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Autore: energystar    22/11/2014    0 recensioni
Due detective, un delitto, una ex-moglie, una nuova relazione tutta da scoprire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il temporale non accenna a diminuire, la città è ormai immersa nel caos, il traffico è come impazzito. Me ne sto comodamente sdraiato sul mio divano osservando le gocce di pioggia scivolare giù lungo il vetro della finestra, come piccoli fiumi. Il mio cellulare, appoggiato sul piccolo tavolino vicino a me inizia a suonare, prima piano, poi sempre più forte. Mi sporgo dal divano per vedere chi mi sta chiamando: - hey! – dico, appena la linea si connette - come stai?- sento la voce familiare del mio collega all’altro capo, - Che succede? Lo sai che con la pioggia mi rilasso … - lui mi interrompe. - Abbiamo un lavoro, un omicidio. - Sono subito in allerta. Mentre guido verso il luogo in cui è avvenuto il delitto, penso a tutto quello che è accaduto nella mia vita da quando mi sono reso conto di cosa e di chi, sono veramente. Il semaforo è rosso, mi fermo, nella mia mente riaffiora ancora il ricordo di quel giorno. Era mattina c'era un temporale, ed ero a casa del mio collega. C'era una strana atmosfera tra di noi, come una sorta di tensione, sembrava che nessuno dei due volesse decidersi a parlare, a rompere quel silenzio. Poi, non ricordo neppure come, mi sono trovato seduto vicino a lui, sentivo il calore del suo corpo e l'odore familiare del suo respiro, di quelle sigarette che fumava da sempre. Si è avvicinato sempre più, le nostre labbra si sono sfiorate. Poi sono fuggito. Sono passati quasi due anni da quel giorno. Il nostro rapporto, la nostra amicizia è quella di sempre, almeno è quello che dice lui. Per me che sono un tipo riflessivo, che pensa e ripensa tanto le cose e le decisioni, non è proprio così; non gli ho mai detto che quella mattina appena uscito dal suo appartamento mi sono pentito, non gli ho mai detto che sarei voluto tornare subito sui miei passi, ma ero e sono troppo codardo per ammettere ciò che provo. Incontro il mio collega sul luogo del delitto, la sigaretta pende semi finita dalle sue labbra, mi fa un cenno di saluto mentre finisce di ispezionare il cadavere. Mi racconta i primi dettagli: la vittima è un uomo di quarant'anni, dai documenti risulta il nome Alfredo Guidon, giudicando dai suoi vestiti azzarderei l'ipotesi di avere davanti un facoltoso uomo d'affari. Il quartiere in cui si trova è abbandonato, i palazzi intorno a noi sono fatiscenti; questa zona è frequentata da spacciatori e la nostra vittima non ha l’aspetto di uno spacciatore. - cosa ne pensi? - - chi ci ha segnalato il cadavere? E perché noi e non la polizia? - - non è stata una segnalazione come le altre - Non capisco dove sia la differenza tra questo e altri delitti di cui ci siamo occupati. - cosa intendi con non è come le altre? - - la sorella della nostra vittima è Giulia Guidon - - bene, ma perchè il nome della sorella di questo poveretto mi dovrebbe far capire qualcosa? - chiedo. Noto l'espressione seria sul volto del mio collega. - Giulia Guidon è la mia ex moglie. - All'improvviso è tutto silenzio, tutto buio. La mia mente si riempe di domande, ma la mia bocca non fa uscire alcun suono, continuo a fissare Max. Lo vedo allungare un braccio verso di me, la confusione si fa sempre più profonda, fuggo via.
   
 
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