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Autore: inattivo ciao ciao    18/11/2014    5 recensioni
"Grazie" mima Louis, con un sorriso stanco. Harry gli tira indietro i capelli e lo aiuta a rialzarsi, preoccupandosi un po' nell'avvertire la mollezza del suo corpo. Gli cinge la vita e appoggia le labbra sulla sua fronte.
"Sei un po' caldo" dichiara.
Louis rabbrividisce e si stringe ancora di più al suo corpo.
"Vai a letto" gli sussurra il riccio "Io sistemo qua e poi vengo a misurarti la febbre".
Louis ridacchia sul suo collo e "Amore, non ho cinque anni. Sono sicuro di potermi infilare da solo un termometro sotto l'ascella" gli ricorda divertito.
"E chi ti dice che io volevo mettertelo lì?" ribatte Harry sorridendo sotto i baffi.
"Coglione" borbotta il liscio con tono dolce. Louis chiude gli occhi non appena il riccio prende a far ondeggiare i loro corpi lentamente, come fossero su un'amaca.
"Sto per addormentarmi" lo avvisa Louis.
"Vai a letto" gli ripete semplicemente il ragazzo, scostandosi da lui con un sorriso intenerito. Louis sbatte velocemente le ciglia e "Prendimi in braccio" mugola. Harry ridacchia.
"Amore, non ho cinque anni" scimmiotta, ma lo solleva comunque.
Harry/Louis (sick!Louis)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rotola sul suo corpo, stroppicciando le lenzuola sotto di loro. Issandosi sul suo cuscino, stampa un bacio veloce sulla pelle abbronzata e gli accarezza la spalla nuda con unghie delicate. Ne inspira il profumo e preme le labbra lungo il collo, emettendo tanti piccoli schiocchi.

"Harry" lo richiama Louis mugolando. Il riccio gli scopre il fianco dalla maglietta del pigiama e ci affonda le dita. Un solco lieve gli si dipinge tra le sopracciglia non appena il ragazzo sotto di lui gli posa le mani sulle spalle muscolose e lo spinge debolmente lontano dal suo collo.

"Ho mal di testa, amore" spiega Louis lisciandogli il cipiglio con un pollice. Harry lo fissa intensamente e sbuffa un divertito "Che scusa originale, Lou!". Louis chiude gli occhi e sibila scocciato:

"Fanculo Haz, mi sta scoppiando il cervello". Harry sussulta piano nell'accorgersi del suo tono serio.

"Ehi" bisbiglia dolcemente spostandogli una ciocca di capelli dalla fronte. Louis riapre lentamente gli occhi, regalandogli un piccolo sorriso.

"Ho preso anche un' aspirina ma non è servita a niente" si lamenta, un po' abbattuto. Harry gli accarezza la linea del naso e gli scocca un piccolo bacio sulle labbra ed uno sulla tempia.

"Perché non provi a dormire, mhm?" propone il riccio abbracciandogli la vita. Louis si gira verso di lui con un sospiro e nasconde il viso nel suo petto nudo. Si mette in posizione fetale, cercando di ignorare il pulsare martellante nel suo cranio che gli spedisce fastidiosi battiti cardiaci ad entrambe le orecchie. Harry prende a massaggiargli la nuca; intreccia le dita lunghe nei suoi capelli sottili e glieli spettina gentilmente. Louis, sotto la regolarità dei suoi tocchi quasi ipnotici, avverte piano piano le proprie palpebre farsi sempre più pesanti. Harry sorride intenerito non appena percepisce sulla propria pelle il solletico delle sue ciglia lunghe che, assonnate, continuano ad alzarsi lentamente e abbassarsi rapidamente.
Solo quando sente il respiro lento e regolare di Louis, Harry si lascia accogliere tra le braccia di Morfeo.

**

"Mmm" Harry si stiracchia come un gatto al sole, allungando i muscoli della schiena e delle braccia. Con un sospiro riapre gli occhi e se li stroppiccia con i palmi. Si scricchiola tutte le dita delle mani -riempiendo il silenzio della stanza con tanti piccoli croc simili a legnetti che si spezzano- e gira lentamente il collo verso Louis.
Un sorriso nasce spontaneo sul suo viso nel vedere il ragazzo profondamente addormentato. Gli traccia con tocco delicato il contorno della bocca sottile e, facendo attenzione a non svegliarlo, scende dal lettone per dirigersi verso la cucina.

"Okay" mormora a mezza voce dopo aver sceso con passo strascicato le antiche scale di legno ed essere arrivato sulla soglia della porta. Inizia a recuperare dalle ante di mogano l'occorrente per preparare un the caldo a Louis e, mentre aspetta la bollitura dell'acqua, sfoglia svogliatamente una rivista abbandonata sul tavolo.
Poco dopo sta già ritornando in camera da letto, una tazza bollente in una mano e un dito in bocca perché -naturalmente- è riuscito a bruciarsi.

"Lou, sv-" Harry si interrompe bruscamente nel vedere il ragazzo che, seduto con i piedi che penzolano fuori dal letto, si sta stringendo con forza le tempie e respira in modo profondo, come se stesse cercando di calmarsi. Harry appoggia immediatamente il the sul primo ripiano che trova e si inginocchia tra le gambe di Louis.

"Amore, cos'hai?" chiede preoccupato, accarezzandogli una coscia.

"Gira tutto, Haz" risponde Louis in un mormorio, strizzando gli occhi. Harry boccheggia e gli posa con cautela le mani sulle sue, facendo scorrere con fare delicato i pollici sulle sue palpebre serrate. Louis apre lentamente gli occhi e, accorgendosi dell'assenza di vertigini, sospira piano.

"Hai avuto un capogiro, amore?" gli chiede apprensivo Harry. Il liscio conferma debolmente con un cenno del capo.

"Mi viene da vomitare" aggiunge, abbracciandosi lo stomaco. Harry, d'istinto, si allontana un po' ma si ricompone presto e si risolleva da terra, domandandogli un dolce "Ce la fai ad alzarti?". Louis fa leva sulle braccia e si afferra al polso del riccio. Raggiungono il bagno e Louis si accascia contro la vasca, tracciando lentamente il contorno di un ghirigoro su una piastrella.

"Non ci riesco" annuncia frustrato, premendosi le dita sulla pancia.

"Prova con due dita in gola" propone Harry, inchinandosi per accarezzargli lievemente le nocche un po' sporgenti.

"Ma anche no!" lo fulmina con tono piccato.

"Se non lo fai tu lo faccio io" lo minaccia Harry, alzando l'indice e il medio come ammonimento.

"No" piagnucola Louis proteggendosi la bocca con entrambe le mani. Harry sbuffa ed esce dal bagno. Louis gli lancia un'occhiata incuriosita ma non dice niente e, sospirando, sotterra la testa tra le ginocchia. Inspira ed espira rumorosamente, interrompendosi nel sentire i passi di Harry farglisi sempre più vicino. Alza lo sguardo e addocchia un bicchiere di plastica tra le sue mani.

"Cos'è?" chiede socchiudendo gli occhi, insospettito.

"Bevi" gli ordina, invece, Harry porgendogli il bicchiere.

"Cos'è?" ripete il liscio, afferrandolo lentamente.

"Aceto" risponde Harry con un'alzata di spalle.

"Ma che schifo!" esclama scandalizzato Louis, guardandolo esterrefatto.

"Appunto" replica Harry con sguardo ovvio.

"Serve per farti vomitare".

Louis soppesa la situazione e strizza il naso. Chiude forte gli occhi e si porta alle
labbra il bicchiere, bevendone l' intero contenuto in un unico lungo sorso. Finito di ingoiare, scoppia in un esagerato attacco di tosse e tira fuori la lingua, emettendo versi disgustati. Harry si trattiene dallo sghignazzare e si inginocchia accanto a lui vicino al water.
L'aceto inizia a fare il suo effetto; Louis sputa la saliva che continua ad accumularsi all'interno della sua bocca. Harry gli appoggia una mano grande sul centro della schiena, con fare consolatorio. Il primo conato arriva violentemente e Louis sente un forte bruciore attanagliarli lo stomaco e la gola. Harry prende a muovere la mano con movimenti circolari e gli asciuga una lacrima che scende lenta sulla guancia. Un altro fiotto viene rimesso dalla sua bocca e lo costringe ad inchinare ancora di più la testa dentro la tazza. Una puzza acre gli aggredisce le narici, procurandogli l'ennesimo conato. Sente il suo ragazzo dargli dei bacini sulla schiena e vorrebbe accarezzargli il viso per ringraziarlo, ma una nuova scarica di bile lo fa desistere dal suo intento. Ormai svuotato, sputa un altro paio di volte e si scosta dal water. Con una mano tremante si asciuga il mento sporco e tira su con il naso. Harry gli lascia una veloce carezza sui capelli e si accinge a tirare lo sciacquone. Si avvicina al lavandino e bagna con acqua fredda due salviette colorate, per poi porgerne una a Louis. Il ragazzo si pulisce le mani, mentre il riccio gli tampona il viso per rinfrescarlo.

"Grazie" mima Louis, con un sorriso stanco. Harry gli tira indietro i capelli e lo aiuta a rialzarsi, preoccupandosi un po' nell'avvertire la mollezza del suo corpo. Gli cinge la vita e appoggia le labbra sulla sua fronte.

"Sei un po' caldo" dichiara. Louis rabbrividisce e si stringe ancora di più al suo corpo.

"Vai a letto" gli sussurra il riccio "Io sistemo qua e poi vengo a misurarti la febbre".
Louis ridacchia sul suo collo e "Amore, non ho cinque anni. Sono sicuro di potermi infilare da solo un termometro sotto l'ascella" gli ricorda divertito.

"E chi ti dice che io volevo mettertelo?" ribatte Harry sorridendo sotto i baffi.

"Coglione" borbotta il liscio con tono dolce. Louis chiude gli occhi non appena il riccio prende a far ondeggiare i loro corpi lentamente, come fossero su un'amaca.

"Sto per addormentarmi" lo avvisa Louis.

"Vai a letto" gli ripete semplicemente il ragazzo, scostandosi da lui con un sorriso intenerito. Louis sbatte velocemente le ciglia e "Prendimi in braccio" mugola. Harry ridacchia.

"Amore, non ho cinque anni" scimmiotta, ma lo solleva comunque.
Reggendogli saldamente le cosce e sorridendo nel sentire la sua guancia appoggiarglisi sulla spalla, esce dal bagno e cammina piano lungo il corridoio. Una volta raggiunto il letto lo deposita sul comodo materasso, osservandolo mentre, ormai in dormiveglia, si arriccia su se stesso e incrocia le braccia sul petto.

"Adorabile" pensa Harry, coprendolo per non farlo rabbrividire. Si mette quindi alla ricerca del termometro. Una volta trovato si avvicina a Louis, che ha le labbra schiuse e i pugni che stringono debolmente la maglietta. Harry glieli apre piano piano, riuscendo poi ad alzargli un braccio senza svegliarlo. Appena il termometro freddo entra a contatto con la sua ascella il ragazzo si lamenta leggermente, ma continua a dormire. Il riccio gli riabbassa il braccio, posandoci sopra una mano per evitare di farlo spostare. I minuti passano ed Harry, con manovre attente, riesce a sfilargli il termometro.

"37.8" legge con un bisbiglio. Lo ripone nel suo contenitore, mordendosi appena il labbro inferiore. Sblocca l' I-phone per controllare l'ora -un sorriso sorge spontaneo sul suo viso alla vista dello sfondo: Louis che lo abbraccia da dietro, le loro mani intrecciate sul suo cuore- e scopre che manca qualche minuto a mezzogiorno. Si alza dal materasso e, dopo essersi accertato dell'assenza di eventuali spifferi nella stanza, va verso la porta. Si accorge della tazza ancora colma di the -ormai freddo- e la afferra, bevendone un piccolo sorso nel tragitto dalla loro camera al bagno. Versa il resto del the nel lavandino, e lancia le due salviette -ormai umide e sporche- nel cesto della biancheria da lavare. Si guarda intorno schioccando la lingua, fino a quando lo sguardo non gli cade sul pavimento e avvista il bicchierino che conteneva l'aceto. Lo accartoccia e si avvia verso il bidoncino all'angolo. Ha la mano ancora a mezz-aria quando una suoneria energica squarcia il silenzio, facendolo sobbalzare dallo spavento. Si afferra la maglietta all'altezza del cuore e, con l'altra mano, estrae rapidamente il cellulare dai pantaloni. Spera che il rumore infernale non abbia svegliato Loui- 'Amore' legge sul display, con la fronte aggrottata.

"Lou?" risponde Harry usando un tono incerto. Dall' altra parte tutto tace, ed il riccio inizia a sospettare che il ragazzo gli stia facendo uno dei suoi soliti scherzi.

"Louis" lo richiama con fermezza.

"Perché non dormi al posto di fare lo scemo con il telefono?" aggiunge alzando gli occhi al cielo con fare affezionato.

"Devo dare da mangiare a Bunny" è il sussurro quasi impercettibile che gli arriva. Harry solleva le sopracciglia e allontana l' I-phone dall' orecchio per accertarsi di aver letto correttamente il nome del destinatario.

"Bunny?" chiede confusamente una volta sicuro che,, è proprio Louis ad averlo chiamato. Non ricevendo alcuna risposta, si incammina -un po' preoccupato- con passi veloci verso la loro stanza. Preme il pollice sulla cornetta rossa e si ferma sconcertato sulla soglia. Louis è girato su un fianco, gli occhi socchiusi, il respiro lento, il cellulare appoggiato al contrario sul cuscino. Al riccio sembra che stia dormendo ma, ad un tratto, il ragazzo sussurra:

"Oggi è il mio turno. Ieri l'ha fatto Lottie, quindi oggi tocca a me". Harry si preme un palmo sulla bocca per soffocare una risata e si avvicina in punta di piedi al letto. Louis, ora che ci pensa, in passato aveva avuto diversi episodi di sonnambulismo, ma erano anni che non si verificavano. In più, non era mai arrivato al livello di riuscire a chiamare qualcuno durante questo particolare stato di sonno-veglia -Harry ancora non riesce a capire come ci sia appena riuscito-. Afferra cautamente il cellulare dalla federa, appoggiandolo sul comodino. Accarezza il braccio scoperto dal piumone e clicca la modalitá video del proprio telefonino. Una volta in funzione mormora divertito:

"E cosa darai da mangiare a Bunny, amore?". Louis dilata le narici e schiude le labbra, senza svegliarsi. Qualche secondo dopo biascica, sconnesso:

"Hai una penna blu?". Harry si lascia scappare una risatina e gli chiede:

"Cosa mi rispondi se ti dico che ti amo?".
Louis bisbiglia borbottii incomprensibili e strofina la tempia contro il cuscino, facendo ridacchiare Harry che, mimando lo schiocco di un bacio, interrompe la ripresa. Delicatamente gli rimette il braccio sotto le coperte, sfiorandogli la fronte calda con le labbra.

"Dormi, piccolo" dice piano ed esce dalla stanza.

**

Louis riapre gli occhi, sbattendo le ciglia più volte con fare confuso. Si sente la testa terribilmente pesante ed un retrogusto nauseante in bocca. Cerca a tentoni il cellulare sul comodino e socchiude le palpebre, irritato, quando l'illuminazione troppo forte dello schermo quasi lo acceca. Legge vagamente le cifre bianche, scoprendo così di essersi svegliato alle 18:53. Richiude gli occhi e lancia alla cieca il telefonino, scoprendo di aver colpito qualcosa di morbido quando avverte un tonfo attutito. Accarezza lentamente l'intero letto e sbuffa piano nell'accorgersi dell'assenza di Harry. Mugola infastidito e decide di raggiungerlo -ovunque si sia cacciato. Appena si libera dal groviglio di coperte viene aggredito da mille brividi che gli fanno rizzare i peletti sulle braccia. Si avvolge un plaid a mò di mantello e barcolla verso le scale, afferrandosi debolmente al corrimano. Arrivato a metá le gambe iniziano a tremargli quasi violentemente e, fidandosi poco della loro stabilità, decide di sedersi lentamente, per poi scendendere gli ultimi gradini strisciando con il sedere. Dopo un paio di tentativi riesce a risollevarsi e, per una decina di secondi, i suoi occhi vengono aggrediti da una moltitudine di puntini scuri danzanti. Si appoggia al muro adiacente per non cadere e -quando riesce a rimettere a fuoco la stanza- si dirige verso il salotto, seguendo il vociare leggero proveniente dalla televisione. Rischia di inciampare più di una volta ma, finalmente, riesce a scorgere una testa riccioluta oltre lo schienale del divano.

"Haz" lo chiama con voce flebile. Immediatamente Harry si volta verso di lui e, con gli occhi sgranati, gli si avvicina a tempo zero.

"Amore!" esclama stringendolo a sè.

"Perché sei uscito dal letto?".

"Non c'eri" risponde il liscio, la voce soffocata dal suo petto. Harry sospira e, afferrandogli una mano, lo trascina docilmente verso il divano. Lo fa sedere su di lui e Louis gli cinge il collo, spalmandosi ancora di più sul suo corpo.

"Ho freddo" si lamenta, rabbrividendo. Harry gli friziona la schiena e si toglie la felpa per mettergliela, sorridendo compiaciuto quando Louis espira contento e allunga le maniche per coprirsi per bene tutte le dita delle mani. Harry gli solleva anche il cappuccio e sistema la coperta sulle sue spalle.

"Sei bollente" gli sussurra dopo avergli toccato la fronte.

"Anche tu sei particolarmente sexy" ribatte Louis con un sorrisino irriverente.

"Scemo" lo apostrofa il riccio con un risolino.

"Ti si è alzata di sicuro la febbre" aggiunge abbracciandolo un po' più forte.

"Mi sento uno straccio" confessa Louis chiudendo gli occhi. Harry gli accarezza piano le ciocche castane e, allungandosi un po' alla sua destra, riesce ad afferrare il telecomando e a spegnere la tv.

"Vuoi mangiare qualcosa?" domanda dandogli un bacino sulla spalla coperta. Louis scuote la testa sul suo collo, ma Harry non si arrende e "Neanche un bel brodino caldo?" propone. Louis soppesa l'idea per qualche secondo, per poi mormorare un leggero "No, grazie".

"Sicuro? Dovrai pur mang-" si interrompe appena Louis, indispettito, affonda i denti sulla sua guancia. Il morso è stato leggero, ma il messaggio è riuscito a trapelare tranquillamente.

"Okay okay" borbotta Harry.

"Vuoi dormire qui?" chiede poi.

"Mhmh" replica il ragazzo "sei comodo". Harry sorride e gli bacia i capelli.

"Settle down with me Cover me up Cuddle me in" canta, mandandogli caldi respiri sul viso.

"Lie down with me and hold me in your arms" e Louis sospira contento, accoccolandosi maggiormente sul suo corpo.

"And your heart against my chest
Your lips press to my neck..."

ANGOLO AUTRICE:

Spero che via piaciuta :) personalmente amo sick!Louis ed Harry dolce e protettivo *_* fatemi sapere cosa ne pensate, oks? Un bacio
  
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