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Autore: Elle Douglas    19/11/2014    1 recensioni
'Ci facciamo sedici foto, e cerchiamo di cambiare espressione e posa in ognuna per renderle diverse.
Alla fine davanti a quella camera diamo anche la testimonianza del nostro amore, e a quello dedichiamo più foto.
Usciamo da lì, e la macchinetta ci da quelle foto un po’ sceme, un po’ serie, un po’ pazze, un po’ innamorate, un po’ noi.
Io le guardo con il mento sul suo braccio mentre lui le tiene in entrambe le mani.
‘Tu quale vuoi?’, dice tenendole in mano ed esaminandole insieme a me.
‘Non posso prenderle’, gli dico affranta.
Lui mi osserva, poi intuisce.
‘Ah, già. A volte dimentico…’, fa lui tra il serio e il dispiaciuto.
‘Specie in serate come questa’, aggiungo io. ‘… in cui tutto sembra perfetto. Noi siamo perfetti’.
-
*Seguito in parte di 'My life with you (Simply Dream).
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci al sesto capitolo di 'Be My Forever'.
Una storia che nella mia mente sta prendendo il sopravvento.
Come sempre, ovviamente, non sarei qui se non fosse per voi che recensite la storia anche contattandomi in privato.
Ovviamente grazie anche a chi mette 'Mi piace' attraverso i bottoni social qui sopra. 
Ora vi lascio al capitolo, sperando che vi piaccia e che come sempre mi lasciate pareri e recensioni a riguardo. 
 
:*

6. Confusa.

Robert è tornato, è arrivato da due giorni e dagli stessi è sul set insieme a me e la cosa mi irrita non poco.
Cerco di evitarlo il più possibile, inventando scuse su scuse che non quadrano neanche a me.
Con lui vicino le cose con Colin si fanno strane.
Ci parliamo a stento, se non delle battute, delle scene, del mio personaggio e del suo ed è tutto così… professionale.
Sembriamo due colleghi che si ritrovano a recitare la parte di due amanti insieme, punto.
Ed è quel punto a spaventarmi.
Niente va oltre.
Non c’è un tocco, nessuna risata, non una parola che sembra rivolta a me.
Lo guardo strana.
Dopo le battute, le riprese ripetute a volte fino allo stento, si allontana per recarsi altrove e neanche una parola, un sorriso.
E’ teso.
Lo sento anche quando Esmeralda tocca Hook.
I suoi muscoli sono un fascio di nervi.
Siamo tesi, entrambi.
Mi sta evitando, in qualche modo, e io a modo mio evito Rob, e non so se ne sia realmente accorto.
Non camminiamo uno accanto all’altro.
Io vado per conto mio a passi veloci, senza aspettarlo, senza guardarlo, senza provare nulla.
Sono fredda e distaccata nei suoi confronti, lo riconosco da me.
Ad ogni contatto scappo, ed ogni bacio è uno sforzo, figuriamoci a fare un altro genere di passi.
E quando ci prova è un flagello.
L’altro giorno eravamo davanti la mia roulotte quando si è avvicinato amorevolmente, sorridendo e mi ha baciato, quasi alla sprovvista e non mi ha dato il tempo di reagire o di scostarmi. In quel momento è passato Colin e ho potuto solo notare il suo sguardo e i suoi pugni chiusi.
Si è subito voltato dall’altra parte infastidito. È un libro aperto ormai per me, ed ogni sua espressione la comprendo al volo.
L’ho ricacciato via e mi sono sentita in colpa.
Non so verso chi questa volta.
Lui ha guardato a cosa fosse dovuto quel cambiamento repentino appena ha visto che guardavo altrove, e ha trovato il colpevole che gli passava davanti.
Mi ha guardato e ho abbassato lo sguardo sul copione che avevo in mano per non incontrare il suo sguardo revisore.
Ora mi sento in colpa per entrambi, sono nel mezzo ed è come se la cosa mi stesse schiacciato.
Quando Robert si è presentato a Colin, ho avuto la sensazione che potesse intravedere qualcosa in lui di me, e ho temuto il peggio.
Lui gli ha teso cordialmente la mano e lo stesso ha fatto Robert, hanno parlato un po’ dopodiché Colin si è congedato altrove.
Non ho potuto fare altro che osservarlo mentre pian piano spariva dalla mia vista, ancora con quell’indifferenza.
Paure infondate forse, ma se vado avanti così succederà qualcosa e ho paura per Colin solo questo.
Odio quando mi passa davanti e mi saluta in modo staccato, come se di colpo avesse resettato tutto.
Lo guardo cupa, ma lui sembra non vedermi o semplicemente non vuole.
Non posso nemmeno recarmi alla sua roulotte per chiedergli il perché di quei gesti perché sono braccata, e i messaggi non servirebbero a nulla perché non risponderebbe se non vuole, e voglio chiarire la cosa faccia a faccia, senza schermi a dividerci, perché i messaggi sono parole alle spalle, parole già pronte e ponderate prima di inviarle. Io invece voglio vedere le sue reazioni, le sue espressioni alle mie domande.
Sono due giorni che è così e questo è il terzo.
Il che mi fa stizzire ancora di più la presenza di Rob qui.
Appena ha rivisto Emilie è corso a salutarla e ho sperato lo distraesse in modo da poter sparire per un po’, ma dopo cinque minuti era di nuovo con me.
Una volta tutto questo lo avrei voluto, e lo facevo io stessa nei suoi confronti.
Ma ora, che sono io al suo posto per la prima volta, mi chiedo come mi abbia sopportata.
Ti amava, risponde pronto il cuore.
Mi ama ancora. Rispondo flagellandomi. Sei tu che ora batti per un altro e lo cerchi in ogni dove. Lo rimprovero. E stai male, e porti me nelle stesse condizioni anche per un saluto negato.
 
Siamo soli in quel piccolo abitacolo con le ruote.
Lui sorride, si avvicina e cerca di stringermi a sé, io dal canto mio appena lo vedo è come se scappassi.
Mi viene l’orticaria.
‘Devo ripetere la parte’, dico stizzita dalle sue troppe smancerie e mi siedo sul divanetto provando a concentrarmi su Esmeralda e non su me.
Per una volta.
Devo zittire Vanessa e far uscire Esmeralda.
Devo metterci tutta l’anima e il corpo per farsi che esca.
Lui mi siede di fronte.
Sento i suoi occhi addosso. Mi esaspera, e sbuffo guardandolo in modo truce.
‘Rob, giuro dopo in albergo parliamo ora no.’ E non voglio neanche quello ma non so che altro dirgli.
Ritorno sul copione.
‘Parliamo? Io non voglio parlare e lo sai. E’ da mesi che non stiamo insieme’, e io so cosa intende.
Cerco di far finta di nulla.
Lui si avvicina, di nuovo, mi sposta i capelli dal viso e si dirige verso il mio collo.
‘Rob, ti prego. Ora no ho detto!’, sbotto rasentando l’ira.
‘E’ da quando sono qui che sei un no per tutto, mi dici sempre dopo, ma non mantieni mai la parola’.
Attacca.
Lo sento nella voce che vuole spiegazioni.
E ha ragione, ma non ora. Non qui.
Non lo rispondo e resto nel mio silenzio concentrata, cercando di ignorarlo del tutto.
Lui sbuffa irritato da quel mio comportamento, si alza e si aggira per la stanza.
‘Mi irriti così’, dico a denti stretti con gli occhi sul copione.
‘E’ da tre giorni che ti irrito, pensi sia cieco? Pensi che non lo senta? Sei rigida nei miei confronti, quasi un estranea!’, alza di poco la voce. ‘Sei metallica. C’è ancora un po’ della Vanessa che amo lì dentro? Sembra che tutto questo ti stia uccidendo invece di darti vita’.
‘Lo sai come sono Rob! Se devo fare una cosa devo farla bene e non voglio distrazioni’.
‘Prima non ero una distrazione per te, ero un punto di appoggio, una forza, un appiglio. All’inizio provavi le parti con me,  e ora? Non vuoi che ti stia intorno. Come dovrei reagire? Mi guardi con sguardo vitreo e mi sembra di aver davanti qualcun'altra’. Sbotta incazzato.
E non potrebbe dirmi parole più mirate, arrivano dritte dove devono e colpiscono a fondo.
Non sono più la stessa Rob. E’ vero hai un'altra davanti.
Chiudo il copione indignata.
E non so esattamente per cosa. Se da me, da lui o dalla situazione che si sta creando.
‘Non hai luogo migliore eh?’, gli dico mentre gli passo vicino per andarmene fuori.
‘Dove vai?’
‘Fuori, almeno non avrò questo continuo ronzio nelle orecchie’, e faccio per varcare la porta.
Mi prende per un braccio, lo stringe forte e mi trattiene.
‘Mi fai male Rob, lasciami!’, gli ordino puntando i suoi occhi.
E’ furioso.
‘No, prima mi dici cosa c’è che non va’.
Mi strattono e mi libero.
‘Niente. Non c’è niente, mi stressi. E odio averti intorno mentre sono sul set e devo concentrarmi su altro’.
Sbarra gli occhi, incredulo e ostile a quelle parole.
Alza le mani e sbuffa irritato.
L’aria è così tesa che la si potrebbe tagliare in due.
Decide di calmarsi, per non far degenerare la situazione.
Prende coraggio e si avvicina.
‘Mi dispiace, non volevo’. Cerca di riprendermi il braccio per guardare i danni, ma mi sposto prima che lo afferri.
Non rispondo.
Resta al suo posto ed è a pezzi, un po’ per ciò che ha fatto, un po’ per ciò che ha intuito senza troppe parole.
‘Non è più la parte, sei tu. C’è qualcosa che non va e non me la dici’. Dice più calmo. ‘Cosa succede? E’ da più tempo che sei fredda e distante, renditi conto. Io non so più che devo fare, una volta ti confidavi con me, ora ti allontani, ti chiudi, mi escludi. Stai viaggiando su un altro pianeta, sembri un'altra. Se questo, tutto questo ti fa male, molla. Non ti giudicherò’.
Non è un altro pianeta Rob, è un altro cuore, un altro uomo. Un'altra vita.
Una vita che non ti comprende e non so come dirtelo.
‘No, il lavoro mi fa stare bene.’ Confesso. ‘Ma certe cose, sono cambiate Rob, sono cambiata io e non riesco a tornare la stessa di prima’.
‘Cosa è cambiato?’.
Cerca i miei occhi ma io guardo dappertutto tranne che in lui.
‘Qualsiasi cosa sia successa, qualsiasi cosa tu senta dentro ora che contrasti con la mia può risolversi. Non farsi che gli eventi, le persone che hai intorno qui ti cambino e ti facciano diventare diversa da come sei. Dimmi cosa devo fare, cosa posso fare per rimediare e aggiustare questa crepa tra noi e lo farò’.
Le persone che hai intorno qui ti cambino e ti facciano diventare diversa da come sei.
Quelle parole sembrano tuonare nella mia testa.
Ha capito tutto o è stato detto a caso?
Lo guardo a quelle parole e incrocio il suo sguardo pieno di pentimento.
‘Ciò che c’è qui Van, può sembrarti reale ma non lo è. Non entrare troppo nel tuo personaggio, devi alzare un muro tra te e lei, non permettere che intacchi la tua vita distogliendoti dalla realtà. Stai guardando e vedi le cose, e le persone con gli occhi di Esmeralda. Sei confusa. Lo so, lo sento. Sei all’inizio di tutto questo e non comprendi i pericoli. Interpretare un personaggio non è facile, perché si esige che tu lo diventi, ma devi saper distaccare ciò che sei da ciò che interpreti. Solo questo’. Mi dice cercando di infondermi la sua visione.
Quindi ciò che provo e sento per Colin è ciò che Esmeralda sente per Killian e io lo rispecchio in lui? Mi domando confusa.
Tutto il mio amore per Colin in realtà è l’amore che Esmeralda riversa su colui che crede Hook.
‘Cosa vorresti dire Rob?’.
‘I personaggi, tutti, sono come degli spettri che si impossessano di noi, ci fanno vedere il mondo con i loro occhi, ci fanno provare ciò che loro provano. Quindi se interpreti, se tu ami colui che ama il tuo personaggio non è detto tu la ami per davvero. E’ solo ciò che Esmeralda ti vuol far pensare’, e li crollo.
Ha capito davvero tutto.
Resto di sasso a fissarlo.
Ha capito sin dall’inizio che succedeva? O lo ha capito da quel distacco improvviso di quel giorno?
‘Devi restare con i piedi ben saldi a terra. Quando ti ritroverai a fare più film o telefilm che siano e i tuoi personaggi ameranno altri personaggi potresti impazzire. Ci vuole coraggio a fare questo lavoro Van, e mi dispiace non averti avvertito delle sue conseguenze prima. Ti ho spinta io a farlo, scusa’.
‘Tu non ti devi scusare di nulla Rob…’, e gli sono più vicina, lo fisso. Sono tra le sue braccia, di nuovo.
E se avesse ragione?
Mi bacia, e per la prima volta in tre mesi quel bacio non mi irrita e sembro essere tornata indietro.
Mi lascio andare, ma sembra un illusione.
 
Siamo nei boschi di Storybrooke.
Rob assiste alle riprese, ed è con gli autori più in là.
Mi sorride, e io lo faccio di rimando.
Colin mi è accanto, e insieme a lui Michael, Josh e Jennifer.
Esmeralda è fuggita nel bosco perché ha scoperto qualcosa che avrebbe preferito non sapere e che Killian le ha nascosto per tutti quegli anni.
E’ furiosa e si sente tradita.
Lì, in una tenda accampato trova Will Scarlett che le offre riparo per la notte.
Giriamo prima la scena con Michael Socha.
Siamo all’aperto, non ha molto da dire.
Sa solo che non vuole rivedere Killian per nessuna ragione.
Will, dopo una lunga conversazione tra i due si allontana in cerca di legna e mentre è più in là, si sentono dei rumori nella vegetazione.
D’un tratto Emma, e Killian sbucano di fronte a lei e… STOP!
Urla il regista.
 
La prossima scena è sul confronto che Esmeralda ha con Killian.
Ripasso la parte, appena mi viene dato il copione.
Colin si avvicina.
E qualcosa dentro me inizia a sussultare.
Cerco di calmarmi e di riprendere la situazione in mano.
Sono fredda anche con lui, e non mi pento.
Sono tre giorni che mi fa stare male.
‘Che hai?’, mi sussurra quasi con gli occhi sulla sceneggiatura.
Gli altri sono più in là’.
‘E’ buffo che tu me lo chieda’, rispondo a tono ‘Sembra non te ne freghi’.
Alza lo sguardo e mi fissa accigliato.
Si guarda intorno circospetto e si avvicina tanto da farmi venire i brividi.
‘Scusa, okay?’, mi dice dispiaciuto. ‘Possiamo parlare dopo?’.
‘Come vuoi’.
Lui resta un po’ scioccato da quella risposta inusuale da me nei suoi confronti.
Giriamo la scena.
Ed Esmeralda è furiosa con Killian e gli urla contro tutto ciò che ha dentro, Killian le chiede scusa, la implora e si confessa.
Le spiega il perché non le abbia mai detto nulla e lei resta incredula perché quelle parole non gliele aveva mai dette nessuno.
Le sue espressioni, il dispiacere che vedo nei suoi occhi mi colpiscono e mi sento un moto dentro.
Le riprese terminano.
 
Sono le 21.10
Mi avvicino a Rob, che mi prende per mano.
Colin, ci osserva, e più di tutti osserva me.
‘Andiamo’, dice lui trascinandomi.
Lo blocco e sciolgo la presa.
‘Prima devo fare una cosa.’, gli sussurrò. ‘Tu vai in albergo, ti raggiungo dopo.’.
Lui guarda in direzione di Colin, poi mia.
E’ un po’ titubante a riguardo.
Fa cenno con il capo e prima di andarsene mi prende il viso tra le mani e mi bacia, mi stringe, quasi a marcare il territorio.
Poi si stacca, gli concedo uno sguardo timido e sono imbarazzata.
Si allontana.
Resto un attimo di spalle a Colin.
Prendo coraggio, mi volto e torno indietro, e Colin mi guarda cercando spiegazioni.
‘Cos’era quello?’, indica irritato con un gesto, quel comportamento alzando un sopracciglio.
Abbasso lo sguardo, imbarazzata.
‘Era Robert.’, ed è l’unica risposta che so dargli al momento.
 
Siamo nella sua roulotte.
Lui è ancora vestito da Hook, e io sono ancora vestita da Esmeralda a Storybrooke, ma non cambia tanto.
Mi guardo le mani e non riesco a parlare.
Stasera è tutto teso, persino con lui.
C’è un silenzio assurdo.
‘Sei strana’, osa dire soltanto e mi osserva. ‘Cosa hai?’.
‘Perché interessa a tutti cos’ho?’, sbotto alzandomi dalla sedia su cui sono seduta.
L’agitazione non mi permette di rilassarmi.
Lui mi viene dietro e mi prende la mano.
‘Ehi, senti mi dispiace. Mi dispiace essermi comportato come uno stronzo in questi tre giorni, okay? E’ che da quando ti ho vista con lui, sono partito in difesa. Non volevo destare alcun sospetto ai suoi occhi. Per te. Per noi.’ Mi alza il viso per incrociare i miei occhi e scrutarmi dentro. ‘Ma non ho contato il dolore che ti avrei arrecato. Avrei potuto avvisarti ma non l’ho fatto. Ti prego scusami’.
E’ sincero.
Mi allontano un po’ e gironzolo per l’abitacolo.
Poi mi volto e lo guardo dritto negli occhi.
‘E se fosse uno sbaglio?’, tiro fuori.
‘Cosa?’, si avvicina, non capendo.
‘Se non fossi innamorata di te, se tutto questo. Tutto ciò che provo per te fosse dettato da ciò che Esmeralda identifica nel tuo volto che ormai riconosce come quello di Killian? Se fossi intrappolata nel mio personaggio e non riuscissi a disgiungerli?’.
‘Co-Cosa?’. Lui mi guarda come se stessi farneticando.
Non comprende una parola di ciò che ho detto.
‘Ti ha messo lui queste cose in testa. Si è accorto di noi e ti convinta a credere questo?’. Alza gli occhi al cielo, consapevole.
‘No, non è stato..’
‘Non mentirmi.’, m’interrompe e altera di poco la sua voce. ‘Davvero credi a ciò che dice? Davvero credi a queste assurdità? Davvero non credi a te stessa? Ho girato e giro scene anche con Jennifer e non provo nulla di ciò che provo per te. E non è Hook ad amare Esmeralda. Sono io ad amare Vanessa’.
‘Ma tu sei più esperto di me. Reciti da tanti anni. Io sono alle prime armi, alla prima esperienza. Potrei esserci cascata…’, lascio intendere.
‘Non c’entra l’esperienza o meno. Le cose le senti, le vivi! Le senti anche ora, non nasconderle. Non c’è nessuna Esmeralda in te adesso, siamo tu e io. Colin e Vanessa. Nessuno in più.’, mi prende la mano e la mette sul suo petto scoperto. ‘E quello che senti qui sotto è tuo, solo per te. Ti appartiene. Non fa così con nessun altra. E il tuo non credo sia tanto diverso dal mio’.
Il suo petto caldo cela un battito accelerato.
Lentamente lascia la mia mano, e fa scorrere due dita sul mio collo in modo da sentire il mio in che condizioni si trova.
Un brivido mi percorre la schiena.
‘Lo senti?’, chiede con il suo sorriso sghembo. ‘Sei tu stessa a rivelartelo. Non hai bisogno di congetture in testa. E’ il tuo cuore a dirtelo’. Mi fa capire.
Il mio cuore esplode, in sua presenza e a quelle parole, e mi accorgo che non è mai andato via da lui.
E’ sempre rimasto accanto al suo.
Ho solo creduto a quelle parole, e all’inganno che davano.
Forse perché era più semplice.
Ho riflettuto e non ho ascoltato chi davvero aveva voce in capitolo.
Prende a battere come se stesse galoppando.
E allora perché ci ho creduto? Perché ho vacillato di fronte alle sue parole?
Perché non ho creduto al mio amore per lui?
Forse sono io che non valgo niente, che cado ad ogni minima parola e mi faccio convincere da tutto.
Sono confusa, titubante.
Sono un ingenua.
Inizio a tremare, e guardo il pavimento.
Ho sempre avuto pudore nel mostrare le mie lacrime specie quando arrivano così violentemente.
Non so più chi sono, cosa voglio, e chi voglio.
Amo Colin, lo sento.
Lo sento in ogni fibra del corpo quando mi tocca, in ogni angolo dell’anima. Non riesco a stare lontana da lui.
Quali altre prove voglio?
Non è Esmeralda, sono io a volerlo, a provare quell’amore quasi assurdo.
E Robert?
Provo ancora qualcosa per lui? Posso chiamarlo amore?
Non so rispondere, e già questo dovrebbe indicarmi che una risposta c’è.
La mia freddezza nei suoi confronti dovrebbe essere una risposta, il fatto che quando non c’è non mi manca affatto.
Cosa mi sta succedendo? Perché non ho il coraggio di chiudere tutto?
Sono una codarda!
Scivolo a terra, lungo la parete.
Mi prendo la testa tra le mani e piango.
Mi sento divisa in due.
E io? Io dove sono in tutto questo?
Dov’è Vanessa in questa guerra che sembra essere tra ragione e sentimento?
Tra stabilità e incertezza?
E non da cuore a cuore?
Tutte le mie certezze crollano, e io crollo con loro.
Cosa devo fare? Cosa posso fare?
Lui si avvicina. E sta per conto suo.
Mi è vicino pur dandomi spazio.
Non m’invade, mi accetta.
Sta solo a compatire il mio dolore, vicino a me.
Alla fine mi avvicino a lui e cerco riparo tra le sue braccia che mi accolgono, in silenzio.
Piango per ore.
Il telefono squilla e io non rispondo.
Non voglio sentirlo. Voglio stare dove sono ora, con lui vicino e basta.
Piango sulla sua spalla, e gli imbratto tutta la camicia. Ma non gliene importa, dice.
Mi abbraccia e mi tiene con sé, anche così, in frantumi. Ne raccoglie i pezzi e ne aggiusta le crepe, senza aggiungere altro.
   
 
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