Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: StarFighter    29/11/2014    8 recensioni
Un anno di Frozen. Un anno di intossicanti fanfiction e superbe fanart, che hanno scatenato le nostre fantasie. Un anno per decidere quale coppia shippare e se fosse giusto o meno shipparla. Un anno di questo fandom pieno di talento.
E quale modo migliore di festeggiare quest'anno d'intensa attività creativa, se non scrivendo qualcosa sulla mia otp preferita?
Per chi mi conosce, sa che quei due idioti di Anna e Kristoff (Kristanna per gli amici) mi sono entrati dentro e ad un anno di distanza, non sembrano intenzionati a voler togliere ancora le tende dalla mia mente. Per questo, carissime/i adepte/i Kristanna (per quei pochi rimasti) beccatevi questa carrellata di one-shot ispirate ad headcanon trovati in giro per la rete, che vanno dal fluff allo steam(che sarebbe un qualcosina in meno dello smut, per chi bazzica ff.net).
Detto questo, vi auguro buona lettura!
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Capitolo 1- First Impressions: “Ora chiudi la bocca e dormi, principessa. L’alba è vicina, ci aspetta una lunga e faticosa marcia e non ho intenzione di trascinarti incosciente su per la montagna.”
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Kristoff, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Headcanon: Anna’s hands splashing him in a creek on a hot summer day.

                                                                                 -May I (pt.2)-

 

 

Tutto era cominciato quella mattina, con una semplice domanda, ti andrebbe di fare un giro con la slitta nuova? Che poi il suo interlocutore avesse balbettato parole senza senso, guardandosi la punta degli stivali e arrossendo fin quasi a farla preoccupare per la sua salute, quello era tutto un altro discorso.

Come avrebbe potuto dirgli di no, se glielo chiedeva con quella faccia? Anna era un essere umano come tutti e non aveva abbastanza forza di volontà per un diniego educato e principesco, come ci si sarebbe dovuto aspettare da lei, soprattutto se a chiederle di fare un giro era Kristoff.

Lo stesso che, praticamente, l’aveva sistematicamente evitata dopo il disgelo di Arendelle, scappando a testa bassa ogni volta che la incrociava per caso tra le stradine del regno, che l’aveva ignorata dopo il loro primo bacio…dopo il suo primo bacio! E Anna, non riusciva davvero a spiegarsi il suo comportamento: perché baciarla e poi sparire dalla circolazione? Ne aveva parlato con Elsa e, tutto quello che la sorella era stata in grado di dirle, dall’alto della sua composta sapienza, era stato che, molto probabilmente, il suo era stato un gesto dettato dalla gioia del momento, dalla felicità di essere ancora vivi dopo tutto quello che era capitato, e aveva concluso con un non pensarci troppo.

E ci aveva provato, dio solo sapeva quanto si era sforzata di non pensarci, di non indugiare troppo sul ricordo di quel bacio, sulla piacevole sensazione delle labbra di Kristoff premute sulle sue, o delle sue braccia strette attorno alla sua vita.

Aveva fallito miseramente, passando ogni istante, ogni giorno, delle ultime due settimane, a pensare a quel momento, in cui si era sentita libera da ogni vincolo convenzionale, in cui si era spogliata di ogni obbligo relativo al suo status ed era stata solo Anna, non la principessa di Arendelle, non la seconda in linea di successione al trono, ma solo una ragazza sbadata ed imbranata, che aveva praticamente corrotto un montanaro, per farsi portare da sua sorella. Insomma una… normale.

 Aveva passato ore intere a fantasticare su una possibile replica di quella scenetta, che aveva battuto di gran lunga ogni romantico scenario per il suo primo bacio, che la sua mente aveva costruito durante tutti quegli anni, leggendo romanzi d’amore, nascosta dietro le tende della biblioteca.

Ed ora si trovava lì, in mezzo alla natura, sopraffatta dalla calura atipica di quella giornata estiva che le toglieva il fiato, con i piedi in un ruscelletto, non molto lontano dalla valle dei troll. Il tocco fresco dell’acqua che le scorreva contro le caviglie e la lieve brezza che le scompigliava i capelli, sarebbero stati più piacevoli se sulla riva non ci fosse stato Kristoff, intento a saziare la sua fidata renna con le carote che lei si era premurata di sottrarre impunemente dalle cucine del castello. Non che la sua compagnia la infastidisse, anzi, ma quando le aveva chiesto di andare a fare un giro, aveva pensato a qualcosa di diverso, qualcosa che aveva a che fare con lo spiegare la sua improvvisa timidezza nei suoi confronti, o ancora meglio a qualcosa per fugare ogni dubbio su quello che aveva significato per lui quell’unico bacio.

Purtroppo non aveva ricevuto né l’una né l’altra cosa, ma solo un imbarazzante e persistente silenzio, dopo i convenevoli di rito. Aveva cercato di tirarlo fuori da quell'ostinato mutismo, ma i suoi sforzi erano stati vani e, cosa molto strana per la sua instancabile parlantina, aveva smesso di provarci, cercando di distrarsi in tutti i modi possibili. Sapeva, per esperienza personale, che Kristoff non era uno a cui piaceva parlare molto, ma diamine, lì si sfiorava il ridicolo: perché invitarla e poi ignorarla quasi?

-“Ti dispiacerebbe riportarmi a casa?”- gli disse, ormai arresasi a quella situazione surreale.

-“Cosa?”- scattò lui, preso alla sprovvista.

-“Ho detto: ti dispiacerebbe riportarmi ad Arendelle?”- ripeté secca, scalciando l’acqua con la punta dei piedi, senza incrociare il suo sguardo.

-“P-perché? Qualcosa non va? T-ti senti male? Hai bisogno di qualcosa?”- blaterò velocemente, andandole incontro.

-“Rispettivamente: perché si; si, qualcosa non va; no e si.”- rispose ironica.

Kristoff la guardò senza capire, aggrottando le sopracciglia: “Che?”-

-“Perché mi hai chiesto di venire con te?”- gli rispose ignorando il suo sconcerto.

-“B-beh mi sembrava una buona idea…anche Sven l’ha approvata. Era per p-passare del tempo insieme.”- l’ultima parte la borbottò sottovoce.

-“L’idea di base è apprezzabile, ma dev’esserti sfuggito qualcosa durante il processo di attuazione.”- gli disse facendo qualche passo nella sua direzione, uscendo dall’acqua.

-“Cosa?”-

-“La lingua.”- sbottò.

-“Aspetta, che?”-

-“Praticamente mi sono tenuta compagnia da sola e Sven ne è testimone.”- lo accusò, indicando la renna-“Non hai fatto altro che startene in silenzio, da quando siamo arrivati qui. Non che mi aspettassi ballate e sonetti recitati a memoria da te, il che riflettendoci sarebbe stata una scena esilarante…”- blaterò tra sé.

-“Potrei farlo, se tu lo volessi, intendo cantarti ballate e cose così, anche se non ne conosco, ma poteri impararle per te.”- si affrettò a dire lui, interrompendo quel monologo, inciampando sulle parole e arrossendo oltre il limite dell’umano.

Il cuore di Anna perse un battito e la sua espressione abbattuta, si addolcì a quelle parole, mentre  un morbido sorriso le piegò le labbra: “D-davvero, lo faresti?”- gli chiese con voce sottile.

Kristoff annuì solamente.

Anna gli si avvicinò ancora: “Sarebbe una cosa davvero carina, ma non mi interessano le ballate e i sonetti in questo momento.”- puntualizzò, ritrovando la voce sicura e sfacciata di qualche istante prima-“Il punto è che, speravo in qualcosa di più, ad esempio che avremmo parlato di quello che è successo, che avremmo riso delle situazioni irreali in cui siamo capitati o…o di quello che è successo,beh, al porto.”- farfugliò, torturandosi le mani-“Sai… quella cosa, dopo averti mostrato la slitta nuova...”- anche le sue guance avevano cominciato ad imporporarsi, mostrando irrimediabilmente il suo crescente imbarazzo.

-“Oh.”- riuscì solo a dire lui, abbassando lo sguardo.

Per un momento tutti e due rimasero muti di fronte all’espressione impacciata dell’altro, guardando altrove.

-“Io non ho fatto altro che pensarci.”- esclamarono insieme, guardandosi negli occhi.

Poi di nuovo silenzio, spezzato solo dallo scorrere dell’acqua del ruscelletto.

-“Io c’ho pensato e volevo scusarmi con te.”- Kristoff fu più veloce e prese per primo la parola.

-“S-scusarti? E per cosa?”- chiese sbalordita Anna.

-“Per…il mio gesto improprio, si insomma, per quel…b-bacio, e…”- cominciò lui, allungando una mano verso di lei, scusandosi.

Stavolta fu lei ad esclamare: “Aspetta, che?”

-“Si,  per il bacio, perché è stato avventato, e perché non avrei dovuto, insomma tu sei la principessa e io sono”- tentennò- “…qualcuno senza tanta importanza.”

-“Questo forse dovresti farlo decidere a me.”- ridacchiò Anna, afferrando la sua mano, sospesa ancora a mezz’aria tra loro-“Non hai nulla da farti perdonare.”-gli sorrise incoraggiante, avvicinandosi ancora di un passo a lui-“O forse si.”- rifletté, mentre un sorrisetto sghembo le increspava le labbra.

-“Cosa?”- le chiese, non staccando lo sguardo dai suoi occhi grandi e di un azzurro quasi innaturale. Bellissima, pensò.

-“Il fatto d’avermi evitata per giorni, senza un reale motivo.”- spiegò, avvicinandosi così tanto, che un altro passo l’avrebbe mandata a sbattere contro di lui.

-“Farò tutto quello che vuoi, per farmi perdonare.”- esalò, come sotto l’effetto di qualche incantesimo

Così è fin troppo facile però, Kristoff- si rallegrò tra sé la principessa, felice dell’effetto che aveva su di lui.

-“Beh, potresti replicare il bacio del porto.”- gli sussurrò, sbattendo le ciglia con fare civettuolo, facendolo indietreggiare di un passo, senza che lui se ne accorgesse.

Kristoff sbarrò gli occhi e per poco non si strozzò con l’aria: “P-posso? Davvero?”- le chiese incredulo.

Lei annuì semplicemente, mordicchiandosi il labbro inferiore, pregustando già quello che sarebbe venuto dopo. Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte, timoroso che Anna potesse cambiare idea da un momento all’altro, e si abbassò verso di lei.

Ma, poco prima di poter fare quello che aveva sognato nelle ultime due settimane, Anna lo fermò, posandogli le mani sul petto: “Questo, è per avermi fatta aspettare tutto questo tempo.”- gli sussurrò in un soffio ad un centimetro dalle sue labbra, sorridendo maliziosamente, e poi lo spinse facendogli perdere l’equilibrio.

E un secondo dopo sedeva nel bel mezzo del ruscello, bagnato da capo a piedi, con un’espressione inebetita in volto, come se non avesse ancora compreso che la principessa si era appena presa gioco di lui.

-“Ora ti devo un bacio.”- gli disse, gustandosi la sua piccola vendetta, raccogliendo le sue scarpette, dimenticate sulla riva erbosa-“ Torniamo a casa?”

Ad Anna non dispiaceva aver perso quell’occasione, perché ora sapeva che ce ne sarebbero state tante altre da afferrare al volo.

 

 

 

NdA: salve! Lo so faccio pena, perché a) non ho ancora risposto alle vostre recensioni e b)non ho aggiornato in tempo. Ma in mia difesa posso dire che la vita reale ci mette il suo zampino a volte e che quindi per vari motivi che non sto qui a spiegare, vi devo una shot entro stasera, prima di mezzanotte. Se sarete pazienti e fiduciosi arriverà di certo ;) Grazie al mio instancabile seguito: Laura, Adriana, Martina e sangallo (scusa cara, non credo d’averti mai chiesto il tu nome! XD) per il loro incoraggiamento, le loro bellissime parole e la fiducia (forse troppa) che ripongono in me e nei miei aggiornamenti ;) Grazie anche a Queen Elsa per aver aggiunto la ff tra le sue preferite (mi raccomando se leggi questo, sentiti libera di lasciare un tuo commento XD). Spero comunque che questa mezza cosa vi sia piaciuta…a prestissimo :)

   
 
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