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Autore: TheDarkLightInsideMe    24/11/2014    1 recensioni
Federica, Eleonora e Egle sono tre ragazzine tra i dodici e i tredici anni. E fin qui mi pare tutto normale.
Federica ha letto tutta la saga del Mondo Emerso, Eleonora sta leggendo le Cronache ed Egle (peraltro sorella maggiore di Eleonora) inizierà a leggere la prima trilogia dopo che la sorella l'avrà terminata. E anche questo non mi pare un granché emozionante.
Ma il Mondo Emerso, dopo gli avvenimenti narrati nella trilogia delle Leggende, è di nuovo in pericolo, e toccherà a tre ragazzine di un altro mondo salvarlo, insieme ad alcuni dei personaggi più importanti della saga.
D'altronde, con un po' di fantasia possiamo essere tutti un po' speciali.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ido, Kryss, Nuovo personaggio, San, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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Capitolo 10 ~ Haide.

 
Mossi dallo stesso pensiero, affrettiamo il passo per raggiungere l’artefice di quell’atrocità.
Più saliamo nella torre, più mi sembra che l’odore del sangue diventi più forte, come se mi trovassi nella Casa di ciò che era stata la Gilda degli Assassini.
Se vedessi spuntarmi davanti una ragazzina bionda e riccia, con un accenno di efelidi sul naso, penso che mi sembrerebbe quasi normale.
<< Quanto manca? >> domando a Kryss sottovoce, da un capo all’altro della fila.
Lui si mantiene vago, dice che dobbiamo salire ancora, che Salazar è grande. Poi apre l’ennesima porta.
Conoscendo Salazar, pensavo che ci saremmo ritrovati davanti ad una rampa di scale che ci avrebbero portati al piano superiore, invece ci ritroviamo in una specie di armeria.
Mi chiedo se si tratti di un miracolo o di una dimenticanza di Haide, o di un caso o di una qualche volontà divina, e per un attimo riesco quasi a godere della vista di quelle armi e di quel libro di magia messo lì su un tavolino, come se aspettasse noi.
Ed è quella la paura che mi assale: se tutto questo non sia altro che una messinscena di Haide per prendersi gioco di noi.
Eleonora prende uno scudo e una spada bianchi e lucenti quasi più del normale, Egle inizia a sfogliare il libro di magia (e non è magia proibita!), Shyra prende un’ascia, Nihal una spada di cristallo nero, una copia di quella originale anche ben fatta, e Aster si permette un piccolo pugnale che somiglia vagamente a quello forgiato da Livon per Nihal.
La stanza ha un’altra porta, ma Egle ferma la mano di Kryss già sulla maniglia e gli dice che sente qualcosa al di là del legno.
<< Sento qualcosa anch’io, ma non riesco a capire di cosa si tratti. >> ammette l’elfo, ma un istante dopo abbassa la maniglia e spalanca la porta, che stride sui cardini.
Una rampa di scale.
Avanziamo cauti, ma non c’è nessuna sorpresa ad attenderci. Almeno finché non arriviamo al piano di sopra.
Ora che sono la seconda della fila e non più l’ultima (per volontà di Kryss), sono fra i primi a fermarmi.
Anche qui, la prima cosa che si vede è sangue sparso ovunque. Controvoglia, chiedo ad Egle di accendere un fuoco magico, perché si sta facendo buio. Ma non ero pronta a quella vista.
Un corpo riverso per terra, circondato da una pozza di sangue mezzo rappreso. Un corpo di donna, vestito con abiti maschili. L’urlo di Neor mi conferma che si tratta di sua madre.
Il punto però non è questo. La cosa che mi impressiona di più, oltre il sangue e oltre tutto il resto, è il simbolo che ha sul braccio: due pentacoli incrociati che incorniciano un semicerchio formato da due serpenti avvinghiati l’uno all’altro. Il simbolo della maledizione.
Aster segue il mio sguardo sbalordito e spaventato. << Quando era all’accampamento non ce l’aveva. >>
Ecco cos’era quella sensazione che percepivano Egle e Kryss: la maledizione di Dubhe.
Il simbolo pulsa, ma estremamente debole.
<< È morta da poco. >> affermo, senza parlare con nessuno in particolare.
<< Avremmo potuto salvarla! Se solo avessimo corso di più, avremmo potuto salvarla! >> la voce del re è trasfigurata dal dolore, ma non trovo niente da dire per consolarlo. Ha ragione.
<< Non ha senso rimanere qui a piangere. Haide ha altri ostaggi, no? Loro possiamo ancora salvarli! >>
È Eleonora a pronunciare quelle sante parole, con un tono sicuro e forte che quasi non le riesco ad attribuire. In fondo, lei Dubhe non la conosce. Ma lo stesso annuisco e seguo Kryss all’interno del corridoio che ci si presenta davanti, scavalcando il corpo della regina e macchiandomi le scarpe del suo sangue.
È Shyra a fare la domanda che mi preme nella mente, anche se due piani più sopra:
<< Cosa succederà se… se non riusciamo ad arrivare in tempo? >>
Solo quando effettivamente questa domanda viene posta ad alta voce, tutti noi capiamo la risposta, e non c’è bisogno di esporla.
Noi siamo gli unici che si possono opporre a lui, senza di noi il Mondo Emerso rimarrà nella schiavitù. Siamo pochi, e lui si sta prendendo gioco di noi. Ci vuole uccidere uno ad uno, godendosi il nostro sangue e le nostre sofferenze, scavando nelle nostre menti per il solo desiderio di farci soffrire.
Ha fatto così con Kalth, poi con Laio e con Dubhe. Kryss non vuole svelarci come, ma è riuscito a fuggire. Credo che sia grazie ad una sentinella non molto diligente.
Haide ha come ostaggi ancora San, Ido e Sennar, e spero che siano ancora vivi, se non illesi.
Ma la domanda persiste: se non riuscissimo a salvarli? Se non arriviamo in tempo per salvare le vite delle persone a cui teniamo, come possiamo credere di poter salvare il Mondo Emerso?
Cioè, siamo: Aster il Tiranno, una Marvash, una maga e una guerriera inesperte, un paralitico, un elfo che lascerebbe morire tutti gli abitanti del Mondo Emerso (e che ci ha provato) e solo due guerriere abbastanza brave, ma che contro un nemico del genere non possono far altro che morire. Chi mai si metterebbe nelle nostre mani, potendo scegliere?
Eppure una cosa ce l’abbiamo ancora: la speranza. È detto anche chiaro e tondo nella nenia: se smettiamo di sperare, se smettiamo di lottare, questo mondo cadrà a pezzi. E, nonostante tutto, non possiamo permettere che accada.
È per questo che non ci perdiamo d’animo e continuiamo a salire le scale e a entrare nelle stanze, è per questo che stringiamo tutti convulsamente le mani sui manici delle proprie armi, siamo esse lance, spade, asce o pugnali, che tendiamo le orecchie per cogliere un qualunque rumore che indichi che non siamo soli in questa struttura.
A quattro piani dalla terrazza, sentiamo un urlo proveniente dalla bottega in cui dobbiamo entrare per arrivare alle scale, un urlo di dolore di una voce che quasi tutti riconosciamo subito.
Ci mettiamo a correre verso la porta, poi la spalanchiamo e ci fiondiamo dentro, al diavolo la fila e l’ordine.
<< Sennar! >> la voce di Nihal sovrasta le altre, ma poi tutto si zittisce quando vediamo la scena che ci si presenta davanti.
Il mago è incatenato alla parete, il fiato grosso a causa dell’ultimo grido di dolore e gli occhi stanchi. Sanguina copiosamente dal fianco destro, e la casacca in quel punto è bruciata.
Nihal si precipita da lui e recupera una chiave da un tavolino, liberandogli polsi e caviglie, poi Egle si sforza al massimo per guarirlo.
Ma sia io che il Tiranno siamo attratti da altro.
Il caminetto della bottega è acceso e scoppietta nel silenzio che è sceso nella stanza una volta che anche gli altri hanno seguito il nostro sguardo.
Davanti al camino, seduto su una poltrona, c’è una figura che smuove il carbone tra le fiamme.
Rabbrividisco, la mia mente può solo immaginare cosa accadrà in questa stanza.
Volgo lo sguardo verso gli altri della Resistenza, trovandoli disorientati e confusi a fissare colui che abbiamo davanti.
Aster è visibilmente terrorizzato e la mano gli trema sull’elsa del pugnale, non so perché. Ma una volta visto meglio l’aspetto della persona seduta, allora credo di capire.
È basso e magro, per prima cosa, questo si nota subito. Ma è solo osservandone il viso alla luce del focolare che capisco perché abbia queste proporzioni.
È un bambino. È un dannato bambino con meno di quindici anni.
Per un attimo mi dico che è il figlio o forse il nipote dell’uomo che cerchiamo, ma poi il sorriso enigmatico che gli si apre sulle labbra sottili e le parole che pronuncia mi fanno ricredere.
<< Avete trovato i miei regalini disseminati per Salazar? >>
I suoi capelli sono ricci e di un nero pece mischiato col blu notte, i suoi occhi di un verde che non può esistere in natura e…
Mi volto ad osservare Aster con gli occhi sgranati e poi di nuovo il bambino.
<< Non mi aspettavo che anche tu saresti caduto nella mia trappola, Aster. O devo chiamarti nonno? >>








Angolino autrice.
Bene, bene, bene; e anche questo capitolo è fatto. Vi prego di apprezzare la mia fantasia per questo colpo di scena finale, ci ho messo una settimana intera per partorire l'idea ed adattarla alle maledette linee temporali T.T
Detto questo, spero davvero con tutto il cuore che questo capitolo vi sia piaciuto e che anche i prossimi saranno di vostro gradimento, nonostante gli alti e i bassi.
Grazie davvero per avermi seguita fino ad ora, con la lettura silenziosa e con le recensioni. Spero davvero di non deludervi!
With love,

DarkLight
   
 
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