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Autore: Matih Bobek    28/11/2014    0 recensioni
Brevi ma intensi spaccati di vita familiare ambientati nei giorni nostri. Simpatici, allegri e solari, questi piccoli racconti vertono su una voce narrante, il giovane figlio, nato e cresciuto nella periferia romana, e la protagonista indiscussa della casa, nonché della storia, la madre: personaggio stereotipato, a tratti assurdo, tanto da sembrare quasi... un alieno.
le storie affrontano, di volta in volta, momenti tipici della quotidianità familiare, prendendosi beffa, in modo ironico e sottile, dell'idea maschilista della donna casalinga.
Lo stile utilizzato è fresco, colloquiale, giovanile e numerosi sono i riferimenti alla cultura popolare, comunemente nota, al fine di rendere più partecipe il lettore.
All'interno del singolo episodio, i cambi di narrazione sono frequenti, pur mantenendo fissa la focalizzazione interna: ogni storia è costruita su uno schema fisso, che vede una breve premessa della situazione, in cui la voce narrante è direttamente coinvolta nel racconto, poi una dettagliata narrazione, da vicino, guidata da una seconda persona, per facilitare la personificazione, e infine il dialogo, in cui il narratore spesso interviene come voce fuori campo.
Spero che vi piacciano, o perlomeno che vi lascino un sorriso, e che lascerete consigli e opinioni, per me utili al fine di perfezionare stile, trama o personaggi.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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                                                                                              LA MATTINA

Il sole non è ancora sorto, ma tu sei già in piedi. Il cielo è ancora scuro, ma in casa tutte le luci sono accese. In cortile non c'è una bestia, a parte tua madre che sarà già alla ventesima sigaretta. Canale cinque ancora non ha trasmesso il risparmiabilissimo messaggio di auguri firmato Mediaset, senza cui la tua vita sarebbe stata se non meglio, sicuramente uguale, ma ti sei già rotto i coglioni. Natale non è ancora iniziato, ma già vorresti che fosse finito, perchè sai benissimo cosa significa passarlo in famiglia: subirti non solo tua madre, ma tutti quanti. Tutti. 

A questo punto, urge una spiegazione: il Natale di casa Zandri, solitamente, viene organizzato il ventisette dicembre. Sì, non scherzo. Mia madre e mia nonna decidono il menù di Natale esattamente due giorni dopo l'ultimo natale. Questo paradosso temporale farebbe intrippare pure Schrodinger. Roba da matti. Poi non è che ci sia molto da decidere, il menù è sempre lo stesso all'incirca da vent'anni, ovvero: lasagne, funghi e piselli, arrosto, fettine panate, una marea di panettoni e pandori, dieci stecche di torroni, un cesto di mele arance e banane, verdi come l'invidia, il tutto completato da una trentina di caffè. E non siamo mai più di dodici, alla fin fine. Dato che le agende di mia nonna e di mia madre ruotano intorno a questo evento, la preparazione è accuratissima. Anzi no. Maniacale. Preparano almeno almeno venti arrosti. Circa due mesi prima. Poi li ibernano, tutti e venti. Non si sa mai, no? Metti che, boh, ti svegli alle due del mattino in preda a 'na voglia di arrosto di quelle che ti consumano lo stomaco, bhè, stai sicuro che ce lo trovi. E manco c'hai i sensi di colpa, perchè tanto ce ne stanno altri diciannove. Voi ci ridete, ma dietro questo ragionamento si nasconde del genio... si nasconde bene, mi direte, ma c'è!

Quindi, immaginatevi di stare sul divano, con lo sguardo perso nel nulla, i capelli che manco Telespalla Bob, cercando la voglia di vivere che si è persa ormai da tempo immemore, e con un giramento di coglioni mai avuto. Tua madre intanto, sta risvegliando tutto il mondo: con una mano tiene lo scopettone, con una la scopa, con un'altra lo straccio per i vetri, con un 'altra ancora l'inseparabile pronto... Aspetta aspetta, ma quante mani ha? Vabbè, non importa.
Tuo padre si è svegliato da poco, anche lui infastidio dalla dea Kalì versione casalinga disperata, probabilmente gli avrà passato l'aspirapolvere sul pigiama mentre dormiva. E già in casa si osserva un universo spaccato in due ( e non solo l'universo è spaccato in due...): da una parte la frenesia di mamma, mai andata a dormire, che deterge tutta casa, manco fosse abitata da germi antropomorfi, dall'altra tu e tuo padre, turbati immensamente dal duro scontro con la realtà, che cercate di muovermi il meno possibile e di abituarvi al tenore del giorno.
Mentre l'alieno continua a trottare avanti e indietro nel corridoio, con ogni volta in mano un attrezzo diverso, tu ti appoggi al termosifone. Fa un freddo siberiano. Ma solo perchè tutte le finestre sono aperte. A momenti pure il tetto. Certo, deve asciugarsi il pavimento!
Ti rilassi al calore del termosifone, quando senti pungere alla schiena. Ti giri, e vedi un mandarino, un semplicissimo mandarino, infilzato senza alcuna pietà da una manciata di stuccizadenti appuntiti. Lo prendi in mano senza capire il perchè. Poi passa tua madre, la fermi, pieno di curiosità e timore e le chiedi:
" Mà, ma è che sta roba?" ( continua...)
   
 
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