Fu
la notte più bella che
entrambe avessero mai avuto, solo dolci e teneri sogni cullarono le due
donne.
La mente vagava tra i momenti vissuti il pomeriggio precedente ed un
tempo non
ben definito nel quale non c’erano evasioni o rifugi segreti
dove il loro amore
poteva sfociare e consumarsi. Ma come in tutti i più bei
sogni fu il bagliore
di un raggio di sole a risvegliarle.
Un
nuovo giorno, un giorno che
iniziava con un bellissimo sorriso e il pensiero vagava già
in quel luogo, il
loro luogo. Entrambe le famiglie si accorsero che qualcosa nelle loro
figlie
era cambiato, una luce nuova si ammirava negli occhi di entrambe, ed
era
impossibile non leggere tra le righe e capire che qualcosa era successo.
Un
uomo dalle vesti eleganti, con
uno sguardo fiero e dai modi signorili bussò pesantemente
alle porte del
palazzo di Regina. Al suo fianco un robusto cavallo riportava sulla
coperta
presente sotto la sella l’inconfondibile stemma del regno di
Biancaneve. Le
porte si aprirono lentamente e l’uomo
s’incamminò con assoluta tranquillità
lungo il percorso che l’avrebbe condotto
all’entrata principale del castello.
Regina
comparve dall’uscio del
grande portone, dal quale solitamente usciva il padre Henry per
accogliere gli
ospiti e nel vedere chi aveva di fronte un sussulto la colpì
in pieno petto.
“I
miei più sentiti ossequi
Vostra Altezza” disse l’uomo dopo aver fatto un
plateale inchino “Ho ricevuto
l’ordine dalla Regina Biancaneve di portarVi questo
scritto” detto ciò l’uomo
estrasse dalla sacca del suo fidato destriero una pergamena chiusa che
consegnò
tra le mani alla mora.
“Possibile
che Biancaneve abbia
scoperto ciò che era accaduto il giorno prima? O che Emma
avesse raccontato
alla madre tutto?” I brividi percorsero la sua schiena al
pensiero di ciò che
poteva esserci tra le righe di quel foglio. Con un cenno del capo
ringraziò il
guerriero davanti a lei che senza altre parole montò sul
cavallo e attraversò
nuovamente le grandi porte, lasciandosi alla spalle una Regina persuasa
da
dubbi.
La
donna rimase qualche istante a
contemplare ciò che aveva in mano, non poteva nuovamente
perdere la persona
amata. Anche per lei doveva esserci un lieto fine, si era redenta molti
anni
prima, possibile che quello sforzo fatto non avesse cambiato nulla? Una
nube
viola cosparse il suo corpo e si trovò nelle sue stanze. In
quel luogo nessuno
avrebbe potuto vedere eventuali lacrime versate.
Il
sigillo di cera venne rotto e
con la mano lievemente tremante il foglio venne srotolato con molta
cautela.
“Mia Cara Regina,
Sono stata davvero entusiasta nel rivederti a
palazzo durante la
cerimonia. E da quella sera non faccio altro che pensare a quanto io
abbia
sbagliato molti anni fa. Il tempo può lenire tante cose ma
il malessere che
provo nell’averti rovinato la vita mi mangia ancora oggi.
Spero davvero in un
tuo perdono. Ero una ragazzina ingenua e mi sono fidata della persona
sbagliata. Non avrei mai pensato che Tua Madre potesse arrivare a fare
un gesto
simile. So quanto hai sofferto per aver sposato un uomo che non hai mai
amato
ma purtroppo non me ne sono mai resa conto fino al giorno in cui compii
il
primo passo sull’altare. Al mio fianco ho l’uomo
che ho amato dal giorno in cui
l’ho incontrato la prima volta e non posso minimamente
pensare alla tristezza
che provasti tu nel fare quel passo verso un futuro che non ti
apparteneva.
Voglio dissolvere quell’odio che tu provi
nei miei confronti, e riavere
un’amica accanto, trovare nel tuo abbraccio la stessa
sicurezza che provai il
giorno in cui mi salvasti la vita.
Sarei molto entusiasta se accentassi
l’invito per il pranzo di oggi
presso il mio castello per sanare quell’attrito che
c’è tra noi.
Biancaneve”
Era
un misto di rabbia, rancore e
sollievo quello che la mora provò non appena ebbe finito di
leggere. Nella sua
mente ancora vagava la sofferenza che quella giovane bambina
provocò, ma il
tempo allevia anche le ferite più profonde ed era arrivato
il momento di
cambiare pagina, se aveva provato tutto quel dolore un motivo
c’era, magari
quello era il prezzo di un errore che aveva dovuto pagare sulla sua
pelle. Ma
ora il destino aveva di nuovo condotto un Amore nel suo
cuore… Un Amore che era
proprio il sangue del sangue di quella persona che tanti anni prima
aveva
rovinato la sua vita.
Stivali
di pelle, pantaloni
aderenti, un corpetto aderente ed un sontuoso soprabito ricamato, il
tutto di
un nero impeccabile comparvero sul suo corpo e per dare un altro tocco
d’eleganza un cappello in tinta venne posizionato sopra i
lunghi capelli
ondulati della donna. La sua bellezza era inaudita, qualsiasi uomo
sarebbe
rimasto abbagliato da ciò. Peccato che la sua fama
antecedeva il suo corpo cosi
perfetto.
L’elegante
carrozza attendeva la
donna esattamente dove il soldato qualche ora prima s’era
fermato. Era già la
seconda volta che nel giro di pochi giorni faceva ritorno in quel
castello, se
avesse pensato una cosa del genere qualche anno prima di certo non ci
avrebbe
creduto.
I
pensieri le fecero compagnia
per tutto il tragitto, avrebbe rivisto Emma, la Sua Emma tra le mura di
quel
palazzo che le aveva fatte incontrare, conoscere.
Ma avrebbe dovuto valutare ogni parola,
sguardo e comportamento per non far insorgere nella madre i sospetti di
un loro
incontro o altro. L’attesa nel rivederla era divenuta
massacrante, eppure
s’erano viste il giorno prima, ma tutto le ricordava quegli
incantevoli occhi
verdi, quelle labbra morbide, quel corpo forte e quel profumo
inebriante.
Le
lunghe gradinate di corte
furono percorse velocemente da Emma, era dalla sera prima che sentiva
dentro di
se un energia nuova e le pareva quasi impossibile che fosse
l’Amore che le
concedeva tutto questo. Aveva una gran voglia di abbracciare i suoi
genitori
per ringraziarli involontariamente di quel ballo, di quella
possibilità che le
era stata concessa per conoscere quelle donna che tanto desiderava, che
tanto
aveva atteso.
Trovò
sua madre intenta a
assaporare una tazza di infuso caldo davanti al camino e, dalla
finestra del
salone poteva scorgere il padre che si esercitava con la spada insieme
ad
alcuni soldati. Senza i tacchi ai piedi il suo passo non rimbombava
all’interno
della stanza e dopo aver inciampato nel tappeto sotto le sedie si
posizionò
davanti al camino.
“Ti
vedo alquanto esuberante ed
allegra stamattina figlia mia”
“Assolutamente
si Madre, ho
passato un ottimo pomeriggio in compagnia ieri e questo mi rallegra
molto le
giornate”
Ricordava
benissimo la reazione
avuta dalla figlia la mattina precedente così Biancaneve
eclissò il discorso
senza chiedere ulteriori informazioni.
“Emma
cara, oggi a pranzo avremo
un ospite di cui non t’ho mai parlato, ho commesso un errore
madornale in
passato ed ho causato la rabbia e l’infelicità di
questa persona. Oggi voglio
dimostrare che non solo lei è cambiate, ma anche
io”
“Cosa
è accaduto di così tanto
grave madre?” rispose la bionda incuriosita
“Ho
negato a questa persona di
poter amare l’uomo che tanto riempiva d’amore il
suo cuore, e per colpa di
questo mio malinteso e mia ingenuità egli è morto
per mano di un essere
talmente spregevole da indurre questa donna all’utilizzo
della magia nera e al
potere. E se questo non bastasse è stata obbligata a sposare
un uomo che non ha
mai amato. So che è una cosa orribile quella che ho fatto ma
all’epoca ero solo
una bambina e come tale mi sotto fatta abbindolare da sua
madre.” Lo sguardo di
Biancaneve era perso all’interno di quella tazza davanti a
se, quasi non
volesse leggere negli occhi di Emma l’emozione causata da
quella confessione.
“Possibile
che questa donna si
sia lasciata trasportare da questo desiderio vendicativo?”
“Vedi
cara, il suo unico scopo
era quello di vedermi soffrire tanto quanto io ho fatto soffrire lei.
Ogni
persona che mi nascondeva veniva uccisa, ed in ogni dove erano appese
locandine
che chiedevano la mia morte. Quando lei sposò mio padre,
quindi tuo nonno,
all’interno del suo cuore già provava rabbia nei
miei confronti. E quando lui
morì non esitò nemmeno per un istante a darmi la
caccia.”
“Ma
questo è orribile”
“Sai
Emma, so di aver sbagliato e
me ne pento ancora oggi della sciocchezza commessa, ma so anche che
questa
donna si è redenta ed il suo cuore non è
più bramoso di rabbia e potere. E’
stata a lungo lontano dal resto del mondo ed ora voglio che tutto venga
dimenticato e che si ricominci una nuova vita. Voglio che lei possa
perdonarmi
come io ho perdonato lei.”
“Ma
questa donna ha commesso
delle cose spregevoli, mi rendo conto che la rabbia ha la meglio sulle
emozioni
ma possibile che ella posso essere perdonata?” chiese con
disprezzo Emma
“So
benissimo che molte vite sono
state infrante, ma potevano essere salve se io non avessi spezzato
quella del
suo amato Daniel. Quando si ha al proprio fianco la persona che
più ami e ti
viene portata via allora la reazione che si ha è devastante
e ti spinge a fare
cose orribili”
“Me
ne rendo conto anche io adesso,
ho incontrato una persona che mi sta rendendo felice senza fare nulla
di
eccezionale e non so cosa farei se qualcuno impedisse questa mia
gioia”
Un
sorriso malinconico si dipende
sul volto di entrambe. Nel frattempo la sontuosa carrozza di Regina
stava
entrando nel cortile del castello di Biancaneve. Il cavalli si
arrestarono ed
un ragazzo si avvicinò alla porta della carrozza e dopo un
solenne inchino, la
bruna fece capolino dall’interno mentre la polvere alzata
dalle ruote pian
piano andava ad adagiarsi a terra.
Il
passo elegante di Regina si
faceva strada tra i corridoi del castello preceduta soltanto da una
guardia che
l’avrebbe accompagnata al cospetto di Biancaneve. Il
tacchettio riecheggiava in
quei lunghi corridoi e solo l’eco rompeva quel silenzio.
All’interno della
stanza si distinsero i bussare alla porta d’entrata.
Biancaneve, voltatasi, incitò
il suo soldato ad entrare mentre Emma dal canto suo s’era
messa di spalle ed
osservava dalla finestra la dimestichezza del padre.
“Vostra
Altezza. La Vostra ospite
è arrivata”
Un
piccolissima pausa seguì
quella frase e la figura della mora face la sua comparsa
all’interno della
stanza.
“Mi
fa veramente piacere tu abbia
accettato l’invito Regina”
Dopo
aver sentito quel nome Emma
si girò e trovò di fronte a se la figura della
mora vestita di tutto punto.
Possibile che la donna che il suo cuore le aveva indicato come il Vero
Amore
era un essere crudele e spietato e per di più era anche la
matrigna di sua
madre.
“E’
un vero piacere per me essere
qui Biancaneve”
Gli
occhi di Regina andarono poi
ad incontrarsi con quelli di Emma e non ci trovò
più del tenero. Ora si poteva
leggere stupore, tristezza e incredulità.
“Emma
ti presento Regina, lei è
la persona di cui ti ho parlato poco fa”
“Regina
questa è mia figlia Emma,
non credo di aver avuto modo di presentartela al ballo”
Il
quel momento la mora colse
ogni singola spiegazione di quello sguardo e si vergognò di
tutto quanto. Per
la seconda volta il Vero Amore si stava allontanando dalla sua vita per
colpa
di Biancaneve.
_____________________________________________________________________
Eccomi
con un nuovo capitolo di
questa FF.
Chi
poteva non incrinare un Amore
sul nascere se non Biancaneve?! Lo zampino ce lo mette
sempre…
Resto
in attesa dei Vostri
graditissimi pareri.
Alla
prossimaaaaaaa
Trish