Katniss stava ferma davanti alla televisione che, in quell' occasione, era obbligatorio vedere.

Era la settantacinquesima edizione degli Hunger Games, ma nonostante ciò non le importava più di tanto l' esito di quella trasmissione. Aveva già combattuto, in qualche modo si era salvata.

Ma in realtà sapeva che nessuno si salvava mai dagli Hunger Games.

Nessuno.

Sullo schermo comparve la cerimonia che avrebbe consentito al Presidente Snow un' entrata in scena degna del suo nome e, solo vedendolo, Katniss sentì quella scia nauseante di sangue che solitamente aveva accompagnato i loro incontri.

Prim guardava lo schermo con tanto d' occhi, spaventata. Era chiaro che lei poteva ancora essere estratta, come già era accaduto in passato; ma questa volta nessuno si sarebbe arrischiato a difenderla da quel destino così crudele.

L' Edizione della Memoria non era affatto come tutte le altre: c' era sempre un' eccezione che la rendeva particolare, diversa, più atroce.

Anche la madre delle ragazze era nervosa e a scatti continuava a guardare Prim, carezzandole la spalla.

Dopo un tempo apparentemente interminabile, il Presidente Snow si apprestò a parlare e calò un silenzio innaturale. Probabilmente in quel momento tutta Panem si arrischiava a trattenere il respiro.

-Salve, Panem.- esordì con voce falsamente cordiale. -Quest' anno si svolgerà la settantacinquesima edizione degli Hunger Games e, in occasione dell' Edizione della Memoria, verranno apportati dei cambiamenti già stabiliti.- sorrise affabile verso la telecamera.

Tutta Capitol City urlò entusiasta a quelle parole, impaziente di conoscere la novità.

Prim strinse i pugni fino a che le nocche le divennero bianche come il lenzuolo steso fuori; Katniss le si avvicinò e l' accarezzò piano per tranquillizzarla.

-Quest' anno,- riprese il Snow aprendo una busta color avorio -verranno scelti gli ultimi due Tributi che sono usciti vincitori dagli Hunger Games i quali rappresenteranno tutta Panem e si scontreranno con i rappresentanti di altre Dimensioni.- sorrise Snow.

Le telecamere videro Capitol City aggrottare le sopracciglia mentre ancora assimilava ciò che aveva sentito.

Prim e la madre si voltarono di scatto verso Katniss, la cui espressione era identica a quelle impresse nello schermo.

Non capiva.

Prim aveva gli occhi più grandi del solito, velati.

Poi Katniss capì.

Gli ultimi due vincitori degli Hunger Games.

Gli ultimi due.

No, non poteva essere.

La ragazza di fuoco guardò a destra e poi a sinistra; improvvisamente si sentiva in trappola e sapeva che non c' era via di fuga.

-No...- mormorò con una risata nervosa.

Non disse altro e, ignorando il freddo che faceva fuori, corse via cercando di lasciarsi tutto alle spalle. Non seppe per quanto corse, ma si fermò solo dopo che i muscoli le implorarono pietà.

Si accasciò a terra piangendo e si rese conto che quelle lacrime erano tutto ciò che le rimanevano.

-NO!- urlò alla vegetazione fitta intorno a lei.

Non voleva più tornare nell' arena, mai più. Aveva visto gente essere uccisa.

Aveva ucciso.

Gli incubi ancora la tormentavano per ciò che aveva visto e fatto: non voleva rivivere tutto un' altra volta.

Solo dopo qualche ora, un nome fece capolino nei suoi pensieri come se fosse stato scoccato da un arco ben fatto e rapidissimo.

Peeta.