Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: CinderNella    25/11/2014    2 recensioni
Inizialmente si sentiva un po’ strana per il fatto che avrebbe condiviso una casa con un uomo.
Insomma, Colette aveva detto che quel Tom era simpatico e a modo, ma lei, Colette ed Elspeth erano sempre state con delle ragazze in casa… Tranne il modello. Ma lui non stava mai a casa. Laire era l’ultima aggiunta, una matricola alla loro stessa università e si trovavano benissimo, ma erano sempre state solo ragazze.
E ora Colette le mollava per tornare al suo paese natio e le lasciava in balìa di un tipo che nemmeno conoscevano. Era un po’ ingiusto.
"Ma se Colette lo conosce in qualche modo e dice che è alla mano, gentile e ha viaggiato molto, ci si potrà fidare..." pensò lei, rincuorata.
[...] Tom uscì dal portone, tirando un sospiro di sollievo: quell’Aneira era una tipa stramba. In positivo, ma lo era.
L’aveva convinto a prendere la camera sebbene non fosse la migliore opzione, ma nel suo essere strana gli aveva già fatto sentire la casa come sua, come se ne volesse fare parte.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Guten Tag! Il banner è sempre stato fatto da _Lith_, lo stile del titolo è sempre ispirato a FRIENDS e la foto è mia (sì sono un porco che mangiava sempre pizza) ed è stata modificata da me. Buona lettura!








 
The Guy Who Turned Her Down

13. The One In Which He Finally Tells Her




Si sentiva leggermente tradita, a dirla tutta. E non perché fosse propriamente lei la cornuta – di fatto lo era Hannah, e inoltre non è che ci avesse fatto troppo con Eddie – però si era creata una connessione. Una bella connessione con una bella persona che era anche categoricamente occupata. Certo, il fatto che glielo avesse detto prima di finire a letto era davvero ammirevole – sebbene avesse comunque tradito la sua ragazza, anche se solo baciandone un’altra – però era stato del tempo sprecato. E ora le piaceva anche qualcuno – le interessava qualcuno come persona, perché le piaceva “come testa” – e quindi si sentiva impegnata. Per uno che aveva la ragazza.
Diamine, avrebbe voluto picchiarlo per quel particolare. Perché aveva fatto in modo di interessarle e poi le aveva detto dopo il primo appuntamento – beh, secondo, se si considerava primo la colazione post-dormita-scomoda-metà-sul-letto-metà-a-terra – che era impegnato. Che razza di ragazzo era?! Non poteva dirglielo prima, quando si erano conosciuti?! Oppure non poteva non dirglielo semplicemente mai?
Ma non doveva pensare questo: lui era stato onesto – con entrambe, visto che a quanto pare Hannah sapeva di lei dal giorno prima… – e lei paradossalmente non lo apprezzava. Voleva apprezzarlo, voleva farlo davvero, ma aveva rovinato tutto. Perché con la sua onestà ora lei sapeva dell’altra, che altra non era perché era quella ufficiale, e ci stava male. Perché lei, in realtà, voleva conoscerlo a tutti i costi. Voleva incontrarlo alle mostre, e fare tutte quelle cose che raramente si fanno ai primi appuntamenti, perché bisogna ammetterlo, chi ti porta al museo a vedere uno dei tuoi artisti preferiti all’inizio? Nessuno. E lui in pochissimi giorni si era guadagnato l’appellativo di persona interessante, che le aveva fatto perdere di vista altri pensieri negativi e le aveva fatto passare effettivamente dei bei momenti.
E perché diavolo tutte le persone interessanti dovevano essere impegnate, perché? Quale scherzo del destino era quello?
Per non parlare del tipo-che-sarebbe-stato-meglio-non-nominare-in-nessun-altro-modo con cui teoricamente si stava sentendo. Ma lo start-upper aveva perso buona parte del suo fascino, perché sebbene fosse uno con la testa a posto, non lo era quanto Eddie.
E questo la faceva marcire di rabbia nei confronti di quest’ultimo, perché l’aveva cacciato di casa… e lui se l’era anche meritato.
Però no, perché era stato onesto prima di essere un bastardo, e quindi non avrebbe voluto cacciarlo… ma lui non avrebbe capito se non l’avesse cacciato. E il risultato era chiaro: lo rivoleva, voleva frequentarlo e si odiava per questo, perché sarebbe stata l’altra, in tal caso.
E lui? Lui voleva? Insomma, essere cacciati di casa dopo aver nuovamente dormito nella stessa casa con qualcuno – sebbene la prima volta fosse stata palesemente involontaria – non doveva essere piacevole per nessuno dei due, ma soprattutto per lui che era stato cacciato.
E il pessimo sunto della storia era che lei l’aveva cacciato per fargli capire quanto non accettasse quella cosa, ma lo rivoleva. Perlomeno, lo rivoleva come era stato fino a quel momento: educato, gentile, amabile e adorabile conquistatore di fanciulle amanti dell’arte. Oh beh, magari anche solo di lei.
Si stropicciò gli occhi, sbuffando mentre rileggeva il bilancio consolidato di una multinazionale fittizia che doveva analizzare e ricordare perché il giorno dopo avrebbero dovuto discuterne in classe e non ne poté più: si alzò e raggiunse il suo cucinino, accese il gas e ci mise sopra il bollitore colmo di acqua.
Differentemente da Casa Hier – Hiddleston, lei non aveva bisogno di tè per stare bene: probabilmente, con tutto il caffè che beveva, se avesse anche preso il tè sarebbe scoppiata. Quindi optava sempre per una camomilla addolcita dal miele, per calmare le sue paturnie sentimentali e la sua ansia accademica.
Se avesse avuto un dispensatore di Valium sarebbe andata anche meglio, ma probabilmente si sarebbe dovuta accontentare della roba omeopatica che le passava il suo medico.

Aveva preparato tutto quello che Lara le aveva chiesto e si erano anche nuovamente sentite – più volte – ed era già arrivato il tredici, quindi aspettava solo la donna. E poi lei avrebbe aspettato gli ospiti: non avrebbe voluto fare gli onori di casa. Probabilmente quella sera casa sua sarebbe stata teatro delle interazioni del jet-set londinese – o forse no, considerato che del jet-set londinese facevano parte solo tre dei più cari amici del suo coinquilino, mentre gli altri conoscenti non sarebbero stati tutti VIP – e lei… non avrebbe sinceramente voluto vederlo.
E non solo perché lei quei volti era abituata a vederli in TV, ma anche e soprattutto perché non aveva voglia di vedere un ipoteticamente diverso Tom per via dei presenti più o meno amici. Magari tra gli invitati c’era qualcuno che portava sulla bocca dello stomaco e si sarebbe comportato diversamente… e non avrebbe voluto vederlo.
Lara era arrivata ed era adorabilmente sportiva, quindi ringraziò silenziosamente: non voleva dei tipi vestiti da pinguini quella sera.
«Bell’onesie, Aneira.» commentò lei, appena l’ebbe vista sulla porta.
«Grazie! Anche tu stai bene, sebbene non sembri ridicola tanto quanto me, visto che non sei vestita da Pikachu gigante» commentò la bionda della casa, e la bruna rispose con una risata.
«Ho portato qualcosa, dov’è il frigorifero?»
«Vieni pure di qua» Aneira le fece strada e iniziò a indicarle tutti i posti che le sarebbero potuti servire dovendo gestire quell’“evento”: arrivò anche a mostrarle i bagni – fortuna che la signora delle pulizie avesse pulito il giorno prima – le offrì del tè, ma quando iniziarono ad arrivare gli ospiti si ritirò a vita privata.
Non che non volesse vedere Eddie – o Ben, era quasi certa che ci sarebbe stato pure lui – ma non avrebbe voluto vedere il resto, proprio non le andava.
Le dispiaceva anche lasciare Lara per un po’ sola a guardarsi intorno in una casa non sua, ma lei aveva da fare. Aveva da finire di editare alcuni articoli per il giornale di facoltà – o probabilmente Jules l’avrebbe ammazzata – e aveva anche da finire il compito per una parte del documento finale che avrebbe portato con sé oltreoceano in pochi mesi.
Sbuffò sonoramente e osservò lo schermo del computer: aveva da fare anche quel giorno, sebbene non fosse nulla di strettamente universitario,  o quasi. Quindi non poteva permettersi di svagare – o sì, tanto avrebbe comunque finito entrambi i lavori – e soprattutto non voleva con troppe persone. Odiava sempre doversi trovare ad avere a che fare con tante persone, perlopiù sconosciute. E soprattutto se Lara avesse avuto la cattiva idea di invitare la signora trombamica… no, non avrebbe voluto rivedere la biondona, proprio no.
Scosse la testa, ritornando a guardare il file di Word attentamente e a scrivere e controllare tutto come un ossessa. Dovevano proprio affibbiarle un articolo di facoltà su cose alquanto strane di cui lei non era solita parlare, eh?
Doveva essere passato un bel po’ di tempo, perché quando rialzò gli occhi dai due articoli si ritrovò Redmayne che era strisciato dentro la sua camera senza fare rumore.
«Eddie?» chiese perplessa, chiudendo il file word e guardandolo basita.
«Buoooonasera.»
«Non hai portato Hannah o Jules, no?»
«Assolutamente
Un solo suo sguardo indagatore lo fece crollare: «Non ho portato nessuna delle due… E ho anche detto tutto ad Hannah.»
«Tutto in che senso? Non le avevi già parlato?»
«Sì, ma non  le avevo detto che avevo baciato Jules e poi ero stato cacciato da casa sua.» dichiarò candidamente il rosso, sedendosi al bordo del letto.
Le braccia di Aneira sarebbero cadute fisicamente a terra per esprimere il suo attuale pensiero e stato d’animo, però doveva ammettere che era quasi galante. Poteva essere considerato anche un pezzodimerdatraditore, però era carino informare entrambe. Certo, era un bel po’ confuso e contorto, però era stato di fatto onesto con entrambe, ed era da ammirare.
«E lei che ha detto?»
«Beh, ritiene che sia una cosa passeggera e che poi ritornerò sulla giusta via
Gli occhi di Aneira lo fulminarono automaticamente, ma lei volle dimostrarsi comprensiva: «E tu pensi che sia così?»
«So che mi uccideresti se la dovessi pensare così, ‘Nei. Che senso avrebbe venirlo a dire a te?»
«Oh, perché sono la tua confidente, ovviamente, Red.»
«Oddio, è vero. Contorto e perverso, ma è vero.» si portò una mano tra i capelli, sbuffando.
«Allora?»
Dallo spiraglio della porta in quel momento arrivò un arruffato e parecchio incazzato Mycroft, che doveva sicuramente aver ricevuto troppe attenzioni per i suoi gusti e ora tornava a rintanarsi dalla cara Aneira.
«Io… non penso sia così. Al momento non me la sento di lasciare Hannah…»
«Ma nemmeno Jules.»
«Beh, non stiamo effettivamente insieme.»
«Ma la vuoi rivedere. Anche se t’ha cacciato di casa.»
«Soprattutto perché mi ha cacciata di casa.»
La biondina alzò un sopracciglio, perplessa.
«Beh, mi ha fatto capire che non ci starebbe differentemente. Però fino a quel momento mi ha anche fatto capire che sono importante.»
«In che senso che sei importante?» Aneira chiuse il PC e lo mise di fianco, non avrebbe mai capito quella persona tortuosa.
«Mi dà attenzioni in un modo che le altre non hanno mai fatto. E sì, tra le altre c’è anche la mia ragazza.»
«Uhm…»
«È un casino, vero?»
L’espressione di Aneira rappresentava candidamente quello che lei stava pensando in quel momento e sì, era un casino.
«Non voglio esortare nessuno dei due, sia chiaro» iniziò lei, inspirando profondamente ed espirando dopo qualche secondo «Né te né Jules. Però se provate queste cose…»
«Anche lei?» chiese speranzoso. Aneira lo incendiò con uno sguardo e lo ignorò, continuando poi con la sua affermazione: «Se provate queste cose, dovreste continuare. E sì, va bene anche se sei onesto con entrambe, e anche se soffriranno in qualche modo entrambe.»
«Ma soffro anche io!»
«Loro di più, perché la scelta non dipende da loro stesse, ma da te. Immagina come dev’essere orrendo.»
Eddie annuì, comprendendo «Ma io ho anche bisogno di capire…»
«Io so che sei confuso, ok?» gli prese una mano – non voleva sempre urlargli contro, aveva in qualche modo contorto iniziato a tenerci «Però tieni sempre conto che per loro è più difficile e stai facendo qualcosa sicuramente non convenzionale e considerata immorale o qualcosa di simile dalla maggior parte delle persone.»
«Ma a me non interessa cosa dicono gli altri, ma cosa pensano loro. E poi se c’è comunque qualcuno che non pensa sia immorale…» indicò con un cenno del capo la ragazza, che scosse la testa e alzò gli occhi al cielo: «Probabilmente se si fosse comportato così il primo coglione per strada con Jules o un’altra mia amica l’avrei castrato. Però ti capisco, e capisco che dal tuo punto di vista possa anche non essere una cosa come “ne voglio due”. Ma anche e più probabilmente qualcosa del tipo “Ho conosciuto qualcosa che mi piace tanto ma sono impegnato e devo capire”. E va bene, finché prenderai una decisione, prima o poi.»
«Okay.»
«Mi raccomando.» l’espressione era davvero comprensiva, e non se la sarebbe assolutamente aspettata da una cara amica della ragazza per lui interessante. Era decisamente qualcosa di inusuale.

Aveva lasciato la camera solo perché aveva fame e l’aspettava la pizza surgelata da scaldare in cucina – e poi aveva bisogno di andare in bagno. Quando aveva trovato il freezer vuoto aveva avuto i cinque minuti, ma Lara si era prostrata ai suoi piedi per scusarsi, dicendo che non sapeva chi avesse combinato quel macello e che l’avrebbe scovato e punito.
Aneira non aveva ancora capito come – ci sarebbe dovuto essere un detto, “ Le strade di Lara sono infinite” – ma era certa che l’avrebbe fatto: poi si rintanò in camera sua decidendo che non l’avrebbe lasciata fin quando la casa non sarebbe stata libera delle persone inutili. In pratica avrebbe voluto fuori tutti tranne Tom, Lara ed Eddie.
Alla fine aveva scoperto che Ben aveva dato forfait, ma lo immaginava: chissà in che parte del mondo era quel giorno.
Così decise che sarebbe morta di fame sul letto assieme a Mycroft – che però era sgattaiolato in cucina a mangiare e dopo qualche minuto era ritornato indenne e sicuramente non fermato da nessuno, perché non si sarebbe fatto bloccare di nuovo – fin quando non sarebbe stata libera degli invitati.
Solo quando Tom si palesò nella sua camera all’una passata di notte si rese conto che il rumore che proveniva dalle zone comuni era sparito: e provò anche a guardarsi intorno ed era tutto lindo!
«Immaginavo avessi fame» dichiarò lui, lasciandole uno scatolo della pizza sulle gambe, che lei guardò come se fosse acqua nel deserto «Ne sto morendo.»
«Perché non ti sei presentata al buffet? Lara mi ha detto che hai messo su un bel po’ di cose…» le si sedette accanto sul letto, mentre lei mangiava e rispondeva facendo spallucce «Non mi andava di vedere tutte quelle persone… pfff.»
«Misantropa.»
«Sì… forse.»
«Quasi certamente, piuttosto.» Tom si stese dall’altra parte del letto, mentre Mycroft gli saltava letteralmente addosso.
«Lara ha trovato l’assassino della mia pizza?» chiese Aneira dopo un po’, terminando in tempo record quella cena improvvisata.
Tom ridacchiò, sia per la scelta delle parole che per la conoscenza che aveva dell’assassino: «Non ti piacerà la risposta…»
«Era la signora trombamica, vero?!»
«Sì, immagino abbia voluto vendicarsi del fatto che le hai rubato il trombamico – che poi non siamo neanche troppo amici – con un gattino… e comunque Lara l’ha cazziata.»
«Già adoro Lara.» sorrise sadica Aneira, posando la schiena contro il cuscino e portandosi il computer sulle gambe, iniziando a vagare virtualmente su internet.
«Oh, ci avrei scommesso!» rispose lui, scuotendo la testa e prendendo a coccolare Mycroft, che si stese sul busto del ragazzo come se fosse la cosa più comoda del mondo «Come farò senza di lui…»
«Ah, non lo so. Più che altro dovresti chiederti come farà Mycroft senza la sua poltrona preferita per mesi…»
«‘Nei?»
«E con poltrona preferita intendevo te.» terminò lei, voltandosi non appena si sentì afferrare il gomito «Sì?»
«Io parto domani.»
«Lo so…?» il tono era a metà: era perplessa, non sapeva se domandarsi il perché riguardo al fatto che gliel’avesse detto con così tanta cura o meno. Insomma, lo sapeva, ne avevano già parlato in precedenza…
«So che lo sai, però… te lo dovevo dire.»
«Okay… tanto tornerai prima o poi, no?» fece spallucce quella, guardando le dita di Tom che grattavano la testolina di Mycroft, che attendeva altre coccole e grattatine beato.
«Sì, certo.» rispose automaticamente, riflettendoci su: sicuramente sarebbero passati mesi, ma sarebbe tornato «…Prenditi cura di Mycroft.»
«E tu di te.» rispose quella, guardandolo finalmente negli occhi «Perché nessuno ti porterà i donut a qualsiasi ora di giorno.» sorrise impercettibilmente.
Lui ridacchiò e scosse la testa «Penso proprio di no. Notte ‘Nei.»
Le passò una mano sulla spalla a mo’ di saluto, mentre Mycroft si aggrappava alla sua di spalla e osservava tutto ciò che lo circondava dall’alto della sua nuova posizione mentre Tom usciva dalla camera.

 
  
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