*AURORA,
IL SEGRETO DI UN’EMOZIONE*
Correva,lo
sguardo vuoto, non poteva essere vero, non ci voleva credere, era tutto
troppo
sbagliato; le scarpette affondavano nelle pozzanghere
,le mani si stringevano convulsivamente al
petto, perché non
era riuscita nel suo
intento, eppure si era impegnata tanto ,non doveva finire
così.
La pioggia
cadeva fitta ma
cosa importava;che
illusa,perdersi dietro un sogno impossibile,stupida, era stata solo una
stupida.
-Nenè?-
qualcuno le bloccava la strada poco più avanti,non riusciva
a distinguere i tratti,
ma quella voce, inconfondibile,
le fece
perdere un battito, tutto prese a girarle vorticosamente intorno;era
sempre
stata cocciuta,caparbia e orgogliosa, fin dalla più tenera
età e lui lo sapeva
bene, ma a tutto c’era un limite,non doveva trattarlo
così. Si sentiva in colpa
per quello che era successo e in quel momento più che in
altri avrebbe voluto
aggrapparsi a quel temperamento sicuro che sempre l’aveva
aiutata nelle
situazioni spiacevoli, ma non sentiva altro che fragilità
nella sua
disperazione ,non c’era nulla da fare, la forza del suo
spirito sembrava
essersi improvvisamente dissolta in un solo pensiero,aveva perso,le
gambe
cedettero e la giovane si accasciò a terra …
… … perché non l’aveva
ascoltato …
… … …
*---*---* CAPITOLO
UNO
*---*---*
Aurora
spostò sul viso a
mo di tenda qualche
ciocca dei capelli
scuri, sembrava che
il sole, insensibile, avesse improvvisamente deciso di rovinarle il
sonno, odiava
la mattina, la odiava con tutto il cuore, era sempre una fatica
abbandonare le
calde e sicure coperte per affrontare la vita, traumatizzante si
potrebbe dire,
particolarmente nei giorni in cui era richiesta la sua presenza a
scuola, e
questo ovviamente non poteva che essere uno di quei giorni. Vinta dal
fastidio
socchiuse pigramente gli occhi per dare una rapida occhiata
all’orario, la
sveglia non aveva ancora suonato ma era ansiosa di scoprire quanti
attimi le
restassero da dedicare al suo passatempo preferito
-Uff- stizzita
si girò dall’altra parte,aveva ancora a
disposizione ben quattro minuti e
trenta secondi di sonno, che bella prospettiva,non li avrebbe sprecati
per
nessun motivo,al diavolo il sole.
TOC
No, non era
possibile, un rumore dall’altro
capo
della camera catturò l’attenzione
dell’offesissima ragazza,che, ormai rassegnata, attendeva
riluttante il
fatidico squillo,non aveva la forza di voltarsi e neanche le
interessava
scoprire chi fosse il rumoroso disturbatore, voleva solo godersi quegli
ultimi
attimi lontana dalle responsabilità scolastiche
TOC
Era troppo,
un colpo più deciso la costrinse a sollevarsi e confusa si
portò verso la
grande finestra che dava sul giardino, qualcuno stava deliberatamente
lanciando
oggetti non meglio identificati contro il suo vetro,basta ne aveva
abbastanza,
armata del suo cuscino e di un pessimo umore spalancò la
finestra pronta per
affrontare il disturbatore, qualsiasi cosa fosse
TOC
L’urlo
sdegnato
che le sfuggi finì per spezzare la tranquillità
mattutina, un sasso di notevoli
dimensioni……. no di più,
esageratamente grande, quasi quanto una biglia,
l’aveva colpita sul delicato braccino, non c’era
alcun dubbio, si trattava di
un affronto bello e buono
-Ma cosa?-
la giovane si appoggiò al davanzale e per ottenere una
migliore visuale si
sporse un poco, doveva assolutamente scovare quel dannatissimo spara
sassi;
-Nico…..ma
cosa stai facendo?….-colto sul fatto,un ragazzo piuttosto
alto, lasciò cadere
la manciatina di sassi che aveva preparato nella mano e pensoso
inclinò la testa
di lato, evidentemente stava tentando di trovare una spiegazione logica
che
giustificasse il suo comportamento ma il
cuscino rosa pallido di Aurora fu più rapido delle sue
parole e, con grande
soddisfazione della giovane, lo colpì in pieno viso
-Ti odio
tantissimo ecco…….dimmi solo
perchè?-uno sguardo corrugato investì il
colpevole
Nicolò che dal canto suo, come in tutti i momenti di
disagio, si passò le dita
tra i capelli castani
-Nenè….eravamo
d’accordo mi pare…..oggi
dovevamo andare
a scuola prima per ripassare…ti stavo
aspettando ma tu non arrivavi..così io…- Lo
sguardo incredulo del giovane cadde
prima sul pigiama a fiori per poi passare lentamente ai capelli
arruffati di
una confusissima Aurora
Doveva
esserle sfuggito un particolare molto importante, non era da lei
accettare
proposte che prevedessero anche solo lontanamente una limitazione del
sonno,tanto
meno se la proposta in questione riguardava un ripasso, eppure una
brutta
sensazione, un ricordo lontano occultato da altri pensieri
più importanti
,martellava sul fondo della sua coscienza, e Aurora
impallidì progressivamente
- ri ri
ripassare…….e e e e cosa??- possibile che fosse
proprio quello il temutissimo
giorno per la quale si era ripromessa di studiare a dovere,come aveva
fatto ad
arrivare così in fretta ,si ,non c’era altra
spiegazione,doveva aver dormito
per giorni senza accorgersene
-Nenè…stai
scherzando vero?!-Alle spalle della giovane, la sveglia,come sua
abitudine
reclamò attenzione,interrompendo la discussione con la sua
fastidiosa melodia
-Aspetta un
momento-Aurora,voltandosi di scatto raggiunse l’oggetto delle
torture per poi
spegnerlo con decisione,come aveva fatto a dimenticare la verifica di
storia?!
Quasi volando
tornò
alla finestra,pronta per sfoderare
un’ espressione disperatissima
-Lo sapevo,
sei sempre la solita, no ,no e no, questa volta io non ti aiuto- La
giovane
intensificò la sua disperazione con l’aggiunta di
uno sguardo terrorizzato
-Ti prego
Nico Nico..dai tra poco è il mio
compleanno…….fammi un regalo-Nicolò
scosse la
testa, ma poi gli sfuggì un sorriso e lei
ricambiò illuminandosi, per l’ennesima
volta non era riuscito a resisterle, tendeva a diventare estremamente
concessivo nei suoi confronti
e questo
era un vero problema,con fare scherzoso restituì il cuscino
alla giovane
lanciandoglielo con forza
-Datti una
mossa, ti porto io in moto ma tu vedi di scendere tra cinque
minuti-Senza aspettare
alcuna risposta si voltò pronto per raggiungere il suo
cortile direttamente confinante
con quello di Aurora
Nicolò
era
più grande di soli cinque mesi ma aveva sempre avuto un
atteggiamento
protettivo nei confronti di Aurora, erano cresciuti insieme forgiando
la loro
amicizia sulla parola per “sempre”, lui e lei, lei
e lui in ogni momento ,contro
tutto e tutti,insieme, era questa la promessa che avevano stipulato
.Nessuno
avrebbe mai capito come due anime tanto diverse fossero riuscite a
legare tanto,era
successo semplicemente e contro ogni logica; Aurora era sempre stata
dotata di
un carisma particolare e catastrofico,rientrava in quella categoria di
persone
che non si potevano definire “amici di tutti” o
piaceva o non piaceva e questo
in virtù di una personalità eccessivamente solare
talvolta ;in ogni caso, era così
caotica e assurda che finiva, con la sua perenne distrazione,per
mettere
allegria alle persone che la circondavano. Nicolò,invece,
era riservato e a
differenza della giovane, tendenzialmente spensierata, cercava sempre
di
risolvere ogni sorta di problema affidandosi alla sua natura riflessiva
e
pacata, era lui che trovava sempre il modo di tirarla fuori dai guai ,era lui che le
rimaneva sempre
accanto, era lui che la consolava o che la faceva ridere, insomma era
lui il
suo angelo custode e così sarebbe stato per sempre,di questo
ne erano certi.
Aurora,titubante,
osservò le linee sinuose di una moto nuovissima,era
estremamente preoccupata e
quasi non si accorse del casco che Nicolò le stava porgendo
,solo l’idea di
arrampicarsi su quel trabicolo le faceva gelare il sangue nelle vene,
era pur
sempre meglio del pullman non c’era dubbio, ma con quelle
ruote grandi e il
colore verde brillante,assumeva un aspetto vagamente micidiale,cosa
diavolo dicevano
di quelle moto…ah ecco….le kawasaki sono
pericolosissime e vanno veloci se ti
toccano voli via.
Per qualche
istante immaginò la sua persona spiaccicata contro un
elemento qualsiasi della
strada,sarebbe stato un disastro, quel giorno non poteva cadere, o
meglio non
poteva cadere mentre indossava i suoi pantaloni preferiti.
-Nico….non
mi farai cadere vero?-sentendosi decisamente irresponsabile
afferrò quello che
doveva essere il suo casco per poi rigirarlo indecisa tra le mani
- Ma
guarda……..da
quando sei diventata una codarda?- il sorriso provocatorio del giovane
la
sconvolse,non le sembrava il momento di scherzare,perché
quell’abominevole
intelligentone non riusciva a capire il suo stato psicologico, non solo
rischiava l’ennesima insufficienza in storia ma ora anche la
vita e in tutta
sincerità ancora non aveva deciso quale tra le due
catastrofi fosse preferibile
-No…ma
ti
pare….è solo che non credo di esserne
capace…non sono mai salita su una moto- a
quella timida rivelazione seguirono uno stato di angoscia temporaneo e
improvvisi
quanto fastidiosissimi sensi di colpa , ovviamente la madre ,ormai al
lavoro,
non era al corrente della faccenda e la giovane aveva la vaghissima
sensazione
che non avrebbe approvato la sua condotta, una deduzione brillante
derivata dai
continui insulti che la terribile genitrice puntualmente lanciava
contro moto e
motociclisti
-hem ..hem
io non sono una codarda sia chiaro……guarda che
vengo……ma non è che potresti
evitare di dirlo a mia mamma vero?- nessuno poteva mettere in
discussione il
suo coraggio e comunque era una reazione più che
comprensibile temere la madre,ma
con quel “guarda che vengo” aveva segnato la sua
condanna, ormai non era altro
che una cattiva ragazza, nonché mentitrice , anzi un cattivo
esempio per le
future generazioni
La risata
del giovane la colpì come uno schiaffo, si sentiva
terribilmente stupida e non
aveva la più pallida idea di quale fosse il comportamento
richiesto in quel
genere di situazioni così si limitò
ad osservarlo sconcertata
mentre balzava
agilmente in sella
-Dai
Nenè…..Sali!-
Nicolò,dopo essersi allacciato il casco, si voltò
verso la ragazza curioso di scoprire
perché esitasse tanto,di certo non credeva di interrompere
una riflessione
trascendentale, la giovane,concentratissima, stava tentando di valutare
il
metodo migliore per l’arrampicata
-e come si
fa esattamente?-il suo sguardo cadde sulla serie di tubi laterali e
parti
inquietanti di cui aveva ignorato l’esistenza fino a quel
momento
-hum..non mi
sembra particolarmente difficile basta sollevare la gambina e saltare
su-ascoltando
relativamente le parole del giovane, Aurora, decise di optare per una
strategia
rapida e indolore, era meglio limitare il tempo d'azione per attenuare
eventuali figure,quindi, con grande fretta si buttò su
quella che credeva la posizione
a lei riservata e soddisfatta della sua inaspettata agilità
si mise in attesa
del passo successivo
-E ora?-non
credeva che le moto potessero essere tanto scomode, si trattava di
condividere
con il suo degno compare uno spazio decisamente ristretto,troppo per i
suoi
gusti, la situazione si stava rivelando imbarazzante
-e ora ti
sposti Nenè..in due qui non ci stiamo..hai invaso il mio
territorio…..vai più
indietro,il posto del passeggero si chiama così per un
motivo ben preciso- La
giovane con un tuffo al cuore si voltò imbarazzata, le
sembrava un po’ strano
in effetti,lentamente seguì la conformazione della sella per
trovare il suo
posto, ed eccolo ,quel maledetto,situato poco più indietro
sembrava appena
comparso dal nulla, era sicura di non averlo visto nella precedente
ispezione,che
diamine, non poteva aspettare ancora qualche istante per saltare
all’occhio,
contrariata dagli eventi scivolò sulla sua postazione
ristabilendo così le
giuste distanze,in fondo non era poi così male quella sorta
di trappola mortale.
-Forza
andiamo…metto il casco e….sono pronta!- Vinta da
una nuova e inspiegabile
frenesia indossò il casco pronta per partire, era pesate e
le stava leggermente
grande, tanto che, al primo movimento azzardato, le scivolò
sulla fronte coprendole
la visuale,ma non c’era di meglio e per quanto indignata non
poteva fare altro
che accontentarsi
-Aspetta….prendi
qui…..e infilaci dentro la tua borsa-annaspando nel vuoto
con le mani catturò
casualmente uno zaino e dopo aver risistemato il casco crollato sui
suoi occhi
per l’ennesima volta seguì le istruzioni
-Ora….vedi
quei pedalini vicino a te?......mettici su i piedi...e poi-
Nicolò esitò per
qualche istante prima di prendere tra le sue le mani della giovane
– stringiti a
me in questo modo- aveva visto un milione di volte quella scena nei
film,
sapeva come fare, la bellissima ragazza abbracciava il super figaccione
di turno
su una moto da urlo e poi il resto era meglio evitarlo, era sicura che
anche
lui nella sua rigida immobilità avesse avuto lo stesso
pensiero, così, complici
dello stesso involontario collegamento mentale rimasero per un attimo
fermi ,
impacciati nel più completo disagio,senza saper cosa dire o
cosa fare nel
timore di rovinare qualcosa che neanche loro capivano, poi, il giovane
diede
potenza alla moto che, con un rombo, partì lungo il vialetto
.
Senza
compiere il minimo sforzo scivolò elegante nel traffico,il
vento sferzava
contro i vestiti della giovane sollevando di tanto in tanto i capelli
color
castagna che sfuggivano dal casco,era bello sentire la
velocità o meglio, quel
brivido di pericolo che si avverte, talvolta, quando si compie un gesto
irresponsabile,eccitante si potrebbe dire, e in tutta
sincerità non poteva fare
a meno di approvare la scelta da lei fatta
-Nenè
cerca
di seguire i miei movimenti in curva, se ti butti dalla parte opposta
rischiamo
di sbilanciarci e cadere- La voce del giovane che, nascosta dal motore,
dal
vento e da mille altre rumorosità,appariva quasi un
sussurro, riportò la
giovane alla realtà – No …No..non ti
agitare non ti succederà nulla promesso-
un poco spaventata chiuse gli occhi assaporando quella selvaggia
sensazione di
libertà che le martellava nel petto, fu in quel momento che
sotto le sue mani
strette convulsivamente alla vita del giovane sentì i
respiri regolari di Nicolò
e senza poterlo controllare, desiderò di essere su una moto
diversa con un
ragazzo diverso,quello stesso ragazzo che da qualche mese tormentava i
suoi
sogni,ma fu solo un attimo, con una stretta allo stomaco si
vergognò di quell’incontrollabile
desiderio e finì per stringersi ulteriormente al giovane
Nicolò sentendo la presa rinvigorita, si girò impercettibilmente per poi tornare a dedicarsi alla strada –Nenè tieniti forte- Con un abile manovra decise di portarsi su una strada poco trafficata per rendere più eccitante la corsa con un’accelerata degna di quella moto.