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Autore: heliodor    18/11/2014    2 recensioni
Capitan Freedom ― il Capo ― è il supereroe. Liberty Boy ― il Ragazzo Fantastico ― è la sua fedele spalla.
Insieme lottano contro i supercriminali che minacciano la pace nel mondo, in particolare Mantra, il loro arcinemico.
Nella battaglia finale il Capo e Mantra restano intrappolati in una dimensione parallela mentre Liberty Boy perde i suoi poteri.
Anni dopo, il Capo ritorna trasformato nella mente e nello spirito.
Liberty Boy è costretto a indossare di nuovo la maschera, perché adesso è Capitan Freedom il supercattivo...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento gli schiaffeggia il viso e gonfia la giacca e la camicia. Steve volteggia al di sopra delle nuvole, le braccia allargate a imitare un aeroplano.
Trae un profondo respiro e si tuffa in picchiata sopra un campo di grano. Sfiora un paio di mucche al pascolo che reagiscono all'intrusione con un muggito sommesso e riprende quota. Si libra sopra un fienile col tetto sfondato circondato da una staccionata divelta.
Si ferma sopra un casolare dalle finestre buie.
Un ronzio lo fa voltare di scatto. Un levicottero si leva al di sopra della sua testa, un faro puntato nella sua direzione.
― Steve ― dice la voce di Lucy da un megafono. ― Tutto bene?
Steve alza il pollice. ― Mai stato meglio.
― Che ne diresti di rientrare? Direi che hai ripreso abbastanza confidenza per oggi.
― Ho appena cominciato ― risponde volando via.
Una vibrazione scuote il levicottero che perde quota per qualche istante.
― A quanto andava? ― domanda Lucy allarmata, le mani aggrappate alla cloche.
― Mach due ― risponde Reya dall'altra parte del collegamento radio. ― Credo. Il satellite fatica a tenerlo inquadrato.
― Incredibile.
Steve rallenta in vista della parete di una montagna. Con una cabrata a novanta gradi si dirige verso la cima, la supera e poi si volta con un'inversione ad angolo retto, puntandovi contro. Si getta sullo sperone di roccia, lo sfiora con l'addome e volteggia sopra di esso fino a posarsi in cima. Si siede con le gambe incrociate e osserva la valle sottostante. Un fiume attraversa i campi tuffandosi in un lago. In lontananza si vedono le luci di una città distesa sul fianco di una collina.
Il levicottero emerge dall'ombra e ronza alle sue spalle. ― Steve, rientriamo, dai. Siamo fuori dalla zona interdetta al volo.
― Sai, mi ricorda la prima volta che ho volato ― dice Steve con un sorriso sulle labbra. ― Il Capo mi portò sulle montagne rocciose con il suo fuoristrada. Fu un viaggio di cinque ore dove mi raccontò gran parte della sua vita, di quando si era perso in un bosco a sette anni ed era sopravvissuto per due giorni cibandosi di funghi e bevendo a una fonte che aveva scoperto. ― Scuote la testa. ― Ci saremmo potuti andare in volo, ma lui disse che gli piaceva godersi il viaggio in macchina, vedere sfrecciarsi davanti i pickup pieni di famiglie che andavano in gita o tornavano da una grigliata e dare un'occhiata alle piccole fattorie che si incrociavano lungo la strada e magari fermarsi in una trattoria e gustarsi uno dei piatti locali.
― Steve ― la voce di Lucy è velata dalla tristezza.
― Comunque, arrivati a destinazione mi porta su uno strapiombo di sei o settecento metri e mi dice di guardare. Io lo faccio. E lui mi fa "è per questo che lo facciamo, Steve". E io "certo, è meraviglioso. Vale la pena combattere per questo mondo. " Lui mi guarda, sorride e dice: "Io parlavo del panorama." Poi mi da una spinta e mi butta giù. ― Steve ride finché le lacrime non gli rigano gli occhi.
― Torniamo alla base, Steve. Si sta facendo buio.
Steve fluttua verso il levicottero e si accomoda accanto a Lucy. ― Scusa. Mi sono lasciato andare un attimo.
Lucy abbozza un timido sorriso. ― Dai, è normale. Questa cosa ti ha scombussolato.
― Dovete scoprire dov'è andato.
― Ci stiamo già lavorando.
***
Karl indica uno degli schermi. L'immagine sfocata e confusa mostra una figura umana che fluttua sopra una petroliera ancorata a un molo.
― È di sei ore fa ― spiega Karl passando una mano sulla console. L'immagine si allarga mostrando la figura umana più da vicino.
― È lui? ― chiede Lucy, in piedi con le braccia incrociate sul petto.
Karl annuisce. ― Si sposta molto velocemente da un punto all'altro del mondo. Qui era a Sydney. E in questa. ― L'immagine cambia e mostra un complesso fatto di tubi e condutture che spuntano dal suolo. ― Era a Kuala Lumpur.
Steve si sporge verso lo schermo. ― Che ci fa in quei posti?
― Ha preso la petroliera e l'ha portata altrove.
Lucy lo guarda con occhi sbarrati. ― Che cosa?
Karl fa spallucce. ― L'ha sollevata e l'ha portata via. C'era un filmato in rete, ma è sparito prima che lo potessi copiare. C'è qualcuno che sta facendo piazza pulita di immagini relative a Capitan Freedom.
― Jones ― sibila Kalvin.
― Probabile. Reya, puoi fare qualcosa per recuperare le immagini?
― Ci provo ― dice la ragazza. ― Ma se nemmeno Karl c'è riuscito...
― Cara, tu hai un tocco magico per queste cose ― dice Karl con un ghigno.
― Scemo.
Lucy rivolge loro un'occhiataccia. ― La smettete? E a Kuala Lumpur che mi dici? Perché c'è andato?
Karl scuote le spalle. ― Ha preso alcuni tubi e li ha portati via.
― Dove? ― chiede Steve corrucciato.
― A saperlo, amico.
― Karl ― dice Lucy seria. ― Devi trovarlo. Utilizza tutte le risorse che abbiamo, ma trovalo.
Karl sospira. ― Ci vorrà un miracolo.
― Stupiscimi. ― Lucy fa un cenno a Steve. ― In quanto a te, dobbiamo metterti addosso qualcosa di più consono.
― Stavo proprio per chiederti se avevate conservato uno dei miei costumi. Sai, il mio l'ho buttato via.
Karl sgrana gli occhi. ― L'hai buttato? Voglio dire, la riproduzione del costume di Liberty Boy vale migliaia di dollari. L'originale non ha prezzo.
― Si era rovinato dopo averlo lavato in lavatrice.
― Lavato in lavatrice... ― sussurra Karl incredulo.
― Concentrati sul tuo compito. ― Fa un cenno con la mano a Steve. ― Da questa parte.
***
Allineate lungo le pareti dell'hangar, sei levicotteri attendono come silenziose guardie il passaggio di Lucy, Steve e Reya.
Steve si guarda attorno. ― Carino qui. È una specie di bat-caverna?
La ragazza li guida fino a una pedana rialzata sul fondo dell'hangar. In una teca di cristallo è appeso un costume di Liberty Boy.
Steve appoggia la mano sul vetro. ― L'avete conservato?
― Alcuni di noi hanno portato qui le loro collezioni.
― Immagino che questo sia di Karl.
Lucy arrossisce. ― In verità è mio.
― Tuo?
― Sai, tu eri il mio preferito. A dieci anni mi vestivo come te.
Steve distoglie lo sguardo.
Reya tira una cassa di metallo da sotto una panca e la apre con un gesto secco. All'interno si intravedono un casco e un'armatura nero antracite. La ragazza tira fuori il corpetto e lo lancia verso Steve, che lo afferra al volo. ― È in fibra di nanocarbonio. Superresistente agli urti. Può assorbire l'onda d'urto di un'esplosione  fino a un massimo di tre metri di distanza. Autoriparante.
Steve la soppesa tra le mani e la passa a Lucy, che l'appoggia a terra.
Reya prende il casco e lo butta tra le braccia di Steve. ― Casco per la realtà potenziata. Stesso materiale dell'armatura. HUD a interfaccia neurale. Legge letteralmente i tuoi pensieri e anticipa le tue richieste.
Steve infila il casco. All'interno si accendono luci e scritte che scivolano davanti ai suoi occhi.
― Include visore notturno e termografia. E schermatura parziale contro le radiazioni.
Steve si volta verso Lucy. ― Ha anche i raggi-x per vedere sotto i vestiti delle ragazze?
Reya sorride. ― Tu non prendi niente sul serio, eh?
― Che male c'è a divertirsi un po'?
Lucy spinge la cassa con un piede. ― Ti serve altro? Domande?
― Dove la compro questa roba? Scommetto che non si trova nei negozi. Si ordina per posta?
― Sono dei prototipi ― spiega la donna. ― Li abbiamo presi in prestito.
Jimmy arriva di corsa. ― Karl lo ha trovato.
Lucy e Steve si scambiano un'occhiata, poi seguono Jimmy di corsa.

 
  
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