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Autore: MorganaSanders    18/11/2014    1 recensioni
Dal capitolo 3
«-Beh... ti va di fare sesso?-
-Cosa?- chiedo, incredula.
-Hai detto anche tu che ti manca fare sesso...-
-Sì, ma... con te? Cioè, siamo amici.-
-Appunto per questo. Non siamo legati poi tanto sentimentalmente. Siamo amici e possiamo renderci conto quando fare certe cose e quando non farle. Saremo passionali e controllati proprio come due amici che fanno sesso per... passare il tempo, diciamo così. Allora: cosa ne pensi?-
-Niente sentimenti?-
-No.-
-Niente coccole dopo averlo fatto?-
-No.-
-Niente parole dolci?-
-No.-
-Solo e soltanto sesso?-
-Esattamente.-
-Ci sto.-»
Tratto dall'omonimo film.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5












 

Aileen’s pov


 

E’ quasi l’alba qui a New York ed il caos notturno cede il posto ai rumori mattutini della città che iniziano a farsi sentire, vigorosi.
Si percepisce in lontananza il suono dei clacson dei taxi, il rombo dei motori di alcune auto o ancora il frastuono della sirena delle ambulanze dirette in ogni angolo della città.
Io sospiro e mi stringo ancora più in me stessa, sentendo poi le braccia di Brian avvolgermi sempre più per farmi avvicinare a se stesso.
-Hai freddo?- mi chiede.
-Un po’.-
Lui mi bacia leggermente il collo e l’orecchio sinistro, per poi sfiorarmelo con la punta del naso.
-Ti ricordi cosa diceva mia sorella?- domanda d’un tratto.
-Rispetto a cosa?- mi volto a guardarlo.
-A noi...-
-Come dimenticarlo?!- sorrido, voltandomi di nuovo ad osservare i primi raggi di luce che offuscano la nostra vista. –Ha creduto fin dall’inizio che noi stessimo insieme... Proprio come tuo padre, del resto.-
-Già... Ma se non fosse stato per loro, a quest’ora non saremmo stati qui, no?-
-No, infatti.-

 
 
 
 
 
 
 
 























Erano le undici circa della mattina seguente al giorno che arrivammo e Brian stava sorseggiando un caffè assieme alla sua sorellina.
Io scesi le scale stropicciandomi gli occhi, ma indugiai sugli ultimi scalini proprio quando sentii pronunciare il mio nome da McKenna.
-E’ davvero una ragazza stupenda Aileen, non credi?-
-Lei è una pazza, nel vero senso della parola!-
-Però è simpatica...-
-Sì, assolutamente. E’ la mia migliore amica, del resto...-
-Ed è anche molto bella...-
-McK, dove stai cercando di parare?-
-A nulla, ti sto soltanto informando delle mie impressioni su di lei!-
-Beh, sì, è una bellissima ragazza. Ogni volta che incrocio i suoi occhi, dei brividi mi percorrono la schiena, per quanto sono profondi. Per non parlare del suo profumo al gelsomino e muschio... Come si chiama? Ah sì, Alien. Lo usa praticamente ogni giorno quel profumo!-
-Ho notato, in questi giorni aveva sempre quel profumo addosso.-
Continuavano a sorseggiare il loro caffè ormai tiepido e, nel contempo, a sospirare.
-Lei ti piace?- domanda d’un tratto McK.
-Cosa... vuoi dire con... “ti piace”?-
-Sai, è un frase in codice per dire “quanto cazzo sei stupido?!”!-
-Non usare certe parole!-
-Parli proprio tu, Brian, che la scurrilità è all’ordine del giorno con te!- sbottò, infastidita.
Lui, invece, si limitò a sbuffare e guardarla negli occhi, così tanto identici fra loro che sembrava davvero potessero specchiarcisi dentro.
-Te l’ho già detto, è una bella ragazza...-
-Ma...?-
-Ma non fa per me. Siamo troppo differenti per stare insieme. Cioè, sì, siamo migliori amici, ma una relazione di quel tipo, tra fidanzati, è diversa, molto diversa da quella che abbiamo ora.-
-Brian, essere diversi è bello. Pensa, potete confrontarvi fra voi, senza mai annoiarvi. Non è meraviglioso?-
-No, quando poi dovremmo anche vivere insieme. Ragiona: potremmo ammazzarci!-
-Stai delirando, adesso...-
-Non sto delirando.-
-Invece sì. E poi già vivete assieme.-
-Sì, ma sarebbe diverso nell’altro senso...-
-E quali difetti tanto terribili avrà mai? Sentiamo...-
-Lascia il tubetto del dentifricio sempre aperto.-
-E tu lasci sempre la tavoletta del water alzata. E allora? Sono questi i difetti?!-
- Lei è seriamente disturbata, ha un caos tremendo in testa...-
-Ma cosa stai dicendo?!-
-McK, sei troppo piccola per capire...-
-Non sono piccola! Sei tu che sei troppo ottuso per capire che insieme stareste bene!-
-E’ impossibile...-
-Ma cosa credi?! Che non vi abbia sentito ieri pomeriggio?- domandò ironicamente la sorella, alludendo al rapporto intimo che c’era stato fra di noi.
-McKenna, sei una ficcanaso pazzesca!-
-Non è colpa mia se gli schiamazzi si sentivano fin qua giù...-
-Dovrei parlare con papà... Dovrebbe farti un bel discorso sul non farti i cazzi degli altri! E poi cosa ne puoi sapere mai degli schiamazzi, tu?!-
-Ho sedici anni!-
-Sei piccola!-
-Brian, dannazione!- alzò la voce. –Stai sviando da questo fottuto argomento.-
-Non alzare la voce con me! E poi non sto sviando proprio da nulla... Te l’ho già detto: io non provo niente per lei, se non un profondo senso di amicizia. Non voglio starci con lei...-
E dopo aver sentito quelle parole, credei immediatamente che il mio cuore si fosse spezzato.
Sentii un tonfo e un dolore acuto proprio alla bocca dello stomaco e un senso di nausea attanagliarmi le viscere.
Salii di corsa le scale per andare in bagno ed inginocchiarmi davanti al water, per rimettere quel poco di cibo che il mio stomaco ancora conservava e quella bile dovuta al nervosismo.
Tirai lo sciacquone e mi diressi verso il lavabo, per pulirmi il volto e rinfrescarmi un po’, così da mettermi in sesto.
-Non è possibile...- sussurrai.
Ero stata la prima a mettere in chiaro le cose, la prima a dire di non voler sentimenti nella nostra relazione... e la prima a cedere.
Mi ero innamorata, ormai era chiaro.
Corsi subito in camera mia, che poi era anche quella di Brian, e tirai tutta la mia roba fuori dagli armadi per riporli alla bell’e meglio in valigia, cercando di non dimenticare niente.
Mi vestii velocemente, mettendo le prime cose che mi capitarono davanti, una maglia chiara a maniche corte e dei jeans strappati, con delle converse mal ridotte sotto.
Acconciai i capelli in una coda alta ed infine presi il biglietto aereo, indossando gli occhiali scuri per non farmi vedere.
Scesi di corsa le scale, nella speranza di non trovare nessuno di fronte  a me, ma, nel momento in cui stavo per aprire la porta, mi sentii chiamare.
-Aileen!-
Mi voltai.
Era McKenna.
-Dove stai andando?-
-Io...- non riuscivo a parlare.
-E la festa?-
-...-
-Ci siamo tutti, oggi. Ci sono anche gli amici di Brian che hanno insistito tanto per conoscerti!-
-...-
-Leen, ma tu... Hai pianto?-
-Io devo andare.-
-E’ per Brian?-
-Chiedi scusa a tutti da parte mia.-
-Che cosa ti ha fatto?-
-Prenditi cura di te...- la abbracciai. -...E di lui.- aggiunsi.
Mi staccai velocemente e, aprendo la porta, uscii fuori, per cercare un taxi con cui raggiungere l’aeroporto.
-Aileen! Aileen!-
Sentivo McKenna urlarmi dietro, ma io non mi voltai per non cadere nell’errore di dimenticare tutto e perdonare chi non se lo meritava.
Appena un taxi mi si fermò accanto, mi fiondai dentro, cercando di non pensare al resto, se non a me stessa e alla mia felicità.
 
 
 
 
 
 
 






























Passarono tre, forse quattro giorni dall’ultima volta che vidi McKenna, e di conseguenza Brian, e se ripensavo a quelle parole sentite furtivamente, ancora mi sentivo male.
La verità è che credevo che con lui potesse andare diversamente, potesse quasi funzionare.
Ma evidentemente mi sbagliavo.
Un pomeriggio, mentre camminavo per le vie di New York nella speranza di svuotarmi la mente, mi ritrovai in un pub dall’aria familiare.
Già, il pub... quel pub in cui io e Brian ci incontrammo per la prima volta...
Ma che fortuna...
Mi sedetti su uno sgabello, poggiando i miei gomiti sul bancone e chiamando con una mano il barman al di là della lastra in marmo nero.
-Cosa le porto?-
-Una Heineken.-
-Arriva subito.-
Io feci un cenno di assenso col capo, aspettando la mia bevanda che non tardò ad arrivare.
Ma poi sentii alcune voci rientrarmi nelle orecchie.
-Brian! Da quanto tempo non ci si vedeva...- disse un uomo sulla cinquantina, con capelli lunghi e brizzolati fino alle spalle e ricoperto abbastanza da tatuaggi.
-Ehi, Kenny! Sì, sono stato fuori città...-
-Brian, amico!- gli urlò il barman, che poi gli strinse la mano una volta avvicinatosi al bancone.
Io cercai di far finta di nulla, per non attirare la sua attenzione, ma neanche questo bastò.
-Aileen...- si girò verso di me e quasi sussurrò il mio nome.
-Cosa ci fai tu qui?-
-Sono venuto per caso, ma... Cazzo, perché te ne sei andata da casa mia? Sono venuto a saperlo da McKenna, che eri andata via...-
Io, però, non risposi, limitandomi a continuare a bere la mia birra fredda.
-Perché mi stai evitando?-
-Cosa te lo fa pensare?-
-E’ una cazzo di settimana che provo a chiamarti e tu non mi rispondi!- alzò la voce.
-Vuol dire che non volevo risponderti, no?- sbottai anch’io. –In fondo, chi vuole parlare con una che è seriamente disturbata, non credi?!-
-Oh Dio... Scusami, davvero, ma l’ho detto soltanto per togliermi di mezzo mia sorella...-
-Sì... Adesso, scusa, ma vado a sistemare il caos che c’è nel mio cervello, sempre che sia possibile...- e così dicendo, posai una banconota da cinque dollari sul bancone e mi alzai per uscire dal locale.
-Credevo fossimo amici...- mi disse Brian, uscendo anche lui dal pub per parlarmi.
-Anch’io lo credevo... Ma gli amici non si parlano male alle spalle, perciò io e te non siamo mai stati amici! La verità è che volevi soltanto entrarmi nelle mutande...-
-Cosa? Cosa cazzo dici? Questa situazione l’hai voluta anche tu!-
-Sì, l’ho voluta anch’io, ma... Cazzo, Brian, sei stato tu a cercarmi dai tuoi, tu a baciarmi per primo, tu a farmi sentire bene e appagata anche mentre scopavamo... e tu ad andartene via per primo!-
-Cosa? Volevi forse delle coccole? Aileen, sei stata tu la prima a dire che non volevi che ci facessimo moine!-
-Sei stata tu, sei stata tu... Adesso è solo colpa mia?! Io... credevo che tu fossi diverso...-
-Diverso da cosa? Diverso da chi?-
-Da chiunque altro! Pensavo che tra di noi potesse davvero esserci qualcosa...-
-Ma io non sono il tuo fidanzato, sono il tuo amico!-
-Non mi serve un amico come te...-
E mi allontanai, dirigendomi a casa nella speranza di poter dimenticare l’accaduto.
 
 
 
 
 
 
 




























 

Morgana’s corner

Bonjour à tout le monde! Sì, sono ritornata relativamente presto a pubblicare un nuovo capitolo, al contrario di tutti i pronostici che sicuramente mi davano già per dispersa (?). Bene, ditemi: cosa ne pensate di questo capitolo? Devo dire che, mentre lo rileggevo, il tutto mi sembrava una sorta di monologo, tanti pensieri che prendevano vita mentre venivano messi su carta, pensieri che poi riflettono effettivamente le mie paure, in qualche modo. Ma non sto ad annoiarvi. Come al solito, spero abbiate gradito e... ci sentiamo presto!

Un bacio.
 
 
 



 
  
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