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Autore: heliodor    23/11/2014    1 recensioni
Capitan Freedom ― il Capo ― è il supereroe. Liberty Boy ― il Ragazzo Fantastico ― è la sua fedele spalla.
Insieme lottano contro i supercriminali che minacciano la pace nel mondo, in particolare Mantra, il loro arcinemico.
Nella battaglia finale il Capo e Mantra restano intrappolati in una dimensione parallela mentre Liberty Boy perde i suoi poteri.
Anni dopo, il Capo ritorna trasformato nella mente e nello spirito.
Liberty Boy è costretto a indossare di nuovo la maschera, perché adesso è Capitan Freedom il supercattivo...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Steve sorride. ― Capo ― esclama felice. ― Allora mi riconosci.
― Certo che ti riconosco ― dice Capitan Freedom severo. ― Sei sempre il solito, Steve. Mai serio. Mai concentrato sulla missione.
― Sì, esatto ― risponde Steve esultando. ― Mi sono mancate le tue sgridate. Senti, ora che ci siamo salutati, vuoi dirmi che stai combinando? Sai, alcuni amici sono molto preoccupati. Secondo loro ti comporti in modo strano e, lasciatelo dire sinceramente. ― Si gratta la nuca. ― Non so dargli torto. Insomma, salti fuori dal nulla e poi te ne vai in giro a prendere delle cose, come quella lì che hai sotto il braccio.
― Devo completare il dispositivo.
― Certo, e a me sta bene come spiegazione, credimi, ma forse dovresti dirmi qualcosa di più. Che ci devi fare con questo dispositivo?
― Serve per il suo ritorno.
― Steve, sto registrando tutto ― sussurra la voce di Lucy. ― Solo perché tu lo sappia.
― Okay, serve per il suo ritorno ― ripete Steve. ― Il ritorno di chi, se posso saperlo?
― Di Mantra.
― Cosa? ― Esclama Steve. ― Ma di che stai parlando?
― Mantra deve poter rientrare in questo continuum. Al momento attuale è disperso, anche se ancora collegato ― spiega Capitan Freedom. ― E in attesa.
― In attesa di cosa?
― Che io lo faccia rientrare.
Steve agita le mani. ― No, no, no, Capo. Non se ne parla nemmeno. Lascia Mantra lì dove si trova.
― Steve, l'ho promesso. Abbiamo un accordo.
― Accordo? ― fa Steve incredulo. ― Tu hai fatto un accordo con Mantra? Lo stesso Mantra che ha cercato di segarti in due in un acceleratore protonico? Lo stesso che ti ha scagliato nella fossa delle Marianne sperando che la pressione ti schiacciasse? Lo stesso che rubò un'arma sperimentale per generare terremoti e minacciava di trasformare la California in un'isola se non gli avessimo consegnato dieci miliardi di dollari?
Capitan Freedom annuisce grave.
― Mi prendi in giro, Capo. Non puoi dire sul serio.
― Le cose sono cambiate, Steve.
― Mantra è il nemico numero uno. Sei stato tu a insegnarmelo.
― Non più. Mi sbagliavo sul suo conto.
― Magari ti stai sbagliando ora.
― Vorrei che fosse così, ma ho aperto gli occhi. Dall'altra parte abbiamo visto, Steve. Senza di noi il mondo è andato allo sfascio. Senza controllo, senza equilibrio, senza una guida sicura. Ci hanno dimenticati. Tutti i nostri sforzi, le nostre battaglie, sono state inutili. Senza senso.
― E il senso per te quale sarebbe? Dare il potere a Mantra? Lo facciamo presidente del mondo e lui aggiusta tutte le cose che vanno storte?
― Mantra sarebbe solo il braccio. Noi, tu e io, la mente. Insieme possiamo controllarlo e indirizzare il suo genio verso il bene.
― Non starai dicendo sul serio, spero.
― Anche lui è cambiato. Ha capito di avere sbagliato. Vuole rimediare ai suoi errori e questa è la sua ultima occasione per farlo.
― Lascialo lì dov'è. Senza di lui il mondo sarà migliore.
― Sono vent'anni che lui non c'è ― grida Capitan Freedom. ― E guarda cos'è diventato il mondo. È peggio di quando l'ho lasciato. Ci sono più guerre, più povertà, più sofferenza, più criminalità. Come potrebbe il ritorno di Mantra peggiorare tutto questo?
― Non lo so, ma quel tipo ha la capacità di tirare fuori il peggio anche da una situazione disperata. ― Steve scuote la testa. ― Senti, sai che facciamo ora? Ci andiamo a fare un giro. Scegli tu il posto. Parliamo, ci ingozziamo di patatine e altre schifezze e...
― Ora devo andare. ― Capitan Freedom fluttua sui resti dell'installazione.
― No, aspetta. ― Steve lo raggiunge. ― Non abbiamo ancora finito.
― Unisciti a noi. ― Capitan Freedom gli tende la mano.
― Prima discutiamone con calma.
― Andiamo, Steve. Ormai sei un uomo. Devi prendere una decisione.
― Steve. ― La voce di Lucy è tesa. ― Sta succedendo qualcosa. ― Una scarica copre la frase successiva.
Steve si copre l'orecchio con la mano. ― Lucy. Ripeti, non ho capito l'ultima frase.
Capitan Freedom fissa il cielo. ― I tuoi nuovi amici ci hanno trovato.
Sopra di loro le nuvole hanno un colorito violaceo.
― Capo, ti assicuro che non ne sapevo niente. Andiamo via di qui. Saremo soltanto tu e io.
― Lo sapevo che non potevo fidarmi di te. ― Capitan Freedom scatta in avanti e lo colpisce al petto con il ginocchio. Il colpo scaraventa Steve contro il muro di cemento del complesso industriale, poi attraverso di esso fin nelle viscere d'acciaio della struttura, dove sbatte con un serbatoio di forma cilindrica, lo piega e rimbalza sul pavimento.
Un getto di vapore compresso inonda l'area.
Capitan Freedom si solleva in aria, guarda compiaciuto il cielo che sta diventando sempre più viola. L'aria emette scintille purpuree che si riverberano sul cemento e l'acciaio. Esegue una virata e dopo un bang che fa vibrare l'aria si allontana in volo.
***
Riverso al suolo in una nebbia di vapore che confonde i particolari, Steve geme, si puntella con le braccia e si alza.
― Steve. ― La voce di Lucy risuona nel casco. ― Mi ricevi? Steve!
― Ti sento ― risponde con voce impastata.
― Cos'è successo?
― Mi ha colpito ― dice incredulo.
― Devi andartene di lì. Subito.
― Mi ha colpito ― ripete Steve. ― Non era mai successo prima.
― Steve, ascolta. Devi uscire. Ora.
― Sta per succedere ― dice Karl con voce eccitata. ― È Andromeda. Lo sapevo che era reale.
― Lucy ― dice Steve toccandosi la testa. ― Dov'è andato?
― È fuori dalla portata dei satelliti. Steve, per il tuo bene, vattene di lì subito.
Scariche violacee attraversano il metallo e il pavimento. La struttura vibra come scossa da un terremoto. Steve si libra a mezz'aria e vola attraverso il foro. Si alza nel cielo. L'aria è attraversata da scosse purpuree. Fulmini viola scaricano la loro rabbia al suolo.
In cielo, al di sopra delle nubi, un vortice color viola grande quanto la Luna piena emette barbagli purpurei che si diramano in tutte le direzioni. Per un istante sembra pulsare.
Steve fissa la scena con occhi rapiti.
Il vortice inizia a girare su sé stesso.
― Dietro di te ― la voce di Lucy è concitata.
Steve si volta di scatto. Il levicottero si libra poco sopra di lui. Fa per andare verso il velivolo, ma un lampo di luce color viola lo investe in pieno.

 
  
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