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Autore: Masayume Pachirisu    18/11/2014    7 recensioni
I loro sguardi si incrociarono.
Entrambi con il fiato corto, le guance rosse e gli occhi liquidi per il piacere appena provato.
La mano destra di Yong Guk finì sul collo di Zelo, tirandolo verso di sé, facendo scontrare così le loro labbra arrossate e gonfie per i troppi baci.
Il piacere li riprese nuovamente e i ruoli tra loro cambiarono, così che Zelo si ritrovò tra quelle coperte.
E Dio se ci stava dannatamente bene tra tutti quei Tigro stampati in mille pose diverse. Accaldato ed eccitato, lo fissava con trepidazione, aspettando che l'altro lo toccasse nuovamente e lo facesse sentire vivo...
Tema: Amori, tradimenti, band e musica. -Attenzione Crack Paring-
Principali: B.A.P (tutti) - SHINee (Onew - Taemin - Key - Jonghyun) - Infinite (Sungjong - Hoya)
Secondari: EXO (Baekhyun - Chanyeol - Kai - Kyongsoo) - Teen Top (?) - Yong Nam
Meteore: f(x)
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il nuovo capitolo^^ non ho molto da dire^^ probabilmente ne avrete più voi!
Buona letturaaa!!!
PS: grazie come sempre a tutti! vi amo!!!!!!!!!
 


Una ragazza alta, slanciata, dai capelli scuri raccolti in uno chignon morbido, camminava tranquilla su dei sandali dal tacco vertiginoso, avvolta in un tailleur blu scuro aderente ed elegante.
Si avvicinò a una doppia porta scura, color mogano, dalle maniglie in acciao. Bussò piano un paio di volte, come per non voler disturbare, e dall'altra parte si sentì un "avanti" grave, attutito dalla porta stessa.
Lei entrò con grazia, sorridendo dolcemente e avviandosi verso la scrivania che stava proprio infondo, dove sedeva dietro di essa un uomo ormai trentenne, dai capelli scuri tagliati corti, ma non troppo, un viso raffinato, magro, serio, vestito in un abito elegante, scuro, anche se la giacca giaceva dietro lo schienale della sedia nera sul quale l'uomo era seduto, e la cravatta pareva un po' molle.

-Grazie Eunjung shi- disse lui appena la ragazza ebbe messo dei documenti sotto il suo naso.

Li guardò un attimo, tanto per essere sicuro che fosse tutto in ordine e poi li lasciò sulla scrivania, guardando l'altra ancora davanti a lui.

-Vai pure a casa adesso, è tardi e hai lavorato tanto- disse alzandosi per darle la mano.
-Grazie signor Bang... ma non sono mai stanca. Questo lavoro è proprio ciò che cercavo... la ringrazio...- disse lei sempre più dolcemente, con il solito sorriso e con la schiena sempre più curva in un inchino davvero troppo profondo.
-Su su, sei davvero brava Eunjung shi... te lo meriti questo lavoro. E ora a casa! Esci un po' con le tue amiche-

E lei sorrise, inchinandosi di nuovo e dando la buona notte, avviandosi poi verso la porta dalla quale era entrata.
L'uomo si afflosciò nuovamente sulla sedia, mettendo un dito nella cravatta e snodandola del tutto, andandola a riporla in un cassetto dove altre tre cravatte erano rimaste lì da chissà quanto tempo.
Portò le braccia in avanti, stirando i muscoli delle spalle, alzandole poi verso l'alto per ravvivare un po' anche la schiena, bloccata per le troppe ore rimasto seduto su quella sedia.
Sembrava comoda, all'inizio. Ma non lo era e questo la rendeva odiosa.
Prese i documenti che Eunjung gli aveva lasciato poco prima, controllando gli orari e le varie cose da fare, comprensi di nomi e programmi.
Sembrava tutto perfetto, come sempre. Eunjung era davvero impeccabile, aveva fatto bene ad assumerla. Il suo curriculum non era molto fiorito, ma alla fine si era dimostrata capace, proprio come aveva detto. 
Una fortuna quindi.

Si alzò dalla sedia sentendo le gambe molli ma anche felici di camminare un pochino.
Si guardò alle spalle, verso la grande vetrata del suo ufficio, dove una Seoul illumanata solo dai lampioni rendeva la vista davvero piacevole.
E ok, non erano nella parte più ricca della citta e non si trovava al trentesimo piano di un grattacielo, ma solo al decimo, ma alla fine tutto quello per lui era già il massimo.

Guardò l'orologio e notò che le dieci erano passate da un pezzo. Tra poco sarebbero arrivati e doveva sistemarsi. In realtà era già pronto, ma iniziò a ripensare al discorso che aveva provato in quei giorni, guardandosi poi in uno specchio che aveva lasciato nel cassetto delle cravatte.
Ok, poteva farcela! 

Qualcuno bussò di nuovo alla porta e lui disse di nuovo "avanti" con lo stesso tono.
Tre ragazzi, tutti sui venticinque anni, entrarono nel suo ufficio con un po' di timore, guardando quello spazio elegante intorno a loro.
Avevano tutti una tuta, segno che erano tornati da poco dalle prove giornaliere, ma soprattutto avevano un'aria particolarmente stanca, notabile anche dalle occhiaie che avevano, chi più chi meno.

-Ciao ragazzi! Sedetevi, sedetevi- disse indicando le quattro poltrone nere al centro della stanza, messe a due a due per potersi guardare perfettamente in faccia.

I tre presero subito posto e l'uomo fece lo stesso, sedendosi vicino al biondo del trio.

-Hyung come mai ha voluto vederci?- chiese quello di fronte a sé, dai capelli rossi e delle treccine  sulla parte laterale destra della testa.
-Kevin, vi ho chiamato perché ho da darvi una notizia...-

I tre sembrarono risveglirsi dopo quelle parole, e si misero a fissare il CEO della loro agenzia con molto più interesse. 
Era come se la fatica che avevano addosso si fosse di colpo dissolta nel nulla.
Lo guardarono tutti ansiosi, attendendo che il maggiore parlasse, ma in qualche modo questo sembrava essere felice della loro curiosità e attese ancora un po' prima di parlare di nuovo.

-Ormai state facendo training da tre anni... siete migliorati a vista d'occhio e non vi siete mai lamentati, nemmeno per lo scarso stipendio...- e i tre sorrisero timidamente, sapendo bene che il loro portafoglio ne stava ancora risentendo dei danni -Ma i vostri sforzi sono stati premiati! Abbiamo recuperato i fondi ragazzi! Debutterete tra tre mesi-

Come un fulmine a ciel sereno, i tre non riuscirono a contenere la contentezza e, dopo un attimo di smarrimento, si alzarono esultando, abbracciandosi tra loro, mentre qualche lacrima di gioia scendeva copiosa dagli occhi di tutti. Uno dopo l'altro si buttarono addosso a quel CEO, tanto giovane, tanto serio, ma sempre presente e sempre disposto ad aiutarli.

-Bang hyung!! Bang hyung, grazie!- dissero tutti, ancora con le guance bagnate.

E lui sorrise abbracciandoli, chiedendogli poi di sedersi di nuovo per continuare il discorso.

-Dovremmo fare qualche modifica, e purtroppo dovrete accettare l'idea di avere un nuovo membro... un batterista...-
-Qualsiasi cosa hyung... qualsiasi cosa- disse il biondo al suo fianco, ancora intendo ad asciugarsi le lacrime.
-Non piangere Kyumin! Dovrete lavorare duro, ok? Abbiamo dei pezzi già impostati, ma voglio che collaboriate per renderli unici. Metteteci dentro il vostro talento, ok? Voglio che le basi e i testi siano impregnati del vostro sapere e della vostra passione...- 
-Hyung...- lo interruppe il terzo ragazzo, dai capelli scuri e corti, meno appariscenti degli altri due -Ma... abbiamo già un nome?- domandò timidamente.

Il CEO sorrise, alzandosi e recuperando qualcosa dallo stesso cassetto delle cravatte e dello specchio -Guardate...- disse, dando in mano al moro un cd.

I tre lo fissarono stupefatti, guardandosi poi tra loro e di nuovo il cd.
Bad Humans era la scritta nera, grande, con dei rovi intorno, che si ingarbugliavano e formavano alcuni teschi, contornata di bianco e sfumata intorno, con sotto la scritta "the first single album" in stampatello bianco.
Non c'erano le loro foto, proprio come avevano sempre detto loro, che preferivano uno stile minimal, dove le loro facce non sarebbero servite a nulla.
Quel nome, quelle due parole, risvegliarono in loro ricordi di cui avevano sempre parlato, anche con il CEO. 

-Bad Humans...- sussurrò il moro alzando lo sguardo -Hyung...- disse di nuovo il moro, completamente basito.
-Sì, Soohyun?- domandò l'uomo sorridendo.
-Queste... questi...- balbettò Kevin ancora scosso.
-Non vi piace?- chiese il maggiore fintamente preoccupato.
-Cosa?! No no! Sì che ci piacciono! Oh hyung! E' il migliore!- rispose prontamente Kyumin.

E il CEO fece un sospiro di sollievo, scompigliando i capelli al biondo, dando altre direttive sul loro debutto e sui loro nuovi compiti, ricevendo solo rispose positive e una grande determinazione.
Li mandò a letto con l'ordine di dormire e di non mettersi a giocare a starcraft, e i tre uscirono dall'ufficio ridacchiando, con il cd tra le mani perché no, non glielo avrebbero mai più restituito.

L'uomo sospirò ributtandosi di nuovo sulla sua sedia, aprendosi i primi bottoni della camicia e sorridendo leggermente tra sé e sé.
Era andato tutto fottutamente bene che nemmeno riusciva a crederci.
Erano passati tre anni e mezzo da quando aveva creato la Secret Entertaintment, spendendo tutto quello che i suoi genitori gli avevano regalato, investendo fino all'ultimo centesimo per creare un'agenzia, la sua agenzia, quell'agenzia che aveva sempre sognato, che aveva sempre bramato.

E ci era riuscito, dopo ben dieci anni, Bang Yong Guk era diventato qualcuno, aveva fatto qualcosa della sua, come la chiamava lui, inutile vita.
Aveva frequentato l'università, si era arruolato per portare a termine il suo dovere e dopo due anni, grazie ai suoi genitori e alla vendita della lavanderia, aveva utilizzato quel denaro per creare il suo sogno.
La Secret Entertainment, prima una stupidissima etichetta con zero personale, nessun trainer e nemmeno un centesimo.
Ma poi, con il passaparola, il carisma di Yong Guk e il suo fiuto per gli affari, era riuscito a recuperare quei tre ragazzini, pieni di voglia di fare e talento, proprio ciò che lui cercava.
E quei tre avevano sempre lavorato e studiato al massimo, nonostante le sgridate e il lavoro massacrante, erano rimasti.
Ora era riuscito ad avere l'appoggio di un paio di sponsor importanti - in cui i ragazzi avrebbero fatto da comparse - con cui era riuscito ad avere un badget per il loro debutto.
Era così felice che si sarebbe messo a gridare.

Si grattò la testa e un ricordo gli passò per la mente.
"Bad Humans" non era di certo stato scelto a caso e questo lo sapevano tutti.
Appena aveva conosciuto Kyumin, Soohyun e Kevin, era stato inondato di domande come "Lei è il chitarrista degli Humanoids!", "Cosa è successo?", "Sono rimasto così male quando avete deciso di non suonare più", "Hyung suoni qualcosa!".
Quei tre ragazzi erano dei loro fan, come dei Badman naturalmente. Anche per quel gruppo i ragazzi chiesero spiegazioni, ma lui rimase comunque vago.
Quel nome lo avevano scelto loro tre insieme, e probabilmente nemmeno si erano resi conto che il loro CEO li aveva sentiti fantasticare sul loro debutto e sul loro stage name.

Sospirò.
I ricordi facevano male, soprattutto dopo tanti anni, anche se le cose si erano, in qualche modo, sistemate.
Quei giorni parevano non finire mai in quel periodo, ma poi piano piano, il tempo aveva reso  tutto più sopportarbile, meno pesante, decisamente meno difficile.

Bussò ancora qualcuno e lui disse un semplice "", forse perché quel bussare avrebbe potuto riconoscerlo in qualsiasi circostanza.

-Hyung... andiamo?- chiese un ragazzo alto, biondo, dal volto da bambino.

Sembrava che quei dieci anni non fossero mai passati.
Come i tre giovani di poco prima, anche lui indossava una tuta, segno che erano stati con insieme fino a poco prima.

-Li hai massacrati?- domandò Yong Guk alzandosi dalla sedia, mettendosi addosso la giacca.
-Certo, devono essere in forma per il debutto, no?- rispose l'altro avvicinandosi alla scrivania e recuperando le cravatte dimenticate dal moro -Andiamo a casa va... sei abbastanza in coma direi...- rispose di nuovo il biondo.
-Zelo...- lo chiamò il maggiore.

Il più alto si fermò voltandosi di nuovo, in modo da trovarsi di fronte all'altro.
Era passato del tempo e i suoi tratti si erano fatti più mascolini, più duri, più da uomo maturo.
Ma a Zelo piaceva esattamente come prima.

-Sì, hyung?- domandò con aria sognante.
-Nulla...- rispose l'altro, lasciandogli un bacio a fior di labbra, incamminandosi poi verso la porta.

E meno male non era più cresciuto o gli ci sarebbe voluta una scala per arrivarci.

-Ya! Quando lavori troppo diventi smielato!- disse il minore seguendolo subito dopo, sbuffando più di una volta.
-Shhh... ho mal di testa...-
-Ya! Tanto non ci casco!- 

 
  
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