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Autore: Duff Rose    17/11/2014    2 recensioni
Jane è una giovane adolescente da un oscuro passato. La famiglia Porter, conosciuta in quasi tutta l'America per quanta ricchezza e potenza politica possiede, ha deciso di adottarla a tre anni.Proprio quando non le manca un bel niente, un giorno il destino le gioca un brutto scherzo. Come per caso, un'altra persona a lei sconosciuta entrerà a far parte della sua vita, nel modo più crudele che si possa immaginare.
"Jane, è giunto finalmente il momento di presentarti tuo fratello Dan. Lui ha da sempre studiato in tutto il mondo, sai? Sa parlare ben sei lingue, il nostro ometto. Quest'anno io e tuo padre abbiamo deciso di farlo restare qui con noi, per avere la famiglia al completo.Spero che facciate subito amicizia."[...]
Che cosa? Lui! No, no! Non doveva andare a finire così. Non doveva essere lui! Dio, e adesso?[...]
"Piacere"dico cercando di essere il più convincente possibile.
Lui sogghigna e mi stringe con determinazione la mano "Il piacere è tutto mio, perdente".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Hola gente!(parla una che non conosce lo spagnolo xD). Ho preferito studiare tedesco, però mi affascina, oui oui U.U
Alloora, siamo già al capitolo 3!*faccia da urlo di Munch*
Ci tengo a dire, però, che questa sarà L'ULTIMA VOLTA CHE PUBBLICHERÒ UN CAPITOLO SENZA RECENSIONI, IN POCHE PAROLE BISOGNA RAGGIUNGERE UN DETERMINATO NUMERO DI COMMENTI PER MANDARE AVANTI LA STORIA.
Insomma, siete davvero molte ragazze che seguono, possibile che nessuna abbia qualcosa da dire?:)
Detto questo, godetevi il capitolo.

CAPITOLO 3
<< Maman >> dico a mia madre.
Ci siamo recate io e lei fuori in giardino, come facciamo sempre quando vogliamo stare in intimità, per qualsiasi tipo di argomento. Oggi, poi, è anche una bella giornata. Il sole è acceso ma non molto forte, e poche nuvole lo circondano. Io e lei stiamo prendendo il the caldo, come al solito, quello alla vaniglia. Daddy, nel frattempo, è appena tornato al lavoro per impegni urgenti.
Prima, in casa, mi aveva detto che questa notizia è una sorpresa per me. Per questo motivo, sto cercando di farle più domande possibili per indagare e avere le idee più chiare.
<< Insomma, questa sorpresa che avete in mente tu e Daddy, potrebbe piacermi? >> chiedo alla mia donna preferita.
<< Beh >> chiude gli occhi, bevendo un sorso di the << è una notizia buona, ma può anche non esserlo. Ovviamente dipende dal tuo punto di vista >>.
<< Ok, ma tu e Daddy come la vedete? Come una cosa positiva? >>.
<< Assolutamente >> esclama.
<< Ma non puoi dirmi proprio niente? >> chiedo, aspettandosi qualche indizio in più da parte sua.
<< No, tesoro, altrimenti che sorpresa sarebbe? >>.
Accetterò non sapere niente per diverso tempo? No, io sono una tipa curiosa di natura, non posso non controbattere.
<< Ma almeno un indizio più chiaro, uno solo!! >>.
Maman si alza in piedi: ottimo! Sta gettando la spugna.
<< Ti informo solo del fatto che avrai la tua sorpresa tra due settimane >> mi risponde velocemente.
Due settimane? Troppo!
<< E non voglio più altre domande >> alza l'indice << Sennò allungheremo le settimane di tempo >>.
Che cosa? No. Sarò muta come un pesce. E che vuoi che siano due settimane, eh? Volano come il vento!
<< Affare fatto >> rispondo sorridendo.



Il giorno dopo mi sveglio e vado a scuola. Questa volta voglio beccare Caroline per chiarire alcune cose. Ok, ho risolto con Erik, ma lei non deve permettersi più di farmi da segretaria. Non esiste!
Mi avvicino al mio armadietto e lo apro.
<< Ehy >> è Caroline che mi si avvicina. Ha accanto a lei, non ci credo, proprio Luke! Avranno fatto pace?
<< Ciao >> sorrido fintamente a lei e, soprattutto, al suo ragazzo.
Lui annuisce senza dire niente. Va beh.
<< Come è andata ieri? >> mi chiede lei, con fare sospetto. Ah, adesso ti preoccupi?
Alzo le spalle << Come al solito >> concentro immediatamente l'attenzione a lei e Luke << Come state bene, insieme >>.
Caroline sgrana gli occhi e Luke abbassa lo sguardo. Che sta succedendo?
<< V-veramente... >> comincia lui << io e... stiamo pensando di... ehm... si... >>.
<< Di lasciarci >> taglia corto la mia amica.
Cavolo! Non credevo che lei stesse facendo sul serio qualche giorno fa. È l'unico ragazzo con cui è stata di più, a pensarci bene.
<< Oh... come mai? >>
<< Non andiamo più d'accordo >> risponde frettolosamente lui << e... ci sembra meglio per tutti e due troncare... tutto quanto >>.
Non ho parole. E lui è anche d'accordo! Mi aspettavo un pò di resistenza, da parte sua. Anche se è molto timido, quando ci tiene a una persona lo temono tutti quanti per quanto è protettivo. Come mai, adesso, non si comporta come dovrebbe?
La campanella sta suonando. Non ho tempo per le domande. Saluto Luke che si dirige verso la sua aula e io e Caroline proseguiamo da sole.
La mia amica mi sta guardando da diverso tempo, forse non riesce ancora a capire come possa aver trascorso una giornata normale senza che Erik mi chiamasse.
La ignoro ed entro nell'aula per fare lezione. Anche lì Caroline mi caccia diverse occhiate, ma io continuo a far finta di niente.
All'ora di pranzo ci sediamo, come sempre, accanto a delle nostre compagne di classe: Emily e Jasmine.
Jasmine fa anche lei la cheerleader e ha un fisico palestrato da far paura. Ha delle lacune in quasi tutte le materie, no, a tutte le materie, tranne educazione fisica e... anche quelle in altri ambiti. Ebbene si, tempo fa è stata espulsa dalla high school per averci provato col professore di biologia. Beh, che poi i due siano andati oltre il flirt è ancora da chiarire. È una ragazza che oltre all'aspetto esteriore non ha nient'altro, a meno credo.
Non è una persona che frequento al di fuori della scuola, anzi, a volte preferirei anche non pranzare accanto a lei, ma è un'amica di Caroline, quindi lo faccio solo per lei.
Emily, invece, è una ragazza più affabile e simpatica. È una mezza secchiona con gli occhiali quadrati e le lentiggini; i capelli li tiene sempre legati. È anche un pò cicciotella, ma su questo lei è molto autoironica.
Vi starete chiedendo: ma che ci fanno due ragazze così diverse a pranzare insieme? Facile: sono gemelle! Non si direbbe dall'aspetto fisico, ma lo sono.
<< Ciao >> dico io, prendendo subito posto.
Emily mi saluta e sorride mentre Jasmine mi lancia solo una rapida occhiata.
La reazione è diversa quando saluta la mia amica. Vi immaginate i classici baci e abbracci affettuosi? Ecco, uguale.
E pensare che siamo state tutte e quattro per tutto quel tempo nella stessa aula. Scioccante.
Mentre Jasmine e compagnia bella cominciano a parlare dei ragazzi che giocano meglio in campo, io ed Emily parliamo degli esercizi di storia.
Dopo che abbiamo terminato la nostra discussione, cominciamo a sentire cosa si dicono le altre due.
<< ...erano forti, vero? >>
<< Sisi, ma solo perché avevo fatto un ballo perfetto per loro! >> detto ciò, Jasmine si ferma e mi guarda un attimo.
<< Porter, pensavo proprio a te >>.
Odio quando mi chiama per cognome, come se lo stesse facendo per dispetto. E poi, lo pronuncia ogni volta con quel tono offensivo...
<< Sono qui da un quarto d'ora >> rispondo io, ricevendo un'occhiataccia da parte di Caroline.
La ragazza pon pon ignora il mio attacco << Conosci per caso Erik Longwell? >>
Erik? E che c'entra, adesso?
<< Più o meno, perché? >>.
<< Bah, non che voglia farmi gli affari tuoi-non sarebbe da me-, ma ho saputo che ballerete insieme, è così? >>.
Le rispondo a tono << ...dato che, come hai ben detto, non sono affari tuoi, quindi non hai il diritto di saperlo >>.
<< Oh >> dice, fingendo di essere dispiaciuta << era solo una domanda, la mia >>.
<< Bene, ti ho dato una risposta >> e me ne vado, senza salutare nessuno.
Mi dirigo verso il corridoio e comincio a prendere l'occorrente per l'ora successiva.
Non appena mi volto, vedo Erik che mi sorride. Siamo nel corridoio. Da soli.
Arrosisco << Ehm... buongiorno... >>.
<< Stai già prendendo l'occorrente per dopo? >> mi chiede.
<< Si, non avevo nient'altro da fare >>.
<< Ma mancano dieci minuti! >>
<< Lo so, ma ti ripeto che... >>
Mi viene contro, io sono costretta ad arretrare fino a toccare con la schiena il mio armadietto << Potevi stare con me >> mi tocca i capelli con fare gentile, per poi indietreggiare, lasciandomi spazio.
<< Quando sei annoiata, o triste, o qualunque altra cosa... vieni >> mi parla, convinto << Mi farebbe piacere stare con te >>.
A lui, farebbe piacere... stare... con me?
Non riesco a dire niente, poiché mi sento circondare la vita da qualcuno, che adesso non avrei mai voluto fosse lì.
<< Jane >> parla Caroline << ti do fastidio se rimango con te? >>.
Sciolgo l'abbraccio e sospiro << No... fai come vuoi >>.
Mi volto verso Erik, ma non lo vedo più. Se ne sarà andato via.
<< Caroline >> comincio, cercando di essere il più tranquilla possibile << perché hai dato il mio numero a Erik? >>.
La mia amica mi guarda colpevole << Ha insistito tanto per averlo, si vedeva che ci teneva davvero >>.
<< Non è una giustificazione. Dovevi avvertirmi >>.
<< Per perdere così la possibilità di conoscere un bel ragazzo? >>.
La guardo stupita << Perché, se fosse stato un ragazzo sfigato gliel'avresti dato comunque? >>
Guarda altrove: no, non l'avrebbe mai fatto.
<< Non farlo mai più, e se qualcuno ti chiede qualche mio indirizzo, devi prima avere la mia conferma per farlo >>.
Annuisce << Hai ragione. Volevo dirtelo fin da prima, ma non mi è mai sembrato il momento giusto >>.
Wow, Caroline che ammette di aver sbagliato. Non è una cosa che capita tutti i giorni. Evidentemente, deve essere giù per il fatto di dover lasciare il suo ragazzo. Non è affatto facile.
La campanella inizia a suonare, così io e Caroline torniamo a fare lezione.




Quando esco da scuola, ricevo un messaggio: è Erik.
"Aspettami fuori. Grazie:*"
Mi avvicino al cancelletto della scuola e attendo. Che si spicciasse, però, devo prendere l'autobus!
Dopo pochi minuti lo vedo arrivare.
<< Cosa hai bisogno di... >>
<< Niente autobus, oggi. Ti accompagno io a casa tua >>.
Cosa? Ma è folle!
<< Io ho l'abbonamento all'autobus, devo prenderlo! >>
Ma non vuole sentire storie. Mi prende per un braccio e mi porta verso il marciapiede a destra.
<< Ma che fai? Mollami! >>
<< Non se ne parla, signorina >> risponde con tono divertito lui.
<< Ti picchio >>
<< Dai, provaci >> mi provoca.
Cerco di dimenarmi, ma senza successo. Ha un corpo fatto di pietra, non ho speranze!
Mi fermo di colpo.
Lui comincia a ridere << Già stanca? >>
Lo guardo in cagnesco. La sua risata, però, mi tranquillizza.
<< Aspetta >> gli dico soltanto, facendogli segno di lasciarmi un attimo.
Lui mi vede seria e fa come dico.
Oh, allora è vero che se si parla tranquillamente si ottiene qualcosa!
<< Quanto dista casa tua dalla mia? >>
<< Boh, nemmeno so dove abiti >>.
Risposta incompleta.
<< Hai preso il mio autobus >> spiego << quindi alla fermata hai visto fin dove siamo arrivati, non mentire >>.
<< Beh >> spiega lui << forse mi ricorderò dove abiti solo se... >> mi prende la mano e mi trascina ridendo << mi fai vedere casa tua >>.
  
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