesso” le dice, squadrandola. Chiama giornalmente i suoi figli e puntualmente ci sono quei sensi di colpa che le salgono dalle ginocchia nel capire di star facendo tutto questo alle spalle di chi le vuole bene.
Si spegne tutto quando Harry fa capolinea nel suo appartamento ancora, ogni sera.
Decide che è il caso di aspettare ancora un po', e fare finta che tutto questo non stia portando a un punto di non ritorno.
Ci penserà poi.


 
~
 


 
A conti fatti, ci pensa di venerdì.
Ha scelto la metropolitana per evitare il traffico del centro, e le scarpe basse per evitare qualche spiacevole inconveniente sul marciapiede.
Passa davanti a un negozio di souvenir, a Kensington, e scoppia a ridere quando la faccia di Harry Styles stampata su del cartone è esposta in bella vista, gli occhi bucati accanto a quella di Obama e della Queen Elizabeth. Scatta una foto e gliela invia, lui risponde con tre punti di sospensione e “Lo so che ti manco già”.
È partito quella mattina all'alba per l'Irlanda, due giorni di talk-show più qualche esibizione nei più importanti talent. Gli ci sono voluti venti minuti per spiegarle la differenza tra Britain's Got Talent e X-Factor. Lei ha poi alzato gli occhi al cielo e gli ha detto che “Proprio per questo non guardo la televisione, capisci?”
Lui le invia una foto di Dublino dall'alto e lei gli augura una buona giornata con una faccina sorridente, che fa tanto liceale ma sì, chissenefrega.
Davanti a casa di Gemma e Klayton, però, si sente un po' meno sicura. Ma ha trentaquattro anni, e gli anni in cui si nascondevano le cose alle proprie migliori amiche è finito da un pezzo.
(è finito anche il tempo di identificare amiche con l'aggettivo migliore, in realtà)
Suona il campanello, si passa le mani sul cappotto all'altezza dei fianchi e fa un respiro profondo.
È la padrona di casa ad aprirle, struccata e coi capelli legati in una crocchia sfatta, con Timon a solleticarle il tessuto dei pantaloni viola della tuta. Sembra sorpresa di trovarla alla sua porta, e subito mette in mostra la sua espressione più dura che riesce a pescare alle undici del mattino, per poi schiarirsi la voce e domandarle: “Sì?”
Natalia fa un sorriso tirato, “Posso parlarti?”
Gemma la fa entrare dentro, lasciandole posare il cappotto all'ingresso per poi condurla in salotto e offrirle qualcosa, che la donna non accetta.
Si siedono una sul divano a stampa floreale e l'altra sulla poltrona bianca, e insieme esordiscono dicendo le stesse parole.
“Mi dispiace”
Poi ridono, la tensione che si scioglie come cera contro una fiamma. Gemma si porta dietro l'orecchio qualche ciocca sfuggita dalla presa della sua spilla e “Davvero, Lia – riprende – Non avrei dovuto dirti tutte quelle cose orribili. Sono stata davvero una stronza, scusa”
Natalia accavalla le gambe e appoggia il gomito sul bracciolo della poltrona. “La sei stata, – concorda – ma non posso di certo biasimarti, ne avevi tutto il diritto. So che fare tutto questo alle tue spalle è stato davvero pessimo da parte mia, e ti giuro che non so cosa accidenti mi sia preso”
Gemma scrolla subito le spalle, infila le mani in mezzo alle sue cosce per tenerle calde. “È amore” dice semplicemente.
Natalia apre bocca per ribattere, ma l'amica è più veloce.
“So che ti risulta difficile vederla da questo punto di vista – aggiunge subito, come a leggerle nel pensiero – ma se tu provassi a concentrarti sugli aspetti positivi della cosa, capiresti che non è così male come credi”
“Non è come è stato con Robert” mormora Natalia.
“Certo, e con nessun altro uomo sarà come è con Harry, ma questo perché la gente è diversa, Natalia, ed è ora che tu capisca che non tutti sono qui per farti soffrire. So che tieni a mio fratello, e so che lui tiene a te, e non sarò io a mettere a rischio quello che c'è tra di voi. - Gemma fa un pausa, si mordicchia le labbra in cerca di parole – Quello che voglio farti capire è che finché fuggi dalla responsabilità e dalla consapevolezza che sia qualcosa di più grande, la sofferenza che tu stai cercando di evitare sarà doppiamente più forte. Non ti stai sposando un'altra volta, stai semplicemente vivendo una storia d'amore...”
“Con un ventenne”
“...con una persona che è disposta a darti tanto, non ti basta?”
“Certo che mi basta! - esclama subito Natalia – Posso sopportare tante cose, Gemma, e lo sai. Lui mi ha parlato di quanto le ragazze che ha frequentato, le amiche che ha frequentato, siano subito state attaccate. Tu sai che io questo posso sopportarlo. Posso sopportare il pensiero degli altri, della gente che non mi conosce e che non sa. Posso sopportare qualsiasi pagliacciata, e tutto ciò che comporterebbe avere accanto una persona così conosciuta. Quello che non riesco a reggere è...”
Le parole umide che sanno di orgoglio ferito non riescono a uscire, la gola le si chiude improvvisamente e deve fermarsi per riprendere fiato e deglutire.
Quanto spaventa aprire l'armadio e vedere che ci sono ancora le ossa di qualche scheletro.
“...l'abbandono. Io non riesco a reggere un'assenza così grande, è più forte di me. Per questo cerco in tutti i modi di sminuirci, cerco di classificarla come qualcosa che prima o poi finisce, perché se chiudo gli occhi e smetto di pensarci, ho il terrore di riaprirli un giorno e vedere che lui se n'è andato”
Si asciuga frettolosamente le palpebre bagnate, cercando di togliere via il mascara colato. Si sente stupida a parlarne, perché le paure se dette ad alta voce risultano sempre troppo asettiche, non rendono l'idea.
Gemma rimane in silenzio, un sorriso delicato sulle labbra e il volto appena chinato in un'espressione quasi materna, come se avesse davanti a lei una bambina.
“Smettila di nasconderti” mormora, dolce.
Un sospiro.
“Lo so”



 
~


 
 
Harry atterra a Londra di domenica pomeriggio, e il primo posto in cui fa tappa è l'appartamento di Natalia. Lei gli apre ma non lo accoglie, si rintana subito nella penombra della sua camera già buia, illuminata dall'abatjour, lo sguardo vacuo e la vestaglia leggera, trasparente.
Lui entra nella stanza con ancora addosso il cappotto nero, gli occhi stanchi e i capelli legati.
“Ti ricordi quella volta, nel mio ufficio?”
La voce di Natalia è un soffio grave, intenso. Parla tenendo le pupille verso il pavimento, la coperta tra le dita per controllare i movimenti del suo corpo in frantumi.
“Mi hai detto che dovevano avermi fatto davvero molto male”
“Natalia...”
“Lo hanno fatto”
Lo sente togliersi il cappotto e appoggiarlo sul letto, poi lo vede davanti a lei, curvo sulle spalle per guardarla. Le prende le mani tra le proprie, fredde e callose, e la fa alzare in piedi per abbracciarla forte, circondandola e seppellendola tra i suoi muscoli tatuati.
Natalia trema, vacilla ma non piange. Si stendono sul letto che lei non ha avuto la forza di rifare e si tengono stretti quando inizia a raccontare.
Sono parole che fanno male se pensate ma ancora di più quando prendono forma e voce, perché capisci che sono vere e non puoi nasconderle da qualche parte.
C'è il segno della separazione da un porto sicuro, e la consapevolezza di non essere abbastanza per la persona che si ama. E allora ti chiudi, dice lei, perché è l'unico modo che hai per bastarti. Perché inizi a capire che più dai agli altri meno ti rimane per te stessa, e la sensazione di guardarsi allo specchio e vedersi completamente vuota arriva anche a trent'anni.
Tra il respiro cadenzato di Harry, Natalia spiega che è difficile convivere con la voce che nella tua testa ti ripete che c'è qualcuno migliore di te, e qualcuno disposto a perderti con tanta facilità, qualcuno che sa come rimpiazzarti, e colmare appieno ciò che non sei.
E non è facile imparare da capo a fidarsi di qualcuno senza pensarci, e pensare al fatto che se finiscono i matrimoni perfetti con due figli e tanti soldi, anche dodici anni di differenza sanno come spezzare le persone.
Harry le bacia la tempia, con le dita le spazza via le lacrime e la stringe un po' di più come se gli stesse sfuggendo.
Si fanno i conti con cose che i soldi di una carriera artistica non compreranno mai, e c'è da chiedersi, lei parla, se si è disposti a sacrificarsi un po', e darsi sempre di più per raccogliersi sempre di meno, con qualcosa che manca, un tassello della nostra persona che lasceremo nelle mani di chi ci giura di non smarrirci.
In ricchezza e in povertà, e in salute e in malattia e tutti i giorni della nostra vita.
Glielo chiede a bassa voce, contro il suo collo.
Harry annuisce lentamente, le accarezza i fianchi.
“Posso sopportarlo”
 
 
 
 
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Mommy!”
Thomas saltella giù dalle scale del portone d'ingresso della casa dei nonni con le braccia già spalancate, pronte a stringere quelle di Natalia, chinata per accoglierlo con amore.
“Ciao, sweetie – lo saluta, pizzicandogli una guancia e poi stampandoci sopra un bacio rumoroso – Come stai?”
Si rialza in piedi, sistemandosi i pantaloni neri che porta e puntando lo sguardo verso quello di sua madre, in piedi sullo zerbino di casa, l'espressione dura e i capelli color miele legati come di consueto.
“Non riesci neanche a salutare la donna che ti ha messo al mondo – la rimprovera, con uno sbuffo esasperato – Vieni dentro e saluta tuo padre”
Dalla finestra della cucina, Samuel Dunn scuote la testa energicamente e con gli occhi le intima di non entrare per alcuna ragione. Natalia ridacchia insieme all'uomo e questo le manda un bacio volante. Suo padre è un santo.
“Facciamo un'altra volta – riprende poi a parlare, verso sua madre – Dobbiamo andare a prendere anche Barbara”
Afferra la mano piccola e paffuta di Thomas ed Helga sbuffa seccata. “Non solo sei una pessima madre, ma anche una pessima figlia” si lamenta.
È una donna elegante, Helga Griffin in Dunn. Mai un capello fuori dallo chignon stretto, le rughe coperte alla perfezione da trucchi costosi e vestiti ogni volta abbinati nei minimi dettagli, con quell'amuleto al collo regalatole dal padre e la fede argentata che brilla all'anulare. Una donna elegante, bella, che sa tenersi in forma.
È un vero peccato che sia completamente una stronza.
Natalia ci ha ormai fatto l'abitudine, sua madre è sempre stata severa nei suoi confronti, troppo poco permissiva durante l'adolescenza e poi impassibile negli anni successivi. È assolutamente convinta che sua figlia sia un'incapace nel ruolo di madre, e pare divertirsi un mondo a farglielo presente ogni volta. Per non parlare dell'argomento 'Robert'. Natalia potrebbe tranquillamente scrivere una collana di libri a proposito dell'amore spropositato di Helga nei confronti dell'ex marito della figlia.
È una fortuna che esista anche suo padre Samuel, che è l'opposto della moglie. Natalia adora suo padre, l'ha sempre fatto fin da quando era piccolina e gli si nascondeva dietro le gambe quando Helga alzava troppo la voce e lo fa tuttora, perché è un uomo buono come il pane, sempre con il bicchiere mezzo pieno e gli occhi luminosi di positività.
Natalia sbuffa e “Saluta la nonna, cutie pie” dice a Thomas.
Il bambino alza la mano che non è occupata a stringere quella della mamma e la sventola in aria. “Ciao ciao, nonna” sorride, camminando verso la macchina.
Nel mettere in moto, Natalia sorride tra se e se e si chiede quanto potrebbe essere mortale l'infarto di sua madre se scoprisse che si sta portando a letto un ventiduenne milionario.
 
 

 
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Le cose con Harry iniziano a farsi più serie, anche se il passo di entrare nella quotidianità non l'hanno ancora affrontato.
Capita che comunque lei vada a casa di lui o che passino la serata fuori città, in posti improbabili dove nessuno ha tempo da perdere per scattare loro una foto.
Il babysittering di Susan diventa qualcosa normale, e ogni volta che Natalia esce, l'amica non fa altro che ripeterle frasi di incoraggiamento a doppio sfondo che la fanno arrossire e controllare che nessuno dei suoi figli stia ascoltando.
Quando Debbie viene a sapere della sua pseudo relazione, esulta con uno straordinario Lucky you!” e poi con una serie infinita di domande a cui chiaramente Natalia non è intenzionata a rispondere.
Harry è premuroso, goffo, una sorpresa continua, ed è una fiamma che non si è ancora spenta.
Con l'anno nuovo, Harry inizia a fare il giro dell'Europa che precede il tour mondiale che inizierà a metà marzo, e Natalia vive la sua serenità come gelosamente, evitando accuratamente tutto ciò che potrebbe rovinarla.
Poi però si inizia a sentire il vento che da dietro ti spinge avanti, contro qualcosa di più grande, e lei allora inizia a rivalutare la cosa, e a guardare Harry negli occhi e chiedersi se siano pronti o meno.
Harry è goffo sì, ma sa come restare in piedi e soprattutto come non far cadere lei. È una persona attenta, precisa, istintiva forse, ma regge.
Natalia si dice che forse è arrivato il momento. E forse andrà bene.
 
 
 
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Fuori piove, e il cielo è già completamente scuro nonostante siano appena le cinque e un quarto, ma gennaio in Inghilterra è sempre così.
Natalia entra in salotto lentamente, a braccia incrociate, e osserva con attenzione le teste chinate dei suoi figli, entrambi seduti sul tavolo mentre fanno i compiti alla luce artificiale della lampada.
Sorride intenerita e fa un ultimo passo avanti, arricciando poi le labbra.
“È okay per voi se stasera viene a cena una persona?”
Due paia di occhi si focalizzano subito su di lei, curiosi.
“È una persona simpatica?” s'informa subito Thomas, la voce dolce e i capelli dietro le orecchie per evitare che gli diano fastidio.
“Molto simpatica” risponde Natalia, annuendo.
“È il tuo ragazzo?” chiede invece Barbara, inarcando un sopracciglio chiaro.
La madre spalanca gli occhi e si schiarisce la voce, cercando di spiegarsi.
“Non dire bugie, mamma – la riprende Thomas affettuosamente, ancora prima che lei parli – Zia Susan ci ha detto tutto”
Maledetta.
“Non è illegale?” riflette ancora Barbara, e Natalia sbuffa.
“Pronto? Sono un avvocato, sai?”
“Fallo venire, mamma – Thomas le sorride con il pennarello blu in mano – Aveva dei capelli carini”
Natalia gli sorride di rimando e poi si rivolge alla figlia. “E tu? Che mi dici?”
Barbara scrolla le spalle indifferente e “Okay” risponde, pratica.
Da quando ha ricominciato gli allenamenti di atletica, agli inizi del mese, Natalia ha notato dei piccoli cambiamenti che non hanno fatto altro che riempirla di gioia. Barbara mangia quasi in modo normale adesso, e sorride più volte al giorno. Ha anche fatto amicizia con delle ragazzine del corso. Non vanno ancora propriamente d'accordo come una volta, ma sono passi avanti non indifferenti.
“Okay” ripete, e sorride.
 



 
Harry arriva tardi, verso le sette per via di una riunione più lunga del previsto. Sa di ufficio, colonia maschile e di vestiti pesanti.
Entra nell'appartamento e subito Lennon inizia a scodinzolargli contro le caviglie fasciate dai jeans neri. Lui lo accarezza affettuosamente, un po' impacciato, e poi si rialza in piedi per baciare le labbra di Natalia, appoggiandole una mano sul fianco, come un marito dopo una giornata di lavoro.
Le chiede se sta bene e lei gli risponde di sì facendogli appoggiare il cappotto pesante all'appendiabiti.
C'è odore di riso e verdure, e la tavola in salotto è già apparecchiata.
Harry si guarda intorno, forse aspettando l'entrata dei bambini, e Natalia lo bacia ancora, senza perdere il sorriso imbarazzato.
“Vieni, te li presento come si deve”
La stanza di Thomas ha una finestra sul soffitto, dove adesso batte la pioggia invernale. Lui è in piedi davanti al suo cavalletto da disegno, e con la matita a punta ormai consumata traccia linee astratte sul foglio bianco. Il parquet scuro è un insieme di pastelli colorati e pennarelli, tempere chiuse e pennelli ancora da usare. Alle pareti ci sono appesi vecchie opere d'arti, più qualche riproduzione di Picasso, che è in assoluto il pittore preferito di Thomas.
Harry si guarda intorno mentre Natalia lo fa entrare nella camera e non smette di sorridere meravigliato, come se fosse entrato in un'altra dimensione, un altro mondo.
Thomas non li nota subito, Natalia lo deve richiamare perché quando disegna è difficile che riesca a percepire ciò che proviene dall'esterno. Quando si volta, con la matita ancora tra le dita, i suoi occhi chiari si accendono di curiosità, mentre sbatte le palpebre e fissa Harry, aprendosi in un sorriso dolcissimo.
“Ciao – sventola in aria una mano – Tu devi essere Harry”
Il ragazzo sorride a propria volta e annuisce, porgendogli le dita in segno di educazione, che il bimbo stringe ridacchiando. “E tu devi essere Thomas. È un piacere rincontrarti”
“I tuoi capelli sono molto più lunghi adesso – riflette il piccolo – Sono tanto carini”
“Sono tanto carini anche i tuoi” si complimenta Harry.
Thomas scrolla le spalle, s'imbroncia un poco. “A scuola qualcuno dice che sono da femmina” mormora.
Nah – il ragazzo fa un gesto incurante con la mano, si sistema la manica del maglione rosso sopra al cinturino nero dell'orologio – E poi alla tua mamma piacciono molto”
“Assolutamente” concorda Natalia, facendo un passo avanti.
Ha gli occhi lucidi e il cuore che rischia di scoppiarle da tutto l'amore che sta contenendo.
Thomas ride e guarda Harry dal basso. “Sei strano” gli dice, e il suo tono di voce rende la cosa il miglior complimento del mondo.
Il giovane sorride. “Anche tu”
 
 
Entrare nella stanza di Barbara richiede più moderazione. Aspettano il permesso da dentro la porta socchiusa, e quando varcano la soglia, la ragazzina è seduta sul proprio letto, in mano un libro completamente rosa e l'espressione corrucciata. Indossa i suoi occhiali da lettura, e ha i capelli legati che le cadono da tutte le parti, sulla schiena, sulle spalle strette e sul petto piatto.
“Tesoro – Natalia le si avvicina, fa un sorriso – Ti ricordi di Harry?”
Il ragazzo fa un passo avanti, alza una mano e “Ciao, Barbara” la saluta, gentile.
“Certo che mi ricordo – risponde la ragazzina, ma non ricambia il gesto – Tu sei quello coi piedi grandi di cui le mie compagne di classe parlano sempre”
“Ah sì? - lui sorride – E cosa dicono?”
“Non lo so, non m'interessa. Cose molto noiose, comunque”
Con gli occhi torna sulle pagine del libro, come se la conversazione fosse finita lì.
Natalia ridacchia appena all'espressione stupita di Harry, poi annuncia che la cena sarà pronta tra dieci minuti ed entrambi escono, tornando al piano inferiore, dove Lennon guarda fuori dalla finestra concentrato.
“I tuoi figli sono meravigliosi” esordisce Harry, quando varcano la cucina.
Natalia gli lancia uno sguardo un po' perplesso, e lui continua: “Davvero, sono fantastici. È così strano trovare un ragazzino che ami l'arte a quest'età, o una dodicenne così tanto...elegante, armoniosa. Hai veramente fatto un ottimo lavoro”
Lei allora sorride, perché i complimenti sui suoi figli sono ciò che la rende più orgogliosa. Gli lascia un bacio a stampo sulle labbra e gli offre un bicchiere di vino rosso.

 
 
Mangiano riso, hamburger di soia e insalata. La cena va divinamente, contro ogni aspettativa.
Thomas continua a raccontare di questo o di quell'altro, facendo un milione di domande all'ospite e ricevendone altrettante. Barbara è più silenziosa, ma non per questo meno presente. Harry le cita diversi gruppi e cantanti, lei puntualmente scuote la testa e ribatte: “Non mi piace la musica”. Lui non riesce a concepire una cosa del genere, e sa che presto le farà cambiare idea.
Natalia ascolta, interviene e ride come non mai, e quasi si pente di aver aspettato così tanto per un momento tanto perfetto come questo.
Harry non fa alcun riferimento alla sua vita come artista, come personaggio famoso, non dice niente che possa ricondurre a quello che fa normalmente, ai soldi nelle sue tasche, a qualsiasi cosa faccia parte della sua figura. Invece parla della sua persona, del fatto che gli piaccia tanto cantare i Two Door Cinema Club quando è a casa da solo, o che il suo iPod sia lo stesso da sei anni e che non abbia assolutamente intenzione di cambiarlo. Ha tanti conoscenti, e qualche amico fondamentale, e un tipo di nome Zayn a cui le opere d'arte di Thomas piacerebbero tanto.
Si stringono le mani sotto al tavolo, lui e Natalia, e ogni volta che lei sorride non riesce a fare a meno di aumentare la presa, come se gli fosse infinitamente grata.
È una serata meravigliosa, che si riempie senza aver bisogno delle due ore di televisione. Restano a tavola a raccontarsi come se ci si conoscesse da una vita.
Come una famiglia.
 


 
 
Dal quel momento in poi, ogni scusa è buona per passare del tempo insieme. Harry inizia a frequentare la loro casa regolarmente, addirittura prende confidenza con Lennon e porta a scuola Thomas se si ferma a dormire la notte a la mattina non riescono a svegliarsi in tempo.
Non parlano della loro relazione, perché non ce n'è bisogno. È scontato, ed è impossibile, specie per un avvocato che ha bisogno di una praticità concreta che abbia forma e nome.
Loro la forma ce l'hanno, ed è compatta e apparentemente stabile, fissa.
Ci manca il nome, che per ora sembra non importare. Neanche a lei.
 
 
 

~
 
 
 
 
Casa di Robert è nei pressi di Kensington, ed è una bellissima villetta a schiera, di un rosso opaco con la porta d'ingresso blu.
Barbara è agli allenamenti di atletica, e per via di un imprevisto sul lavoro, Natalia non è riuscita ad andare a prendere Thomas, chiedendo quindi la disponibilità al suo ex marito.
Si sforza di scendere dalla sua Mini Cooper e di aspettare sul marciapiede che suo figlio esca dalla casa del padre, un po' impaziente.
Sa che la meravigliosa nuova moglie di Robert non ha il coraggio di farsi vedere quando c'è lei, ma ciò non toglie il fatto che è sempre meglio prevenire che curare.
Thomas apre la porta d'ingresso con un sorriso contagioso e i capelli scompigliati, scendendo gli scalini di roccia con uno zaino quasi più grande di lui, la divisa scolastica ovviamente fuori dai pantaloni e qualche traccia di marmellata di fragola ancora sulle guance paffute.
“Ciao, mommy!” la saluta, andandole incontro.
Natalia lo abbraccia dolcemente, lasciandogli un bacio rumoroso sulla fronte, poi torna in piedi e guarda negli occhi Robert, che sta scendendo a propria volta gli scalini, più lentamente, come per studiarla meglio.
È ancora un uomo bellissimo, che sa come tenersi in forma. Le sue guance sono lisce, i capelli portati all'indietro in un taglio elegante, gli occhi verdi contornati da ciglia foltissime e lo sguardo fiero, imponente. Indossa un paio di pantaloni scuri da ufficio e una camicia bianca con le maniche rialzate sui gomiti nonostante sia quasi febbraio, un paio di scarpe lucidissime e quella solita espressione che lei volentieri prenderebbe a schiaffi da mattina a sera.
“Ciao, Natalia” la saluta, col tono di voce a marcare il nome della donna.
Passa una mano tra i capelli di Thomas che sbuffa appena – è l'hobby preferito di molti – e poi gli chiede di aspettare la mamma in macchina. Il bambino esegue dandogli un altro bacio sulla guancia e Natalia arriccia appena le labbra, perché se c'è una cosa che eviterebbe di fare è avere ancora qualsiasi tipo di contatto con l'uomo che l'ha frantumata.
Lui la guarda senza perdere il sorriso bastardo di chi prende in giro ma con eleganza, poi esordisce: “E quindi...un cantante ventiduenne”
“Oh santo cielo – esclama Natalia, incredula – Sei davvero patetico”
“Patetico? Io?” lui finge di non capire, sbatte le palpebre più volte.
“So prendermi cura di me stessa anche da sola, Robert – ribatte la donna, pratica – E non penso che questi siano affari tuoi”
Il sorriso del suo ex marito si allarga appena mentre dice: “Tua madre non la penserebbe così”
“Mia madre può pensare quello che vuole – Natalia rotea gli occhi al cielo, incrocia le braccia al petto – Sono scelte mie”
“Non finché queste scelte vengono a contatto coi miei figli” spiega Robert, un po' più duramente.
Lei accenna una risata esasperata, fa un passo indietro. “Beh, non mi sembra che tu abbia chiesto la mia approvazione quando hai presentato ai miei figli la donna che ti sbattevi durante il nostro matrimonio, o sbaglio? Mister Padre Premuroso Dell'Anno può stare tranquillo, non c'è niente di cui preoccuparsi”
Si volta ancora prima di sentirgli dire qualcosa, perché il tempo da perdere dietro a gente del genere ha smesso di averlo da un po'.
Rientra in macchina, controlla lo specchietto e lancia un sorriso all'occhiata curiosa che Thomas le rivolge.
 
 
 
~

 
 
Passano due giorni – un vero e proprio record -, prima che evidentemente Robert chiami Helga per spifferarle ogni cosa.
È domenica e Harry si è già infilato il cappotto per una delle ultime sessioni di prova che procedono il tour. Natalia, all'ingresso, lo sta salutando come si deve, abbottonandogli le asole e ridendo quando lui si china per baciarla e distrarla.
Il cordless prende a suonare, facendole alzare gli occhi al cielo. “Vai, se vuoi” gli dice, ma lui scuote appena la testa e la guarda prendere il telefono e rispondere alla chiamata.
“Pronto?”
Come diavolo ti salta in mente!”
Natalia scoppia a ridere, perché ovviamente se lo aspettava, prima o poi. Harry le lancia un'occhiata confusa e lei mima con le labbra “mia madre”, mentre quella continua a usare termini assolutamente poco educati per una donna come lei.
Passano cinque minuti buoni prima che Helga si calmi quel poco necessario per dirle che “Tuo padre ti vuole parlare. E ti vuole parlare adesso”.
Natalia tentenna appena, ma alla fine sospira e riattacca, accettando. D'altronde, Simon non la disturberebbe mai di domenica pomeriggio se non fosse qualcosa di importante.
“Tutto bene?” Harry è ancora davanti a lei, e la guarda con un velo di preoccupazione.
“Quel cane del mio ex marito – spiega, come se fosse una risposta esaudiente – Devo andare dai miei in questo preciso istante prima che mia madre impazzisca del tutto e ho assolutamente bisogno di chiamare qualcuno che si occupi dei miei figli mentre sono via, visto che sarà una cosa molto lunga”
Fa mente locale delle persone a lei fidate mentre lui la osserva con un sorriso tenero sistemare velocemente la casa e iniziare a chiamare Thomas e Barbara, rintanati nelle loro stanze per i compiti.
Gemma e Klayton sono nel Chershire per il fine settimana, Debbie è sicuramente con la suona nuova fiamma e Susan è in Spagna per lavoro.
“È a Brighton, dai genitori della sua nuova moglie – Harry le viene incontro non appena tra la rubrica del proprio telefono, Natalia cerca il numero di Robert – Ti ha svegliata stamattina per dirtelo, e tu ti sei arrabbiata un sacco perché non te ne fregava niente”
La donna annuisce, impreca.
“Non puoi portarli con te?” le chiede lui, appoggiandole le mani sui fianchi in un vago tentativo di calmarla.
Ci riesce, perché le spalle piccole di Natalia si ammorbidiscono appena.
“Non ho bisogno di spettatori per tutto quell'inferno” sospira poi.
Lui annuisce e contro le sue labbra macchiate di rossetto chiaro prende a sorridere appena, stampandoci sopra un bacio delicato, leggero.
“Posso portarli con me” propone.
E se aveva appena trovato una quasi pace, tra le sue braccia, Natalia improvvisamente si ritrova ancora più tesa, mentre spalanca gli occhi e si allontana da lui, appoggiandogli le mani sul petto quando Harry cerca di diminuire la distanza.
“Cosa?”
“Sì, insomma – il ragazzo scrolla le spalle, sembra essere in difficoltà – Sarebbe una domenica particolare, ma ce ci pensi potrebbe anche andare bene. Abbiamo almeno sei guardie del corpo e sarebbero comunque controllati a vista da tutto il personale, me compreso. I figli delle nostre stylist sono sempre dietro le quinte”
Natalia sbatte le palpebre più volte, spera vederlo scoppiare a ridere da un momento all'altro. “Cioè, fammi capire bene. Tu vorresti portare i miei figli alle prove di un tour mondiale?”
“Proprio così”
“Tu sei assolutamente fuori di testa, Harry! - esclama, ridendo – E se succede qualcosa, qualsiasi cosa, giuro che ti uccido”
 
 
 
 
 
Quando varca la soglia della casa dei suoi, Natalia si passa una mano tra i capelli e sospira. Suo padre la fa entrare nel piccolo ingresso coi muri ricoperti da carta da parati rossa, per poi scuotere appena la testa e indicarle con un cenno la cucina. “Noi due parleremo poi – le dice, nel vederla aprire bocca – Ora affronta il mostro”
Helga è seduta sul tavolo di legno scuro, le mani congiunte e l'espressione glaciale. Davanti a lei c'è una piccola tazzina da caffè che fuma ancora.
“Siediti, Natalia” le dice, non appena la figlia entra nella stanza.
“Sto bene in piedi, mamma – ribatte Natalia, avvicinandosi al lavabo per appoggiarvici contro – Ma grazie dell'invito”
Helga sospira come quando sta per fare un discorso importante e col tono ferito mormora: “Pensavo di averti educato meglio di così...”
“Oh mio dio, mamma! - Natalia alza subito gli occhi al cielo – Non ho mica sposato un tossico dipendente!”
“Sarebbe stato meglio! - strilla la madre, spalancando le palpebre – Un ragazzino! Per di più famoso! Quelli come lui diventeranno presto dei tossici, lasciamelo dire!”
Natalia scoppia a ridere, cercando di camuffare tutto con vari colpi di tosse. Chiaramente Helga non conosce Harry Styles.
“Non ridere!” la rimprovera, arrabbiata.
La figlia fa un respiro profondo e lancia un'occhiata a suo padre, rimasto fermo sulla porta con un sorriso appena accennato.
“Cosa dovrei fare, mamma? Lasciarlo? - esclama poi – Non ho più dodici anni, non puoi impedirmi di fare qualcosa, e questo discorso è assurdo. Decido io chi fare entrare o meno nella mia vita”
“È un bambino, Natalia!”
“No! È un uomo, una persona meravigliosa, che sa come farmi stare bene – stringe forte i pugni, sentendo un'improvvisa voglia di piangere – Porca miseria, è così brutto vedere la propria figlia stare bene per una dannata volta nella vita? Ti fa così arrabbiare sapere che nonostante il modo con cui mi ha ridotta Robert, io sia andata avanti e abbia trovato una persona che sa come prendermi?”
Non pensa di aver mai fatto tacere sua madre in trentaquattro anni di vita. Si sente vagamente soddisfatta dall'espressione persa di Helga, oltre che incredibilmente vuota per averlo finalmente detto.
Suo padre le fa cenno verso la porta, segno che è arrivato il suo turno. Natala, col cappotto ancora addosso, fa un respiro profondo e “Buona domenica” dice, seguendo Simon fuori casa.
 

 
Si siedono sugli scalini, e lei sa che è uno di quei momenti in cui suo padre rimpiange di aver smesso di fumare sigari cubani.
Non parlano per qualche minuto, perché il loro è un rapporto un po' così, ma osservano la strada riempita di case lussuose e colorate, fino a che l'uomo non si volta a guardare gli occhi uguali a suoi della figlia e “Allora – esordire – Com'è questo uomo che ti fa stare così bene? Oltre che giovane e ricco, ovviamente”
Natalia arrossisce, gli dà una spallata leggera e si mette a sorridere tanto.
“Lui è...d'oro. Sai, ci sono un sacco di persone che possono splendere, un sacco di persone che ti fanno credere di essere importanti, ma è diverso. Lui è d'oro, semplicemente. È...prezioso
Nel momento in cui lo dice, realizza di non avere abbastanza parole per descrivere quello che Harry è, nonostante tutto quello che hanno passato insieme. Capisce che la cura, la passione, l'amore che lui le dà tutte le volte, semplicemente sfiorandola, non avranno mai voce, e resteranno sempre gesti essenziali che col tempo hanno impiantato i pali portanti della loro relazione. Non riesce a immaginare una vita senza di lui, proprio perché sa come sarebbe se lui decidesse di andare via.
Lui padre non glielo chiede, perché conoscere abbastanza Natalia da capire che non è il momento adatto. Invece si limita a guardarla negli occhi, e lei conosce abbastanza bene suo padre da capirlo e basta.
“Sì, papà – ammette quindi – Lo amo”
 
 
 
Sulla via del ritorno, scopre quattro chiamate perse da parte di Harry. Sono le sette e ventisei e la cosa la preoccupa abbastanza. Prova a richiamarlo collegando il telefono all'impianto della macchina, senza nessuna risposta.
Legge comunque il messaggio che le arriva l'attimo successivo, e si rilassa contro il sedile.
Ti aspettiamo a casa
Ed è bello, il sapore che ha. Sembra una promessa, e potrebbe farci l'abitudine.
 
 
 
Quando entra nell'appartamento, le luci sono soffuse, ed è tutto silenzioso. Natalia si toglie il cappotto e appoggia la borsa, osservando la scena che ha davanti con gli occhi improvvisamente lucidi per l'intensità dell'emozione.
Harry è seduto sul divano, gli occhi chiusi e le gambe larghe, e le sue braccia stringono sia Barbara che Thomas, anche loro dormienti. Sono raggomitolati tra di loro, incastrati sul corpo tonico del ragazzo, e Barbara ha indosso il suo maglione grigio, di molte taglie più grandi di lei.
Nel sentirla fare un passo avanti, Harry apre un occhio stanco e poi l'altro, lanciandole un sorriso pigro che le fa battere il cuore.
“Ciao” mima con le labbra, silenzioso.
Anche Lennon sonnecchia sul tappeto, come una guardia sicura. Il ragazzo ci mette un po' ad alzarsi in piedi, fa piano per liberarsi dalle braccia piccole dei bambini e cerca di compensare la sua assenza con un cuscino.
Segue Natalia in cucina, e prima ancora che lei possa baciarlo e salutarlo e toccarlo, lui la blocca con un mormorio incerto.
“È successa una cosa”
“Bella o brutta?”
Si siedono sul tavolo, e il giovane si passa una mano tra i capelli, aggrottando le sopracciglia. “Bella, suppongo”
Natalia annuisce e lo incita a continuare.
“Beh, ecco. Durante le prove, Barbara mi ha chiesto se poteva andare in bagno e allora io l'ho fatta accompagnare da Paul, il nostro boyguard, no? Sai...per precauzione. Ecco, dieci minuti dopo lui è tornato e mi ha detto che Barbara non era ancora tornata ma che non aveva intenzione di entrare, così sono, sai, andato io. E quando sono arrivato in bagno, lei era rannicchiata su se stessa e piangeva tipo un sacco e mi sono preoccupato tantissimo perché i suoi jeans erano sporchi di sangue e continuava a dire che le faceva malissimo la pancia...”
“Vuoi dirmi che Barbara ha avuto le sue prime mestruazioni con te?” lo interrompe Natalia, e dentro di sé è combattuta tra il ridere a crepapelle o lasciarsi andare alla gioia per un momento così importante come quello.
“Avesti potuto dirmelo! - l'accusa Harry con un broncio, arrivati al succo della questione – Ho perso tre anni di vita lì dentro, Natalia! Pensavo che si fosse fatta male o cos'altro, e invece quando ho chiamato Louise per capire che accidenti stesse succedendo, le è bastato parlare due secondi con Barbara per capire tutto. Addirittura se s'è presa con me perché volevo portarla in ospedale”
“Volevi portarla in ospedale per una cosa del genere?” adesso sì che può ridere.
Lui non sembra dello stesso umore. “C'era del sangue! - esclama, piccato – E continuava a dire che le faceva male la pancia, cos'altro potevo fare? Louise l'ha aiutata a cambiarsi, io le ho dato il mio maglione e l'ho abbracciata per tutto il tempo...È stato...importante. Ma anche parecchio terrorizzante, credo di essere andato in panico un paio di volte”
Deve rendersi conto della cosa, a quel punto, perché scoppia a ridere anche lui, scuotendo la testa e stringendole una mano sulla superficie del tavolo.
“Grazie, Harry” dice Natalia, sincera.
“Figurati – risponde, senza smettere di sorridere – Sul viaggio di ritorno penso anche di averla fatta innamorare di Ben Howard. È un passo avanti, no?”
Un passo per volta, passi da giganti.
Non si torna più indietro.
 
 
 
~


 
 
È un rapporto che si basa sulle parole che non si riescono a dire. Le si dimostrano, certo. L'amore lo capisci da come il tuo tocco cambia, dagli occhi che hanno un modo diverso di guardare e ammirare, l'amore lo sai anche se non ne parli.
E non parlarne è da bastardi, perché sai che alla prima incertezza ti puoi tirare indietro, e dire che invece era tutto falso, e dire che non è mai esistito niente.
Quando ti prende il panico, senza parole sarai sempre salvo, indipendentemente dalla persona che stai lasciando.
Pensavo che mi ammassi, sì ma non te l'ho mai detto.
E allora non è vero. Non esiste.
 
 
~


 
 
Si vanno a rovinare da soli, per una sciocchezza.
Thomas vuole mostrare a Harry l'ultimo suo capolavoro, così da darlo a Zayn perché “Zayn è un grande molto simpatico, mamma. E ha tanti tatuaggi belli”.
Lo tiene stretto per una manica, facendolo inciampare più volte sui suoi piedi privi d'equilibrio.
Natalia ride intenerita alla scena e richiama il piccolo per fare attenzione.
Dice: “Amore”
E quello che si gira è invece Harry. E lo fa con un sorriso, come se fosse una cosa normale. E anche Thomas pensa che Natalia si stia riferendo al ragazzo e non a lui, perché riprende a camminare e a borbottare: “Harry, vieni, vieni”.
L'espressione della donna è indecifrabile, e il suo corpo è come improvvisamente spento, freddo.
Harry smette di sorridere nel momento in cui comprende quello che è appena successo, e capisce che il punto in cui si sono fermati è ben dopo il punto che pensavano di star raggiungere.
Boccheggia, quasi a trovare una bugia adatta, ma non gli esce fuori niente, perché semplicemente è troppo tardi.
Sale al piano di sopra, in camera di Thomas, mentre Natalia rimane ferma in salotto per diversi minuti, senza riuscire a fare nient'altro se non pensare al fatto che sia finita.
E lei che fa l'avvocato sa quanto una parola detta in modo sbagliato può decidere le sorti di una persona. In questo caso due.
E la parola era semplicemente troppo, e troppo è quello in cui si sono cacciati. È come aprire gli occhi all'improvviso, e sentire la realtà che ti sbatte contro all'impazzata.
Quando torna al piano di sotto, Harry ha lo stesso sguardo perso di prima. Fa un passo verso di lei, che tiene gli occhi bassi e le braccia incrociate, protettiva.
“Prenditi il tempo necessario” mormora, e spera che lui capisca.
 
 
~

 
 
Da quando Harry Styles è uscito dalla porta della sua casa, per Natalia è come vivere una vita parallela. Non riesce a capacitarsi del fatto che tornando dal lavoro lui non sia sul divano o in cucina a preparare la cena. Non sa più dormire in un letto vuoto, e certi giorni può ancora sentirlo fare il solletico a Thomas o convincere Barbara ad ascoltare questa canzone piuttosto che un'altra.
Piange certe volte, specie quando di notte non c'è più alcun corpo nudo a cui aggrapparsi e stringersi.
Né Thomas né Barbara fanno domande, ma i loro sorrisi si fanno un po' più spenti a tavola, come se cercassero di fare finta di niente.
Prendono a dormire nel letto di Natalia tutti e tre.
“Mi chiamava Barbie, certe volte” sussurra Barbara, una sera.
La madre le lascia un bacio sulla tempia, stringendola sotto al piumone. “Manca tanto anche a me”
 


 
~


So che probabilmente hai già deciso. Volevo solo dirti grazie per ciò che hai dato a me e ai miei figli. E so che un misero messaggio non conta nulla, ma è l'unica cosa che riesco a pensare in questo momento. Penso sia meglio per entrambi.
Avrei voluto che restassi, perché forse avremmo potuto sopportare anche questa, ma l'amore lo si fa in due, in tutto e per tutto.
Sei stato fondamentale, e ti auguro solo il meglio. Te lo meriti.
 
 
~
 


 
A marzo, Londra è meno fredda e più soleggiata. I viali dei parchi iniziano a fare i primi fiori e Natalia torna a frequentare abitualmente le sue migliori amiche, Gemma compresa.
È lunedì mattina e lei ha già preso due caffè macchiati. Sta aspettando la cliente delle nove e un quarto e intanto archivia sul computer i casi del mese scorso, perché il suo capo è un tipo preciso e vuole che tutto sia al proprio posto.
Non lo sente arrivare, ma lo vede solo quando è in piedi davanti alla scrivania del suo ufficio.
Harry si dondola da un piede all'altro, impacciato. Tiene le mani nelle tasche del suo cappotto nero e le labbra aperte in un sorriso timido.
A Natalia si mozza il respiro nel vederlo dopo così tanto tempo. È meraviglioso, importante come prima, e le è mancato da morire.
Si toglie gli occhiali da lettura e lo guarda dal basso, la bocca aperta in cerca di parole.
Lui ha gli occhi brillanti, le labbra screpolate di un rosa acceso, si passa una mano tra i capelli lunghi e “Stiamo per partire per il tour” esordisce, il tono sicuro nonostante i suoi movimenti dicano tutt'altro.
Natalia aggrotta appena le sopracciglia e non capisce.
“Stiamo per partire – ripete Harry – E io vorrei restare”
“Hai bisogno di un avvocato? - chiede allora lei – Vuoi annullare qualche tipo di contra-”
Lui sorride e scuote appena la testa, socchiudendo gli occhi come un bambino. “No, non hai capito. Vorrei restare. Vorrei davvero rimanere qui. Con te. Con voi”
Natalia deglutisce forte, la gola improvvisamente arida. Sente lo stomaco arricciarsi e i brividi lungo la colonna vertebrale.
“Con noi? - esala – Harry, non sai a cos-”
“Lo so – la interrompere subito – O meglio, so di non sapere a cosa sto andando incontro. Io vorrei solo...tenervi. So che è un pensiero egoistico, che hai bisogno delle tue sicurezze e i tuoi figli anche. Ma io...non ce la faccio. E ti giuro che ci ho provato. Ma ogni maledettissima cosa mi faceva tornare a voi, e ogni volta che ho visto un quadro ho pensato a come Thomas lo avrebbe riprodotto. E ogni volta che qualcuno mi ha fatto sentire una canzone, ho pensato a Barbie, e mi sono chiesto se le sarebbe piaciuta o meno. E poi pensavo a te, ogni volta che non c'era nessuno a chiedermi della mia giornata, ogni volta che varcavo la soglia del mio appartamento e non ero a casa. Tutte quelle volte in cui ti volevo lì vicino a me e invece non c'eri. Mi dispiace essermene accorto dopo, e mi dispiace per avervi abbandonato. Io ti amo, Natalia, e so di avere ventidue anni, di avere una carriera artistica e tutte quelle cose che non mi fanno essere una persona giusta per te e per voi. Ma. Facciamo finta che non sia così, e facciamo finta di andare bene anche così. Per favore, Natalia...io...”
“Smettila, maledizione! - singhiozza lei – Vuoi farmi piangere come una scema, vero?”
Si asciuga velocemente gli occhi, sentendolo ridere.
“Resti, allora?” gli chiede poi.
Harry annuisce. “Possiamo sopportarlo”
E domani poi chissà.
Passi da giganti, ma uno per volta.
 
 
~


 
 
Non è detto che lo stare insieme implichi per forza di cose il per sempre. Natalia lo sa bene.
Ma sa anche che questo non deve far pressione sul tempo, e sulle cose belle, e sul vedersi di nuovo completa. Sentirsi abbastanza, adatta.
I suoi figli non hanno bisogno di un padre, ma di qualcuno che renda la loro madre felice, e che la faccia sorridere.
Harry è quel posto a tavola che nel loro appartamento si riempie ogni volta che si può. E per ora basta a tutti.
Domani è un altro giorno, e un altro pezzo di vecchiaia che si aggiunge alla vita.
Domani si vedrà. 'Che sì, non è facile, ma è bello.
 

 

 

 

 
 
  
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