Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |       
Autore: LaRagazzaImpossibile    26/11/2014    1 recensioni
Le mani antiche, danzavano a vuoto nell'aria, si dimenava? Non voleva? Oh, certo che voleva, passò all'atto quando Clara si staccò per riprendere fiato e ricominciare.
Ma un gesto di Twelve l'aveva bloccata.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 12
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Stavo per non premerlo quel bottone, ed eri tu.
Il mio migliore amico che mi ha fatta spaventare, mi ha fatta sentire una completa imbecille!"
"Clara.."
"Zitto! Non puoi metterti lì a giudicare, Dottore, non devi permetterti di farlo! Tu non sai nulla, non sai come mi sento io quando.."
le lacrime cominciarono a gonfiare gli occhi di Clara, lo sapeva, sapeva che stava per dire qualcosa di troppo, così si fermò, buttando fuori
l'aria che restava, l'aria che non aveva usato per concludere la frase, maledetta quell'aria.
Di solito il Dottore continua le frasi degli altri, ma non ora, restò in silenzio, lo sguardo era tipico di chi era macchiato di colpa e rimorso.
"Io -bisbigliò il viaggiatore antico abbassando il viso, tentò di recuperare un minimo di sicurezza- Clara, ascolta..."

"Vattene" fermò la sua introduzione alla colpa, con un tono fermo, convinto e chiuso.
"Vattene per sempre Dottore, tu e il tuo maledettissimo Tardis!", detto questo prese la giacca che aveva poggiato sulla ringhiera e uscì a passi pesanti
e carichi dalla cabina.
Twelve rimase a fissare i suoi passi scomparsi, la porta sbattuta aveva lanciato verso Twelve il profumo di Clara, profumava di fiori, lui conosceva a memoria quell'idilliaco profumo.
Doveva chiederle scusa, a prescindere, lei gli ha slavato la vita, e lui non può spezzarla così.
"Come farai a chiederle scusa? COn una tazza di caffé!?!?" una vocina fastidiosa fermò il suo primo passo, esitò qualche istante.
Incantò lo sguardo, scosse la testa e uscì dal Tardis che era parcheggiato nel cortile di lei.
Come se il Tardis avesse capito che lei voleva andarsene,
lei, ma non Lui.
Si avvicinò alla porta, alzò la mano per bussare, "ma dove vai? Secondo te ti apre??".
"Devo eleiminare la mia coscienza!" ssbuffò il Dottore dopo la vocina minuziosa, evidentemente non avrebbe aperto, così tirò fuori il cacciavite e aprì l'ingresso.
Salì le scale di casa sua, per adnare nella sua stanza, ovviamente chiusa, la sentì piangere.
"Clara..." sussurrò per non farsi sentire.
Il suo pianto gli aveva spezzato il cuore, e anche l'altro.
'Apri, vai da lei Dottore!' "oh meraviglioso, un'altra vocina stupida!" pensò.
'No, l'hai trattata male, non sei tu che devi consolarla Dottore, chiaro?!?!?'
'Perchè non dovrebbe?'
'Perchè lei ha Danny, si Dottore, ha educaizone fisica con sè, non ha bisogno di te, non hai fatto altro che fare l'indifferente, lasciarla sola e ora guarda! Sentila!'
'BASTA!'sussurrò strozzando il fiato e mettendo le mani alla porta, una delle due stringeva il cacciavite, ancora, lo guardò, un lunghissimo istane, lo puntò alla maniglia e..
La porta si aprì senza che lui potesse attivarlo, era Clara, la guardò con la bocca socchiusa e gli occhi segnati dall'angoscia, e Clara era lì, era lì "come sempre" "dopotutto" e "nonostante",
ma i suoi occhi erano roventi e fradici, le labbra strette le tremavano, voleva piangere, o dagrli un pungo in faccia.
Le braccia di Twelve si aprirono come volesse recitare una preghiera, ma più timida, più colpevole.
Non sapeva che dire, ed era evidente.
"Che vuoi?" chiese Clara con la voce tremante "e ti conviene parlare, perchè, sto per chiuderti questa porta in faccia e -si fermò un istante, era arrabbiata, molto- sai bene che non chiudo mai troppe volte
le porte in faccia a qualcuno e se lo faccio -il discorso cominciò a diventare confuso, così il Dottore corrugò la fronta facendo difficoltà a capire- bhe, dopo non apro più le porte perchè
vuol dire che sei completamente fuori dalla mia vi..abbraccio.
Twelve l'aveva abbracciata, il suo volto nascosto era perplesso, come se nemmeno lui sapesse cosa stesse facendo, non se ne rendeva conto forse, ma lo voleva, la bocca era socchiusa,
lo sguardo in attesa di un abbraccio di rimando, la situazione era capovolta.
Clara era confusa, ma quell'abbraccio, quell'uomo la cui figura antica e imponente aveva coperto la sua sagoma piccola e, in quel preciso istante, insignificante.
Ma il suo odore, l'odore di Dottore, che sapeva di...casa.
Non potè fare altro che ricambiare.
Ora anche lui sentiva il suo profumo di fiori, e sembravano più freschi di sempre.
Erano le braccia di Twelve cinte intorno alla schiena di Clara, ed erano le braccia di Clara ad avvolgerlo, uno intorno al collo, per permetterle di poggiare la testa all'altra spalla di Twelve.
Così, fermi per qualche meraviglioso istante, profumato, e caldo.
Si staccarono, lentamente, e restarono vicini 
"mi dispiace" disse il Dodicesimo con il più caldo tono possibile, Clara lo guardava nelle iridi, poteva vedere le stelle in quelle iridi color ghiaccio.
Lei gli prese una mano, la guardò, la teneva tra le sue piccole giovani mani, quella grande mano, segnata dal tempo, dalla storia e dalla sofferenza.
Anche Twelve guardava quelle mani, guardava come Clara teneva la sua con quelle piccole distese di pelle liscia e chiara.
Mentre lei guardava le mani, Twelve scrutò il suo viso, manifestando il più affascinato sguardo di sempre.
Istintivamente, allungò la sua unica mano libera sul viso di Clara, percorse la sua guancia con il pollice, e spostò la mano dietro la nuca di lei che ormai lo guardava.
'Che diavolo fai?!??!?!' quella vocina fastidiosa lo portò ad esitare, non voleva forzare nulla di indesiderato per la piccola Clara,
ma fu lei a fare un passo di formica verso il Suo viaggiatore, ora la mano di Twelve non toccava più la nuca, ma ne sentiva il calore, erano vicinissimi, potevano sentire il calore della pelle del viso di ognuno.
Il respiro di Clara tremava, Twelve era immobile.
Chiusero gli occhi, avevano paura di tutto ciò che poteva accadere, i loro volti si cercarono per il più breve ed interminabile istante dei loro viaggi, e forse il viaggio migliore.
Un bacio.
Piccolo.
Bellissimo.
Le piccole labbra di Clara, toccarono quelle del Dottore, quella mano tra le sue piccole mani era ancora lì e le sue dita avevano incorciato quelle di Clara in una delle mani,
erano lì, mano nella mano, labbra contro labbra, ma twelve non forzava affatto, non voleva, anche se stava per esplodere.
Nessun bacio volgare, piccolo, casto e lungo.
Mentre le labbra erano ancora legate, Twelve riuscì a dire solo una piccola cosa "scusa" le aveva distaccate leggermente per scandire il suono di quella grande parola.
Clara non rispose, ma prese a baciarlo con più forza.
'Smettila!?!?! Idiota, smettila! Tu non sei Danny! Lei non ha bisogno di te!!!!'
La vocina divenne squillante, Twelve interruppe quel momento magico e si staccò da Clara, indetreggiando spaventato, Clara rimase con le mani a mezz'aria e lo sguardo sconvolto.
"Scusami davvero" disse Twelve, e corse di sotto.
Si chiuse nel Tardis e si appoggiò alle porte chiuse con violenza, era stupito, scioccato e confuso.
Clara si appoggiò al cornicione della porta, era stupita, scioccata e confusa.
Me entrambi si pensavano.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: LaRagazzaImpossibile