Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: Miss Isabelle Davenant    28/10/2008    0 recensioni
-Nenè cerca di seguire i miei movimenti in curva, se ti butti dalla parte opposta rischiamo di sbilanciarci e cadere- La voce del giovane che, nascosta dal motore, dal vento e da mille altre rumorosità,appariva quasi un sussurro, riportò la giovane alla realtà – No …No..non ti agitare non ti succederà nulla promesso- un poco spaventata chiuse gli occhi assaporando quella selvaggia sensazione di libertà che le martellava nel petto, fu in quel momento che sotto le sue mani strette convulsivamente alla vita del giovane sentì i respiri regolari di Nicolò e senza poterlo controllare, desiderò di essere su una moto diversa con un ragazzo diverso,quello stesso ragazzo che da qualche mese tormentava i suoi sogni,ma fu solo un attimo, con una stretta allo stomaco si vergognò di quell’incontrollabile desiderio e finì per stringersi ulteriormente al giovane
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

*AURORA, IL SEGRETO DI UN’EMOZIONE*

 

Correva,lo sguardo vuoto, non poteva essere vero, non ci voleva credere, era tutto troppo sbagliato; le scarpette affondavano nelle pozzanghere  ,le mani si stringevano convulsivamente al petto, perché  non era riuscita nel suo intento, eppure si era impegnata tanto ,non doveva finire così.

La pioggia cadeva fitta  ma cosa importava;che illusa,perdersi dietro un sogno impossibile,stupida, era stata solo una stupida.

-Nenè?- qualcuno le bloccava la strada poco più avanti,non riusciva a distinguere i tratti, ma quella voce,  inconfondibile, le fece perdere un battito, tutto prese a girarle vorticosamente intorno;era sempre stata cocciuta,caparbia e orgogliosa, fin dalla più tenera età e lui lo sapeva bene, ma a tutto c’era un limite,non doveva trattarlo così. Si sentiva in colpa per quello che era successo e in quel momento più che in altri avrebbe voluto aggrapparsi a quel temperamento sicuro che sempre l’aveva aiutata nelle situazioni spiacevoli, ma non sentiva altro che fragilità nella sua disperazione ,non c’era nulla da fare, la forza del suo spirito sembrava essersi improvvisamente dissolta in un solo pensiero,aveva perso,le gambe cedettero e la giovane si accasciò a terra … … … perché non l’aveva ascoltato … … … …

 

 

*---*---*      CAPITOLO UNO      *---*---*

Aurora spostò sul viso  a mo di tenda qualche ciocca dei  capelli scuri, sembrava che il sole, insensibile, avesse improvvisamente deciso di rovinarle il sonno, odiava la mattina, la odiava con tutto il cuore, era sempre una fatica abbandonare le calde e sicure coperte per affrontare la vita, traumatizzante si potrebbe dire, particolarmente nei giorni in cui era richiesta la sua presenza a scuola, e questo ovviamente non poteva che essere uno di quei giorni. Vinta dal fastidio socchiuse pigramente gli occhi per dare una rapida occhiata all’orario, la sveglia non aveva ancora suonato ma era ansiosa di scoprire quanti attimi le restassero da dedicare al suo passatempo preferito

-Uff- stizzita si girò dall’altra parte,aveva ancora a disposizione ben quattro minuti e trenta secondi di sonno, che bella prospettiva,non li avrebbe sprecati per nessun motivo,al diavolo il sole.

TOC

No, non era possibile, un rumore  dall’altro capo della camera catturò  l’attenzione dell’offesissima ragazza,che, ormai rassegnata, attendeva riluttante il fatidico squillo,non aveva la forza di voltarsi e neanche le interessava scoprire chi fosse il rumoroso disturbatore, voleva solo godersi quegli ultimi attimi lontana dalle responsabilità scolastiche

TOC

Era troppo, un colpo più deciso la costrinse a sollevarsi e confusa si portò verso la grande finestra che dava sul giardino, qualcuno stava deliberatamente lanciando oggetti non meglio identificati contro il suo vetro,basta ne aveva abbastanza, armata del suo cuscino e di un pessimo umore spalancò la finestra pronta per affrontare il disturbatore, qualsiasi cosa fosse 

TOC

L’urlo sdegnato che le sfuggi finì per spezzare la tranquillità mattutina, un sasso di notevoli dimensioni……. no di più, esageratamente grande, quasi quanto una biglia, l’aveva colpita sul delicato braccino, non c’era alcun dubbio, si trattava di un affronto bello e buono

-Ma cosa?- la giovane si appoggiò al davanzale e per ottenere una migliore visuale si sporse un poco, doveva assolutamente scovare quel dannatissimo spara sassi;

 

-Nico…..ma cosa stai facendo?….-colto sul fatto,un ragazzo piuttosto alto, lasciò cadere la manciatina di sassi che aveva preparato nella mano e pensoso inclinò la testa di lato, evidentemente stava tentando di trovare una spiegazione logica che giustificasse il suo comportamento ma  il cuscino rosa pallido di Aurora fu più rapido delle sue parole e, con grande soddisfazione della giovane, lo colpì in pieno viso

-Ti odio tantissimo ecco…….dimmi solo perchè?-uno sguardo corrugato investì il colpevole Nicolò che dal canto suo, come in tutti i momenti di disagio, si passò le dita tra i capelli castani

-Nenè….eravamo d’accordo mi pare…..oggi  dovevamo  andare a scuola prima per ripassare…ti stavo aspettando ma tu non arrivavi..così io…- Lo sguardo incredulo del giovane cadde prima sul pigiama a fiori per poi passare lentamente ai capelli arruffati di una confusissima Aurora

Doveva esserle sfuggito un particolare molto importante, non era da lei accettare proposte che prevedessero anche solo lontanamente una limitazione del sonno,tanto meno se la proposta in questione riguardava un ripasso, eppure una brutta sensazione, un ricordo lontano occultato da altri pensieri più importanti ,martellava sul fondo della sua coscienza, e Aurora impallidì progressivamente

- ri ri ripassare…….e e e e cosa??- possibile che fosse proprio quello il temutissimo giorno per la quale si era ripromessa di studiare a dovere,come aveva fatto ad arrivare così in fretta ,si ,non c’era altra spiegazione,doveva aver dormito per giorni senza accorgersene

-Nenè…stai scherzando vero?!-Alle spalle della giovane, la sveglia,come sua abitudine reclamò attenzione,interrompendo la discussione con la sua fastidiosa melodia

-Aspetta un momento-Aurora,voltandosi di scatto raggiunse l’oggetto delle torture per poi spegnerlo con decisione,come aveva fatto a dimenticare la verifica di storia?!

Quasi volando  tornò alla finestra,pronta per sfoderare un’ espressione disperatissima

-Lo sapevo, sei sempre la solita, no ,no e no, questa volta io non ti aiuto- La giovane intensificò la sua disperazione con l’aggiunta di uno sguardo terrorizzato

-Ti prego Nico Nico..dai tra poco è il mio compleanno…….fammi un regalo-Nicolò scosse la testa, ma poi gli sfuggì un sorriso e lei ricambiò illuminandosi, per l’ennesima volta non era riuscito a resisterle, tendeva a diventare estremamente concessivo nei suoi  confronti e questo era un vero problema,con fare scherzoso restituì il cuscino alla giovane lanciandoglielo con forza

-Datti una mossa, ti porto io in moto ma tu vedi di scendere tra cinque minuti-Senza aspettare alcuna risposta si voltò pronto per raggiungere il suo cortile direttamente confinante con quello di Aurora

Nicolò era più grande di soli cinque mesi ma aveva sempre avuto un atteggiamento protettivo nei confronti di Aurora, erano cresciuti insieme forgiando la loro amicizia sulla parola per “sempre”, lui e lei, lei e lui in ogni momento ,contro tutto e tutti,insieme, era questa la promessa che avevano stipulato .Nessuno avrebbe mai capito come due anime tanto diverse fossero riuscite a legare tanto,era successo semplicemente e contro ogni logica; Aurora era sempre stata dotata di un carisma particolare e catastrofico,rientrava in quella categoria di persone che non si potevano definire “amici di tutti” o piaceva o non piaceva e questo in virtù di una personalità eccessivamente solare talvolta ;in ogni caso, era così caotica e assurda che finiva, con la sua perenne distrazione,per mettere allegria alle persone che la circondavano. Nicolò,invece, era riservato e a differenza della giovane, tendenzialmente spensierata, cercava sempre di risolvere ogni sorta di problema affidandosi alla sua natura riflessiva e pacata, era lui che trovava sempre il modo di tirarla fuori  dai guai ,era lui che le rimaneva sempre accanto, era lui che la consolava o che la faceva ridere, insomma era lui il suo angelo custode e così sarebbe stato per sempre,di questo ne erano certi.

Aurora,titubante, osservò le linee sinuose di una moto nuovissima,era estremamente preoccupata e quasi non si accorse del casco che Nicolò le stava porgendo ,solo l’idea di arrampicarsi su quel trabicolo le faceva gelare il sangue nelle vene, era pur sempre meglio del pullman non c’era dubbio, ma con quelle ruote grandi e il colore verde brillante,assumeva un aspetto vagamente micidiale,cosa diavolo dicevano di quelle moto…ah ecco….le kawasaki sono pericolosissime e vanno veloci se ti toccano voli via.

Per qualche istante immaginò la sua persona spiaccicata contro un elemento qualsiasi della strada,sarebbe stato un disastro, quel giorno non poteva cadere, o meglio non poteva cadere mentre indossava i suoi pantaloni preferiti.

-Nico….non mi farai cadere vero?-sentendosi decisamente irresponsabile afferrò quello che doveva essere il suo casco per poi rigirarlo indecisa tra le mani

- Ma guarda……..da quando sei diventata una codarda?- il sorriso provocatorio del giovane la sconvolse,non le sembrava il momento di scherzare,perché quell’abominevole intelligentone non riusciva a capire il suo stato psicologico, non solo rischiava l’ennesima insufficienza in storia ma ora anche la vita e in tutta sincerità ancora non aveva deciso quale tra le due catastrofi fosse preferibile

-No…ma ti pare….è solo che non credo di esserne capace…non sono mai salita su una moto- a quella timida rivelazione seguirono uno stato di angoscia temporaneo e improvvisi quanto fastidiosissimi sensi di colpa , ovviamente la madre ,ormai al lavoro, non era al corrente della faccenda e la giovane aveva la vaghissima sensazione che non avrebbe approvato la sua condotta, una deduzione brillante derivata dai continui insulti che la terribile genitrice puntualmente lanciava contro moto e motociclisti

-hem ..hem io non sono una codarda sia chiaro……guarda che vengo……ma non è che potresti evitare di dirlo a mia mamma vero?- nessuno poteva mettere in discussione il suo coraggio e comunque era una reazione più che comprensibile temere la madre,ma con quel “guarda che vengo” aveva segnato la sua condanna, ormai non era altro che una cattiva ragazza, nonché mentitrice , anzi un cattivo esempio per le future generazioni

La risata del giovane la colpì come uno schiaffo, si sentiva terribilmente stupida e non aveva la più pallida idea di quale fosse il comportamento richiesto  in quel genere di situazioni così si limitò ad osservarlo  sconcertata mentre balzava agilmente in sella

-Dai Nenè…..Sali!- Nicolò,dopo essersi allacciato il casco, si voltò verso la ragazza curioso di scoprire perché esitasse tanto,di certo non credeva di interrompere una riflessione trascendentale, la giovane,concentratissima, stava tentando di valutare il metodo migliore per l’arrampicata

-e come si fa esattamente?-il suo sguardo cadde sulla serie di tubi laterali e parti inquietanti di cui aveva ignorato l’esistenza fino a quel momento

-hum..non mi sembra particolarmente difficile basta sollevare la gambina e saltare su-ascoltando relativamente le parole del giovane, Aurora, decise di optare per una strategia rapida e indolore, era meglio limitare il tempo d'azione per attenuare eventuali figure,quindi, con grande fretta si buttò su quella che credeva la posizione a lei riservata e soddisfatta della sua inaspettata agilità si mise in attesa del passo successivo  

-E ora?-non credeva che le moto potessero essere tanto scomode, si trattava di condividere con il suo degno compare uno spazio decisamente ristretto,troppo per i suoi gusti, la situazione si stava rivelando imbarazzante

-e ora ti sposti Nenè..in due qui non ci stiamo..hai invaso il mio territorio…..vai più indietro,il posto del passeggero si chiama così per un motivo ben preciso- La giovane con un tuffo al cuore si voltò imbarazzata, le sembrava un po’ strano in effetti,lentamente seguì la conformazione della sella per trovare il suo posto, ed eccolo ,quel maledetto,situato poco più indietro sembrava appena comparso dal nulla, era sicura di non averlo visto nella precedente ispezione,che diamine, non poteva aspettare ancora qualche istante per saltare all’occhio, contrariata dagli eventi scivolò sulla sua postazione ristabilendo così le giuste distanze,in fondo non era poi così male quella sorta di trappola mortale.

-Forza andiamo…metto il casco e….sono pronta!- Vinta da una nuova e inspiegabile frenesia indossò il casco pronta per partire, era pesate e le stava leggermente grande, tanto che, al primo movimento azzardato, le scivolò sulla fronte coprendole la visuale,ma non c’era di meglio e per quanto indignata non poteva fare altro che accontentarsi

-Aspetta….prendi qui…..e infilaci dentro la tua borsa-annaspando nel vuoto con le mani catturò casualmente uno zaino e dopo aver risistemato il casco crollato sui suoi occhi per l’ennesima volta seguì le istruzioni

-Ora….vedi quei pedalini vicino a te?......mettici su i piedi...e poi- Nicolò esitò per qualche istante prima di prendere tra le sue le mani della giovane – stringiti a me in questo modo- aveva visto un milione di volte quella scena nei film, sapeva come fare, la bellissima ragazza abbracciava il super figaccione di turno su una moto da urlo e poi il resto era meglio evitarlo, era sicura che anche lui nella sua rigida immobilità avesse avuto lo stesso pensiero, così, complici dello stesso involontario collegamento mentale rimasero per un attimo fermi , impacciati nel più completo disagio,senza saper cosa dire o cosa fare nel timore di rovinare qualcosa che neanche loro capivano, poi, il giovane diede potenza alla moto che, con un rombo, partì lungo il vialetto .

Senza compiere il minimo sforzo scivolò elegante nel traffico,il vento sferzava contro i vestiti della giovane sollevando di tanto in tanto i capelli color castagna che sfuggivano dal casco,era bello sentire la velocità o meglio, quel brivido di pericolo che si avverte, talvolta, quando si compie un gesto irresponsabile,eccitante si potrebbe dire, e in tutta sincerità non poteva fare a meno di approvare la scelta da lei fatta

-Nenè cerca di seguire i miei movimenti in curva, se ti butti dalla parte opposta rischiamo di sbilanciarci e cadere- La voce del giovane che, nascosta dal motore, dal vento e da mille altre rumorosità,appariva quasi un sussurro, riportò la giovane alla realtà – No …No..non ti agitare non ti succederà nulla promesso- un poco spaventata chiuse gli occhi assaporando quella selvaggia sensazione di libertà che le martellava nel petto, fu in quel momento che sotto le sue mani strette convulsivamente alla vita del giovane sentì i respiri regolari di Nicolò e senza poterlo controllare, desiderò di essere su una moto diversa con un ragazzo diverso,quello stesso ragazzo che da qualche mese tormentava i suoi sogni,ma fu solo un attimo, con una stretta allo stomaco si vergognò di quell’incontrollabile desiderio e finì per stringersi ulteriormente al giovane

Nicolò sentendo la presa rinvigorita, si girò impercettibilmente per poi tornare a dedicarsi alla strada –Nenè tieniti forte- Con un abile manovra decise di portarsi su una strada poco trafficata per rendere più eccitante la corsa con un’accelerata degna di quella moto.  

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Miss Isabelle Davenant