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Autore: Sam27    19/11/2014    4 recensioni
Ci sono alcune cose che ho imparato da brava fan girl:
1. “Asjdnbvfuhuj” riassume tutto. E con tutto intendo qualsiasi cosa talmente pucciosa da poter essere riassunta.
2. La nutella è la tua migliore amica. Nonché la soluzione a qualsiasi tuo problema.
3. Si può sopravvivere dormendo solo tre ore. E mangiando molta Nutella, mi sembra sottointeso.
4. Libri e computer sono l’ingresso per il paradiso. Potete anche sostituire il computer con uno Smartphone, un Iphone o un tablet. Ed ovviamente aggiungete la Nutella.
5. Quale marca di fazzoletti è più resistente. I fazzoletti Tempo sono eccezionali, me ne servono solo cinque pacchetti a libro.
6. I personaggi immaginari sono migliori di quelli reali. Infatti sembra che il mio ragazzo ideale non esista. Io vorrei solo che avesse la dolcezza di Peeta Mellark, l’umorismo di Fred Weasley, il coraggio di Peter Pevensie, la bellezza di Finnick Odair, il sarcasmo di Jace Shadowhunters e l’intelligenza di Caleb Prior. Forse chiedo troppo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Potremmo Volare'
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5. “Sono solo libri”
“Leggiamo per sapere
Che non siamo soli”
C.S. Lewis
 
-Buongiorno a tutti!- esclama Alessandro affacciandosi sulla soglia e facendo un gran sorriso sexy dei suoi –non l’ho pensato davvero, vero?-.
-G-giorno- sbadiglio io in risposta, i capelli ricci scarmigliati davanti agli occhi, curva sul tavolo, le gambe incrociate sulla sedia mentre giocherello con la brioches.
-Eleonora! Non giocare con il cibo!- mi rimprovera mamma pulendo il bel visino di Elena con un tovagliolo.
-Non ho più due anni mamma, non sto giocando con il cibo- rispondo atona.
-E stai dritta sulla sedia!-
Io grugnisco in risposta.
-Siediti dritta Nora! Possibile che tu non abbia un po’ di decoro? Abbiamo ospiti! Guarda com’è già vestito bene Alessandro!- esclama sbraitando e indicando l’analfabeta. Lui sorride imbarazzato, facendo spallucce.
Io sbuffo lasciando che le gambe penzolino giù dalla sedia e finisco in due morsi la mia brioches.
-Nora! Mangia come si deve! Pure tua sorella è più fine!- dice ancora mia madre alzando l’indice verso di me.
-Siamo di buon’umore stamattina- borbotto ironica uscendo dalla stanza.
Non ho mai avuto un buon rapporto con mia madre.
Ma ultimamente l’aria tra noi due si potrebbe tagliare con un coltello.
Certo so di essere un’adolescente scorbutica e lunatica ma lei si dà da fare per peggiorare ancora le cose, sinceramente credo che si impegni per irritarmi così tanto.
Dopo aver fatto una doccia rinfrescante accendo il cellulare per abitudine, anche se non sento i miei amici da molto tempo e, con mia sorpresa, c’è un messaggio di Andrea:
Ehi! <3
Come butta lì in vacanza?
Ah ma che dico!?! Non è questo il punto.
Sai Ali, Chiara e le altre no? Vanno a Roma. Per i Lucca Comics. E ci sono due posti liberi siccome né i genitori di Simo né quelli di Vero lasciano le loro figlie; uno di quei posti è mio. L’altro, se vuoi, è tuo. Se vuoi sapere altro chiamami! Con questo messaggio ho esaurito il credito.. ti voglio bene! <3 “.
Premo immediatamente il tasto di chiamata rapida, con un sorriso da orecchio a orecchio.
Immediatamente la fastidiosissima voce della segretaria della Vodafone mi annuncia che ho 5 centesimi e non posso fare l’addebito di due euro perché l’ho già fatto tre volte.
Sbuffo ed esco in corridoio, alla ricerca di un cellulare.
Sembra che la provvidenza finalmente mi assista perché ne trovo uno sulla sedia appena fuori dal bagno. Lo prendo senza far caso allo sfondo e digito il numero di Andrea.
-Pronto?-
-Ciao bella!-
-Non è fantastico? I Lucca Comics! Sono anni che sogno di andarci ed ora.. cioè.. oddio se non mi senti più è perché sono svenuta-
Io ridacchio tra me e me prima di rispondere.
-Penso anche io che sia stupendo ma dimmi bene-
-Praticamente è organizzato da qualcuno un pulmino e ci sono diversi gruppi, si alloggia in alcuni appartamenti e saremmo io ,te, Ali, Chiara e Fra! Partiremo da Emilia il 2 Ottobre e torneremo il sette prima i pranzo. Ci saranno gli “animatori”, dei responsabili mandati dall’associazione Lucca Comics & Games, sai dei tipi brufolosi e occhialuti che controlleranno che non prendiamo acidi e che torniamo a casa prima del coprifuoco. Sara fighissimo! Ovviamente i nostri genitori dovranno pagare autorizzazione e tutto, in quanto siamo ancora minorenni, e c’è una quota-
-Qual è?-
-270 euro con viaggio, cibo e soggiorno compreso-
-Non male no?-
-Non male?! E’ stupendo!-
-Strastico sì! Ne parlo subito con i miei ma tanto mi diranno di sì-
-Ok cia..-
Non fa in tempo a finire di parlare che io ho già messo giù, corro di sotto infilando il telefono in tasca, le guance arrossate e lo sguardo acceso.
-Mamma!- esclamo fiondandomi in veranda e trovandola intenta, in compagnia di nonna e zia, a bere una tazza di the.
-Dimmi- dice lei alzando le sopracciglia.
-Andrea mi ha invitata ai Comics! Praticamente c’è un coso che organizza i pulmini e ci sono gli animatori, maggiorenni e vaccinati, che ci controlleranno. Si va in pullman il 2 Ottobre e si torna il 7, si alloggia in alcuni appartamenti e costa solo 270 euro! I Lucca Comisc mamma ti rendi conto?! Io andrò ai Comics! Ho sempre desiderato andarci! Dai tempi in cui ancora speravo di scoprire Narnia e ricevere la lettera per Hogwarts! Andrò ai Lucca Comics!-
Ho iniziato a saltellare senza che me ne rendessi conto.
-Calma, calma. Dov’è che vorresti andare?-
-Ai  Lucca Comics- spiego ancora sovraeccitata.
-Assolutamente no!-
Il mio sorriso si spegne,lentamente, mentre avverto all’altezza dello stomaco una strana inquietudine.
-E’ solo per qualche giorno! E poi non è così lontana Lucca! Noi confiniamo con la Toscana, saranno sì e no, tre orette, quattro al massimo.-
-No, Eleonora, e poi quanto verrebbe a costare?-
-Sui 270 euro- dico –Ma mamma io ci devo andare!-
-“Ci devo andare” non esiste! E poi spiegami bene cosa sono questi Comics-
-E’ una fiera che si tiene a Roma, a Lucca e a Torino ed è dedicata al fumetto, all’animazione, ai videogiochi, ai giochi di ruolo ed ai Fantasy! Pensa che è la seconda nel mondo per partecipazione, seconda solo a quella di Tokyo!-
-Non ho intenzione di pagare tutti quei soldi per mandarti a Roma per dei fumetti!-
-Ma mi ascolti quando parlo?! Non sono dei fumetti! E’ una fiera internazionale!-
-E dai smettila con queste sciocchezze!-
-Non sono sciocchezze mamma, io ci tengo veramente!- esclamo sbalordita, incredula di quanto lei non mi capisca.
-Ma dai! Cresci Eleonora!-
-Ma mamma il fantasy, i libri, sono la mia vita!-
-Per forza non fai altro che leggere!-
-Infatti!- esclamo sentendo la rabbia montare, dentro di me, ma cercando di calmarmi –Mamma, non ne potresti parlare con papà e poi darmi una decisione?-
-Ma la decisione l’ho già presa ed è no- dice scuotendo la testa, come se stesse davvero parlando ad una bambina piccola.
-Ma mamma per me è davvero importante!-
-Sciocchezze!- ribatte lei muovendo la mano –Sono solo i libri-
-Non sono solo i libri!- le urlo prima di scappare di sopra, le lacrime agli occhi.
Entro decisa nel mio studio, prima di ricordarmi che ora è la camera di Alessandro, con un moto di stizza tiro un calcio al muro, sento il telefono in tasca vibrare e lo tiro fuori accorgendomi solo quando lo sblocco che non è il mio; come sfondo vedo la foto di Alessandro ed una bionda, lui la abbraccia da dietro, come sfondo un giardino che sembra infinito.
Ricacciando le lacrime indietro e presa dalla curiosità faccio scorrere la tendina del Samsung per leggere il messaggio: “Vorrei tanto che tu fossi con me <3”.
Arrossisco e la mia rabbia cresce ancora, lancio il telefono sul letto dell’Analfabeta ed afferrò un libro a caso sullo scaffale, poi raggiungo a grandi falcate la mia stanza.
Mi siedo per terra, in modo da stare al fresco e prendo dei grandi respiri mentre le frasi della discussione appena conclusa vorticano nella mia mente.
Sono solo libri
Possibile che lei non capisca?
Mi passo una mano tra i capelli, tremante di rabbia e nervosismo.
Smettila con queste sciocchezze!
No, lei non capisce mai.
Capisce solo quando si tratta di scuola.
Inizio a mordicchiarmi un riccio mentre mi passo il libro da una mano all’altra, cercando di scaricare la rabbia. Intanto dentro di me un tumulto di emozioni comincia a mischiarsi sempre più.
Sciocchezze!
Rabbia, nervoso, umiliazione, frastornazione, stupore, dispiacere, delusione, mancanza di affetto ed anche un certo orgoglio iniziano a spingere dietro ai miei occhi.
Non fai altro che leggere!
Certo, mamma, e quando andiamo insieme a fare shopping?
Quando passo interi pomeriggi a tentare di capire qualcosa di matematica per renderti orgogliosa di me?
Continuo a tenere serrata tra le labbra una ciocca di capelli e ho tra le mani il libro, le mie nocche sono bianche. Deglutisco e sbatto le palpebre, più volte.
Cresci Eleonora!
Perché che cos’ho che non va così?
Non sono matura?
Possibile che io sia solo stupida ed infantile?
Abbasso lo sguardo e vedo una goccia d’acqua cadere, salata, sulla N di “Noi siamo infinito”.
Lascio che le lacrime cadano, in silenzio, mentre alcune sensazioni abbandonano il mio cuore ed altre tornano a farci capolino, le frasi continuano a vorticare nel mio cervello insieme ad altri pensieri, ho le vene delle braccia tese ed i pugni ancora serrati intorno al libro.
Permetto al pianto di portare via con sé ogni sentimento e di lasciarmi solo un velo di malinconia, mi rifugio quindi di fronte alla finestra, con la schiena appoggiata sul fianco del letto ed il sedere su un cuscino, apro il libro ed inizio a leggere senza pensare a nient’altro. Cercando di sentirmi meno sola.
Ignoro lo zio che mi chiama per andare in spiaggia ed anche le proteste di Elena sulla mia assenza, che vengono colmate con un lecca-lecca.
Mi presento a pranzo con i capelli davanti agli occhi, gli occhiali da lettura e la testa bassa, mangio un po’ di pasta, una fetta di dolce e poi torno a rifugiarmi nel libro.
Vado avanti ancora per qualche ora, senza parlare con nessuno, facendo un paio di pause per andare in bagno e continuando a leggere e vivere con Charlie.
Quando finisco il libro prendo un grande sospiro, asciugandomi la lacrima che è scappata al mio controllo dopo il finale struggente.
Mi sento un’altra persona ora e sto anche molto meglio.
Entro nella camera di Alessandro senza bussare e senza rivolgergli la parola, poso il libro e ne prendo un altro, sto per uscire con dignità –per quanta me ne sia concessa con i capelli che sono un disastro, gli occhi arrossati e l’espressione apatica- quando Alessandro mi ferma.
-Hai usato il mio cellulare?-
-Sì, scusa. Avevo finito il credito e dovevo fare una telefonata-
Senza dargli il tempo di rispondere torno nella mia camera scoprendo, per qualche strano motivo, di non provare più nessun rancore o insofferenza nei confronti di Alessandro, solo disinteresse.
Apro “Storia di una ladra di libri” e mi fiondo nella lettura fino all’ora di andare a dormire ma, una volta a letto, scopro che la porta dietro la quale avevo rinchiuso tutti i pensieri viene aperta da una chiave misteriosa e che il sonno scappa a gambe levate. Quindi mi ritrovo, sudaticcia e scocciata, a rigirarmi nel letto.
Sbuffo, spalancando gli occhi verso il soffitto umidiccio.
Scosto il leggero lenzuolo che copriva il mio corpo seminudo.
Indosso una maglia a maniche corte dei Beatles che una volta apparteneva a mio padre e sono senza reggiseno.
Sospiro e scendo dal letto, mi chino per cercare a tentoni le ciabatte che, puntualmente, non trovo; perciò viaggio per i corridoi sulle punte dei piedi nudi, al buio, rischiando di andare a sbattere un paio di volte contro vasi e sedie, prendo in pieno lo spigolo del battiscopa e mi mordo la mano destra per non urlare, scendo le scale zampettando e saltellando. Arrivo in cucina e tiro un sospiro di sollievo, apro il frigo e resto a fissarlo per un po’, poi lo richiudo, apro la mensola e mi faccio un panino alla nutella, riapro il frigo per prendere del latte quando avverto dei passi alle mie spalle.
Mi si gela il sudore sulla fronte e deglutisco, un suono che sembra assurdo in questo silenzio.
Me li sono immaginata, pensò con tutte le mie forze e, proprio quando sto per convincermene, ecco: passi furtivi giù per le scale.
I fantasmi non camminano, i fantasmi non hanno i piedi!
Mi ripeto mentre il mio sguardo vaga ai coltelli.. aspetta: ma se è un non-morto come potranno i coltelli funzionare con lui?
Deglutisco di nuovo, il cuore che batte, mi sporgo appena per guardare: nessuno.
Forse è il sonno che mi gioca brutti scherzi..
Un’ombra a metà delle scale, questa volta ne sono sicura, è come se qualcuno fosse lì fermo ad osservarmi.
Sembra l’ombra di un ragazzo.. non è che sia Alessandro?
Spero davvero che sia Alessandro, ma certo che è lui!
-Alessandro?- sussurro speranzosa.
L’ombra ha un sussulto poi si muove in certa verso di me, io prendo il coltello e lo stringo nella mano.
L’ombra si avvicina ancora, nel buio, sento i suoi passi furtivi.
Il cuore mi batte così forte nel petto che sembra voglia uscire.
Porto il coltello davanti a me ed avanzo.
Accade tutto in pochi istanti: quasi ci scontriamo, fronte contro fronte ed il coltello –con la lama rivolta all’ingiù- che si frappone tra noi due.
-Eleonora!- esclama lui emettendo un grande espiro come se avesse trattenuto il fiato fino a questo momento.
-Alessandro!- esclamo buttandogli le braccia al collo.
Non mi interessa chi lui sia in questo momento, sono solo piena di sollievo per il fatto che sia un mio coetaneo in carne ed ossa e, soprattutto, vivente.
Mi appunto mentalmente di guardare meno film horror.
-Cos’è tutto questo entusiasmo?- mi domanda ridacchiando –E, porcaccia la miseria! Cos’è quel coltello?-
-Oh mi stavo facendo un panino- mento spudoratamente mostrandogli il tramezzino posato sul tavolo.
Lui alza le sopracciglia.
-Sento dei passi, di notte! Una povera ragazza come me come avrebbe potuto difendersi?- gli domando cercando di sembrare il più innocente possibile. Senza riuscirci, s’intende.
-Allora ti è passata l’incazzatura?- mi domanda aprendo il frigo e prendendo del tè alla menta.
Io grugnisco, mentre l’incazzatura –come la chiama lui- torna in tutto il suo splendore.
Mi porge il the dallo strano colorito verde ed io rifiuto con una smorfia, prediligendo un sano bicchiere di latte; mi appollaio sul tavolo con le gambe incrociate ed inizio a mangiare il panino.
-Come fai a mangiare a quest’ora?- mi domanda appoggiandosi al mobile di fronte a me e osservandomi disgustato.
-Con la bocca,no?- gli rispondo sarcastica, facendo spallucce.
-Simpatia portami via- commenta lui alzando gli occhi al cielo.
E’ tutta colpa tua, stupido Analfabeta, se non avessi tirato fuori il discorso sarei stata di buon umore!
Ma non ho nessuna voglia di litigare con lui, perciò resto in silenzio.
-Meno quattordici- dico osservando l’orologio che ha appena scoccato mezzanotte ed uno.
Lui aggrotta la fronte, poi segue il mio sguardo e si illumina.
-Stai facendo il conto alla rovescia?-
Annuisco, bevendo a grandi sorsi il mio grande bicchiere di latte.
-Tu sei in vacanza e fai il conto alla rovescia per andartene?!- mi domanda allibito.
-Vacanza?! E questa la chiami vacanza? Non vedo nessun divertimento!-
-Già il fatto che ci sia io dovrebbe renderti estremamente felice- dice ammiccando ma io faccio finta di non cogliere. –E poi sei in vacanza, baby! Divertiti!-
-Con una famiglia del genere?! L’unica persona con cui posso uscire sei tu!-
-Ed allora esci con me- dice lui facendo spallucce.
Io faccio una smorfia.
-Qual è il vero problema? Non ti va neanche di scherzare oggi- dice avvicinandosi e mettendomi una mano sulla spalla.
Io scruto con disaccordo la sua mano sulla mia spalla ma lui sembra non farci caso e continua a tenere i suoi occhi cioccolatosi inchiodati ai miei.
Sembra quasi un piccolo Bambi.
Alla fine cedo ed inizio a sfogarmi, scendendo dal tavolo e piazzandomi di fronte a lui.
-Mia madre! Tutto ciò che faccio non le va mai bene! E non è una semplice crisi adolescenziale. Se la prende con me per tutto, persino se il cane caga in casa è colpa mia. Ma io sopporto, sopporto sempre, penso che abbia un lavoro stressante e che tutti i suoi alunni la facciano sclerare perciò sopporto. Non mi concede mai di andare da nessuna parte almeno che non avvisi per tempo –molto per tempo- e che le persone le conosca lei di persona e per una volta in cui le chiedo di fare un viaggio, qualcosa che mi interessa davvero, dice di no! Senza neanche pensarci. La sua risposta era un no a prescindere, qualsiasi cosa io avessi detto! Santo Zeus!- esclamo cercando di riprendere fiato e auto controllo prima di continuare –Io le voglio tantissimo bene e questo mi fa stare anche peggio perché a volte sembra che lei non ne voglia a me e che l’unica di cui le importi sia Elena, ma so che non è così e cerco di imprimermelo bene nella mente poi.. poi lei fa così! E mi dice di crescere come se ora fossi una stupida immatura e dice anche che i miei libri, l’unica cosa per cui vale la pena stare a questo caspio di mondo, sono sciocchezze! Io..- . Rimango in silenzio a fissarlo, non trovando più nulla da dire.
Lo sfido con lo sguardo a dire qualcosa che smentisca ciò che penso o a consolarmi in qualche modo che non sia il solito “Non esagerare” o qualche frase fatta, invece lui, con mia grande sorpresa, mi abbraccia.
Ed io sento i muscoli del corpo rilassarsi perché a volte, tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un abbraccio, una piccola dimostrazione d’affetto.
 
 
Spazio autrice:
Ovviamente tutto ciò che ho scritto sui Comics –apparte la spiegazione- non è oro colato. Io non ci sono mai andata anche se probabilmente andrò ad Aprile a quelli di Torino…
Comunque spero che questo capitolo vi piaccia,
Sam

 
  
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